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Iniziai a pulire la baita e poi mi misi ad osservare fuori la finestra, fortunatamente gli alberi facevano da nascondiglio a quel posto e la quiete aveva un effetto benefico.
Quindi Gvineth era un po' come Dominus ma non era uno dei Taddei quindi il seggio non spettava nemmeno a lui seppur imparentato..ma io non tifavo per nessuno, non mi ero mai intromessa nella politica.Avevo seguito e aiutato Guisgard solo per un fatto..quel patto matrimoniale...ovvero nella buona e cattiva sorte come una moglie devota e lui non lo aveva mai capito..guardai il porticato dove lo avevo baciato e annunii..È morto Altea e forse è meglio così, ora basta farti usare da tutti per i loro scopi, starò qui per un po' e poi tornerò a Las Baias. Fortunatamente i miei averi importanti e i soldi non erano a Corte e poi avrei provveduto ai vestiti, cibo ed altro. Presi una scatola e mi sedetti davanti al camino che mi riscaldava..vi erano oggetti del mio passato, disegni, ricordi di Costanza ed estrassi un carillon con un angelo dono dell' Austero, sapeva quanto amassi gli Angeli e lo posai sul comodino e mi misi a guardare il fuoco, non volevo dormire...Avevo sempre quei sogni con Guisgard e la Gioia e quella voce o stridio macabro..e non capivo perché dovesse succedere a me di sognare tutto questo. |
Icarius aveva toccato un nervo scoperto, seppur con la sua delicatezza abbassai lo sguardo, sorridendo appena tristemente, e ripetei in un sussurro la giustificazione che avevo sempre raccontato a me stessa nei due anni che avevamo passato insieme "Io non sono nobile....".
Poi lo guardai nuovamente, con un sorriso. "Te lo prometto..." Con gli occhi nei suoi "Te lo prometto Icarius..." Sorrisi. Così, raccolsi le mie cose, la mia spada, e ci dirigemmo verso il quartier generale del Patto delle Civette. "Non permettere a quegli uomini di umiliarti, mi raccomando..." Dissi ad Icarius lungo la strada. |
Molto tempo fa.....qualcuno mi disse che ero arrivata ad essere cio' che ero perchè ero una donna Libera e di sani Principi..............non lo avevo mai dimenticato, eppure in quel momento un Uomo consacrato a Dio ...al fine di rendere giustizia ad una storia che poteva portarci portarci al fallimento totale mi consigliava di divenire la Regina in una scacchiera sfidando il Re....dove la Regina diveniva l'unica vera traditrice.......subdola serpe in seno al cane.......
Puo' un essere umano rimanere senza respiro...giusto il tempo di immergersi nei propri pensieri ?.......Io lo feci......avevo bisogno di silenzio...... " Che il Dio che ci governa abbia pietà della mia anima Priore.......posso riprendere posto a Palazzo e potrei dare respiro alla gente al Castello........come trovero' il Pittore ?...."....... https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...37036f5bdc.jpg |
Il prigioniero dalla maschera di ferro ascoltò attentamente ogni parola di Tessa, senza togliere mai i suoi occhi da quelli della ragazza.
E quando lei si avvicinò per un momento alla finestra, lui la seguì con lo sguardo fino a quando non tornò di nuovo accanto al letto. “Mi parlate di politica, di duchi e di impostori...” disse “... dei Taddei e delle loro maledizioni... io ignoro tutto e non ricordo altro che la mia prigionia in quella galera di pietra e dolore... come se tutta la mia vita altro non fosse che quella cattività... a me non interessa dei Taddei e neanche dei loro avversari... quanto alla maledizione di cui dite, io ho già questa” indicando la pesante maschera che aveva sul volto “e mi basta. Volete aprirla? E come? Il medico della prigione una volta mi spiegò che era chiusa da una serratura stretta attorno alle mie tempie. Qualsiasi fabbro o maniscalco nel tentativo di toglierla avrebbe ridotto in poltiglia il mio cervello.” I suoi occhi azzurri ed inquieti erano in quelli verdi e grandi di Tessa. “Mi chiedete perchè io sia stato rinchiuso con questa maschera sul viso? Me lo sono chiesto tante volte anche io... forse sono un ladro, o un assassino... chi può dirlo... magari marchiato a sangue e a fuoco, col volto sfigurato...” rise per un istante “... e forse voi dovreste aver paura... potrei anche farvi del male, visto sono un prigioniero la cui unica preoccupazione dei miei carcerieri era quella di tenermi segregato e lontano dai miei simili notte e giorno...” tentò di alzarsi, ma il veleno lo rendeva ancora un po' debole. Ma riuscì comunque a sedersi sul letto, stando così più vicino alla giovane. “Forse dovreste fuggire...” mormorò senza smettere di fissare i suoi occhi ed il suo volto “... mi credete un vostro parente? Magari un cugino o chissà, forse un fratello?” Sorrise beffardo. “Guardatemi... i nobili e i potenti intimoriscono i nemici, per questo vengono uccisi... se fossi un Taddeo mi avrebbero già tolto di mezzo... che senso ha tenermi in vita segregato, col pericolo che qualcuno, come avete fatto voi, mi confonda con un fantasma e mi liberi?” Scosse il capo. “No, sono fandonie... magari sono davvero solo un criminale... senza nome e senza volto... e voi davvero dovreste aver paura di me...” portò le mani con un gesto improvviso, ma infinitamente lieve e delicato, vicinissimo al volto di Tessa, per poi sfiorarlo con una carezza breve e dolcissima. Le mani erano ormai sul capo della ragazza e avrebbe potuta ucciderla in mille modi se avesse voluto. Spezzandole il collo o strangolandola. Ma quelle mani si avvicinarono invece al cappuccio che lei ancora indossava e lo fecero calare lentamente, mostrando finalmente i capelli della ragazza, che come pendagli scesero ad incorniciarle il volto. https://mydeborahkerr.files.wordpres..._500.png?w=326 |
“Sta tranquilla, Clio.” Disse Icarius alla ragazza, tenendo stretta la mano di lei nella sua. “Sarò forte. Lo sarò per me e per te.” Sorrise. “So che non ti piace sentirlo dire e so anche che in realtà saresti più tu in grado di difendere me che il contrario. Ma credo che questa mia faccia” sfiorandosi il volto “sia la nostra miglior arma. L'unica nostra possibilità di poterne uscire vivi. E insieme.” I due ragazzi attraversarono un buon tratto di brughiera, fino a quando arrivarono nel luogo che il Patto della Civetta aveva eretto come suo quartier generale.
