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La penombra e il silenzio nella sala erano surreali, quasi mistici, e il modo in cui Velvot facera girare il ciondolo era ipnotico.
Sorridevo man mano che andava avanti; mi era sembrata una scelta molto coraggiosa quella di portare in scena la Gioia e ogni tanto lanciavo qualche occhiata di nascosto a Rovolin per carpire qualsiasi emozione o pensiero ed ero sempre più curiosa sulla continuazione dello spettacolo. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...730ab77e01.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Salute a voi.” Disse Ehiss con un lieve cenno del capo a Dacey. “Il piacere è sempre mio.”
“Ah, siete dunque il famoso cavaliere che vive nella brughiera...” fissandolo lo zio. “Famoso?” Ripetè sorridendo Ehiss. “Addirittura!” “Eh, qui non si fa che parlare di voi, ser...” annuì Charlie. “Davvero?” Fece il cavaliere. “Già...” rispose lo zio “... ma diteci, a cosa dobbiamo questa visita, ser?” “Ecco, mi occorrono dei vestiti da lavoro...” mormorò Ehiss “... in verità non ne ho nessuno e mi sarebbero utili per i lavori che sto svolgendo a Marchesa delle Rose.” |
Il biondo giovane raccoglieva la legna e dietro di lui tutti gli altri lo imitarono.
“Raccogliamone un bel pò” disse “così oltre a scaldarci per la sera, potremo cucinare qualche buon pesce.” Si accorse di Altea in riva al mare. “Vi siete ferita, madama? Fate attenzione che non si infetti. Forse questo genere di lavori non fa per le vostre bianche mani.” Sorridendo con cortesia. |
A quelle parole di Clio, l'uomo dai capelli rossicci scoppiò a ridere.
Una risata fragorosa, sproporzionata. “Sei sveglia, vedo.” Disse divertito. “Ma chi è quel tipo che dorme sotto di te?” Indicando Icarius ancora svenuto. “Non deve comunque essere un granché, visto che in quella invidiabile posizione riesce a dormire e a non fare altro.” |
Il ragazzo si affrettò a venire a soccorrermi e udii pure la parola "cucinare".
Abbassai il tono di voce risentita.."Non fatevi udire..ebbene lo ammetto..ed è la prima volta che ammetto qualcosa ma sarebbe stupido non farlo..ebbene si..non è lavoro per me e nemmeno cucinare..non so come rendermi utile..volete faccia qui da vedetta? Oppure ditemi voi" sorridendogli e guardando i suoi intensi occhi azzurri. |
A quella domanda di Gaynor, i marinai risero ancora.
“Eh, siete capitata male...” disse uno di quelli. “Già, un pessimo affare ritrovarvi proprio su questa nave.” Annuì un altro. “Già, meglio trovare un perfido negriero, magari un cacciatore di riscatti, piuttosto che un uomo come il nostro capitano.” Un altro ancora. |
Non doveva essere un tipo molto sveglio, a dire il vero.
E mi sarei divertita tantissimo ad alzarmi, mettermi la divisa e sbattergli in faccia la mia autorità. Tipi come quelli si nascondevano come ratti. Ma io dovevo scoprire qualcosa. Dovevo scoprire che volevano da lui, e liberarmi di loro, in qualche modo. Mi limitai a sorridere, divertita. Poi quella domanda su Icarius, alzai le spalle con noncuranza, sfiorandolo un istante con la mano. "Credo sia piuttosto stanco.." divertita "Tuttavia.." guardando l'uomo "Non mi avete detto con chi ho il piacere di parlare.." con un sorrisetto. |
La risposta dei pirati mi rese un po' meno fiduciosa. Se fosse stato Capitan Cuore al comando, non avrebbero detto quelle parole... lui non era cattivo...
"Spiegatevi meglio, signori... cos'ha di terribile il vostro capitano? Devo cominciare a preoccuparmi per la mia persona?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Gwen notò che Rovolin seguiva con attenzione il monologo surreale di Velvot, mentre Reddas fissava il mago in modo enigmatico.
