![]() |
“E voi” disse Reddas al messo di Cimas “siete giunti fin qui per mostrarci una stupida collezione di teschi?” Con sguardo da sfida. “Credete forse di spaventarci con dei morti?”
“No...” rispose il messo “... poiché ben sapete che sono più temibili i vivi dei morti.” Con tono minaccioso. Rovolin allora si voltò indietro, dove vi erano Clio e Gwen. “Voi cosa pensate di tutto ciò?” Chiese al biondo capitano. |
Tutta quella situazione era surreale, e il messo aveva sicuramente ragione.
Poi Rovolin si rivolse ovviamente a Clio, ed io rimasi in silenzio ad ascoltare. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Guardai scioccata il cavaliere. Non tanto per la frase, speravo fosse uno scherzo, ma quanto per il suo gesto.
Il fatto di essere una ragazza spontanea, con la lingua sciolta e che non si fa problemi ad agire e pensare liberamente non implicava che fossi anche una giovane frivola. Quella vicinanza, quella confidenza che si era preso, temevo che mi avesse giudicata per come non ero. << Io invece si, non chiederei neanche la più piccola delle monete per restare qui. Ho visto tanti luoghi ma questo... Non so spiegarmelo, sento che ha toccato le corde del mio animo. Voi però giudicherete una sciocchezza le mie parole, ne sono certa...>> con un certo rammarico |
Osservai la scena attentamente, ci avrei scommesso che Reddas avrebbe preso la parola.
Almeno in quelle situazioni era utile la sua arroganza. Nascosi un sorrisetto compiaciuto e restai seria ed impassibile come sempre. Poi Rovolin si rivolse a me, allora spostai l'attenzione su di lui. "Credo che il loro signore dimentichi di chi lui è vassallo, milord!" con voce decisa. |
“Beh, allora potrete venirci tutte le volte che vorrete.” Disse Ehiss a Dacey, mentre cercava di aprire il cancello ormai bloccato dalla ruggine. “magari in compagnia di Pepino o di vostro zio, così nessuno potrà pensare male di voi.” Aprendo il cancello e facendo poi l'occhiolino alla ragazza.
|
A quelle parole di Clio, i messi si scambiarono un'occhiata eloquente.
“Lord Cimas” disse uno dei due “era vassallo di lord Anione. Oggi egli è defunto e nessuno siede sul seggio ducale.” “Io sono suo erede diretto.” Fece Rovolin. “Discendente, non erede.” Precisò il messo. “Riprendetevi i vostri teschi e tornate dal vostro padrone.” Con disprezzo Reddas. “Sono queste le vostre ultime parole?” Chiese il messo. “Si.” Annuì Reddas. “Le prossime le lascerò alla mia spada.” “Bene.” Mormorò il messo. I due spronarono i loro cavalli e andarono via, lasciando i teschi ai piedi dei cinque. “Hanno lasciato un dono...” Rovolin indicando i teschi “... damigella...” a Gwen “... mi spiace per questo spettacolo di così cattivo gusto...” |
Nella stanza entrò un individuo che a dir poco faceva ribrezzo. Non potevo credere di dover decidere le sorti del mio regno con un tipo del genere. Quando parlò, tirai un sospiro di sollievo... non era il Capitano, era qui solo per annunciarlo. Infatti, dietro di lui si materializzò una figura che pareva tirata fuori da un romanzo. Era un giovane coi capelli scuri e la pelle bianca a contrasto, con un viso bellissimo in cui spiccavano due occhi azzurri che brillavano come zaffiri. Era abbigliato con cura e aveva un portamento regale, nobile. Rimasi affascinata a guardarlo e, quando mi parlò, notai che anche la voce era in armonia con tutto il resto, bassa e profonda, e quelle poche parole che disse bastarono a farmi comprendere che mi trovavo dinanzi una persona colta, istruita.
"Si, sono io, Capitano... ho chiesto questo incontro a nome di Gaynor delle Flegee..." gli risposi togliendomi il cappuccio. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Non potei restare indifferente alle parole dei messi, che per essere dei semplici portavoce, che occupavano dunque una posizione neutrale, riflettevano fin troppo bene l'arroganza del loro mandante.
Poi andarono via ed io sorrisi piano a Rovolin. "Non preoccupatevi per me, Milord, davvero" dissi annuendo, con una mano sul suo braccio. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Osservai impassibile i messi, la loro arroganza era incredibile.
Eppure era perfettamente logico usare una situazione del genere a proprio vantaggio. Logico ma sleale. Anch'io avevo girato fedeltà a lord Anione, anche io ora faticavo a comprendere dove rivolgere la mia lealtà. Ma la verità era che non era all'uomo che si era fedeli, l'uomo, si sa, è mortale. No, io avevo giurato fedeltà alla terra, a Capomazda, e ai loro signori. Sperai soltanto che il prossimo arciduca fosse all'altezza del suo predecessore, ma di una cosa ero certa: non vi è Capomazda senza Taddei e quindi il prossimo arciduca avrebbe dovuto necessariamente avere il sangue di Ardea nelle vene. E avrei combattuto chiunque si fosse opposto. Cimas prima di chiunque altro. Di questo ne ero certa. Mi voltai verso Rovolin. "Come intendete procedere, milord?" Chiesi rispettosamente, mentre la mia mente già lavorava cercando un piano. L'unica cosa che mi veniva in mente ora era parlare con Gavan. |
L'uomo fissò Gaynor dopo essersi tolta il cappuccio.
“Una regina che governa un regno” disse avvicinandosi al tavolo e facendo segno a colui che era rimasto sulla soglia di portare da bere “naturalmente si serve di messaggere per i suoi piani.” Sedendosi. “Dunque... cosa propone la vostra signora? Spero qualcosa di interessante... per venire qui oggi ho rinunciato ad un duello sull'Isolotto di San Martino.” Rise di gusto. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 03.45.17. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli