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"L'unica cosa che sappiamo" disse Elas a Clio "è che quello scudiero parlava con un accento che non era certo di queste parti. Dunque, il nostro Cavaliere Burbero potrebbe essere il primo, o forse l'unico, partecipante non di Sygma al torneo..."
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"Oh, interessante.." alzando gli occhi su Elas a quelle parole "In effetti i Sygmesi si riconoscono facilmente dalla loro parlata, e dimmi.. sapresti riconoscere l'accento? Voglio dire, da dove veniva secondo te?".
La cosa cominciava ad interessarmi parecchio. |
Gwen posò il calice ed uscì dalla stanza.
Ma appena la ragazza fu sulla scalinata, un terribile urlo si diffuse in tutto il castello. Il Sole era appena tramontato. |
"Così, su due piedi, ti direi che il suo accento era sicuramente di qualche terra del Sud..." disse Elas a Clio.
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Sorrisi ad Elas.
"Ma davvero..." Pensierosa. "Teniamolo d'occhio questo Cavaliere Burbero... Sono proprio curiosa di vedere che aspetto ha... Non può mandare avanti sempre il suo scudiero, no?". Poteva essere un'idea. Già, dopotutto lui non si sarebbe ricordato di Lila. Dunque mai più si sarebbe immaginato che io potevo riconoscerlo, beh, sicuramente molto più che se fossi davvero l'estranea che lui crede. E se ero brava a non farmi scoprire, poteva essere alquanto interessante la cosa. "Sì, per ora teniamolo d'occhio è la prima cosa degna di nota, non prendiamola sottogamba, poi vedremo se domani salta fuori qualche altro nome. Quando chiudono le iscrizioni al torneo?". Mettendo anche che fosse lui sotto mentite spoglie, cosa che poteva essere e non essere naturalmente. Chi diavolo era lo scudiero? Qualcuno che l'aveva seguito da Capomazda? Oppure lui stesso travestito? Quella era una bella domanda. "Che aspetto aveva lo scudiero?". |
il Sole era tramontato del tutto.
Appena fui sulla scalinata, udii un terribile urlo. Mi pietrificai e il sangue mi si gelò nelle vene. Chi poteva essere stato? Appena ripresi il controllo di me stessa, corsi da josephine. "Cos'è stato quell'urlo?" esclamai, terrorizzata. http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:A...sOMtIPM5bsAP0u |
A volte la freddezza di Jean mi spaventava, era un calcolatore e questo certo aveva i suoi vantaggi quando si trattava di discutere con il barone.
Un altro piano, aveva già escogitato qualcosa e come sempre, mi incuriosiva molto. Mi resi conto che non potevo però restare in disparte, quando sarebbe stato il momento avrei cercato di aiutare Svevos e la morte, loro erano innocenti e così anche il frate in fondo. Non avrei permesso che morissero. << Messere che piano avete in mente?>> chiesi gentile a Jean |
Eravamo arrivati nella Chiesetta di San Michele..."Sapete, si dice che qui ad Altafonte, sotto questa chiesetta sia nascosto un tesoro..realtà o chiacchiere..chissà".
Il vento lambiva quella piana verdeggiante..era come ci fossimo trovati improvvisamente in una landa diversa..cosi diversa da quella appena lasciata. Udivo il frusciare delle fronde che ondeggiavano, come suoni e parole remote di tempi lontani..risate, il mio nome pronunciato, un volto sorridente. Mi tappai le orecchie per non sentire oltre ed entrammo in chiesa. Ser Alvaro accese un cero e io pure pregando il Capo delle Milizie Celesti potesse portare giustizia a Sygma e la gente potesse vivere serenamente. Quando Alvaro finì di pregare gli feci cenno di avvicinarsi e ci sedemmo in una bancata.."Vi erano molti cavalieri? Tutti di Sygma?E il premio? Come vi siete presentato visto so avete perso le vostre Terre, non temete si diffondano le voci voi siete qua? Vi sono molti cavalieri e qualcuno potrebbe riconoscervi". Poi il mio pensiero andò al frate.."E' strano Frate Roberto era nel castello, non ho mai sentito il barone abbia mai ospitato dei cattolici...ma è stato evasivo, un comportamento strano il suo..gli dissi di andare da lui, ma doveva sbrigare delle faccende urgenti" e chinai il capo "Forse non gradisce più la mia presenza, non si fida più di me..dopo avergli narrato un fatto, voi che ne pensate..vorrei sapere se sta bene prima di andare al lavoro, ma ho paura non gradisca la mia visita..pensare volevo pure proporgli di lavorare per lui, è solo..e io sto rischiando il licenziamento." alzai le spalle guardando la chiesetta. http://i67.tinypic.com/ru49aq.jpg |
Josephine guardò Gwen.
