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Udii le parole di Older, infatti quando il Duca arrivò col seguito ebbi la certezza non era lo stendardo di Capomazda.
La piazza si zittì..il duca Gvin ci osservava con fierezza e austerità, probabilmente tipico del suo carattere. Pensai, certamente, era un valoroso combattente e forse quella benda nell'occhio lo dimostrava e mi feci appena avanti e presi la parola.."Benvenuto a Solpacus a Vostra Signoria..penso siate venuto qui per dar caccia a quella belva." |
Mi svegliai di soprassalto, e mi accorsi del sole alto.
Che razza di sogno inquietante avevo fatto? Portava presagio di morte? Mi augurai che non fosse altro che un sogno mentre mi vestivo. Scesi di sotto e raggiunsi i miei uomini. "Si batte la fiacca, eh.." Fingendomi seria, per poi sorridere. "È bello vedervi di buon umore.." Osservandoli "Bene, possiamo partire, prossima tappa Solpacus, bottiglia di vino e ci si rimette in marcia... E se vedete un cinghiale, uccidetelo..". |
“Vi chiedo ancora perdono, ma come vi ho già raccontato……non sapevo nel modo più assoluto che fosse di vostra proprietà.” dissi un po’ bugiarda “Per favore, lasciatemi viva ed andare via da questo posto…..giuro che non mi farò più vedere! Se vi rende felice, posso sempre cantarvi qualcosa per farvi riaddormentare come un sasso. In ogni caso……..chi è la vostra padrona?” domandai alla fine con voce mielosa per farlo stare calmo.
Attendendo la risposta dell’ orco, feci segno al Principe dei Merli di appoggiarsi su una delle mie spalle. http://i62.tinypic.com/wiof85.jpg |
Lasciando Palazzo Gaudioso...avevo lasciato tutte le persone che conoscevo...tutte quelle di cui mi fidavo......mi ricordai delle parole di Isolde quando piccole amavamo farci i dispetti.....Noi..non potevamo fidarci di nessuno.....eravamo donne sole........e in questo aveva ragione.....entrai nella mia camera alla locanda...dopo aver visto Daizer andar via....speravo solo che non fosse deluso da tutte le bugie......chiusi la porta alle mie spalle.......mi gettai sul letto...guardando il soffitto......avevo la mente sgombra da ogni pensiero......che situazione strana........volevo tornare indietro, ma la mia coscienza non me lo permetteva......volevo solo che Isolde non si fosse ripresentata........i primi tempi quando ci divisero fu dura da superare......mi mancava.....anche se all'apparenza ci odiavamo.....eppure tante cose ci univano.......chiusi gli occhi entrando in una sorta di incoscienza.......il Volto di Isolde mi apparve in tutte le sue sfaccettature.....mi beffeggiava....e questo era sempre successo...il suo profumo sembrava entrarmi nella mente........e poi.....la serenita' il Borgomastro...mi apparve ancora......la sua voce era calda e mi rammentava le ossa da riporre al cimitero........mi vidi lì...a girare tra le tombe, c'era odore di terra umida.....un lieve vento portava lamenti ...il Borgo di Lemain..eravamo diretti lì.........ma non ci sarei mai arrivata se non trovavo Isolde....suo figlio Fless....era il suo punto debole.......mio nipote, non aveva il dono della madre, solo le donne lo possedevano nella nostra famiglia.......ma era spregevole come sua madre......un rumore strano...mi svegliò dal quel sonno strano.....mi alzai lentamente.....ed andai alla finestra....vidi Daizer nel cortile che andava avanti e indietro...aprii le imposte...." Daizer....che fate....sarebbe meglio una serenata..ed invece siete furioso..salite...ho da parlarvi.....".....dovevo dirgli che per rivedere Isolde ...dovevo andare al cimitero.....ma c'era una postilla in tutto questo......per eliminare Isolde dovevo morire con lei...le due energie erano legate da una condotta numerica....all'interno del ciclo universale....il buono ed il cattivo si attraggono...ma non si plasmano....si distruggono.........sentii bussare alla porta....." Ecco il mio maritino che mi abbandona il primo giorno di nozze......sono proprio fortunata....." Risi....lo feci con allegria.....la faccia di Daizer era un misto di pensieri
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Elisabeth aprì la porta e Daizer fece un passo in avanti, restando poi immobile sulla soglia.
Il suo sguardo era puntato in quello di lei, come se i suoi occhi volessero penetrare, attraverso quelli della maga, fino a raggiungere il suo cuore e la sua anima. “Per un pugno di monete” disse il contrabbandiere dopo alcuni, interminabili, momenti di silenzio “ho accettato di condurvi nel bosco e tuffarmi così in tutta questa strana storia... poi l'incontro con quella bambina diventata di colpo una ragazza... il borgo dei fantasmi ed infine l'arrivo in questo luogo e la messa in scena delle nozze... e ora la storia di quella dannata strega che scopro essere vostra sorella...” il suo tono era inquieto “... cosa devo credere?” Le sue mani, forti e decise, strinsero le braccia di lei. “Avanti, ditemelo... cosa devo credere?” E restò a fissarla, come se non riuscisse a distogliere, nonostante tutto, i suoi occhi da lei. Infatti, Elisabeth quella sera sembrava ancora più bella del solito agli occhi inquieti di Daizer. http://www.cargadadelibros.com/wp-co...h13m41s174.png |
“La mia padrona” disse l'orco con voce tonante ad Eilonwy “è la potente fata Isolde, regina di queste lande!”
A quelle parole, finalmente, il merlo Tisin si alzò in volo e raggiunse la ragazza, posandosi sulla sua spalla destra. “E' un servitore di Isolde...” bisbigliò il merlo all'orecchio di Eilonwy “... ora si che siamo nei guai...” “Chiunque giunge a questo ponte” fece l'orco “non può più tornare indietro, né andare oltre. A meno che non superi l'arcano che io pongo ad ogni viaggiatore.” |
Il duca Gvin si voltò verso Altea.
