Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 16-03-2015 00.29.26

“Questo palazzo” disse Rodolfo a Clio “è ignoto ai più. Qui nessuno verrà a disturbarci. Dunque allenerete il pastore per i prossimi tre giorni, dopodiché continuerete a corte il vostro lavoro di maestra d'armi. Penseremo poi noi ad insegnare a questo pastore i modi da tenere a corte. Inoltre vi sono delle camere qui e lì passerete tutto il tempo, fino a quando non vi porteremo in città. Quanto a Mia Amata, essa ormai sarà andata perduta per sempre. Forse rubata, forse distrutta, chi può dirlo. Diremo così la verità.” Fece cenno ad uno dei suoi e quello accompagnò Icarius e la ragazza in due camere al piano superiore, divise da una parete.
“Bene, sembra abbiano deciso ogni cosa...” mormorò il pastore, una volta rimasto solo con Clio. davanti alla porta di una delle due camere.

Guisgard 16-03-2015 00.32.14

Nel vedere arrivare Gwen e Rida, Ozzillon e gli altri subito interruppero le prove e salutarono lieti le due nuove arrivate.
“Venite pure...” disse Ozzillon alle due donne “... cominciavamo a preoccuparci. Dove eravate finite? In strada c'è un po' di disordine e temevamo vi fosse accaduto qualcosa.”

Lady Gwen 16-03-2015 00.45.24

"E` una lunga storia. Volevo chiedervi se vi andava di venire a casa di un amico per cena, abita proprio qui vicino, vi va?" dissi loro.

Clio 16-03-2015 00.48.57

Annuii a Rodolfo, senza aggiungere altro, e seguii l'uomo che ci accompagnò alle nostre stanze.
"Già..." Mormorai piano, per poi alzare lo sguardo su di lui.
"Come ti senti?" Chiesi titubante.
Era una domanda stupida, probabilmente, ma mi chiedevo davvero come si sentisse, avrei voluto stargli vicino.
Guardai le due porte, e fui sul punto di chiedergli se non preferisse restare con me, ma poi mi bloccai temendo che fraintendesse, o che ancora una volta pensasse che stavo parlando a Guisgard e non a Icarius.
Ma non mi piaceva l'idea di lasciarlo solo coi suoi pensieri, e restare sola coi miei.

Guisgard 16-03-2015 00.51.14

“Una cena...” disse Ozzillon, per poi voltarsi verso Berio “... sentito? Una cena e siamo tutti invitati!”
“E una cena” fece Surugo “non si rifiuta mai, capo!”
“Soprattutto” gli fece eco Sbrizzo “se è gratis!”
“Ed io ho appunto un certo appetito!” Divertito Berio.
Il gruppo così, guidato da Gwen e Rida, raggiunse la casa di Velven e durante il tragitto ci pensò la stessa Rida a raccontare tutta la storia ai maschi della compagnia.
Una volta arrivati a casa dell'ufficiale, vi entrarono, Velven aveva infatti donato la chiave a Gwen, sentendo subito un delizioso odorino che giungeva dalla cucina.
“Reciterò un'ode al cibo che ci verrà offerto e servito in questo amicale convivio.” Pronunciò Ozzillon.

Guisgard 16-03-2015 00.57.25

“Sto bene...” disse piano Icarius a Clio “... mi sto abituando velocemente a tutta questa storia...” sforzandosi di sorridere “... certo, devo ancora fare il callo al disprezzo con cui questi uomini pronunciano la parola pastore, ma infondo è il male minore.” Annuendo appena. “E tu come stai?” I suoi occhi brillavano di una luce pura, di un candore a tratti disarmante. “Lo so che la riterrai una domanda sciocca e superflua, che sei in gamba e tra noi due sei tu quella che sa meglio cavarsela in mezzo ai guai... ma io sono abituato alle novelle dei bardi e ai racconti dei cantastorie, dove le donne, anche se guerriere, devono essere protette...” rise per un istante “... magari un giorno mi abituerò anche a questo, porta pazienza...” e fu sul punto di accarezzarle il viso, o almeno di sfiorare una ciocca ribelle che le scendeva sulla guancia, ma alla fine si trattenne.

Lady Gwen 16-03-2015 01.02.10

Mentre tornavamo da Velven, Rida racconto` tutto ai nostri compagni.
Arrivammo a casa dell'ufficiale, che mi aveva donato la chiave e sentii subito un buonissimo profumo, cosi` entrai in cucina e lo vidi intento nei preparativi.
Mi avvicinai a Velven, che intento com'era non si era accorto del nostro arrivo e poggiai le mani sulle sue spalle, facendolo sobbalzare appena.

