Camelot, la patria della cavalleria

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Melisendra 11-06-2011 05.38.07

Lo guardai molto severamente.
La pietà fu sommersa da un forte desiderio di rivalsa. Tentare di corrompermi non era stata una mossa abile.
"Quello che voglio tu non puoi darmelo."
Lo baciai e, mentre mettevo a tacere la sua voce giocando con le sue energie, gli provocai un taglio nel petto. Non profondo, ma sufficiente a far sgorgare sangue che presto inzuppò il lenzuolo.
La fiamma si gonfiò come se ci fosse stato vento e le ombre si precipitarono su di lui. E iniziarono a lambire la ferita.
Poteva sembrare spaventoso.
"Dovresti rispondere perché posso lasciare che giochino con te fino a quando non mi supplicherai di ascoltare ciò che, a quel punto, non vedrai l'ora di raccontarmi."
Socchiusi gli occhi come un gatto annoiato.
"Non c'è ricchezza che possa salvarti... ormai è la fine, io sono la Morte. Dimmi tutto e forse qualcuno avrà pietà di te. In questo mondo o nell'altro."

Guisgard 11-06-2011 06.10.38

“No…” disse stravolto dalla paura Cimarow.
Fissava con grandi occhi il volto di Melisendra, cercando in quelle angeliche fattezze un barlume di compassione e di pietà.
“Non è la forza, o la ricchezza, la virtù più grande di un imperatore, ma la misericordia.” Scriveva Marco Aurelio.
Cimarow non era un imperatore.
Forse non sarebbe diventato mai neppure duca.
Ma allo stesso modo non era misericordioso.
Non lo era mai stato.
E probabilmente di misericordia non ne avrebbe trovata neanche nel cuore di Melisendra.
“Maledetta!” Gridò vinto dalla disperazione. “Non uscirai mai viva da questo castello! Tu ed il tuo amante non sopravviverete a Capomazda!”
Poi la vista di quella ferita e del suo stesso sangue gli fecero recuperare il senno.
“E sia, parlerò…” ansimò “… non sono l’unico artefice di questa guerra… ho un alleato… fu lui a propormi la ribellione… diceva che lord Rauger non sarebbe vissuto per molto… e fu sempre lui a spingermi ad assoldare Gouf ed i suoi mercenari… diceva di conoscerlo bene e che con lui saremmo stati invincibili… il mio alleato però non è qui… è a Capomazda… dove sta attendendo l’arrivo del mio esercito…”

Guisgard 11-06-2011 06.12.27

Icarius fissò Sayla ed annuì.
“Qualsiasi cosa per ritrovare mia moglie…” disse.
Poi le grida di quel cavaliere.
Subito Icarius corse fuori nel cortile.
“Eccovi, milord!” Esclamò il misterioso Cavaliere Custode.
“Chi siete?” Domandò Icarius, mentre un irreale silenzio era sceso sul palazzo.
“Un cavaliere, milord…” rispose “… un vostro cavaliere… un cavaliere braccato dai vostri soldati…”
“Lasciatelo.” Ordinò l’Arciduca. “Cosa volete da me?”
“Da voi? Nulla, mio signore!” Esclamò. “Perché nulla potete dare… né a me, né al ducato…”
Icarius lo fissò.
“Siete indegno di governare e di rappresentare sua maestà il re!” Sentenziò il Cavaliere Custode. “Indegno di dimorare in questo palazzo e incapace di salvare Capomazda dall’imminente catastrofe!”
“Morte al traditore mentre ha ancora caldo il veleno sulla bocca!” Gridò sir German verso di lui.
Icarius lo zittì con un cenno.
“Perché mettete in discussione il mio potere?” Chiese.
“Siete un folle…” rispose il cavaliere.
“Badate a come parlate!” Gridò Izar interrompendolo.
“Voi…” fissandolo il cavaliere “… voi, fedele servitore del defunto lord Ranger… giurate allora che mento! Giuratelo e smentitemi! Quest’uomo” indicando Icarius “ha perso il senno, tanto da dimenticare anche il suo passato! Un uomo incapace di proteggere sua moglie, la cui scomparsa l’ha reso inetto ed in balia di un irrimediabile dolore! Giurate, Izar! Giurate sulla falsità delle mie parole ed io accetterò anche la prigionia, anche la morte!”
Tutti fissarono Izar.
Ma il filosofo non rispose nulla e chinò il capo.
“Anche Izar ha compreso!” Esultò il Cavaliere Custode. “Capomazda non ha un Arciduca!”
In quel momento si alzò un grido di protesta contro quel cavaliere.
Icarius invece restò a fissare Izar.
Questi ero muto, col capo chino, senza ribattere alle parole del misterioso cavaliere.
E questo silenzio del fedele Izar affossò Icarius.
Restò a fissare Izar per un lasso di tempo che parve infinito, per poi, come vinto da quel silenzio, scappare via.

Melisendra 11-06-2011 06.28.30

Sorrisi e con un gesto della mano imposi alle ombre di fermarsi.
"Il suo nome... dimmi il suo nome."
Mi avvicinai per cogliere meglio le sue parole.
"Come lo riconoscerò?"
Soffiai dentro di lui le forze necessarie per continuare a parlare.
"Dimmi chi è e quale patto c'era tra voi... forse doveva proteggerti? Invece sembra che ti abbia lasciato alla mia mercé... e a quella dell'amabile Sir Gouf... ha ucciso lui Nyclos, sai?" Feci una pausa per farlo riflettere su quelle parole.
"Sembra che il tuo alleato ti abbia lasciato solo, ben sapendo che qualcuno ti avrebbe fatto questo..." accennai al sangue che mi macchiava le dita, "Sei stato solo una pedina in un gioco più grande di te. Quindi... non ha senso proteggerlo."
Gli accarezzai la fronte.
"Forse ti sentirai meglio se mi dirai chi è... e come scovarlo."

Lady Morgana 11-06-2011 11.09.51

Icarius ed io andammo nel cortile, da quello strano cavaliere e lì capii tutto.

Icarius ha perso la memoria... non ricorda nulla del suo passato...

Il Nobile Taddei corse via, dopo le terribili parole del Cavaliere Custode che anche Izar riteneva vere. Ma io non lo seguii. Lo lasciai andare e mi diressi invece a passo svelto verso le mie stanze.
Mi sdraiai sul letto, feci un respiro profondo e abbassai le barriere che rendevano la mia mente impenetrabile, poi la chiamai nuovamente, per essere sicura che avesse ricevuto il mio messaggio.
Luna, ci sei? Hai ricevuto il mio messaggio? Rispondimi... è urgente, davvero!
Attesi e finalmente sentii il suo tocco leggero, infiltrarsi tra i miei pensieri e i miei ricordi, sondandoli con una punta di interesse.
Poi udii la sua voce cristallina, come se fosse lì, accanto a me.
Verdammt, ho ricevuto il tuo messaggio e mi sto preparando a partire. Ho chiesto a mia madre di coprire in qualche modo la mia assenza, giungerò a Capomazda tra poco, aspettami...
No! Replicai io. Ti verrò incontro, con lord Icarius. Ora devo andare, a presto...

Lady Dafne 11-06-2011 15.06.16

Lasciai che i due visitassero il piccolo Hubert. Era tutto rosso e sudato per la febbre. Ero molto preoccupata.
"Vado io a prendere quelle erbe, ditemi solo dove le devo cercare. Spiegatemi come sono fatte, ho anch'io un po' di conoscenze mediche, forse già le ho usate e riuscirei a trovarle più facilmente! Vi prego però, fate guarire il mio bambino... non ho che lui al mondo!"
Presi le mani di Zimail e le strinsi forte tra le mie. Ero davvero terribilmente preoccupata...