“Si, pensi bene, bellezza...” disse guardandola tutta con attenzione “... e ho sentito che per la giostra ci sono anche delle madrine disponibili per i vari campioni partecipanti... stando così le cose, tu devi per forza essere la regina delle madrine...” rise appena. “Milord...” avvicinandosi a lui gli organizzatori della giostra “... è un onore per la nostra città la vostra presenza in mezzo a noi oggi...” “Sono qui per uccidere quella bestia” fece il duca “ed avere così il diritto di impugnare il premio... la spada dei Taddei sarà mia!” Aggiunse con fare sicuro. Ed a quelle parole tutti esultarono. “Viva il duca Gvin!” Gridarono alcuni. “Viva il nostro liberatore!” Urlarono altri. Posteg intanto era corso via. “Io ho sognato il duca di Capomazda...” ansimando fra sé “... lui veniva a salvarci, non altri... lui solo... ed io credo in ciò che ho sognato!” |
Risposi bisbigliando al merlo Tisin: “No…non siamo ancora nei guai, amico mio!....Andate a cercare Sir Jack Frost….fate presto!”.
“A me potete anche non fare il vostro bell’ indovinello. Sappiate che se mi uccidete o mi tratterrete troppo, Lady Isolde si infurierà con voi. Perché?....Ve lo spiego subito!....Isolde in persona mi ha incaricata di andare a prendere il mistico Fiore Azzurro che tanto brama. Io sono la Principessa Eilonwy del Regno del Cristallo di Azarath e la Chiave per arrivare al Fiore Perduto della Tylesia. Se…….se non mi credete potete chiederlo ad Isolde o a suo figlio Sir Flees!” dissi con tono di sfida. http://i60.tinypic.com/29q1f9z.png |
L'orco rise in modo fragoroso a quelle parole di Eilonwy.
“Dunque” disse poi, dopo aver riso a lungo “la mia padrona ha incaricato te di portarle quel Tesoro?” Rise di nuovo e solo a stento riuscì a smettere. “Allora di certo lei ti ha spinto verso il mio ponte per metterti alla prova! Infatti, se è destino che tu riesca a trovare ciò che cerchi, di sicuro sarai in grado di superare il mio arcano! In caso contrario non eri la predestinata a quell'impresa! Si...” annuì divertito “... di sicuro la mia signora ha voluto metterti alla prova e capire se sei degna o meno di portarle ciò che ti ha richiesto!” Il merlo Tisin, che si era alzato in volo come ordinato da Eilonwy, tornò poco dopo. “Madamigella...” rivolgendosi alla ragazza “... non ho trovato nessuno... sembra che messer Jack sia svanito nel nulla...” |
Nel vedere il loro comandante, gli uomini di Clio la salutarono con entusiasmo, raccontandole gli scherzi che si erano fatti fra loro durante i turni di guardia della notte appena trascorsa.
Poco dopo lasciarono la locanda e ripresero il loro cammino. Attraversarono così di nuovo la foresta che sembrava avvolgere tutto quello scenario. I monti non erano distanti e la lussureggiante ed ancestrale vegetazione pareva celare nel suo seno inquietudini e misteri. Il sibilo del vento, vago e sinistro, oltrepassava quelle lande lasciando ovunque un senso di angoscia ed oppressione. “Questi luoghi” disse Porturos “sono troppo cupi per i miei gusti...” “Non so perchè” fece Ertosis “ma pagherei di tasca mia per incontrare un lupo... almeno sarebbe reale...” “Si, hai ragione...” annuì Dort “... questa foresta è spettrale... come se vi abitassero solo fantasmi...” “Magari i fantasmi di quelli accoppati dal cinghiale.” Ridendo Ertosis. “Bah, avete la testa piena di sciocchezze!” Esclamò Borel. “Ho sempre pensato che bisogna guardarsi dai vivi, non certo dai morti!” “Mi chiedevo” mormorò Scotir “cosa possa mai avere di così speciale un cinghiale da attirare addirittura dei cavalieri per dargli la caccia.” “Chissà, forse la carne di cinghiale è molto apprezzata da queste parti!” Divertito Ertosis. “Io invece” fece Porturos “ripensavo al premio messo in palio per catturare quel cinghiale. Chissà cosa sarà mai...” “Se in palio c'è la figlia del Gastaldo o del Borgomastro” disse Ertosis “allora quasi quasi ci faccio un pensierino su quel cinghiale!” Ad un tratto, in lontananza, apparve una cittadina ai piedi di un alto monte. “Quella deve essere Solpacus...” indicò Borel “... non manca molto... finalmente usciremo da questa foresta.” Proseguirono ancora per qualche miglia, fino a quando, ormai prossimi a quella cittadina, giunsero in un vecchio cimitero. “Deve trattarsi del cimitero di Solpacus...” mormorò Dort “... come in tutti gli antichi centri esso sorgeva fuori dall'abitato cittadino.” Era un luogo silenzioso, quasi incantato, immerso com'era in quella muta ed angosciante foresta. E su una delle lapidi Clio vide un'enigmatica immagine di alcuni scheletri danzanti. Un'immagine che le ricordò l'inquieto sogno fatto la notte precedente. E sotto quelle figure lesse un sinistro epitaffio: “Guardati bene da ciò che fai, poiché madama Morte aspetta solo l'occasione.” http://sp0.fotolog.com/photo/0/6/115...53352261_f.jpg |
“Accidenti…..maledizione!” esclamai infuriata al merlo.
Di sicuro c’ era lo zampino di quella megera….di quella arpia di Isolde. Sicuramente aveva rapito lei Jack. “E sia, Orco!.....Fatemi pure il vostro enigma, ma prima di risolverlo……ditemi che fine a fatto il mio cavallo. Lo avete divorato?....Sennò come farò proseguire senza di lui!?!.....Ah e se risponderò in modo giusto, sarete voi a rispondere a uno dei miei indovinelli, oltre a lasciarmi libera di andare!” e sentenziato questo attesi il responso dell’ orco. http://i61.tinypic.com/ad0z93.jpg |
Continuammo il viaggio attraversando un panorama spettrale.