Clio 16-03-2015 01.12.13

Sospirai, sorridendo.
"Non lo so..." Ammisi, alzando le spalle "Ma spero che verrà qualcosa di buono da tutta questa storia..." Sforzandomi di sorridere.
Restai incatenata al suo sguardo, e sorrisi davvero, sfiorandogli appena la tempia con la mano.
"Adoro il tuo sguardo, lo sai?" Mormorai "Davvero tanto..." Sospirai "E mi piange il cuore al pensiero che te ne dovrai liberare..." Abbassai lo sguardo per poi rialzarlo subito "Icarius tu mi hai chiesto una promessa e io ora ne chiedo una a te.. Promettimi che.. Quando saremo soli, e io ti chiamerò col tuo nome tu..." Sospirai "Tu resterai te stesso, e mi donerai quello sguardo..." Scossi la testa "Beh, sempre che il mondo in cui ci stiamo addentrando non te lo faccia cambiare per davvero..." Sorridendo amaramente.
Aprii la porta di una delle stanza, e poi mi voltai verso di lui.
"Ti va di restare?" Titubante "Devi ancora raccontarmi di quell'insopportabile Aneas..." Facendogli l'occhiolino.

Guisgard 16-03-2015 01.22.04

Quel leggero tocco della mano di Gwen sulla spalla di Velven, che intento a cucinare e a canticchiare non si era accorto del ritorno della ragazza di Avalon, lo fece voltare di colpo.
“Ehi...” disse per poi sorridere “... mi hai quasi spaventato...” le prese fra le braccia “... ho le mani sporche e non posso accarezzarti, ma solo stringerti... vorrà dire” con la voce che si fece bassa “che le carezze te le darò con le labbra...” e cominciò a baciarla delicatamente sul viso.
Ed infine sulle labbra.

Guisgard 16-03-2015 01.23.39

Icarius restò ad ascoltare Clio e a fissarla mentre lei si voltò e poi aprì la porta della sua stanza.
Poi quell'invito a restare.
“Si...” disse dopo un attimo di titubanza lui “... si, certo... resterò quel che sono...” sorrise imbarazzato “... e si, si anche per il restare con te, se vuoi...”
Entrarono nella camera assegnata alla piratessa.
Era un luogo non troppo grande e neanche troppo accogliente, ma pulito, sicuro e tranquillo.
“Cosa vuoi sapere di Aneas?” Chiese poi il pastore, con la voce tremante ed imbarazzata.

Guisgard 16-03-2015 01.29.46

La carrozza entrò nel cortile del Palazzo Ducale ed una marea di pensieri, inquietudini e paure avvolsero l'animo di Elisabeth.
La vettura si fermò ed un servitore giunse ad aprire.
Fece scendere la donna ed il cocchiere gli consegnò un biglietto da parte del militare che custodiva il castello un tempo di De Gur.
Il servitore lesse ed annuì.
“Seguitemi, milady...” disse poi ad Elisabeth “... vi condurrò da Sua Signoria.”
Il palazzo era vivacemente animato da militari, funzionari, servi e dame di vario tipo.
Tutti sembravano spensierati e felici, rendendo quel luogo curiosamente caotico.
Elisabeth fu condotta in un androne e poi attraverso un lungo corridoio, fino a salire ai piani superiori del palazzo.
La donna ed il servitore raggiunsero un vasto salone e qui attesero.
Dopo un po' entrarono alcuni individui.
E uno di questi era Cimmiero.
Il servitore gli mostrò il biglietto.
“La moglie di De Gur...” sorpreso il duca, per poi ridere “... vedo che avete molto più coraggio di quel cane che avete sposato, madama!”

Guisgard 16-03-2015 01.41.00

Viscionne restò in silenzio, mentre Altea recitava quel Passo del Santo Vangelo.
“Vedo” disse infine “che avete passato un bel po' di avventure.” Scosse il capo. “Purtroppo viviamo i tempi oscuri... la vita si mischia al fiabesco, al romanzesco ed assume tratti incerti, enigmatici... ma quel ciondolo di cui dite mi incuriosisce... reca infatti impressa una misteriosa simbologia... potrebbe davvero celare qualcosa... fossi in voi mi recherei alla biblioteca domenicana del Santuario della Vergine dell'Arco... lì infatti sono conservati testi molto antichi e di tutti i tipi... sono certo che potrete trovare qualcosa di interessante riguardo quel ciondolo... chiedete di Frate Severo... ditegli pure che vi ho mandato io... egli vi farà entrare nella biblioteca...”

