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Nyoko si fece coraggio ed aprì la porta, ritrovandosi in una sala semibuia, che odorava di chiuso, illuminata solo da poche candele e piena di ragnatele.
Come se nessuno fosse entrato lì da anni, forse secoli. Quasi fosse una sorta di grosso sarcofago. Ma vi era qualcuno, seduto a capo di una lunga tavola. “Prego, ragazza mia...” disse un uomo molto vecchio, quasi decrepito, con voce stridula, dal viso di un sinistro pallore e con un enigmatico ghigno sul volto. http://digitalspyuk.cdnds.net/16/08/...an-dracula.jpg |
“Beh, non è che abbiamo molta scelta...” disse sorridendo Teos a Dacey “... faremo come Romolo e Remo... conosce la leggenda? Divisero la terra... cercando però di non litigare come fecero loro...” ridendo, per poi sistemare un cuscino su una poltrona davanti alla finestra “... ecco, qui dormirò comodissimo...” sistemandosi alla meglio “... un fantasma dice? Chissà... magari Hiss lo è davvero... tornato dall'Oltretomba per vendicarsi dei suoi carnefici...”
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“Bentornata...” disse il professore ad Altea “... un po' irrequieta, vero? Ci hai mollato tutti qui, sparendo nel nulla... fortuna ho avuto l'intuizione dell'Orchidea Blu... sapevo di trovarti là... la luce attira sempre la falena...” sorridendo.
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Gaynor si coricò e poco dopo, essendo stanca, cadde addormentata.
Il suo però non fu un sonno tranquillo. Sognò diverse volte e varie cose. Tutte immagini confuse, ambigue, enigmatiche. Ma soprattutto sognò quel bacio. Quel bacio fra le braccia di quell'affascinante divo dagli occhi azzurri. Ma poi la scena veniva interrotta da qualcuno che nell'ombra sospettava non fosse il vero Guisgard, ma un impostore messo lì come complotto. E Gaynor si svegliò di colpo. Era agitata ed albeggiava. |
A quella risposta lo guardai con sfida.."Tanto irrequieta io quanto misterioso voi" avvicinandomi leggermente "Dunque non siete andato in camera mia dove avevo scritto il biglietto dove comunicavo sarei tornata all' Orchidea Blu" sospirai .."Falena..preferirei farfalla..o come mi avete definito la vostra Musa" con tono basso.."Non amo la luce..avete notato preferisco il buio" con sguardo malizioso ed irriverente sul suo.
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Aprì la porta e mi si presentò una sala semi buia che sapeva di chiuso, con qualche candela e ragnatele ovunque. Avrei giurato che non fosse stata aperta da anni ma non ne ebbi paura. Avevo visto già luoghi simili, pure più bui. Poi vidi una figura posta davanti ad un tavolo, il volto cadaverico e decrepito mi fece uno strano effetto. Feci un grosso respiro e parlai "buonasera. Avete per caso bussato voi alla mia porta?" dissi avvicinandomi piano con entrambe le mani poste dietro la schiena. "Posso esservi utile a qualcosa?" osai.
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Quel gioco, intenso, intimo, audace.
