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"Amore mio..." disse Guisgard prendendo le mani di Talia e baciandole "... mai ti mentii... se non quella volta all'abbazia per lasciarti al sicuro... questo che vedi, le terre, le ricchezze, il potere e la nobiltà, non sono altro che un dono di sua grazia il vescovo... quando fui riconosciuto innocente, egli volle riavervi tra i suoi fedeli. Ma non più come capitano della guardia... così mi nominò duca e mi assegnò questi feudi... ed inoltre mi chiese quale fosse il mio desiderio più grande... ed ecco perchè tu oggi sei qui tra le mie braccia..."
Sospirò quasi perdendosi nei suoi occhi ed aggiunse: "Ma se tu mi dicessi, anche in questo stesso momento, di rinunciare a tutto questo, sappi che io lo farò... tu sei l'unica cosa che voglio... padre Alwig mi racontò del perchè volevi sposare il conte di Borgogna... se prima avevi il mio cuore, ora anche la mia vita ti appartiene." Si voltò poi verso Elisabeth e disse: "Mia signora, non è ancora finito il vostro compito... verreste con noi a Capomagnus? Quella è la mia terra e lì vorrei unirmi in matrimonio con Talia. In quelle terre tutto mi parla di lei... ma questo" voltandosi verso Talia "solo se lo vuoi anche tu, vita mia." |
Gli sorrisi... poi mi strinsi a lui, rannicchiandomi tra le sue braccia, e sospirai.
"Portami dove vuoi!" mormorai "Non importa dove siamo, purché tu mi tenga con te, amore! Non voglio più restare senza di te, mai più!" |
"Si... accade questo, credo..." disse Mion prendendo la mano di Morrigan "... anche io, prima di te, non ho mai amato... e insieme stiamo imparando a conoscere le gioie del vero amore..."
Le sorrise, accarezzandole il volto come lei aveva fatto con lui. "Ti va di girare ancora un pò nella fiera, oppure vuoi che torniamo alla locanda, dove ho incaricato il giovane Cavaliere25 di procurarci gli anelli per stasera?" |
Guisgard allora prese la sua mano e la condusse sulla torre più alta del castello.
Il cielo era di un denso e vivo alone purpureo che si rifletteva sulle grandi e gonfie nuvole che vagavano verso Oriente. I colori di quel cielo sembravano disegnare singolari immagini su quelle nuvole, quasi ad assumere i contorni di città e regni lontani, posti al di là dei cieli. "Da piccolo" prese a dire Guisgard mentre fissava quel cielo avendo lei tra le braccia "immaginavo che quelle nuvole fossero lontani regni fatati... regni magici, incantati e meravigliosi come non si poteva nemmeno immaginare sulla Terra. E sognavo di diventare re di quei regni... ed allora cominciavo a pensare alla mia regina..." Respirò forte l'aria fresca che annunciava il crepuscolo. "Ora posso dirtelo, amore mio... quante notti ho passato ad attenderti... quante volte ho preferito la notte al giorno solo per incontrarti nei miei sogni... ed ora, come un dono dal cielo, ho avuto tutto ciò che ho sempre sognato... un regno, una regina e la felicità senza fine... domani saremo a Capomagnus e lì tutti i miei sogni si realizzeranno." |
Lei si passò un dito sul labbro per un istante, come indecisa, quindi si risolse e lo fissò con uno sguardo brillante.
"Andremo dal nostro amico, sono curiosa..." rispose "ma prima c'è una cosa che vorrei fare... mi aspetteresti qui soltanto un istante? Sarò immediatamente di ritorno!" Non gli lasciò nemmeno il tempo di replicare, perchè si allontanò tra la folla che animava la fiera, lasciandolo da solo. Andò svelta verso un banco che aveva osservato con attenzione per tutto quel tempo, senza farsi notare. Chiese al vanditore di venderle il suo nastro più prezioso, un nastro di seta bianca intracciato con fili d'oro, e poichè non aveva monete con cui pagarlo, gli diede in cambio un anello d'oro della sua cinta ed un sorriso. Quindi cercò un posto un po' riparato, e con le mani intrecciò le estremità del nastro in un nodo tanto elegante quanto impossibile da sciogliere, e mentre lo faceva, prese a recitare sommessamente una dolce richiesta di benedizione a tutti gli elementi della natura. Quando ebbe finito, sorrise soddisfatta e di gran corsa tornò da Mion, che ancora l'attendeva con un'espressione interrogativa sul volto. Lei gli sorrise come una bambina impaziente. "Una volta mi hai detto che il giorno in cui avessi perso la tua spada, allora avresti perso anche la tua vita. Io ti risposi che ciò non sarebbe mai accaduto, ma quando mi hai domandato il perchè delle mie parole, io non risposi... il perchè è semplice... io sono la tua spada, e la spada sta dove sta il suo padrone... e legando questo nastro alla sua impugnatura e insieme alla tua mano, tu non perderai mai nè me, nè lei, nè la tua vita" E lasciando scivolare davanti a sè la mano che aveva tenuto stretta dietro la schiena per tutto il tempo, depose nella mano di Mion la bella dragona che risplendeva di bagliori dorati nella luce del mattino. |
Rimasi per un poco in silenzio, osservando quel cielo con la testa appoggiata contro la sua spalla, assaporando quella sensazione, le sue parole, la sua vicinanza, il suono della sua voce...