Guisgard 11-06-2011 17.48.01

Zimail fissò Dafne e scosse il capo.
“Da sola in quel bosco è troppo pericoloso per voi, damigella!” Disse. “Ci sono banditi e in questa stagione molte tribù di bulgari abbandonano le loro terre per avventurarsi sui confini delle nostre, in cerca di oro, cibo e donne… andare da sola sarebbe una pazzia!”
Controllò di nuovo il piccolo Hubert.
“La febbre sta salendo di nuovo…” mormorò il vecchio “… capisco la vostra pena, ma se vi accadesse qualcosa chi penserebbe poi a vostro figlio?” Rivolgendosi di nuovo a Dafne. “No, damigella, desistete dal proposito di andare da sola in quel bosco…”

Guisgard 11-06-2011 17.55.48

“E’ stato quel cane di Gouf ad uccidere mio fratello? E tu lo sapevi? Dannata strega, me la pagherai!” Disse Cimarow in preda ad un attacco d’odio. “Ma tanto la sorte di Gouf è segnata…” continuò con un ghigno di dolorosa ed inesorabile rassegnazione a ciò che aveva udito da Melisendra circa la morte di Nyclos “… quando Capomazda cadrà non saranno sacrificati solo capretti dai miei cavalieri!”
Respirò forte, quasi a darsi coraggio.
“Il mio alleato?” Ridendo. “Forse potrai uccidere me, ma non lui… lui è troppo potente… troppo…” accennò una nuova risata, ma una tosse convulsa glielo impedì.

Guisgard 11-06-2011 18.13.27

Icarius giunse nella grande loggia dove erano custodite le statue raffiguranti gli eroi e gli Arciduchi di Capomazda.
Osservava quelle solenni immagini che incarnavano i più alti ed eterni valori di quelle terre.
Ed un sorriso beffardo sorse sul viso.
Tutto ciò che si trovava in quella loggia gli apparve lontano secoli dalla realtà di Capomazda.
Lapidi ed incisioni decantavano ovunque in quel luogo la magnificenza di quegli ideali, mentre invece il suo stesso ducato sembrava volerlo rinnegare.
Si accasciò e pianse amaramente.

Le lacrime rigavano il suo viso ed i suoi occhi erano divenuti vermigli per il dolore.
Ad un tratto avvertì qualcosa.
Una figura, simile ad un’ombra, ad un sogno, si muoveva fra le colonne marmoree della loggia.
Lui la riconobbe e si asciugò le lacrime, quasi imbarazzato per essere stato visto da lei in quelle condizioni.
“Oh, Talia…” disse Icarius.
“Sapevo di trovarti qui…” sorridendo lei “... solo in questo posto potevi sentirti al sicuro, Icarius… lo so...”
“Vorrei essere dove sei tu ora...”
“Ora non è possibile, cuore mio...”
“Perché? Io non capisco…”
Talia sorrise e si sedette accanto a lui.
“Ho fatto bene a venire, sai... ricordi la donna del Borgo Vecchio a cui chiedesti di preparare il pane senza sale di Sygma? Ne ha portato un pò per me stamattina... ed anche della marmellata.”
“Marmellata?” Ripeté Icarius. “Ai frutti di bosco?”
Talia annuì.
“Bene…” sussurrò lui “… è la più buona...”
Talia sorrise, poi disse:
“Perché sei qui? Dovresti essere al comando dei tuoi cavalieri...”
“Non sono adatto ad essere Arciduca…” mormorò lui “... non lo sono mai stato e non lo sarò mai…quando Izar, il mio fedele consigliere, è rimasto in silenzio davanti alle accuse di quel misterioso cavaliere, mi sono sentito franare il mondo sotto i piedi… mi sono sentito un estraneo, un fallito… ho fatto di tutto per essere degno del mio titolo, ma probabilmente non è stato abbastanza… e gente come Cimarow, che nasconde i suoi veri intenti dietro a false promesse di libertà, alla fine avrà la meglio...”
“Cosa farai ora?”
“Voglio andar via molto infretta da questo palazzo e da queste terre!” Esclamò lui. “Fuggire il più lontano possibile e dimenticare ogni cosa… sono solo uno sciocco che crede in grandi ideali come l’amore e la Fede, convinto che bastino a salvare il mondo… ma qui gli ideali non valgono più nulla…”
“E cosa dirai al tuo popolo?” Domandò Talia. “Alla gente che crede in te?”
“Ormai nessuno più crede in me!” Rispose Icarius. “Forse sarà un bene la mia fuga... sono stanco di tutta questa falsità… stanco...”
“Capisco…” fece Talia “… fuggire è facile… proverai a dimenticare tutto di nuovo, il tuo passato ed il tuo ruolo, per ricominciare una nuova vita... io credo che questa solenne loggia sarà la prima cosa ad essere distrutta quando Cimarow entrerà a Capomazda… del resto è solo una vuota esposizione di preziosi marmi senza alcun significato...”
Icarius la fissò.
“Dov’è mio marito? L’uomo che avrebbe sfidato il mondo per proteggere me e la sua gente? L’uomo che è tornato dal passato per portarmi via con lui e rendermi finalmente felice? Ricordo quando restavi rapito a fissare queste statue... quello era l’uomo che amavo...”
“Cosa dovrei fare? Sono solo contro tutti...” scuotendo il capo Icarius “… ho perso anche te…”
“Una volta mi leggesti un passo del Lancillotto in Prosa… <<ascolta sempre il tuo cuore>>, recitava quel passo… ed a dirlo fu il tuo cavaliere preferito...”
“Lancillotto…” sospirò Icarius.
“Ascolta il tuo cuore e da esso trarrai la forza per vincere i tuoi nemici e salvare il tuo mondo!” Lo esortò Talia. “Il tuo cuore, Icarius! Il tuo cuore, capace di conquistare il mondo intero…”

In quel momento Icarius si destò da quel sogno.
Era sui gradini marmorei dell’Ara dei Taddei, dove superbi bassorilievi raccontavano la grandezza di quella nobile stirpe.
Ripensò a Talia e sentì forte un senso di solitudine e malinconia.
Ma le grida che giungevano dal cortile lo riportarono alla dura realtà.
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Lady Dafne 11-06-2011 18.19.53

"Ma allora come posso fare? Conoscete qualcuno qui che potrebbe recarsi nel bosco? Io non conosco molta gente qui... se ci fosse qulcuno che mi potesse accompagnare..."
Sospirai. Guardai Zimail e proseguii
"Se non diamo quelle erbe al piccolo, quali sarebbero le conseguenze?"

Melisendra 11-06-2011 18.26.04

Mi spazientii.
Avvicinai al suo volto la luce della candela, accarezzandogli una guancia. Mi avvicinai e lasciai che il suo respiro rallentasse fino a diventare più lieve del battito di ali di una farfalla. Lo guardai annaspare a occhi sgranati, cercando disperatamente l'aria di cui aveva bisogno. Perse conoscenza.
A un certo punto soffiai nuovamente dentro di lui. I suoi polmoni bruciavano di dolore. Fissai le sue pupille dilatate.
"Quindi intendevi tradire Gouf ed eliminarlo?"
Attesi che riprendesse fiato a sufficienza e continuai.
"Non sono una persona paziente, se non risponderai dovrò rifarlo... che cosa vuole il tuo alleato? E soprattutto chi è?"
Sospirai spazientita.
"D'accordo... penso che la prossima volta che riprenderai conoscenza ti avrò cavato gli occhi." Sbuffai.

