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"Forse mi sono espresso male, milady..." disse Frate Roberto a Dacey "... i due uomini a cui mi riferivo erano ser Svevos e colui a cui è destinata la sua corazza." Fissandola. "Comunque non sottovalutate la crudeltà con cui il barone tratta i suoi simili. Per lui voi valete meno dei suoi cavalli. Comunque, come detto, cercherò di non lasciarvi andare sola nel vostro imminente viaggio verso Fertaldos." La salutò ed uscì dal castello.
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L'allegria che animava quel pranzo era contagiosa, una vera gioia per il cuore. "Salve a tutti... è un vero onore per me sedere alla vostra tavola e sarò felice di conoscere ognuno di voi, ma quest'uomo accanto a me ha la precedenza su tutti..." finii con un sorriso ed un bacio sulla guancia di Adespos.
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E mentre Altea attendeva con impazienza il ritorno di Alvaro, vide uscire dal castello qualcuno che conosceva bene.
Era Frate Roberto. |
Clio decise di ritornare a Monsperon.
Rientrò in città e raggiunse poi il castello baronale, ancora pullulante di cavalieri interessati al torneo. E tornata nei suoi alloggi trovò Anty e Tussor. |
Mi guardavo attorno..ma perché ci metteva così tanto.
Ad un tratto notai un uomo con il saio..era Frate Roberto. Lo seguii e mi avvicinai a lui.."Frate Roberto, che è successo..perché eravate dal barone? Io sto aspettando ser Alvaro, si sta iscrivendo al torneo". |
"Ora basta con queste sciocchezze." Disse alzandosi da tavola il padrone. "Tu hai troppa fantasia, o magari è solo un infantile modo di attirare le mie simpatie il tuo." Fissando Gwen. "Se non vuoi mangiare altro ed il dito non ti da più noia, allora torna nel mio giardino ad occuparti delle rose." Guardò fuori dalla finestra. "È già pomeriggio... come trascorre rapido ed inclemente il Tempo..." mormorò con angoscia e rassegnazione.
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Guardai il frate per poi congedarmi da lui salutandolo ancora.
Ora non mi restava che trovare Jean |
Mille pensieri affollavano la mia mente mentre tornavo in città.
Avevo concluso ben poco, e la cosa mi dispiaceva. Non amavo le giornate inconcludenti. Tornai così nei miei alloggi e trovai così Anty e Tussor. Mi lasciai cadere pesantemente sulla sedia, versandomi da bere. "Novità?" Chiesi ai due, per poi raccontare a mia volta quanto avevo scoperto. "A questo punto non saprei che fare.." Dissi poi, pensierosa, sorseggiando il mio bicchiere. "Continuo a chiedermi come diavolo farà Guisgard a partecipare al torneo senza farsi riconoscere..." Scuotendo la testa. Guarda che hai parlato ad alta voce, genio... "Ad ogni modo non sono affari nostri giusto?" Corressi il tiro. Non sapevo se essere sollevata o meno della cosa. Non dargli la caccia comportava che non lo vedessi. Beh, di certo non l'avrei incontrato per caso. Ma dargli la caccia significava poterlo prendere, rendere inoffensivo, potermi vendicare. Sorrisi piano, guardando lontano. Non era una cattiva idea. Sospirai. Ma non avevo alcun pretesto per andarlo a cercare, se non la taglia. Si, forse potevo far leva su quello. Saresti capace di catturarlo? Alzai gli occhi al cielo. Potevo scoprirlo in un solo modo, ma era pericoloso, in ogni senso possibile. |
A quelle parole e a quel bacio di Gaynor, tutti i presenti risero forte.
"Allora" disse uno di loro "brindiamo al nostro capo rubacuori!" "La verità è che sei invidioso, Solo!" Ridendo Adespos. In quel momento però arrivò qualcuno. Erano due uomini. "Siete tornati..." a loro Adespos "... dunque? Cosa avete scoperto sul torneo?" "Poco o nulla..." rispose uno dei due al capo "... ignoriamo per quale motivo Ferico abbia organizzato questa giostra..." |
La sua reazione mi fece capire che forse avevo ragione.
Osservai per un attimo la sua espressione angosciata e rassegnata a quella frase; avrei dato qualsiasi cosa per sapere cosa lo tormentava. Poi mi alzai e tranquillamente me ne andai diretta verso il giardino. |
Dacey salutò Frate Roberto e poco dopo incrocio' proprio Jean che camminava con alcuni servitori nel corridoio.
"Mia cara..." disse sorridendo alla principessa "... hai condotto quel frate dai nostri ospiti?" |
"Il barone ha organizzato un torneo?" Chiesi ad Adespos "E per quale motivo ve ne interessate? Non potete certo partecipare..."
