Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 14-06-2011 01.31.58

Alle grida di Melisendra, una sentinella si affacciò dalle mura.
Un attimo dopo la monumentale Porta dei Leoni fu aperta e la ragazza fatta entrare.
Le guardie la condussero poi nella caserma, dove si trovavano August e Gervan.
“Chiamate subito il capitano.” Ordinò August ai suoi.
Poco dopo Monteguard raggiunse quella stanza.
“Milady, finalmente!” Esclamò nel vederla. “Cominciavo ad essere in pena… ho, come dire, visto in sogno il vostro messaggio… ma quella donna ci è sfuggita… voi come state? Che notizie recate dal castello di sir Cimarow?”

Melisendra 14-06-2011 01.51.50

La gola mi bruciava dal gridare che avevo fatto e accettai con gratitudine l'acqua che mi venne offerta. Qualcuno prese il mio mantello e mi offrì uno scranno dove sedermi.
Aprii il borsello appeso alla mia cintura e ne estrassi l'anello di Lord Cimarow.
Lo porsi al Capitano.
"Ci è voluto più del previsto... ma Lord Cimarow è morto. All'alba. E con lui è bruciato anche tutto il castello."
Mi sgranchii le gambe, distendendole.
"Rimangono il Cavaliere del Gufo, sul lato Ovest del Lagno", dissi indicando una carta. "E Sir Ivan de Saint-Roche -probabilmente sarà proprio questi a prendere il posto di Lord Cimarow- e i baroni ribelli si trovano sul lato opposto. Ogni via di fuga è tagliata, impedita dalla palude."
Trassi un respiro profondo.
"Tuttavia c'è una possibilità...e tre giorni di tempo per valutarla."
Scelsi con cura le parole, ma ero troppo stanca per mettere in fila i pensieri.
"Il Cavaliere del Gufo potrebbe allearsi con Capomazda, ma ci sono delle condizioni: la completa libertà per lui e i suoi di andarsene dopo aver sedato la ribellione, le ricchezze di Saint-Roche per il suo esercito e... la vita di colui che ha ferito a morte quella donna da cui vi avevo messo in guardia. Sono qui per scoprire chi è stato e condurlo all'accampamento. Mi spiace, ma temo che questa sia l'unica soluzione per evitare la rovina."
Raccolsi le mani in grembo e attesi che mi rispondesse.

Guisgard 14-06-2011 02.12.24

A quelle parole di Melisendra, Monteguard scambiò un rapido sguardo con August e Gervan.
“Sir Cimarow è dunque morto…” disse il capitano fissando l’anello del traditore“… resta però il suo esercito che sta cercando di stringerci in una morsa…”
“Il Cavaliere del Gufo non si alleerà mai con noi!” Intervenne August. “E poi troppi crimini hanno insanguinato il suo nome… no, quell’uomo va preso e condannato!”
“Resta comunque un avversario temibile, forse addirittura invincibile.” Disse Gervan.
“Nessuno è invincibile.”
“Sinistre leggende girano intorno a lui…” mormorò Gervan.
“Capitano, cosa facciamo?” Chiese August. “Credo sia fuori discussione consegnare qualcuno a quell’uomo… del resto quella donna era una spia ed andava catturata e giustiziata.”
Monteguard restò a riflettere.
“E chi è questo barone de Saint-Roche?” Domandò Gervan.
“Sarà una sorta di braccio destro di sir Cimarow.” Rispose August.
“Milady…” disse Monteguard fissando Melisendra “… siete stanca… andate a riposare, noi nel frattempo decideremo sul da farsi… penserò io ad avvertire sua signoria e Izar… e… grazie… davvero un ottimo lavoro. Siete stata brava ad ingannare il Cavaliere del Gufo senza farvi scoprire. Vi auguro un buon riposo.”

Guisgard 14-06-2011 02.18.45

La Luna, pallida ed incantata, rifletteva il suo alone d’argento su quello scorcio di giardino, disegnando magiche ed eteree espressioni sulle statue che lo abbellivano.
Il lento e malinconico suono dell’ocarina sembrava accarezzare l’incanto di quella notte che avvolgeva ed ammaliava ogni cosa, in uno scenario dominato dal sognante bianco e nero della Luna persa nel firmamento.
“Siete bravo a suonare quell’affare!” Disse il ragazzino avvicinandosi a Guisgard.
“Ah, sei ancora tu…” mormorò il cavaliere “… pensavo fossi tornato a casa…”
“A casa ormai non c’è più nessuno” fissandolo il ragazzino “e posso andare in giro come più mi piace.”
“Capisco…” annuendo stancamente Guisgard “… beh, credo dovresti andare ora… grazie ancora per avermi accompagnato ad assistere allo sclerale di quel cavaliere.”
“L’Arciduca è stato in gamba a batterlo, vero!”
“Già…” mormorò Guisgard.
“Io mi chiamo Gavron…”
“Piacere…”
“Siete bravo a suonare quell’affare.”
“Affare?” Replicò Guisgard fissando la sua ocarina. “Questa si chiama ocarina.”
Gavron sorrise.
“Ora vai… voglio restare da solo…”
“Io mi sento sempre triste quando sono da solo…”
“Da piccolo ti sembra così, ma da grande, vedrai, ricercherai un pò si solitudine.”
“Non credo.”
Guisgard saltò giù dal muretto dove si era sdraiato e si sgranchì le gambe.
“Dove andate ora?” Chiese il ragazzino.
“A cercare la mia ambita solitudine!”
“Posso accompagnarvi?”
“Ma dimmi un pò…” fissandolo Guisgard “… tu sai cosa vuol dire la parola solitudine?”
“Si, è quando si è tristi perché da soli!”
Guisgard scosse il capo.
“Ascoltami, piccolo…” avvicinandosi al ragazzino “… io sono un solitario di natura, chiaro? Amo sentire il fruscio degli alberi in un bosco deserto, o lo scorrere di un torrente tra ciottoli lisci e levigati in uno scenario vergine, cavalcare dove l’unica voce che odo è quella del mio eco, o…”
“Cosa vuol dire vergine?” Domandò Gavron.
“Cosa?”
“Avete detto vergine… cosa significa quella parola?”
Guisgard si massaggiò una guancia.
“Vergine vuol dire…”
“Si?”
“Vuol dire pura, incontaminata.”
“Ah, ho capito. Grazie.” Annuendo e sorridendo. “Mi fate ascoltare un’altra volta la vostra… ehm…”
“Ocarina.” Mormorò Guisgard. “Si, ma bada che sarà una ninna nanna però!”
“Sarebbe bello…” fissando il cielo Gavron “… la mamma me ne cantava una ogni notte… sapete, ora lei è in Cielo… lassù.”
“Si, è lassù…” fissando il cielo Guisgard ed accarezzando la testa del piccolo Gavron.