Guisgard 16-03-2015 01.44.23

La figura incanutita fissò Galgan e poi annuì.
“Si, la tomba vuota è del legittimo signore di questo ducato.” Disse. “In verità in essa non è mai stato riposto alcuno. E' stata messa lì per ingannare e salvare il vero duca.” I suoi occhi sembravano scintillare della debole luce di quell'austero ambiente. “Ma direi ora di concentrarci su quanto da voi detto prima... l'ordine ha bisogno di un nuovo campione... volete essere voi?” Si alzò, avvicinandosi ad una parete dipinta con antiche ed evocative scene di guerrieri scesi nell'Oltretomba.
Spostò una torcia spenta ed un attimo dopo si aprì una botola nel terreno.
La figura prese una torcia, per poi accenderla e darla al cavaliere.
“Scendete nel ventre di questo luogo, dove vi attende il Destino che avete scelto, cavaliere...”

Guisgard 16-03-2015 02.28.50

Tessa ed Edwig lasciarono il convento e tornarono quando ormai era sera all'abitazione della guaritrice.
E qui restarono sconvolte dallo spettacolo che si mostrò ai loro occhi.
L'intero giardino appariva devastato e tutto all'interno dell'abitazione era sottosopra.
Qualcuno era stato là ed a farne le spese era stato Pirros.
L'uomo mostrava lividi e tagli, segni di percosse e torture che gli erano state inflitte, per poi essere appeso ad una trave ed impiccato.
Mentre Tessa era visibilmente sconvolta, Edwig si fece coraggio e tirò giù il corpo penzolante dell'uomo.
“Credo siano stati gli uomini del nuovo duca...” disse la guaritrice alla ragazza in lacrime “... Pirros era un seguace di Gvineth e la caccia a lui ed ai suoi è tutt'ora aperta...” scuotendo il capo “... mi chiedo piuttosto cosa abbia detto ai suoi carnefici prima di morire... direi di seppellirlo come si fa con ogni buon Cristiano...” fissando Tessa “... lo farò io, tu va a riposarti, così ti calmerai... ti porterò una mia tisana alle erbe... ma questo posto non è più tranquillo... potrebbero tornare, pensando che anche noi siamo complici o simpatizzanti di Gvineth... prima dell'alba dobbiamo lasciare questa casa...”
Intanto, al convento, l'uomo dalla maschera di ferro era rimasto a lungo nella sua camera, a riflettere sugli ultimi accadimenti ed anche sulle parole di Tessa.
Poi, quando ormai l'ora era tarda, prese un mantello col cappuccio e senza farsi vedere scese nel giardino del convento, dove le monache avevano verdure ed ortaggi coltivati per il sostentamento del chiostro.
Ma poco dopo udì un campanellino.
Rapido allora si nascose tra i cespugli e vide qualcuno camminare.
Era un uomo di mezz'età, con un campanellino al collo.
Raccolse alcune verdure e ne riempì un paio di ceste, che poi lasciò davanti ad una porta di legno.
Ma mentre lo fissava, la maschera di ferro con un piede calpestò un arbusto.
“Ci è là?” Voltandosi l'uomo col campanellino. “C'è un ladro? Le suore dormono a quest'ora!” Prendendo un bastone.
“Non sono un ladro...” mostrandosi l'ex prigioniero “... sono qui grazie alle cure ed alla misericordia delle monache...”
“Chi siete?” Domandò l'uomo. “Perchè quel cappuccio? Rispondete!”
“Sono uno dei tanti che chiedono riparo in un monastero...” mormorò la maschera di ferro “... e voi perchè portate quel campanellino?”
“Sono il giardiniere...” rispose l'uomo “... mi occupo delle verdure, degli ortaggi e curo le piante del chiostro... questo campanellino serve per avvertire le monache della mia presenza, poiché non è permesso loro di avvicinare uomini.”

Lady Gwen 16-03-2015 08.01.06

Velven mi strinse e mi bacio`, prima sul viso e poi sulle labbra. Non mi rendevo mai davvero conto di quanto mi fosse mancato finche` non ero di nuovo tra le sue braccia.
"Hai bisogno di aiuto?" chiesi, sbirciando sul suo piano da lavoro.

Tessa 16-03-2015 10.48.47

Edwig mi parlava e la sua voce mi arrivava da lontano.

"Quindi è così che ci si sente quando si è sotto shock..." pensai.
Ma fu il pensiero di un attimo. Presto ripresi le forze e la mia mente si mise a ragionare lucidamente. Farsi prendere dal panico in un frangente come quello, era l'ultima cosa da fare, se si voleva salvare la pelle.

Mi alzai in piedi.

"No Edwig, tu vai a chiamare il curato per l'estrema unzione e io penserò a ricomporre dignitosamente Pirros" dissi alla guaritrice.

