Camelot, la patria della cavalleria

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elisabeth 16-04-2014 20.25.29

Già....il matrimonio era stato consacrato in chiesa e da Don Auster.....più matrimonio di così......ma la magia era un'altra cosa....mi prese tra le braccia....sentendo la sua esigenza......mi riportò sul letto.....e sentii il suo corpo......con la stessa forza del vento del deserto...caldo ed imponente.....quando fummo tutti e due sazi ed esausti.........mi voltai verso di lui........" Mi hai sposata....e ne sono orgogliosa......sono felice di essere tua moglie...mai mi sentirò insicura accanto a te........ma la Magia, Daizer.....e' una cosa che l'uomo non può comprendere.......non si rispettano le regole della vita profana....entra in gioco...l'universo stesso......e io non voglio perderti....voglio avere una vita normale....e magari se avremo un figlio...solo maschi........le femminucce portano guai...."......Lo baciai sul naso......" Alzati poltrone....o Don Auster ci verrà a prendere in camera....e non mi sembra sia il caso.........mi accompagnerai nel bosco......e quando ti farò un cenno.....tu andrai via.....o Isolde...farà di te la persona con cui ricattarmi......".....

Altea 16-04-2014 21.01.47

Osservavo senza dire nulla..il duca Gvin voleva sfidare il cinghiale, non potevo impedirglielo. Lui sapeva che rischi correva, ma aveva deciso di agire...non sapevo se per avere quella arma o per vendetta personale.
Ma Posteg aveva detto non era lui colui avrebbe sconfitto il cinghiale..un cavaliere dagli occhi azzurri..ma lui non aveva gli occhi di quel colore, io lo ricordavo il colore degli occhi dei Taddei, era particolare, ma era impossibile fossero venuti fin qui ad aiutarci.
Non avevo scelta...mi era stato fatto un dono, ma non volevo usare il Libro Ancestrale.
Ormai mi ero stancata di tutto questo, cosa potevo fare io per questa gente..avevo fatto abbastanza e Andrew era stato chiaro...e secondo me conosceva pure qualche signorotto della zona come li conosceva mio padre e un passo falso sarei stata riportata da lui e io dovevo trovare Isolde.
Presi Cruz, volevo anche evadere da quel posto e ritornai al ruscello, mi guardai attorno e non vi era anima viva.
Presi dalla preziosa sacca di velluto la boccetta dai vari colori che mi era stata data assieme al Libro Ancestrale da Shalazam.
Mi avvicinai a un piccolo laghetto e versai una goccia del contenuto..Shalazam mi aveva spiegato come entrare in contatto con lei...subito vidi nell'acqua il suo volto d'ebano sorridermi..."Gransacerdotessa Shalazam, lo so voi sapete tutto, e controllate ogni mio passo. Non si può continuare cosi, quella belva è il Diavolo...anzi è una creatura di Isolde...le predizioni di Posteg sono vere? Verrà qualcuno a salvarci? Non sono convinta quel duca riuscirà nel suo intento...datemi qualche indicazione, non voglio lasciare la gente di questo luogo che mi ha ospitata da sola e senza aiuto".
Lo smeraldo sulla fronte emanava bagliori verdi e rimasi a fissare la Gransacerdotessa affinchè mi desse un responso o un aiuto.

Guisgard 17-04-2014 00.32.04

Elisabeth e Daizer restarono così, l'una stretta all'altro, ancora un po', per alcuni momenti che parvero infiniti.
E in quell'abbraccio ci fu silenzio fra loro, come se le parole non servissero a nulla.
Il loro linguaggio era fatto di sguardi, sorrisi, carezze, baci.
Forse l'unica cosa che il contrabbandiere disse alla maga fu:
“Non mi perderai...”
Solo questo.
Dopo un po', però, i due lasciarono quel nido d'amore e la sua rassicurante atmosfera, per recarsi nel bosco, in cerca di Isolde.
“Vuoi che andiamo da soli?” Chiese Daizer ad Elisabeth mentre attraversavano le strade di Averze. “Senza neanche avvertire i due monaci?”

Guisgard 17-04-2014 00.45.38

Ad un tratto, dalle limpide acque del laghetto, Altea vide qualcosa animarsi in quelle increspature.
Prima delle forme vaghe e confuse, poi immagini sempre più nitide.
Alla fine il volto di una donna si animò sulla superficie del laghetto.
Era Shalazam.

“Altea...” disse la sacerdotessa “... chi sei tu per stabilire chi e quando riuscirà in qualcosa? Gli eventi si forgiano nelle pagine infinite del grande libro del Destino e a nessuno, salvo pochi e rari segni, è dato sapere cosa accadrà. Tu hai avuto il gran dono di poter sfogliare il Libro Ancestrale, dove sono racchiusi gli eterni segreti della Natura... perchè, rammentalo sempre, ogni forma di magia, che sia Bianca oppure nera, agisce sempre attraverso le leggi naturali... talvolta aggirandole, altre volte violandole... ma sempre e solo attraverso esse... rammentalo...”

Sorrise e svanì come era comparsa tra le inquiete increspature del laghetto.



Intanto, lasciata la città, Gvin ed i suoi uomini, penetrarono nella foresta, dove il cinghiale aveva assalito e fatto strage.
“Avremmo dovuto prendere la spada, milord...” disse Bieff “... se davvero possiede le qualità che tutti le attribuiscono allora ci sarebbe stata utile...”
“Appartiene ai Taddei” fece il duca “ed io conosco quella gente, avendo avuto il privilegio di essere prima loro alleato e poi loro avversario...” con sarcasmo “... beh, sono uomini d'onore e di Fede... l'hanno donata al vescovo e solo attraverso una legittima attribuzione vi si può entrare in possesso.”
“Per me è incomprensibile...” scuotendo il capo Arcan.
“Dopotutto” mormorò Gvin “un'arma, per potente che sia, vale solo se ad impugnarla è un vero guerriero... ucciderò con le mie stesse mani quel cinghiale se necessario e gli strapperò gli occhi come quel dannato ha fatto con me... e dopo nessuno potrà negarmi la spada!”
Ad un tratto il guerriero avvertì qualcosa.
“Fermi...” arrestando il passo Gvin.
“Signore?” Fissandolo Arcan.
“Silenzio...” con un cenno ai suoi il duca “... non avvertite nulla?”
I suoi uomini si scambiarono varie occhiate.
“E' come se la foresta si fosse ammutolita di colpo...” disse Gvin “... come se un silenzio innaturale fosse sceso intorno a noi...”
“Si, è vero...” guardandosi attorno Bieff.
“State in guardia...” estraendo la spada il duca.
Lo stesso fecero i suoi.
“Sta per succedere qualcosa...” guardingo Gvin “... forse la belva non è lontana...”