E agli occhi di Clio quel posto era rimasto immutato, come la volta in cui lo vide per la prima volta. Infatti anche l'aria sembrava incantata. I due si avvicinarono all'ingresso e subito una figura incappucciata apparve dal nulla. Ma prima che quella cominciasse a parlare, il pastore si voltò a fissarla, mostrandosi chiaramente. L'uomo incappucciato restò per un attimo turbato, poi rise piano. “Parlavamo appunto di te, pastore...” mormorò, per poi far cenno ai due di seguirlo. Li condusse all'interno di quel luogo, in una sorta di cantina dimenticata, dove altri incappucciati stavano attorno ad un braciere ardente. E tra essi emerse una figura che fissò Icarius per un lungo istante. “Finalmente...” disse Rodolfo “... mai momento fu più opportuno per vedere il volto di uno spettro...” |
“Dio” disse il Priore Tommaso ad Elisabeth “Ha sempre pietà di chi opera il Bene.” Con tono sicuro. “Voi andrete dunque a corte, ma senza chiedere o curarvi del pittore. Sarà lui a venire da voi.”
Il Priore parlava con la medesima certezza che mostrava nel discorrere di Teologia e filologia. Egli sembrava avere una risposta a tutto, senza titubanze. Come se conoscesse gli uomini. Soprattutto quelli meschini e miserevoli, abituati alla mediocrità. Come se le loro miserie, le loro debolezze, le loro colpe fossero i trattati ed i dogmi delle sue conoscenze più profonde. “Il nostro pittore” continuò il religioso “è un uomo che vive per apparire. Credo abbia scelto la pittura non tanto per passione o estro, ma solo perchè gli sembrava più adatta nel procurargli piaceri e consensi. Una bella donna come voi in una corte si riconosce come un rubino fra bottoni di legno. Vedrete, sarà lui a trovarvi.” Annuendo. “Ora andiamo. Io mi fermerò in una taverna in città, magari poco lontana dal palazzo Ducale, dove attenderò vostre notizie, mentre voi tornerete al castello che fu di vostro marito. Lì vi presenterete a chi controlla adesso il maniero e comincerete la vostra recita di moglie sola ed abbandonata, decisa a giurare fedeltà al nuovo duca e con la speranza di essere accolta a corte per la misericordia del suo nuovo signore.” |
“Allora” disse sorridendo Velven a Gwen “vorrà dire che se questo mondo non saprà assecondare il nostro Amore, noi fuggiremo e ne cercheremo un altro... tutto nostro...” le accarezzò la bocca delicatamente con un dito.
“Baciala, bell'ufficiale!” Esclamò un mendicante in strada. “Baciala per festeggiare i nuovi giorni che attendono Capomazda!” Ridendo. “Io stesso banchetterò presto con qualche madama prostituta del posto!” Velven lo fissò senza rispondere nulla. “Hai udito anche tu, no?” Continuò il pezzente in strada. “Presto Maruania verrà a prendersi il potere!” “Ma cosa dici?” Stupito Velven. “Si, il tuo duca si è venduto il ducato e forse anche l'anima!” Annuì il mendicante. “Ed è stato annunciato l'arrivo a Capomazda dell'ambasciatore di Maruania. Almeno, stando a ciò che si racconta di quella città, moriremo tutti liberi e felici!” “Liberi e Felici?” Guardandolo Velven. “Si...” divertito il mendicante con la sua espressione di rughe e lividi, quasi fosse una maschera tragica “... si dice che Maruania porti la libertà vera, quella totale, assoluta e sfrenata... niente più tabù, nè morale, nè etica... con i Taddei morti ed il vescovo fuorigioco, le leggi naturali della Fede hanno finito di scandire le nostre vite!” E infatti molti in strada, perlopiù giovinastri e le loro coetanee, già inneggiavano alla libertà dei Maruaniani. |
E mentre Altea era nella baita, con i suoi dubbi e le sue perplessità, udì dei passi.
Un uomo infatti passeggiava nella campagna, quasi alla ricerca di silenzio e tranquillità. Era abbigliato come un degno borghese ed il suo portamento era sobrio. Altea lo fissò e dopo qualche istante lo riconobbe. Era messer Viscionne, un vecchio cortigiano che lei aveva visto più volte a corte in passato e che poi lasciò il Palazzo Ducale dopo la morte dell'ultimo duca, per ritirarsi lontano da tutti nella brughiera. |
Raggiungemmo il covo del Patto delle Civette, e ovviamente non servirono parole, bastava uno sguardo al volto di Icarius.
Sperai veramente che sarebbe finito tutto per il meglio. Ora che lui era lì, sapevo di dover stare al mio posto così mi trattenni dall'esprimere il mio disappunto per come l'avevano trattato. Dovevamo farceli amici. Attesi dunque che ci aggiornassero, sempre accanto a Icarius. |
Rodolfo fece mettere accanto al braciere sia Icarius che Clio e ordinò ai suoi di portare del vino cotto per scaldarli.