Lady Morgana 12-06-2011 10.48.19

Appena ebbi finito di parlare con Luna, uscii dalle mie stanze in cerca di Icarius. Ma non lo trovai.
Chiesi a delle guardie e a dei servi dove fosse, ma nessuno lo sapeva.
Pensai a dove poteva essersi recato in cerca di un po' di pace, quando passando davanti ad una porta sentii dei passi ed entrai.
Icarius stava seduto su dei gradini in una grande sala ove si ergevano statue di quelli che dovevano essere stati gli Arciduca di Capomazda.
Le grida provenienti dal cortile non erano ancora cessate, ma feci finta di niente e mi avvicinai lentamente ad Icarius e gli poggiai una mano sulla spalla.
"Nobile Taddei, non dovete credere alle parole di quel cavaliere, non dovete pensarci, non ora. Una persona sta venendo qui, a Capomazda per aiutarci a ritrovare vostra moglie. Forse vi sentirete delusi quando la vedrete, ma vi assicuro che è la migliore."
Mi fermai per dargli il tempo di capire. Vedevo chiaramente che era stravolto, gli occhi rossi di chi ha pianto...
"Dobbiamo partire immediatamente, mylord. Se volete. Io nel frattempo che decidete, vado a chiamare Lho, che ci aiuterà anche lui nelle ricerche."
Gli presi il viso tra le mani costringendolo a guardarmi negli occhi.
"So che non posso pretendere una cosa del genere dopo tutte le bugie che vi ho detto, ma io devo sapere. Nobile Taddei, vi fidate ancora di me?"
Attesi una risposta, ero angosciata e preoccupata. Sapevo che Lho ci sasebbe stato d'aiuto, ma non volevo che venisse, per paura.

Ora Lho conosce veramente il mio animo, la mia vita, la mia vera essenza. Sa che io sono l'incarnazione terrena del male. Anche Icarius lo sa, ma forse no lo ha ancora capito.

Gli occhi senza sguardo di Icarius confermarono i miei timori, ma rimasi comunque lì, ferma ed in silenzio, propensa ad ottenere una risposta alla domanda.

Fiducia... No, non ne sono degna...

Guisgard 13-06-2011 00.38.00

Cimarow fissò Melisendra attraverso le sue pupille ormai sbiadite e dilatate.
Comprendeva, anzi sentiva, che quella donna non scherzava.
Era davvero decisa a tutto.
“Gouf…” disse con un fil di voce “… si… mi occorreva per… la sua bravura militare… non mi sono mai fidato… poi… poi…” cercando di riprendere fiato “… poi De Saint-Roche… lui sospettava di Gouf… mi disse… mi disse… che lui aveva un buon… movente per aver ucciso Nyclos… decidemmo allora… di eliminarlo… una volta caduta… Capomazda…”
Scosse il capo, quasi a voler scacciare quel dolore che gli stava lacerando i polmoni e la gola.
“Il… mio alleato… il mio alleato vuole distruggere i Taddei…” riprese “… non so perché… so solo che li odia… ne è quasi ossessionato… mi ha promesso il suo aiuto per conquistare Capomazda… ed in cambio uccideremo tutti i Taddei… non so altro… ora, in nome della pietà… che ci rende diversi… dalle bestie… dammi un pò… d’acqua…”

Melisendra 13-06-2011 01.14.17

Mi alzai e scostai le tende del baldacchino.
La fiamma della candela si agitava inquieta.
Riflettei sulle parole di Lord Cimarow. Forse davvero non sapeva altro.
Forse quell'uomo incappucciato a cui non riusciva a dare nè un nome nè un'identità era... MI accigliai a quel pensiero.
Mi chinai su di lui e gli sfilai l'anello che recava il suo stemma.
"Se tu avessi avuto pietà per qualcuno, qualcuno proverebbe pietà per te..."
Per un attimo vacillai a quel pensiero. Io avevo avuto pietà per qualcuno? Qualcuno avrebbe avuto pietà per me?
"Non sarò io a toglierti la vita... lo faranno loro." Mormorai mestamente, mentre un vento invisibile agitava le tende e la fiamma cresceva a dismisura.
Una vittima per la loro protezione. Ogni luna. E ora erano molto impazienti, l'odore del sangue li aveva svegliati e resi famelici.
Tracciai su di lui il segno del sacrificio, fendendo l'aria con la punta del pugnale.
"E' vostro..."
Non ero pronta. La fiamma fu più rapida di qualunque mia aspettativa.
Lasciai cadere la candela e, senza guardarmi indietro, me ne andai verso la porta. Il fuoco stava lambendo l'intero letto alle mie spalle, voracemente. Presto lo avrebbe avvolto. L'ultima cosa che sentii fu odore di carne bruciata.
Non sapevo cosa sarebbe successo. Forse avrebbero dato fuoco a ogni cosa? Forse si sarebbero placati con il sacrificio.
Correndo attraverso i corridoi raggiunsi la mia camera e mi chiusi dentro, gettai le mie cose e qualche vestito in una borsa da viaggio, nascosi bene l'anello e guardai fuori, ormai stava sopraggiungendo l'alba.
In pena per l'incendio che forse si stava scatenando e per Freia che ormai non avrebbe dovuto tardare, mi misi a camminare avanti e indietro vicino alla porta, tendendo l'orecchio a ogni minimo rumore.

Guisgard 13-06-2011 01.56.10

L’incendio in breve divampò in tutta la stanza.
Il signore del castello giaceva nel suo letto, immobile, alla mercè di un dolore fisico e mentale.
Egli aveva accarezzato, per lungo tempo, sogni di vittoria, potenza e vanagloria, ma ora tutto sembrava svanire ed incenerirsi, come i muri di quella stanza.
Ovunque ora vedeva tenebre e fiamme e sentiva una cieca e primordiale paura stringergli il cuore.
“E’ finita…” disse fra sé. “Dove sono i miei cavalieri? I miei servi e tutti coloro che hanno giurato di servirmi in questa impresa? Tutti nascosti come ratti ingrassati alla mia tavola!”
Emise, forse per la collera mista a disperazione, un gemito che morì in uno stentato lamento.
“Sei dunque cosciente, mio signore…” mormorò una voce gracchiante nella stanza “… per tua sfortuna…”
“Chi è là?” Tentò di urlare Cimarow. “Sei un demone giunto al mio capezzale? Sei venuto a prenderti la mia anima? Avvicinati e mostrati a me!”
“Sono la morte che giunge a prenderti, Cimarow…” avanzando Freia.
Il suo volto grottesco sembra assumere agli occhi di Cimarow fattezza mostruose e terribili, simili a quelle di un demone.
“Ripensa alle tue colpe, maledetto…” echeggiò la voce della vecchia.
“Allontanati da me, maledetta!” Gridò Cimarow, reso ormai folle dal dolore e dalla paura. “Allontanati e lasciami morire in pace!”
“In Pace? Tu non ne concedesti mai, maledetto!” Replicò Freia. “Anni di tormenti, di dolore e dannazione! Questo mi donasti, cane! Ancora le carni gridano le torture subite e l’anima gli strazi conosciuti!”
Si avvicinò allora al letto e lo fissò con i suoi occhi spettrali.
“Sei tu, maledetta!” Urlò Cimarow riconoscendola.
“Si, sono io…” ridendo la vecchia “… ed il mio volto sarà l’ultima cosa che ricorderai di aver visto… addio, lord Cimarow… all’Inferno potrai trovare un regno su cui dominare ed anime dannate da tormentare…”
Un attimo dopo Freia uscì.
“Uomini, guardie!” A gran voce Cimarow. “Accorrete dal vostro signore! Accorrete, maledetti vigliacchi!”
Ma il fuoco copriva la sua voce, generando lamenti e gemiti in quell’Averno di vampate e murature incandescenti.
“Chi siete?” Delirando il barone. “Chi siete e cosa cercate? Via dal mio letto! Via dal mio capezzale! Andate via! Andate via! Via da me!”
Un’ultima vampata avvolse tutta la stanza.
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Ad un tratto la porta si aprì ed una grottesca figura si mostrò a Melisendra.
“Il sacrilego pasto è stato loro servito…” disse Freia fissando la ragazza “… ma ben sai che di tutto questo dovrai rendere conto…”
Poi, per un breve ed indefinito istante, i suoi occhi sembrarono ammansirsi ed un lieve sorriso sorse sul suo volto rugoso e consumato dal tempo.
“Andrai via…” fissando la borsa preparata da Melisendra “… si, è ora che tu vada… tra un po’ tutto il castello brucerà…”

Melisendra 13-06-2011 02.28.08

Ricambiai quello sguardo, mentre il sole ormai rischiarava l'orizzonte.
"A quanto pare sei più informata di me su ciò che intendono fare loro..." sollevai la mia bisaccia. Avevo bruciato i vestiti sporchi di sangue per precauzione, ma a quanto pare era stato inutile.
"Hai idea di come posso trovare l'accampamento di Gouf? Non ho alcuna intenzione di seguire i suoi ordini e andarmene in convento."
Mi coprii meglio col mantello.
"Tu cosa farai?"
Strinsi la cintura e assicurai il pugnale ad essa. Mi domandai cosa avrei detto a Gouf. Le strade erano insicure, certamente raggiungere l'accampamento poteva essere l'unico modo per riuscire ad arrivare a Capomazda senza farmi uccidere dai soldati e dalle bande mercenarie che ormai dovevano essersi sparse ovunque. Sospirai.