Guisgard 17-04-2014 01.39.48

“Beh...” disse Dort, dopo che Clio aveva parlato “... se lo chiedete a me, conoscete già la mia risposta... sono un aristocratico e dunque amante della caccia e di ogni sorta di giostra cavalleresca. Inoltre l'idea di poter impugnare una spada tanto celebre, naturalmente, stimola la mia ambizione. Per questo mi tiro fuori da ogni decisione e accetterò di buon grado ciò che deciderete voi.”
“Si, ma mettete in conto della difficoltà dell'impresa...” intervenne Motrus “... voglio dire, se tanti cavalieri sono impegnati in questa caccia, vuol dire che la preda non è poi così semplice da uccidere.”
“Il mondo è pieno di storie simili.” Sorridendo Ertosis. “Lupi che vengono scambiati per licantropi, povere vecchie arrostite sul rogo perchè credute streghe e serpenti un po' più lunghi della media visti come draghi famelici. Da sempre l'ignoranza popolare fa mutare le cose in modo fiabesco o leggendario. Per questo io non ho mai incontrato mostri e roba simile.” Rise. “Aggiungete poi che il vino da queste parti è particolarmente buono ed il gioco è fatto!”
Vortex rise annuendo a quelle parole.
“La spada però è reale...” fece Borel “... e in tutta sincerità mi piacerebbe saperne di più... dunque condivido la curiosità del nostro comandante.” Indicando con un cenno del capo Clio.
“Anche i morti sono reali...” mormorò all'improvviso qualcuno.
Era un uomo appena entrato nell'osteria.
“Enar... cosa posso servirti?” Chiese l'oste.
“Una bottiglia del tuo vino migliore...” rispose il nuovo arrivato “... che vada giù subito e mi faccia dimenticare gli orrori di questa vita con la medesima velocità...”
“Ci sono stati altri morti?” Chiese Porturos ad Enar.
“In piazza troverete la vostra risposta, messere...” sbottò l'uomo.
Infatti, guardando attraverso la finestra, Porturos vide una folla accorsa proprio nella piazza antistante l'osteria.
Erano tutti attorno ad un carro, con il quale era stata riportata in città l'ultima vittima della bestia.
“Era una donna che aveva smarrito i suoi figli...” spiegò Enar “... ieri non ha più resistito ed è andata a cercarli da sola nella foresta... il suo cadavere è stato trovato poco fa e riportato in città su quel carro...”
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Eilonwy 17-04-2014 02.32.53

La voce di Aladiah si dissolse e ribattei al mostro:
“Non c’è bisogno che io scelga tra i due. Lasciateli andare, poiché sono innocenti. Voi ambite solo alla mia vita, Orco!.....Prendete me al loro posto…..ho sbagliato la risposta e di conseguenza sono io che devo perire!” esclamai con un peso al cuore e con una immensa ed indescrivibile paura di morire nel modo piu’ doloroso.
Poi, vidi arrivare un cavaliere su un cavallo marrone. Mi sfregai gli occhi….probabilmente era un’ altra allucinazione.

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Guisgard 17-04-2014 03.16.19

Eilonwy sentì solo la voce dell'orco mentre il mostro rideva in modo incontrollato, intanto che i suoi occhi erano rivolti in direzione di quella figura a cavallo che avanzava verso il ponte.
“Sembra un cavaliere quello...” disse il merlo, indicando l'uomo sul destriero “... e viene verso il ponte...”
Eilonwy comprese allora che non era una sua allucinazione.
Davvero un cavaliere si stava avvicinando.
Aveva il portamento fiero e l'elmo cromato che gli copriva parte del capo.
Sulla corazza portava una tunica azzurra e dorata, con una spada che pendeva dal suo cinturone.
E mentre galoppava suonava il flauto.

Eilonwy 17-04-2014 12.41.36

No….non era un’ allucinazione, era vero e reale.
“Povero cavaliere, farà la nostra stessa fine. Forse dovrei avvertirlo!” aggiunsi infine.
Ma mentre stavo per venirgli incontro, mi senti prendere dall’ enorme mano dell’ orco.
La potenza e la forza della sua morsa era indescrivibilmente ed infinitamente vigorosa e dolorosa.
Mi sentivo in trappola nel suo pugno. Alla fine, non resistetti dal strepitare come un ossesso per la grandissima sofferenza e l’ immenso dolore.
Sguainai con molta difficoltà ed impedimento la Spada di Fuoco Fatuo, ma, per mia fortuna, riuscì nell’ impresa.
Impugnai l’ arma e infilzai il pollicione del mostro, sperando di fargli almeno un po’ di male da allentare la presa.

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Altea 17-04-2014 14.56.46

Dopo le sagge parole di Shalazam la sua immagine svanì e guardai al Cielo.."Abate Nicola pure lo disse..ciò che sta scritto in Cielo in Terra accadrà e a noi spetta solo aspettare la volontà del Signore".
Presi Cruz per le briglie e salii in groppa, io non potevo fare nulla e se qualcuno fosse stato predestinato ad uccidere quella belva sarebbe avvenuto seguendo il naturale corso del Destino..anche se a volte il Destino deve essere aiutato. Era il male che aveva creato tutto questo e per sconfiggerlo definitivamente si doveva andare alla fonte...Isolde. Ovvio lei non era il Male in persona, ma operava per mano di esso.
Spronai Cruz e decisi di fare una bella cavalcata per la campagna circostante, mi ero fermata solo a Solpacus e in casa di Enar il pastore, ma non avevo mai visto la realtà di quel posto e poi avevo bisogno di rischiararmi le idee e di tranquillità.
L'aria era frizzantina e colorava le mie bianche gote, ma qualcosa non mi convinceva.
Mi fermai guardandomi attorno, tutto era silenzioso e mutato...ricordavo quel silenzio, lo stesso della foresta prima che il cinghiale ci caricò contro.
Uno stormo di uccelli si alzò da un cespuglio e lo seguii con lo sguardo mentre tutto tornava calmo..qualcosa aveva forse spaventato quello stormo? Gli animali erano sensibili, qualcuno diceva non avessero l' Anima eppure gli animali erano in grado di avvertire i pericoli prima che accadessero.
E nel seguirli vidi attorno delle casupole e un bellissimo castello...ebbi un sussulto..non ci avevo mai pensato..ma chi era il feudatario di Solpacus? Avevano parlato di un Gastaldo, eppure io non avevo visto nessuno che governasse quel posto, era impossibile fosse lasciato a se stesso.
Ad un tratto sentii qualcuno canticchiare, era una anziana signora che con vigore falciava l'erba e mi avvicinai a lei scendendo da cavallo..."I miei omaggi, e buon lavoro...che l'erba diventi ottimo fieno per il vostro gregge e darvi prosperità" e sorrisi alla donna mentre assaporavo il profumo dell'erba appena tagliata "Milady, ditemi poichè sono estranea a queste terre anche se, purtroppo, ho già avuto modo di conoscerle per altri motivi..chi comanda in questa zona e a Solpacus? Forse dimora in quel castello?".
Volevo parlare con qualcuno di importante..cercare di capire perchè Solpacus sembrava lasciata a se stessa in questo modo, e forse magari tentare davvero di mandare una altra missiva al Duca per far arrivare almeno dei valenti cavalieri da Capomazda.

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Guisgard 17-04-2014 16.39.03

Eilonwy riuscì a colpire il dito dell'orco con la sua spada nel tentativo di liberarsi dalla sua morsa.
Per quel titanico mostro fu solo una punturina, che però gli fece aprire la mano facendo così cadere la ragazza su un comodo cespuglio.
“Ehi...” disse il cavaliere appena giunto davanti a quella scena “... sei così vigliacco, gigante, da prendertela con una ragazza?”
“Chi osa giungere qui al mio ponte?” Tuonò l'orco.
Il cavaliere alzò allora la visiera del suo elmo, mostrando finalmente il volto.
Era sir Riccardo.