Melisendra 14-06-2011 02.27.15

Li guardai torvamente. Non volevo ci fossero equivoci.
"Non ho alcuna intenzione di tradire nessuno, miei signori. Sono qui per giungere a un accordo... al Cavaliere del Gufo non interessa Capomazda e se attaccherà e riuscirà a penetrare nella città... lascerà ogni cosa in balia dei suoi uomini. Posso garantirvi che questa città timorata di Dio diventerà un vero Inferno."
Mi alzai.
"Sono tornata perchè a quanto pare avevo dimenticato qualcosa tra queste mura..." mi osservavano con molta attenzione.
"A quanto pare covate una serpe in seno. Non un semplice traditore, ma colui che disegnò il progetto di conquista di Capomazda e si servì di Lord Cimarow per metterlo in atto."
Sapevo che questo li avrebbe sorpresi. Forse spaventati. A nessuno piace avere un traditore sotto il proprio tetto.
"Me lo ha confessato proprio lui, bè, prima di morire..." Abbassai lo sguardo sull'anello con sigillo ancora appoggiato sul tavolo.
"Non ho fatto tutto questo perché Gouf porti a termine l'assedio e quel verme l'abbia vinta. E non sono nemmeno un'assassina costosa, visto che ciò che voglio è solo scovare quel ragno tessitore e avere l'occasione di ucciderlo."
La stanchezza mi rendeva cupa. E vendicativa.
"Ho ragione di pensare che si tratti dello stesso uomo malvagio che mi tenne prigioniera per molti anni, fino a quando non riuscii a fuggire. Penso sia un mio diritto esigere la sua vita."

Guisgard 14-06-2011 02.40.14

“Milady, che abbiate intenzione o meno di tradirlo, sappiate che il Gufo è un nostro nemico giurato.” Disse August. “Nemico di Capomazda, della Chiesa e della Fede che ci governa. E’ un assassino, un sanguinario e probabilmente il demonio gli ha già preparato un posto all’Inferno. Perciò fossi in voi…”
“Va bene, August…” lo zittì Monteguard “… va bene così, grazie… puoi andare… anche tu Gervan…”
“Capitano… e per quanto riguarda quel traditore?” Chiese Gervan. “Lady Melisendra ci ha fornito altri indizi sulla sua presenza, ma fino ad ora ogni nostro sforzo per trovarlo si è rivelato inutile…”
“Bisogna continuare a cercarlo…” fissandoli Monteguard “… potrebbe essere ovunque… tra i nostri cavalieri, tra il popolo… e forse, se lady Melisendra ha ragione circa la sua identità, a quest’ora potrebbe già aver saputo del suo ritorno a Capomazda… milady…” rivolgendosi alla ragazza “… state attenta e non fidatevi di nessuno… evitate di lasciare la cittadella… vi farò scortare da qualche mio cavaliere… noi lo troveremo e lo giustizieremo… vi do la mia parola… ma fino ad allora bisogna essere prudenti…”

Melisendra 14-06-2011 02.58.25

"Sir August, se non erro..." mi rivolsi a quell'uomo scrutandolo con attenzione. Le sue parole avevano risvegliato certi miei dubbi in proposito alla scelta di campo che avevo compiuto. "Anch'io sono un'assassina. Qualcuno mi chiama strega per qualcosa che non è stato il demonio a darmi, ma la natura... Devo aspettarmi di trovare un rogo nel cortile una di queste mattine a venire?"
Considerati i miei trascorsi con la Chiesa e qualche maldestro tentativo di linciaggio di cui ero stata la protagonista, avevo le mie ragioni per essere dubbiosa.
"Perdonatemi, Monteguard, ma non cedo su questo punto: quell'uomo sarà mio. Non vostro o della giustizia di Capomazda." Ero molto seria.
"Sicuramente sa già che sono dentro le mura. Se volete stanarlo allora dovrete usare un'esca. Quell'uomo vuole sopra ogni cosa la distruzione di Capomazda. Quando saprà che l'ultimo ostacolo a tale progetto sono le condizioni di Sir Gouf, andrà a cercare quell'uomo e lo ucciderà prima che io possa condurlo al campo nemico. Perciò vi consiglio di dirmi di chi si tratta, prima che lo scopra lui. Quali cavalieri hanno inseguito quella donna? E quali si sono battuti con lei?"

Guisgard 14-06-2011 03.18.52

Monteguard ed i suoi due cavalieri apparvero pensierosi e turbati.
“In verità, milady, molti dei nostri hanno inseguito quella donna” disse August “ed alcuni di loro non sono più ritornati… voi dite che ella è morta, eppure nessuno dei miei è venuto a riferirmi di questa cosa… e colui che ha ucciso quella donna, se fosse un nostro cavaliere, non avrebbe alcun motivo per tenerlo nascosto…”
“Milady…” prendendo la parola Monteguard “… parlate di un’esca… ma è fuori discussione che io sacrifichi uno dei miei per catturare la spia di cui parlate… e comunque non abbiamo la minima idea di chi sia stato ad uccidere quella donna…”
“Perché siete così certa che sia stato uno dei nostri ad ucciderla?” Chiese Gervan a Melisendra. "Potrebbe essere stato un brigante, o uno dei tanti cacciatori di taglie disseminati su queste terre."

Melisendra 14-06-2011 03.35.12

"Penso che solo qualcuno molto abile nel combattimento abbia potuto uccidere uno dei migliori cavalieri dell'esercito di Sir Gouf. Lady Aytli non si sarebbe lasciata sopraffare da un volgare brigante. Ho visto quella donna combattere e vi assicuro che siete fortunati che non possa più calpestare un campo di battaglia. Inoltre... si era presentata qui da voi come cacciatrice di taglie... non avrebbe senso per un cacciatore di taglie attaccarne un altro. E di sicuro in molti sapevano che vi aveva portato il corpo di Lord Nyclos."
Tamburellai pensierosamente sul tavolo con la punta delle dita.
"Se i vostri non vi hanno riferito l'accaduto... allora è stato qualcuno che non risponde a voi, Capitano. In fondo Capomazda è piena di cavalieri stranieri... o sbaglio?" Sarebbe stato più difficile di quanto pensassi. E avevo solo tre giorni.
"Non voglio che lo sacrifichiate. Ma far sapere che lo scambio avverrà, anche se non sarà così, potrebbe indurlo dal rivelarsi. E probabilmente si adirerà quando saprà che sono coinvolta. Possiamo solo trovare quest'uomo e aspettare. Ma abbiamo solo tre giorni. Poi gioirà nel vedere l'esercito attaccare le mura. Per quanto ne sappiamo potrebbe essere pronto ad aprirgli le porte della città." Tacqui.