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"Oh, madama..." disse Frate Roberto ad Altea "... si, immagino richieda tempo l'iscrizione al torneo, in quanto molti contendenti pare siano interessati alla giostra." Sorridendo. "Io invece sono stato chiamato per confessare un ospite del castello."
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Trovato Jean presi il suo braccio iniziando a passeggiare.
<< Si ma ho anche udito qualcosa di interessante >> e gli raccontai tutto, per filo e per segno, senza pause. Fu solo alla fine che tacqui in attesa |
"Si, è pieno di cavalieri..e pieni di sé. Un ospite?" dissi stupita "E da quando il barone ha ospiti cattolici? Dovremmo rimandare il nostro incontro, ricordate volevo mostrarvi il ciondolo Lord Carlon mi donò da bambina...ma non posso lasciare ser Alvaro solo".
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"Abbiamo controllato un pò in giro" disse Tussor a Clio "a contare i vari cavalieri interessati al torneo. Sembra che questa giostra abbia riscosso l'entusiasmo dei migliori cavalieri della regione. Ma pare che per ora non ci siano sorprese."
"Anche se tu" Anty alla bionda mercenaria "sembri arciconvinta che ci sarà un partecipante speciale..." |
"Gwen..." disse ad un tratto il padrone alla ragazza "... dopo aver accudito alle mie rose voglio che tu ne lavi i petali di quella più profumata e che mi porti l'acqua usata in un calice di cristallo che chiederai a Josephine. Portami il calice nella mia camera, prima che il Sole sia tramontato, intesi?"
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"Perché Ferico non è uomo da offrire simili passatempi al popolo." Disse Adespos a Gaynor. "E non è di certo un appassionato di valori cavallereschi. Dunque ci deve essere un altro motivo... uno scopo... ma quale?" Inquieto.
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"Oh, verrà, verrà... non so ancora come farà, ma non si lascerà scappare quest'occasione... anche se la cosa è assolutamente stupida dato che la trappola è talmente lampante che mi chiedo come possa pensare che non lo sia.." sorrisi appena "Ma in realtà credo che lo sappia e se ne freghi altamente, non ha più niente da perdere, dopotutto..." alzando le spalle "niente.." sussurrai.
In quel momento mi resi conto di non avere idea di che fine avesse fatto lei... Non che la cosa mi importasse, in realtà, erano passati quegli anni infernali, per fortuna.. Non ero più quella sciocca ragazzina innamorata. Così debole da lasciarsi distruggere. Ti stai distraendo... di nuovo.. Sospirai, serrando la mascella e finendo di colpo il mio bicchiere. Perché diavolo continuavo a pensarci. Erano anni che non ci pensavo, per la miseria. "In realtà mi sto chiedendo come noi potremmo guadagnarci da questa storia..." dissi, tranquillamente. Era una mezza verità infondo, solo che stavolta non erano i soldi ad interessarmi, ma il seppellire una volta per tutte quella pagina oscura del mio passato. Per sempre, stavolta. La buca che avevo scavato in quegli anni non era abbastanza profonda dato che tornava a tormentarmi se non con il sentimento, con i ricordi e i pensieri. "Ci farebbe comodo, no?" alzando le spalle. |
Mi sentii chiamare e tornai indietro.
Che richiesta insolita... "Va bene" risposi. Andai quindi da Josephine per farmi dare il calice e andai poi al giardino per occuparmi delle rose. |
Jean ascoltò ogni parola di Dacey, per poi trasalire.
Era visibilmente eccitato. "Come immaginavo..." disse traboccante di soddisfazione "... lo sapevo... sapevo che sarebbe caduto in trappola... l'uomo che il frate vuole aiutare non può che essere Guisgard... si, non può che essere lui..." guardò la principessa con una smorfia di esaltazione sul viso "... il mio piano ha finzionato. Grazie a voi." La prese per mano e corsero insieme a cercare il barone. Lo trovarono nelle scuderie, in compagnia del Maresciallo. E qui Jean racconto' ogni cosa a Ferico. Ad udire ciò il barone trasali'. "Cani!" Gridò. "Ad ingannarci qui a casa nostra! Che siano esposti in pubblica piazza il figlio e sua madre, per essere scorticati vivi davanti a tutti, come monito per ogni traditore! Devono morire! Così incontreranno davvero i Santi a cui sono devoti!" Fuori di sé il barone. "E poi toccherà a quel frate!" |
Vedere Jean così esaltato riuscì a mettere anche a me di buon umore.
Davanti al barone però le stesse parole non videro la medesima reazione. << Milord sono tutti e tre innocenti. Non sanno che si tratta di quel Guisgard>> mi interruppi guardando Jean. Lui sapeva come parlare a Ferico, doveva farlo ragionare |
"Mi mostrerete il ciondolo un altro giorno..." disse Frate Roberto ad Altea "... ora ho faccende importanti da svolgere." E andò via.
