Sospirai appena e annuii, mentre tornavo fra le braccia di Elv per ripararmi dalle rocce gelate.
La prospettiva non mi allettava molto, ma dovevamo almeno avere la certezza o la smentita che i due fossero vivi.

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Ad udire il racconto di Shushan i mercanti si scambiavano varie occhiate.
"Invece crediamo a ciò che ci racconta." Disse uno di loro. "Conosciamo il Palazzo d'Autunno del principe del Quazzar. Egli è in cerca di una donna per farne la sua principessa e sappiamo che egli ne cerca una speciale vista on sogno. È un uomo romantico e d'altri tempi..."

Lance strinse forte Jennifer e poi la baciò.
La baciò fino a toglierle il fiato, fino a strappare ogni paura, ogni angoscia ed ogni altro stato d'animo.
Fino a toglierle ogni altra cosa che non fossero loro due.
Loro due e basta.
Loro due contro il mondo intero.
Loro due solo animati e protetti da quell'Amore che li univa da sempre.
Un bacio che durò un attimo infinito. Poi i loro sguardi si incrociarono.
"C'è ne andremo subito..." disse lui "... riprenderemo a fuggire..."
"Avete una sola possibilità..." ad un tratto Nakakata "... il canale libelle..."

Erano in balia di una passione travolgente.
Castel con la sua forza ed il suo impeto aveva praticamente bloccato Diahnne su quel sedile, facendola sussultare col vigore delle sue spinte.
Era infaticabile e davvero la stava facendo volare.
Diahnne era folle, stravolta, bagnata da quel mare di fuoco che lui le aveva scatenato dentro.
Il suo viso andava in fiamme, i suoi seni le facevano quasi male tanta era la passione con cui quell'uomo li tormentava di piacere con la sua bocca e la sua lingua.
Ormai le gambe della ragazza erano strette attorno ai fianchi di Castel, che non smetteva di sfuaccarla con lo potenza della sua sessualità.
Fino a portarla sul più alto piacere, quello che ti esplode dentro, che ti inonda, che ti riempie e ti fa gridare follemente per quel piacere senza limite.

Solcavo la sua schiena con le mie unghia.
Mordevo le sue labbra con dedizione.
Stringevo i suoi fianchi con le mie gambe, per non farlo fuggire... O forse per reggerli in quel volo folle che mi stava facendo fare.
"Oh... Castiel!" urlo quando sento una scossa dentro di me farsi sempre più grande, sempre più potente fino a farmi tremare sotto le sue spinte.
Inarco la schiena e stritolo le sue spalle, chiudendo gli occhi e aprendo la bocca in cerca di ossigeno.
Arrivo a quello che era la vetta più ambita del piacere, spingendolo più contro di me e sentendomi ancora più piena e più tremante.
Il culmine di quel volo era stato stupendo ed io continuai a gemere sotto di lui, aspettando che il suo piacere arrivasse alla vetta.

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"Anche io ti amo..." disse piano Best ad Elise, per poi baciarla ancora.
Forse quel bacio sarebbe durato in eterno se non fosse giunto un sibilo ad Interromperlo.
Un sibilo prolungato che echeggiava nel cupo silenzio di quel luogo.
"La morte..." Best fissando la strada davanti a loro "... la morte che giunge a reclamarci..."

Intanto negli studi televisivi di Redemptio il pubblico seguiva con attenzione l'evolversi della gara.
"Che gara, amici ed amiche!" Col suo microfono Enner. "Che gara! Quattro cacciatori eliminati! Ma non temete, la giustizia trionferà anche stavolta!" Per poi sorteggiare tra il pubblico un nuovo concorrente per scommettere.
Fu scelta una simpatica vecchietta con indosso la sua tshirt di Redemptio.
Enner le diede l'immancabile scatola del Redemptio da tavolo da giocare a casa in famiglia ed altri gadget del popolare reality.
Infine le chiese su quale dei cacciatori avrebbe voluto scommettere.
"Vediamo..." indecisa la vecchina "... mi piacciono quelli forti..."
"Certo certo..." divertito il brillante presentatore.
"Allora..." la vecchietta "... si, ho deciso... scommetto su Best!" Tra lo stupore generale.
"Ma non si può..." cercando di apparire calmo Enner "... Best è la preda."
"Io posso scommettere su chi voglio" decisa la vecchina "e dico che la prossima uccisione la effettuerà proprio Best! Quel ragazzo ne ha di stoffa!" Ridendo.
Tutti allora cominciarono a chiedere di scommettere su Best.
Fu quasi un plebiscito.
Ed alla fine, nonostante l'iniziale perplessità, gli addetti alle scommesse furono costretti ad accettare le quote su Best.