Quel gioco capace di farlo impazzire, godere, gemere, sospirare. Quel gioco che mi aveva ammaliato, appassionato, eccitato. Ormai non pensavo più a nulla, che non fosse quel momento di folle piacere. E più lo vedevo, lo sentivo impazzire, più la mia eccitazione cresceva, nutrita dal suo sapore dal suo godimento. Eppure sentivo che c'era di più, potevo percepirlo nel suo corpo, nel suo sguardo, ed iniziai a desiderare ardentemente di far esplodere quell'eccitazione e quel godimento che sembravano tesi a qualcosa di più grande, che ancora non conoscevo, ma che bramavo già, con tutta me stessa. Tuttavia fu lui a sottrarsi a tutto quello, lasciandomi disorientata e incredula per un istante, con gli occhi spalancati, incapaci di capire o anche solo di pensare. Ma poi si chinò su di me, porgendomi la mano e facendomi alzare. Il mio sguardo si riempì di adorazione, e il mio corpo iniziò a fremere sempre di più, mentre mi stringeva tra le sue braccia e mi baciava. Un bacio dolce, intenso, appassionato e devoto. Un bacio capace di unire due anime per l'eternità. Un bacio d'Amore nel mare di quella passione incontrollata che ci divorava. Un bacio che diede senso ad ogni cosa. Un bacio a cui mi abbandonai, completamente, mentre lo stringevo a me. Allora una consapevolezza nuova e sconosciuta mi attraversò. Irrazionale, imprevedibile, forse assurda. Eppure così vera da riuscire ad attraversare il mondo e lo spazio. "Ti amo.." sussurrai, sulle sue labbra, quasi con timore. Certo, io non sapevo niente dell'Amore, eppure quello che sentivo per quella creatura meravigliosa, era quanto di più intenso avessi mai provato in migliaia di anni. Era un sentimento così potente, così intenso, così forte da sconvolgermi, da farmi dimenticare ogni cosa, il mio regno, la mia missione, persino la mia identità. Non desideravo altro che essere solo una donna... ed essere sua. Non poteva essere null'altro che Amore. |
La stanza era semibuia, intrisa di un odore di chiuso, con una strana sensazione di angoscia.
Quell'uomo doveva avere un'età ragguardevole, quasi sicuramente si trattava di un centenario se non di più, vista la pelle rugosa e cadente, il respiro affannoso e quel pallore cadaveri con. Guardava Nyoko con due occhi scuri e sottili, simili a due strette fessure inespressive e l'espressione impenetrabile, come se non avesse emozioni. "Temo di no, ragazza mia..." disse con la sua voce stridula, ma con un tono pacato ed un accento straniero "... non potrei essere stato io, neanche se volessi..." ed indicò una pesante catena che teneva legata la sua caviglia sinistra alla parete della sala. |
Il professore rise a quelle parole di Altea, per poi invitarla a sedersi.
"Prego, accomodati..." disse "... diciamo siamo partiti col piede sbagliato, ma magari possiamo ricominciare e forse diventare amici... anzi, per guadagnarmi la tua fiducia ti rivelerò una cosa che ho taciuto fino ad ora... un segreto tanto importante, quanto pericoloso... ammesso tu voglia conoscerlo... anche perché dopo non si potrà tornare indietro..." fissandola. |
Quella notte dormii male, diversi sogni si accavallarono l'uno all'altro rendendo il mio sonno inquieto. Tra le varie immagini e sensazioni confuse, però, si stagliava nitido il ricordo del bacio dato a Guisgard. Come nella realtà, anche nel sogno lui mi baciava con passione, ma a quel bacio si sovrapponeva la voce del vecchio che diceva che lui non era il vero Guisgard, bensì un impostore. Alle parole "è tutto un complotto", mi svegliai di soprassalto, agitata e sudata. Dal chiarore che traspariva dalle finestre capii che era l'alba, così mi alzai subito dal letto e corsi in bagno a sciacquarmi il viso. L'acqua fresca mi fece sentire meglio, come se avesse cancellato l'inquietudine della notte. Finii di lavarmi e mi vestii, per poi scendere di sotto dove l'impareggiabile Stewart era già pronto a ricevermi.
"Buongiorno, Stewart..." Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
"Amici?" Sorpresa "Pensavo dopo quella notte vi fosse di più tra noi..Non ti interesso più? ". Poi quella confessione.."Ho rischiato il tutto per tutto per te quella notte...sono disposta a rischiare nuovamente. .dimmi dunque" .
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Era una stanza inquieta e desolata, come fosse uscita da un film horror. Mi guardai ancora intorno per poi tornare con lo sguardo sul volto di quella persona. Dal suo aspetto, sembrava avere oltre i cento anni, mi guardava con occhi scuri e sottili mentre rispondeva alle mie domande. "Se non siete stato voi..." dissi guardando le sue catene "allora chi...?" dissi fermandomi in un sussurro. Scossi un po' la testa e feci un passo indietro "non so come poterla aiutare, signore. Posso solo togliere il disturbo." dissi senza scollare le mani nascoste dalla mia schiena.