L'uomo raccontò poi loro tutto ciò che stava accadendo a Capomazda, dalla vittoria di Cimmiero, alla fuga di Gvineth e dei suoi uomini rimasti in vita. E poi parlò del testamento del nuovo duca e di come era riuscito a mettere fuorigioco il Vescovo. Ed infine svelò ai due dell'imminente arrivo a Capomazda dell'ambasciatore di Maruania. |
Ascoltai attentamente il racconto di Rodolfo sui fatti che si erano abbattuti su Capomazda.
"Di bene in meglio.." Mormorai, scuotendo la testa, prima di vuotare il mio bicchiere di vino "E dunque qual'è il vostro piano?". |
Ritornaii alla finestra e vidi una figura conosciuta..era Messer Viscionne, era pure lui scappato dopo la scomparsa di Guisgard.
Uscii e feci un cenno ed esso appena mi vide si avvicinò.."Siete proprio voi Messer Viscionne..Non vi vedo...da quella notte..quella fatidica notte..entrate dentro, sono qui per vari motivi". Così ci sedemmo al tavolo e mi vergognai di non avere nulla da offrire e mi scusai.."Dunque..che mi raccontate? A parte le novità del testamento del Duca che già conosco..dove vivete ora?".Avevo un bel ricordo di lui. |
Ascoltai come Oracolo parlante la sapiente fluidità delle parole del Priore........ebbi solo un attimo di incertezza....rientrare al Castello...chi c'era ora........" Non posso nascondervi che temo questo passo......ma so che voi mi starete vicina.....non voglio che Tilde venga con me....lei deve stare fuori da tutta questa storia......se ci fossero problemi....potrebbe essere il nostro tramite......"......Lo abbracciai.....come se stessi lasciando un porto sicuro...ma consapevole che indietro non potevo tornare......uscii dalla casa del cacciatore e presi la strada che mi condusse al castello.........non mi voltai neanche una volta....non dovevo......il mio mondo era in me...ed io ero tutto l'universo in questo dovevo aver fede...senza mai temere........arrivai al castello....ed entrai nell'androne.......Le sensazioni nascono dalle viscere...perchè e' da lì che nasce la vita......stavo andando alle cucine...cercavo Gertrude........ma incontrai le guardie......strano...c'erano le guardie che avevo lasciato il giorno prima......probabilmente...stando nello studio....magari non si erano neanche accorte che ero andata via.......mi avvicinai a quella che un tempo era stato un amico di mio marito......" Come mai siete ancora qui al Castello.......non credo proprio che mio marito ritorni a prendermi.......credo...che sia al sicuro da qualche parte.......La propria pelle vale molto di piu' di quella degli altri...non credete ?.......magari il nuovo Arciduca ha ragione a dare la caccia a tutti quelli come lui.........come vorrei incontrare Lord Cimmiero e dirgli che ha tutto il mio appoggio........".......Sorrisi sarcastica...ma il mio stomaco era chiuso in una morsa........Tradire era la peggiore delle azioni..........." Spero che abbiate mangiato.......e se avete bisogno di me ...sono in cucina....."........speravo dicesse qualcosa...era un ufficiale..e andato via mio marito....avrebbe dovuto prenderne il posto.......certo..la fortuna era una folata di vento...speravo intensamente...che quella sera soffiasse all'interno del Castello.......
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Avrebbe dovuto spaventarmi, quell'uomo senza volto. Ma in realtà, non avevo più paura di niente.
"Il convento non è sorvegliato, Messere" dissi, con voce di ghiaccio. "Potete scegliere di andarvene quando volete ed io accetterò il fatto di aver commesso un errore e di aver aiutato un assassino o un ladro ad evadere". Mi allontanai da lui, dirigendomi verso la porta. "La vostra maschera ha una chiave con la quale può essere aperta senza recarvi danno. Pensate se volete il mio aiuto o se volete continuare a piangervi addosso. Vi hanno portato via la memoria, ma non la dignità, spero" E con quelle parole, mi congedai da lui. |
-L'Ordine dei Puri Folli-
sussurrai, in risposta, rivolto forse più a me stesso che ai presenti. Un altro Ordine, un'altra Confraternita si metteva sul mio cammino; altri antichi patti mi chiedevano un dazio, un tributo, quasi che fossero essi stessi un segno tanto a lungo cercato e celebrato. Ma i segni, vanno saputi vedere con il cuore, oltre che con la mente..... -L'Ordine dei Puri Folli- ripetei, in tono più alto e fermo -Parlatemi di loro, buon uomo- |
Rodolfo guardò Clio, per poi sorseggiare il suo bicchiere di vino cotto.
“In realtà” disse “non abbiamo mai smesso di pensare, osservare, indagare ed ideare mentre voi vi nascondevate chissà dove.” Posò il bicchiere su un tavolo. “Hanno chiuso il Cimitero e questo ci ha subito incuriosito. I becchini sembrano svaniti nel nulla è ciò ci ha spinto a credere che qualcuno abbia voluto farli tacere per sempre. Nella brughiera poi abbiamo rintracciato l'unico di quei beccamorti ancora in vita. A sentirlo è un pazzo, ma le sue follie ben si legavano ai nostri sospetti. La tomba del duca è vuota a quanto pare. Probabilmente la spiegazione è molto più terrena di quanto molti credono. I Taddei hanno sempre vietato sette e congreghe anticlericali e qualcuno di quei fanatici ha ben pensato di far sparire il corpo dell'ultimo dei Taddei e sconsacrarlo chissà in che modo. Ma noi useremo tutto ciò a nostro favore...” |
“I Puri Folli” disse l'uomo a Galgan “è una confraternita di cavalieri uniti dalla volontà di difendere la Fede dai suoi nemici. In principio eravamo in tredici e ci riunivamo in una chiesa donata al nostro ordine dal vescovo di Suession ogni primo Venerdì del mese. Poi diventammo venticinque, poi trentatré fino a quando toccammo il definitivo numero di quaranta. Io ero il Gran Maestro e sotto di me vi era il Mastro di Chiavi ed il Guardiasigilli. Combattemmo e scacciammo molte eresie in queste lande, senza tradire mai la nostra presenza. Eravamo sottoposti solo al vescovo ed al Santo Padre. Ma l'ordine andò in rovina quando molti dei nostri apprendisti partirono per prestare aiuto ad alcune città libere del Nord assalite da una nascente potenza ostile alla Chiesa di Roma. Il suo nome era Maruania ed i suoi cavalieri fecero strage dei nostri apprendisti. Da quel momento, senza più adepti, il nostro ordine cominciò una lenta ed inesorabile discesa...”