Guisgard 13-06-2011 02.48.59

“Prendi tuo figlio e lascia queste terre.” Disse Freia fissandola con sguardo severo. “Lascia quell’uomo al suo destino. E’ colpevole di questo dramma nella stessa misura in cui lo era Cimarow. Cos’hai ancora che ti lega a quel cavaliere?” Domandò la vecchia. “Tra un pò ci sarà una terribile battaglia… sei ancora in tempo… non è troppo tardi per vivere la tua vita ed essere felice con tuo figlio…”
Si portò allora un velo nero sul capo, mentre il fumo e le fiamme avevano già allarmato tutti.
“Questo castello tra non molto illuminerà la brughiera con le sue fiamme…” aggiunse “… il mio posto è qui… la mia anima dannata appartiene a questo luogo ormai… ma tu no… va via e dimentica tutte le maschere di questa oscura tragedia… io sono Medea ed ho sacrificato ogni cosa per le mie colpe… ho saziato la mia vendetta uccidendo tutto ciò che più amavo… ma tu no… tu hai altro nome da quello di Medea ed il tuo destino non è segnato… non ancora... va via… via da tutto ciò…”
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Melisendra 13-06-2011 03.25.19

"Non so quale dio parli attraverso la tua bocca, Freia... ma certamente non è la Follia." Le strinsi affettuosamente la mano. "Dici cose giuste e forse sono io ad essere folle, ma non sarò mai felice o in pace se almeno non ci avrò provato... a contrastare le tenebre del cuore di Gouf e quelle che minacciano di travolgerci."
Aprii la porta.
"Non so cosa tu abbia fatto, ma spero che tu riesca a perdonare te stessa prima della fine... in fondo seguiamo semplicemente il nostro destino e ne paghiamo il fio ogni giorno. Addio, Freia."
Calai il cappuccio sugli occhi e infilai la porta.
Corsi giù dalle scale, fino alle scuderie, mentre intorno a me tutti correvano verso l'ala dove era scoppiato l'incendio.
Trovai un cavallo e con un po' di fatica lo sellai.
Il ponte levatoio era stato abbassato a causa dell'incendio e ne approfittai.
Mi voltai un'ultima volta, mentre una colonna di fumo si alzava, formando bizzarri disegni nel cielo ormai rischiarato dalla luce del giorno.
Spronai il cavallo e mi diressi al crocevia.
La brughiera spettrale, poi la foresta. Potevo solo seguire le tracce lasciate dal numeroso esercito in movimento. Ma prima o poi quelle tracce si sarebbero divise e io non avevo idea su quale fronte si trovasse Gouf.
Ma ci avrei pensato una volta giunta al bivio. Cercai di rasserenarmi, per quanto fosse possibile dopo aver ucciso un uomo e bruciato un intero castello. Non era il momento per i sensi di colpa.
Ma il dubbio rimase. Un giorno avrei invocato io pietà.
Allontanai quelle idee macabre e strinsi le briglie. Mi concentrai sulle tracce.

Guisgard 13-06-2011 03.38.30

La brughiera poi la foresta.
Melisendra attraversava quei luoghi mentre alle sue spalle finiva in cenere l’effimero sogno di Cimarow.
Giunse così su ciò che restava di un qualche villaggio.
Era stato distrutto e divorato dalle fiamme.
Corpi carbonizzati e straziati erano rivolti tra la polvere e la melma.
Forse non si erano arresi alle truppe di Gouf, o forse a quelle di Ivan de Saint-Roche.
La Luna rifletteva pallida ed immutabile, mentre in lontana sembravano salire verso il cielo sordi boati.
Forse erano i pilastri di quel mondo che cominciavano a cadere.
Poi, finalmente, un vasto accampamento.
Tantissime fiaccole ne illuminavano le tende.
Ad un tratto Melisendra sentì dei cavalli giungere da un sentiero laterale all’accampamento.
Portavano un pugno di uomini.
E tra essi vi era Ivan de Saint-Roche, che subito, riconosciuto dalle sentinelle, fu condotto in una delle innumerevoli tende di quell’accampamento.

Guisgard 13-06-2011 03.48.26

Zimail fissò Dafne, per poi scuotere il capo.
“Il bosco è un luogo selvaggio, dove è sempre possibile fare brutti incontri.” Disse il vecchio. “E poi al villaggio ci sono soli pastori e contadini… gente semplice ed umile… non troverete nessuno disposto ad aiutarvi… se solo Pasuan avesse la vista…”
Si avvicinò di nuovo a Hubert.
“La febbre continua a salire…” mormorò “… purtroppo abbiamo ben poca scelta… ci occorrono quelle erbe…” guardando preoccupato Dafne “… è inutile indugiare oltre… vi accompagnerò io nel bosco…”
“Ma come?” Stupita la donna che era al suo servizio. “E’ troppo rischioso!”
“Anche lasciare il bambino in queste condizioni è rischioso…” fissandola Zimail.

Melisendra 13-06-2011 04.03.38

Dannazione! Ero esausta. E a quanto sembrava ero pure finita sulla strada sbagliata.
Non dovevo andare a Est. Avrei dovuto seguire il sole morente.
La Sorte non mi era stata amica. Di tornare indietro non se ne parlava neanche... il cavallo era stanco come o più di me. Inoltre viaggiare di notte non era un'idea brillante, ma un autentico suicidio.
Decisi che mi sarei fermata il tempo necessario, prima di ripartire per raggiungere l'altro accampamento. Le tracce si dividevano una volta giunti di fronte alla palude vicino al Lagno. Mi ero inutilmente inoltrata nella foresta, mentre avrei dovuto seguire la palude e le tracce che la costeggiavano.
Aveva senso, in fondo quel tipo di terreno costituiva una barriera invalicabile per Capomazda, gli sbarrava la via di fuga una volta che i due eserciti avessero preso i fianchi, nessuno sarebbe più riuscito a passare.
Spronai il cavallo e irruppi nell'accampamento, accasciata sulla sella, stanca e impolverata.
"Il castello... è bruciato..." sussurrai a coloro che si erano avvicinati e avevano afferrato il mio cavallo per le briglie.