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I poliziotti andarono via, lasciandoci nello sconforto più totale, soprattutto mia madre.
Non l'avevo mai vista così, era stato davvero un colpo duro, per tutti. Annuii a Lucy, che mi chiese di essere accompagnata a casa, poiché già albeggiava. Prima di andare, mi avvicinai a mia madre e la abbracciai. Un abbraccio silenzioso, forse un po' incerto, ma non per questo meno intenso e sentito. Era tanto che non succedeva, era tanto che non abbracciavo mia madre, da tempo immemore passavamo il nostro tempo a litigare o a rivolgerci reciprocamente monosillabi sterili e freddi e mi accorsi solo in quel momento di quanto quel contatto mi fosse mancato. Brutto a dirsi, ma davvero doveva succedere un evento simile per far sì che ciò accadesse? Mi allontanai da lei, rivolgendole un veloce sguardo e andando dritta in macchina, seguita da Lucy. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
La stanza era calda dei loro corpi, ardente dei loro gemiti e sognante per quella vaga penombra.
In un attimo Clio non fu più inginocchiata ai piedi di Icarius, ma fra le sue braccia. E lui la baciò con impeto e passione, con la medesima foga con cui tutti i suoi muscoli avevano reagito a quell'infinito attimo di godimento che lei gli aveva regalato. Un bacio caldo, appassionato ed umido, in cui le loro labbra e le loro lingue si intrecciarono in un gioco senza fine. Il corpo nudo di lui contro quello seminudo della musa interstellare, coperto ormai solo da quei sandali d'oro e dell'abito stretto attorno ai fianchi. Poi quelle parole, quella rivelazione. "Anche io ti amo..." disse Icarius con la voce colma di passione "... non so spiegare come e perché... ma so di amarti anche io..." tornando a cercare le sue labbra accoglienti. Il pittore allora cominciò a sfilare anche quello, il regale abito della regina, ma ad un tratto, quasi a destare i due da quel meraviglioso momento d'amore, il medaglione di lei cominciò a lampeggiare ed a suonare forte. |
Gaynor si preparò, per poi scendere di sotto dove Stewart aveva già servito la colazione.
L'inquietudine per quei sogni confusi sembrava essere passata e la ragazza poté rilassarsi con quanto il fedele maggiordomo aveva apparecchiato. Il domestico mostrò poi alla sua padrona il giornale di oggi, in cui naturalmente si dava molto spazio all'uccisione del giornalista, ma anche al ritrovamento del cadavere di una giovane studentessa. In fondo alla pagina del quotidiano, però, vi era anche la pubblicità del nuovo film di Skorpio, con la trama accennata. "Se la signora avrà la compiacenza di leggere" disse Stewart "potrà senz'altro notare come la trama di quel film pare abbia in quel che modo anticipato i nefasti eventi raccontati dalla cronaca di oggi. Ho infatti preso una copia del giornale anche per me stamani e ho potuto notare questa curiosa e macabra coincidenza." |
"Dici davvero, Stewart? Da ieri ad oggi troppe coincidenze sembrano manifestarsi ai miei occhi... leggo subito..." dissi andando con lo sguardo al trafiletto dedicato al film.
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Lo sguardo dello scienziato si fece serio, quasi cupo nel fissare Altea.
"Ascoltami..." disse "... noi siamo giunti dal futuro perché qualcuno ci ha chiamati... qualcuno del tuo tempo che ci inviato un segnale captato a distanza di decenni dalle nostre tecnologie... qualcuno che ha forse capito tutto... l'unica cosa certa è che si tratta di uno scienziato come me... ma fino ad ora non siamo riusciti a trovarlo..." Ad un tratto si udirono delle sirene e poi delle auto che si fermarono davanti all'abitazione. |
"Non posso saperlo..." disse il vecchio decrepito a Nyoko "... sono incatenato qui giorno e notte da anni ormai..."
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Lo guardai negli occhi incuriosita ma pure preoccupata.."Quindi vi è un pericolo in giro? Di cosa si tratta..chi mai potrebbe avere un macchinario tanto potente alla nostra epoca ...quindi è un mistero chi sia" pensierosa. Ad un tratto udii delle sirene e immaginai della polizia.."E ora?Cosa facciamo? "
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Gwen raggiunse se l'auto per accompagnare Lucy a casa sua.