Guisgard 17-04-2014 16.41.14

La donna sorrise e salutò Altea con un cenno del capo.
“Quel castello” disse poi indicando il grande maniero che sorgeva poco distante “appartiene al Gastaldo, ossia colui che amministra queste terre per conto di Sua Signoria il duca.”

elisabeth 17-04-2014 16.54.51

Non mi avrebbe mai abbandonata.........a quelle parole, rimasi come spaesata.....chi poteva dirlo......" Sono sicura di quello che provi per me.....lo sarò sempre ...anche quando tutto potrà essere incerto....avrò fiducia in te.....ho imparato a vivere da sola, ma ora so che posso donarti me stessa...Per quanto riguarda i Monaci.....credo di volerli salutare.....il loro Priore gli avrà detto molte coe..loro sapevano cosa stavamo andando a cercare....magari non conoscevano mia sorella...ma il resto, per loro non e' stata una novità......andiamo allora.....".....misi la mia mano in quella di Daizer.....si perdeva..la mia così piccola eppure...quanti poteri aveva.....ogni cosa doveva essere usato con parsimonia.....nel rispetto di tutte le cose e gli esseri viventi.....mi venne in mente Frate Elia....quando ragazzina pretendevo di sapere...senza avere pazienza......diceva che ero presuntuosa......e che ero contento che avevo deciso di non prendere marito...........pensai che se da qualche parte mi avesse vista......si sarebbe mangiato la lingua....eppure gli volevo un gran bene.........il convento era la mia vita.....e poi....le cose cambiano.......arrivammo così alla chiesa dove c'eravamo sposati...mi fece un certo effetto......dovevano essere lì i Frati....almeno così avevamo compreso......" Forza Daizer un altro piccolo sforzo prima di riprendere il viaggio.....poi ti prometto che ci sarà una colazione da re...credo che tu abbia fame......."...scostai il portone della chiesa......e due frati.....sdraiati col ventre a terra a mo di croce......" Credo che stiano così da ieri sera per loro il perdono ha una strada più lunga ".......c'era uno strano odore..non sembrava incenso......sembrava di terre bagnata.......e così mi avvicinai..senza disturbare....

Guisgard 17-04-2014 17.01.56

I frati restarono in quella posizione di penitenza per un lungo quarto d'ora, fino a quando, al suono della campana si alzarono.
E naturalmente furono molto felici di rivedere Elisabeth e Daizer.
Tuttavia ci furono poche parole fra loro.
Fra' Severius benedisse i due novelli sposi e poi i due chierici si congedarono da loro.
Ma non prima che Fra' Favelius rivolse alcune parole alla maga:
“Siate prudenti... e ricordate... la Fede è la più straordinaria e potente forma di magia esistente...”
E dopo aver detto ciò, andò via, verso la sacristia, con l'altro frate.

Clio 17-04-2014 17.08.13

Mostrare indifferenza davanti a quel corpo martoriato fu davvero un'impresa.
Ma Gufo non si sarebbe scosso.
Guardai i miei uomini.
"Dobbiamo fare qualcosa.." Dissi loro "ma dobbiamo usare la testa, non possiamo semplicemente andare nel bosco a spada sguainata.. Altrimenti faremo la loro fine, ci deve pur essere un modo, a costo di raggiungere Capomazda e trascinare qui uno dei Taddei.. Nessuno gli negherà la spada... Tuttavia, non sono affari nostri, immagino.. Ma mi sembra chiaro che non si tratta di un semplice cinghiale.. Sono molto combattuta fratelli miei, lo ammetto... So che il nostro posto non è qui.." Guardai per un secondo la donna "ma come posso restare indifferente davanti a tanto orrore?".
No, quelle non erano le parole della vedova di Gufo Scarlatto, così scoppiai a ridere.
"Molto commuovente, eh.. Sappiamo tutti che c'è un'unica ragione che mi spinge a restare.." Strizzando l'occhio ai miei.

Guisgard 17-04-2014 17.19.53

“Ma...” disse all'improvviso una ragazza davanti alla risata di Clio “... ma come potete essere così cinica e sadica? Che razza di donna siete? Stare in mezzo a questi uomini vi ha dunque resa arida come un arbusto secco?”
“Roxanne!” La richiamò Enar. “Cosa diavolo ti prende? Sei forse impazzita?”
“Ma, zio...” mormorò la ragazza.
“Non vedi che questi non sono semplici cavalieri?” Avvicinandosi Enar alla nipote. “Vuoi forse attirare sui di te le loro attenzioni? Torna fuori e carica sul carro la farina che abbiamo comprato prima... svelta, obbedisci!”
La ragazza, chinando il capo, uscì.
Ma prima di richiudere dietro di sé la porta, lanciò un altro sguardo di disprezzo verso Clio ed i suoi uomini.
“Perdonatela, signori...” disse Enar ai falsi mercenari “... mia nipote è giovane e dunque è rimasta scossa da quella visione... quella donna uccisa dal cinghiale... si, perdonatela, non sapeva ciò che diceva... oste...” chiamò “... altro vino ai signori... e segnalo sul mio conto.”
“Non può un cinghiale fare quello che è stato fatto a quella donna sul carro.” Disse Porturos.
“Per questo vi dicevo che quella bestia è il diavolo in persona!” Esclamò l'oste mentre serviva loro altro vino.
“Dunque ci sono testimoni” fece Borel “che l'hanno visto?”
“Solo un uomo è riuscito a vederlo bene, senza poi morire...” mormorò l'oste.
“E chi sarebbe?” Chiese Dort.
“Enar.” Rispose l'oste, indicando l'uomo che era appena uscito dall'osteria.

elisabeth 17-04-2014 17.23.42

La fede...la più grande delle forze " Grazie Fra Favelius....so che pregherete per noi....."...Ognuno prese la sua strada......la nostra era la via per il bosco....." Credo che il tuo carrozzone sia troppo pesante per inoltrarci all'interno del bosco.....sarebbe conveniente prendere due cavalli .......vedrai che sarà Isolde a farsi viva.......lei ha sempre qualcosa di incantevole da dirmi ...e poi abbiamo un debito con il Borgomastro...ricordate ?.....prendiamo qualcosa da mangiare Daizer....c'e' un' osteria lì..infondo alla strada.......saranno giorni dove il tuo stomaco verrà messo a dura prova.......".........

Guisgard 17-04-2014 17.32.29

Elisabeth e Daizer sostarono in una locanda del posto, dove mangiarono prima di mettersi in viaggio.
“Già, il Borgomastro...” disse Daizer mentre mangiava “... avevo quasi scordato quella storia... tutta colpa del casino che abbiamo dovuto affrontare appena giunti qui... ma cosa ti fa credere che la storia della tomba profanata ci permetta poi di incontrare tua sorella? Magari lei sarà da tutt'altra parte, non credi? O forse hai in mente un piano?”

Clio 17-04-2014 17.41.30

Osservai divertita quella ragazza. Bene, ero riuscita nel mio intento.
Tornai a sedermi e bevvi il vino che l'uomo ci offrì, ma rifiutai il suo omaggio.
"Non è necessario, apprezzo chi dice quello che pensa fregandosene delle conseguenze!" Sorrisi "Pagheremo noi questo splendido vino, oste..".
"Dort.." Chiamai "Tu che sei quello più presentabile va a chiamare quell'uomo, sono curiosa di conoscere il suo racconto..".
Finii il boccale, pensierosa.
"I vostri sovrani sanno di questa spiacevole situazione? Sembra davvero strano che dobbiate affidarvi a dei cavalieri per difendevi, sembrate abbandonati a voi stessi, certo, non sono affari miei ma.. se i vostri vassalli non vi proteggono, perché non fate appello alla capitale.. Non avete un re, un senato.. Un esercito?".