Mi inginocchiai vicino a quel corpo senza vita.
Chiunque lo avesse ucciso, si era accanito con lui con molta ferocia.
Era sporco di sangue, le numerose percosse gli avevano fratturato gli arti e, soprattutto, il suo volto ormai irriconoscibile, era completamente ricoperto di graffi ed ecchimosi. Mi chiesi perché, un qualsiasi sicario mandato ad uccidere un uomo ormai scomodo, avrebbe dovuto impiegare tanto tempo, tanta energie e tanto accanimento, a sfigurare un volto in tal maniera.
Sembrava un gesto dettato da una collera furibonda, istintiva, animale.
Sicuramente non era stata una sola persona ad ucciderlo e l'istinto mi diceva che, con tutta probabilità, era stata una persona ben precisa e motivata ad accanirsi così sul suo viso.

"Non ha più il suo anello..." notai, soffermandomi sulle mani.
Eppure la presenza di quell'anello la ricordavo molto bene, ogni volta che le sue mani avevano stretto le mie o si erano avvicinate al mio volto.

Gli tolsi gli abiti intrisi di sangue e, con una pezza bagnata, cercai di pulirlo come meglio potevo, in attesa del ritorno di Edwig.
Volevo restituirgli, anche se nella morte, un briciolo di dignità.

"Devo bruciare questi abiti, prima che arrivi l'alba" pensai, raccogliendo il mucchio di vestiti dal pavimento.
Fu proprio nel tirarli su, che da una tasca cadde un piccolo garofano rosso, avvolto da un foglietto di carta.

"Ti odierò e ti amerò per sempre, mio amatissimo infedele."

La lettera era firmata solo con una "C".

Altea 16-03-2015 16.03.28

Ascoltai attentamente le parole di Viscionne.."La biblioteca domenicana del Santuario della Vergine dell' Arco..la conosco poichè spesso Lord Guisgard andava a farvi visita ma, ovviamente, io rimanevo fuori..a me spettava il compito di entrare nei conventi delle suore come ogni devota cristiana dovrebbe seguire le regole" e sorrisi "mi farò accompagnare da un pastore che rifornisce i frati ed è mio amico, penso lo ricordiate..messer Marion".
Lo presi per mano.."Grazie per avermi ascoltata e compresa ed aiutata, vi sono debitrice, datemi un biglietto col vostro indirizzo e ricordate siete il benvenuto qui, sempre...non posso tornare a Corte dopo che gli uomini di Gvineth mi hanno visto, mi considererebbero una spia ma fortunatamente i miei averi non sono là..non sono una stolta ovviamente". L'uomo scrisse un biglietto con l'indirizzo della sua residenza e lo sigillò consegnandomelo.
"Ora è meglio voi andate, non vorrei vi succedesse qualcosa nella brughiera o qualcuno mi stia spiando, so troppe cose purtroppo, appena saprò qualcosa però verrò a trovarvi".
Lo congedai e rimasi sola nella Baita dei Cedri e pensai pure a lady Sissi e le loro sorelle, speravo non fosse successo nulla nemmeno a loro e avrei dovuto accertarmi pure di questo...e Bensuon? Era in quella Corte ma la cosa mi preoccupava, poteva benissimo tradirmi..pur di salvarsi avrebbe venduto pure la vita di sua madre ed infatti fui scaltra a non dire a nessuno di una cosa importante..io possedevo il vero ciondolo. Ovviamente quella donna mi aveva insospettito fin dall' inizio e avevo fatto fare dal mio antiquario una copia identica, pure il graffio sulla civetta e gliela avevo dato a lei...e non se ne era accorta? Risi di quel fatto..magari ora stava pensando come sempre ero una..ragazza insolente. Tirai fuori dal sacchetto nero il mio ciondolo...vero...avevo fatto incidere sul retro e in un posto libero una croce piccola, difficile da notare. Già..una strega o alchimista non avrebbe mai voluto un ciondolo con un simbolo sacro anche se all' epoca io ero all' oscuro di ciò che fosse ma la mia Fede mi aveva aiutata a quanto pare.
Così indossai il mantello e misi il cappuccio e dopo una bella camminata raggiunsi la casa di Marion ed era a casa e bussai alla porta, mi avrebbe porta al Santuario col suo carretto..non vi era tempo da perdere, per un attimo mi voltai e vidi il Palazzo Ducale svettare nella sua bellezza..preservando ai miei occhi le gesta eroiche del suo passato.