“Non badarci...” disse la nana senza scomporsi “... ora va nella tua stanza e chiuditi dentro... hai lavorato tutto il giorno ed ora hai bisogno di riposare...” |
Jean guardò prima Dacey e poi il barone.
“Non possiamo tradirci...” disse il cortigiano “... dobbiamo far credere al frate e a Guisgard che abbiamo creduto al loro piano... fingeremo dunque di assecondarli... naturalmente imprigioneremo subito Svevos e sua madre. E dopo il torneo, quando cioè Guisgard sarà nelle nostre mani, giustizieremo tutti e tre.” “Ottimo!” Esclamò Ferico. “Siete un genio, messere! Appena saranno morti tutti e tre vi lasceremo sposare lady Dacey!” “Grazie, milord.” Con un inchino Jean. |
Ora le persone da sacrificare affinché potessi sposarmi erano divenute tre. Un prezzo alto, troppo alto.
Sarei riuscita a sopportare quel peso, quelle morti sulla coscienza? Avrei tanto voluto dire qualcosa ma ormai avevo imparato a tacere in casi come quelli, di fronte al barone. Era pericoloso anche solo aprir bocca. Avrei pensato ad un modo per salvare almeno Svevos e la madre ma in un secondo momento, con la mente più lucida. << Io quindi che dovrei fare? Continuare con questa recita e fingere di aiutare il frate?>> |
“C'erano molti cavalieri e tutti di Sygma.” Disse Alvaro. “Non temete, non temo nessuno dei miei nemici. Sono lontani ed io mi farò valere. Mi sono iscritto dunque col mio nome, ossia ser Alvaro del Gobbo.” Sorridente. “Sul frate credo siate in errore. E' un uomo di Chiesa e non prova certo simpatie o antipatie. Da quanto ho capito ha parlato nel vostro interesse. Voi parlavate di una persona in termini, permettetemi, sentimentali, ma a sentire il frate quell'uomo non potrebbe mai ricambiare i vostri sentimenti. Dunque cerca di non farvi illudere e di tenervi lontano dai guai.”
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'Non badarci' aveva detto...
La guardai stranita, senza parole, poi scossi la testa andandomene, scocciata. Appena raggiunsi la mia stanza, sbattei violentemente la porta e mi buttai sul letto. Ne avevo abbastanza, di tutti loro, di questa situazione di questo posto. Mi mancava la mia noiosa e rassicurante routine, la mia erboristeria, la mia piccola casa in affitto... mi mancava Emon... Non ce l'avrei fatta a rimanere qui ancora a lungo... |
“Naturalmente.” Disse il barone a Dacey. “Voi dovete fingere di assecondare quella gente, in modo che non sospettino nulla. Andrete dunque con loro, come chiesto dal frate.”
“No, milord.” Intervenne Jean. “Non credo sia una buona idea.” “Perchè?” Ferico. “Bisogna catturare Guisgard che è un esperto uomo d'armi.” Spiegò il cortigiano. “Dunque coloro che dovranno andare a Fertaldos devono essere tutti uomini in grado di combattere. Lady Dacey perciò resterà qui al castello.” “Si, forse avete ragione, messere.” Annuì Ferico. |
Guardai Alvaro..."Non mi sono mai illusa...se egli non mi ha fatto promesse di amore o non ho avuto contatti diretti come posso illudermi? Non pensate? E poi perchè dovrei tenermi lontana dai guai se quello non è la persona io intendo...non abbiamo avuto la certezza..ma posso dirvi una cosa..quella persona era il Signore di queste Terre..ora capite quanta importanza abbia per tutti noi..e io che mi sono battuta fino ora, non dovrei aiutarlo? Ecco perchè il frate mi diceva di dimenticarlo...per non mettermi nei guai..ma io non ho sentito in giro lo si stia cercando." scrollai le spalle "Ma non preoccupatevi, di pazza visionaria me lo hanno dato fino ora, pure altre offese...sono abituata".
A quel punto uscimmo dalla chiesetta e dissi ad Alvaro di andare nella rocca...la mia giornata era scandita dalle solite abitudini...lavoro e poi andare dal frate per vedere se fosse sano, e stare alla larga dei soldati. Mi fermai alla Pieve e chiamai Frate Roberto, aprendo piano la Pieve...mi avvicinai alla Vergine e pregai per una persona a me molto cara..forse per me era meglio andarmene da queste Terre. Che possibilità avevo qui...nessuna. |
E mentre Gwen afflitta stava nel suo letto, la sera era ormai scesa sul bosco e sul castello.