E le immagini del sogno continuavano a tormentarmi, finché non vedemmo quel cimitero. Restai per un istante ad osservare gli scheletri danzanti, e poi sospirai. "Beh, sembra che anche madama Morte abbia deciso di unirsi alla nostra spedizione... Così, senza che nessuno l'abbia invitata.." Guardai lontano, e raccontai loro del sogno che avevo fatto. "So che siamo abituati a viaggiare con questa compagnia indesiderata ma.. Occhi aperti.. E se dovesse succedermi qualcosa, non abbandonate la missione.." Sospirai "E ora andiamo, prima lasciamo questo posto spettrale meglio eh.. In marcia!". Iniziai a canticchiare una canzone dei soldati, in cui si parla con la morte vista come una vecchia amica. E sperai in cuor mio che non ci raggiungesse tanto presto. |
Finsi indifferenza alle parole del duca rivolte a me...a dire il vero era troppo sicuro di sè e capii subito era stato attratto dal premio, come tutti quei cavalieri che mi circondavano, piuttosto dalla volontà di liberare quella gente.
Mi voltai verso Posteg ed egli indietreggiando corse via verso le scuderie e lo seguii ma era troppo veloce, come preso da una furia veloce ma non tanto da non sentire le sue parole. Rimasi attonita e lentamente lo cercai tra i cavalli e dissi sottovoce..."Posteg, io vi credo..voi avete una dote speciale..ora raccontatemi di quel sogno". |
Daizer apri' la porta della mia stanza e senza distogliere i suoi occhi dai miei.....iniziò ad elencare tutto quello che era avvenuto e che non gli era mai stato raccontato......era furioso...era spaventato.......ma era attratto......riuscii a scavare la sua anima......e sentii che pulsava ..e sentii che gridava giustizia mandando via la rabbia ed aprendo i pensieri al cuore......ma come può un profano ascoltare la voce del silenzio ?........fui scossa da braccia robuste ...pensando che magari .....quello che provava fosse svanito in un attimo.....Come può un uomo non capire......come potevo io non comprendere.........i battiti del mio cuore aumentarono ed impulso la mente comandò alla porta di chiudersi con un tonfo sordo alle sue spalle.........sobbalzai anch'io......ma ora eravamo nell'intimo della mia camera......" Daizer...mi fate male......state stringendo e mi fate male.....".....mi divincolai da lui e mi andai a mettere in un angolo della stanza....massaggiandomi le braccia......perchè si comportava così....che motivo aveva....." Avete scoperto che Isolde era mia sorella......in realtà io non sapevo che fosse coinvolta in tutta questa vicenda........vi ho pagato....e vi ho restituito i cavalli.....non siete mai stato obbligato.....mai...neanche quando abbiamo recitato al rinnovo del nostro matrimonio.........però questo devo dirvelo...il bacio che mi avete dato...non mi sembrava una recita....sembravate sincero...sincero a tal punto che non riuscivo a credere.........credevo che mia sorella si fosse sbagliata...e che un uomo avrebbe potuto innamorarsi.............innamorarsi di cosa....di una maga errabonda.........di una donna con un destino segnato.........siete tutti al sicuro....Voi la ragazza e i Frati.........potete andar via.......la mia battaglia la porterò vanti da sola.......Don Auster infondo conosce il fatto suo........".....Ero delusa......ero triste ero...tutto il male del mondo....i miei occhi cercaro le le sue labbra....avrei voluto...che mi prendesse fra le sue braccia facendomi conoscere l'Amore che non avevo conosciuto.......chiusi gli occhi per non vederlo andare via....mentre lacrime salate ...bagnarono le mie labbra
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A quelle parole di Eilonwy, una mostruosa figura emerse dal fossato sotto il ponte, mostrandosi alla ragazza ed al merlo.
“Ecco il tuo stupido amico ed il tuo cavallo.” Disse l'orco, indicando Jack e Dante che legati penzolavano dal ponte sopra il fossato. “Mi piacciono gli arcani...” continuò il mostro “... e se tu risolverai il mio, io risponderò poi al tuo. Ma bada, ragazzina, che per ogni risposta sbagliata che mi darai, io ucciderò uno di quei due appesi.” E rise forte. http://4.bp.blogspot.com/-7Mi2W3ViWX...zogcloseup.jpg |
“Ho sognato...” disse Posteg ad Altea “... ho sognato un cavaliere... io ero nella foresta e lo vedevo avvicinarsi col suo destriero... io fui quasi preso dal timore ed ebbi l'istinto di scappare via... ma egli mi sorrise... e restò a fissarmi con i suoi occhi chiari... e mi chiese poi come si raggiungeva Solpacus... era gentile... nessuno è mai gentile con me... nessuno tranne voi, madama...” sorridendo alla bella avventuriera “... gli chiesi chi fosse... e lui mi rispose che era giunto per uccidere la belva e liberarci... non dimenticherò mai i suoi occhi... aveva gli occhi chiari... come quelli dei Taddei...” chinò il capo, per poi tornare a fissare Altea “... ma perchè voi mi credete, madama?”
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Ascoltai attentamente Posteg raccontare il suo sogno e rimasi perplessa.."Un cavaliere dagli occhi azzurri...e questo vi basta per essere certo che possa far parte della famiglia dei Taddei e quindi venire da Capomazda?".
Non volevo turbare l'uomo ma la cosa mi parve bizzarra...certo poteva essere quel cavaliere arrivasse a salvare Solpacus ma il resto mi lasciò perplessa a meno che Posteg non avesse un forte sesto senso..."Vedete Posteg..io sono convinta che quel cinghiale rappresenti il Male e la strega Isolde, e per sconfiggerlo ci vuole una persona dall'animo nobile, che non punti all'arma...e comunque in voi vedo una persona pura". Sorrisi all'uomo e gli presi la mano.."Allora io mi fiderò di voi come voi di me..e aspetterò questo cavaliere dagli occhi azzurri. Ora mi reco in piazza..sapete dove trovarmi se ne avete bisogno, io sono in locanda e qui in giro". Tornai in piazza e come immaginai vi era gran festa, sembrava quasi si volesse riverire il duca con tutti gli onori, come si era soliti fare con un nobile di un certo valore. |
Guisgard ed i suoi compagni di viaggio proseguirono lungo il loro cammino.