“Per questo faremo di più...” disse Velvot “... qualcosa di speciale... di magico... perchè magia chiama magia... incanto chiama incanto... come nacque la maledizione?” E dietro di lui sbucarono dalle tende Go e Runka. “Io sono Ardeliano!” Esclamò Go. “Signore di Capomazda e Sygma per Grazia Divina!” “Ed io sono Gaya...” fece Runka “... la sua infelice moglie...” Allora Go scappò via e Runka si accasciò in lacrime. Tornò in scena di nuovo Go, vestito stavolta come una vecchia. “Allora che tu sia maledetto, Ardeliano!” Esclamò. “Tu e tutti i tuoi discendenti! Mai più potrete amare!” E fischiò. Giunse così Nyccio vestito come un buffo cane. “Va, fedele molosso!” Disse Go. “Va e punisci chi non ha saputo amare!” http://static.televisionando.it/tele...me-da-cane.jpg |
Anche se in un modo diverso da ciò che speravo, finalmente lo zio Charlie aveva incontrato Ser Ehiss ed era mia intenzione lasciare che i due si conoscessero, sperando che ne nascesse qualcosa di buono.
<< Sono certa che qui troverete qualcosa di adatto. Vi lascio nelle mani di mio zio, lui è il vero esperto del negozio. Chiedo scusa ma devo tornare in cucina o qui nessuno mangerà in tempo >> Un lieve inchino e tornai di sopra e mentre salivo le scale speravo che lo zio, alla fine, si decidesse ad invitare anche il cavaliere alla nostra tavola. |
Il biondo giovane sorrise ad Altea.
“Non temete...” disse “... restate pure qui a riposare. Dopotutto avete fatto già tanto, visto che col vostro denaro avete tratto in salvo altre persone.” Annuì. |
“Stanco...” disse l'uomo dai capelli rossicci a Clio “... diavolo di ragazza...” ridendo “... si vede che come amante quello non dura troppo...” senza smettere di ridere “... forse ci vorrei io...” facendole l'occhiolino “... sono Gozzone, re della brughiera. E questo...” indicando l'uomo che era con lui “... è il mio fedele compagno Sboz.”
In quel momento Clio sentì che Icarius stava riprendendo conoscenza. |
A quella domanda di Gaynor, i marinai risero ancora.
“Certo che dovreste preoccuparvi...” disse divertito uno di quelli “... vedere il capitano è un pessimo affare per qualsiasi donna. Soprattutto se sposata o vergine.” “Già...” un altro “... perchè è talmente bello che una donna non può fare a meno di innamorarsene!” “E voi siete sposata o vergine?” Chiese ridendo un altro ancora. |
Rovolin seguiva con attenzione il monologo di Velvot, mentre Reddas aveva un'espressione enigmatica.
Mi sarebbe piaciuto sapere cosa gli passava per la testa in quel momento. La rappresentazione che seguì, con al centro della scena Go, Runka e Nyccio, fu incentrata sull'origine della Gioia. Non potei fare a meno di essere pervasa da una grande tristezza; avevo sempre pensato che l'Amore fosse una cosa stupenda e indispensabile per gli uomini e ne ero ancora più convinta ora che avevo Velvot e capii che privare la gente di questo dono meraviglioso doveva essere davvero la peggiore delle punizioni. Riemersi da questo fiume di pensieri e ripresi a seguire la scena. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Rimasi delusa da quelle parole anche se fiera per il mio gesto, ma alla fine eravamo nella stessa situazione solo non sotto le cannonate.
Annuii e mi sedetti su un albero vicino alla riva e monitoravo il mare, nel caso passasse qualche imbarcazione, mentre loro lavoravano anche se la speranza era vana. http://i66.tinypic.com/dfc8lx.png |
Dacey risalì sopra e lo zio prese alcuni abiti da lavoro in uno dei cassetti.
“Ecco...” disse mostrandoli al cavaliere “... vedete quale è della vostra taglia, ser...” “Questo credo vada bene...” fece Ehiss. “Diteci, ser...” mormorò Pepino “... avete saputo dello spettacolo al Palazzo Ducale?” “Vivo nella brughiera e dunque non mi arrivano simili notizie.” Fissandolo il cavaliere. “Di che spettacolo parlate?” “In verità la nostra Dacey ne sa molto più di me.” Annuì Pepino. |
Re della brughiera?