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"Già, abbiamo saputo anche noi della tomba vuota..." Mormorai, evitando di dire di più.
L'idea che qualcuno avesse fatto scempio del corpo di Guisgard era ancora peggio che fosse morto. Aggrapparmi alla speranza era la cosa migliore. "Quindi, che intendete fare?". |
“Sfrutteremo la fortuna che ci è capitata.” Disse Rodolfo a Clio, per poi guardare Icarius. “Il pastore è venuto da noi ed immagino per collaborare.” Sorrise. “Benfatto, ragazzo.” Dandogli una pacca sulla spalla. “Vedrai che ci guadagnerai anche tu.”
“Capomazda deve guadagnarci.” Mormorò Icarius. “Ed il popolo.” “Bravo, vedo che sei già calato nella parte.” Soddisfatto Rodolfo. “Ora ti daremo tutte le istruzioni per entrare in scena e bada di non giocarci brutti scherzi. Oggi a Capomazda la vita umana vale quanto uno sputo e quella di un lurido pastore ancor meno.” Icarius lo fissò senza rispondere nulla. “Noi diffonderemo la notizia della tomba vuota” spiegò Rodolfo “e ciò causerà eccitazione nel popolo. A questo punto tutto sarà pronto per il ritorno di Guisgard... inventeremo una storia credibile e nessuno potrà opporsi al ritorno dei Taddei.” “Ed il testamento di quel Cimmiero?” Chiese il pastore. “Con Guisgard ancora vivo non avrà più alcun valore.” Entusiasta Rodolfo. E tutti esultarono, mentre Icarius si voltò e guardò Clio. |
-E alfine, voi siete l'ultimo rimasto di quell'Ordine-
risposi, tornando ad essere contemplativo; ed invero molti pensieri mi affollarono la mente. Cosa contraddistingueva il vivere di quei giorni? Per quanto mi riguardava, una forte sete di giustizia, la voglia di cacciare i mercanti dal Tempio, e questa conduceva, irrimediabilmente e con gioia, a Dio, al Suo sguardo... Questo faceva si che un Patto non escludesse l'altro; un giusto governante doveva prendere le redini di Capomazda, e questa doveva essere difesa dalle orde dei senzadio. Bisognava agire, nel Suo nome. -Vorrei prestarvi aiuto, buon uomo. Ma vorrei anche porvi un quesito, se possibile- proseguii, rivolto all'Uomo Vetusto. |
Viscionne seguì Altea ed entrarono nella baita, dove lei lo fece sedere.
“Ho poco da raccontare...” disse l'uomo “... Capomazda e la sua corte non sono più posto per me... così mi sono ritirato a vita privata... il fatto è che sono vecchio e forse anche un po' stanco e non potrei essere più d'aiuto a questo ducato. Dopo la morte dell'ultimo duca, Capomazda ha bisogno di giovani dal cuore puro e forte che si battano per essa. Cimmiero ha aperto le porte ad un subdolo serpente. Maruania rappresenta tutto ciò che i Taddei avevano sempre combattuto e tenuto lontano da tutti noi. E oggi vederla entrare così nel nostro mondo, a me piange il cuore. E' come se li avessero uccisi di nuovo i Taddei. Per questo preferisco restare qui nella brughiera... le sue ombre e i suoi fantasmi a me non spaventano... vorrei solo vedere di nuovo l'Austero... e magari lo seguirei nell'Aldilà...” commosso. |
L'uomo guardò Galgan.
“Voi...” disse “... volete pormi un quesito? Ebbene? Parlate pure, vi ascolto, cavaliere...” Lucas osservava quella scena come rapito dalle due cavalleresche figure che stavano davanti a lui. |
-Un quesito che, in realtà sono due-
risposi, -Uno di natura più pragmatica, l'altro imposto dagli eventi. Questi luoghi sono stati chiusi, si dice che una tomba sia stata profanata, che sapete dirmi al riguardo?- Rimasi un istante in silenzio, prima di procedere con il secondo quesito; -Vorrei poi sapere che farete, una volta che qualcuno si farà avanti, che qualcuno deciderà di aiutarvi a far risorgere il decaduto Ordine. Abbandonerete la lotta? La causa dell'Ordine, sarà ancora la vostra?- |
Scossi appena la testa.