Guisgard 14-06-2011 03.50.16

Monteguard si alzò e cominciò a camminare nervosamente per la stanza.
“Quel che dite è giusto…” disse il capitano a Melisendra “… difficilmente un brigante potrebbe vincere un cavaliere di quel livello… anche l’ipotesi del cacciatore di taglie va scartata… uno spadaccino qui a Capomazda nel bel mezzo di una guerra… non ha senso…” come a riflettere ad alta voce.
“E’ inutile star qui a ragionare su ipotesi e possibilità…” intervenne August “… se questo fantomatico spadaccino è qui, bisogna trovarlo. E subito.”
“Bisognerà essere cauti…” mormorò Gervan “… dobbiamo cercarlo con attenzione e prudenza… visto che, come dite, potrebbe essere un’altra spia…”
“Non credo sia coinvolto con le spie di sir Cimarow…” disse August “… se così fosse non avrebbe attaccato Aytli… potrebbe essere chiunque… magari un sicario inviato da qualche altro barone ribelle, o qualcuno deciso a vendicarsi di lord Icarius… ce ne sono tanti in giro…”
“Non abbiamo molto tempo, comunque.” Fece Gervan. “Iniziamo le ricerche… ma occhio e non date nulla per scontato…”

Melisendra 14-06-2011 04.05.12

"Nessuno dei vostri uomini ha incontrato persone armate durante l'inseguimento?" Sospirai. "Bè, suppongo che domani sapremo se qualcuno ricorda qualcosa."
Mi massaggiai un polso dolorante e mi scostai i capelli dalla fronte. Non sapevo se essere fiduciosa.
"Sono quasi certa che il vostro traditore si trovi a palazzo e sia molto ben informato. Inoltre... potrebbe avere qualunque aspetto. E' molto abile in quel genere di illusioni." Per un attimo mi sommerse l'angoscia. "Quindi, a parte voi, Monteguard, non ho ragione di fidarmi di nessuno."
Presi le mie cose e mi alzai, un po' faticosamente.
"Scenderò nella città bassa e troverò una camera alla locanda. Mi auguro che siate fortunati e che i soldati ci possano fornire qualche indizio."
Mi inchinai.

Guisgard 14-06-2011 04.25.01

“Potete tranquillamente fidarvi di me” disse il capitano a Monteguard “e dei miei luogotenenti.” Indicando August e Gervan. “Loro vi terranno d’occhio… meglio essere prudenti. Ora andate pure a riposarvi, ma evitate inutili rischi. Domattina radunerò l’intera guardia ducale ed avvertirò sua signoria.”
Monteguard salutò con un inchino Melisendra e liberò i due cavalieri che erano con loro.
Restò così da solo nella stanza, in balia d’inquietudini e timori.



Nello stesso momento, in un luogo oscuro due figure complottano segretamente.
“Era con Monteguard e due dei suoi cavalieri, mio signore.”
L’uomo incappucciato restò in silenzio.
“Credo abbia raccontato molte cose al capitano…” continuò il fedele seguace “… sono stati un bel pò a parlare nella caserma.”
“Sciocco di un Gouf…” mormorò l’oscura figura “… l’hai fatto di nuovo… ti sei di nuovo fidato di lei… lei che probabilmente ti ha appena venduto ai tuoi nemici… se quella donna è qui, può voler dire solo due cose… o è fuggita prima del ritorno di Aytli… oppure Aytli non è mai tornata al castello…”
Di nuovo restò in silenzio per qualche istante.
“Melisendra…” sussurrò la sinistra figura “… stavolta dovrò punirti molto severamente… e tu sai che conosco bene il modo di farti soffrire…”
http://tomgpalmer.com/wp-content/upl...%20Sidious.jpg

Melisendra 14-06-2011 04.43.55

Una volta giunta alla locanda e accordatami con la padrona, mi chiusi la porta alle spalle e mi lasciai cadere su una sedia. Ero troppo impolverata per sedermi sul letto. Grazie al cielo non c'erano specchi che potessero mostrarmi la mia immagine.
Attesi pazientemente che una cameriera riempisse una tinozza e la aiutai a far scaldare l'acqua sul fuoco. Una volta lasciata sola e in ammollo nell'acqua calda mi sentii meglio.
Quel tepore mi confortò, anche se la freddezza di Gouf ancora mi feriva. Ma cosa potevo aspettarmi? Non ero stata migliore di lui.
A malincuore uscii dall'acqua calda e mi asciugai. Rimasi seduta accanto al fuoco, mentre le ciocche di capelli si asciugavano.
Una ragazzina arrivò per svuotare la tinozza e portare via i vestiti sporchi. Sistemai le mie cose, svuotando la bisaccia dei pochi vestiti che avevo portato con me.
Poco dopo mi infilai sotto le coperte.
Sperai in sogni tranquilli. Sperai di sognare mio figlio.
Sprofondai nel cuscino.

Guisgard 14-06-2011 05.05.18

Il paese era deserto ed avvolto da una malinconica ed angosciante foschia.
I monti circostanti, dentro i quali, come una conca, quel luogo sembrava essere sprofondato, apparivano simili ad una grande gabbia, una prigione, oltre la quale non era possibile fuggire.
Melisendra camminava per quelle silenziose ed umide stradine, avvertendone l’inquieta ed innaturale solitudine.
I suoi piedi nudi sembravano come scivolare sulle pietre levigate e bagnate della stradina.
Gunse così presso un ponte, sul quale vi erano due uomini anziani.
“Non avrebbero dovuto costruire il paese su questo fiume...” disse uno dei due all’altro “... se straripa sarà la fine per tutti noi...”
Melisendra passò oltre, fino a ritrovarsi in una piccola piazzetta, sulla quale sorgeva la modesta chiesetta del posto.
La ragazza si avvicinò alla porta, ma una monaca le impedì di procedere oltre.
“Questa messa” spiegò la monaca “è per i defunti… domattina sarà celebrata quella ordinaria.”
Ad un tratto la campana suonò e la monaca svanì nel nulla.
“Presto, si stanno battendo!” Gridò qualcuno dal campanile della chiesa. “Correte, c’è anche il Cavaliere del Gufo.”
Melisendra cercò di raggiungere il luogo del duello, ma finì per perdersi tra le stradine del paese.
Ad un tratto udì dei canti e qualcuno che recitava una litania.
Un attimo dopo vide passare una processione per la festività di Sant’Antonio.
Dietro il santo, portato in spalla da alcuni devoti, vi erano dei fanciulli con il capo coperto da veli.
Uno di questi alzò la testa e fissò Melisendra.
Era Uriel ed aveva gli occhi consumati dal pianto.
“Quel cavaliere sembrava invincibile…” mormorò qualcuno nella processione “... eppure è stato sconfitto…”
Melisendra allora si voltò di nuovo verso la statua del santo, ma, incredibilmente, non c’era più l’immagine di Sant’Antonio.
Al suo posto, adagiata su un carro, vi era una bara.