Altea 17-04-2014 17.49.00

A quelle parole della donna sorrisi..."Grazie mille milady..finalmente so a chi potermi rivolgere ora".
La salutai e rimontai sul cavallo mentre ella continuò il suo lavoro, spronai Cruz finchè mi ritrovai davanti a quel grande maniero e osservandolo pensai.."Guarda che maestoso castello...questo Gastaldo si sta facendo i soldi con la povera gente. Il Duca dovrebbe scegliersi meglio i suoi uomini."
Mi avvicinai al cancello e vidi un uomo, se avessi detto fossi una qualunque sicuramente non mi avrebbe dato nemmeno udienza.."I miei omaggi, messere, sono..la duchessa Altea Mc Gwyn" alzai gli occhi al Cielo sperando il Gastaldo non fosse stato proprio l'amico di mio fratello "ho urgenza di parlare col Gastaldo..potete dirmi anche il nome? Almeno so a chi mi presento visto non lo ho mai visto in queste terre" e aspettai sorridendo.

elisabeth 17-04-2014 17.55.08

il pasto fu abbondante...e la cosa piu' piacevole fu vedere Daizer mangiare come se non avesse mai più mangiato in vita sua........." In realtà....la storia del Borgomastro nel borgo di Laiman e' una promessa.....mi ha chiesto aiuto, le anime di quella città.........fortuna vuole che per arrivarci si attraversa il Bosco e Isolde non ama le buone azioni......vedi Daizer, lei voleva un'alleata non una nemica....lei voleva un padre che l'amasse...non un padre che non condividesse le sua scelte...in realtà non fu una sua scelta allontanarsi dalla famiglia......la zia che l'ha cresciuta era la sorella di mia madre.......il lato oscuro......quindi lei vuole riprendersi tutto ciò che io le ho tolto....noiosissimi problemi familiari.......C'e' una sorgente d'acqua nel bosco......la sera le creature del bosco si immergono.....l'acqua ci purifica e Lei non e' esentata a tutto questo......quindi andiamo a fare il bagnetto...".....misi alcune monete sul tavolo...e Daizer fermò la mia mano.....

Guisgard 17-04-2014 17.57.41

“Abbiamo presentato richiesta d'aiuto al Gastaldo, signora, ma senza ricevere risposta.” Disse l'oste a Clio. “Il re non è nel regno, forse lontano in terra straniera e a nessuno infondo interessano i fatti di una città lontana e sperduta come la nostra... allora il popolo ha chiesto aiuto al vescovo ed è stato lui ad impegnarsi per portare qui la spada dei Taddei, così da poter attirare i migliori cavalieri del reame. Ma fino ad oggi senza risultati.”
In quel momento Dort ritornò con Enar.
“Volevate parlarmi, signora?” Chiese l'uomo a Clio.

Clio 17-04-2014 18.28.06

Sospirai, scuotendo il capo.
Alzai poi lo sguardo sull'uomo che aveva mandato a chiamare.
"Si, grazie di esservi unito a noi... Qui tutti parlano di quel cinghiale ma pare che soltanto voi lo abbiate visto e possiate raccontarlo.. Ve l'avranno chiesto in mille immagino ma.. Vorreste narrarci la vostra storia?".

Guisgard 17-04-2014 19.28.43

“Ero a tagliare l'erba poiché mi servivano sterpaglie per accendere il fuoco...” disse Enar a Clio ed ai suoi uomini “... sembrava una sera tranquilla... una sera silenziosa e vagamente stellata... poi, all'improvviso, tutto assunse un'aria irreale... come se la natura volesse chiudere gli occhi di fronte ad un orrore che le era sconosciuto... e ad un tratto lo vidi uscire piano da un cespuglio... restò non so quanto tempo a fissarmi... con quei suoi occhi carichi d'odio... era un cinghiale... il più grande che io abbia mai visto... grosso come un orso... e poi di colpo, un verso rabbioso e cominciò a correre verso di me... ricordo quei suoi occhi diventare sempre più grandi e sempre più rossi... ebbi solo l'istinto di impugnare la falce che avevo con me e quando si avvicinò lo trafissi una, due, forse anche tre volte... ma nulla... la sua pelliccia era come ferro... e poi...” chiuse gli occhi “... poi le sue zanne, affilate come lame... e come lame nel burro caldo così affondarono nel mio petto...” aprì la camicia e mostrò loro una lunga cicatrice.

Guisgard 17-04-2014 19.33.58

Fu Daizer a voler pagare quel pranzo.
Poi lui ed Elisabeth lasciarono la locanda ed infine la città.
Presero la via del bosco, in sella a due cavalli, per essere più agili e avvantaggiati negli spostamenti.
L'imbrunire avanzava e presto sarebbe stato buio.
Galopparono per un po', fino a raggiungere la sorgente d'acqua di cui aveva parlato la maga.
Tutto sembrava tranquillo.
Ma all'improvviso accadde qualcosa.
Due lupi che si azzannavano a vicenda.
Lottavano con foga, con rabbia, con odio.
Come se l'istinto più oscuro e più basso li animasse.
Alla fine uno dei due uccise l'altro, cibandosi poi delle sue carni.
Restò poi a fissare per un po' Elisabeth ed il suo sposo, fino a svanire tra la vegetazione.
La maga avvertì una profonda sensazione di angoscia e paura.

Guisgard 17-04-2014 19.35.52

“Milady, messer Didomen, Gastaldo di queste terre, non è al castello ora...” disse l'uomo ad Altea “... oggi cominciano i Riti della Settimana Santa ed egli si è recato da Sua Grazia il vescovo per assistere alle Celebrazioni Pasquali... mi spiace dunque, ma non è possibile che vi riceva oggi.”

Altea 17-04-2014 19.42.27

"Siete stato molto gentile messere..avessi saputo prima, non sarei rimasta qui con questo leggero freddo ad aspettarlo per molto".
Risalii su Cruz..."Bene amico" dissi accarezzandolo.."ora devi prepararti per un lungo viaggio...pagata la locanda...la sacca è con me e non ho altri bagagli..si va a Capomazda, da mio fratello Andrew e sua moglie la cara Ludvica...qualcuno salverà Solpacus..prima era deserta ora è piena di gente interessata al cinghiale e come abbatterlo...sai a volte chi tanto fa non è detto riceva i giusti meriti". Sorrisi guardandomi attorno sperando nessuno mi vedesse parlare con un cavallo, ma era l'unico amico avessi...ero sola..completamente sola.
Spronai il cavallo e presi la strada principale per andare nel Ducato.
Procedevo a passo lento, ma sentivo strani rumori dalla foresta...forse erano urla.
Guardai l'anello di fidanzamento, lo presi tra le mani e all'interno vidi un simbolo, sembrava il casato della famiglia ma era troppo piccolo per notarlo..chissà, forse lui sapeva di me..forse mi aspettava e sapeva chi fossi, forse mi aveva visto a Capomazda.

"Ludvica, a te non hanno detto nulla di lui?
No...ne so quanto voi, duchessa, ma penso lui sappia di voi invece..sapete a noi donne non è dato sapere mai nulla.
Rimasi in silenzio sedendomi nella panca e massaggiandomi nervosamente le gambe.
Siete nervosa duchessa Altea?
Vi prego...guardate se è ad aspettarmi.
Ludvica si affacciò alla finestra e annuì con la testa.
Uscii dal balcone e lo vidi, con una scusa scesi in giardino.
Mi avvicinai ai rosai ed egli era dall'altra parte...facevo finta di ammirare le rose.
"Siete pazzo..voi siete folle..forse come ogni innamorato?" sorrisi poichè lo diceva sempre mio fratello."Io sono promessa sposa...ad un nobile qui a Capomazda..dimenticatemi...anzi dimenticami, mi scordo sempre di darti del tu, come hai chiesto di fare".
"Io chiederò la mano a tuo padre...e farò vedere quanto valgo" e in volto aveva un sorriso rilassato ed enigmatico..
Mentivo a me stessa pure...avevo fatto il voto pure anni fa ma io lo amavo.
"Ora devo andare...se ti scoprono qui sono guai per me e per te..".
Scappai subito dentro al palazzo e vidi mia madre sorridermi..."Ero ad ammirare le rose, madre, sono straordinarie non pensate?".
Salii in camera e scossi il capo a Ludvica..."Niente, siamo solo amici...ma parliamo delle tue nozze con Andrew".
E la aiutai a farsi bella visto si sarebbe tenuto il ricevimento di fidanzamento.

