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"Io..." dissi mordendomi il labbro e finendo di sbottonargli la camicia.
Cosa volevo dirgli? Quel corpo era stupendo e non sembrava neanche scalfito. "Sei veramente un angelo..." dissi guardandolo e sospirando nel sentirlo slacciare il mio reggiseno. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Il vecchio ci fece entrare nella sua dimora, arredata con il minimo indispensabile. Quello che però non mancava erano i libri, tanto che anche Lance lo notò.
La storia sulla poesia mi incuriosì. "Mi dica, di quale poesia si tratta? E soprattutto, lei chi è veramente?" Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
“Chissà...” disse piano Castel mentre sganciava il reggiseno di Diahnne “... forse lo sono davvero...” facendolo scivolare via e liberando i bei seni di lei, che poi cominciò ad accarezzare delicatamente.
Accarezzandoli tutti, più e più volte. Dolci e sensuali carezze che portavano quei seni ad essere tutti racchiusi nelle virili mani di lui. Carezze che dovevano portare Diahnne ad una calda eccitazione, strappandole lunghi sospiri e lenti gemiti. |
Il vecchio cominciò a preparare del tè.
Teiera e tazze erano fatte di corteccia essiccata di alberi, resa poi impermeabile con un velo di resina raccolta dai tronchi. “Chi sono io...” disse fissando Jennifer “... solo un vecchio che ama la solitudine... la poesia è invece un bleve sclitto che conselvo dalla mia giovinezza... e palla ploplio di una coppia molto simile a voi due... elano in fuga a causa del lolo Amole... e voi invece? Pelchè fuggite? Per Amole anche voi?” |
Ricambiai la sua perplessità.
"Ho partecipato a qualsiasi parte di questa enorme impresa ribelle, fin'ora, e non manco proprio nel momento saliente" ribattei io, convinta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
No, il mondo non esisteva più mentre le nostre labbra diventavano un tutt'uno.
Lì, in quell'inferno che era la nostra vita più che mai, ma era sempre stato così... sempre. Ogni volta che vivevamo una delle nostre notti uniche, proibite e incredibili, il mondo scompariva. Restavamo solo noi, i nostri sospiri, i nostri sogni, i nostri giochi, i nostri gemiti. Tutto il resto aveva la decenza di scomparire, e a noi non importava nulla, perchè esistevamo solo noi, la nostra intesa, il nostro meraviglioso legame, il nostro amore. Noi che ci incontravamo notte dopo notte, di nascosto da tutto e tutti, dalla squadra, dalla stampa, dal possibile scandalo. Non volevamo nessuno che ficcasse il naso nella nostra intimità, era bella proprio perchè era solo nostra, e nessuno mai l'avrebbe rovinata intromettendosi. E lì, in quelle rocce che odoravano di plasma e morte, il contrasto col nostro amore era ancora più evidente, forte, intenso. Continuavo a baciarlo intensamente, perchè era tutto ciò che volevo dal mondo in quel momento. E sì, mi aveva distrutto pezzo per pezzo, mi aveva tradito. Magari l'avrebbe fatto ancora, magari avrebbe di nuovo preso il mio cuore, e spezzettato piano, con cura, in mille pezzi, distruggendomi ancora e ancora. Ma prima l'avrebbe fatto battere forte, gli avrebbe fatto conoscere una felicità così intensa e forte, che non a tutti è concessa. Anzi, solo a noi. Quella felicità che si nascondeva nei suoi occhi, il mio cruccio, perchè tutte lo volevano, tutte le sbavavano dietro, e io impazzivo. Ma era mio, solo mio, e io ero la donna più felice del mondo. Persino la paura di farmi di nuovo male scompariva davanti a quello. Perché ne valeva la pena, valeva la pena rischiare ancora, donargli ancora il mio cuore, perchè ne facesse ciò che voleva. Dopotutto... era suo. Solo suo. Come me. Tutto questo era racchiuso in quei baci unici, intensi a appassionati. E fosse stato per me l'avrei amato lì, in mezzo a quelle rocce, e poco mi importava del resto del mondo. "Vinciamo questo gioco..." sussurrai, eccitata e persa, sulle sue labbra "insieme..." guardandolo negli occhi "Non mi importa di nulla, non voglio separarmi da te mai più...". |
Quelle mani.