Il lieve chiarore penetrò nella stanza, sfiorando il viso di Melisendra.
La ragazza si svegliò dolcemente, senza sussulti.
Ma un attimo dopo l’inquietudine per quel misterioso sogno cominciò a farsi strada dentro di sé.

Guisgard 14-06-2011 05.16.20

Aperta la porta, Talia si ritrovò davanti ad un lungo corridoio.
Dall’altra parte, ad attenderla, c’era Shezan.
Questi salutò con un inchino la Granduchessa di Capomazda e la invitò a seguirlo.
Scesero una lunga e larga rampa di scale, ritrovandosi così in una vasta sala illuminata da ampie vetrata che salivano fino al soffitto a volta.
Shezan condusse poi Talia fuori dal palazzo, verso il verziere.
Qui, al centro, si trovava un ampio padiglione costruito tra quattro robusti olmi, sotto il quale si trovava, intenta a leggere un libro, una donna di straordinaria bellezza.
L’eunuco accompagnò Talia a quel padiglione, mentre varie persone, fanciulli ed adulti, apparivano tra gli alberi e le piante di quel giardino.
Ovunque nell’aria vi era una dolce e sognante melodia, accompagnata da diverse voci che recitavano ed interpretavano versi e rime di gusto amoroso.
“Milady, lady Talia è qui…” disse Shezan alla donna del padiglione.
“Benvenuta al Palazzo dell’Amorosa Gioia, milady.” Voltandosi lady Layla. “Spero che la stanza sia stata di vostro gradimento.”
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Guisgard 14-06-2011 05.19.48

Finiwell e Cavaliere25 avevano visto il potente esercito di Gouf accampato ai margini del bosco.
“Lasciamo perdere quella donna” disse Finiwell “e fiondiamoci a Capomazda ad avvertire gli altri su ciò che abbiamo appena visto!”
E dopo una rapida cavalcata i due giunsero a Capomazda.
Era ormai giorno ma, arrivati in caserma, non trovarono il capitano Monteguard.
“Ora si trova al palazzo ducale.” Spiegò un soldato. “Credo sia stato ricevuto da sua signoria.”
“Allora ci recheremo anche noi là!” Fece Finiwell. “Andiamo, ragazzo!” Rivolgendosi a Cavaliere25.

Talia 14-06-2011 11.37.36

Seguii Shezan giù per la rampa di scale e poi attraverso quella sala, dalla quale uscimmo in giardino... tutto lì era sorprendentemente candido, luminoso, arioso...
Quando giungemmo in prossimità di quel padiglione iniziai a vedere molte persone affacciarsi e fare capolino tra la vegetazione, mi parve che tutti guardassero me e Shezan con curiosità, ma evitai di ricambiare i loro sguardi, tenendo il mio fermamente fisso sulla donna che stava seduta sotto l’ampio pergolato.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 32209)
“Milady, lady Talia è qui…” disse Shezan alla donna del padiglione.
“Benvenuta al Palazzo dell’Amorosa Gioia, milady.” Voltandosi lady Layla. “Spero che la stanza sia stata di vostro gradimento.”

Accennai un minuscolo e delicato inchino...
“La vostra accoglienza, mia signora, è deliziosa e impeccabile!” dissi gentilmente “Shezan si è, molto cortesemente, messo a mia disposizione e mi ha offerto abiti e gioielli degni delle corti dei più grandi Imperatori...”
Feci una piccola pausa, restando per un momento a studiare la donna di fronte a me...
“Tuttavia...” soggiunsi poi, mentre il mio sguardo si faceva più scuro e profondo “Egli mi ha invece negato ciò che più desidero. L’unica cosa che desidero, anzi. Egli dice, cioè, di non potermi fornire nessun tipo di risposta. Perciò sono a chiedere a voi, milady, ciò che già, invano, domandai a lui: notizie di mio marito!”

cavaliere25 14-06-2011 16.47.52

Va bene dissi a Finiwell speriamo che resti li il capitano non dobbiamo perdere tempo dobbiamo avvertirlo subito di cio che sta accadendo e dobbiamo prepararci alla battaglia

Lady Dafne 14-06-2011 17.52.46

Approfittando della confusione provocata dalle risa dei cavalieri ed essendosi allontanati i cani, scattai su veloce dal nascondiglio e corsi via più veloce che potevo. Mentre fuggivo pregavo Dio di risparmiare il buon Zimail dalle fauci di quei terribili cani. Sapevo di non essere troppo lontana dal paesino che avevo lasciato poche ore prima.
Vi arrivai all'ora del tramonto, stanca e senza fiato ma sana e salva. Non pensai a riposarmi, corsi subito a casa di Zimail dove c'era Hubert, ma non entrai. Lasciai il sacchetto con le erbe medicinali sulla siglia e diedi due colpi alla porta. Non aspettai che aprissero, speravo che la vecchia fantesca sapesse come preparare la medicina per il bambino.
Corsi via verso l'unica persona che avrebbe potuto salvare il vecchio, ero diretta a casa di Pasuan. Trovai la porta aperta, non ebbi tempo per meravigliarmi di ciò, pensai solo ad entrare. Mi diressi subito in camera del cavaliere, lui era lì pallido e smunto.
"Vieni presto! Alzati! Non c'è tempo da perdere! Mi devi seguire subito nel bosco, Zimail è in pericolo... Dio non voglia che sia già morto. Mi aveva accompagnato nel bosco per prendere delle erbe mediche per curare Hubert che è molto malato. Siamo stati sorpresi da quattro cavalieri malvagi, avevano dei cani, Zimail per salvare me si è fatto scoprire da loro. I cani l'hanno inseguito.... Dio! Io... io... non so se è ancora vivo, sono dovuta fuggire e sono appena arrivata in paese".
Mi lanciai in ginocchio sul letto, mi allungai e riuscii a prendere la pesante spada che era stata appesa sul muro di testa. Mi avvicinai a Pasuan e senza che potesse dire nulla gli legai il fodero intorno alla vita poi gli presi il viso tra le mani:
"Vieni Pasuan, torna ad essere quello che eri! Io sarò i tuoi occhi, tu devi essere il braccio, il coraggio e la destrezza... io e te, assieme, ce la possiamo fare! Dobbiamo salvare Zimail! Lui ti ama come un figlio, ho visto come parlava di te, comportati ora come se lui fosse tuo padre!"