Guisgard 13-06-2011 04.44.11

Alcuni soldati presero il cavallo di Melisendra, portandolo insieme agli altri.
“Come sarebbe che il castello brucia? E’ stato forse attaccato, milady? Raccontateci tutto…” disse uno dei luogotenenti di Gouf.
“Forse è meglio condurre lady Melisendra da sir Gouf, così che possa raccontare tutto in sua presenza.” Fece uno dei soldati.
Il luogotenente annuì e fece cenno ad uno dei suoi di accompagnare la ragazza nella tenda centrale.
Le torce e le candele illuminavano quella tenda, mentre su un robusto tavolo vi era una grossa mappa dei territori di Capomazda.
“Perché siete giunto qui?” Chiese Gouf a Ivan de Saint-Roche. “Non dovevate lasciare il vostro esercito.”
“State tranquillo, cavaliere…” rispose il barone “… i miei capitani hanno la situazione in pugno… ma mi occorreva conoscere il vostro piano… dobbiamo muoverci ben sapendo come agire… solo così potremo sfruttare i due schieramenti.”
“A questo punto i piani strategici” fece Gouf “contano ben poco... c’è da portare l’assedio a Capomazda…”
“Ma anche gli assedi richiedono piani e strategie… la storia ci insegna che solo così città ritenute imprendibili alla fine sono cadute…” replicò Ivan “… ditemi, volete forse ricorrere ad un cavallo di legno come fece Ulisse per prendere Troia? Oppure rifarvi al celebre Marco Furio Camillo e seguire la sua strategia che portò la città etrusca di Veio a cadere sotto il dominio di Roma?”
Gouf lo fissava.
“Se volete prendere spunto dalla storia, allora perché non seguire le tracce del grande Giulio Cesare e di come riuscì ad assediare e vincere la fortezza gallica di Alesia? Credo che Cesare si trovò ad affrontare i vostri stessi dubbi…” continuò Ivan “… ad esempio… quando forzerete l’assedio e penetrerete nella cittadella, ci sarà di certo una battaglia, ultima resistenza dei cavalieri dell’Arciduca… ebbene, ditemi, come guiderete le vostre truppe? Anche Cesare si chiese ciò… sarete alla testa delle armate? O nel centro di esse? Oppure dietro, ben protetto? Questi dubbi, pare, tormentarono il grande dittatore romano…”
Gouf sorseggiò del vino, per poi tornare a fissare Ivan.
“Se fossi alla testa del mie truppe” disse “rischierei di cadere sotto le frecce degli arcieri, lasciando così i miei uomini disorientati e pronti a disperdersi davanti alla carica della cavalleria capomazdese… di contro, però, se restassi nelle retrovie non potrei osservare gli esiti dello scontro e dare ordini ai miei…” sorseggiò di nuovo dalla sua coppa “… farò quindi proprio come Giulio Cesare racconta nei suoi resoconti sulla guerra gallica, milord… resterò al centro delle mie armate, protetto dai miei uomini, ma sempre in grado di decidere all’istante sul da farsi, perché potrei vedere l’evolversi della battaglia ed i miei soldati potranno vedermi in qualsiasi istante… e come ai legionari romani, anche ai miei uomini basterà guardarmi per trovare la forza di vincere la battaglia e la guerra stessa…”
Ivan lo fissò in silenzio.
“Ecco, spero di aver fugato ogni vostro dubbio, mio signore…” con un sorriso di sfida Gouf “… ora vi consiglio di tornare dai vostri e prepararvi per domani… credo che l’Arciduca di Capomazda sia un nemico molto più temibile del gallo Vercingetorige…”
“Cesare vinse in Gallia…” mormorò Ivan “… ma cadde poi, quando era al massimo della gloria, sotto i pugnali dei suoi stessi figli…”
“Io, a differenza di Cesare, non ho famiglia, né l’illusione che qualcuno possa amarmi… e non fidandomi di nessuno, non corro il rischio di essere tradito… ora tornate dai vostri soldati… mio signore…”
In quel momento Melisendra fu condotta nella tenda da un soldato.

Melisendra 13-06-2011 05.01.27

Udendo quelle ultime parole rabbrividii.
Una volta condotta nella tenda rimasi sorpresa dal vedere sia Gouf che Sir Saint-Roche davanti ai miei occhi.
"Io..." balbettai, esausta e confusa. Mi ero persa ancor più di quanto pensassi. "Io... non sapevo dove andare... il castello è bruciato, probabilmente Lord Cimarow è gravemente ferito, se non addirittura morto... e quando sono andata via l'intera alla Nord del castello era in fiamme..."
MI resi conto che stavo tremando. Ero sinceramente scossa. Mi trovavo in una situazione veramente complicata e la lucidità iniziava ad abbandonarmi.
"Una delle mie servitrici mi ha aiutata a fuggire. Non ho idea di cosa possa essere successo... è stato il caos all'improvviso, all'alba."
Fortunatamente ero abbastanza impolverata da rendere credibile l'intera fuga precipitosa.
Crollai in ginocchio.

Guisgard 13-06-2011 05.10.58

Gouf restò in silenzio a fissare Melisendra, mentre la ragazza raccontava l’accaduto.
“Lord Cimarow…” disse turbato Ivan “… ferito o morto? Come può aver preso fuoco l’intero castello? Impossibile… lord Cimarow non può essere morto…”
“Tornate al vostro schieramento, milord…” lo esortò Gouf “… stare qui a farfugliare è del tutto inutile… domani ci sarà l’assedio da portare a Capomazda…”
“Manderò subito degli uomini al castello!” Fece il barone.
“Andate, domani ci attende l’esito ultimo di tutto ciò…”
Ivan annuì e con i suoi lasciò prima la tenda, poi lo schieramento di Gouf, per far ritorno al suo.
Un servo entrò con un elisir e dei Sali per Melisendra.
“Lascia tutto lì e vai…” gli ordinò Gouf “… anche voi, lasciateci soli…” rivolgendosi ai suoi.
“Prendi, ti farà bene…” disse Gouf porgendo quell’elisir a Melisendra “… perché sei venuta qui?”

Melisendra 13-06-2011 05.27.42

Sorseggiai l'elisir e bevvi molta acqua. Il viaggio era stato davvero disagevole e io ero molto assetata.
Mi sfilai il mantello impolverato e mi asciugai la fronte con un panno.
Osservai Gouf e la sua determinazione di fronte a quell'assedio mi sembrò tale e quale a quella di un bambino arrabbiato.
"Sono venuta per dirti che i tuoi alleati avevano intenzione di eliminarti una volta presa Capomazda..." lo scrutai per coglierne la reazione. Presi dalla cintola l'anello di Lord Cimarow e glielo mostrai.
"E non è la sola cosa che mi ha detto..." dissi sottovoce. "A quanto pare aveva veramente un misterioso alleato... incappucciato, di cui non ha mai visto il volto e di cui non conosce il nome, qualcuno che gli aveva promesso ogni ricchezza... e che gli ordinò con molta precisione di assoldare te e i tuoi mercenari."
Nascosi nuovamente l'anello.
"Sono tornata da te per non ripetere gli errori del passato."
Scivolai su uno scranno, mi doleva ogni singola parte del corpo, ma l'elisir mi stava rilassando.
"Avevano intenzione di tradirti tutti... ma io no. E ora Lord Cimarow è solo un mucchietto di cenere."
Mi avvicinai a lui. "Capomazda non deve cadere... hai capito, vero, chi c'è dietro a tutto questo? Per quanto ancora faremo il suo gioco?"

Guisgard 13-06-2011 05.51.37

Gouf ascoltò ogni singola parola di Melisendra e fissò con attenzione l’anello di Cimarow.
“Si, sospettavo del loro tradimento…” disse “… ma non sarei il Cavaliere del Gufo se temessi gli intrighi di esseri come Cimarow, de Saint-Roche e i loro sgherri… quando i capomazdesi accetteranno lo scontro, sul campo di battaglia non cercherò solamente l’Arciduca e i suoi cavalieri… ma anche de Saint-Roche…”
Prese alcune pelli da un baule e coprì le spalle di Melisendra.
“Arrivati a questo punto” continuò “che Capomazda sopravviva o meno mi è del tutto indifferente… ma con il suo tesoro ripagherò la lealtà dei uomini… domani porteremo l’assedio alla cittadella ducale… perché? Perché devo vendicare Aytli… l’Arciduca l’ha uccisa, lo so… ed io cercherò il suo volto sul campo di battaglia…”
Si versò altro vino.
“Non hai risposto alla mia domanda… perché sei qui? Per chiedermi di uccidere il tuo oscuro signore che si nasconde a Capomazda? Beh, potresti farlo tu… sei sempre stata brava ad uccidere… a Capomazda saranno fieri di te… hai fatto loro un grande favore uccidendo lord Cimarow… perché sei stata tu, lo so…”
Ed in quel momento quel ricordo tornò a tormentarlo.