"Domani saremo a Capomagnus..." dissi infine, sollevando la testa e posandogli un bacio sul mento "Ma i miei sogni già da stasera si sono realizzati!" |
Mion prese il bellissimo regalo di Morrigan e lo strinse fra le dita.
"E'... meraviglioso..." disse senza riuscire a smettere di guardare quel dono. "Cosa ho fatto, dimmi?" Chiese fissando con dolcezza Morrigan. "Cosa ho fatto per merirare tutto questo? Il tuo amore e questa grande felicità?" E la strinse forte, baciandola con ardore. I due innamorati allora si diressero verso la locanda. Ma durante la strada, Mion fissava continuamente Morrigan. Il suo volto era disteso, ma lo sguardo tradiva una sorta di inquietudine. "Sai, stavo pensando..." cominciò a dire "... o per meglio dire a chiedermi... il perchè sei qui ad attendere me... e non un altro... mi chiedevo perchè io sia così fortunato ad averti con me... so molto poco del tuo passato, amore mio... e vorrei invece conoscerlo, per condividere con te ogni cosa..." |
Il volto di Morrigan per un istante parve diventare triste, ma fu soltanto un'ombra di trasalimento passeggero.
"Il mio passato?" ripetè "Il mio passato è solo ombra, e quella notte, sotto i rami dei ciliegi, io credo di averti narrato tutto ciò che meritasse di essere mensionato. Per anni gli uomini li ho rifuggiti... una donna che scegliere di vivere in mezzo alla battaglia, di fare un mestiere da uomo, circondata dagli altri uomini, non ho molta scelta... devi diventare come loro, se vuoi ottenere il loro rispetto... cessare di pensare a te come una donna, iniziare a pensare a te come un soldato, come un qualsiasi membro di quella compagnia... non c'era posto per l'amore, non l'avrei mai permesso" Poi, guardandolo, si accorse di una vena di inquietudine che gli attraversava il viso. "Ma se c'è qualcosa, anche una piccola cosa, che possa generare in te dubbio o preoccupazione, io ti prego di dirmelo, perchè voglio che tutto sia limpido e chiaro prima di pronunciare i voti di questa sera!" |
Mion scosse il capo, come a volersi destare da quei pensieri e sorrise.
"Ti amo..." disse. E la baciò. "Ora andiamo a vedere i nostri anelli..." aggiunse "... quegli anelli che ci legheranno al medesimo destino..." E i due amnti tornarono alla locanda. |
La veloce carrozza correva nella foresta.
Ben nove neri cavalli sostenevano quella sua poderosa corsa. Da lontano il borgodi Capomagnus già cominciava a prendere forma ed appariva come un vecchuo addormentato tra le verdi colline ancora in fiore. E giunta nel borgo, la corrozza arrestò finalmente la sua indomita corsa. E nella grande piazza tutti i suoi passeggeri scesero a terra. Elisabeth riassaporò l'aria pura di quel luogo, il suo profumo, il suo sapore. Tutta la magia e la millenaria essenza di quelle terre furono avvertite dalla maga. Ed in quel momento sentì una richiamo. Un richiamo che la spingeva a giungere dove la campagna era prossima a cedere il passo alla boscaglia. "Eccola, si avvicina!" Disse Puck Fellow ad Empi. "E' quella donna particolare, quella maga... si, insomma... Elisabeth!" E prima che Elisabeth li raggiungesse, Puck Fellow chiese ad Empi: "Dimmi, ti è passata finalmente la voglia di interferire nelle vicende degli umani? Sono creature molto suscettibili e facili all'ira. Inoltre sono egoisti ed amano troppo la guerra per i miei gusti!" Si grattò la barba e continuò: "E poi sono davvero tonti! Spesso l'amore gli cammina accanto, ma loro riescono sempre a non accorgersene! Sono davvero una raza inferiore! Bah, fortuna che ora non devo più badare alle tue azioni avventate" concluse con tono serio "e posso finalmente trascorrere le mie giornata a riposare!" |
Ma dalla carrozza scesero anche altre due persone.