Arrivarono a Sant'Agata di Gothya, dove Adamo e suo figlio Afiel salutarono e si divisero dagli altri due. “Che Dio vi assista, amici.” Disse Adamo a Guisgard e ad Aust. Così, il cavaliere ed il cantore, lasciata la strada che conduceva a Sant'Agata di Gothya, presero la direzione verso il monte Aburn, alle cui pendici sorgeva Solpacus. “Dove siamo diretti?” Chiese Aust a Guisgard. “Al castello di lord Corsionne.” Rispose questi. “Si trova tra Sant'Agata di Gothya e Solpacus. E' un vecchio amico di mio zio e ci darà ospitalità.” I due, allora, accelerarono il passo, fino a superare del tutto le terre di Sant'Agata di Gothya. Galopparono attraverso la foresta folta e lussureggiante, sotto un tempo che diveniva sempre più inquieto, fino a quando cominciò a piovere. Alla fine, i due avvistarono il castello di lord Corsionne. Era una costruzione antica e poderosa, dislocata su più livelli attorno ad un alto e largo dongione di origine Longobarda. Poi, l'architettura Normanna, una volta conquistata la regione, aveva realizzato quel sontuoso maniero, degno ora di essere la dimora di uno dei nobili più importanti del reame. Guisgard suonò il corno più volte, fino a quando da una delle torri risposero col medesimo suono. Il castello aprì così le sue porte e Guisgard e Aust furono fatti entrare. “Signorino Guisgard!” Nel rivederlo il vecchio servitore di lord Corsionne. “Afro!” Abbracciandolo il cavaliere. “Comunque non credo che valga più questo tuo modo di rivolgerti a me! Non sono più quel ragazzino che rincorrevi per tutto il castello!” Rise. “Lord Corsionne dov'è?” “Venite...” e lo condusse in una grande sala “... aspettate qui... il padrone arriverà presto.” Ed uscì. Guisgard attese allora il nobile girovagando per la sala, fino a quando si fermò davanti al ritratto di una bellissima ragazza. Aveva la carnagione chiara, i capelli lunghi e chiari, lo sguardo luminoso, ingentilito sotto palpebre languidi e perfette. Era abbigliata come le ricche dame borghesi di Sygma, mentre il suo meraviglioso profilo sembrava legarsi alla perfezione con i riflessi ed i bagliori racchiusi dall'azzurro del cielo e dal verde delle colline. “E' ormai l'alba...” sussurrò lui “... forse dovrei riportarvi a casa o la vostra balia mi brontolerà...” sorrise. “O forse” sorridendo anche lei “sarò io ad essere brontolata da vostro zio, visto che vi ho sottratto all'addestramento mattutino...” “Affatto.” Disse lui. “In verità tra poco cominceranno le solite operazioni che ogni giorno interessano la caserma. Saluteremo la bandiera di Capomazda e poi quella di Sygma e tutto il resto.” “Ma se non abbiamo dormito stanotte.” Fece lei. “Io ora potrò riposare un pochino, ma voi invece dovrete correre in caserma.” “Mi sento vispo e forte come un grillo.” Ridendo appena lui. "Potrei, non so... scalare torri, accoppare draghi, salvare dame... anzi, una in particolare." “Amore...” piano, quasi sottovoce lei. “Dunque sarò prontissimo per ogni compito che dovrò svolgere oggi e...” si arrestò di colpo “... come... come avete detto?” Lei sorrise. “Ripetetelo...” Lei lo guardò. “Ripetilo, ti prego...” “Pensavo non l'avessi sentito...” “Ripetilo...” “Amore...” “Se avessi saputo del tuo arrivo” all'improvviso una voce alle spalle di Guisgard, destandolo da quel ricordo “avrei dato ordine di toglierlo.” “E' un quadro bellissimo, milord...” voltandosi Guisgard “... sarebbe un peccato toglierlo... come state, signore?” “Bene, ragazzo mio.” Disse Corsionne. “E tu?” “Bene, grazie a Dio.” Annuendo il cavaliere. E tornarono a fissare entrambi quel ritratto. http://www.ciakhollywood.com/hp/arci..._Durward-4.jpg +++ |
“Non vi accadrà nulla.” Disse Porturos a Clio.
E tutti gli altri annuirono. La compagnia, così, lasciò quel cimitero e riprese il suo cammino verso Solpacus. Il tempo era divenuto ancor più cupo ed una lenta pioggia aveva iniziato a cadere su quello scenario, rendendolo ancor più sinistro ed angosciante. Infine, un paio di miglia prima del centro abitato, Clio ed i suoi raggiunsero una casa rurale posta in una radura irregolare. E fuori lo steccato videro un uomo abbigliato come i pastori del posto. |
Altea salutò Posteg e ritornò in piazza.
Molti però erano andati verso la chiesa. Nel vederla arrivare, Older si avvicinò a lei. “Milady...” disse “... quasi tutti sono in chiesa, dove il duca Gvin vuol essere investito dal vescovo come campione di Solpacus. Credo voglia subito anche la spada, ma secondo le regole essa può andare solo al vincitore... mah...” |
Elisabeth chiuse gli occhi e si rifugiò nei suoi pensieri, che erano tristi ed avvilenti.
Ad un tratto la donna sentì la porta chiudersi di colpo. Un attimo dopo di nuovo avvertì le forti braccia di qualcuno prenderla. Era Daizer che con impeto la strinse a sé. Restò a fissarla per un istante che apparve infinito, per poi avvicinarsi alle sue labbra e baciarla. La baciò a lungo, con ardore. La sua bocca stringeva e premeva su quella di lei, mentre le sue mani cominciarono a spogliarla. http://static.tvgcdn.net/MediaBin/Ga...f-earth-31.jpg |
Ci lasciammo il cimitero alle spalle e continuammo la nostra marcia.