Dio! Quanto mi piacevano. Adoravo sentirle su di me e quanto toccò i miei seni, mi sentì vibrare tutti i muscoli del corpo. Gemetti appena, sentendo solo dopo le sue parole nella mia testa. "Sei un bell'angelo..." dissi sorridendo e passando le mani fra i suoi capelli. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
"No... Risposi al vecchietto " Noi, scappiamo per sfuggire alla miseria umana e alla sua bestialità... "
Il thè che ci aveva offerto era buonissimo e, mentre lo sorseggiavo, cercai di saperne di più sul suo conto. " Per me e mio marito ci sarà il lieto fine, stia tranquillo. Ma per quale motivo non vuole dirci chi è lei veramente?" Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
“Cocciuta...” disse Elv scuotendo la testa “... e sia... tanto non riuscirei mai a farti cambiare idea... ma ti avverto... dovrai fare tutto ciò che ti dirò... niente colpi di testa, ok? Sennò sappi che non ho paura di sculacciare una ragazza.”
“Avrete il vantaggio di muovervi senza un sensorphone che tradisce la vostra posizione...” uno degli assistenti “... a differenza delle prede...” |
“Allora cerchiamo di restare vivi...” disse Best con Elise fra le braccia “... dobbiamo fuggire via... ora... la corsa di questo dannato gioco è ancora lunga...”
Così la portò al suo aeroscafo. Salirono a bordo e lui accese il motore, ma il veicolo non partiva. “Che diavolo succede?” Nervoso Best. |
Quei momenti erano sempre più caldi, più eccitanti.
Castel continuava a toccare, ad accarezzare i seni di Diahnne. E lo faceva con dolcezza mista a sensualità, strappando sospiri e gemiti alla ragazza. Allora si chinò sul petto di lei, raggiungendone uno con la bocca. Cominciò così a succhiarle il capezzolo, piano, a lungo, giocandoci con la lingua fino a renderlo turgido. |
Il vecchietto sorrise a Jennifer.
“Me lo augulo pel voi.” Disse annuendo. “Ma è difficile.” “Come fate a dirlo?” Lance. “Pelchè nella poesia i due muoiono.” Rispose il vecchietto. “Quanto al mio nome... visto siete così culiosi allola ve lo livelelò... sono Nakakata.” |
"Hey, vedi di stare al tuo posto, tu" ridendo con un'espressione fintamente indignata con un buffetto scherzoso sul suo braccio "E io, in quel caso, non avrei paura di prenderti di nuovo a cazzotti, quindi cerchiamo di trovare un compromesso" ancora ridendo.
"E poi, non mi sembra di averti creato problemi, fin'ora, anzi, quindi non puoi lamentarti" con aria altezzosa. Poi ascoltai un assistente ed annuii. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quello non poteva essere definito un gioco, non poteva essere definito in nessun modo se non "divino".
Portai indietro la testa, quando lui posò la sua bocca su uno dei miei seni, saggiando il capezzolo e facendomi gemere. Mi sentivo calda ed eccitata e lo volevo. "Castiel..." gemevo il suo nome, mentre le mie mani non la smettevano di carezzare e tirare quei capelli così neri. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
"Noi non siamo usciti da quella poesia!" esclamai stizzita "Siamo persone, persone umane che hanno bisogno di fuggire... Dobbiamo attraversare quei maledetti gironi e restare vivi... Mi dica, signor Nakakata, lei conosce un modo sicuro per andare via da qui?"
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Lo strinsi forte a me, guardandolo negli occhi con aria sognante.
"Oh sì.." sorrisi "Siamo o non siamo i due migliori piloti di Redemptio?" facendogli l'occhiolino. Se c'era qualcuno che poteva farcela in questa impresa impossibile, eravamo noi. Lo seguii all'aeroscafo, che però non partiva. "Non lo so.." scuotendo la testa "Ma con quello che ci è costato il mio nuovo aeroscafo, sarà il caso che funzioni.. vado a controllare...". Cercai di utilizare il monitor di bordo per capire quale fosse il problema. |
“Il compromesso è facile...” disse ridendo Elv a Kara “... io do gli ordini e tu da brava obbedisci.” Facendole l'occhiolino.