Nell'irreale silenzio delle tenebre si udiva solo il lieve soffio del vento. Poi, ad un tratto, qualcosa squarciò quel silenzio. Un ululato. Lungo e vigoroso. |
<< Perdonatemi, non vorrei essere scortese ma devo dissentire. Io devo andare o questo insospettirà. Mi era stato chiesto di non farne parola con nessuno, se io non sarò presente capiranno che ho parlato, che voi sapete e si tireranno indietro e perderemo una grande occasione per catturare Guisgard. Mi basterà una scorta, forse potreste venire anche voi Messer Jean se questo vi tranquillizza ma devo esserci o temo salterà tutto.>>
Avevo calibrato il tono di voce e il modo di pronunciare ogni parola, per risultare il più convincente possibile |
E mentre Altea pregava, nella navatella apparve Frate Roberto intento a portare nuovi ceri davanti alle statue.
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Jean ascoltò Dacey, per poi scuotere la testa.
“Il frate” disse il cortigiano “ha detto che non si sarebbe unito a voi, no? E lui è l'unico a conoscere il vostro aspetto. Il mercante di Fertaldos non vi ha mai vita, dunque se invieremo un'altra donna al vostro posto nessuno si accorgerà di nulla.” Guardò Fagas. “Maresciallo, vi occuperete voi di trovare una donna in grado di recarsi a Fertaldos?” Dacey aveva sbagliato a raccontare tutto a Jean. Le parole di Frate Roberto riguardo a come Dio, fosse chiamato Gesù Cristo o Allah, odiasse il tradimento sembravano ora realizzarsi come un monito divenuto profezia. |
Mi feci il segno della Croce e vidi frate Roberto con dei ceri e mi avvicinai..."Lasciate vi aiuti frate Roberto, avete molto lavoro...ho mantenuto la promessa data, sono venuta ad aiutarvi...poi dovrò andare in taverna" sospirando "Avevo pensato magari necessitavate di un aiuto qui nella Pieve e così non dovrei andare sempre in taverna, ma forse non avete i soldi necessari per pagarmi" il mio animo era a pezzi, non ero nemmeno entusiasta per questo torneo. Molte cose erano cambiate...sembrava l' aver nominato quel nome mi avesse addossato solo sfortune e male parole..e dalle persone non mi sarei mai immaginata.
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<< Buona fortuna a trovare un'altra donna che parla arabo e recita a memoria ogni versetto del Corano>> sbottai irritata con sguardo severo.
Ma la rabbia era più per me stessa, per essermi scioccamente fidata di Jean, per aver creduto di fare la cosa giusta. Ci misi un secondo a decidere, avrei subito avvertito Svevos |
“Non temete...” disse Frate Roberto ad Altea “... il lavoro qui alla Pieve non manca, ma anime pie spesso giungono ad aiutarmi. I contadini sovente portano un po' di quel che hanno e le loro mogli vengono frequentemente a pulire questo Santo Luogo. Come vedete la Carità Cristiana non manca mai.” Sorridendo. “Ma vi vedo afflitta... cosa vi inquieta, figliola?”
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Mentre ero stesa sul letto, afflitta e innervosita, la sera calò del tutto.
Ad un tratto, il solito, lungo ululato squarciò l'aria. Pensai di andare a vedere fuori dalla finestra, ma non sarebbe cambiato nulla, mi sarei di nuovo trovata faccia a faccia con una realtà che mi veniva ancora preclusa e mi sarei solo fatt del male, così strinsi forte gli occhi, volutamente serrati e cercai di ignorare quel verso angoscioso. |
Ad un tratto Fagas rise.
“Messere...” disse stupito Ferico “... cosa vi diverte tanto in questa storia?” “La viltà di messer Jean.” Rispose il Maresciallo. “E di come questa berbera” indicando Dacey “sembra avere più cervello di lui.” “Come dite?” Fissandolo il cortigiano. “Temete a tal punto che vi si chieda di recarvi a Fertaldos” disse Fagas “che sacrifichereste anche la vostra futura moglie pur di restare a poltrire qui. Ma non temete, nessuno vi imporrà di togliervi quello sfarzoso mantello per impugnare una spada. Non ne siete capace. E comunque questa donna ha ragione. Il frate ha detto che il mercante di Fertaldos è abituato a trattare con gli infedeli e dunque lei sola può recitare la parte di se stessa. Andrà dunque lei, come pattuito, a Fertaldos. Accompagnata da alcuni dei miei più fidati soldati.” “Si, avete ragione.” Ferico a Fagas. “Naturalmente.” Annuì il superbo Maresciallo. “E statene certo che Guisgard cadrà in trappola come un lupo in una tagliola.” Con un ghigno. |
"Si, non preoccupatevi frate Roberto..questo mi rassicura, almeno so non siete solo, penso molto a voi".