Quella sì che era bella! Chi diavolo credeva di essere? Possibile che stessero cercando proprio Icarius? Magari mi ero preoccupata per niente. Una cosa era certa, dovevo riuscire a liberarmi di loro, ma questi non volevano saperne di scendere da cavallo. Potevo colpirli con i pugnali, ma avrei preferito interrogarli prima. "Accidenti.." come se fossi colpita da quel titolo "Non sapevo che ci fosse un re.." improvvisando un inchino. D'un tratto lo sentii, muoversi appena. Si stava svegliando. Ecco, ci mancava solo questo... Sperai che non mandasse tutto all'aria quello scapestrato. "Probabilmente vi ha sentito.." risi, divertita. Perché anche loro si sarebbero accorti che si stava svegliando. Così, mi voltai verso di lui, sfiorandogli appena il viso. "Tesoro hai sentito?" gaiamente "C'è il re della brughiera!" cinguettai. Mentre i miei occhi cercavano i suoi, uno sguardo d'intesa, aveva pochi secondi per capire che doveva stare al gioco. |
Ripresi a cucinare ma cercando di far poco rumore, uno, anzi due orecchie ben tese a captare le voci al piano di sotto.
Avrei voluto che lo zio facesse qualche sforzo in più ma in breve Pepino monopolizzò il discorso portandolo sullo spettacolo. Ah quell'ometto! Sempre affamato, di cibo ma anche di pettegolezzi. Non volevo parlare ancora di quel maledetto spettacolo che aveva provocato la lite con mio zio. Avevo imparato la lezione e ora invece ero chiamata in causa proprio su quello. Terminai di preparare il tavolo, sono tre piatti...magari fossero stati tre e abbassai il fuoco. << Perdonate l'interruzione. Il pranzo è pronto. Ser Ehiss spero abbiate trovato ciò che cercavate qui>> e con un senso di trepidante attesa rivolsi gli sguardi verso i tre uomini, specie verso lo zio |
Dalla risposta dei marinai, capii che non ero realmente in pericolo, ma che mi stavano prendendo bonariamente in giro.
"Forse è ora che mi presenti... sono la regina Gaynor delle Flegee, nubile e... e basta..." risposi con un sorriso. "Certe cose non si chiedono ad una dama, non siate rozzi..." Ripensai ad un tratto ai bombardamenti, alla distruzione del mio regno, alla morte della mia gente e mi passò qualsiasi voglia di scherzare. "Vi prego signori, ho bisogno di parlare col capitano, devo chiedergli di portarmi sulla terraferma. Avete certo saputo dell'attacco delle fregate capomazdesi, devo tornare dalla mia gente... hanno bisogno di me, sono rimasti senza guida... portatemi dal vostro capo e se necessario implorerò questo favore..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Gwen tornò a seguire la rappresentazione.
Ad un tratto Velvot smise di girare il ciondolo e Runka, Go e Nyccio tornarono dietro la tenda. “No...” disse il mago “... niente trucchi... Gaya!” Chiamò. “Gaya, vieni... vieni, ti prego... e raccontaci la verità...” Un attimo dopo una figura apparve sulla scena. Come uscita dal nulla. Come fosse uno spettro. Molti furono turbati. Molti, tranne Reddas che invece seguiva il tutto con fare sospettoso. https://lh3.googleusercontent.com/pr...UX=w426-h255-p |
Altea tornò a guardare il mare, che sembrava senza navi.
“Ecco...” disse ad un tratto una voce “... chi ha avuto la brillante idea di raccogliere legna per il fuoco?” Tutti si voltarono. “Sono stato io!” Fece il giovane biondo. “Classica idea da idiota.” Ancora quella voce. “Da grosso idiota.” |
Ad un tratto, Velvot smise di girare il ciondolo e gli artisti tornarono dietro le tende.
Quello che successe dopo mi sorprese non poco e mi raddrizzai sulla poltrona, mentre il mio interesse cresceva a dismisura alla vista di quella figura simile a uno spettro spuntata dal nulla ed io cercavo di capire di cosa si trattasse. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Poggiai la mano sul viso...nessuna nave, fui quasi presa da uno strano senso di catalessi ma mi rinsavii subito udendo una voce.
Guardandomi attorno.."Ma che succede?" alzandomi e avvicinandomi agli altri "Chi sta parlando?". Mi guardai attorno.."Fatevi avanti se avete coraggio..visto qui abbiamo la sapienza in persona.." e guardai il ragazzo biondo il quale, come tutti, era perplesso ma molto di più visto gli stavano dando dell' idiota. |
Icarius aprì i suoi occhi azzurri ed incontrarono quelli chiari di lei.