“Diglielo, Melisendra… diglielo che verrai con me di tua spontanea volontà!”
Lui la fissava, ma lei sfuggiva al suo sguardo, mentre l’oscuro uomo col cappuccio si abbandonava alla sua delirante risata.
“Sei solamente uno sciocco, Gouf...” ridendo “... uno sciocco!”

Guisgard 13-06-2011 05.58.22

Icarius fissò Sayla e le sorrise all’improvviso.
“Certo che ho fiducia in te…” disse “… come potrei non averne? Sei l’unica che ancora sembra credere in me…” e abbracciò teneramente la ragazzina. “Sai…” come a voler scacciare via i pensieri e le inquietudini che lo tormentavano “… mi sarebbe piaciuto avere una sorellina! In verità ne ho una, sentendo gli altri, ma credo sia in giro da qualche parte per il mondo… io comunque non la ricordo minimamente…” e rise di gusto.
Fissò allora la luce proveniente da fuori ed il suo sguardo si fece serio.
“Oggi è la Sacra Festività di Pentecoste…” continuò “… e la dama della Pieve mi disse di tornare da lei proprio dopo questa Solennità… ma prima devo risolvere una questione... tu, nel frattempo, cerca Lho…”
Il cortile era ancora gremito di gente e solo stento le guardie riuscivano a trattenere il misterioso Cavaliere Custode.
Questi continuava ad inveire contro l’Arciduca e profetizzava l’imminente sciagura su tutti loro, se il nipote di Rauger e figlio di Ardross avesse continuato a reggere il ducato.
“Se dite il vero, cavaliere, vi darò la possibilità di provarlo.” Gridò Icarius.
Tutti si voltarono verso di lui ed un solenne silenzio scese sul cortile.
“In che modo?” Chiese il cavaliere.
“Secondo gli usi della cavalleria…” rispose Icarius “… come impongono le tradizioni normanne che hanno conquistato questa terra…”
“Non chiedo di meglio, milord…” annuendo il cavaliere.
Questi allora raggiunse il suo scudiero e si preparò a montare a cavallo.
Icarius chiamò i suoi servi, dando ordine di preparare il suo cavallo e le sue armi.
“E’ una pazzia, milord!” Cercando di farlo desistere Izar.
“Sono d’accordo, mio signore!” Avvicinandosi August. “Non dovete dimostrare niente a nessuno!”
“Lo credi davvero?” Chiese Icarius fissandoli entrambi.
Poco dopo, tutto fu pronto per la sfida.
I due campioni, Icarius da un lato ed il Cavaliere Custode dall’altro, si prepararono, con lance e scudi in pugno, a battersi.
I cavalli allora furono lanciati alla carica ed un attimo dopo l’immane scontro frastornò l’intero palazzo.
Le lance si spezzarono e spaccarono in diverse schegge, mentre gli scudi ne uscirono quasi del tutto deformati.
In un primo momento i due contendenti restarono ciascuno in sella al proprio destriero, ma poi il Cavaliere Custode si lasciò cadere al suolo.
Una scheggia della lancia del suo avversario l’aveva trafitto ad una spalla.
Icarius lo raggiunse e, saltando dalla sella, gli si lanciò sopra.
“Vi arrendete senza condizioni?” Gridò Icarius al suo avversario, mentre gli puntava al collo il Pugnale di Misericordia, quello che i cavalieri usavano per dare il colpo di grazia ai loro avversari, o per chiederne la resa.
“Siete il vincitore…” ansimando il misterioso cavaliere “… mi consegno a voi senza condizioni…”
Icarius allora ritirò la lama del pugnale ed il suo avversario si levò l’elmo, mostrando finalmente la sua identità.
Era il barone Gwinet de Ceraw.
“Traditore!” Gridò qualcuno nel vedere quel volto.
“A morte quel marrano!” Gridò qualcun altro.
Icarius zittì tutti con un gesto.
“Ciò che avete fatto” disse fissando il suo avversario “è indegno del vostro titolo… nessuna punizione, oltre la morte, sarebbe adatta… tuttavia, ripagherete alla vostra infedeltà e viltà combattendo per Capomazda… vi è una guerra ed il vostro braccio è necessario.”
“Giuro solennemente che combatterò con voi e per voi, mio signore.”
Gwinet allora fu condotto via per essere medicato.
Tutti poi raggiunsero Icarius, esultanti ed entusiasti per il valore dimostrato dal loro signore.
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Melisendra 13-06-2011 06.47.03

"Non sono qui per sentire nuovamente ciò che pensi di me..." dissi, senza celare l'amarezza che provavo.
"E non sono qui neppure per richiedere la tua protezione. Nè per me nè per Uriel." L'orgoglio. Maledetto orgoglio.
"Sono qui per chiederti tempo. Non attaccare Capomazda. Possiamo fare un patto... io scoprirò chi ha ucciso Aytli e tu per tre giorni ti impegnerai a non attaccare. Sai anche tu che la morte di Cimarow creerà scompiglio tra i suoi alleati e domani qualcuno si tirerà indietro. Gli equilibri sono cambiati... ora i baroni si litigheranno la parte di Lord Cimarow e cercheranno di prevalere nell'accaparrarsi il suo potere. Il tuo attacco dovrà aspettare comunque."
Bevvi un po' d'acqua.
"Se tra tre giorni non sarò qui, seguirai i tuoi piani, ma se entro l'alba del quarto giorno ti porterò il suo assassino... non attaccherai la città, ma accerchierai l'esercito di Sir Saint-Roche bloccandogli la via di fuga e sederai la rivolta, come alleato della città. Posso procurarti un accordo: l'assassino di Aytli, la salvezza e le ricchezze di Saint Roche."
Probabilmente mi avrebbe dato della pazza.
"Oppure posso rimanere qui. E' sorprendente quanto sia rapido il fuoco a bruciare ogni cosa..." Passai la mano su un braciere e la fiamma crebbe e si agitò come un gatto a cui si accarezza la schiena.
"Sai che lo faccio anche per te... Non voglio che tu commetta l'errore che ci metterebbe nelle mani di chi ha organizzato tutto questo... Non lascerò che ci divida di nuovo..." Mi avvicinai a lui e gli toccai una guancia, mentre le pellicce ormai erano scivolate dalle mie spalle. "Non so cosa ho fatto per meritare questo astio... ti prego, Gouf... fidati di me! Voglio solo che questo finisca, voglio solo che torniamo liberi, lontano da intrighi e magie!"
Non voglio dover sacrificare anche te... come Lord Cimarow, pensai con la tristezza negli occhi.

cavaliere25 13-06-2011 10.48.23

Accidenti dissi questa non ci voleva anche una guerra sta per scoppiare e per la donna che facciamo dissi guardando Finiwell

Lady Morgana 13-06-2011 12.35.25

Mi alzai di scatto e uscii a passo svelto dalla stanza. Chiesi a dei servi se sapevano ove si travasse Lho, ma nessuno sapeva darmi risposta.
Stavo per chiedere ove fossero le sue stanz per ndare a controllare, quando sentii Icarius inveire contro il misterioso Cavaliere Custode, che si trovava ancora davanti al palazzo.
Si sarebbero affrontati con le armi.
Scrutai da una finestra il duello, col fiato sospeso, poi il cavaliere cadde rovinosamente da cavallo e lord Icarius gli fu immediatamente sopra e gli chiese la resa puntandogli un coltello alla gola.
Il cavaliere annuii, facendosi aiutare dal duca si alzò da terra, per poi sfilarsi l'elmo.
Sentii le urla indignate di Izar.

Quell'uomo è... un barone?

Mi immaginai l'uomo che veniva giustiziato nella piazza per alto tradimento, invece Icarius fu benevolo e gli disse che in cambio della sua vita, il barone avrebbe combattuto per il suo esercito durante l'imminente battaglia.
Il barone accettò e Icarius ordinò quindi a due servi di curare le ferite che gli aveva procurato.
Ossevai la folla che si era radunata intorno ai due sfidanti e vidi un viso familiare.

Lho...