Incontrammo un pastore sulla via, finalmente un'anima viva, ma non ci badai più di tanto. Volevo solo arrivare alla città il prima possibile. Dovevano mancare soltanto poche miglia, ormai, diedi ordine di accelerare il passo. |
Un colpo secco....i suoi passi ....non mi ero mossa dal luogo dove Daizer mi aveva lasciata......almeno così mi sembrò.....solo pochi attimi dopo le stesse mani che prima mi scuotevano....ora erano delicate sul mio volto...le stesse labbra che avevano parlato di bugie e di incertezze....ora erano poggiate sulle mie..... come a riempirsi di acqua....come a volere pane per la propria fame.......eravamo in due.....due sconosciuti che si erano trovati in un mondo di vivi a parlare di morti........sentivo le sue mani su di me muoversi con foga ...ma fermarsi per donarmi la dolcezza che quel momento richiedeva....e io ...cercavo di donargli la mia inesperienza........fui presa tra le braccia ...senza la vergogna di ritrovarmi senza alcun velo che copriva il mio corpo......e poi fu magia.....mi sembrò di perdere i sensi....mi sembrò che il resto del mondo si fosse fermato per aspettarci......mi sembrò che la mia vita riprendesse a vivere......ecco....ora...respiravo......ora gioivo..in piena completezza....il suo peso su di me.....sentendolo sussurrare il mio nome........io su di lui........mentre i miei capelli coprivano il suo volto...........eravamo affamati....c'eravamo saziati l'uno dell'amore dell'altro...............Poi Morfeo ci strinse tra le sue braccia.......e fu notte e fu mattina............un raggio di sole....esplose sul mio volto.........aprii gli occhi......e mi sembrò che ogni male fosse finito........allungai la mano ma lui non c'era.......e mi accorsi che lui era guardava fuori dalla finestra...sembrava assorto........." Daizer......siete già in piedi......avete ragione...dovrei essere alzata anche io......e invece...sto poltrendo....." Afferrai il lenzuolo per coprirmi......il mio senso del pudore..ora si faceva sentire........ero in imbarazzo...volevo sprofondare.......ma che mi era preso.....e ora ?....cosa sarebbe successo...cosa avrei dovuto dire o fare.....gli andai accanto........" Vi sentite bene Daizer ?......questa notte io non vi ho mentito.....".....
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Sgranai gli occhi.."Ma questo è ingiusto Older..qui sono d'accordo con Voi...andiamo in chiesa, è la Casa del Signore ma quando si deve dissentire lo si deve fare".
Entrai in chiesa e la gente si era riunita attorno al vescovo e vicino vi stava la teca, portata da quei cavalieri possenti, che proteggeva la arma. "Dissento..." dissi in tono pacato e la mia voce rimbombò nella chiesa di San Martino mentre mi avvicinavo al duca e al vescovo già pronto a investirlo come Campione. Mi rivolsi prima al Duca..."Sua Signoria, non metto in dubbio il vostro onore e la vostra gloria ma è stata sancita una regola...questa arma, la arma dei Taddei spetta a Colui che sconfiggerà il cinghiale e quindi il Male, cosa che voi mi sembra non avete ancora fatto..magari potreste non essere voi e dovrà ancora arrivare colui che lo farà". Ricordai le parole di Posteg e stranamente ci credevo..."Sapete Duca Gvin..non pensiate io sia una donnina sciocca solo buona per essere la regina delle madrine..anzi abbiamo due cose in comune, il nome pure..ovvero mi presento..Duchessa Altea Mc Gwyn..provengo da Camelot ma visto mio padre era un uomo diplomatico alla corte e pure imparentato coi reali, come me, abbiamo girato molti posti, siamo stati pure a Capomazda ma purtroppo non nel vostro..piccolo ducato" e sorrisi ironicamente pronunciando quelle parole.."A differenza di voi non vado in giro con stendardi e seguito..anche se potrei farlo". E a questo punto mi rivolsi al vescovo.."Sua Emminenza, sebbene io abbia avuto una forte educazione cattolica proprio per questo devo dissentire....è chiaro, i Taddei sono legati alla Chiesa e non permetterebbero mai questo gesto che state compiendo..il duca dovrà dimostrare di meritarsela la arma ovviamente avvisandolo di ciò che rischia visto non è invincibile". Il vescovo e il duca mi osservavano in silenzio lanciandosi delle occhiate e io guardai la gente sperando capissero. http://i61.tinypic.com/2iiaofq.jpg |
Il mostro si alzò in piedi dal fondo del profondo fossato.
Era veramente un colossale aborto. Egli mi indicò i miei fedeli compagni di viaggio. Vidi ciondolare dal viadotto Jack e il mio Dante come salamelle. Poveri cari! Sospirai sconsolatamente ed affermai: “D’ accordo, Messer Orco!.....Fatemi il vostro enigma….sono tutta orecchie!”. Lo guardai fiera e fredda. http://i61.tinypic.com/2hey342.png |
Daizer se ne stava immobile davanti alla finestra, a fissare fuori nella sterminata infinità del cielo mattutino.
Il vento aveva cominciato a soffiare forte sulla città di Averze, rendendo l'aria densa di nuvole inquiete che contorcendosi attraversavano l'orizzonte, filtrando a stendo i luminoso bagliori del Sole. Elisabeth si avvicinò, coperta com'era solo dal leggero e bianco lenzuolo. Lui era ancora senza vestiti e sentendola arrivare cercò il suo corpo con la mano, per poi tirarla dolcemente a sé. Erano di nuovo l'uno contro l'altra, separati solo da quel lenzuolo che avvolgeva la figura di lei. Elisabeth sembrava come una bambina che aveva appena commesso qualche marachella, col volto vagamente tinto di un lieve pudore. “Si...” disse il contrabbandiere “... so che stanotte non avete mentito... il linguaggio del corpo non sa mentire...” e tenendola a sé aveva preso ad accarezzare piano la sua pelle liscia “... neanche io so cosa succederà adesso... ma stando a ciò che avete raccontato all'inquisitore e poi alle sue parole, non credo ci sia molta scelta... siamo quasi obbligati a cercare quella vostra sorella...” |
L'orco rise a quelle parole di Eilonwy.
“E sia...” disse il mostro “... per ogni risposta sbagliata che darai io ucciderò uno dei tuoi compagni... dunque hai solo due possibilità per risolvere l'arcano... alla terza risposta errata prenderò la tua vita!” “Che gioco macabro...” mormorò il merlo all'orecchio della ragazza “... invece delle pedine ci sono vite umane sul tavolo...” L'orco prese a recitare: “Tutti, nessuno escluso, ne hanno una, ma di toccarla non c'è possibilità alcuna!” |
A quelle parole di Altea, Gvin scoppiò a ridere.