Così la portò fino alla sua abitazione, dove le due amiche si salutarono. La giovane studentessa dai capelli rossi allora fece ritorno a casa con l'auto guidata dal suo autista. Ma prima che potessero giungere a destinazione, questi si accorse che qualcuno li seguiva. Erano motociclisti con caschi scuri a celare i loro volti. |
Ero sempre più circospetta, guardando un po' da per tutto. Cosa dovevo fare? Andare via o aiutare quell'uomo. Qualcosa in me diceva di essere la Nyoko tanto buona che ero sempre stata, ma un'altra parte mi invogliava ad andarmene subito. Mi voltai appena verso la porta. In fondo il mio obbiettivo era quello di scoprire chi avesse bussato e perché mi avesse condotto lì. Mi rivoltai verso quell'uomo e mostrai finalmente le mani, una delle quali serrava ancora il coltellino. "Vi aiuto" dissi in un solo fiato senza prenderne ancora. Mi avvicinai allora ad una delle catene, come avrei fatto a liberarlo senza chiavi? Cominciai a cercare qualcosa che potesse sostituirle, una forcina, o qualcosa di più grosso di un coltellino svizzero.
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Stewart annuì e lasciò che Gaynor leggesse il giornale.
La ragazza poté così rendersi conto di come davvero la trama del film sembrava in qualche modo anticipare quei due omicidi, persino riportando particolari alquanto dettagliati. Inoltre la bella ereditiera notò un altro particolare. Uno dei personaggi del film sembrava in tutto e per tutto assomigliarle. Un personaggio che purtroppo non era destinato ad un lieto fine. |
La leggenda dello Scorpione di Giada
Posai la mia valigia e diedi un'occhiata alla modesta stanza in cui avremo passato la notte.
" Si si va bene" borbottai distrattamente senza ascoltare davvero cosa stesse dicendo mentre svuotavo la valigia e mettevo le mie cose nell'armadio. " Una poltrona?" notando come si stava sistemando. " È uno scherzo? Non può essere comodo dormire così... Non siamo dei bambini, possiamo benissimo condividere un letto senza problemi" e presi il suo cuscino rimettendolo al posto. " Confido che sia un gentiluomo, se allunga anche solo un dito le rifilo un pugno. Intesi?" lanciandogli un sorriso ma con lo sguardo serio. " Magari Hiss verrà a tormentarvi allora questa notte" Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Teos rise.
"Mi spiace per te, ma io solitamente temo i vivi, non certo i morti..." disse divertito a Dacey "... comunque non temere, sarò un perfetto gentiluomo... non mi ispira l'idea di essere preso a pugni..." I due così si coricarono e riposarono qualche ora. Il nuovo giorno giunse in fretta ed a svegliarli fu il caldo profumo di dolci che saliva dal pianoterra e le voci della gente nella piazzetta sottostante. |
La nottata procedette senza intoppi e riuscii a dormire relativamente bene, nonostante non fossi abituata al materasso e ad aver qualcuno a fianco.
Mi sembrò di aver appena poggiato la testa sul cuscino quando la mattina arrivò accompagnata da un irresistibile profumo di dolci appena sfornati. Decisi di alzarmi per poter approfittare di quella colazione il prima possibile. " Buongiorno " mormorai verso Teos mentre sceglievo i vestiti per poi rifugiarmi in bagno e uscirne una volta pronta. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Già dalle prime parole, capii che Stewart aveva ragione. Notai anche la somiglianza tra me e uno dei personaggi del film, personaggio che non faceva una bella fine. Decisi di continuare la lettura, cosi aprii il giornale alla pagina corrispondente all'intero articolo.
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L'arrivo di quelle auto spinse lo scienziato ed il suo assistente a guardare dalle finestre.