Poi Doc mise sul tavolo una mappa di Redemptio e dei suoi gironi. “C'è un solo punto in cui si possono far fuggire le prede...” spiegò “... qui... all'ingresso del terzo girone... quello dei credenti...” indicandolo sulla cartina. |
Più Diahnne gemeva, più Castel continuava.
La sua bocca giocava e tormentava ora un capezzolo ora l'altro, facendo impazzire la ragazza. Succhiava con devozione, alternando giochi di lingua caldi ed umidi. E mentre la sua bocca succhiava, le sue mani non restavano ferme, stringendo quei seni con virile desiderio. |
“Eppule avete gli stessi nomi della poesia...” disse Nakakata.
“Ossia?” Lance. “Lance e Jennifel, no?” “Chi siete voi...” fissandolo stupito Lance. “Solo un vecchio che ama la solitudine.” “Siete un ipnotizzatore forse?” Mormorò Lance. Nakakata rise. “Uscile da qui?” Rivolto poi a Jennifer. “Chi vi è giunto plima di voi è andato via nel solo modo possibile.. molile...” |
Elise andò a controllare il motore dell'aeroscafo, accorgendosi che era stato manomesso.
Qualcuno aveva strappato i cavi che davano l'energia. |
Ero già all'estasi, sentendo la sua bocca che prima torturava un seno e poi l'altro. Quelle mani mi mandavano letteralmente su di giri.
Mi lasciai coccolare dalle sue labbra e la sua lingua, desiderando di più. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Quel maledetto vecchiaccio cominciava ad inquietarmi parecchio.
Come diavolo fa a conoscere i nostri nomi? "Lance, ti prego..." rivolta a mio marito "andiamo via di qui... Pensavo che quest'uomo avrebbe potuto aiutarci, ma evidentemente mi sbagliavo..." Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Lo guardai con lo sguardo ridotto a due fessure, poi sbuffai roteando gli occhi.
Certo, tesoro, contaci... Guardai poi la mappa. "E c'è un modo per arrivarci, al terzo girone?" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Hanno manomesso l'aeroscafo... e ti pareva!" alzando gli occhi al cielo "Maledetti Atei.." sbuffando.
Mi voltai verso Best. "Pensi che sia recuperabile?" mostrandogli il danno sul monitor "Altrimenti dovremo continuare a piedi...". |
Allora Castel, senza smettere di giocare con i seni di Diahnne, cominciò a far scivolare le mani lungo il vestito di lei, infilando le dita sotto la gonna, cercando e trovando le sue gambe nude.
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“Ho due blandine di là...” disse Nakakata ignorando le parole di Jennifer “... dovleste riposale...”
“Forse ha ragione, amore...” Lance a sua moglie “... riprendendo il cammino così stanchi non faremo molta strada... su, andiamo a stenderci un po'...” accarezzandole il viso “... sei stanca, te lo leggo in faccia...” baciandola piano sulle labbra. |
“Una galleria...” disse Doc a Kara “... lunga circa otto chilometri... vi porterà direttamente al punto in cui prelevare le prede.”
“Ammesso siano vive...” Elv. “Suvvia, un po' di ottimismo!” Esclamò il vecchio. “Ora preparatevi... il Tempo stringe...” |
Quel toccare con le mani così calde... Mi dava i brividi e quasi mi vergognavo a desiderarlo così tanto.
Ma intanto ero lì, seduta sulle sue gambe, a seni scoperti e cuore aperto, aperto come non era mai stato. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Mmm... Sembrava quasi facile... Una semplice galleria, seppur lunga otto chilometri?
Bah, speravo ne uscissimo, se non illesi, almeno tutti interi... L'ottimismo di Elv poi non aiutava, mamma mia... Annuii a Doc e guardai Elv. "Dai, andiamo, guerrigliero..." lo apostrofai sarcasticamente, prendendogli la mano Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Manomesso...” saltando già Best dall'abitacolo “... fino a pochi minuti fa era tutto in ordine...” guardando il motore ormai fuori uso “... significa che qualcuno è nei paraggi, Elise... dobbiamo muoverci...”