Poco dopo tornò finalmente Alvaro. "Avete davanti a voi" rivolto ad Altea "il futuro campione di questo torneo." Sorridendo. |
Il frate mi liquido' subito...era strano.
"Farete bella mostra di Voi, ora andiamo a casa...devo andare al lavoro, anzi andiamo a pregare alla Cappella di San Michele..magari vi darà la Grazia di vincere." Salimmo sui cavalli e ci inoltrammo nel bosco verso la chiesetta. |
Anty fissava Clio come chi cercava quasi di leggere oltre le parole che udiva.
"Abbiamo già abbastanza problemi" disse "senza che giunga questo Guisgard nel portarne altri. Ma tu invece, non so, sembri strana, vaga, enigmatica e quasi presa da qualcosa che sembra invece sfuggire a noi altri..." |
Josephine aprì la credenza e prese un bellissimo calice di cristallo, che diede poi a Gwen, raccomandandosi che facesse attenzione.
La ragazza tornò allora in giardino per occuparsi delle rose. Era ormai il tardo meriggio. |
Jose phine si raccomandò di fare attenzione al calice, che era davvero bellissimo, poi giunsi al giardino, ed era già tardo meriggio.
Assicurai il calice in un posto in cui non avrebbe rischiato di rompersi e mi occupai delle rose. http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:A...Ufvavt0eypkBiw |
"No..." disse Ferico a Dacey "... devono morire!"
"Milord..." intervenne Jean, con uno sguardo di ghiaccio "... avete ragione, hanno cercato di ingannarci. Se fossero stati in buona fede non avrebbero pattuito il tutto con quel frate, cercando poi di convincere lady Dacey ad appoggiare il loro segreto." "Bene detto." Annuì il barone. "Che muoiano subito." "Milord..." mormorò Jean "... moriranno, ma non ora." "Che volete dire?" Stupito Ferico. "Se li uccidessimo subito" spiego' il cortigiano "allora Guisgard scoprirebbe tutto, facendo saltare così la nostra possibilità di sfruttare la sorpresa." "Allora cosa proponete?" Ferico. "Occorre un buon piano ora..." disse Fagas. "Ne ho già uno in mente..." con un ghigno Jean. |
Gwen sistemò il prezioso calice e cominciò ad occuparsi delle rose.
Intanto il Sole volgeva il suo corso verso Occidente, favorendo l'arrivo di un soffuso imbrunire quasi incantato su tutto il bosco. |
"Sì.." con un sospirone che speravo si portasse con se tutti i miei pensieri fastidiosi "Hai ragione..".
Era vero, la pratica Anty aveva ragione, ci mancava solo lui. È stato un errore tornare a Sygma.. Poi quelle parole su di me, quello sguardo indagatore. Mi versai nuovamente da bere. Chissà, magari avrebbe funzionato, anche se ce ne sarebbe voluto un barile ormai. "Guisgard è un fantasma del mio passato venuto a tormentarmi.." dissi piano "Non ne parlo perché se lo ammetto ad alta voce diventa vero... e io credevo di averlo seppellito ben bene.." sospirai "Stavo maturando l'idea che probabilmente accopparlo mi darebbe pace... non potrebbe più tornare, stavo per tendergli un agguato l'altro giorno, ma poi sono arrivati quegli idioti dei soldati del maresciallo e l'hanno fatto scappare...". Anty sapeva a grandi linee del mio passato, anche se ovviamente non avevo mai fatto nomi, né il mio, né quello di nessun altro. Era la regola, una volta Montanaro ti lasci alle spalle tutto quello che c'è stato e puoi essere un re o un brandito che poco importa. "Credetemi sono la prima a desiderare che questo supplizio finisca, in un modo o nell'altro... non riesco a concentrarmi.." chiusi gli occhi per la rabbia "Non gli permetterò di distruggermi di nuovo.." sussurrai pianissimo. "Vorrei vederlo, affrontarlo, battermi con lui una volta per tutte... un duello all'ultimo sangue, almeno in un modo o nell'altro si risolverebbe..." scossi la testa "Odio il fatto che mi indebolisca..". Era il torneo, in realtà. Troppi ricordi erano legati ai tornei. Quello di Miral, quello di Sygma. Ora questo torneo mi mostrava tutta la mia debolezza. Non avrei potuto combattere, né avevo un cavaliere a cui fare da madrina. Una volta non avrei desiderato altro. Ma ora non ero niente, né dama né cavaliere... solo una mercenario senza passato, senza futuro e senza cuore. Per un momento mi sembrò un destino crudele, ma poi mi ricordai da cosa ero scappata quella sera d'inverno di cinque anni prima. No, il destino che mi aspettava a Miral era ben peggiore. Questo destino, buono o cattivo che fosse, era interamente una mia scelta. Sospirai, mi ero persa nuovamente nei miei pensieri. Pensieri che mi facevano ribollire il sangue nelle vene per la rabbia, che mi costringevano a controllare che il lucchetto che avevo messo al mio cuore fosse ben chiuso, che non fossi di nuovo in pericolo. "Scusate ragazzi.." con un leggero sorriso finendo il mio bicchiere "Dovevo sfogarmi o sarei implosa... non temete, farò in modo che tutta questa storia non incida sul mio rendimento, se ritenete il contrario, Elas può prendere il comando di questa missione, ci manca solo che ci andiate di mezzo voi per le sciocche debolezze del mio passato..". |
Anty e Tussor ascoltarono ogni parola di Clio, scambiandosi sguardi emblematici.
