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Fantastico, pensai.
Avevo come l'impressione che avremmo partecipato al torneo. Anche se un pittore, un apprendista e una modella non sembrano le persone adatte. Ma non sapevo niente di quella sfida. Lanciai a Guisgard uno sguardo d'intesa. "Immagino che non sia un torneo come gli altri.." Ingenuamente. |
Ganton prese il braccio di Altea ed insieme uscirono nel giardino di quella reggia.
“Se hanno chiesto anche voi di partecipare” disse il duca “allora vuol dire che siete una spadaccina o comunque che possedete una certa dimestichezza con qualche tipo di arma, giusto?” Mentre passeggiavano in quel luogo ameno. |
Finalmente eravamo fuori la reggia e Lord Ganton iniziò a parlare e sospirai.."Volete sapere la verità..si mi vedete armata e so pure usare le armi, me le ha insegnate ad usarle il Duca Taddeo l' Austero..ma non sono affatto una donna di armi, non sono pronta per un duello...magari potrei essere una dama fuggita dalla Corte di Capomazda" e lo guardai "Si..fuggita per amore..e ora devo difendermi da sola..e voi perchè siete temuto da Dominus? Comunque non è mia intenzione duellare..mi dissero ero perfetta per fare la regina e mi hanno presa con la forza" e lo guardai pensando cosa lo spingesse a fare questo torneo.."Comunque io conosco un guerriero più abile di voi...ma non posso rivelarvi il nome".
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“No, non è un torneo come gli altri...” disse il vecchio a Clio “... quando si sfida direttamente madonna Morte non può essere una cosa comune...”
Ma proprio in quel momento arrivarono dei soldati a cavallo, che spaventarono la folla e corsero via. “Al diavolo...” guardandoli andare via Guisgard E quando il trambusto fu terminato, il vecchio non c'era più. Il presunto duca allora chiese ad alcuni passanti dove poter trovare un alloggio e quelli lo indirizzarono in una stradina laterale. Lì i tre avventurieri trovarono una pensione dove un'anziana affittava dei locali. Ne presero uno grande, al pianterreno, che Guisgard rese la sua bottega da pittore. |
“Un guerriero più abile...” disse Ganton ad Altea “... di me? Impossibile.” Si fermò e restò a guardarla. “Chi è? Voglio sapere il nome. Ditemelo. Ho il mezzo per costringervi a parlare.”
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Risi..."Il mezzo per parlare? E quale? Potete mettermi sotto tortura o imprigionarmi...non dirò mai quel nome..." dissi risoluta.."E poi non so nemmeno dove si trovi ora...io gli ho dato tanto amore e lui..non ha capito il suo valore..ecco non voglio nemmeno nominare il nome" e distolsi il braccio dal suo.
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Fu un attimo, i cavalli, i soldati.
E il vecchio non c'era più. Ma ero sicura che avremmo scoperto qualcosa in più. Infondo tutta la città parlava del torneo. Prendemmo in affitto un locale, che doveva diventare la bottega del pittore. Sembrava un mondo parallelo, niente guerra, niente fughe. "Oh che meraviglia.." Guardandomi attorno "Dovremo rendere accogliente questo posto.." Sorridendo "Però ci vorrebbero dei quadri, per invogliare i clienti, e i mecenati.. non credi?" Sorrisi, facendogli l'occhiolino. Mi avvicinai a Guisgard per un momento "Ci pensi mai?" Mormorai, dolcemente ,alzando gli occhi su di lui "Come sarebbe stato.. Una vita semplice, una bottega.." Guardandomi intorno "Peoccupazioni semplici, giorni tranquilli.. Sembra allettante.." Risi "Ogni giorno uguale al precedente, niente avventura, niente rischi e pericoli.." Sorridendo, con gli occhi nei suoi "Ah, mi stuferei subito..". Scossi la testa, divertita. "Allora, mastro Boow.." Sorrisi "Qual'e la prossima mossa?". |
“Se siete stata portata qui per partecipare al torneo” disse Ganton ad Altea, afferrando ancora il suo braccio “allora vuol dire che siete una schiava ed io posso pretendere di avervi insieme al premio.” Con tono deciso. “Ora voglio sapere tutto. Ditemi quel nome e poi anche del perchè siete fuggita da Capomazda.”
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"Schiava? E poi che sarebbe questo premio? Non vi dirò nulla...nulla di nulla" e mi divincolai da lui e afferrai la pistola veloce e gliela puntai proprio sulla fronte "Se insistete ancora farete una brutta fine..prima del torneo mi avete capito?".."Si..è il migliore di tutti...non ha rivali..ma non ha intenzione di rubarvi la vincita quindi state tranquillo".
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Guisgard cominciò a sistemare un po' quel luogo, stendendo panni e lenzuola un po' ovunque.
Chiese poi ad Afiel di andare a comprare dei colori, dei pennelli e delle tele. “Così” disse “cercheremo di far assomigliare questo posto ad una bottega di pittore.” Poi restò solo con Clio. “Io penso” inchiodando alcune assi per realizzare un rozzo sostegno per tele “che la vita di due amanti non prevede giorni sempre uguali... per chi ha la fortuna di aver accanto la persona amata ogni giorno è speciale, unico...” sorrise “... sembra una banalità e forse lo è... ma le cose più vere sono sempre quelle più semplici...” sistemando quel treppiedi “... sai, dove sono cresciuto, tra dolci colline, vi era un vecchio casolare... lo andavo a vedere ogni giorno... sembrava dormisse... era in mezzo a dei cipressi, circondato da girasoli, con uno spiazzo davanti e da lì ho sempre pensato che guardare il tramonto avesse un sapore speciale... restavo lì, steso sull'erba, a fissare le colline che cambiavano colore man mano le ore trascorrevano e la sera, con l'aria limpida, si potevano contare più stelle che in qualsiasi altro luogo al mondo... non so, ma io ci parlavo con quel posto...” sorrise “... poco distante vi era un luogo di cui si raccontava una leggenda... parlava di un tesoro nascosto... insomma, quell'angolo di colline sapeva farmi fantasticare e ho sempre pensato che lì un giorno, a Dio piacendo, avrei portato la mia donna...” In quel momento entrò l'anziana padrona della pensione. “Maestro...” fissandolo “... posso preparavi qualcosa?” “Grazie madama...” mormorò il presunto duca “... magari due bei bicchieri del vostro vino. Ho sentito che qui è ottimo.” “Non resterete deluso, maestro.” Ridendo la donna. Poco dopo portò a lui e alla sua falsa modella due bicchieri di un dolce e denso vino rosso. |
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