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"Andros" ripetei.."Sei in mio potere ora...ti ho ammaliato" sorrisi soddisfatta.
Le sue labbra scendevano e salivano sul mio nudo corpo, le sue mani giocavano sui miei seni, sul mio corpo e il mio respiro si fece irregolare, ansimavo per il piacere provocato, per quel tocco delicato che suonava una sinfonia di piacere sul petto caldo e turgido dal desiderio. Lo presi per i capelli scuri e lunghi, volevo andasse oltre..ancora..sentivo la testa girare, in un vortice quasi da farmi perdere i sensi...avrei voluto morire per un attimo tra quelle braccia e tornare viva col calore del suo corpo..iniziai a sbottonare tutta la sua camicia, la tolsi in modo i nostri corpi mezzi nudi fossero a contatto...ma ad un tratto sentii una campanella e sussultai, misi la mano sul seno e lo guardai spaventata.."Ma che diamine sta succedendo?". |
Fui rincuorata dal sapere che la città non era l'ennesimo luogo dimenticato dall'uomo.
" Oh bene, bene" mormorai " ma è una messa per qualche occorrenza particolare?" chiesi interessata ripensando ai pellegrinaggi di maggio per venerare la Santa di tutti noi gitani, Sara. Ritenni che anche in quel luogo doveva esserci qualcosa di similare e la messa di notte faceva parte della tradizione. |
“La risposta è molto semplice.” Disse Guisgard a Clio. “Lui” indicando Icarius “è nato da me. Come una proiezione, un riflesso, anzi un'ombra. Naturale dunque che condivida i miei ricordi e provi le mie sensazioni. Ed abbiamo lo stesso sangue.”
“Ma smettila...” mormorò Icarius che fissava il tremolio di una candela, come se cercasse di dare un senso a tutta quell'assurda sensazione. “Io comprendo come tu possa sentirti...” fissandolo Guisgard “... lo so e so anche che ciò è ingiusto... ma è la verità... devi accettarla.” “Cosa dovrei accettare?” Voltandosi Icarius. “Che siete tutti dei folli?” “Forse” intervenne Affon “tutto potrebbe avere un senso se vi spiegassimo cos'è davvero un Fakera...” |
Il panico.
Questo sopraggiunse nella cantina, tra Gwen e Zoren. Non c'era un posto dove potersi nascondere, mentre quei passi si udivano sulle scale. Il mago allora prese la mano della ragazza stringendola, come a voler darsi forza reciproca prima di essere scoperti. Apparve allora un uomo sulle scale. Anziano, vestito in modo buffo e dall'espressione ebete. “Corbezzoli.” Disse vedendo i due giovani. “Cosa ci fate qui nel cantiere? Non sapete che i lavori sono sospesi? Di notte è impossibile convincere le maestranze a lavorare.” Scosse il capo. “Di questo passo la chiesa non sarà mai ultimata.” |
Il panico ci colse quando ci accorgemmo che non c'era un benedetto angolo in cui nascondersi.
Guardai Zoren quando strinse forte la mia mano ed io ricambiai quella stretta, mentre ci preparavamo ad essere scoperti. Tutta questa paura, però, svanì quando vedemmo un uomo alquanto strano dire delle cose alquanto strane ed io aggrottai la fronte. "Ma di che diamine sta parlando?" sussurrai pianissimo a Zoren, guardandolo ancora stranita. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Scossi la testa.