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Guisgard 16-03-2015 16.37.25

Il volto di Pirros.
Quasi orrendamente sfigurato dalla brutalità con cui si erano accaniti su di lui.
E poi quel biglietto accompagnato da un garofano rosso.
E l'anello che l'uomo portava al dito sembrava svanito.
In quel momento tornò Edwig e nel vedere Tessa con quel biglietto in mano, le si avvicinò per leggerlo.
“Sembra...” disse turbata la guaritrice “... sembra scritto da una donna... una donna gelosa...” guardò il cadavere “... eppure... eppure non può essere stata una donna a ridurlo così... no, è troppo malridotto... chi lo ha conciato così doveva avere una forza eccezionale e nutrire un odio fuori dal comune... neanche gli animali vengono ridotti così prima di essere macellati...” il suo sguardo cadde sul garofano rosso “... è una firma...” mormorò “... questo fiore è una firma... una firma che pochi sanno decifrare... ed io sono tra quei pochi...” fissando Tessa “... i garofani rossi erano utilizzati nei secoli passati, durante il dominio dei Longobardi... dalle streghe...”

Clio 16-03-2015 16.38.21

Entrammo nella mia stanza, e lasciai cadere a terra la sacca, per poi buttare il mantello su una sedia, prima di appoggiare su un tavolino la cintura con la spada, la pistola e il posto vuoto per il pugnale e via via tutte le armi che avevo nascosto nel vestito o negli stivali.
"Non lo so..." Mormorai, distrattamente mentre mi liberavo almeno di tutta quella ferraglia "Sei tu il narratore... Perché è così scortese.." Risi piano "Oppure di cosa ha tanto paura... Si, certo.. La Gioia... Era la Gioia quel sibilo?".
Alla fine mi sedetti sul letto, e mi accorsi dell'espressione di Icarius.
Sorrisi piano, era davvero adorabile, dovevo averlo messo a disagio chiedendogli di restare.
Così mi alzai e lo raggiunsi, guardandolo negli occhi.
"Icarius io.." Sospirai "Devi sapere che io non sono la regina delle Amazzoni.." Con un leggero sorriso "Sono abituata a vivere tra gli uomini, a comportarmi come loro, ad essere trattata come uno di loro, senza malizia..." Con gli occhi nei suoi così limpidi e puri "Mi rendo conto che io possa avere degli atteggiamenti poco ortodossi..." Sorrisi "Ma ecco... Prometto che non mordo..." Risi, facendoli l'occhiolino per poi sorridere, cercando di rassicurarlo.
"Dai..." Sedendomi sul letto "Racconta..." Sorrisi.

Tessa 16-03-2015 16.39.54

Guardai Edwig, stupita.

"Volete dire che è stata una strega a ridurlo così?"

Guisgard 16-03-2015 17.07.08

Altea attraversò un tratto di brughiera ed infine raggiunse la casa del pastore Marion.
L'uomo era nello spiazzo davanti l'abitazione, intento a issare acqua dal pozzo.
E nel vedere arrivare Altea subito andò incontro alla dama de Bastian.

Guisgard 16-03-2015 17.09.58

Icarius sorrise a Clio.
E nel vederla sedersi accanto a lui, parlandogli con sincerità e naturalezza, il pastore si sentì completamente a suo agio.
“Aneas...” disse “... io credo che lui sia cresciuto con la consapevolezza di non doversi innamorarsi mai... gli hanno insegnato che la Gioia si porta via i Taddei innamorati... e dunque si è addestrato, diciamo così, per indurire il suo cuore e renderlo immune dall'Amore...” sorrise “... ti sembrerà strano, ma così immagino Guisgard... come Aneas...”
Intanto l'alba era appena spuntata.
E poco dopo qualcuno bussò alla porta.
Icarius aprì e trovò sulla soglia un uomo di Rodolfo.
“Scendete...” fece quello “... dovete cominciare l'addestramento, non abbiamo molto tempo.”

Guisgard 16-03-2015 17.13.53

“Questo non lo so...” disse Edwig a Tessa “... ma questo garofano rosso mi ha ricordato le confraternite che veneravano i sabba e i culti legati alle streghe...” guardò il cadavere “... e vedere come lo hanno ridotto, forse è davvero opera di individui legati a qualcuna di quelle confraternite... perchè un solo essere umano non può ridurre così un uomo... ma questo biglietto...” pensierosa “... mi fa pensare ad una donna... non lo so... ma tutto ciò mi inquieta... e restare qui non è sicuro, Tessa...” i suoi occhi erano enigmatici, forse per qualche timore “... queste terre da sempre sono intrise di misteri...”

Clio 16-03-2015 17.14.02

Annuii a quelle parole su Aneas limitandomi a sorridere.
C'era un motivo se non volevo sentir parlare della Gioia.
Poi qualcuno bussò.
Mi cinsi nuovamente con la cintura che conteneva la spada, e annuii a Icarius.
"Bene, si comincia..." Sorrisi "Andiamo di sotto...".
Guardai poi l'uomo di Rodolfo "Gli servirà una spada...".