Correvano allegre e spensierate lungo la strada principale, ridevano, scherzavano fra loro e si tenevano la mano. Giunsero a poca distanza da una casetta posta sulla strada per la campagna e qui una donna, nel vedere le loro sagome lontane, subito le riconobbe. "Oh Cielo..." disse quasi incredula "... non può essere... viene a vedere..." chiamò poi il marito. Questi la raggiunse nel cortile e scrutò la strada dove indicava la moglie. "Io non vedo nulla..." "Massì, lì!" Disse la donna. "Ecco, li vedi? Li riconosci?" "Sembrano..." "Si!" Rispose la donna fuori di se dalla gioia. "Sono loro! Sono Guisgard e Talia! Sono tornati!" E corse loro incontro. "Ehi!" Gridò da lontano Guisgard. "Zio! Zia!" Si voltò poi verso Talia e le sorrise. "Siamo a casa, gioia!" Disse raggiante. Tutto era come l'avevano lasciato. Come se tutto si fosse incantato. I verdi e delicati salici che circondavano gli spiazzi, le due file di quercie che racchiudevano il lungo viale che dava accesso alla casa e quel fresco ruscelletto che giungeva a lambire la parte posteriore dell'edificio, animando l'aria con il suo scorrere sui levigati ciottoli immersi nelle sue acque trasparenti. E poi quel perenne soffio del vento, che rendeva l'aria limpida ed asciutta. L'odore della legna secca nel forno e quel profumo di meli che con i loro vermigli pomi abbellivano e colorovano quel bucolico angolo di paradiso. I quattro allora si riunirono ed abbracciarono. "Ehi, come sei elegante!" Esclamò lo zio osservando Guisgard. "Eh, zio..." rispose soddisfatto il cavaliere "... ormai sono diventato un uomo importante! Un gran signore!" "Allora devi solo mettere la testa a posto e finalmente smetterai di fare lo scapestrato!" "Eh, infatti..." disse Guisgard stringendo a se Talia. "Vuoi dire..." cominciò a commuoversi la zia "... voi due... insieme... si, insomma... oh, grazie al Cielo!" Ed abbracciò Talia piangendo di gioia. "Si, zia..." disse Guisgard accarezzandole i capelli grigi "... ci sposeremo domani stesso, a Dio piacendo, nella Chiesa di San Michele Arcangelo." "Allora si dovrà organizzare una gran festa!" Esclamò lo zio. "Ed ovviamente penserò a tutto io!" "E se ti chiederanno il nome degli sposi?" Chiese Guisgard sarcastico. "Tu cosa risponderai?" "Ecco, le nozze sono di..." "Di...?" Ripetè Guisgard. "Di... Guisgard e Talia!" Disse lo zio. "Allora la testa va ancora bene!" "Certo, fanfarone!" Esclamò lo zio. "Non sono mica rimbambito!" E Guisgard rise di gusto. La gioia e la magia di quel momento sembrarono, per un attimo, diventare leggere, sollevarsi nell'aria e poi nel cielo, mentre l'incanto della verde campagna avvolgeva e colorava quell'idilliaco scenario. |
Nel frattempo, presso la locanda, Cavaliere25 si accorse che era giunta l'ora di andare a ritirare l'anello dall'orafo.
Raccolse allora tutte le sue monete e cominciò a contarle per poter pagare il prezioso anello. |
dovrei averle giuste per finire di pagare l'anello dissi allora presi e mi incamminai verso il negozio del orafo mentre camminavo mi guardavo in giro era tutto tranquillo ero felice.
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Cavaliere25 giunse così presso quell'orafo.
"Benvenuto, giovane signore!" Lo salutò questi. "Ecco il vostro anello. L'ho messo in questo sacchetto ricamato con preziosa seta e oro zecchino. Ecco, datemi quanto restava da pagare e l'anello è tutto vostro!" |
Settembre è un mese instabile, un momento sembra che il caldo estivo ancora non ti voglia abbandonare ed un momento dopo giunge il vento impetuoso che ti fa rabbrividire… un mese volubile, imprevedibile… un mese che avevo sempre sentito a me molto affine.