"Sembrano auto dei federali..." disse lo scienziato "... ci hanno scoperti..." si voltò verso Altea "... ci arrestaranno, ma tu puoi salvarti... non sanno nulla di te... prendi quella porta e scappa... uscirai oltre il giardino e là nessuno ti vedrà... non dimenticare cosa abbiamo detto... se ci accadesse qualcosa tu sei l'unica a conoscere la verità... scappa ora... e buona fortuna..." |
"Senza chiavi" disse quel vecchio decrepito a Nyoko "è impossibile da aprire questa catena... bisognerebbe cercarle... le ha nascoste lui... il barone... è un uomo malvagio..."
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Ascoltai le parole di quell'anziano signore, continuando a cercare qualcosa che potesse essere rompere le catene. "Torno subito" dissi tornando indietro. Salì le scale e andai a chiamare Marios, avrei potuto aver bisogno di lui.
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Fu un momento...non riuscii a comprendere molto..lo guardai..ma perchè arrestarli..cosa mai avevano fatto per essere arrestati?
Eseguii i loro ordini e mi trovai fuori e iniziai a correre oltre al giardino, senza sosta finchè arrivai a un punto lontano e mi fermai, guardandomi attorno..quel segreto..vi era un pericolo e io dovevo cercare quello scienziato, ma dove e come..non avevo indizi..e avevo perso lui per sempre, ma forse no..ancora una speranza, forse Alvis e lui erano salvi ed erano fuggiti. Dovevo indagare su questi federati pensai. |
"Buongiorno a te..." disse Teos stiracchiandosi "... che profumino..."
Dacey andò a prepararsi e poco dopo i due scesero al pianoterra per la colazione. Il giornalista chiese informazioni sull'unico parente di Hiss conosciuto in quel posto, scoprendo che viveva in una casetta isolata appena fuori dal paesino. "Appena finito di fare colazione andremo a conoscerlo." Teos a Dacey. |
Tutto era perfetto, l'attimo più perfetto, puro e intenso che avessi mai vissuto.
Il mio cuore batteva come mai aveva fatto finora. Il mio corpo fremeva come non credevo possibile. Quelle parole, poi, resero tutto più bello, più vero, reale. Mi sentii scoppiare di felicità, mente continuavo a baciarlo, immersa in quell'Amore. Lo aiutai a sfilare quell'abito di cui volevo liberarmi, volevo annullare ogni distanza tra noi. Poi quel suono, quella luce: il medaglione. Trasalii, guardandolo. Lo odiai. Lo odiai per aver interrotto quel momento che avrei voluto continuasse all'infinito. Volevo ignorarlo, buttarlo in un angolo e dimenticarmene. Ma Icarius l'aveva visto. "Voglio che tu sappia tutta la verità su di me, sul mio regno..." guardandolo negli occhi, con lo sguardo ancora appannato dalla passione intensa che mi divorava. "Questo.." prendendo il medaglione "Mi ricorda che ho una missione da compiere.." chiudendolo nella mano "Missione di cui non mi importa niente in questo momento.." con voce appassionata. "Ma non la smetterà finché non gli darò retta..." sospirai. "Resta con me..." stringendomi a lui "Ti prego.. ti spiegherò tutto..". Allora chiusi gli occhi e lasciai che il potere della Gemma mi attraversasse. Spero per te che sia importante... |
Gaynor iniziò a leggere l'intero articolo:
"Skorpio, l'eroe reso celebre da un fumetto, è un film che mischia in modo sapiente azione, romanticismo e horror in una straordinaria avventura visionaria ed originalissima. Il protagonista è un affascinante sportivo che in seguito ad un incidente è da tutti ritenuto morto. In realtà trascorre tre anni isolato in un luogo inaccessibile, venendo a contatto con un'entità soprannaturale. Si tratta di un cosiddetto Ginn, una figura spirituale descritta dalla cultura Islamica (il famoso genio della lampada di Aladino era un Ginn). Grazie a quella sorta di demone, lui conosce la verità sul mondo che ci circonda ed acquisisce poteri straordinari, diventando così il misterioso ed invincibile vendicatore mascherato. Il Ginn infatti gli descrive un mondo in cui tutti viviamo differente da come lo immaginiamo e l'eroe decide così di battersi per imporre la verità contro un termico oscuro e malvagio. Molti psicologi hanno criticato già a suo tempo il fumetto, accusandolo di imporre una visione della nostra società molto discutibile e di adoperare valori e tematiche bollate come intolleranti e persino fasciste. Lo stesso protagonista è descritto da queste critiche come visionario, megalomane ed afflitto da delirio di onnipotenza. Al di là di queste critiche, Skorpio rappresenta un'opera complessa, profonda ed originale, che spinge già i lettori del fumetto a porsi domande come quelle che regolano il nostro rapporto con la presunta verità imposta dagli organi di informazione, dalle mode del momento e da tutte le varie tendenze positivistiche che forgiano i nuovi valori che animano il mondo. Ben caratterizzati sono poi tutti i vari personaggi, come i nemici di turno e la ricca e bella avventuriera ingannata ed uccisa dal super cattivo della saga." |
" Signor si signore " risposi ridacchiando mentre riempivo il piattino di brioche.