Guisgard 16-03-2015 17.17.15

Veven sorrise a Gwen.
“Allora” disse facendola voltare verso le pentole che bollivano “qui abbiamo una minestra fatta con verdure varie e insaporita con lardo... poi in caldo ho messo una focaccia alle spezie che mangeremo con formaggio fresco... ed infine una bella frittata...” rise “... il cibo preferito di noi soldati...” la guardò per un attimo negli occhi “... sono felice che tu sia qui...”
Ma in quel momento dall'altra stanza si udì Ozzillon che parlava.
“Abbiamo fame!” Divertito. “E' pronto?”

Guisgard 16-03-2015 17.37.47

“Giù vi daremo l'occorrente.” Disse l'uomo a Clio.
Scesero così al pian terreno.
Fu servita loro una frugale colazione e poi vennero condotti in un cortile esterno, circondato da vecchie murature e rampicanti.
E ad Icarius fu data poi una spada per allenarsi.
“Avete tre ore prima di poter fare una pausa.” Fece l'uomo. “Mi raccomando...” fissando Clio “... sei tu responsabile dei progressi che farà questo miserabile... dimostra dunque che quella spada non pende dal tuo fodero solo per bellezza.” Ed andò via.
“Davvero simpatici...” scuotendo il capo il pastore.

Lady Gwen 16-03-2015 17.37.56

Velven mi fece voltare verso le pentole; le pietanze mi sembravano una piu` buona dell'altra.
"Beh, mi sembra che prometta tutto molto bene" dissi entusiasta e Velven sorrise, cingendomi la vita con le braccia.
Ad un certo punto, sentimmo Ozzillon reclamare la cena dall'altra stanza e ridemmo di gusto.
"Sara` meglio sbrigarci a portare la cena in tavola. Ma prima, voglio presentarti alla compagnia" dissi e lo condussi nell'altra stanza.
"Lui e` Ozzillon, il nostro eccentrico capo. Loro, invece, sono Berio, Surugo e Sbrizzo" indicandoli ad uno ad uno "Rida la conosci gia`. Gente, lui e` Velven"

Altea 16-03-2015 17.39.31

Sorrisi al pastore.."E' sempre un piacere incontrarvi messer Marion...potete farmi una grande cortesia? Ho bisogno di un passaggio..devo recarmi alla biblioteca domenicana del Santuario della Vergine dell' Arco ed è cosa importante..potete portarmi col vostro carro?".
Il mio sguardo però si dirigeva sempre verso la Corte..ammettilo Altea, è tuo nonno ti preoccupa e hai una chiacchierata in sospeso con lui..devi farlo per lui e andare là, non puoi abbandonarlo..cosa gli stanno facendo.
Riguardai Marion.."Oh scusate, guardavo la Corte e pensavo a tutto ciò che è successo..vi aspetto allora".

Clio 16-03-2015 17.48.12

"Già.." Mormorai "Una favola..." Alzando gli occhi al cielo "Ma ci ho fatto il callo ormai...".
Mi liberai dell'innocente vestito che portavo, restando in corpetto e calzoni infilato negli stivali.
"Bene, cominciamo...." Seria a Icarius.
Così, mostrai al pastore le basi della scherma: la posizione, il modo di camminare, il modo di colpire.
Gli chiesi poi di allungare un braccio verso di me e io feci lo stesso: l'antico pugilato dei cesti era utile in quella situazione.
"Ricorda, massimo risultato col minimo sforzo..." Guardando il pastore "Se io provo ad entrare dall'alto, tu non dovrai fare altro che alzare il gomito, se invece provo dal basso, dovrai chiudere appena appena..." Mostrandogli i colpi "Di nuovo...." Poi annuii "Bene, tu pensa che la spada è il prolungamento del tuo braccio... Dunque, se prendiamo le spade il concetto non cambia... Non aprirti troppo perché appena vedo un bersaglio colpisco... La rapidità è tutto... Ma ovviamente anche la forza, gli antichi credevano che la forza venisse da Gea, la terra... Dunque un colpo solo di braccio non avrà la stessa forza di uno dato con tutto il corpo.. Apri la mano...".
Gli mostrai così la differenza, colpendolo prima con la sola forza del braccio, poi della spalla, poi usando la spinta da tutto il corpo.
"Bene.." Invitandolo a prendere la spada "Vediamo un po'... Spesso l'istinto non sbaglia.. Quindi non pensarci troppo..." Sorrisi "In guardia..." Annuii, per poi iniziare a colpirlo dapprima piano, aumentando gradatamente forza e velocità.