E lo sguardo di Clio sembrava volerlo mettere in guardia. A quelle parole della ragazza il volto di lui mostrò una smorfia. “Ora alzatevi.” Disse Gozzone ai due. “Su, forza.” Ma ad un tratto si udì un corno. “E' il segnale, capo...” fece Sbroz “... dobbiamo tornare al forte...” “Maledizione...” sbottò Gozzone “... ci rivedremo, piccola.” A Clio. E galopparono via. |
“Si, ho trovato un paio di abiti da lavoro.” Disse Ehiss a Dacey.
“Dacey, racconta dello spettacolo al nostro cavaliere.” Fece Pepino. "Io direi invece di metterci a tavola." Intervenne lo zio. "E poi immagino che il nostro cavaliere abbia da fare. Non può certo perdere tempo qui con tali sciocchezze." |
Tutti risero.
“Ragazzi...” disse uno dei marinai “... avete udito? Una regina!” E presero a scherzare su Gaynor. “Basta, ciurmaglia.” Ad un tratto una voce. |
<< Si lo zio ha ragione. Non vorrei servire cibo freddo perché mi sono persa in chiacchiere. Tutta la città parla dello spettacolo Ser, se vi interessa potete chiedere in giro. Lieta che abbiate trovato qualcosa, siete stato gentile a rivolgervi a noi invece che un'altra bottega. Vi ringrazio per la visita >>
Odiavo restare gessata e composta, trattenere il sorriso che invece sarebbe stato spontaneo e parlare con distacco al cavaliere. Ma lo zio era a pochi passi da me per cui dovevo stare attenta. |
Vidi i suoi occhi aprirsi, vicinissimi ai miei, e sorrisi.
Sperai che comprendesse il mio segnale, che capisse che poteva essere in pericolo. Magari non cercavano lui, ma meglio essere prudenti. Poi quel suono, quel corno, che richiamava i due. Mi voltai sorridendo verso il sedicente re della brughiera e sorrisi. "Contaci.." divertita. Appena si allontanarono il mio sguardo tornò serio e scossi la testa. Un forte, di che forte stanno parlando? "Ben svegliato.." dissi poi ad Icarius "Come ti senti?" domandai, scrutando i suoi occhi che però non mi sembravano avere segni di traumi. "Il re della Brughiera... ti dice niente?" gli chiesi, osservando la direzione in cui erano spariti. "Cercavano qualcuno... a cui dovevano farla pagare, perché lui è l'unico re della brughiera...." cercai nuovamente i suoi occhi "Cercavano te? Ad ogni modo, non ti hanno visto.." alzai le spalle. |
I marinai non mi presero sul serio e cominciarono a prendermi in giro. Stavo per farmi prendere dallo sconforto, quando una voce intimò loro di fermarsi. Mi voltai di scatto...
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Velvot se ne stava seduto in mezzo alla scena, mentre quella figura, etera e spettrale, era immobile col suo lungo abito ed un velo bianco a celarne i tratti.
L'unica cosa che si vedeva erano i suoi occhi, grandi e chiari, anneriti da lacrime. “E'...” disse titubante Rovolin “... è un fantasma...” guardando poi Gwen. Reddas invece fissava il tutto in silenzio. |
Una figura apparve tra le palme.
Grossa e robusta, avanzava con fare sicuro. “Come” disse il biondo giovane “osate darmi dll'idiota?” “Perchè lo sei.” Fece Guren. Ed Altea lo riconobbe. “Come osate?” Ancora il biondo. “Siete tutti ricercati, in fuga dalla Marina Ducale...” Guren “... siete giunti qui per nascondervi e tu hai la brillante idea di accendere un grosso fuoco proprio sulla spiaggia, da dove cioè ogni nave può vedervi... grosso idiota.” |
“Siete nobile...” disse Pepino “... possibile non vi abbiano invitato?”
“Magari nessuno sa, oltre voi, del mio arrivo a Capomazda.” Spiegò Ehiss. “E poi uno spettacolo al Palazzo Ducale è un'occasione formale e non potrei andarci da solo.” Guardò lo zio di Dacey. “Quanto vi devo per i vestiti?” “Quattro Taddei, ser.” Rispose lo zio. Ed il cavaliere pagò. |
Velvot era lì, in mezzo alla scena, sempre seduto su quella sedia, mentre la figura era immobile, col velo bianco a celarne i tratti, ma non gli occhi chiari e grandi, offuscati dal pianto.