Lurido pastore... "Noto che avete un grande rispetto per il popolo, dovete aver imparato molto dai Taddei..." Mormorai, sarcastica. Mi era difficile immaginare Guisgard che pronunciava quelle parole. Quella gente non mi piaceva, e se ci fosse stato Guisgard li avrebbe messi in riga a dovere. Già, ma lui non c'era, Icarius non poteva permettersi passi falsi e io non ero nessuno. Cercai di nascondere il mio disappunto per sorridere ad Icarius che si era voltato verso di me. Istintivamente gli presi la mano e la strinsi nella mia, quasi a volerlo rassicurare. "Bene, quindi bisognerà preparare bene il ragazzo.." Con un sorriso "C'è qualcuno che conosceva così bene Guisgard da poterlo istruire? Perché altrimenti posso farlo io..." Con un sospiro, non sarebbe stato facile, ma l'idea che lo facesse qualcuno che aveva visto Guisgard da lontano era ancora peggio. Anche se, pensai, io conoscevo l'uomo non l'Arciduca, raramente l'avevo visto come tale. La sala da ballo era gremita dei nobili più importanti del regno, giunti a Capomazda per quell’occasione festosa. Tutto appariva sfavillante ed etereo, gli abiti lussuosi delle dame, i gioielli che riflettevano la luce degli imponenti lampadari, le spade da cerimonia degli uomini, portate con disinvoltura. Era come un continuo luccichio in cui mi sembrava di stonare come uno spicciolo in un sacchetto di monete d’oro. Eppure, nello splendido abito dorato che mi aveva fatto fare Azelle nessuno avrebbe detto che non ero la contessa miralese che era stata annunciata al mio arrivo, inventata ad arte dalla mia preziosa amica per farmi avere un invito. Cos’avrei fatto senza di lei? Erano mesi che mi preparava a quel momento, e non potevo dire di essere stata un’allieva brillante. Anche se era stato divertente passare così tanto tempo in sua compagnia. Ma ce l’avevo messa tutta. D’un tratto, Azelle mi prese il braccio, facendomi segno di osservare la grande e sontuosa porta principale. L’avevano appena annunciato, ma io avevo sentito solo il suo nome. Trattenni il fiato, nel vederlo arrivare. Era splendido, così riccamente vestito, col portamento fiero ed elegante, sembrava così diverso da quando era con me. Dapprima pensai che intrufolarmi in quel modo a corte fosse stata, in fin dei conti, una pessima idea, ma poi mi resi conto che quello era ciò che mostrava all’intera corte, mentre io potevo averlo solo per me. E quel pensiero mi fece coraggio, anche mentre lo osservavo chiacchierare con le splendide dame che popolavano la stanza. “Avevo dimenticato quanto fa il galante con tutte quelle che gli capitano a tiro…” mormorai pianissimo, ad Azelle “Lo detesto..”. Lei rise, dietro il suo ventaglio. “No, solo con le belle donne, su…” sorridendomi “E’ politica, non pensarci..”. Io scossi la testa “Non sarò mai come loro..” osservando il gruppetto di dame con cui si stava trattenendo. “Per fortuna direi..” guardandomi severa “Se volesse una come loro, non starebbe con te, non credi? Su, stai tranquilla.. ricorda che devi riuscire a catturare il suo sguardo..”. Dopo un po’, si aprirono le danze. “Adesso ballerà con la principessa Sophie, è in visita da un paio di settimane, e ripartirà tra qualche giorno..” mi avvisò. “Sai sempre tutto, te?” stupita. “Naturalmente…” sorrise, senza guardarmi. Un bel giovane si avvicinò e la invitò a ballare, lei mi lanciò un’occhiata complice e lo seguì. Io osservavo Guisgard ballare con naturalezza, sorridendo alla splendida dama che aveva tra le braccia. Non mi aveva ancora visto, e il suo sguardo non mi avrebbe raggiunto dal momento che altre coppie avevano iniziato a danzare. “Come può una dama tanto bella restare sola?” una voce cordiale mi distolse dai miei pensieri, mi voltai e sorrisi appena, timidamente al giovane che mi stava di fronte, tendendomi la mano “Posso avere l’onore di questo ballo, milady?”. Io restai pietrificata per un momento. Quello non era previsto! Uno sconosciuto: non potevo ballare con uno sconosciuto. Ma forse gli sarei passata di fianco e si sarebbe accorto di me. E poi, pensai, così potevo mettere a frutto le lezioni della paziente Azelle. Annuii e gli presi la mano, seguendolo sulla pista da ballo, in silenzio, ero troppo impegnata a ricordarmi cosa dovevo fare, ma per un istante mi parve di incrociare lo sguardo intenso e chiaro di Guisgard. Ma in quel momento, non fare una figuraccia era la mia preoccupazione maggiore. Quando il ballo finì, avvisai il mio cavaliere di voler prendere una boccata d’aria e con mio sommo fastidio, decise di accompagnarmi. Non rifiutai per non essere scortese. “Sbaglio o non vi ho mai vista a corte, milady?” gentilmente il giovane. Io annuii “Sono appena arrivata da Miral.. non avevo mai visitato il vostro reame…” sorridendo appena. “Siete ospite dell’Arciduca?” chiese, lasciandomi spiazzata. “No, Gaston…” la voce di Azelle mi salvò “La contessa è mia ospite…” Lui si inchinò appena, mentre lei gli porgeva la mano da baciare “Baronessa, è sempre un piacere vedervi…” e lei annuì. D’un tratto, la mia amica sorrise, con un lampo di malizia, mentre nella sala era iniziata una nuova danza. “Oh, adoro questa canzone…” mormorò, distrattamente. A quelle parole, Gaston le porse la mano “Allora mi riterrò fortunato se vorrete ballarla con me..” lei gli prese la mano, si voltò verso di me, facendomi l’occhiolino, e sparì, lasciandomi nuovamente sola. “Il giovane de Bulian ha ragione..” una voce calda e profonda alle mie spalle “Non mi sembra di avervi mai visto a corte, contessa…”. Io abbassai lo sguardo sorridendo appena, temendo quasi di incrociare il suo sguardo. Ma non potevo fare altro, mi voltai e lo osservai con aria insieme colpevole e divertita. Lui mi scrutò per un lungo istante, e poi sorrise. “Sei bellissima..” mormorò, avvicinandosi di un passo “Ma sei anche l’ultima persona che mi aspettavo di vedere stasera…” divertito “Per un momento credevo di aver avuto un’allucinazione… invece sei davvero tu..” ancora più vicino “Sbaglio o stavi ballando?” sorrise. “Volevo farti una sorpresa…” timidamente ,osservandolo attentamente. Lui sorrise “Scommetto che c’è lo zampino di Azelle..”