Uscii nel cortile della casa degli zii… c’era vento quel giorno e nel cielo le nuvole, di mille sfumature dal bianco al celeste al grigio madreperlato, si rincorrevano a gran velocità. Essere di nuovo lì generava una curiosa sensazione in me… tutto sembrava uguale all’ultima volta che c’ero stata, eppure tutto era diverso adesso. Distrattamente mi sedetti sulla staccionata e chiusi gli occhi, respirando il vento. L’aria era ferma ed una innaturale calma regnava nel bosco… Mi guardai intorno, incerta non tanto su dove fossi ma su come ci fossi arrivata, finché una voce alle mie spalle richiamò la mia attenzione. “Ricordi questo luogo?” Mi voltai di scatto e sorrisi: il grande albero era esattamente come lo ricordavo, con l’enorme tronco nodoso che si allungava verso il cielo in mille volute e i grossi rami disposti a raggiera quasi a formare una corona… e Raphael era seduto su quel ramo che, scendendo quasi a terra, aveva fornito più di uno spunto per i nostri giochi di bambini, assumendo di volta in volta le sembianze di un temibile drago o di un fiero destriero, di una nave o di un castello incantato. “Potrei mai dimenticarlo?” risposi avvicinandomi e tendendo la mano perché mi aiutasse a salire. Lui la prese, come tante volte aveva fatto, e mi issò su così che potessi sedermi vicino a lui. “Speravo di vederti un’ultima volta…” disse ad un tratto, guardando verso l’orizzonte con sguardo serio. “Perché dici che sarà l’ultima volta?” chiesi. Lui sorrise: “Non avrai più bisogno di me, adesso! Adesso non sei più sola, dunque non c’è ragione che resti qui…” Non risposi, non ero certa di ciò che significasse quell’addio… ci riflettei un attimo, poi chiesi: “Che cosa sei tu? Non sei soltanto un mio ricordo…” Si guardò intorno: “Questo non è un ricordo!” “No, non lo è! Ma allora?” “Non tutto al mondo è spiegabile!” rispose lui “Non puoi pretendere di comprendere ogni cosa, anche se è ciò che hai sempre cercato di fare… non puoi comprendere perché ci siano stati concessi questi momenti, né che cosa siano…” “Però so che dopo mi mancherai!” mormorai. “La mancanza è inevitabile ma non è più un male, perché ora tutto è diverso! Dimmi, sei felice?” Sorrisi: “Oh si, Raphael sono felice! Sono più felice di quanto avrei mai potuto immaginare si potesse essere!” Anche lui sorrise: “Già… l’ho sempre saputo che sarebbe finita così!” Lo guardai scettica: “Sempre?” “Sì, dal primo giorno… Anzi, se… beh, se avessi potuto, probabilmente l’avrei preso a botte fin dal primo giorno, quel tuo cavaliere!” e scoppiò a ridere. “E perché?” chiesi, allarmata. “Perché sapevo che per causa sua non sarei più stato ‘l’unico uomo della tua vita’ come dicesti una volta…” rispose con quel suo tipico tono canzonatorio, facendomi l’occhiolino. “Ero solo una ragazzina all’epoca ed ero spaventata perché ti stavo perdendo!” gli feci notare “E comunque tu non ci credesti!” “E avevo ragione, come vedi!” ribatté “Però… sai, non mi dispiace affatto aver ceduto quello scettro! Non mi dispiace di averlo ceduto a lui!” Restammo ancora un poco in silenzio, poi lui esclamò: “Ogni giorno che passa somigli di più alla mamma! Tu non la ricordi bene, ma era come te!” Valutai per un istante quell’affermazione, poi chiesi: “Sarà per questo che il visconte mi odia tanto?” Raphael sorrise… tra noi nostro padre era sempre stato ‘il visconte’ e basta! Scosse la testa: “Lui non ti odia! E’ così: è rigido, intransigente, altero… ma sei pur sempre sua figlia! Non hai pensato che forse è solo più spaventato e più addolorato di te e che, magari, cerca di proteggersi in questo modo?” “Da quando la pensi così?” chiesi con voce rigida. “Da quando vedo le cose da un altro punto di vista!” rispose dolcemente “Smetti di attribuire a lui la colpa per quello che è successo! E smetti di fartene una colpa tu stessa! La decisione di uscire in battaglia fu mia e mia soltanto, tu non mi avresti fermato neanche se ci avessi provato, lo sai!” “Ma se lui ti avesse dato retta… se non avesse lasciato che uscissi da solo con pochi cavalieri…” “Non possiamo sapere ciò che sarebbe successo! Lui ha voluto difendere la città e coloro che erano all’interno e, probabilmente, da un lato aveva ragione… Basta con il rancore e con i sensi di colpa adesso!” Abbassai lo sguardo ma Raphael insisté: “Non possiamo cambiare