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Mi fermai un attimo...mi guardai alle spalle e vidi Solpacus dall'alto..sapevo che nel Libro Ancestrale vi stavano delle formule, pure per annientare gli animali mutati dalle streghe, cosa dovevo fare? Bene....era ora di usare la magia..mi sedetti su un tronco e aprii il Libro Ancestrale e vidi appunto delle formule e dei rituali per sconfiggere gli animali stregati o alquanto renderli di nuovo privi di poteri come prima.

Clio 17-04-2014 23.20.32

"Siete stato fortunato a sopravvivere, messere... Molto fortunato... Ma da quanto dite mi pare ovvio che non si tratti di un semplice cinghiale, e dunque le nostre spade non hanno alcuna possibilità di abbatterlo... Non sembra nemmeno appartenere a questo mondo... Non mi sembra sensato fare gli incoscienti e andare a farci ammazzare come tutti gli altri... Ci sarà pure un modo, un rituale, un veleno, una leggenda, qualcosa che egli teme.. Tutti hanno un punto debole, tutti... Ma tutti lo tengono ben nascosto e celato alla vista degli altri.." Sospirai "Non possiamo semplicemente lasciarci alle spalle la città, qualcosa dobbiamo pur fare, un tentativo almeno... Ma non ho idea di come.. Senza contare che abbiamo madama Morte con noi, non dimenticate vi di lei... " Guardai i miei uomini "idee, ragazzi?".

Eilonwy 18-04-2014 12.50.46

Caddi un morbido cespuglio.
Alla fine, il cavaliere parlò.
Riconobbi quella voce calda, limpida, tuonante e nobile: era quella di Sir Riccardo.
Mi rimisi in piedi, mi tolsi le foglie e i rametti dalla borgogna chioma e riandai sulla strada del ponte.
Il paladino aveva alzato la visiera. Sì…..sì era lui era proprio lui!
“Sir Riccardo……Sir Riccardo…..state attento!.....Andate via…..è troppo pericoloso!” dissi a gran voce.
Poi, puntai una mano in aria verso gli occhi del titanico mostro e glieli congelai completamente, in modo tale da renderlo cieco.

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elisabeth 18-04-2014 16.04.06

prendemmo la strada che portava al bosco....galoppammo in silenzio.......lui seguendo un tragitto io seguendo i sensi ....sino a quando.....due lupi....non sbarrarono il nostro cammino.....da una parte la fonte d'acqua e dall'altra noi......i cavalli erano nervosi.....i lupi incominciarono ad odorarsi sino ad arrivare all'attacco........furono furiosi.....ma uno ebbe la meglio ...e lo uccise....mangiò le sue carni e mentre lo faceva, con gli occhi di fuoco...ci guardava...come a mettere una firma alla sua azione.......la sua bocca era ancora piena di sangue .....ci guardò e sparì........ero ferma in sella rigida........respiravo il tanto che mi era concesso da quell'emozione........guardai Daizer e scesi da cavallo.......andai vicina alla pozza di sangue....fui impressionata dal fatto ..che a terra c'erano lembi del mio vestito......quello che trovai a terra....corrispondeva all'orlo del mio vestito.......lo presi tra le mani....e lo strinsi con forza......oltrepassai la barriera...invisibile e andai alla fonte.....alzai le mani all'acqua ......e un vento tiepido mi colpì....riempiendo ogni parte del mio corpo....." Chiedo a tutte le creature che amano la vita in funzione dell' Amore e non dell' Odio di unirsi a me in questo bagno purificatore "..........Il Bosco sembrava rianimarsi..le foglie si muovevano e fiori incominciarono a sbocciare..... quella era VITA........andai da Daizer......" Scendi da cavallo...ti e' concesso osservare...ma ti chiedo il silenzio ed il rispetto.......Isolde mi ha fatto un regalo.....prendi...questo e' una parte del mio vestito.....spero che tra le mie mani rimanga il suo......"...mi avvicinai a lui....e imprigionai le mie labbra alle sue.....bevendo dell'Amore.......e incominciò il rito..........

Guisgard 18-04-2014 17.39.57

Elisabet e Daizer si unirono in quel magico bacio che sentenziò l'inizio del rituale.
Il Sole era finalmente uscito dalle nuvole, irradiando e rinvigorendo la natura circostante.
I monti vicini era perfettamente visibili, chiari in quello scenario ora divenuto profumato e limpido.
Ad un tratto i due udirono qualcosa.
Un rumore di passi.
Un attimo dopo apparve tra la vegetazione un giovane cavaliere.
“Mia madre” disse l'arrogante Flees “mi ha detto che stamani avrei fatto brutti incontri...” rise “... ma pensavo si riferisse a qualche animale selvatico... ma sono di buon umore... il mio lupo ha appena sbranato un altro... sono molto fiero del mio animaletto... si, sono di buon umore e dunque voi siete fortunati...”

Guisgard 18-04-2014 17.52.35

Usare la magia, anche quando non si erano potenti maghe come Eilonwy, comporta un grande sforzo sensoriale, che finisce per stremare l'autore o l'autrice dell'incanto.
Così, Eilonwy, congelati gli occhi dell'orco, un attimo dopo cadde senza forze, impossibilitata anche a compiere il più piccolo movimento.
L'orco, invece, vistosi gli occhi coperti da quelle leggere lastre di ghiaccio, cominciò a picchiare forte con i pugni sulla sua faccia, fino a rompere la gelida benda.
Riavuta la vista e fuori di sé per l'ira, prese con forza Jack che penzolava dal ponte e lo buttò con tutta la sua forza nel fossato sottostante.
Un attimo dopo si voltò verso Eilonwy intenzionato a fare altrettanto.
“Ehi, aspetta...” disse sir Riccardo galoppando veloce verso il ponte “... non puoi ucciderla!”
“E perchè mai?” Fissandolo il mostro. “Io e lei avevamo fatto un patto! Non ha saputo risolvere l'arcano ed a me spettava la possibilità di scegliere chi fra i suoi compagni uccidere! Poi lei ha cercato di fregarmi, gettandomi del ghiaccio sugli occhi! Ora me la pagherà!”
“Aspetta!” Fece Riccardo. “Voglio rispondere anche io al tuo arcano! Se perdo mi ucciderai... ma se vinco prenderò la ragazza ed il suo cavallo!”
“Giuri di rispettare il patto?” Domandò l'orco.
“Sul mio onore di cavaliere!” Annuendo Riccardo.
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Guisgard 18-04-2014 18.00.04

