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Bene, iniziavamo bene.
Anzi, ricominciavamo. Guardai Zoren perplessa, molto perplessa. Tutta quella situazione era strana, e poi il fatto delle scarpe e del tempo di attraversamento. Un'ora o un giorno. Ma dove eravamo finiti? Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il ragazzo smise di suonare..indietreggiai lentamente, egli non si voltava e iniziai ad aver paura.."Perdonate l' invadenza ma la vostra musica mi ha portato fino qui e disponevo della chiave della porta..me l' ha data un negoziante. Sono la duchessa Altea e sono ..diciamo..ospite di questo castello..dovrei fare la modella per un dipinto." Poi rimasi in silenzio pensando alle modelle non più tornate.
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Spalancai appena gli occhi sorpresa da quella sua battuta e preferii non rispondere, troppo imbarazzata.
" Si è meglio che resti un segreto..." farfugliai infine prima di uscire da quella casetta. Il Sole mi colpì in pieno volto e dovetti abbassare lo sguardo all'inizio. " Bene..." mormorai alla ricerca del percorso giusto, " voi ricordate qual è la via del ritorno? Ieri abbiamo avuto un po' di difficoltà ma era a causa del buio, solo per quello ne sono sicura." |
La luce illuminò anche i suoi occhi, quegli occhi che nascondevano molto più di un colore inconfondibile.
Li avevo visti mille volte, ogni giorno, sugli austeri ritratti del palazzo ducale, e sul volto del mio signore. Io sorrisi, senza distogliere lo sguardo dal suo. Ascoltai Affon senza guardarlo, e sorrisi dolcemente a quelle parole confuse di Icarius. Lo sapevo io cos'era successo. Era un segno, finalmente. Una speranza. Una luce. Qualunque cosa contenesse quella teca, in essa vi era il suo destino, il nostro destino. "Non lui..." Dissi, con voce lontana, prendendo il braccio di Icarius come a tranquillizzarlo senza mai abbandonare i suoi occhi "Il suo sangue...". Mi voltai infine verso Affon e indicai la serratura aperta, dove si vedeva ancora la goccia di sangue vermiglio. "Il suo sangue ha aperto la teca.." Guardando Affon "Ora volete dirci che succede?". |
Il ciabattino riprese il lavoro fischiettando e Zoren fece segno a Gwen e agli altri suoi due compagni di proseguire.
Attraversarono così quel lungo sentiero alberato, mentre il tempo da soleggiato diveniva sempre più grigio e nuvoloso. “Tra breve temo pioverà, capo...” disse Go guardando il cielo. “Oh, Cielo...” mormorò Nyccio. Ma ad un tratto i quattro videro qualcosa in lontananza. Era una locanda. “Raggiungiamola.” Zoren. Si trattava di una costruzione molto semplice ed alquanto rustica, con uno spiazzo irregolare davanti, metà del quale usato come orticello per coltivare le verdure, un grosso olmo accanto all'ingresso ed un tetto di tegole in terracotta. E sull'insegna era impresso un Giglio. http://s3.amazonaws.com/socialdesign.../gf_2-15_5.jpg |
Il ciabattino riprese il suo lavoro e noi il nostro cammino.
Il cielo però, come Go ci fece notare, non prometteva nulla di buono e per fortuna vedemmo da lontano una locanda, dove ci saremmo potuti riparare se avesse iniziato a piovere. Sull'insegna della locanda c'era disegnato un Giglio. "Prima un ciabattino, ora una locanda... È come se tutto qui si sviluppasse all'interno del bosco..." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“La modella...” disse il giovane uomo senza voltarsi a guardare Altea “... allora immagino siate bella... come tutte quelle giunte al castello...” prese a suonare qualche nota isolata sul pianoforte “... chissà perchè una bella donna non ha nessuno al suo fianco...” accarezzando i tasti del pianoforte “... perchè se voi aveste un uomo, lui non permetterebbe mai di vedere la propria amata fare da modella nuda ad un pittore...”
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Quando egli continuò a parlare, toccare i tasti leggermente del pianoforte emettendo leggeri suoni e parlare delle modelle iniziai a preoccuparmi seriamente...e se fosse stato un uomo pericoloso, malvagio..se egli fosse stato il fautore della scomparsa delle modelle..no, mi stavo lasciando suggestionare.
Alle sue domande però la mia voce si fece tremante e strinsi i pugni.."In egual modo potrei dire come mai un giovane uomo se ne sta chiuso in una torre a suonare il pianoforte..e non ad apprezzare la libertà..forse vi è negata?" cercai di tranquilizzarmi, quel ragazzo aveva uno strano effetto come la sua musica.."Si, non ho nessuno vicino..la bellezza..è relativa lo sapete...comunque..io..ho deciso di...essere sola ecco" ma la mia voce denotava una certa emozione che non comprendevo. |
“Dobbiamo andare in quella direzione...” disse Ehiss a Dacey “... quel sentiero è la direzione da cui siamo arrivati...” sciogliendo le redini del suo cavallo legate alla capanna.
Saltò allora in sella al suo destriero e poi tese la mano alla ragazza per aiutarla a fare lo stesso. Ed imboccarono il sentiero, mentre un cielo cupo ricopriva il bosco. Dopo un po' iniziò a piovere. Allora il cavaliere spronò il cavallo per aumentare l'andatura. Percorsero un paio di miglia, per ritrovarsi infine, ancora una volta, davanti alla capanna in cui avevano trascorso la notte. Erano di nuovo al punto di partenza. “Ma che diavolo sta succedendo...” mormorò Ehiss “... sembra stiamo girando in cerchio...” |
Vidi che Ehiss era piuttosto sicuro e mi fidai delle sue indicazioni.
Salii sul cavallo cercando di tener d'occhio il sentiero sia davanti a me che quello appena percorso. " Oh maledizione ancora questa pioggia" mormorai scontenta e cercai di coprirmi il capo con lo scialle. " Ser ma come..." non terminai la frase ritrovandoci di nuovo davanti alla capanna. " Avremo preso un direzione sbagliata" alzai appena un sopracciglio cercando di restare obiettiva. " Dovremmo segnare gli alberi che oltrepassiamo. " |
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