ciò che è stato, ma tu puoi fare in modo che quel dolore ti rafforzi e non che ti opprima… e credo tu ci sia già in parte riuscita, non è vero?” Sapevo a cosa si riferiva: per un istante rividi la sera del duello dietro il convento, rividi la camicia di Guisgard strappata e piena di sangue… annuii. Raphael sorrise: “Quello è il giusto atteggiamento, il rimorso e il rancore sono inutili!” “Se avessi perso lui...” “Non è successo!” mi interruppe. Annuii di nuovo e di nuovo lui mi sorrise. Improvvisamente si voltò indietro e rimase per un istante immobile, come se qualcosa avesse attratto la sua attenzione… “Credo che il tuo cavaliere ti stia cercando adesso!” disse dopo un istante, tornando a guardarmi “Ci dobbiamo salutare!” Io rimasi immobile… mille cose restavano da dire, mille cose che avremmo potuto ancora fare insieme… ma da dove cominciare? Cosa dire ad un fratello che era stato sempre tutta la mia famiglia e al quale avevo voluto un bene oltre l’immaginabile? Lui sollevò una mano e mi carezzò la guancia… “Non preoccuparti…” disse, come rispondendo ai miei pensieri “Lo so! So tutto!” “Raphael…” “Sii felice, te lo meriti! Ve lo meritate tutti e due!” Tutto intorno a me iniziava a sbiadirsi e a scomparire, come se si stesse sciogliendo nell’aria… “Raphael… grazie!” Aprii gli occhi. Ero ancora nel cortile, seduta sulla staccionata con la schiena appoggiata di lato ad una delle colonne che sorreggevano il pergolato... il vento era aumentato ed ora soffiava forte dalle colline circostanti, spazzando la campagna con vigore... rabbrividii ma non ci feci caso, ero felice. Per un istante, solo per un istante, mi chiesi se avessi solo sognato o se qualcosa di reale vi fosse in quell’esperienza... ma Raphael aveva ragione: non tutto al mondo è spiegabile, e io avrei accettato quell’ultimo incontro così! Fu a quel punto che udii la voce di Guisgard provenire da dentro la casa e la mia gioia, se possibile, si intensificò. |
<sorrise alle parole di Puck Fellow> La profezia si è avverata, non importa come, il Cervo è tornato alla Foresta <osservo Elisabeth che avanzava verso di loro> E lei è stata il braccio di Madre Terra <alzò le braccia verso il cielo mentre la sua energia brillava d’un verde smeraldo. Infine la fata parlò, la sua voce risuonò tra i boschi, e tutti gli elementi si inchinarono a celebrare la voce della Madre e l’amore del Cervo e della Foresta>
In questo rifugio silvestre, vieni, o giovane cervo ti attendo da tempo. Le foglie ti accarezzeranno, si apriranno al tuo passare. La quercia sarà la nostra dimora e il vento celerà i nostri sospiri ad orecchi stranieri. Ha il colore del tramonto il tuo mantello e rosse come foglie di autunno, le mie labbra. Ti ammira, questa giovane donna. Ti chiama, la Foresta, in questa notte. Rimarrò a vegliare su di te, veglierò sul tuo riposo, mio cervo, mio sposo. <Empi infine tacque e tese le mani verso Elisabeth> Tornate a casa, mia Signora, il vostro compito è concluso. Sia benedetta la Madre <esclamò la fata prima di seguire Puck nella folta foresta laddove il Piccolo Popolo li aspettava per esultare e festeggiare insieme. Una nuova vita li attendeva da quel momento, una nuova rinnovata fede nella Madre, che la piccola fata ora credeva condivisa, forse non da tutti gli umani, ma sicuramente da chi conosce la via.> Sempre verde è la foglia di chi conosce la via, essa non teme il mutare delle stagioni perché conscia di appartenere ad un grande albero.<furono le ultime parole della fata> |
tirai fuori dalla tasca le monete che mi aveva dato Maladesh e dissi eccovi il resto signore e le misi sul bancone sarà feice la dama che si sposerà dissi sorridendo e presi il sacchetto con dentro l'anello.
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felice che tutto fosse tornato al suo posto.......la prima cosa che vidi....fu Empi, casa mi stava aspettando......ognuno aveva il suo posto nella foresta...le piccole creature, gli animali e le piante......ed io immersa in questo mondo ero un'essere privilegiato......perche' quel mondo cosi' nascosto ad occhi umani......mi avrebbe avvolto nel suo grande amore.........la mia energia si uni' alle manine di Empi e fui trascinata la' dove avrei continuato a d amare Morrigan...e tutti gli esseri il cui cuore sarebbe rimasto puro...........