Morrigan 14-06-2011 18.36.07

Morrigan fu sbalzata fuori da quella visione con una violenza inusuale. Stringeva tra le mani il suo medaglione, e allora comprese perchè la testa aveva cominciato a pulsarle così dolorosamente. Stava cercando di spingere al massimo i poteri di quell'amuleto, anche oltre i comuni incantesimi che le erano stati insegnati. E quello strumento sembrava aver chiesto in cambio qualcosa, come compenso per quell'abuso. Si portò una mano alla tempia, e con l'altra si appoggiò ad un tavolo. La testa le girava. Cercò una sedia, vi si abbandonò. E lì, in quel silenzio perfetto della stanza, Morrigan chiuse gli occhi e cominciò a ragionare...

... quella donna... quella donna della visione... io l'ho già vista... Lancillotto... un bambino che sia come Lancillotto... ma è Guisgard!

I suoi occhi si spalancarono nel buio, facendosi di colpo attenti...

... si, adesso rammento! E' la visione che ho rubato a Guisgard, ecco dove ho visto quella donna! Rasyel, si chiama Rasyel... ed è la stessa Rasyel di cui abbiamo cercato notizie al convento... e... e...

Morrigan trattenne il fiato. Il resto del suo ragionamento aveva quasi bloccato la sua mente, come se il suo stesso intelletto avesse deciso di censurarsi... perchè quell'idea che stava per formulare era troppo grave e terribile per essere trasformata in coscienza e fatto...

...e Ardross... è il duca di cui ho visto il ritratto.. ed è... è il padre di Icarius! Oh, mio Dio!

Si nascose il volto tra le mani... non voleva nemmeno pensarci... "Per te non sarà mai come l’altro tuo figlio, vero?"... la voce di Rasyel le risuonava nella mente come se l'avesse udita davvero in quella stanza...

Oh, mio Dio! Allora... Icarius e Guisgard... e il ducato...

In quel momento fu colta da un profondo sgomento...

Che sto facendo? Che sto facendo? E soprattutto... perchè?

La testa cominciò a girarle, il petto a farle male... Guisgard era uno dei Taddei... ne aveva già avuto il sospetto, ma non ne aveva la certezza... gli occhi... i loro occhi... qualcosa che aveva notato e che l'aveva già fatta sobbalzare... ma poi aveva scacciato quell'idea dalla sua mente, bollandola come assurda e bizzarra... adesso non poteva più sfuggire a quelle domande: che cosa voleva Guisgard? E cosa cercava davvero lì, a Capomazda?

"Mio Dio... moriremo... moriremo tutti!" mormorò, mentre il fiato le veniva meno.

E con quel pensiero, gettò il capo indietro, chiuse gli occhi e decise di non pensare più a nulla. Avrebbe aspettato... se solo Ravus avesse fatto più in fretta!

Guisgard 14-06-2011 19.52.38

“Calmati ora!” Disse Pasuan a Dafne. “Perché vi siete avventurati nel bosco da soli? Una ragazza ed un vecchio! Che pazzia!” Scuotendo il capo. “Ora accompagnami alla stalla…”
Giunti alla stalla, i due montarono in sella al cavallo di Pasuan.
“Bene…” mormorò il cavaliere “… ora guidami tu, Dafne… indicami la strada esatta da seguire… e qualsiasi cosa accada resta sempre vicino a me!”
Un attimo dopo i due ragazzi galopparono verso il bosco.

Guisgard 14-06-2011 20.02.03

“Questo è quanto…” disse Monteguard rivolgendosi ad Izar e a Ravus “… ma sua signoria?” Chiese poi.
“E’ tutto il giorno che non si vede…” rispose Izar “… dal suo ritorno passa molto tempo in compagnia di quella ragazzina… ora a loro due si è unito anche sir Lho… e tutto questo mentre il ducato rischia di essere travolto dalla guerra…”
“E’ comprensibile, ha perso sua moglie…”
“La vita è fatta di priorità, capitano” replicò Izar “ed il ducato viene prima di tutto. Non dimentichiamo che lord Icarius è uno dei Taddei.”
“Dobbiamo pregare e confidare in Dio.” Intervenne Ravus.
Izar annuì.
“Ora devo tornare in caserma…” fece il capitano “… col vostro permesso, miei signori…”
“Anche io ho diverse cose da fare.” Gli fece eco Ravus.
Nella sala restò così solo Izar.
Poco dopo l’abate tornò nel suo studio, dove, con suo stupore, trovò qualcuno ad attenderlo.
“Lady Morrigan, che sorpresa…” disse il chierico “… a cosa devo questo piacere?”

Melisendra 14-06-2011 20.10.08

Rimasi a osservare il soffitto, stiracchiandomi pigramente.
Il sole filtrava dalla finestra, sfiorando il cuscino e riflettendosi nei bagliori dorati delle venature del legno. Mi rigirai, sprofondando il viso tra le coperte.
Rammentando quello strano sogno, però, una strana sensazione mi colse, come una specie di presagio. Cercai di scacciare quei timori, in fondo era stato solo un sogno.
Mi alzai e versai dell'acqua nel bacile e mi sciacquai il volto. La freschezza dell'acqua lavò via i cattivi pensieri e la paura. Non aveva senso avere paura. Il destino si sarebbe compiuto comunque, quindi la paura non mi sarebbe servita a niente.
Presi un vestito. Il meno sobrio che possedessi, di un allegro color ciliegia. Lo scopo era quello di non passare inosservata, sapevo che mi avrebbe osservata.
Mi coprii le spalle con uno scialle e uscii per le strade.
Mi diressi nuovamente verso il palazzo.
La giornata era davvero gradevole, come se il sole non dovesse mai tramontare sulla città, come se non ci fossero tenebre ad attenderla.
Affrettai il passo.

Morrigan 14-06-2011 20.19.13

Morrigan sobbalzò, udendo la voce di Ravus alle sue spalle. Si levò in piedi, cercò di assumere di nuovo l'aria ansiosa e sofferente che aveva simulato prima di entrare, ma non ci fu bisogno di impegnarsi molto, giacchè il forte dolore alle tempie arrecatole dalla visione le aveva già reso il colorito pallido e gli occhi stanchi.
Si voltò verso l'abate, giunse le mani e lo fissò con occhi agitati.

"Padre mio, ho bisogno del vostro pio consiglio in un'ora di grande bisogno!" disse in fretta, implorandolo con la voce e con lo sguardo al contempo "Vi prego di ascoltarmi, anche se l'ora è tarda... ho commesso un grande peccato..."