" Ho paura che non caveremo molto da lui, da quello che dicono è un signore parecchio anziano..." alzando appena le spalle. Diedi un primo morso al dolce, " uhm... si sente che è fatto in casa" e sorseggiai il caffè in fretta. Terminata la colazione ero pronta a partire. " Pensa se non vuole riceverci o se non è in casa... sarebbe una bella fregatura!" Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
La stoffa, morbida e delicata, scivolò via lungo la pelle bianca ed ardente per l'eccitazione di Clio.
I due restarono così nudi, l'uno contro l'altra, fatta eccezione per i sandali d'oro di lei. Poi il medaglione. Il suo suono, il suo lampeggiare. Icarius comprese ben poco di quelle parole di Clio, ma annuì. La regina entrò in simbiosi con il suo amuleto cosmico, riuscendo a percepire una figura. Era Athia. |
Mentre leggevo, ero sempre più perplessa e attonita. Sembrava proprio la storia del naufragio di Guisgard e ritenerla una coincidenza era un insulto all'intelligenza. Continuai a leggere con crescente interesse, fino ad arrivare al punto in cui si descrivevano le similitudini con me e con i delitti commessi quella notte.
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Il suo abbraccio, caldo, raffigurante, in cui mi rintanai, come fosse tutto il mio mondo.
Cullata da quel torpore, lasciai che il medaglione mi parlasse. Quella figura, una figura dapprima indistinta, poi più chiara. Allora la riconobbi: era lei, Athia. L'ultima persona che volevo vedere in quel momento. Era viva. Riaprii gli occhi, e buttai la collana insieme al vestito. "La mia missione può aspettare..." sorrisi, avvicinandomi di nuovo alle mie labbra "Lascerei il mondo bruciare pur di baciarti ancora.." sussurrai, appassionata, cercando le sue labbra "pur di essere soltanto tua..". Era vero. In quel momento non mi importava nulla della mia missione, mi importava soltanto del nostro Amore. Avevo dedicato a Solaria la mia intera esistenza, ma ora era il momento di vivere. E non esisteva vita senza Amore, così come non esisteva Amore senza Icarius. Così, incurante di ogni cosa, continuai a baciarlo e ad immergermi in quella felicità che era solo nostra e che in quel momento valeva per me più del mondo intero. |
Non avrei voluto lasciare mai Lucy da sola, ma mi aveva chiesto di andare a casa ed era giusto, dopotutto.
Decisi che l'avrei chiamata prima possibile per sapere come stesse. Stavamo andando verso casa, ma dietro di noi vidi due motociclisti. Pensando che potessero essere Elv ed un suo amico, mi sporsi in avanti verso il sedile dell'autista. "Accosta." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Nyoko uscì da quell'angosciante salone, tornando al piano di sopra, fino alla camera in cui dormiva Marios.
Bussò, ma non rispose nessuno. Ormai albeggiava. Ad un tratto la ragazza sentì dei passi alle sue spalle. E vide un'ombra avvicinarsi da dietro. |
Bussai alla porta di Marios ma nessuno rispose. Ero tentata ad aprirla con la forza ma qualcosa mi distrasse, un ombra alle mie spalle, mi voltai di scatto e questa volta col coltellino bello in vista.
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