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Talia era seduta sulla staccionata, mentre la lieve brezza soffiava sui suoi capelli chiari ed il Sole li rendeva luminosi come fili d'oro.
Guisgard la chiamò e poi la raggiunse. Arrivò alle sue spalle e, delicatamente, le baciò i capelli. "Va tutto bene, gioia?" Chiese con voce dolce. "Vengo ora da un mio vecchio amico... è un maestro orafo di rar valore..." E le mostrò un bellissimo anello d'oro. "Questa terra è il io mondo..." aggiunse "... le colline sono le sue torri, la campagna un giaciglio su chi sospirare guardando il cielo e le sue infinite stelle... e l'orizzonte sterminato, con tutto ciò che si cela in esso, io voglio offrirti..." e le mise l'anello al dito. Respirò forte, quasi a voler assaporare il vento ed i profumi di quella terra. "Voglio viaggiare con te, vedere tutto il mondo e le sue meraviglie... e voglio rincorrere tutti i miei sogni che credevo perduti e che invece ho ritrovato nel tuo sguardo..." "Ehi, voi due!" Li interruppe una voce di ragazza. "Cleire, sei tu?" Chiese Guisgard. "Cosa ci fai qui?" "La zia mi ha invitato!" Rispose la ragazza. "E con me ci sono anche le mie sorelle! Lei immagino sia Talia!" Disse poi. "Beh, non ci presenti? Fa' niente, faccio da sola... piacere, milady, io sono Cleire, la cuginetta di questo maleducato cavaliere! Ora seguiteci perchè io e le mie sorelle vi aiuteremo a prepararvi per la cerimonia!" "Bene, non vedo l'ora di vederla!" Esclamò Guisgard. "Sei pazzo!" Lo riprese Cleire. "Non sai che vedere la sposa prima delle nozze porta male! Tu va a farti un giro! A lei pensiamo noi! Seguiteci, milady!" |
"Oh... è... è bellissimo!" mormorai, muovendo estatica le dita della mano per osservare i mille bagliori argentei e dorati del mio nuovissimo anello "Grazie! Io..."
Ma fui interrotta dall'arrivo di quella ragazza che, senza poi troppe cerimonie, mi prese letteralmente in consegna e mi trascinò via. Lancia un'occhiata a Guisgard, sfortunatamente non ci era concesso stare troppo tento insieme, a quel che sembrava... poi però, alle chiacchiere torrenziali della mia nuova amica, sorrisi e scossi la testa: probabilmente erano tutti ugualmente impetuosi in quella famiglia... |
Rimasto solo, Guisgard restò per un pò su quella staccionata.
Si sentiva sereno. Era ormai da tempo che non lo era veramente. In quel momento pensò ai suoi amici. Saltò allora giù dalla staccionata e corse alla locanda. "Sapevo che vi avrei trovati qui!" Esclamò entrando nel chiassoso locale. "Ehi, ma tu non eri in Normandia?" Chiese Maladesh. "Abbiamo sentito che hai fatto fortuna!" Guisgard sorrise. "Sapete oggi che giorno è?" Chiese. "Uno come tanti. Ed ottimo quindi per bere qualche buon bicchiere!" Rispose Maladesh. "No, oggi è il giorno del mio matrimonio!" Disse raggiante Guisgard. "Cosa? Stai scherzando?" Intervenne Tisson. "Affatto!" Rispose Guisgard. "Ma mi occorre un testimone. Non posso sposarmi senza averne uno!" "Beh, noi qui chi siamo? Chierici di passaggio? Scegline uno fra noi!" Disse Maladesh. "Ma bada che il resto della compagnia devi comunque invitarla alle nozze!" "E sta bene!" Esclamò Guisgard. "Cavaliere25, sarai tu il mio testimone! Voi altri, ovviamente, siete tutti invitati!" "Ah..." aggiunse fissando il suo testimone "... vai in cerca di Elisabeth... dovrebbe essere da qualche parte in giro... voglio che venga anche lei alle nozze." "Locandiere della malora!" Chiamò Maladesh. "Altro vino! Qui bisogna brindare alla felicità di questo attaccabrighe in odore di matrimonio!" E tutti risero. http://www.southlandrealestate.com/i...ErrolFlynn.gif |
Cleire parlava quasi senza sosta, mentre pettinava i lunghi capelli di Talia.