Guisgard 14-06-2011 20.36.06

La giornata era fresca ed un vento asciutto, gradevole e per niente forte, accarezzava le alte torri e le secolari mura della cittadella.
“Sei il solito racconta storie, Gavron!” Disse uno dei bambini del gruppo. “Tu non conosci nessun cavaliere!”
“Si, è un’altra delle sue fandonie!” Rincarò la dose un altro di loro. “Ricordate quando raccontava di un drago che abitava la campagna dietro casa sua?”
“Si, diceva che dormiva da secoli dentro il pozzo accanto a casa sua!”
E tutti risero forte.
“Vi dico che non è una bugia!” Esclamò Gavron. “Conosco davvero un cavaliere!”
“Si, sir Lancillotto del Lagno!” Ridendo uno dei bambini.
“Questa si che è buona!”
“Siete solo degli sciocchi…” mormorò Gavron.
“Andiamo, ragazzi!” Disse il capobanda. “E’ inutile star qui con questo perdente! Andiamo a giocare dietro il convento!”
Tutti andarono via, tranne l’unica bambina del gruppo.
“Neanche ti mi credi, Redanya?”
“Davvero conosci un cavaliere?” Chiese la piccola.
“Si, ti giuro che è vero.” Rispose Gavron.
“Allora ti credo…” sorridendo lei “… ha una spada?”
“Certo!” Esclamò Gavron. “Ed è molto bella!”
“E una dama?”
“Beh, questo non lo so…” mormorò Gavron “… ma perché mi fai questa domanda?”
“Perché ogni cavaliere vero ha sempre una dama, per essere suo devoto campione e salvarla da ogni pericolo.”
“Beh, posso chiederglielo quando lo rivedrò…”
“Mi porti con te quando lo rivedrai?” Domandò la piccola Redanya.
“Non so…” scuotendo il capo Gavron “… è un tipo solitario…”
“Ah…” sospirò delusa la bambina.
Gavron la fissò.
“Massì, ti porterò con me!”
“Dici davvero, Gavron?”
“Si!”
“Oh, grazie!”
“Andiamo a cercarlo!” Prendendola per mano lui.
“Si, andiamo!” Rispose felice lei.
E i due bambini andarono in cerca del loro cavaliere.

Lady Dafne 14-06-2011 20.49.16

Mi sembrò quasi impossibile che Pasuan non opponesse resistenza alla mia richiesta di aiuto. Fino a quel momento, dopo l'incidente, aveva sempre gettato la spugna pinagendo sè stesso. Mi sembrò diverso, anzi no, mi sembrò il solito Pasuan, il cavaliere che avevo conosciuto molto tempo prima. Ma non andai oltre con i pensieri. Lo presi sottobraccio e lo condussi con passo deciso verso le scuderie. Salimmo sul suo cavallo
"Bene Pasuan, ora avanza deciso, non ci sono ostacoli davanti a te e il bosco dove dovremmo trovare Zimail è qui vicino. Ti guiderò io verso il sentiero".
Avanzammo, prima in modo titubante e poi sempre più veloci, arrivammo in prossimità del sentiero, poggiai le mie mani sugli avambracci di Pasuan. Se dovevamo andare a sinistra stringevo leggermente il braccio sinistro, e così per la destra. Fummo presto vicino al luogo dell'infausto incontro
"Ci siamo, siamo stati aggrediti qui. Non vedo nessuno qui intorno, nè i cavalieri, nè i cani, e nemmeno Zimail... dove sarà? Come starà? Pasuan... Pasuan! Vedo del sangue... molto sangue..." lo sconforto si sentiva tutto nel tono della mia voce "No!!! Io, io mi sento in colpa..." iniziai a piangere.

Melisendra 14-06-2011 21.05.53

Notai in fondo alla strada, vicino a una fontana, un gruppetto di bambini.
Ero assetata, quindi mi avvicinai per prendere un po' d'acqua.
Mentre raccoglievo l'acqua fresca nelle mani e mi dissetavo, udii quei discorsi infantili. Sorrisi e, mentre scrollavo le mani per asciugale, mormorai tra me e me: "Tutti i pozzi ospitano draghi..." Mi asciugai le labbra con un fazzolettino, mentre mi sembrava di sentire la voce di Uriel che parlava del suo drago.

Guisgard 15-06-2011 00.52.56

Una meravigliosa ed etera Luna brillava nel cielo di Capomazda.
Il suo pallido alone si rifletteva sulle antiche murature dei palazzi nobiliari, sui doccioni delle solenni chiese e sulla merlatura delle imponenti mura.
I discorsi di quei bambini avevano acceso, nel cuore di Melisendra, un vago senso di malinconia.
Una malinconia che sembrava mischiarsi alle indefinite sensazioni che portava con sé quella notte.
Di cosa si va in cerca durante la notte?
Probabilmente dei sogni.
I sogni che si celano e si confondono nel muto silenzio che avvolge lo scintillio del firmamento, o della vaga e sottile foschia che accarezza le lontane sagome dei monti dove luci remote segnalano luoghi dispersi in quell’incanto notturno.
I due bambini sembrarono svanire in una delle tante stradine laterali, impegnati com’erano a cercare il loro fantomatico cavaliere.
“Questa musica…” disse Redanya “… la senti?”
“Si, proviene dal boschetto!” Rispose Gavron. “Seguimi!”
“Buonasera, messere…” salutò il bambino fissando il robusto ramo dell’albero sul quale il novello Paride cantava alla Luna, argenteo pomo di desideri e sogni lontani.
“Ma tu non dormi mai?” Chiese il cavaliere smettendo di suonare.
“Ecco…” farfugliò Gavron “… la mia amica voleva conoscervi…”
Guisgard si voltò e fissò i due ragazzi.
Redanya lo guardò e sorrise.
“Salute, milord!” Inchinandosi.

Melisendra 15-06-2011 01.14.02

Avevo passato la giornata girando per la città, ascoltando le chiacchiere del mercato e cercando non so qualche segno della presenza di quel farabutto.
Senza in indugiare oltre mi diressi alla caserma. Forse Monteguard aveva scoperto qualcosa.
Una luna particolarmente grande e inquieta splendeva nel cielo, illuminando il mio cammino, mentre i fuochi brillavano sulle mura della città, lottando contro le tenebre.
Una del genere non andava sprecata. Avrei fatto bene a inoltrarmi nella foresta a cercare i miei spiriti protettori. Dall'incendio non mi avevano più cercata. Dovevo ricordare loro il nostro patto.
Entrai nella caserma e mi guardai attorno, cercando di scorgere Monteguard o uno dei suoi cavalieri.