A questo punto rimasi io perplessa...avevo sentito bene?Era davvero assurdo nella nostra epoca.
"Io questo fatto lo ignoravo, ma sembra voi ne sappiate più di me...si, è il Principe del Quazzar..ma forse non ero io la donna del suo sogno, o non mi avrebbe fatta fuggire voi che ne pensate?" pensierosa...Samira aveva detto io ero la unica sua donna ma poi l' eunuco aveva detto ne aveva di moglie e altro...chi mentiva o diceva la verità.
"Si, sognante e romantico..quasi come Le mille e una notte" guardando l' aridità del deserto "E' un' oasi dove sembri troneggi il romanticismo in questa aridità del mondo, non del deserto.." perchè avevi preso quel treno Shushan...ah si per andare a Imperios..maledetto quel giorno..sospirai "E devo ammettere sono stata trattata con una delicatezza...perchè sono fuggita...perchè sono stata strappata dal mio amore, un uomo che amavo fortemente e ha cercato di salvarmi perchè non andassi in pasto a uno sfruttatore invece...tutto assumerebbe del romantico se io..si..insomma non fossi legata a quell' uomo, ma lui è morto..mi hanno detto" con gli occhi umidi e pensando al mio futuro.
"Ditemi e perchè cerca questa Principessa...cosa si narra..cosa ha di particolare la donna vista in sogno? Forse era meglio rimanere là piuttosto di essere ora in balia di questo mondo, ma narratemi" mentre il vento caldo del deserto scompigliava la mia pelle inumidita e dal colore della sabbia che la ricopriva leggermente.

Io e Lance ci scambiammo un bacio, di quelli da togliere il fiato, un bacio profondo, fatto di passione e di intima conoscenza. Un bacio come solo due persone veramente innamorate possono scambiarsi, due persone che hanno fatto dello stare insieme lo scopo principale della propria vita.
Ci staccammo a malincuore, guardandoci negli occhi. "Si, amore... Continuiamo il nostro percorso, cerchiamo di uscire da questo inferno..."
In quel momento entrò Nakakata, per indicarci una possibile via di fuga.
"Il canale ribelle? Cos'è?"

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Spalancai gli occhi a quelle parole sussurrate, che mi riempirono il cuore di gioia oltre ogni limite.
Vide il mio sguardo illuminarsi forse come non aveva mai fatto.
Oh si, ci amavamo, e lo sapevo.
Niente e nessuno si sarebbe potuto mettere tra noi, nemmeno Redemptio, nemmeno la morte stessa.
Noi avremmo trovato sempre il modo di restare uniti, di restare insieme.
Oh si, sempre.
Poi quelle parole, sospirai piano.
“Andiamo ad accoglierla come merita...” con determinazione negli occhi, mentre prendevo il mio fucile al plasma.

Faceva freddo, molto freddo.
Così freddo che le rocce sembravano immensi denti di una gigantesco coltello di quarzo.
Kara ed Elv fissavano il gelido nulla di quel luogo.
Il tempo sembrava non passare mai.
“Mancano 50 minuti...” disse ad un tratto lui “... ne mancano 45...” dopo un po' “... ora 35...” ancora dopo altri minuti.
Poi, ad un tratto, sentirono ancora quel sibilo.
Era l'aeroscafo che tornava indietro.

Nakakata guardava Lance e Jennifer.
“Un canale pilata...” disse ai due coniugi “... è da qualche palte non lontano da qui. Nessuno è mai liuscito a tlovallo, neanche la polizia o l'eselcito.”
“Dobbiamo trovare il modo di contattarli o trovarli.” Lance.
“Se salà possibile allola salanno lolo a tlovale voi.” Spiegò Nakakata.
“Allora dobbiamo andare e fare in modo che sappiano di noi.” Mormorò Lance.
“Conosco una scolciatoia...” spiegò il vecchio saggio.