Le sue sorelle invece, non meno vivaci, badavano alle ultime cure sul vestito. "Quando mi sposerò io" disse Cleire "voglio farlo su un isola, magari deserta." "E lo sarà!" Rispose una delle sorelle. "Perchè col carattere che ti ritrovi dubito riuscirai a trovare marito!" "Dovresti ingioiartela quella linguaccia!" "La smettete?" Le riprese la zia entrando nella stanza. Poi avvicinandosi a Talia le mostrò uno scrigno. Da questo prese una collana. "Talia... questo è un antico gioiello di famiglia... il più prezioso e caro che ho... vorrei che lo prendessi tu..." Le mise al collo la collana e la guardò commossa. "Sei bellissima, ragazza mia..." E l'abbracciò. |
Mion raggiunse la locanda dove era giunto da poco, con l'anello appena acquistato, Cavaliere25.
"Bellissimo, amico mio!" Esclamò Mion nel vedere l'anello. "Ditemi quanto vi devo!" Poi, rivolto a tutti gli altri: "Miei buoni amici, oggi è il giorno più bello di tutta la mia vita! Infatti questa sera, al tramonto, Morrigan diventerà mia moglie! L'ho lasciata a riposare nella nostra stanza, anche perchè non volevo svelarle la sorpresa dell'anello! E stasera vorrei festeggiare con tutti voi!" "Ottimo!" Disse Maladesh. "Allora si potrebbe fare un'unica festa! Anche il nostro Guisgard farà il grande passo oggi!" "Guisgard?" Ripeté Mion sorpreso. "Credevo amasse..." "Infatti..." intervenne Guisgard "... sposerò l'unica donna che amo." "Allora lady Talia è ancora qui!" Urlò Mion. "Non vi appartiene! Lei deve sposare il mio signore!" "Calmatevi!" Lo riprese Maladesh. "Guisgard sposerà lady Talia con la benedizione di sua grazia il vescovo." "Come è possibile?" Chiese stupito Mion. "Sua grazia l'ha ricompensato per il suo valore e per ripagarlo delle ingiuste accuse subite gli ha affidato il feudo di Normandia. Come vedete nessuno ha tolto niente al vostro padrone." Mion chinò il capo. Avrebbe voluto regolare l'antica questione con Guisgard, ma ora non vi era più motivo per farlo. Soprattutto perchè aveva giurato a Morrigan che non si sarebbe battuto con Guisgard. Fissò allora tutti loro ed annuì. "Le mie congratulazioni, Guisgard." Disse poi. "E sta bene!" Rispose sorridendo Guisgard. "Allora stasera ci sarà un'unica grande festa a Capomagnus! Oste, vino per tutti!" "Attento a non berne troppo, Guis, altrimenti ti confonderai stasera quando dovrai rispondere al prete!" Gli urlò divertito Tisson. E l'allegria scese su tutti loro. |
Avevo seguito la scia lasciata dalle ali di Empi....e la voce ironica dello gnomo...avevo raggiunto il cuore della foresta, li' c'era il mio albero cavo, entrai e trovai tutto come avevo lasciato......trovai il fuoco acceso...e l'ambiente era caldo e confortevole, tolsi il mantello e mi sedetti sullo sgabello accanto al fuoco.....le fiamme dal colore cangiante dal rosso al blu, mi portarono la visione di Morrigane e Mion, di Guisgard e di Talia, ognuno di loro aveva trovato l'altra parte di se stessi......non c'e' guerra ne' ingiustizia che possa.....trattenere l'amore......attraverso le fiamme sentii pronunciare a Guisgard il desiderio di avermi alle sue nozze......due matrimoni a Campomagnus, bene dovevo prepararmi.....per Benedire le nozze di Morrigan dovevao preparare alcune cose.......cosi' ...misi dell' acqua a scaldare con del miele e della lavanda......tolsi quel vestito troppo inadeguato alla mia persona.........milavai purificando il mio corpo, ero stata troppo in mezzo agli umani.......asciugai i miei capelli alle calce fiamme del focolare e misi una clamide azzurra...alla cintola legai una treccia di erica....e presi con me una fascia di lino, un pugnale dall'impugnatura di ebano e la spada fiammeggiante........Ripresi il mio mantello......e alla luce di piccole falene.......mi incamminai arrivando a Campomagnus.....speravo solo che qualcuno mi venisse incontro...non ero mai stata da quelle parti...
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Elisabeth, passando davanti alla locanda, udì voci e risate allegre.