. Annuii, divertita “Già, mi ha fatto avere anche un invito.. e mi ha insegnato a ballare, anche se resto una frana…”. Lui rise “Questo è da vedere, ballerai con me?” con gli occhi ardenti nei miei. Io annuii “Sono qui apposta…” sorridendo appena, per poi trasalire, come se avessi ricordato qualcosa improvvisamente. Lui mi guardò sorpreso. “Che c’è?”. “La riverenza…” mormorai, delusa “No, mi sono dimenticata la riverenza…”. Lui dapprima rise, poi vedendomi seria, rise ancora di più “La riverenza? Non stai scherzando?”. Io scossi la testa “Azelle mi ha detto che quando il duca ti rivolge la parola devi fare la riverenza…”. “Già, ma tu non mi hai mai trattato come l’Arciduca” divertito “Adesso voglio vederla, però… avanti..” rise. Io alzai gli occhi al cielo, e provai a fare la mia migliore riverenza. Lui scoppiò a ridere. “Sei bellissima, ma non ti crede nessuno, lo sai vero?” tendendomi la mano, tornando immediatamente serio “Ebbene, madama, posso avere l’onore di questo ballo?” con fare galante. Io sorrisi, posando delicatamente la mia mano nella sua. Così, mi portò al centro della sala, mentre il cuore mi batteva forte, ma poi mi prese tra le braccia allontanando tutte le mie paure, insieme alle note delicate che ci accompagnavano nel nostro voltggiare. Quel dolce ricordo mi attraversò dolcemente, strappandomi un leggero sorriso. "Però non potrò aiutarvi per quanto riguarda l'etichetta di corte, quello proprio no..." sorridendo appena. |
Ancora quella citta`, Maruania, tornava a far parlare di se`. Non capivo ancora se cio` fosse positivo o meno, dal momento che Velven aveva precedentemente risposto in modo vago riguardo a cio`.
"Cosa significa? E` un bene o un male quest'alleanza?" gli chiesi, facendolo voltare di nuovo verso di me. |
Quel ricordo.
Dolce, struggente e malinconico. Tutto di quella sera era ancora vivo nel cuore di Clio. Quel ballo, il volteggiare tra le altre coppie che sparirono pian piano mentre le note scandivano momenti di felicità senza fine, sembrò durare tutta la sera. E quella sera poi durò tutta una notte, fino all'alba, quando i sogni si dissolvono nel chiarore del nuovo giorno, per diventare immortali nei nostri cuori. “Si, buona idea...” disse Rodolfo, destando la ragazza da quel ricordo “... voi siete la persona più adatta per rendere questo pastore, almeno in apparenza, simile a lord Guisgard... dopotutto lo conoscevate bene, visto eravate la sua amante, no?” Quelle ultime parole echeggiarono nella mente di Icarius, facendolo voltare di scatto verso Clio. Restò così a fissarla per un lungo istante. Poi distolse lo sguardo e tornò a guardare Rodolfo. “Imparerò la mia parte...” mormorò poi il pastore “... anche se resterò sempre e solo Icarius.” “In pubblico sarai lord Guisgard.” Replicò Rodolfo. “Da solo poi di notte potrai tornare essere te stesso. A noi non interessa.” |
La mano di Gwen fece voltare verso di lei il volto di Velven, che subito le sorrise e le sfiorò le dita con un lieve bacio.
“Non so cosa significhi tutto ciò...” disse in un sussurro lui “... ma non devi preoccuparti, poiché penserò io a te...” accarezzandole la fronte e poi le guance “... su, non mi avevi detto di voler invitare i tuoi amici qui? Dovresti chiamarli, mentre io preparerò qualcosa di speciale.” Facendole l'occhiolino. E mentre i due innamorati erano l'uno negli occhi dell'altra su quel balcone, per le strade di Capomazda i giovinastri continuavano ad inneggiare a Cimmiero ed a Maruania. |
Serrai la mascella per la rabbia e abbassai lo sguardo.
Avrei voluto ribattere, difendermi, ma non potevo difendermi dalla verità, per quanto mi facesse male. Amante era un ruolo che mai nella vita avrei pensato di interpretare, un ruolo che andava contro tutto ciò in cui credevo, ma era anche l'unico in cui potevo restargli accanto. E quello era il prezzo da pagare, l'avevo sempre saputo e avevo scelto lui. Mi limitai ad annuire piano, con un fintissimo sorriso forzato. Beh, dai.. Almeno ha detto la sua amante, non una delle sue.. Sarebbe stato ancora peggio, no? Evitai lo sguardo di Icarius, sperando non vedesse la rabbia che ero costretta a nascondere. "Beh, almeno non dovrai imparare a suonare l'ocarina.." Alzai lo sguardo, sforzandomi di scherzare. |
Icarius non rispose nulla a quell'ultima battuta di Clio, limitandosi a fissare il vuoto della cantina.
“Ascoltatemi bene, dunque...” disse Rodolfo, fissando il pastore e la ragazza “... due, tre giorni al massimo ed entreremo a Capomazda... nessuno potrà negare ciò vedrà, poiché sei uguale in tutto e per tutto al defunto duca, ragazzo... voi sarete il Maestro d'Armi del duca...” rivolto a Clio “... e con questa scusa impartirete lezioni di scherma a questo pastore... i Taddei sono tutti abili con le armi e lord Guisgard era il miglior spadaccino del reame... dunque questo ragazzo deve saper tenere in mano una spada e questo compito spetta a voi...” annuì alla ragazza “... il resto verrà da sé...” “Come giustificheremo la mia finta morte?” Chiese Icarius. “Diremo che sei stato ferito per via di una battuta di caccia, finendo in una tagliola avvelenata che ti ha causato febbre e deliri per giorni... io e gli altri” indicando i suoi uomini “ti abbiamo trovato e raccolto al Gorgo del Lagno... da lì ti abbiamo definitivamente curato e riportato a corte.” “E la tomba vuota?” Domandò il pastore. “Spargeremo la voce che è stata un'idea di Gvineth.” Rispose Rodolfo. “Quel cane a quest'ora sarà crepato e non potrà negarlo. Gli faceva comodo far credere che il duca fosse morto.” “Un piano preciso...” mormorò Icarius. “Già e bada di non rovinarlo.” Ammonendolo Rodolfo. |
Sorrisi a Velven e lo baciai dolcemente, prima di tornare al piano di sotto da Rida, che nel frattempo si era mollemente accomodata su un divano.