Guisgard 15-06-2011 01.30.19

La caserma era silenziosa e solo poche sentinelle attraversavano il piccolo cortile adiacente alla poderosa struttura.
Tuttavia la stanza del capitano Monteguard era illuminata.
All’interno il capitano era alle prese con due dei suoi.
“Mi avete atteso all’uscita del palazzo ducale…” disse “… spero sia importante… novità su quella donna?”
“La donna ci è sfuggita, capitano, ma non per la sua abilità.” Cominciò Finiwell.
“Davvero? E per quale altro motivo?”
“Perché noi abbiamo desistito dall’inseguirla.”
“Vi avevo dato ordini precisi. Dovevate catturare quella donna.”
“Capitano, quando ascolterete ciò che abbiamo da dirvi, comprenderete il motivo della nostra decisione.”
“Un corno!” Gli ordini vanno sempre eseguiti!” Esclamò il capitano. “Fortuna per voi che quella donna non potrà più nuocerci!”
“Perché mai?”
“Perché è morta!”
“E chi l’ha uccisa?”
“Bella domanda…” fissandolo Monteguard “… avanti, ditemi cosa vi ha fatto rinunciare all’inseguimento.”
“Capitano… l’esercito di Cimarow ci ha stretto in una morsa… ormai tutte e due le grandi arterie del ducato, il passo Delle Cinque Vie e lo Stretto di Saggesia, sono nelle mani dei nostri nemici… un vasto e temibile esercito è accampato a poche miglia al di qua del confine… credo che presto verranno ad assediarci…”
“Ne siete certi?”
“Abbiamo visto con i nostri stessi occhi…” annuendo Finiwell “… io e Cavaliere25 siamo rimasti sconvolti da quella immagine…”
“Va bene… andate a riposarvi un pò… ci aspettano giorni difficili… andate.”
Finiwell e Cavaliere25 salutarono ed uscirono dalla stanza.

Melisendra 15-06-2011 01.52.33

"Buonasera, Capitano." Dissi comparendo sulla porta. Avevo ascoltato a sufficienza.
"Nessuna notizia utile, vero?" Accennai con una punta di delusione.
Trassi un profondo sospiro.
"Solo due giorni..." mormorai nuovamente preoccupata. Feci per andarmene, ma mi soffermai. "Suppongo dovrò attingere ad altre fonti..."
Mi avvolsi nello scialle e accennai un saluto col capo, quindi mi affrettai verso l'uscita, lasciando che mormorassero pure alle mie spalle.
Una volta raggiunti i giardini del palazzo mi soffermai in attesa. Nemmeno un alito di vento. Osservai meglio il cielo e le fronde degli alberi. Niente.
"Dove siete?" sussurrai. "Ho bisogno di voi... mostratemi il cammino..."
Attesi che si manifestassero. Non potevano essere lontani. Una torcia tremò come stuzzicata da un vento invisibile.
Mi sedetti sull'erba, in attesa di qualcosa.

Guisgard 15-06-2011 01.54.55

“Smettila di piangere, Dafne!” Disse Pasuan. “Ora scendiamo da cavallo e portami vicino a quelle tracce di sangue.”
E controllate quelle tracce, Pasuan restò a sentire il vento.
“Siamo controvento…” mormorò “… perciò sarà complicato cercare di capire la direzione presa da Zimail…” prese un pegno di terreno e lo strinse “… montiamo in sella e seguiamo il sentiero… Zimail è abbastanza esperto da sapere che in queste zone seguire il sentiero è l’unico modo per non perdersi…”
Ripresero allora il cammino, senza mai allontanarsi dal sentiero.
Percorsero alcune miglia, fino a ritrovarsi davanti ad un bivio.
Una grande quercia divideva in due il sentiero.
Il lato destro era polveroso e scosceso, mentre quello di sinistra appariva melmoso e stretto.
Pasuan chiese a Dafne di descrivergli le due parti del sentiero e dopo le parole della ragazza scelse quale strada prendere.
“Seguiremo il lato di destra…” disse “… la melma è pericolosa, perché può sempre celare pericoli… se finissimo in una palude o nelle sabbie mobili sarebbe la fine.”
Presero dunque il sentiero di destra e dopo un pò si ritrovarono davanti ad una piccola cappelletta di gusto bretone, nella quale era raffigurata Santa Agnese.
Ai piedi di questa vi era una giovane donna che piangeva e si disperava.

Guisgard 15-06-2011 02.05.13

La Luna invadeva con la sua luce buona parte dei giardini, disegnando tra gli alberi e le statue indefiniti ed enigmatici giochi di luci ed ombre.
Ad un tratto un’ombra si allungò alle sue spalle, deformandosi una volta raggiunti i gradini dove era seduta Melisendra.
“Notti come queste sono davvero insopportabili…” disse Izar giungendo alle spalle della ragazza “… nulla sembra rispondere alle nostre preoccupazioni, ai nostri timori… il capitano Monteguard mi ha raccontato ogni cosa… la morte di sir Cimarow e l’imminente attacco guidato dal terribile Cavaliere del Gufo… a volte vago tra i meandri di questo palazzo, in cerca neanche io so di cosa… vorrei che lord Rauger fosse qui… dopo la sua morte Capomazda ha vissuto solo inquietudini… a volte temo che questa prova da superare sia troppo grande per noi… vi prego, milady, parlatemi dell’ultimatum… cosa accadrà se il Gufo non avrà avuto il nome di colui che ha ucciso la sua fedele guerriera? Voi siete stata in quel castello e sicuramente avrete avuto modo di studiarne i comportamenti e l'indole... pensate sia possibile trattare con lui? Offrendogli oro per sé e per i suoi?”

Melisendra 15-06-2011 02.31.08

Mi voltai non appena vidi quell'ombra. E riconobbi quell'uomo.
Mi domandai se avesse capito quello che stavo facendo, ma non parve dare importanza alle mie parole, anche se le avesse udite.
Lo ascoltai attentamente.
"Posso dirvi che non vuole ricchezze per sè, ma solo per ricompensare la lealtà dei suoi uomini. I quali gli sono davvero fedeli fino alla morte. Per se stesso vuole solo l'assassino della sua più cara e fedele amica."
Tacqui un istante. Osservando le ombre.
"Se non otterrà ciò che vuole distruggerà la città. Non ci sarà pietà."
Nulla, niente che mi facesse indovinare la loro presenza.
"Piuttosto sono preoccupata del suo alleato, se così possiamo chiamarlo, visto che si ucciderebbero a vicenda con grande soddisfazione... mi riferisco a Sir Ivan de Saint Roche. Ha l'aria di una volpe astuta ed è un uomo infido. Sir Gouf sarebbe più che lieto di lanciarsi su di lui con la ferocia di un mastino."
Smisi di concentrarmi sugli incerti profili degli alberi e mi voltai verso il mio interlocutore.
"Bisogna trovare quell'uomo. Mi spiace dirlo, ma è uno scambio quasi generoso, considerando l'indole del Cavaliere del Gufo. La vita di un solo uomo potrebbe salvarne molte..." Poi mi scossi. "Come sta il caro Ravus? Ha già iniziato a pregare per la mia anima quando ha saputo del mio ritorno?" sorrisi ironica.
Il vento mi agitò le vesti e mi scompigliò i capelli. Forse qualcosa si muoveva. Forse non erano troppo lontani. I miei sensi li sentivano.