Castel gemette forte.
A lungo, trovando finalmente sollievo dopo quell'incredibile e meraviglioso sforzo che aveva invaso di puro piacere e godimento Diahnne.
Gemettero insieme, sfogando così tutta la folle energia accumulata, crollando così l'uno sull'altra e restando stretti su quel sedile che ancora cigolava sotto i loro movimenti.

“Non ha senso parlarne...” disse uno dei mercanti a Shushan “... quella donna che il principe cercava non era certamente lei” indicandola il mercante “altrimenti sarebbe stato impossibile lasciare il palazzo. Come detto il principe la cerca disperatamente.”
“Su, venga...” un altro di quelli a Shushan “... la porteremo in un villaggio poco lontano, dove potrà darsi una rinfrescata dopo l'avventura che ha vissuto.”
E partirono alla volta del villaggio.

Quel bacio interrotto, ma la consapevolezza che nulla li avrebbe separati mai.
Allora Best ed Elise corsero a nascondersi dietro una roccia fangosa ed attesero.
Attesero alcuni minuti poi ad un tratto di nuovo quel sibilo e poi due luci così forti che per attimo sembrò Mezzogiorno pieno.
Era un velocissimo aeroscafo.
E non uno qualsiasi.

Ancora quel maledetto freddo, sempre, continuamente, ormai mi era entrato nelle ossa...
Poi Elv, che scandiva il tempo ogni cinque minuti...
Insomma, avrei preferito di sicuro essere altrove.
Ad un certo punto, di nuovo il sibilo dell'aeroscafo ed io guardai Elv.

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Arrivati al culmine, stremati e accaldati da quell'incontro di piacere, ci stringiamo in un abbraccio.
Istintivamente porto una mano sulla sua testa e me lo stringo al petto, carezzandogli la nuca e sentendomi felice come non mai.
Sorrido e chiudo gli occhi, sentendomi in paradiso, anche se eravamo chiusi in una vecchia auto in mezzo al nulla, stare lì, sotto di lui, ancora con le vibrazioni nel corpo, era davvero meraviglioso.
Volevo dire qualcosa, ma avevo un po' paura di parlare. Preferivo invece rimanere in silenzio e godermi ancora un po' quel calore e quella sensazione bella che mi dava il suo corpo sul mio.

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Erano nudi, ancora accaldati, sudati, con il respiro rotto ed appagati.
Erano stretti l'uno all'altra, su quel sedile ancora caldo, in quell'auto ferma in una strada provinciale poco trafficata.
Castel era sul petto nudo di Diahnne e con una mano le accarezzava i capelli scuri, mentre con l'altra giocava sulla sua schiena con le dita.
“Allora...” disse piano “... ti ho fatta volare?”

Kara ed Elv se ne stavano ben nascosti dietro quelle rocce ghiacciate ed aguzze, quando sentorono quel sibilo sempre più vicino.
Videro così un veloce aeroscafo, lo stesso che era passato poco prima.
Ad un tratto il veicolo si fermò e da esso scese un cacciatore.
Apparteneva ai Guerrieri di Solaria.
Saltò dall'abitacolo aperto e raggiunse un angolo appartato per un bisogno fisiologico.

Ce ne rimanemmo ben nascosti e in silenzio ad aspettare che succedesse qualcosa.
E infatti, qualcosa stava succedendo.
Qualcosa che mi fece spalcare le braccia con sguardo stupito e perplesso e poi fecevaffondare le mani nei capelli, mimando un "Non è possibile..." silenzioso con le labbra, mentre scuotevo la testa.
Sapevo solo che ne avevo abbastanza di stare qui sotto.

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Kara ed Elv fissavano un po' stupiti quel cacciatore fra le rocce per un bisogno fisiologico.
“Io non resisto...” disse lui a lei “... voglio provare ad accopparlo... la tentazione è troppo forte...” mormorò.