“Ne avete di coraggio...” disse poi alla dama “... già, tanto bella, quanto sfacciatamente coraggiosa...” rise di nuovo, per poi voltarsi verso tutti i presenti “... una donna che ha più coraggio di tutti voi messi insieme...” guardò tutti i cavalieri in volto, uno per uno “... lei sola ha avuto l'ardire di dirmi in faccia ciò che devo o non devo fare...” scosse il capo divertito, tornando a guardare Altea “... e così siete una nobile... un'aristocratica... dalla vostra fierezza e dal vostro fascino l'avrei dovuto capire subito... beh, è un gran peccato... se foste stata una serva o una popolana avrei potuto comprarvi ed avervi per me...” sorrise fissandola negli occhi “... ora invece dovrò trovare un altro modo per avervi...” si avvicinò e le accarezzò i lunghi capelli biondi “... naturalmente so benissimo che bisogna pagare una degna somma per la figlia di un duca... ma si dia il caso che io posso pagare quanto occorre per avere il vostro corpo come pegno... pagare in fama e potenza, naturalmente...” “Milord, lady Altea dice il vero...” intervenne il vescovo “... la spada andrà solo a colui che ucciderà il cinghiale.” “Perchè poi pretendete quella spada?” Facendosi avanti uno dei cavalieri. “Noi siamo qui da molto più tempo di voi ed abbiamo il diritto di cacciare quel cinghiale prima di voi. Cosa sapete poi di quell'animale? Noi siamo anche andati a cercarlo, rischiando la vita.” “Avete finito?” Sbottò Gvin. “O devo ascoltare ancora qualche altro petulante presunto eroe?” Un ghigno apparve sul suo volto fiero. “Cosa so di quell'animale, vero? Sciocchi inetti...” con disprezzo il duca “... mesi fa, durante una battuta di caccia, sulla strada del ritorno, fui assalito da quella belva... aggredì i miei uomini, spappolandoli come capretti... era buio e non riuscii a rendermi conto di quell'assalto, poiché fu veloce come un fulmine... mi caricò, sbalzandomi via... e quella fu la mia fortuna... sparì senza finirmi... ed io come ricordo di quella notte ho perduto un occhio...” e si tolse la benda, mostrando ciò che gli aveva fatto quel cinghiale “... ecco cosa so di quella bestia! E non avrò pace fin quando non mi sarò vendicato... potete giurarci!” http://www.cinemagraphe.com/_movies/...s-as-einar.jpg |
Clio ed i suoi, lasciatosi alle spalle il cimitero, ripresero il cammino fini a giungere presso l'abitazione di un pastore.
Ma non vi badarono ed anzi accelerarono il passo, andando oltre. L'uomo restò a guardarli a lungo mentre si allontanavano. Poco dopo, finalmente, si ritrovarono davanti alla città di Solpacus. La porta d'ingresso era aperta e appena attraversò quel passaggio la compagnia dei falsi mercenari vide una comunità vivace ed animata. Infatti per le strade vi era una buona varietà di umanità, a testimonianza della laboriosità di quel luogo. “Mamma...” disse un bambino correndo davanti ai loro cavalli “... sono arrivati altri cavalieri!” Guardò poi Clio ed i suoi compagni. “Siete cavalieri del duca oppure siete qui per dar la caccia alla bestia per conto vostro?” “Mark!” Lo chiamò sua madre. “Vieni qui, subito! Perdonatelo, signori... è un bambino curioso e un po' vivace...” rivolgendosi poi la donna a quei guerrieri. |
Citazione:
Che cosa dovevo fare? Chiusi gli occhi per concentrarmi e tutto ad un tratto sentì una voce nella mia mente. “Eilonwy!” disse la voce nella mia testa. “Eccomi!...Chi siete?” risposi. “Sono l’ Arcangelo Metatron. Sono qui per aiutarti e per aiutare il pupillo dell’ Arcangelo Gabriele, Aladiah. Ti aiuterò a risolvere l’ indovinello dell’ Orco della Strega Nera Isolde!” sentenziò calmo l’ angelo. La voce del Messaggero di Dio era calda come il sole eppure allo stesso tempo limpida e fredda come un rivolo di acqua di fonte e dolce come il miele e simultaneamente decisa e trionfante come il suono delle campane in festa di una chiesa. “Grazie….grazie di cuore….ve ne sono molto grata!....Ma veramente siete voi Metatron?” chiesi alla fine. “Certo che lo sono! Dubiti per caso della parola di Dio e di un suo fidato messaggero e soldato?” rispose serena, ma leggermente risentita la creatura celeste. “Certo che no!...Io ho una grande fede nel Signore dell’ Universo!” esclamai vergognosa. Metatron sorrise ed affermò: “La risposta all’ enigma è questa: l’ Anima. Tutti hanno un’ anima, un’ energia interiore, uno spirito vitale. Anche il Nemico di Dio ne ha una anche se di pece. Adesso devo ritornare nell’ Empireo. Buona Fortuna!”. Ritornai in me fiduciosa e speranzosa in Dio. “E’ l’ Anima! Tutti hanno un’ anima, un’ energia interiore, uno spirito vitale. Anche il Nemico di Dio ne ha una anche se nera e malvagia!.....Ma nessuno può toccarla perché è fatta di energia pura ed aria!” confutai all’ Orco, riportando le miracolose e sagge parole dell’ arcangelo. http://www.lightascension.com/images/MetatronLight.jpg |
Guardai il duca senza proferire parola mentre mi parlava e faceva il sagace..quell'uomo era davvero altezzoso e irriverente, troppo sicuro di se stesso. Mi scostai lievemente mentre mi accarezzava i capelli.."Dubito potrete avermi..lo avete detto voi stesso..mio padre, il duca, non darebbe mai la mia mano proprio a voi e non ho bisogno della vostra fama e gloria, la mia famiglia ne ha già molta" dissi guardandolo con sfida.