Scesi nel cortile e mi feci largo tra i curiosi, per poi giungere vicino a Lho che esultava, per la vittoria del suo signore.
Mi misi in punta di piedi e gli bisbigliai poche parole all'orecchio.
"Dovete prepararvi, signore. Tra poco partiremo e ci serve il vosrto aiuto. Il Nobile Taddei, richiede la vostra presenza in questo viaggio. Ci vediamo qui fuori tra un'ora."
Detto ciò sparì tra la folla.
Rientrai a palazzo e mi diressi a passo svelto verso le mie stanze, quado sentii Luna chiamarmi a gran voce, procurandomi un forte giramento di testa.
Mi appoggiai al muro e respirai profondamente.
Luna... Cosa c'è?
Ma mi rispose solo il silenzio.
Dopo qualche minuto sentii finalmente la sua voce cristallina, ma era insolitamente carica di preoccupazione e paura.
Verdammt? Dove siete? Avevi detto che ci saremmo trovati a metà strada e invece... Verdammt, ho visto due eserciti pronti ad attaccare Capomazda. Non ha scampo, la città cadrà!
Calmati Luna e dimmi la tua esatta posizione. Dove ti trovi?
Io... Non lo so... Ma se resci a seguire il mio flusso di potere, ti guiderò fio a me.
Va bene.
Entrai precipitosa nelle mie stanze e preparai la sacca, in cui misi, varie erba, alcune piccole armi e il voluminoso libro datomi da Icarius.
Corsi poi in cortile, ove tovai Lord Icarius e Lho che discutevano.
Mi schiarii la gola e parlai.
"E' ora di andare. Vi farò io da guida, se siete d'accordo..." dissi lanciano un'occhiata a Lho.
"La persona che ci aiuterà, già ci attende." dissi poi rivolta ad Icarius.

La ritroveremo... Lady Talia...

Talia 13-06-2011 14.25.00

Quella nuvola solitaria giunse a solcare il cielo e, per un istante, oscurò i raggi del sole che inondavano il cortile, il giardino e il palazzo in cui mi trovavo... e allora riuscii a distinguere ciò che aveva prodotto quel fastidioso riflesso.
Fu solo per un attimo che riuscii a vedere quelle due lunghe file parallele di lance disposte con cura, quasi come si fa con dei trofei. Vi era un elmo su ogni lancia e ciascuno di essi mostrava qualche ammaccatura o qualche lacerazione...
Fu un attimo, un colpo d’occhio... poi la nuvola passò oltre, velocemente com’era giunta, e di nuovo il sole tornò ad inondare ogni cosa con una luce potente e chiarissima, togliendomi di nuovo la possibilità di vedere.
Eppure quell’immagine non se ne andò dai miei occhi, la mia mente continuò a vederla anche quando non mi fu più possibile distinguerla e qualcosa in essa mi turbò profondamente...
Cos’era?
A chi appartenevano quelle lance? A chi erano appartenuti quegli elmi?
E chi era che ne faceva, con tanta disinvoltura, sfoggio?
Questi pensieri fecero tremare la mia anima e il mio cuore.
Voltai quindi le spalle alla finestra e, a rapidi passi, mi diressi verso la porta.
Shezan mi aveva detto che vi era qualcuno ad attendermi nel verziere... ebbene, sarei andata a quell’incontro, decisi. Desideravo delle risposte, desideravo sapere cos’era accaduto e accertarmi che niente di male fosse successo ad Icarius... ero preoccupata per lui, molto preoccupata: le sue grida, nella Pieve, erano l’ultima cosa che ricordavo chiaramente!
Mi accostai alla porta, presi un lungo respiro e abbassai la maniglia, spingendo il battente.

Lady Dafne 13-06-2011 16.38.57

"Se solo ci fosse Pasuan..." aveva detto proprio così Zimail. Mi salì una rabbia nel cuore che avvampai.
"No!" dissi con nervosismo "No! Pasuan deve rimanere fuori da questa storia! Pasuan non deve sapere nulla di ciò che sta accadendo e soprattutto non deve sapere che io sono qui a casa vostra" dicendo queste parole guardai con occhio torvo la vecchia servitrice. Cercai di farle capire che non avrebbe dovuto dire una parola alle donne del villaggio.
"Appena la febbre di mio figlio sarà scesa me ne andrò via. Per favore, non dire a nessuno che sono qui" dissi alla donna. Mi rivolsi poi a Zimail
"Siete molto gentile, signore, ad accompagnarmi nel bosco. Fate tutto ciò che è in vostro potere per salvare il mio bambino. Ve ne prego! Anzi vi chiedo scusa se vi reco tanto disturbo".
Mi chinai poi sulla cesta nella quale Hubert respirava a fatica e sudava
"Stai tranquillo piccolo, la mamma ora va a procurare delle medicine per curarti, vedrai che starai meglio! Tieni duro piccolo, lo so che sei un bambino forte!". Si mise a piangere piano, non aveva nemmeno la forza di fare quello.
Mi lanciai il mantello sulle spalle, mi calai il cappuccio sul viso e mi voltai verso Zimail
"Sono pronta, signore. Quando volete possiamo incamminarci!"

Guisgard 13-06-2011 20.49.49

Dafne e Zimail lasciarono verso il pomeriggio la casa del vecchio e si diressero nel bosco.
Seguirono un vecchio sentiero che tagliava in due quella verdeggiante macchia verde e si ritrovarono ai margini di una radura irregolare.
Qui, l’esperto Zimail subito trovò le erbe che stava cercando e ne raccolse in quantità sufficiente per curare il piccolo Hubert.
“Possiamo andare, damigella.” Disse Zimail.
Ma ad un tratto i due sentirono dei rumori.
“Presto, nascondiamoci qui!” Fece il vecchio, indicando un grosso tronco cavo.
Un attimo dopo quattro cavalieri armati, accompagnati da due molossi dall’aspetto feroce, giunsero presso i margini della radura.
“Presto, cerchiamo della legna per la sera.” Mormorò uno di loro.
“Altro che legna…” replicò un altro dei quattro “… per scaldarmi basterebbe una donna… chissà quanto dovremo attendere per averne qualcuna…”
“Tranquillo… quando prenderemo Capomazda potrai avere tutte le donne che desideri!”
E tutti e quattro scoppiarono a ridere.

Guisgard 13-06-2011 21.06.05

La donna con gesti delicati tesseva quella sua tela dai variopinti colori e dai raffinati riflessi.
La stanza era ampia e soleggiata, con diversi monili dal gusto antico.
Ogni tanto, quasi senza badarci, si accarezzava qualcuna delle lunghe ciocche che cadevano sul suo bianchissimo e nobile volto.
Ad un tratto si voltò verso Sayla.
“Ti attendevo…” disse “… non c’è molto tempo… cerca la torre diroccata... cercala, Sayla… cercala... io sarò lì...”
http://www.elvish.org/gwaith/movieb/iamar.jpg

“Si, andremo noi tre…” fece Icarius dopo le parole di Sayla.
La giovane però appariva turbata dalla visione che gli era appena apparsa.
“Sayla… va tutto bene?” Chiese Icarius, accorgendosi di quella strana espressione sul viso della fanciulla.