"Oh per favore!" scuotendo la testa "Tutta questa storia è assurda, ma io so come sono arrivata a lui... e ripeto, se voi foste davvero Guisgard, allora perché non farsi avanti alla morte di vostro zio?" alzando le spalle "Perché lasciare cadere il ducato in rovina? Capivo lui.." indicando Icarius "Non ricorda un accidente, crede di essere un semplice ragazzo... quindi ci sta che non sia tornato a casa, ma voi? Perché non siete tornato a corte? Perché sapevate che sareste stato smascherato? Che potevate ingannare i sudditi, i funzionari ma magari non so.. non la vostra balia? Non i vostri istitutori, non i bambini che giocavano con voi?" scrutandolo. "Se siete davvero chi dite di essere, dov'eravate quando Capomazda aveva bisogno di voi?". Scossi la testa e sospirai piano. "Che hai intenzione di fare? Farlo innamorare al posto tuo così la bestia viene per lui e non per te?" alzando gli occhi al cielo. Presi un profondo respiro. "Sentiamo, dunque, che cos'è veramente un Fakera?" esasperata. |
“E' la messa di Mezzanotte.” Disse l'uomo a Dacey. “Messa solenne, dedicata ai defunti. Vi parteciperete anche voi?”
“La chiesa” fece Ehiss “sembra l'unico luogo in cui poter incontrare qualcuno in questa cittadina. Comunque ci saremo anche noi. Ma ditemi... come si chiama questa cittadina?” “Tocco Vetus.” Rivelò l'uomo. Ad un tratto si udirono vari ed indefiniti rumori. Allora lungo la via cominciarono a vedersi diversi individui, tutti diretti in chiesa. “La messa sta per cominciare...” l'uomo rivolto al cavaliere ed alla zingara. |
“Ne so quanto te...” disse sottovoce Zoren a Gwen.
“Per mille Ostrogoti barbuti!” Esclamò lo strano individuo, per poi scendere nella cantina. “Forse voi non siete qui per caso! Ma certo, siete emissari del Senato! Avrei dovuto capirlo subito!” Scuotendo la testa. “So benissimo che i patrizi non vedono di buon occhio questo cantiere! Ah, certo che lo so!” Agitando il dito. “Ma dite pure a quei barbagianni in tunica che io, l'Augusto imperatore Costantino il Grande, sto edificando la chiesa su terra privata. Non ho sottratto affatto proprietà al popolo di Roma. Per questo ho scelto il Laterano per costruire la prima chiesa Cristiana della città.” Con tono fermo. |
Ascoltai ammutolita le parole dell'uomo.
Ma chi diamine avevamo davanti? Beh, di certo, pensai ridendo fra me e me, era stato meglio di come ci aspettassimo. Quando finì di parlare, guardai Zoren con aria interrogativa, ma in fondo divertita. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Ricorda al cospetto di chi sei.” Disse Affon a Clio con tono secco.
“La verità?” Guisgard alla ragazza. “Ho avuto paura. Si, paura. Non di morire...” scuotendo la testa “... no, quello no... ma di non essere riconosciuto ed accettato... scoprire di non essere niente... questa è la verità... per questo non mi sono fatto avanti... ora Cimas è troppo potente ed io...” “Non dovete giustificarvi, milord.” Mormorò Affon. “Dunque...” fissando poi Icarius e Clio “... il Fakera è una figura mitologica... letteralmente un corpo... usato da esseri del mondo soprannaturale per entrare nel nostro... questa è stata dunque l'idea su cui hanno lavorato gli alchimisti di corte... generare un sosia dell'Arciduca per proteggerlo...” “Come diamine è possibile far nascere un essere umano in laboratorio?” Sbottò Icarius. “A questo punto è più semplice scoprire la Pietra Filosofale!” “Esistono nozioni che noi tutti ignoriamo, ma che le scienze occulte conoscono e praticano...” Affon “... spiegarle ora sarebbe impossibile, oltre che inutile...” “Inutile?” Ripetè Icarius. “Avete preso la mia esistenza e l'avete gettata nella melma! Ero un ragazzo spensierato e questa storia mi sta distruggendo la vita!” “Tu non hai nessuna vita.” Disse Guisgard. “Tu neanche sei vivo. Per la Chiesa non sei un uomo e non possiedi dunque un'anima.” “Una sorta di... cavia...” Icarius. “Si, nato per proteggere me.” Annuì Guisgard. |
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