Ma la ferita alla coscia di Elise cominciava a sanguinare e a farle male. |
La scena era sexy da morire.
Diahnne a petto nudo sulle gambe di Castel che assaporando i suoi seni con la bocca ora faceva scivolare le mani sotto la gonna di lei, arrivando a toccarle le gambe nude. Carezze sensuali e vogliose allora iniziarono sulle cosce della ragazza, fino a sfiorarle l'intimo. Tutto ciò senza smettere di succhiarle i capezzoli ormai duri e sporgenti. |
“Si, andiamo.” Disse Ev a Kara.
I due allora mano nella mano si recarono all'imbocco della galleria. Portarono con loro solo una torcia ed una pistola. “In bocca al lupo.” Doc. “Crepi.” Fece Elv. E si infilarono nella galleria. “Otto chilometri...” seccato lui, per poi accendere la torcia. Così i due giovani iniziarono la loro discese negli inferi. “Dimmi a cosa pensi?” Chiese Elv a Kara. |
Mi sentivo una regina, seduta sulle sue gambe, a gemere per quella bocca e quelle mani che ormai facevano parte di quel momento erotico.
Mi lasciai scappare ancora qualche gemito ed io inarcai la schiena, pressando appena il mio sesso con il suo e sentendone la virilità da sopra i pantaloni. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Vedevo che era teso e nervoso, mentre avanzavamo armati solo di una torcia ed era vagamente asfissiante e opprimente.
Solo vagamente. Ad un certo punto li guardai, illuminato solo fiocamente dalla torcia. "Che spero che quei due siano ancora vivi e che riusciamo a tirarli fuori da lì senza problemi, perchè mi servi tutto intero..." risposi, divertita, stringendo la sua mano. Era un modo più leggero per firgli che speravo absasse tutto bene, ma non volevo girare il coltello nella piaga, lui era già abbastanza nervoso e non volevo complicare le cose. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Sì, dobbiamo ammazzarlo prima di proseguire..." gemetti piano, rendendomi conto che la coscia cominciava a farmi male.
"Devo riuscire a sistemare questa ferita o ci rallenterà troppo..." stringendo i denti. |
Quel gesto inequivocabile.
Diahnne comincio a preme e strofinarsi contro Castel, in una sorta di gioco, di massaggio proibito ed eccitante. Lui allora la prese la braccia e la baciò ancora. “Allora davvero non sei una bambina...” disse sulla bocca di lei, mentre la sua mano scivolò ancora fra le cosce di lei, fino a raggiungere il suo intimo. Infilò le dita affusolate ed esperte, arrivando a sfiorarla dove era più calda ed umida, facendola letteralmente impazzire. |
Elv si sforzò di sorridere a Kara.
“Tutto intero...” disse “... sembra una minaccia... cosa vuoi farmi fare? Il tuo autista personale per ripagarti il tempo sprecato quaggiù?” Divertito. Ma l'atmosfera non era affatto allegra. |
Best guardò la ferita di Elise.
“Si, certo...” disse sarcastico “... con la tua laurea in medicina...” prendendola in spalla “... avanti, andiamo...” con lei a cavalcioni sulla sua schiena. E proseguirono in quella galleria, fino a raggiungere, poco dopo, il secondo girone. |
Riuscii a strappargli un leggero sorriso, anche se si vedeva che era tirato e che lui non era affatto tranquillo.
Poi risi divertita. "Nah, non mi piace farmi scarrozzare in giro..." divertita. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Avevi ancora dubbi?" dissi vicino alle sue labbra e gemendo impaziente.
Sentii le sue mani percorrere le mie cosce. Sentii una sua mano raggiungere il mio intimo e infilarci dentro la mano ed ecco che il mio fiato si spezza, il mio corpo si irrigidisce e il mio cuore aumenta i battiti. Porto le labbra sulle sue, allora, facendogli sentire quanto lo desiderassi. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
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