“Per me” disse Ertosis a Clio “è tutta una leggenda. Voglio dire... probabilmente nessuno è mai riuscito a colpirlo davvero quel cinghiale, per questo credono sia invulnerabile.”
“Non lo so...” fece Porturos “... questa storia non mi piace... è la prima volta che sento qualcosa di simile... un cinghiale che fa tante vittime e tanti cavalieri a dargli la caccia senza però riuscire nemmeno a vederlo per bene...”
“Se non fosse stato per la testimonianza di Enar” intervenne l'oste “probabilmente avremmo pensato ad un grosso lupo o ad un orso. Lui invece l'ha visto e ha svelato che si tratta di un cinghiale.”
In quel momento, dal clamore che proveniva dall'esterno, si accorsero che qualcun altro era appena arrivato in città.
“Andiamo a dare un'occhiata...” disse Borel.
Infatti in città erano ritornati il duca Gvin ed i suoi uomini.
Ed ai loro cavalli erano legati sei grossi cinghiali uccisi.
“Abbiamo ucciso tutti i cinghiali trovati nella foresta” fece Gvin “senza però riuscire a vedere quel maledetto.”
Ad un tratto si udì il rintocco della campana.
“Che succede?” Chiese il duca.
“Una nuova vittima...” rispose uno dei presenti “... una donna uscita a cercare i suoi figli...”
“Sangue del demonio!” Urlò con rabbia Gvin. “Siamo stati tutto il giorno per la foresta senza riuscire a vederlo! E quel maledetto cinghiale era invece a scannare una donna!”
“Infatti...” tornando Dort dalla chiesa “... stando ai racconti sembra che le sue vittime preferite siano fanciulli o donne, mentre solo in due casi, fino a ora, ha assalito dei cavalieri, a parte la storia del pastore... inoltre ho visto la poveretta in chiesa... non ho mai visto un cinghiale uccidere così le sue prede... come se avesse lunghe ed affilate zanne, o artigli, che usa per martoriare i corpi... come volesse sfogare su di loro una rabbia indicibile...”
“Uccide le sue vittime ma non le mangia.” Mormorò un altro dei presenti.
“Infatti è un cinghiale, non certo un lupo.” Annuì Ertosis.
“C'è troppo mistero...” pensieroso Dort “... l'unica cosa che sappiamo è che si tratta di un cinghiale...”
“Già, abbiamo quel pastore come testimone.” Fissandolo Borel.

Guisgard 18-04-2014 18.10.09

Altea prese a sfogliare il Libro Ancestrale e subito trovò un intero capitolo dedicato agli animali mostruosi, frutto di magia nera.
L'autore del magico testo, dopo aver spiegato di essere certi che l'animale in questione fosse davvero mutato a causa di un oscuro incanto (altrimenti il rituale era nullo), cominciò ad elencare le diverse situazioni:

“Gli animali mostruosi si dividono in tre categorie, animali di terra, di cielo e d'acqua.
Se l'animale mostruoso da sconfiggere appartiene al primo tipo, allora bisogna fabbricare un amuleto magico.
Occorrono un osso di un animale della stessa specie di quello a cui si da la caccia, della mandragora, una pietra di pomice, del succo di bacche rosse e una scodella contenente olio puro.
La mandragora va intrecciata attorno all'osso dopo che questo è stato raschiato sui bordi con la pietra di pomice. Poi sull'osso vanno scritte queste parole intingendo un dito nel succo di bacche... Anus, fatus, ferus.
L'amuleto allora va immerso nella ciotola di olio fino a quando non svaniranno del tutto le lievi increspature tondeggianti sulla superficie del liquido.”

Altea 18-04-2014 19.36.05

"Bene" esclamai "sembra difficile a leggerlo forse che non a farlo...coraggio Altea, l'unico problema è...essere sicuri quello sia un animale infernale...ma penso non vi siano dubbi, assolutamente".
Guardai le cose che dovevo procurarmi, a quanto pare sembrava dovessi stare un bel pò a Solpacus ancora...l'osso di cinghiale potevo chiederlo al locandiere, visto ne serviva a quantità, e pure la scodella e l'olio pure.
Ora dovevo andare alla ricerca di mandragola, bacche rosse, mentre disponevò già della pietra pomice e l'avevo proprio nella sacca...ne presi una assieme ad altre pietre nei miei viaggi.
"Iniziamo dalle bacche e dalla mandragola allora, solo devo stare attenta...la mandragora si sa viene usata in magia..non vorrei finire al rogo facendo pure del bene".
Salii in groppa a Cruz..."Rotta di marcia amico mio...si rimane ancora qui" e vedendo un piccolo boschetto poco più avanti mi ci addentrai...era proprio piccolo e calmo e vidi un rovo...sorrisi...vi erano proprio le bacche rosse e ne presi una manciata stando attenta ai rovi. Presi un piccolo sacchetto di velluto e le misi dentro con cautela fasciandole dentro a una foglia legandola con dei fili di erba.
Ora si doveva trovare la mandragora....ma non ne vedevo in giro..più avanti vidi un altro boschetto e galoppai veloce dentro di esso...legai Cruz ad un albero e guardai attorno e con mia sorpresa la vidi...era proprio li, mi guardai attorno, non vi era nessuno eppure vidi un cerbiatto spaventato che fuggiva...vi era forse qualcuno a caccia?
Sentii dei fruscii e velocemente con le mani presi la pianta dalla radice e la misi dentro la sacca, avevo le mani sporche di terra e le pulii nella veste e presi alcuni fiori in mano per ingannare qualcuno se mi aveva visto rovistare, il rumore si faceva sempre più forte...il cuore batteva forte.
"Vi è qualcuno li?" ecco cosa si rischiava a fare queste cose da sola...pensai...mi augurai fosse qualche animale innocuo.

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Guisgard 19-04-2014 01.43.53

La fresca luce del mattino irradiava quel boschetto, filtrando tra la fitta vegetazione e le nuvole che cominciavano ad addensarsi nel cielo.
La voce del bosco era desta, vivace, animata dal canto degli uccelli e dal lieve fruscio del vento tra le foglie che lente vibravano sui rami.
Quel rumore udito da Altea però si faceva sempre più nitido e vicino.
Anche Cruz, legato ad un albero poco più indietro, innervosito da un calpestio sul terreno, lasciò sfuggirsi un agitato nitrito.
Poi dei passi.
Come se qualcuno si stesse avvicinando, muovendosi furtivo tra le piante.
Ad un tratto, voltandosi, Altea vide due occhi scuri che la fissavano.
Erano di una ragazza che se ne stava immobile a guardarla tra gli alberi.
“Chi...” disse piano “... chi siete voi? E cosa ci fate qui tutta sola? Non avete forse paura della bestia?”

Guisgard 19-04-2014 03.08.57

Quadro III: La bestia di Solpacus



“A quella stessa Provvidenza, figli miei, vi raccomando, e per eccesso di precauzione vi esorto ad astenervi dall'attraversare la brughiera in quelle ore della notte in cui maggiormente si scatenano le Potenze del Male.”