Mi voltai verso Rovolin alle sue parole, per poi riportare gli occhi sulla scena. Era un fantasma? Forse sì. Forse no. Proprio per capirlo ero ansiosa che tutto quello continuasse. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Guarda che se continui a startene sdraiata su di me” disse Icarius fissando Clio “poi finisce che mi farai eccitare...” facendole l'occhiolino.
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Gaynor riconobbe quella voce.
“Su, tornate tutti al lavoro...” disse Capitan Cuore arrivando sul ponte “... cerchiamo di prendere il largo... non vorrei che quella mezza dozzina di navi ducali ci avvistassero... su, fiocchi e contro fiocchi.” Tutti tornarono ai propri posti. “Ben sveglia, maestà.” Con un inchino il pirata a Gaynor. |
"Oh" esclamai "A volte ritornano..salve Guren, allora vi siete salvato" felice di vederlo salvo "Temevo foste morto col cappio al collo".
Poi guardai il biondino e il contrabbandiere "Ehm..non per essere di parte, ma mentre guardavo il mare stavo proprio pensando al fatto che dovevamo attirare delle navi..ma se avessimo attirato una Ducale sarebbe stata la fine. Ma cosa dobbiamo fare allora..rimanere qui come naufraghi?" guardando il grosso contrabbandiere e poi il viso contrariato del ragazzo biondo.."Suvvia non siate severo...lo ha fatto in fin di bene poi". |
<< Nessuno sa del vostro arrivo? Curiosa>>
" Taci Dacey" mi imposi con fermezza ma il mio auto ammonimento non servì a lungo. << Ho sentito che sarà un grande evento. Di quelli in cui le dame indossano i loro abiti migliori. Sarà bello da vedere... Da vedere al di fuori dico, noi saremo ovviamente al di fuori. Ci limiteremo a osservare la gente che passa >> |
Scossi piano la testa, alzando gli occhi al cielo con aria divertita, mentre cercavo di nascondere un sorrisetto beffardo a quelle parole di Icarius.
Era rimasto irriverente come lo ricordavo. Il sole filtrava nel sottobosco del grande giardino. Mi piaceva quella parte del parco ducale, perché era appartato e gli altri ragazzini non si spingevano mai così lontano. Odiavo le oro occhiate, le loro battute e ancor di più odiavo il non poter reagire perché se no questi si sarebbero messi a piangere e avrei passato guai. Noi eravamo pur sempre degli ospiti, mio padre diceva che non dovevo mai dimenticarlo. Ma io odiavo fare buon viso a cattivo gioco, così preferivo evitarli direttamente. Lì esisteva solo il mio respiro, e il nemico davanti a me. Gli giravo intorno, studiandolo, un colpo, un altro, un altro ancora. Tutto il mio mondo si concentrava in quello spazio, in quella danza letale in cui non mi risparmiavo. Un colpo, una schivata, un altro colpo, una finta, un colpo. Le mie mani si screpolavano a contatto con la corteccia, ma il maestro diceva che i colpi erano studiati per essere fatti contro elmi bronzei, quindi cosa poteva essere la corteccia di un albero? Non ci badavo, continuando a colpire, sempre più veloce, sempre più forte. D'un tratto udii dei passi alle mie spalle. Non mi voltai, esercitandomi a studiare quei rumori come avrei fatto in battaglia. Erano passi leggeri, forse un ragazzo, un maschio, non c'era lo strusciare della gonna sul terriccio, un ragazzino dunque. "Ehi, che ci fai qui tutta sola?" una voce alle mie spalle. Alzai gli occhi al cielo. Guisgard! "Non lo vedi?" voltandomi "Mi sto allenando..". "Che noia, ma tu non giochi mai?" mi chiese, con la sua aria irriverente. Io alzai gli occhi al cielo. "Non ho tempo per giocare.." tagliai corto. Evitai di dirgli che giocavo eccome, solo che lo facevo da sola, che spesso nei miei lunghi pomeriggi di allenamenti sognavo di essere un cavaliere, di tornare a Miral e liberarla dal giogo straniero, altre volte sognavo di essere un brigante mascherato che avrebbe rovesciato il governo imposto a Miral per far tornare i Lorendal sul trono ducale, o ancora un mercenario disincantato o un feroce pirata che non aveva confini. Ma