Il vescovo e altri cavalieri interruppero quel momento appoggiando la mia opinione e questo mi fu di conforto. Il duca cambiò subito tono..divenne pieno di rabbia e rimasi sgomenta al suo racconto. Prima vi fu il silenzio seguito poi da un leggero bisbiglio della folla..deglutii con quel solito senso di colpa dentro di me.."Non siete il solo duca Gvin..io stessa andai con un mio grande amico, milord Tyssen, nella foresta, per salvare dei bambini..e..il mio amico fu aggredito da quella belva che gli strappò la gamba. Se dovete vendicarvi allora fatelo in nome di tutti coloro che hanno subito questa angheria..e se ci riuscirete nessuno mette in dubbio la arma sarà vostra". Mi congedai e uscii dalla chiesa, dentro di me regnava una tristezza infinita pensando a Tyssen e il suo destino. Appena arrivata in locanda la figlia del locandiere mi consegnò una lettera e un pacchetto dicendomi era stato proprio il padre di Tyssen a lasciarla per conto di mio fratello...forse egli era venuto a riportare Tyssen a casa. Andai in giardino e mi sedetti su una panca sotto un glicine in fiore e vidi la lettera portava la firma e lo stemma di mio fratello Andrew...sospirai..da un lato mi sentivo rasserenata di avere notizie di un familiare ma immaginavo già il contenuto..Andrew era tremendamente duro, e dopo mio padre era l'unico uomo a tenermi testa. Egli, infatti, rimase a continuare il lavoro di diplomatico di mio padre. "Carissima sorella, un nobile, carissimo amico mio, mi ha mandato notizie qui a Capomazda su di Voi e di come continuate a mantenere un comportamento non consono alla nostra famiglia, nonostante abbia detto vi siete fatta valere per onore, coraggio e lealtà ma devo rammentarvi siete una donna..e smettetela di continuare a pensare come i nostri fratelli che ora sono in Terra Santa..non siete un Cavaliere ma una dama. Ho saputo cosa è accaduto pure a milord Tyssen, voi due avete sempre fatto una vita da scapestrati e questo è stato il risultato, pure mia moglie e vostra amica Ludvica è molto preoccupata per Voi. Forse dimenticate..o fate finta di dimenticarvi conoscendovi bene..che nostro padre ha fatto molto per darvi in sposa a un nobile qui a Capomazda, pensate forse quel patto tra famiglie è stato rotto? Affatto e visto il figlio di tal Signore è impegnato altrove, come i veri nobili sono soliti fare, vi ha mandato questo per sancire il patto fatto. Non accetto scusanti, indossatelo e al più presto vi voglio qui poichè dopo lo spiacevole accaduto di lord Tyssen non ammettiamo più colpi di testa. Siete promessa sposa e vi sposerete...e dovrete indossare quell'anello. E trovo pure indecoroso che, nonostante, nostro padre abbia amici e conoscenti ovunque e pure in questi regni voi soggiorniate in una locanda e pure sola..mi auspico da oggi in poi terrete un comportamento "decoroso e dignitoso". Lord Andrew George Mc Gwyn". Ripiegai la lettera...rimasi pensierosa, aprii la scatola e conteneva un cofanetto di velluto. Dentro vi era un bellissimo anello di acquamarina e un biglietto dove si diceva era un gioiello di famiglia e si dava da generazioni come anello di fidanzamento..ovviamente non mi era stato dato sapere chi fosse il futuro sposo, sapevo solo per volontà di mia madre era stato scelto giovane per non farmi sposare qualche vecchio vedovo. Andrew, forse, aveva ragione...su Tyssen, fossimo stati più attenti.. ma era inutile pensarci ora. Indossai l'anello, almeno nessuno mi avrebbe infastidito e risi a quel pensiero immaginando la faccia di mio fratello se glielo avessi detto. Non avevo la benchè minima intenzione di lasciare quel posto, anzi la locanda...io dovevo sconfiggere Isolde e alzatami tornai nella locanda e chiesi di pranzare, mentre fuori vi era un insolito scompiglio. http://i61.tinypic.com/14u495.jpg |
A quelle parole di Eilonwy, l'orco si abbandonò ad una fragorosa risata.
“Hai riflettuto male sulle mie parole, ragazzina...” disse “... io ho detto che tutti, nessuno escluso, ne hanno una. Ma gli animali non posseggono alcuna anima... dunque la tua risposta è errata!” Rise di nuovo. “Ora, come detto, dovrò uccidere uno dei tuoi compagni... ma siccome mi sei simpatica lascerò a te scegliere chi far morire... avanti, dimmi... uccido il ragazzo con i capelli bianchi e la faccia da ebete, oppure il tuo bel cavallo?” Indicando Jack e Dante che penzolavano dal ponte. “Eilonwy...” all'improvviso una voce nella mente della ragazza “... Eilonwy...” era la voce di Aladiah “... il tuo cammino è intriso di oscure presenze che è possibile vincere solo rompendo le malvagie forze che le hanno evocate... io stesso sono impossibilitato ad intervenire... ma sono qui per dirti di non perdere la Fede... Coco è ancora viva, ma imprigionata... sii forte, Eilonwy... sii forte...” Un attimo dopo quella voce svanì. Ed Eilonwy, fissando il sentiero che portava al ponte, vide sopraggiungere, in lontananza, un cavaliere sul suo destriero. |
Mentre Altea pranzava alla locanda, cominciò a vedere agitazione per le strade della città.
Molti erano ancora rinchiusi nella chiesa quando, preceduti da grida, tre cavalieri arrivarono di gran carriera. E quelle loro grida attirarono fuori quelli che si trovavano in chiesa. “Presto...” disse urlando uno dei tre cavalieri “... accorrete... presto!” Due erano spaventati e sporchi e portavano su un cavallo il corpo senza vita del terzo. “Cosa è accaduto?” Chiese il duca Gvin nel vederli arrivare in quello stato. “Eravamo usciti per cacciare il cinghiale...” ansimando uno dei tre “... e abbiamo deciso di dividerci per tentare di controllare così più parti della foresta... ma quella dannata belva ha aggredito uno di noi” indicando il cadavere “e le sue grida ci hanno attirato... ma siamo giunti tardi... la bestia dopo averlo ucciso stava correndo via...” “L'avete vista dunque?” Domandò Gvin. “No, è accaduto stanotte...” rispose il cavaliere “... abbiamo visto solo una sagoma scura che correva via veloce come un fulmine...” “Io allora ho cercato di colpirla con la mia balestra” intervenne l'altro cavaliere “ma incredibilmente la freccia, colpendola, si è spezzata...” e mostrò la freccia rotta. “Siamo maledetti!” Gridò allora uno dei cavalieri presenti. “San Michele si è adirato con noi e ci ha tolto la nostra forza di cavalieri!” “Idiota!” Lo riprese Gvin. “Come può San Michele togliervi ciò che non avete!” E prese la freccia spezzata per controllarla. |
Uscii dalla locanda attratta da quelle urla e vidi la macabra scena di quel povero uomo ucciso.