(Sir Arthur Conan Doyle, Il mastino dei Baskerville)


Lord Corsionne era stato per tutto il giorno di pessimo umore.
Da uomo ricco e potente, favorito del re ed imparentato con i nobili duchi Capomazdesi, come tutti i grandi del tempo soffriva di quelle predisposizioni a cui soventi erano soggetti simili animi, ossia la boria e quella curiosa facoltà, tipicamente Afravalonese, che spinge un uomo colto ad atteggiarsi a mecenate nei confronti di tutti coloro che gli vivono accanto.
Ma l'inaspettata visita di Guisgard mutò subito la sua indole, allietandolo con i suoi omaggi.
Questo perchè l'accento e i modi di quel cavaliere gli rammentarono la sua amata terra e la sua gioventù, duplice ricordo che mette sempre di buon umore l'uomo di ogni età.
Così i due, insieme ad Aust, presero posto alla tavola di noce al centro della sala, dove i servitori portarono loro un dolciastro elisir aromatizzato alla cannella e fiori d'arancio.
“Allora dimmi...” disse il vecchio nobile a Guisgard “... cosa ti spinge da queste parti?”
“Sono in partenza, milord.” Fece il cavaliere.
“Lo vedo.” Annuì Corsionne. “E dove sei diretto?”
“A Sygma, signore.”
L'immediata risposta da parte del nobile a quelle parole fu uno sguardo obliquo a stento visibile sotto quelle sue folte sopracciglia.
“Terra incantevole, non c'è che dire.” Mormorò poi. “Di certo attraente per la sua storia, la sua arte e la sua carne, apprezzata come poche altre cose a questo mondo.”
Guisgard sorrise.
“Ma dubito” continuò Corsionne “che siano queste cose ad attrarti ancora lassù.”
“Mi giudicate dunque animo così poco incline alle bellezze, milord?” Continuando a sorridere il cavaliere.
“Tutt'altro, ragazzo mio...” sorseggiando dal suo bicchiere il nobile “... temo di conoscere invece molto bene l'effetto che le bellezze di quella terra hanno su di te...”
“Beh...” mormorò Guisgard “... per dissipare ogni vostro dubbio, l'unico motivo che mi spinge a tornare là è di far valere i miei diritti sulle terre di mio zio, milord.”
“E in che modo intenti far valere questi tuoi presunti diritti?”
“Presunti, signore?” Ripetè Guisgard.
“Ragazzo mio, ascoltami...” fece il nobile “... il Tempo e la distanza sono ambasciatori pochi efficaci ed inclini a fomentare la dimenticanza negli uomini. Inoltre i loro trattati spesso divengono effimere pretese... sono passati anni da quando tuo zio lasciò quella terra... dovresti rammentare il giorno della vostra partenza...”
“Perfettamente.” Disse il cavaliere. “Era il giorno di Santa Lucia, signore.”
“Un feudo su cui nessuno per quattro anni avanza pretese, beh, diviene alla mercé di tutti.” Fissandolo Corsionne. “A Sygma detestano i Capomazdesi. A quest'ora temo che le terre di tuo zio saranno state assegnate a qualcun altro, forse un borghese o addirittura ad una città. Da quelle parti i comuni indipendenti sono sempre più ambiziosi. E se tornerai a rivendicare ciò che un tempo fu della tua stirpe, beh, potresti trovare più di un ostacolo. E a quanto vedo sei solo. Non si può partire alla ricerca di una terra senza un esercito.”
“Io non sono in guerra, milord.”
“Le guerre” sentenziò Corsionne “e l'amore richiedono sempre una lotta ed una conquista.”
“Non comprendo, milord...” bevendo Guisgard.
“Invece hai capito benissimo, ragazzo mio...”

Guisgard era seduto su una piccola panca di pietra, circondato da un roseto i cui bulbi apparivano simili a gemme screziate.
Sulla sua testa, che quasi ne celava la figura, passava un piccolo arco in muratura coperto dai rametti intrecciati di un salice che, rischiarato ed ingentilito dal lieve alone lunare, pareva animare l'acqua guizzante di una fontanella con i suoi ambrati riflessi di luce.
“Luna...” sussurò, accompagnato dalla musica della sua ocarina “... chissà quante rime, quanti versi salgono ogni notte fino a te... ma so che molti, dopo un po', si stancano di parlarti, attraverso la quiete ed il buio, tra lo scintillio delle stelle e la dolce malinconia del vento...” suonò ancora la sua ocarina “... lo so...” riprese “... non è facile parlare al silenzio e tu sai ascoltare, ma non rispondi quasi mai... io però non sono come gli altri... io no...” altre note “... io so aspettare... perchè so che dietro il tuo silenzio, Luna, poi nasce sempre un fiore... e a quel fiore so già che nome dare... forse è un fiore d'acacia, simbolo dell'amore segreto... il più forte di tutti gli amori... fatto di silenzio e solitudine... e chi sa amare di più, di colui che solo e silenzioso resta a fissarti, Luna?” E la sua ocarina suonò ancora.
Poi un lieve rumore ed il cavaliere alzò subito gli occhi verso quel balcone.
C'era una ragazza.
“Finalmente...” disse lui piano.
“Chi c'è?” Chiese lei.
Guisgard allora si alzò e si mostrò al pallore lunare.
“Perdonate se vi ho svegliata...”
“Non dormivo ancora...” fissandolo lei “... ero uscita a vedere le mie piante ed ho udito...”
“Perdonate, parlavo tra me e me...”
“No, parlavate alla Luna...” disse lei “... erano parole bellissime...”
“Erano per voi...”
“Ma se neanche mi conoscete?”
“Io vi vedo tutte le sere...” sorridendo Guisgard “... vedo la vostra figura che guarda le piante attraverso le tendine, o che esce a passeggiare per un momento su quel balcone, o che resta a fissare malinconica le infinite stelle delle notte... vengo qui ogni sera e resto a fissarvi tra quelle piante, o tra le bianche pieghe delle tendine... posso dire di sapere ormai tutto di voi...”
“Davvero?” Fece lei. “Solo da qualche sguardo rubato?”
“Gli sguardi preferiti degli innamorati...”
“Siete abile con le parole...” sorridendo lei “... troppo temo...”
“Eh, dal vostro sorriso sono io a temere...”
“Temere cosa?”
“Che mi riteniate, non so... un farfallone? Un Don Giovanni?”
“E' così importante il giudizio di una sconosciuta, messere?”
“Ma se vi ho appena detto che conosco tutto di voi...”
“Di quella che spiate su questo balcone?”
“Di quella ragazza che adoro su quel balcone...”
“Magari non ero io.”
“Davvero?” Stupito lui. “E' così trafficato dunque il vostro balcone?”
“Magari avete visto mia nonna, messere.”
“Allora dite a vostra nonna che è la donna più bella che io abbia mai visto” sorridendo ancora lui “e che sono innamorato perso di lei!”
Lei rise appena.
“Di nuovo quella vostra espressione...” mormorò lui.
“Quale?”
“Quella che pensa io sia un donnaiolo...”
“E non lo siete?”
“Vedete...” disse lui “... gli uomini si dividono in due categorie... i Tesei ed i Persei...”
“Interessante...” divertita lei.
“I primi, proprio come l'eroe Teseo, sono soggetti a frequenti innamoramenti e dunque non inclini mai a trovare il Vero Amore...”
“E i secondi?”
“I secondi, come invece il mitico Perseo, si innamorano davvero di una donna e poi sanno amarla per tutta la vita... infatti Perseo e la sua Andromeda videro il loro Amore reso immortale dagli dei... basta guardare le loro costellazioni fra le stelle...” indicando lui il firmamento “... e sapete che le stelle cadenti attraversano proprio la costellazione di Perseo? Per questo sono chiamate anche Perseidi... e quando cadono liberano i loro desideri sulla Terra... per gli innamorati...”
“Avete detto di conoscere il mio nome, messere...”
“Certo...” annuì Guisgard “... è stata la Musa a rivelarmelo...”
“Ebbene, ditemelo allora...”
“Lo farò in un biglietto...”
“Un biglietto?” Ripetè lei.
“Si, se mi permetterete di scrivervi...”
“Siete pazzo...” sorridendo ancora lei.
“E voi bellissima...” sospirò lui fissandola sorridente da quel suo balcone.
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Guisgard si alzò dalla tavola, come a volersi riprendere da quel ricordo.
“Milord...” fissando il nobile “... a Sygma niente e nessuno mi sta aspettando... se non forse le terre che mio zio mi ha lasciato...”
In quel momento arrivò un servitore di Corsionne.
“Cosa accade?” Guardandolo il nobile.
“Milord, ci sono due emissari di Sua Grazia il vescovo.”
“Ieri era il Venerdì Santo...” posando il suo bicchiere Corsionne “... dovrebbero essere in chiesa a pregare per il Sabato e a vegliare per la Pasqua... falli passare.”
Un attimo dopo i due emissari furono nella sala.
“Allora?” Fissandoli il nobile. “In cosa posso servire Sua Grazia?”
“E' per la storia della bestia, milord...” rispose il messo “... ha ucciso ancora...”
“Ormai le vittime cominciano ad essere troppe, milord...” mormorò l'altro inviato.
A quelle parole Guisgard fissò stupito prima Corsionne, poi Aust.
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Altea 19-04-2014 11.42.33