per tutti gli altri ero solo una pazza che combatteva sola nell'angolo più remoto del giardino. Come poteva capirlo lui? Lui che giocava sempre con gli altri? Lui che conduceva il gioco? "Tanto è inutile che ti alleni, resterai sempre una ragazza.." con sufficienza lui. "E questo che vorrebbe dire?" con lo sguardo tagliente nel suo. "Che non sarai mai all'altezza di un ragazzo.." alzando le spalle. Mi voltai completamente verso di lui. "Sicuro?" con una luce di sfida negli occhi. "Più che sicuro.." con aria supponente lui. Senza staccare gli occhi dai suoi il mio corpo si mise lentamente in guardia, le gambe leggermente divaricate e vagamente piegate, un braccio più avanti dell'altro. Una luce lucida e terminata nei miei occhi. Lui rise. Serrai la mascella per non insultarlo. Ma quando vide che non mi spostavo dapprima sembrò che si fosse fatto serio, poi scoppiò a ridere di nuovo. "Io non picchio le donne.." strafottente. "Peggio per te..." alzando appena le spalle io. Poi ci fu un lungo istante, in cui i nostri sguardi si incrociarono. Due azzurri così diversi che si specchiavano l'uno nell'altra. Allora caricai, con un lieve passo che consisteva di invertire la posizione di guardia, una mossa fatta per guadagnare terreno, lo raggiunsi. Da lì fu facile, dato che lui non se l'aspettava. Una presa alle gambe decisa e in un attimo fu a terra, mentre io ero sopra di lui, con la sua gamba chiusa in leva dal mio braccio. Restai così, china su di lui, con i capelli che ricadevano sul suo viso, per un lunghissimo istante, in silenzio. E anche lui. Parlavano solo i nostri occhi, come se si stessero sfidando a duello, un duello silenzioso fatto di riflessi di luce azzurra e anima. "Sta sü de doss!" gli dissi, infine, in miralese. Un espressione che significa "non starmi addosso", "lasciami in pace". Strinsi la leva e me ne andai, alzandomi lentamente da lui, che non contrattaccò. Un sorrisetto divertito mi attraversò il viso a quel ricordo, voltai lo sguardo perché non lo vedesse. Lui non ricordava i nostri battibecchi da bambini. Eppure aveva ragione, non potevo stargli così vicino. In realtà per un momento mi avvicinai ancor di più, mentre i miei capelli sciolti ricavano su di lui, sfiorando il suo viso. "Sia chiaro, che se provi a scappare.." con il viso vicinissimo al suo "Sarà peggio per te..." senza staccare gli occhi dai suoi "Quindi vedi di fare il bravo" Facendogli l'occhiolino. Poi mi stesi per un istante a raccattare la giubba e i pugnali che erano sotto di lui, dopodiché mi alzai, e iniziai a rivestirmi. "Dimmi un po'.." mentre mi vestivo "Rispondi mai a qualche domanda che ti viene fatta? Non so, una su dieci?" sospirando "Allora, quei tizi, quel... re della brughiera.. cercava te?" guardandolo dall'alto. |
Lo strano spettacolo continuava.
Quella figura era lì, immobile, come un'ombra, un fantasma. Quel velo celava i suoi tratti e solo il pallore spettrale sembrava palesarsi dal suo volto, oltre quegli occhi grandi e trasparenti. Tutti assistevano turbati a quella scena. Velvot stava seduto senza dire nulla. “Pagherete...” disse piano la figura guardando gli spettatori in sala “... pagherete tutti...” fissando Rovolin seduto accanto a Gwen “... non sfuggirete... pagherete...” Rovolin si alzò in piedi con lo sguardo inquieto. |
Al suono di quella voce mi voltai di scatto poiché la riconobbi essere di Capitan Cuore. Ed eccolo lì, davanti ai miei occhi, bello come il sole, con la sua solita aria scanzonata e irriverente. Il ricordo della recente notte trascorsa insieme era ben vivo in me e, nonostante il nostro ultimo incontro fosse stato così brusco, un piacevole calore cominciò a diffondersi in tutto il mio corpo. Cercai di non badarvi, recuperando un po' di baldanza.
"Salve Capitano... come mai mi trovo sulla vostra nave e non a casa mia?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
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