Tessa 16-03-2015 17.50.47

Dissi ad Edwig che aveva ragione e che sarebbe stato più saggio tornare al convento.

Così, dopo il breve funerale di Pirros, io e la guaritrice ci rimettemmo in cammino.
Arrivammo al convento quasi all'alba, lasciandoci alle spalle mistero, morte e paura.
Avrei voluto mettermi a letto, visto che ormai da giorni non dormivo decentemente, ed invece, quasi istintivamente, mi trovai a bussare alla porta del prigioniero.
Ero stata dura con lui, la sera prima.
In realtà, ero sempre piuttosto dura su tutto e con tutti.

Pensai a Pirros e al fatto che non avessi versato una lacrima per la sua morte. Avevo pianto per il terrore, avevo pianto per il disgusto, forse. Ma non avevo pianto perché non avrei più baciato quelle labbra o stretto quelle mani.
Le emozioni, in me, tendevano a galleggiare in superficie, evitando di arrivare nel profondo.

Notai che la porta della stanza del prigioniero era accostata.
Bussai leggermente.
"Posso entrare? Sono Tessa."

Guisgard 16-03-2015 17.58.36

Tessa bussò e trovando la porta accostata, non udendo nessuno, entrò.
Ma il prigioniero non era più nella stanza.
La finestra era però aperta e la ragazza poté sentire delle voci che salivano dal chiostro.
E così dalla finestra vide due figure.
Uno era il giardiniere del convento, che lei conosceva benissimo, mentre l'altra era incappucciata.
Ma dalle movenze e dall'aspetto Tessa la riconobbe.
Era il prigioniero dalla maschera di ferro.
I due conversavano.
“Allora” disse il giardiniere all'ex galeotto “siete qui per l'elemosina?”
“In un certo senso...” mormorò lui “... ma l'elemosina può essere di molti tipi...”

Tessa 16-03-2015 18.05.18

Mi affrettai in giardino, per recuperare il prigioniero che parlava con il giardiniere.

"Ma cosa gli è saltato in testa di uscire dalla sua stanza? Era ancora debole!" pensai.

lo raggiunsi e lo presi sotto braccio.

"Venite, vi riporto nella vostra stanza. Non dovreste uscire nelle vostre condizioni!".
Poi, rivolgendomi al giardiniere, aggiunsi "Il signore sarà ospite nostro per un periodo di convalescenza. Mi raccomando, discrezione, se ci tenete al vostro lavoro".

Guisgard 16-03-2015 18.12.21

Velven sorrise ed annuì a Gwen.
I due raggiunsero poi l'altra stanza, dove la ragazza di Avalon presentò l'ufficiale agli altri.
Poi il pranzo fu portato in tavola e Ozzillon si alzò, assumendo un'aria supponente.
“Reciterò” disse con fare teatrale “un'ode a questa tavola imbandita.” Schiarendosi la voce.
E cominciò a recitare:

“Ecco in tavola la minestra sovrana,
di formaggio e lardo cosparsa e sana.
E di fragranti focacce mi dice il palato
che sapor più gustoso mai s'è assaggiato!
Di bianca caciotta tagliata in superbe fette
son quanto di miglior parole si sian mai dette.
Infine la frutta, fresca di miele o secca e tostata,
chiude la tavolata e precede una degna crostata!”

E tutti applaudirono.

Guisgard 16-03-2015 18.17.13

Trascorsero le tre ore, in cui i due ragazzi si esercitarono.
Per Clio la lotta era una filosofia, prima ancora di essere un'arte marziale.
E da queste prime e basilari nozioni la piratessa passò poi ad impartire al pastore i concetti e la conoscenza dell'arma bianca.
E più passavano i minuti, più l'allenamento cresceva in difficoltà.
Più volte lei lo richiamò per aumentarne la concentrazione.
E forse in quel momento e per la prima volta, Icarius cominciò a vedere Clio com'era veramente.
Una guerriera.
Colpire, parare, schivare, poi proiezioni, scatti, colpi alti e bassi e così via.
E più volte il pastore restò disarmato o si ritrovò caduto in terra.
E quando per l'ennesima volta cadde nella polvere, la spadaccina gli allungò una mano per farlo rialzare.
Ma nell'alzarsi, Icarius tirò quasi a sé la piratessa, ritrovandosi così vicinissimi.
L'uno con gli occhi in quelli dell'altra.
Ed il pastore allora fu sul punto di baciarla.
“Pausa.” Disse arrivando qualcuno. “Pausa, ve la siete meritata.” Era l'uomo che li aveva condotti là.