"Dovremmo andare a chiamare gli altri" le dissi. |
Rida annuì a Gwen e le due uscirono dalla casa di Velven.
Attraversarono le strade affollate e caotiche di Capomazda, fino a ritornare al carrozzone degli altri della compagnia. E qui trovarono, nello spiazzo circostante il caravan, Ozzillon con gli altri impegnati a provare battute e scene per il loro spettacolo. |
“La tomba profanata...” disse la figura incanutita a Galgan “... quella tomba non è mai stata profanata, poiché nessun cadavere è stato mai posto in essa...” fissando la fioca luce che illuminava quel sotterraneo utilizzato in passato per accogliere tombe di grandi guerrieri “... quanto all'ordine, per questo sono qui... per attendere che qualcuno giunga ad aiutarmi... aiutarmi a far rinascere l'ordine dei Puri Folli... e quel qualcuno siete voi, cavaliere...” aggiunse la figura.
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L'ufficiale fu sorpreso di vedere Elisabeth parlare in quel modo.
Ma pensò che la situazione era precipitata e dunque anche quella donna voleva trovare protezione e tranquillità. “Vostro marito non avrà il coraggio di tornare” disse “ma lo troveremo. Ammesso che sia ancora vivo.” Un ghigno apparve sul suo volto. “Volete incontrare lord Cimmiero? Bene... sarà lieto di sapere che la moglie di quel cane di De Gur ha molto più giudizio e coraggio di suo marito.” Rise. Ordinò allora di far preparare una carrozza per condurre la donna in città, al Palazzo Ducale. Ora per Elisabeth si aprivano le porte di un mondo nuovo. Così nuovo da apparire ignoto anche per Capomazda stessa. Un mondo le cui sorti erano nelle mani di Cimmiero e forse soprattutto in quelle di Maruania. |
Tessa uscì ed il misterioso prigioniero fu sul punto di fermarla, ma l'effetto del veleno era ancora in atto e lui dovette attendere qualche minuto prima di potersi alzare dal letto.
E una volta in piedi si guardò così allo specchio, cercando di leggere attraverso i suoi occhi, l'unica parte del suo misterioso viso ad essere visibile attraverso quella maschera, chi fosse realmente. Ma l'azzurro del suo sguardo appariva enigmatico, mutevole, vago e sfuggente. Un moto di rabbia allora lo colse. Intanto Tessa raggiunse la stanza dove si trovava la Madre Superiora. E con la religiosa trovò anche Edwig. “Tessa...” disse la Madre Superiora “... allora? Gli hai parlato? Cosa farà ora? Cosa ha deciso?” “Di certo non può restare con quella maschera sul viso.” Mormorò Edwig. “Ma come può aprirsi? Ho visto serve una chiave e di sicuro sarà nelle mani di colui che ha chiuso il suo volto in quella maschera...” |
Quando arrivammo, i nostri amici stavano provando le scene per lo spettacolo.
Non appena ci videro, corsero subito a salutarci, interrompendo le prove e chiedendoci dove fossimo state. |
Ogni tanto le cose sembravano girare per il verso giusto.....certo le parole che l' uffciale pronunciava.....facevano male, per ogni cosa c'era una spiegazione.....anche se nessun uomo che si reputava uomo avrebbe tradito la propria gente.......non pensavo neanche a me stessa...infondo......poteva non avermi mai amata, ma la gente che viveva in quel Castello credeva in lui...come aveva potuto, ma sembrava che almeno per quel momento...il Castello non fosse stato ancora assegnato...e questo era a mio vantaggio....una cosa per volta...." Noto che siete molto attento.....si....desidero congratularmi direttamente con Lord Cimmiero.......per quanto riguarda mio marito .... non e' piu' un problema mio......"....segui quindi l'uomo fuori dal castello e salii sulla carrozza......che prese la via per Capomazda......
Cosa fosse successo da quel momento in poi.....non lo avrei mai potuto immaginare.......era una situazione che non avrei mai pensato potesse accadermi.....eppure eccomi lì.....seduta su una carrozza...a dichiararmi pronta a seguire un uomo....i cui pensieri politici mi erano sconosciuti.....ma che scelta avrei potuto avere....nessuna......Non ricordavo neanche da dove venivo......ero in balia del nulla.....confidavo nel fatto che il Priore almeno...non conoscesse la parola tradimento........Entrammo a Capomazda.....sino a quando la carrozza non si fermo' dinanzi al Palazzo Ducale........bene..il momento era arrivato....e anche un servitore che venne ad aprire lo sportello della carrozza.....c'era chi aveva viaggiato piu' velocemente di me..... https://encrypted-tbn0.gstatic.com/i...5pl37W8r7eFkXg |
"Sono stanca", risposi alle domande della Madre Superiora e di Edwig. E lo ero veramente. Tutto quel susseguirsi di eventi mi aveva sfiancata e, come se non bastasse, mi ero dimenticata completamente di Pirros.