Alzavo gli occhi al cielo a quella situazione surreale.
Poi guardai Elv.
"Non è affatto una buona idea, magari oemra andrà via e vasta, lo so che loro sono il nemico, ma non risolvi nulla facendone fuori uno a caso. Non farlo" mormorai, fissandolo.

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No, niente ci avrebbe mai separato, lo sapevo, lo sapevo eccome.
Sapevo che ogni ostacolo, ogni difficoltà l'avremmo superata insieme.
Che fosse la morte lì ad attenderci o qualunque altra cosa.
Perché quello che contava era il nostro legame, quel filo indistruttibile che ci legava l'uno all'altra, che se mai si fosse spezzato avrebbe lasciato un solco così grande dentro di noi da non farci sentire mai più completi.
Io credevo di averlo spezzato, credevo di averlo reciso con forza dopo tutta la sofferenza che mi aveva causato, ma non era così.
Non era affatto così, ci appartenevamo, e solo guardarci negli occhi di nuovo mi aveva fatto capire quanto non potessi nemmeno immaginare di restare lontana da lui.
No, nemmeno per un momento, nemmeno per una notte.
Perché la notte non era mai stata la stessa senza di lui, senza lui che mi prendeva per mano e mi portava via con sé, lontano, in quel meraviglioso mondo solo nostro in cui potevamo vivere il nostro Amore.
Quel mondo così nostro, ma anche così reale, così vero, come noi.
Lo seguii dietro quella roccia come l'avrei seguito in capo al mondo.
Aspettammo l'aeroscalo che si avvicinava, e infatti arrivò, preceduto da un sibilo che non prometteva niente di buono.
Allora ci preparammo a sparare.
"Ce la faremo.." sussurrai dolcemente a Best, strizzandogli l'occhio.

“Così mi impossesserò del suo aeroscafo magari...” disse Elv a Kara “... tu aspettami qui...” caricando la pistola.
Allora strisciò fra le rocce fino a raggiungere alle spalle il cacciatore.
Passarono lunghi istanti, senza che Kara sentisse nulla.
Poi ad un tratto uno sparo.

Provai a fermarlo, ma era inutile ed io iniziai a stare in ansia.
Non sentii nulla per lungo tempo, finchè non sobbalzai sentendo un colpo e d'istinto mi sporsi per guardare,

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Sospiro rilassata e serena e sorrido.
"Mi sembra ancora di stare volando... Sei... Sei un angelo fantastico..." dissi sorridendo e guardandolo.

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Annuii alle parole dell' uomo.."Vedo siamo della stessa idea, non sarei certo qui se quel Principe mi avesse visto come la donna del sogno...mi auguro la troverà..anche se...non si può imporre a una donna di essere amata solo per averla vista in sogno, la si deve conquistare" sorrisi amaramente, Hiss aveva saputo conquistarmi lentamente o forse ci eravamo innamorati dalla prima volta che l' avevo visto, nonostante facesse lo sbruffone.
Non era tempo di pensare ora e salii sul furgone e mi portarono in un villaggio.."Questo deserto è sterminato e pieno di soprese, a volte belle e altre volte brutte...io sono una cacciatrice di taglie" li guardai e una luce si infiammò nei miei occhi "E stavo dando la caccia ad un malfattore, ma mi sembra sia morto in una gara...Hiss detto lo Scorpione...vi dice nulla? Accidenti, ho perso un bel bottino" fingendo di essere innervosita da questo fatto e nel frattempo guardavo fuori dal camion.

Un canale sconosciuto di cui tutti ignoravano l'esistenza, ecco di cosa ci stava parlando Nakakata. Se fossimo riusciti a trovarlo, saremmo stati salvi...
"Lance, credo sia la nostra unica opportunità... Ci conviene seguire il nostro amico..."

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Castel guardò Diahnne, le sorrise appena e senza dire nulla la baciò, per poi stringerla sul suo petto forte e sicuro.
Un attimo dopo il sensorphone di lei cominciò a squillare.

"Mai sentito quel nome.” Disse uno dei mercanti a Shushan.
Arrivarono al villaggio e si fermarono davanti ad uno di quei ritrovi di terzordine così diffusi nei villaggi del deserto.
Qui Shushan poteva darsi una rinfrescata.
Davanti al locale c'erano due persone che parlottavano fra loro.
“E' ridotto male, non se la caverà...” una delle due all'altra.