Lady Gwen 16-03-2015 18.20.08

Il pranzo era tutto buonissimo, compresa la torta che quella gentile signora ci aveva offerto.
Quando Ozzillon recito` la sua ode, colto come sempre dalla sua enfasi artistica, tutti quanti applaudimmo e una volta finito, ci spostammo verso il salotto.
Ci accomodammo sui divani, io presi posto accanto a Velven e chiacchierammo un po', godendoci l'atmosfera leggera e piacevole.

Guisgard 16-03-2015 18.21.38

“Certo, milady.” Disse Marion ad Altea.
L'uomo prese il suo carretto e accompagnò Altea al Santuario della Vergine dell'Arco.
Percorsero un lungo tratto di strada, mentre il mattino si inoltrava sempre più, fino a quando raggiunsero le pendici del monte Summas.
Ai piedi di questo massiccio sorgeva il grande Santuario della Vergine dell'Arco, con il suo monumentale portico colonnato, che precedeva il grande portale di bronzo recante immagini tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento.

Guisgard 16-03-2015 18.23.36

Tessa scese nel chiostro e portò via l'ex prigioniero, mentre il giardiniere annuiva alle parole della ragazza.
“A presto, amico mio...” disse la maschera di ferro all'uomo mentre andava via con Tessa “... avete visto? Ho una dama che si occupa di me. Fortunato, vero?” Divertito.
Tornarono così nella sua camera.
“Quanta premura...” mormorò l'ex galeotto, togliendosi il cappuccio “... non avevate detto che mi occorreva dignità? Che non dovevo piangermi addosso? Beh, sono uscito ad assaporare la libertà.” Sorridendo con fare Guascone. “Eravate in pena per me, forse?” Fissandola. “Guardate che godo di ottima salute.” Per poi avvicinarsi a lei. “Cosa vi spaventa, dunque? Che mi scoprano? E che voi ci andiate di mezzo?” I suoi occhi enigmatici erano in quelli verdi di lei.

Altea 16-03-2015 18.29.02

Finalmente dopo il lungo viaggio arrivammo sul monte, ma fu un viaggio divertente..era sempre così..mi divertivo di più con la gente del popolo che quelli di Corte, era la loro genuinità e spontaneità a renderli speciali come la Natura che curavano e da cui traevano il meglio.
Avevo un pò di paura, speravo però di venire a capo e mi feci il segno della Croce.."Venite Marion, seguitemi, non è mia intenzione farvi aspettare qui fuori ma poi dovrete aspettare".
Attraversammo il portico con le antiche icone, al centro del giardino vi era un piccolo pozzo e mi trovai davanti al maestoso portale di bronzo e battei forte un battente per annunciarmi. Si aprì una finestrella e dissi..."I miei omaggi, sono la duchessa Altea de Bastian e mi manda messer Viscionne, dovrei parlare con Frate Severo..è cosa importante".

Clio 16-03-2015 18.37.32

Si potevano fare molte cose in tre ore di allenamento, ma certo bisognava andare spediti.
Sapevo che il mio sguardo gli sarebbe apparso diverso, ma era la mia natura.
Poi, gli tesi la mano per aiutarlo a rialzarsi e mi attirò a se.
Poi ci fermammo, mi spostai e annuii.
"Bravo, Icarius abbiamo molta strada da fare, ma mi sembra un ottimo inizio..." Sorridendo, soddisfatta.

Tessa 16-03-2015 18.43.32

Per la prima volta, dopo tanti giorni, mi concessi il piacere il un sorriso sincero.

"Ebbene sì, ero preoccupata per voi e per la vostra salute" dissi all'enigmatico prigioniero "adesso sedetevi e riposate, vi prego".
Presi uno sgabello di legno e mi sedetti accanto a lui e, senza troppi giri di parole, gli dissi: "Sir Pirros, è stato brutalmente ucciso, stanotte, nella casa della guaritrice. Gli avevamo dato accoglienza lì, nel timore che gli uomini di Gvineth volessero fargli del male ma, a quanto pare, non siamo riusciti ad impedirlo. Anche se, non credo che l'omicidio sia avvenuto per mano loro..."
Gli raccontai così di come avevo trovato il corpo dell'uomo e del garofano rosso caduto da uno degli abiti.

"Fino a qualche giorno fa, non sapevo niente di me. Ero semplicemente Tessa la bibliotecaria del convento" sospirai "adesso so di avere probabilmente nobili origini, sono diventata complice di un evaso e ho visto un uomo morto nel peggiore dei modi".
Alzai gli occhi al cielo e aggiunsi "Vorrei solo sapere perché le nostre vite si sono incrociate, Messere. Perché mi siete apparso in sogno e perché ho rinunciato al buon senso per infilarmi in questa storia... Se mai riusciremmo a venirne a capo, mi dovete come minimo il fiore azzurro di cui parlavate nel delirio..."


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