"Clio, noi tutti abbiamo fiducia in te..." disse Anty. "Sei tu il nostro capo..." mormorò Tussor. In quel momento arrivarono anche gli altri. |
Mentre lavoravo il tempo volava.
Il Sole stava gia terminando il suo corso, quando, osservando le rose, vidi che erano a posto e sistemate. Potevo quindi dedicarmi alla richiesta del padrone. Scelsi allora la rosa di cui lui aveva sentito il profumo dopo il nostro arrivo e mi avvicinai. Aveva un profumo meraviglioso. Lavai così i petali, misi l'acqua nel calice e lasciai il giardino. Una volta al castello, mi feci dire da Josephine dove fosse la camera del padrone, volevo evitare di sprecare tempo prezioso per cercarla. |
Sorrisi ad Anty e Tussor.
"Grazie, fratelli.." dissi soltanto. Era quello il presente su cui dovevo concentrarmi. Poi arrivarono gli altri. Alzai prima lo sguardo poi il calice su di loro. "Ditemi che almeno la vostra giornata è stata produttiva.. Perché comincio ad annoiarmi..." sorridendo "Novità?". |
Altea decise di recarsi alla Cappella di San Michele insieme ad Alvaro.
Raggiunsero il Santo Luogo, isolato com'era in mezzo alla campagna verdeggiante. Si udiva solo il sibilo del vento ed il suo fruscio tra i rami degli alberi più alti. Anche Alvaro pregò, per il torneo e per avere la forza di poter onorare il suo nome. |
Josephine indicò a Gwen la camera del padrone.
Così la ragazza dopo una lunga scalinata arrivò davanti alla porta della camera. Ormai il Sole era quasi tramontato. |
Josephine mi indicò la stanza e, dopo una lunga scalinata, la trovai.
Mi trovai così davanti alla porta, il sole era quasi del tutto tramontato. Non sapevo se bussare o meno; aveva detto di lasciare il calice in camera, quindi probabilmente non lo avrei trovato. Bussai due volte per sicurezza, abbassai la maniglia ed entrai. |
"Forse..." disse Elas a Clio "... ecco la prima lista di partecipanti... i nomi da una veloce lettura non sembrano avere nulla di particolare... però proprio poco fa è giunto uno scudiero per presentare la richiesta di iscrizione del suo padrone... ebbene il nome è alquanto singolare... Cavaliere Burbero..."
"Alquanto curioso come nome..." mormorò Kostor. "E di certo poco romantico." Commentò Anty. |
"Oh, era ora.." tendendo la mano ad Elas perché mi passasse la lista.
La scorsi velocemente, senza però che nulla saltasse all'occhio. Poi sorrisi, vagamente divertita a quelle parole. "Cavaliere Burbero..." pensierosa "Perché non dire il proprio nome? Sì, davvero poco romantico.." ridendo appena "Per ora è la cosa più interessante, quindi direi che gli andiamo a dare un'occhiata discreta quando arriva, per curiosità.. Perché non venire di persona, a questo punto, no? Sì, segnamocelo prima che nasconda qualcosa, se poi è solo uno col nome buffo.." alzai le spalle "Meglio per lui..". |
Gwen aprì la porta ed entrò nella camera, che appariva silenziosa e stranamente cupa.
Una porticina laterale, che dava ad un vestibolo, era semiaperta. "Lascia il calice sul tavolino e va via..." disse il padrone da quel vestibolo. La sua voce ansimava e tossiva, resa dunque alterata ed affaticata. |
Appena aprii la porta della camera, questa mi apparì subito sinistra e cupa.
Per poco non sobbalzai quando sentii la voce del padrone provenire da un vestibolo laterale. Era affaticato, stanco e tossiva, com'era possibile se fino a poco prima stava bene? Feci come mi disse e uscii; avrei chiesto a Josephine. |
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