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Lo osservai attentamente, il cappuccio sul viso, l’aria sottomessa così diversa da quella spavalda e impertinente del primo incontro, quando pensava di avere davanti una serva qualunque, uno stratagemma che si rivelava sempre molto utile a dire il vero.
“Siamo in partenza per Afragolignone, è in arrivo una cometa, la cometa Adelaide che passa una volta ogni 701 anni, dobbiamo infiltrarci nel palazzo reale, scoprire cosa sia il misterioso manufatto di cui parlano miti e leggende, e poi portarlo al capo!” Spiegai, a grandi linee. Stavo per dire altro, quando un servitore mi venne ad avvisare che il capo voleva vedermi, finalmente. Annuii al servo. “Accompagna Fantasma nel laboratorio e poi fai preparare il suo alloggio...” gli ordinai, per poi voltarmi verso il misterioso individuo. “Li conoscerete il resto della squadra...” rivolta a Fantasma “io tornerò tra poco con gli ordini del Capo!” Sentenziai, e senza aggiungere altro mi diressi nella sala delle comunicazioni, dove il marchingegno questa volta funzionava, considerando che era il capo a volersi mettere in contatto con me. “Eccomi, capo!” Con un leggero e rispettoso inchino. |
Lui sorrise, senza smettere di accarezzare i capelli rossi di lei.
“Gwen...” disse guardandola negli occhi “... ora so il nome della ragazzina che mi faceva perdere la testa a diciotto anni...” facendole l'occhiolino “... o forse non era questo il suo nome... visto che non era certo bella come te...” ancora un leggero bacio “... il mio nome? Mmm... sai che potrei dirti di indovinarlo?” Ridendo piano, per poi alzarsi. “Andiamo, Gwen?” Porgendole la mano. |
Il mio nome aveva tutto un altro sapore pronunciato dalle sue labbra rosse, quasi sembrassero dipinte.
Scossi il capo guardando in su, poi ricambiai il suo leggero bacio. Ci restai male quando non me lo disse e trattenni la sua mano, attirandolo a me di nuovo. "Hey, no, ti ho detto il mio, ora è giusto che tu mi dica tuo!" testarda. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Presi a tastare le mura della stanza tutto intorno a me e anche il pavimento, nel tentativo di percepire una qualche vibrazione capace di farmi capire da dove arrivasse il suono.
Ormai era fin troppo chiaro che non si trattava di uno scherzo della mia mente o di rumori legati alla vecchia torre ma avevo paura ad ipotizzare la vera origine del suono. Perché tutto ciò cui riuscivo a pensare non era nulla di buono e finiva per cadere proprio in quelle storielle e leggende da cui volevo tenermi lontana. Era la catena a infastidirmi tanto, così simile a quella che si diceva trascinata dai fantasmi. Continuai a tastare, mattone dopo mattone, alla ricerca di qualcosa Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Con un cenno del capo annuii al Borgomastro "Devo ringraziare voi per la vostra ospitalità e per accogliermi nella vostra tavola, sarà un piacere cenare assieme, mentre, appunto, vostro nipote ci narrerà di questa tempesta che ha causato la morte di alcuni miei sudditi e di alcuni soldati afragolignonesi" alzandomi aspettando mi si facesse accomodare a tavola.
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Ascoltai ancora quel comizio per poi annuire.
"Sembra che siano in guerra..." dissi osservano poi come la fossa si disperdesse. "I bianchi contro i neri... E qui siamo tra i bianchi. Come il nostro popolo, i grigi" dissi riflettendo un po' fra me e me. |
Lo strano marchingegno mise in contatto Miss col Capo.
Il misterioso individuo era steso nudo a letto, attento a non mostrare il suo volto. Due donne completamente spogliate lo raggiunsero con due anfore ciascuna. Si inginocchiarono accanto a lui e cominciarono a versare olio profumato sul Capo, per poi spalmarlo ed ungerlo per tutto il corpo. “Miss...” disse lui “... sono giunti gli altri due sottoposti che ho scelto per voi? Don Taddeon e Fantasma. Siete soddisfatta o forse mettete in dubbio la mia capacità di giudizio?” Con le due donne che continuavano ad ungerlo tutto. Lui sorrise, guardandola con i suoi profondi occhi neri. Allora cercò ancora le sue labbra, le fece sue e con la lingua accarezzò quella di Gwen in un contatto intimo ed inebriante. “Elv...” disse assaporando la sua bocca “... mi chiamo Elv...” senza smettere di baciarla. Dacey cercava qualcosa, una traccia, un segno che indicasse l'esistenza effettiva di uno spazio sotterraneo da cui sembrava giungere quei rumori misteriosi. Ad un tratto di accorse di un fenditoio ai piedi della parete di pietre. Da lì i rumori sembravano provenire ancora più nitidi. Altea ed Ismael furono fatti sedere a tavola col Borgomastro e suo nipote Ernò. La vecchia cameriera servì loro da mangiare e da bere. “Si, ho registrato che ultimamente vi sono molti fenomeni diciamo insoliti...” disse Ernò “... tempeste improvvise a molte miglia dal suolo, straripamenti di laghi... interi boschi abbattuti o addirittura arsi... ecco, credo che non siano fenomeni naturali...” “Tu fantastichi troppo, ragazzo mio.” Ridendo il Borgomastro. Gygaen fece segno a Nyoko di seguirlo. Così entrarono nella locanda dove c'erano molti clienti sia al bancone, che ai tavoli. Ne trovarono uno libero e si sedettero. Accanto a loro quattro giovani discutevano animatamente al loro tavolo. “I Neri non la spunteranno.” Disse uno di loro. “Puoi giurarci!” Un altro. “Se non sanno leggere e non hanno la sensibilità per comprendere l'arte, beh, affari loro! Non subiremo le loro prepotenze!” |
Gli avvolsi le braccia attorno al collo nel momento in cui mi baciò ancora e mi godetti quella carezza fugace ed intima della sua lingua sulla mia.
Sorrisi appena al suo nome. "Elv..." dissi pianissimo in un sussurro senza suono. Mi piaceva e gli stava bene, era adatto a lui, al suo viso, ai suoi occhi neri, al suo carattere. "Ora però dobbiamo davvero andare..." dissi piano, con una punta di dispiacere nella voce. |
Ascoltai attentamente il ragazzo e poi mi voltai verso il Borgomastro che lo zittiva "Mi scusi, suo nipote non sta fantasticando a mio parere. Nella mia Terra si è attenti ad ogni segnale..infatti, stranamente, ci siamo trovati nel mezzo di una di queste tempeste, Ernò continuate, quale sarebbe la vostra ipotesi su questi fenomeni?" mentre accarezzavo il medaglione con acqua e sabbia di Serenica che mi univa al Sacro Braciere "Il ragazzo mente?" avendo un contatto con l' Oracolo e Parvia.
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Procedere a tentoni era stancante e frustrante ma quel rumore ormai mi aveva incuriosita e mi affidavo al tatto e all’udito visto che era troppo buio per vedere bene qualcosa.
Fu così che mi accorsi di un fenditoio alla parete. Finalmente qualcosa oltre alle sole mira rovinate. Mi abbassai in corrispondenza, provando a vedere qualcosa o a sentire Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
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