Cruz era stranamente nervoso, la qual cosa mi stupiva leggermente..vi era qualche pericolo in giro?
Udii dei passi e guardando bene mi trovai una ragazza che mi stava osservando..."Potrei dire la stessa cosa di voi damigella..perchè mi state spiando? Pure voi siete sola e non avete paura della bestia?" mi avvicinai verso lei guardandola col mio fare sospetto e gli mostrai i fiori tenevo in mano con un sorriso "Ero a raccogliere fiori...io ho girato in lungo e largo, una usanza a nord est porta a raccogliere, nel periodo pasquale, i primi fiori dopo l'Inverno sbocciati..primule o crocus..e donarli a una donna o ragazza per buon auspicio per entrambe...tenetele allora damigella, che vi porti fortuna e pure a me" e glieli donai.
Quel gesto mi portò a pensare a mia madre e tornai lontano con la memoria..quando assieme andavamo a prendere i primi fiori, lei proveniva proprio da quei posti, e poi intrecciavamo i fiori e li ponevamo in una cesta donandoli alle ragazze della servitù o del luogo, mi destai subito da quel ricordo...ultimamente mi sentivo troppo sola e mi mancava il passato e un volto familiare, e forse la lettera di Andrew mi aveva fatto capire gli errori del passato.

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Mi chiesi da dove poteva essere sbucata quella ragazza e mi guardavo attorno.."Comunque io mi chiamo Altea...ho già visto la bestia, sono pure quasi stata aggredita da quel cinghiale..dicono sia un cinghiale almeno..e l'amico che era con me, un valente cavaliere, è stato ferito..gli ha strappato la gamba".
Presi Cruz per le briglie accarezzandolo, era strano fosse cosi nervoso..."Stavo proprio tornando a Solpacus, volete vi accompagni a casa damigella, non voglio rimaniate qui sola nella foresta in balia di strani esseri..dove vi devo portare?" e tesi la mano per farla salire sul cavallo...dovevo poi raggiungere la locanda per prendere gli ultimi ingredienti per terminare l'amuleto.

elisabeth 19-04-2014 17.57.40

Ogni cosa sembrava donata dal Buon Dio....e dopo aver baciato Daiz...incominciai un canto melodioso ..... era un sussurro fatto di suoni gutturali.......incominciai a girare su me stessa........guardando Daizer che mi veniva incontro....gli animali stavano festeggiando il ritorno del bene....poi......mi fermai di botto....le miei narici avevano fiutato il marcio e tutto intorno a me divenne silenzio.....Daizer si fermò come infastidito......voleva continuare ma gli posi una mano sul petto...e lo invitai ad ascoltare...." Ascolta amor mio....ascolta col cuore...questi sono passi e passi pesanti......" E non mi ero sbagliata.......un animale si mostrò ai miei occhi...volevo Isolde...e lei mi mandò il mio dolce nipotino.....dopo aver sentito il suo concetto di bontà......gli feci ascoltare il mio..."......Flees.....vedo che mamma mi ha fatto un regalo...ti vidi appena nato, un batuffolo di urla......ma pur sempre un dolce neonato......Tesoro....ho visto la tua cara bestiolina......ha lasciato un lembo del mio vestito......me lo farò ripagare dalla mia dolce sorellina, anzi...stavo cercando proprio lei...le rimpatriate sono favolose quando sono in' aspettate.........a...ricordati Flees, io e mamma siamo uguali....tu purtroppo hai preso dal tuo povero papà...quindi..fa riposare il tuo cervello e non farti venire pensieri strani.....sai ...alle zie ..piace molto sculacciare il sederino del proprio nipote...."........lo guardai...somigliava tanto ad Isolde...ma aveva gli occhi di mio padre...se solo fosse stato più intelligente........

Clio 21-04-2014 22.07.09

Era troppo.
Il dolore di quella gente doveva finire, certo, dovevamo salvare il re e Karel, ma ancor più importante era difendere il nostro popolo.
A cosa vale un re se non ha più sudditi da governare? Se sono stanchi, terrorizzati e preda della disperazione?
Avevamo giurato di proteggerli. Eravamo i soldati del re, anche se sotto mentite spoglie.
Un brivido mi attraversò la schiena, i presagi di morte erano stati molto chiari, ma non vedevo altra soluzione.
"Sceglie vittime indifese, un animale non sceglie, attacca d'istinto e basta... questa storia ha sempre meno senso, ma di certo non possiamo stare con le mani in mano.." sospirai, guardando i miei uomini uno ad uno "Trovatemi una veste, che nasconda le armi.. farò da esca, una fanciulla indifesa ed incosciente che passeggia nel bosco.. ma non dovrete perdermi di vista.. Borel, Dort.. è la volta buona per una gara tra arco e balestra... sembra essere ricoperto di ferro, ma deve tenere gli occhi aperti, mirate a quelli, non possono essere resistenti come il metallo, vi ho visto portare a segno colpi peggiori... inoltre, potrai mostrare le doti di cacciatore, signor aristocratico.." sorrisi "Nestos.." chiamai "Le armi non scalfiscono la pelle di quella bestia sovrumana, è possibile che un veleno possa almeno stordirlo, in modo da poterlo catturare o rallentare? Perché in questo caso potremmo avvelenare le nostre frecce, le nostre armi.. Oppure potremmo costruire delle trappole sofisticate, ma dovremmo avere accesso al bosco senza rimetterci le penne..." sospirai "Però un modo per stanare quella bestia ci dev'essere!".

Eilonwy 22-04-2014 17.46.29

Vidi l’ orco far precipitare Jack nelle profondità del fossato.
Piangente e completamente paralizzata gridai: “JAAACCCK!!!.....JAAAACCCK!!!”.
Perché Dio? Perché lui? Perché il mio adorato fratello adottivo!?!
L’ orco si voltò verso di me, pronto a farmi fare la stessa fine. Non un urlo di terrore uscì dalla mia bocca. Ero, ormai, realmente pronta a perire. Avrei, finalmente, riabbracciato i miei genitori e Jack nel Regno dei Cieli.
All’ improvviso, mi ritrovai davanti la figura equestre di Sir Riccardo, il quale propose di risolvere l’ indovinello per salvare il salvabile.
“Per carità di Dio, Milord!....Vi prego non lo fate….no…vi scongiuro!....Non voglio che moriate a causa mia!.....Lasciatemi morire….non è giusto!” dissi disperata.
Non volevo che anche il mio amato paladino fosse ucciso per colpa mia.
Citazione:

“Giuri di rispettare il patto?” Domandò l'orco. “Sul mio onore di cavaliere!” Annuendo Riccardo.
Molte lacrime sgorgarono dai miei occhi.
Cosa avevo fatto!?!

COLONNA SONORA:
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