E tra queste riconobbe la voce di Guisgard. |
Accidenti che caciara.....c'era gente allegra, la luce e lo schiamazzo provenivano dalla locanda.......guardai attraverso il vetro di una finestra.....brindisi e risate e.......ma guarda.....Guisgard, e' allegro il poveretto.......tutti allegri il giorno del matrimonio...e poi...?.....Cosi' entrai nella locanda.......tutti maschietti.......forse era meglio tornare per strada....una donna non doveva mai presenziare ad un'addio al celibato......e ora ?
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niente amico mio mi dovete è il mio regalo per te e la tua futura sposa vi auguro tanta felicità a tutti e due dissi guardando Mion. Sentendo la proposta di Guisgar e sentendo che sarei stato io il suo testimone rimasi senza parole lo guardai e dissi ve ne sono grato amico mio sarò felice di essere il tuo testimone di nozze.
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"Ehi, milady! Dove andate? Vi ho vista dalla finestra. Sono lieto di rivedervi a Capomagnus." Disse Guiagard ad Elisabeth.
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Mannaggia...sempre pronto....." Guisgard mio caro....ero venuta per porgervi i miei auguri....un passo importante il vostro.speriamo che vi metta sale in zucca......"
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Mentre mi congratulavo con i nuovi sposi mi girai e vidi Elisabeth la guardai fisso e mi avvicinai e gli dissi questa è una bella sorpresa mylady rivedervi qui sono in debito con voi per le vostre cure mentre dissi quelle parole gli feci un sorriso e mi avvicinai di piu a lei.
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" Cavalier25, che sorpresa vedervi qui.....siete in perfetta forma, sono contenta....non mi dovete nulla avete una tempra forte sareste guarito anche senza le mie cure.....state festeggiando anche voi vedo...."
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si vi volevo chiedere vi andrebbe di fare una passeggiata per campomagnus? dovrei passare da un sarto per farmi fare il vestito di nozze vi va di accompagnarmici? domandai sorridendo.
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Guardai Guisgard...infondo lui stava festeggiando con i suoi compagni di avventura........" Un vestito per le nozze......certo perche' no...e' da un po' che non mi diverto a fare spese.....speriamo di trovare qualcosa su misura.....tra qualche ora.....ci saranno le nozze.....andiamo allora."....Cosi' misi la mia mano sul braccio del giovane cavaliere e mi trovai fuori dalla locanda
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appoggia un braccio intorno alla vita di elisabeth e iniziai a camminare mentre camminavo con lei la guardai dolcemente e gli chiesi che mi dite di voi mylady è bello stare in vostra compagnia e mentre parlavo una sensazione rilassata mi prese lungo la schiena.
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Stranamente non era una serata molto fredda.......il buio stava prendendo il sopravvento sulla luce......quando sentii una leggera pressione sul mio fianco.......era la mano di cavalier25....." Volete sapere di me ?......non credo ci sia molto da dire.....l'unica cosa importante e che voi sappiate che io sono una creatura molto strana......tanto donna quanto figlia della natura......in questo momento la vostra mano e' sulla mia spada........"
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speriamo che non la usiate contro di me dissi sorridendo sapete che mi siete simpatica mylady avete un qualcosa di misterioso non so siete fidanzata sposata? chiesi con un po di imbarazzo.
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" No....non ho legami....la liberta' e' qualcosa che non ha prezzo....cosa ne pensate ?......per quanto riguarda la mia spada...state tranquillo....se sbagliate....posso sempre mordere...."......Guardando la sua espressione.....risi allegramente come non facevo da tempo.....
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è una bella spada molto solida e di una lega molto resistente vendendola ridere mi si apri il cuore di gioia poi dissi visto che ne io ne voi siamo occupati vi andrebbe se ci frequentassimo e chissà che non ci innamoriamo dissi chinado la testa poi presi lentamente la sua mano tenendola con la mia
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" Siete cosi' caro...una dichiarazione sotto il cielo stellato....ma guarda e io che pensavo non potesse piu' accadere una cosa cosi' romantica.........avete fatto capitolare la dura Elisabeth, Cavaliere..........Bene ma vi avverto......io vivo nella foresta e sono una Maga....vivere conme non sara' facile, ma avremo tutto il tempo per imparare a conoscerci e se non dovesse andare..sarete libero di riprendere la vostra strada....."......Mi accorsi allora che avevo ancora la mia mano tra le sue
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sentendo quelle sue parole mi resero felici mi fermai e le diedi un bacio sulla guancia poi dissi non ho problemi a vivere anche in una foresta voi mylady voi mi vete rubato il cuore siete una bella donna e spero in cuor mio di essere al altezza di voi poi gurdandomi in giro dissi ma dove sarà un negozio di vestiti e rimasi fermo a guardare il posto.
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