Guisgard 13-06-2011 21.29.26

Gouf restò a fissare Melisendra.
Un silenzio che, alla ragazza, apparve eterno.
Ed in quel silenzio i suoi occhi erano fissi in quelli di lei.
Il nero nel verde.
Il verde che avvolgeva il nero.
“Tieni molto a Capomazda a quanto vedo…” disse distogliendo di colpo il suo sguardo da quello di lei “… a me sono indifferenti i tuoi propositi… mi interessa solo scoprire che ha ucciso Aytli… le devo questo, almeno…”
Si voltò a fissare l’imbrunire che cominciava ad avvolgere ogni cosa.
“Se Cimarow è morto davvero” continuò quasi con indifferenza “allora credo che anche de Saint-Roche si ritirerà presto… forse passeranno diversi giorni prima che ci giungano nuovi ordini… attenderò quegli ordini… ma lo farò per avere le mani libere, non per altro…” sorseggiò altro vino “… poi mi muoverò... o mi porterai il colpevole o andrò a cercarlo io…”
Si voltò allora verso Melisendra.
“Il colpevole è l’Arciduca…” fissandola “… e nessuno potrà salvarlo… nemmeno tu…”
Finì il suo vino.
“Ora vattene…” mormorò “… ma bada di non farti trovare a Capomazda se dovessimo attaccarla… perché non risparmierò niente e nessuno… vattene ora…”

Melisendra 13-06-2011 21.46.17

Mi rimisi il mantello sulle spalle e lo allacciai.
Fuori era buio e non sapevo con certezza la strada da intraprendere.
Mi sporsi sulle carte appoggiate sul tavolo e gli diedi un'occhiata. C'era solo una strada da seguire.
"Non metto in dubbio che non risparmierai nessuno..." dissi amaramente.
"Ci vediamo, Gouf... tornerò, puoi starne certo."
Non riuscii a guardarlo negli occhi. Uscii dalla tenda e chiesi che portassero il mio cavallo.

Lady Dafne 13-06-2011 21.56.52

Mi sentii trascinare dietro un folto cespuglio poco prima che quei quattro ci potessero vedere. Trattenni il respiro temendo che anche quello avrebbe potuto tradirci. Mi raggomitolai tutta raccogliendo le ginocchia al petto cercando di occupare meno posto possibile per far nascondere anche il povero Zimail. Era stato così gentile ad accompagnarmi fin lì, mi sarebbe spiaciuto tanto se gli fosse successo qualcosa.
I due uomini intanto si avvicinarono, potevo vedere i loro piedi tra le foglie, ma non mi sembravano troppo vicini. Li sentii parlare

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 32174)
“Presto, cerchiamo della legna per la sera.” Mormorò uno di loro.
“Altro che legna…” replicò un altro dei quattro “… per scaldarmi basterebbe una donna… chissà quanto dovremo attendere per averne qualcuna…”

"Se mi trovano sono spacciata!" pensai... Mai come in quel momento avrei voluto avere vicino Pasuan, mi aveva salvato tante volte. Se fosse stato lì mi avrebbe salvato anche in quella circostanza, invece lui mi aveva liquidata dimenticando tutto. Alla fine non era poi molto diverso da quei quattro bruti: cercava le donne solo per divertirsi!

Mi persi in questi pensieri e non sentii la frase più importante
Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 32174)
“Tranquillo… quando prenderemo Capomazda potrai avere tutte le donne che desideri!”

La frase che annunciava l'assedio di Capomazda e poteva far naufragare il mio piano di tornare immediatamente alla mia vecchia casa. Forse avrei dovuto rimanere in quel paesino di pastori e contadini molto più tempo del previsto. Mi resi conto solo in seguito di questo pericolo osservando lo sguardo torvo di Zimail.

Guisgard 14-06-2011 00.34.18

I soldati riportarono il cavallo a Melisendra, mentre Gouf fissava il tutto dall’entrata della sua tenda.
Un lieve e fresca brezza si alzò sul bosco, percorrendo l’intero accampamento ed accarezzando gli stendardi e gli emblemi conficcati nel terreno.
Gouf allora si voltò verso i monti lontani, le cui sagome si alzavano sfocate e mutevoli nelle infinite tenebre che racchiudevano quella notte.
La notte.
Dominio di segni e sogni, sensazioni, emozioni, speranze ed illusioni.
“Faccio il mio solito giro d’ispezione…” disse Gouf alle guardie mentre si allontanava dalla tenda.
Melisendra era andata via, quasi inghiottita da quella notte, come uno dei tanti sogni che la popolavano.
Il cavaliere avvertì un profondo senso di solitudine.
Una solitudine antica.
Sua madre, Aytli e tanti compagni d’arme… tutti svaniti in notti non diverse da questa.
Ed anche Melisendra sembrava essere svanita come quelle innumerevoli ombre.
Tutto questo pensava Gouf, mentre quella brezza si era ormai mutata in un incerto sibilo che pareva condurre con sé echi lontani di un tempo ormai inesorabilmente perduto.

Melisendra 14-06-2011 01.08.37

L'aria era fresca e la foresta silenziosa. Nonostante la lunga cavalcata a cui mi ero costretta e le braccia e le gambe che mi dolevano, mi costrinsi a continuare.
Costeggiai a lungo i territori paludosi, mentre il cavallo sprofondava pericolosamente nelle buche del terreno. Dovetti smontare per guidarlo su terreni sicuri. L'unico modo per stare lontana dalle strade principali era quello di affrontare qualche scomodità. Fino a quando giunsi a una strada di terra battuta che ben ricordavo.
Spronai ripetutamente il cavallo ad andare sempre più veloce. Non potevo fermarmi.
La prudenza avrebbe voluto che mi fermassi per la notte all'accampamento, ma non desideravo rimanere troppo a lungo sotto lo sguardo accusatorio di Gouf.
Il cavallo ormai era allo stremo. Era tutto il giorno che eravamo in viaggio.
Da lontano scorsi le luci lontane dei fuochi delle mura di Capomazda, inconfondibili nella notte. Strinsi le redini e incitai il cavallo.
Una volta sotto le mura gettai all'indietro il cappuccio e gridai: "Apritemi! Vi prego! Dite al Capitano Monteguard che Melisendra è tornata e porta notizie urgenti per lui e il Duca."
Ero allo stremo. A stento riuscivo a stare in sella. Sentii che anche le ultime forze mi stavano abbandonando.

Guisgard 14-06-2011 01.13.10

Zimail fissò Dafne con uno sguardo scuro e preoccupato.
Si sentivano ancora le risate dei quattro cavalieri, quando i molossi cominciarono a tradire una certa agitazione.
“I cani…” disse uno dei cavalieri “… cosa diavolo hanno? Sembrano nervosi!”
“Forse vogliono solo correre liberi per questa radura…” rispose uno dei suoi compagni “… liberali per qualche momento…”
E appena liberi i due molossi cominciarono ad avvicinarsi al tronco cavo in cui erano nascosti Dafne e Zimail.
“Ehi, sembra abbiano fiutato qualcosa!”
“Forse qualche scoiattolo, o qualche lepre.”
“Forse un topo.”
“Magari una volpe!”
Tutti risero a quell’esclamazione del cavaliere.
“No, davvero, sembrano aver trovato qualcosa…”
Zimail, capendo che stavano per scoprirli, fissò Dafne e con lo sguardo le intimò di restare in silenzio e ben nascosta.
Un attimo dopo, all’improvviso, saltò su e si mostrò ai quattro cavalieri.
I cani nel vederlo cominciarono a ringhiare ed a schiumare.
“Pietà, miei signori!” Gridò spaventato il vecchio.
“Ehi, c’era davvero un grosso topo allora!” Esclamò uno dei cavalieri nel vederlo.
Di nuovo una sonora risata si udì dai quattro.
“Cosa ci fai nascosto come un verme, vecchio?” Chiese uno di loro.
“Ero venuto a cercare delle erbe, miei signori…”
“Per farne cosa?”
“Sono un medico e mi occorrevano per alcune medicine…”
“Un medico?” Ripeté uno dei cavalieri.
“Si, mio signore…” annuendo Zimail.
“E dimmi, vecchio… sono sempre stanco ultimamente… soprattutto al mattino… credo siano le ossa… cosa mi consigli? Un po’ di sano movimento?”
Gli altri tre risero, cercando di immaginare dove volesse arrivare il loro compagno.
“Beh, si…” fece Zimail “… fare movimento è sempre importante, fa bene al corpo ed allo spirito.”
“Allora comincia a correre, verme!” Esclamò il cavaliere. “E cerca di essere veloce… altrimenti i nostri molossi ti faranno fare una gran brutta fine!”
Zimail allora cominciò, per quanto poteva, a correre.
Un attimo dopo, tra risate e bestemmie, i cavalieri ordinarono ai loro cani di inseguire il povero vecchio.


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