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Trasalii.
Il sacro monte dell'Arcangelo! Ma certo! Una speranza, una speranza si accese nel mio animo al ricordo della visione avuta mentre Icarius parlava con Don Nicola. Quella visione che non avevo mai potuto controllare perché erano passati dieci anni in una notte. Se i seguaci dei Taddei si erano rintanati lì, doveva pur esserci qualcuno che mi conoscesse, avevo passato vent'anni a corte, dopotutto. E quelle parole di Icarius mi strapparono un sorrisetto che nascosi quasi subito. Sapeva molte cose, altroché. Ora finalmente avremmo scoperto che cosa ci attendeva. |
" Certo che é inusuale le campane durante la notte... Questo paese è sempre più strano" dissi avanzando verso la chiesa.
Appena dentro mi fece il segno della croce e osservai la navata, totalmente buia. Un altro rintocco di campana si fece avanti nel silenzio. " Si sembrerebbe ma allora chi suona?" chiesi mentre la mia voce rimbombava ma non era l'unico rumore, ce n'è un altro più cupo e sordo e decisamente non rassicurante. " E cos'è questo?" |
Mi risvegliai di botto in un bagno di sudore. Il mio sguardo andò meccanicamente al pavimento... era stato solo un sogno, un maledetto incubo che però mi sapeva di vero. Ebbi un brivido nel ricordare il lago di sangue e quelle urla, che ormai mi perseguitavano ovunque, persino nel sonno.
Mentre ancora ripensavo al sogno, udì una voce di donna che intonava una canzone. Guardai la finestra, era rimasta un po' aperta... la voce proveniva da lì fuori. Mi alzai dal letto, uno sguardo al Capitano che ancora dormiva, e andai alla finestra per vedere chi fosse a cantare. Mi sentivo inquieta, per cui aprì del tutto le ante senza però sporgermi troppo, per evitare di essere vista. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
“Si...” disse Zoren voltandosi di scatto verso la porta “... rumori che provengono dal pianoterra... o forse più giù...” avvicinandosi all'uscio “... sembra come se qualcuno stesse scavando nel terreno... che stranezza... siamo nel cuore della notte...” fissando poi Gwen.
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Zoren si avvicinò per sentire meglio ed io attesi.
"Scavare? Che intendi?" chiesi, perplessa "Lo sapevo io che c'era qualcosa di strano... e tu che mi prendevi per paranoica..." scuotendo la testa. Tolsi la camicia da notte e mi vestii. "Dobbiamo andare a vedere." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius e Clio furono condotti in una sorta di grossa cantina, più simile in verità ad una segreta inaccessibile.
Affon fece segno ad un uomo che sorvegliava una grossa porta di legno e quello annuì, per poi aprirla. Entrarono così in un ambiente sotterraneo arredato in modo sobrio, ma con un certo gusto. Qualcuno stava seduto su un grosso seggio, dando le spalle alla porta. “Milord...” disse Affon. Colui allora che stava seduto si alzò e si voltò, mostrando il suo volto. Un volto che era l'esatta copia di quello di Icarius. http://data.whicdn.com/images/223653113/large.jpg |
Entrammo in quella casa, condotti poi in una grossa cantina quasi fosse una segreta inaccessibile.
Mi guardavo intorno, incuriosita e incerta. Ma poi vidi che c'era una sola persona, e le mie speranze vacillarono. Quando poi si girò, sbiancai. Era lui, era identico a lui. Strinsi forte la mano di Icarius nella mia. Allora lo sapeva, fin dal primo momento, Affon. Sapeva chi era, se era identico a quello che immaginai essere quello che loro credevano Guisgard. Ecco perché ci avevano portato in quella chiesa, ecco perché tutto quel mistero. Possibile che esistessero due persone così simili? La cosa non mi quadrava, non mi piaceva per niente. Restai in silenzio, attendendo che fosse lui stesso a rivolgermi la parola, come si conveniva. |
Ehiss si voltò verso la strada, da dove giungeva quel curioso rumore.
La via era avvolta dal buio cupo della notte, squarciato solo dove giungeva lo spettrale alone lunare. E ad un tratto qualcosa fu illuminato dalla Luna. Una figura che camminava tirandosi dietro qualcosa di pesante. Pochi passi dopo ed il cavaliere e Dacey videro che si trattava di un uomo di mezz'età che si trascinava dietro una grossa cassa di legno. Ehiss guardò la zingara e le fece cenno di seguirlo. Si avvicinarono così all'uomo che avanzava verso di loro. “Voi...” disse il cavaliere “... vi occorre aiuto con quella cassa?” L'uomo si fermò ed osservò il nobile Taddeo e la ragazza. “Forestieri?” Chiese. “Si, giunti poco fa.” Annuì Ehiss. “Beh, se mi offrite aiuto di certo non lo rifiuto.” Sorridendo l'uomo. Il cavaliere andò verso di lui. “Devo portare questa cassa al sicuro” fece l'uomo visibilmente affaticato “prima che i topi la rovinino.” “Topi?” Ripetè Ehiss. “Oh, non temete...” l'uomo “... è integra. Ma proprio per preservarla voglio metterla al sicuro.” “Vi do una mano.” Aiutandolo il cavaliere. I due portarono così la pesante cassa fino all'ingresso della chiesa. |
Gaynor guardò dalla finestra, senza sporgersi troppo, per cercare di vedere chi stesse cantando.
Vide così una donna che appoggiata contro una palma intonava una canzone al chiaro di luna. La sua voce era particolare. Come se avesse un che di esotico, pur non possedendo un accento particolare di quei luoghi. Era una voce alta e squillante, la cui cadenza le conferiva una musicalità del tutto fuori dal comune. |
“Si, ma cerchiamo di essere prudenti...” disse Zoren a Gwen.
Così, silenziosamente, lasciarono la stanza e scesero al pianoterra. Qui non vi era nessuno, ma i rumori continuavano. “Provengono da sotto...” mormorò piano il mago “... ci deve essere una cantina... cerchiamo le scale per scendere...” Videro così una porta socchiusa che dava su delle scale che portavano di sotto. Zoren fece segno a Gwen di scendere. E mentre scendevano i rumori cessarono di colpo. “Presto, nascondiamoci...” Zoren indicando una rientranza nel muro in cui nascondersi entrambi. |
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