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Quelle tenerezze fra noi durarono ancora a lungo.
Poi ci alzammo, ci preparammo e scendemmo di sotto, dove tutti già ci aspettavano a tavola, primi fra tutti ovviamente i nostri compagni di viaggio. Allora io sorrisi a Melina e presi posto accanto a Zoren. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Ehiss e Dacey scesero sottobraccio al pianterreno della locanda.
Con loro sorpresa la sala era completamente vuota e la cucina, da cui non provenivano né rumori e neanche odori, aveva addirittura la porta comunicante chiusa. “Sembra siamo gli unici clienti...” disse il cavaliere. Chiamò allora il locandiere, ma nessuno rispose. Ehiss girò un po' per la locanda, capendo che non vi era nessuno. Allora uscì in strada e la cittadina appariva completamente deserta, con tutte le case e le botteghe chiuse. Un tetro silenzio riempiva quello strano luogo che a tratti appariva come sottoposto ad un oscuro incantesimo. http://mw2.google.com/mw-panoramio/p...m/11931755.jpg |
Tintus fissò Altea.
“La verità...” disse “.. ossia? Che verità? Si, ho detto era, poiché il barone lo ha ripudiato e cacciato. Forse sarà morto in qualche battaglia a quest'ora. E comunque, foss'anche ancora vivo, di certo non tornerà più qui.” |
Le sue parole mi mettevano sempre più ansia.."Perchè non dovrebbe più tornare? Perchè è stato cacciato e ripudiato.." con fare indagatore. Ovviamente qualcuno mentiva e ovviamente sotto vi era qualcosa di misterioso...maledizione, avrei dovuto andarmene..ma lui..lui mi aveva sedotto..e io ci ero cascata.
"Scusate...non mi sento di posare ora" inventai una bugia, volevo riparlare con lui...non volevo rischiare la mia vita ovviamente.."Ditemi..come si chiama il figlio del barone? E qui chi impersonifica?". Il fatto strano era che non potevo averlo sentito solo io suonare...vi era il barone qui, almeno, il nano..nessuno si era reso conto della musica...e di lui che invece non poteva fuggire da qui.. non ritornare mai più..egli non voleva andarsene..già era un fantasma che appariva al tramonto e sparire all' alba e tremai. Non volevo rischiare...avrei parlato con Andros e mi avrebbe aiutata a fuggire da qui. |
" Beh come biasimare gli assenti... Chi verrebbe volontariamente in visita in questo posto?" Dissi ironica mentre scrutavo la locanda deserta, dalla sala alla cucina.
" Non è possibile che il locandiere non ci sia..." scocciata. Uscimmo e la stessa scena si ripeté per strada. Nessuno. Un deserto di case e negozi sbarrati. " É tutto così inquietante... Proviamo in chiesa? Magari troviamo l'uomo di ieri sera" |
Sorrisi appena a quelle parole di Guisgard.
C'era qualcosa che non riuscivo a spiegare in quello sguardo, qualcosa di enigmatico, di magnetico. Ed era strano perché io di solito non giocavo in quel modo, a maggior ragione con uno sconosciuto. Perchè quello era Guisgard, sempre che fosse lui, indipendentemente dalla nostra infanzia. "Oh, niente..." Scuotendo appena la testa, per poi sorridere, senza distogliere lo sguardo. "Semplicemente tu non puoi amare, e io di un uomo che non mi ama non me ne faccio niente..." con un sorrisetto indisponente "Quindi vedi, non ti conviene guardarmi così.." Seguendo il suo sguardo che mi attraversava. Era qualcosa che non avevo mai provato, e la cosa non mi piaceva. A maggior ragione con lui. Possibile fosse davvero Guisgard? Che mi fossi sbagliata? Che la mia fiducia fosse mal riposta? Non riuscivo a spiegarmelo, come non capivo quella strana atmosfera che ci avvolgeva. "Poi magari ti innamori davvero.." Con un sorriso beffardo e la voce calda "Non voglio mica un Arciduca sulla coscienza, nè!" Facendogli l'occhiolino. |
Tutti presero posto a tavola e subito Melina servì loro la colazione.
C'era latte fresco, poi miele e confetture varie, biscotti, focacce e frutta di stagione. “Ah, la colazione è il pasto più importante del giorno.” Disse con l'acquolina in bocca Go. “Si, peccato però che tu lo dica anche davanti al pranzo ed alla cena.” Ridendo Zoren. “Il ragazzo ha ragione.” Divertita Sissi. “La colazione è importante.” “E poi come si dice?” Sorridendo Melina. “L'appetito è segno di salute.” “Allora” sarcastico Zoren “Go e Nyccio sono le persone più sane del mondo.” In quel momento arrivò qualcuno. Era lo stesso uomo che Gwen e Zoren avevano incontrato nella cantina. |
Guisgard sorrise appena, con gli occhi in quelli di Clio e la sua bocca vicinissima al viso di lei.
“Già, la maledizione...” disse in un sussurro, con le dita che ora, leggere, sfioravano i biondi capelli della ragazza “... beh, per una notte con te sfiderei qualunque incantesimo...” continuando a guardarla come se davvero volesse spogliarla con gli occhi, mentre le dita giocavano ad intrecciare i boccoli chiari di lei. |
Risi divertita a quella discussione, mentre facevo fatica a scegliere fra tutte le cose buonissime che le sorelle ci avevano servito.
Non avrei voluto esagerare, ma mi sembrava veramente una colazione al livello di quelle che mi venivano servite a palazzo. Ad un certo punto, però, entrò nella stanza l'uomo che avevamo incontrato in cantina. Sfiorai con discrezione la mano di Zoren, con un'occhiata eloquente. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Come già vi dissi” disse Tintus ad Altea “il nome del figlio del barone è Velvon... e in questo dipinto raffigura il dio Apollo... e voi donerete volto e corpo alla sua ninfa prediletta...”
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