Lance annuì a Jennifer.
“Si, non abbiamo molta scelta ormai...” disse.
Allora Nakakata li condusse via.
Raggiunsero una sorta di galleria che poco dopo divenne più un cunicolo claustrofobico ed umido.
Scesero fino ad una spelonca ampia abbastanza per farci stare tutti e tre.
“Da qui ploseguilete da soli...” il vecchio “... fla quelle rocce vi è un'apeltula... vi poltelà dilettamente al telzo gilone... fate attenzione, è fleddo laggiù... il canale dei libelli si tlova ploplio in quella telza bolgia.”
“Grazie...” Lance a lui “... vi ritroveremo?”
“Chissà...” sorridendo Nakakata “... nessuno sa cosa accadlà domani... solo il Buon Dio... magali ci litlovelemo plesto... in una nuova plossima avventula... ola andate.”
E tornò indietro.
Allora Lance e Jennifer seguirono le sue indicazioni e dopo un po' sbucarono nel terzo girone di Redemptio.

Mi ero accoccolata a lui, a quel petto così forte e comodo, stanca ma appagata. Ad un tratto sento il mio sensorphone squillare e sbuffo.
"Spero sia importante" dico rispondendo.

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Attraverso un umido e angusto cunicolo, Nakakata ci condusse direttamente al terzo girone, dove avremmo dovuto trovare il canale dei ribelli. Ci accomiatammo da quel vecchietto che si era rivelato la nostra salvezza, con la speranza di rivederci un giorno.
Proseguimmo così da soli, entrando di fatto nel terzo girone di Redemptio.
"Ed ora, amore, cosa facciamo? Come lo troviamo quel canale?"

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D' altronde loro erano mercanti e Hiss non era certo un personaggio famoso e annuii all' uomo sospirando.
Arrivammo al villaggio e finalmente potevo rinfrescarmi, scendemmo e mi diressi verso il locale..certo non avevo vestiti con me, potevo accontentarmi solo di una buona doccia.
Mentre aprivo la porta udii le parole di due persone..parlavano forse di qualcuno che stava male e forse stava pure per morire e mi soffermai un attimo ad ascoltare...questo deserto continuava a mietere vittime.

Best ed Elise erano pronti ad attendere il nuovo arrivato.
Due luci e poi il sibilo.
Apparve allora un veloce e sgusciante aeroscafo.
E non si trattava di uno qualsiasi.
Sulla fiancata dominava il numero 29.
Era il numero del veicolo di Lord Justin.

Quel sparo.
Sordo, cupo, inquietante.
Poi più nulla, solo silenzio.
Dal suo nascondiglio di gelide rocce Kara non vide uscire nessuno.
Nessun rumore, niente di niente.
Poi dei passi.

“Dihanne...” disse una voce dall'altra parte del sensorphone “... Diahnne, sono io...” era la voce di Black.

“Dobbiamo cercare...” disse Lance a Jennifer “... cercare e sperare di avere fortuna...” prendendola per mano e cominciando a camminare “... qui fa un freddo cane e sarà meglio mettersi in movimento...”
Percorsero pochi metri e da lontano videro qualcosa.
Un aeroscafo fermo vicino a dalle rocce ghiacciate.

“Chissà di chi si tratta...” disse uno dei due uomini che parlottavano fra loro davanti al locale “... ha il viso tutto bendato...”
“Il guaio” l'altro “è che è sotto shock... quindi non parla... qualcuno crede sia un militare...”
Shushan ascoltava.

Non vidi nulla, sentii solo silenzio, assordante.
Ero tentata di uscire da qui, ma se, non volevo nemmeno pensarci, avessi incrociato quel pilota?
No, non dovevo pensarlo...
Poi, dei passi ed io attesi.

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"Hai ragione..." risposi a Lance "Se non camminiamo, corriamo il rischio di congelare..."
Dopo aver percorso qualche metro, notammo la presenza di un aeroscafo vicino a delle rocce ghiacciate.
"Guarda, amore... Andiamo cauti..."

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