Erano stati troppo stolti e questo fu il prezzo e mi avvicinai al duca che osservava la freccia. ."Quante vite ancora dovremmo sacrificare?" Chiesi tristemente. |
Finalmente la città, la vita, la gente. Non che avess
Guardai il bambino con condiscendenza. "Siamo soltanto di passaggio..." Tagliai corto, senza sorridere. "Ma ormai è ora di pranzo, potremmo fare una breve sosta, che ne pensate?" Chiesi ai miei uomini, voltandomi verso di loro. |
Mi triò a se....il lenzuolo che copriva il mio pudore cadde ai miei piedi....mi accolse tra le sue braccia e io appoggiai il mio capo sul suo petto...ogni carezza sul mio corpo era un momento di languido piacere.....lo baciai sul viso......" Devo trovare mia sorella....e non sono l'unica che la sta cercando.....ognuno ha la sua forma.......ma non e' lei.....lei ed io conosciamo oscuri segreti...........se qualcuno ferirà la sua maschera...colpirà anche me.....Isolde e' furba...molto furba...ma il male non ha mai vinto...questo lo so per certo....Per te e' pericoloso Daizer....lei sa dove colpire ......io colpirei suo figlio per avere lei......voglio che tu non abbia a subire.....andrò nel bosco....e' il nostro regno...e' dove la natura ci ha create....."......accarezzai il suo petto e per un attimo sentii il mio cuore come perdere un colpo......cos'era quella sensazione.....alzai il viso e guardai il suo volto........Amore e morte.....
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“Ottima idea.” Disse Porturos, indicando un'osteria a pochi passi da loro.
Così, Clio ed i suoi uomini entrarono in quella cantina ed ordinarono cibo e vino. Ma ben presto le urla che giungevano da fuori attrassero tutti loro. “Cosa accade, oste?” Chiese Borel. “Credo che sia morto qualcun altro...” rispose l'uomo “... stavolta addirittura un cavaliere...” “Sembra dalle vostre parole” fece Dort “che molti siano morti da queste parti ultimamente.” “Si, messere...” annuì l'oste “... sono le vittime di quella dannata bestia...” “Bestia?” Ripetè Borel. “Si, il cinghiale...” “Ne abbiamo sentito parlare...” fissandolo Dort “... è dunque così terribile?” “Quel cinghiale è il demonio...” sentenziò l'oste “... non a caso pur di ucciderlo è stata promessa la spada dei nobili Taddei a colui che riuscirà ad abbatterlo...” |
Il lenzuolo che copriva il corpo di Elisabeth cadde in un attimo ai suoi piedi, lasciando che la donna finisse contro Daizer.
Furono momenti di piacere e passione quelli in cui l'uomo accarezzò a lungo la maga, come se tutte quelle paure non esistessero più. “E' l'uomo che deve proteggere la sua donna...” disse lui baciandola “... credi forse che io non sia in grado di difendere la mia bella moglie?” Sorrise. “Anche se è una maga?” La fisso. “E a dire il vero questo mi piace...” si alzò e la prese in braccio “... perchè sa fare molte magie interessanti...” la riportò sul letto e di nuovo si unirono con passione ed impeto. |
“Ce ne saranno altre di vite spezzate...” disse Gvin ad Altea, stringendo fra le mani la freccia spezzata “... almeno fino a quando qualcuno non ucciderà quell'animale!” Scagliò la freccia lontano per la rabbia. “Arcan! Bieff!” Chiamando i suoi uomini. “Preparatemi corazza ed armi! Uscirò a cercare quella belva!”
“Si, milord!” Annuirono i due uomini. A quelle parole la folla esultò, inneggiando al duca di San Marco di Saggesia. |
A quanto pareva la situazione era peggiore di quanto non sembrasse. Un semplice cinghiale non poteva fare tutto quello.
Lanciai un fischio di apprezzamento. La spada dei Taddei, accidenti, circolavano Leggende su quell'arma. Se fossi stata ancora il capitano, non avrei esitato ad aiutare quella gente. Ma dei mercenari che avrebbero fatto? Avrebbero rischiato la loro vita per quel cinghiale? Beh, magari l'avrebbero fatto per l'arma, questo si! Ma non avevamo tempo, il re era in pericolo. Anche se, a pensarci bene, sarebbe stata molto utile una spada leggendaria. Eppure, c'era qualcosa che non quadrava. "Se questo cinghiale è Addirittura il demonio, perché non usate la spada dei Taddei per sconfiggerlo invece che tenerla in una teca? Beh, capisco che non sappiate a chi darla, e questo è giusto... Ma mi sembra uno spreco... Voglio dire, se c'è un arma in grado di uccidere un demonio è proprio quella... È un vero peccato non poterla usare!". Guardai i miei uomini "Voi che ne pensate, dovremmo passare oltre senza guardarci indietro oppure... Non lo so, potremmo aiutare..." Sussurrai "Senza contare che c'è un bottino niente male.." Ad alta voce. Mi si stringeva il cuore a pensare a quella gente, dov'erano gli ufficiali del regno? Perché non erano il a proteggere quella gente? Eravamo così tanto a corto di uomini, possibile? Certo, le realtà locali dipendevano dai signorotti non dalla corona, però lo trovavo inammissibile. Avrei voluto fare qualcosa.. Eppure, una parte di me mi invitava alla prudenza, mente le parole del cimitero mi tornavano in mente. |
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