Guisgard 15-06-2011 02.45.15

Izar sorrise.
“Il buon Ravus sta pregando per tutti noi, milady…” disse “… e Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno…”

“Melisendra…” sussurrò la sua voce “... Melisendra...”

“Uno scambio equo dite…” continuò Izar “… sarò sincero… in tutta questa storia non riesco più a comprendere dove sia la ragione e dove il torto… e forse non troveremo mai l’assassino di quella donna… forse si nasconde, forse è già fuggito chissà dove…”

“Non puoi celarti ai miei occhi…” di nuovo la sua voce “…ti vedo… ti sento... non puoi evocare nessuno… perché nessuno ti salverà...” la sua delirante risata “… io posso leggerti nel cuore… e scoprire ogni tuo segreto… avverto la tua paura… sento l’odore della tua anima in pena...” queste ultime parole dell’oscuro signore echeggiarono fino all’ossessione nella sua mente.

“Perdonatemi, milady…” quasi incuriosito Izar “… ma sembrate celare, nelle vostre parole, una sorta di fatale ed inesorabile ammirazione verso quell’uomo… del resto è un assassino… un feroce assassino… eppure, in voi avverto rispetto verso quel temibile cavaliere…” sorrise di nuovo “… ma si sa, un filosofo come me cerca di leggere nel cuore degli uomini, nella speranza di comprendere il motivo delle azioni che poi, inesorabilmente, portano drammi e tragedie in questo mondo… perdonatemi se sono stato indiscreto ed invadente…” si alzò dai gradini “… ora mi ritiro… buonanotte, milady…”
Ed andò via.

Guisgard 15-06-2011 02.53.03

Ravus annuì e fece segno a Morrigan di inginocchiarsi per la confessione.

“Monsignore…” disse Rasyel scostando il velo dal suo volto “... forse ho peccato nell’ innamorarmi di lui, ma credetemi non ho potuto fare altrimenti...”
“Milady…” scuotendo il capo Ravus “... il nostro cuore va ammansito, educato a quelli che sono i precetti della Fede...”
“Credete sia possibile imporre la nostra volontà al cuore?”
“Mia signora, siete una donna tanto bella quanto colta... questo non è un poema, o un romanzo cavalleresco... in ballo non vi è solamente un tradimento matrimoniale, ma la sicurezza dell’intero ducato…”
“Tradimento?” Lo interruppe lei. “Non è giusto definire così i miei sentimenti...”
“Ragionate, in nome di Dio…”
“Si, Dio!” Esclamò Lei. “E’ stato Dio a donarmi quest’amore! Prima ero morta e con esso sono tornata a vivere! Ero spenta e la sua luce ha riacceso in me la vita! Questo per me è un miracolo! Un dono di Dio! Non vi è male in tutto ciò!”
“E sua moglie, milady?” Chiese quasi indispettito Ravus. “Anch’ella lo ama! E forse non meno di voi! E’ dunque destinata a soffrire? Soffrire come tutti noi? Perché da questa storia nascerà solo dolore e rovina!”
“Vi sbagliate…” sospirò lei chinando il capo “…non può amarlo come lo amo io… nessuna a questo mondo potrebbe...”

Di nuovo una visione aveva attraversato il cuore di Morrigan.
“Vi ascolto, milady…” aggiunse il chierico alla ragazza “… parlatemi del vostro peccato che tanto vi tormenta…”

Melisendra 15-06-2011 03.07.10

"Certe volte stento a capire io stessa il significato delle mie azioni..." risposi distrattamente, mentre quella voce mi riecheggiava nella testa.
"Buonanotte, milord..." camuffai il mio malessere evitando lo sguardo di Izar.
Mi alzai e mi incamminai verso gli alberi, per celarmi alla vista di chi sarebbe potuto sopraggiungere dai gradini.
"Vieni, allora..." mormorai, certa che mi stava sentendo. "In memoria dei vecchi tempi..."
Respirai a fondo.
"So che siete qui! Mostratevi!" ordinai agli spiriti. Poco dopo si alzò il vento che ben conoscevo. Lo seguii, percependo il loro richiamo nel movimento delle fronde degli alberi e scorgendo qualche ombra guizzante.
Potevo solo mettere un passo davanti all'altro, fiduciosa.

Guisgard 15-06-2011 03.19.08

Ombre.
Inquiete immagini forse provenienti da un oscuro mondo remoto, o forse solo da noi stessi.
Melisendra osservava gli alberi ondeggiare a quel leggero soffio della notte, per poi, d’improvviso, arrestarsi fino all’immobilità
L’incantatrice ben conosceva quelle sensazioni.
Erano lì.
Svanita la voce e la presenza dell’antico nemico, ora la ragazza avvertiva di nuovo la loro presenza.
L’acqua di una delle monumentali fontane del verziere s’increspò e la Luna parve assumere una luce sconosciuta.
Ora poteva chiedere.
Chiedere ciò che le occorreva.
Loro avrebbero ascoltato la sua voce.

Melisendra 15-06-2011 03.37.39

"Sapete cosa mi occorre..." dissi loro. "Se non lo troveremo, gli dirò la verità e consegnerò me stessa. In fondo sono stata io a causare la morte di quella sciocca." Era una delle possibilità che stavo prendendo in considerazione. Almeno per temporeggiare.
Mi sdraiai nell'erba, per meglio sentirne la forza e attingerne.
Poi un vento improvviso si levò, come se avesse voluto spazzarmi via. Mi alzai, stringendo lo scialle intorno al corpo. Era un vento insolitamente insistente.
"Non fate scherzi..."li ammonii. "Dove accidenti mi state portando?" domandai n po' seccata.

Guisgard 15-06-2011 03.49.02

Il vento.
Fu un istante.
Quasi a scuotere l’incanto della notte.
Poi quel sibilo svanì nello stesso modo in cui era giunto.
Ma lasciò un eco.
Una melodia.
Malinconica, inquieta che sembrava sorgere dal vibrare delle foglie degli alberi e dai riflessi che la Luna lasciava sui fiori del verziere.
Quel suono proveniva dall’altra parte del giardino.
Da una figura adagiata sotto una delle marmoree statue che adornavano quel luogo.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 21.40.50.

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