"In realtà, credo che trovare la chiave per aprire la maschera, sia come cercare un ago in un pagliaio." Scossi la testa, affranta. "Che Dio mi aiuti e mi mandi un segno, se la sua volontà è che quell'uomo ritrovi la propria identità" In realtà non erano da me fatalismo e rassegnazione. Ma in quel momento avrei desiderato solo dormire. Invece mi accomiatai dall Superiora e mi incamminai con Edwig a trovare Pirros. Fu uno spettacolo desolante quello che si parò davanti ai nostri occhi. Il giardino di Edwig era completamente distrutto e la porta spalancata. Dopo un'occhiata sgomenta ci precipitammo all'interno della casa. Lanciai un urlo e mi accasciai inorridita al suolo, quando vidi il corpo di Pirros pendere da una trave, livido e con una smorfia gutturale sulla faccia. "Edwig" balbettai "e adesso che cosa facciamo?" |
Presi dei fiori appena colti e mi misi ad intrecciarli come quando ci preparavamo alla Festa di Primavera.. "Abbiamo molte cose in comune, pure io girovago spesso nella brughiera e non ho timore, è come seguissi un richiamo e forse come voi sto cercando un fantasma dei Taddei".
Sospirai e presi coraggio, messer Viscionne mi aveva allevata assieme all' Austero e narrai tutta la storia del ciondolo arrivato e poi preso con furbizia da Cassaluia, di lady Sissi e sue sorelle e che abitavano poco distante, della cripta e del Fiore Azzurro e lady Sissi disse sembrava era stata la Dama del Lagno a commissionarla, che il testamento era stato firmato pure di fronte a me e di Azable e Samondo che mi insospettivano, del fatto scoprii Gvineth proprio nel Cimitero Longobardo e sembrava aveva degli uomini che cospiravano assieme a lui e di come si presentarono a casa delle tre donne.."Imparentato ai Taddei, come Dominus..e dice il trono spetta a lui di diritto, infatti ha usato pure lui la tirannia a Corte ma lui è vivo ora e i suoi seguaci stanno morendo..io non tifo neppure per lui.Ho scoperto molte cose e da sola e ho pure rischiato la mia vita ma per cosa? Io sono sola e da sola non posso fare nulla..tutte queste cose dette a voi, alle tre donne non sono di aiuto...e devo creare una organizzazione segreta? Beh, penso in giro ce ne saranno talmente tante, ma io sono una semplice dama allevata solo per fare la bella statua a Corte, per diventare la futura Granduchessa e il mio notaio sostiene quel patto non è affatto annullato a voce, ci vuole uno scritto..a volte Lord Guisgard mi chiedeva di accompagnarlo in viaggi diplomatici o stargli vicino a corte a dei balli per...dovere e non per diritto..e poi asseriva pure sarei stata una brava Granduchessa" scossi la testa "ma in quei tre anni non ha mai pensato ad accasarsi, capisco l' Amore ma un Duca ha delle responsabilità e ora..siamo senza un erede e nulla e di questo gli do una causa". "Io sono certa lui sia vivo ma mi prendono per pazza, comunque io sola non posso fare nulla e so molte, molte cose, ma ogni cosa ho fatto e ho scoperto sono state inutili, forse il Destino non crede io sia in grado di poter fare qualcosa e me ne starò qui...ma ora ditemi...quel ciondolo con la civetta e il carciofo che mi fu fatto recapitare voi sapete il significato? E la dama che ha commissionato la cripta, ha detto l' artista, aveva un ciondolo con una civetta e una rosa, un velo verde e delle ancelle con lo stesso velo..voi che ne pensate? Tanto quei messaggi datomi non significano nulla per me, pensavo fossero segnali sul mio destino ma mi ero sbagliata" aspettai la sua versione stavolta e nel frattempo iniziai a narrare... In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: "Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell' uomo, perchè chiunque crede in lui abbia la vita eterna.Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perchè chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui.E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perchè le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perchè le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perchè appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio" e lo guardai dicendo "Parola del Signore". http://i62.tinypic.com/t5lnk4.jpg |
Annuii, quindi risposi;
-Dio guida i nostri passi, quindi solo assecondando le correnti del Destino, possiamo vivere nell'integrità. Sono solo un servo, ma invero, il Re che mi compiaccio di servire, è il più grande e potente di tutti...... Ho deciso di fare mia la vostra battaglia nel momento in cui pronunciavate le vostre parole; la mia spada, e la mia Fede, sono a disposizione dell'Ordine- Rimasi un istante in silenzio, come a voler contemplare le mie stesse parole, lasciando che quei luoghi le assimilassero, facendole proprie, quindi seguitai con un'altra domanda; una domanda che era anche semplice affermazione; -La tomba aperta, messere, quella che mai fu usata, appartiene al legittimo regnante, non è vero?- |
Ascoltai attentamente quelle parole di Rodolfo e poi annuii.
"Perfetto.. abbiamo poco tempo e molte cose da fare, ma possiamo farcela..." sorridendo piano ad Icarius "Anzi, direi di non perdere tempo, c'è un luogo sicuro in cui possiamo allenarci?" tornando a guardare Rodolfo "Ah, e non dimenticate le buone maniere e l'etichetta, deve sapersi muovere perfettamente a corte, sono sicura che ci saranno nobili tra voi in grado di istruirlo come si deve..". Poi trasalii. "Manca un pezzo.." guardando Rodolfo "Cosa diremo di Mia Amata? Che è stata rubata? Che è semplicemente sparita? Perché se era andato a caccia l'avrà avuta con sé... magari potete dire che non c'era al vostro arrivo... perché non ha senso che l'abbiano rubata Cimmiero o Gvineth perché l'avrebbero usata a quest'ora... magari l'ha rubata un poveraccio e non sa cosa farsene.. non so.. però una spiegazione va trovata.." sospirai "Anche se la cosa migliore sarebbe trovare proprio Mia Amata... se impugnasse la sua spada, nessuno mai potrebbe dubitare..". |
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