Poi quella sua domanda e lo guardai e mi sedetti sul bancale e feci segno al chierico di avvicinarsi..."Ero alla Chiesetta di San Michele con ser Alvaro...siccome vi noto distante da quando ho parlato..del Milord..penso tutto questo mi abbia portato sfortuna, pure lui mi ha rimarcato devo stare lontano da lui oppure finirò male o come una povera donna sedotta ed abbandonata...ma io non ho mai detto lui era nè innamorato di me o altro...voi tutti non mi prendete sul serio, e nemmeno la mia volontà di aiutarlo. Ditemi...è davvero lui? Sapete a volte non mi fido di ser Alvaro, non conosce milord, come può dare giudizi sul mio passato e il mio cuore...anzi vi dirò quando vide quella povera famiglia e poi i soldati che chiedevano a loro e me un dazio...lui, nella rocca, disse il barone aveva ragione perchè era il padrone di queste Terre, vi fu una lite furibonda. Ma se proprio devo stare lontana da..milord..io non verrò più in questa Pieve, e pensare fino ora mi sono battuta per il bene di queste Terre e avrei molto da dare...forse è meglio vada altrove, non ho nemmeno voglia di andare al Torneo, ser Alvaro ha insistito perchè fossi la sua madrina e ho accettato ma dirò a Milla" e rimasi a guardare fisso davanti a me. |
Gwen udì un altro ululato.
E poi un altro ancora. Come se in quel verso ci fosse tanta sofferenza. Come se quel verso non fosse altro che il grido disperato di qualcuno che invocava aiuto davanti ad un Destino indifferente. Poi ad un tratto entrò Josephine dopo aver bussato. “Vi ho portato qualcosa da mangiare...” disse la nana “... non avete cenato...” |
“Figliola...” disse Frate Roberto ad Altea “... il vostro proposito di aiutare queste infelici terre è molto nobile... ma vi sono tanti modi per farlo, tante possibilità che ognuno di noi ha per rendersi utile... il Fato vi ha fatto incontrare prima il buon ser Alvaro e poi addirittura quel brigante che avete curato... ma voi sembrate non voler seguire ciò che il Destino vi offre, intestardendovi ad inseguire ombre e fantasmi... ognuno di noi segue la strada che anima la propria storia e da il suo contributo a questa terra afflitta... e voi? L'uomo di cui così spesso parlate... se anche fosse colui che pensate, cosa cambierebbe? Lui ha il suo Destino e voi il vostro. E ognuno è chiamato a fare qualcosa, seguendo la propria strada. Quando la capirete allora vedrete che anche per voi c'è una strada da imboccare e da percorrere.” E la benedisse.
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Udii un altro ululato.
Poi un altro e un altro ancora. Era come se in quel verso ci fosse una disperata richiesta di aiuto, che non coinvolgeva certo me, visto che venivo tenuta all'oscuro di tutto. ''Non ho fame" risposi secca a josephine, con le spalle rivolte verso la porta. |
Dopo la benedizione del Padre dissi solo.."Io ho aiutato ser Alvaro e pure il brigante ma chi ha aiutato me...forse ricordate ho un fratello in quelle prigioni. Ser Alvaro è qui solo per se stesso...lui vuole appropriarsi delle sue Terre, poichè non so per quale motivo gli sono state confiscate...poi se ne andrà e io non ne ricaverò nulla. Non ho voluto interferire dai signori del Bosco perchè so non amano estranei, io dissi a quel messere lo avrei portato da loro...ma se ne andò...bene, io vado da loro...se pure loro non mi vorranno...allora vuol dire aveva ragione mia mamma...e non Lord Carlon...di non seguire i desideri...quindi se mi vorranno nella loro..tana..non mi vedrete più...addio Frate Roberto" una lacrima scese nel diafano volto, nessuno mi aveva capito..nessuno aveva capito la lotta fino ora avevo fatto contro il Barone.
Presi Cruz e andai verso il Cuore del Bosco di Clantes...dovevo trovarli assolutamente...gli uomini della Freccia...Solo aveva un pegno verso me disse. E mi inoltrai nella vegetazione. |
Quella fu la prima volta che apprezzai un discorso del Maresciallo.
Con un sorrisetto ben celato sostenni lo sguardo sia del barone che di Jean. << Molto bene signori. Vado a prepararmi per il viaggio, con permesso>> e girai i tacchi, prima volevo andare di volata da Svevos e poi a preparare i miei bagagli |
"Beh, grosso modo" disse Elas a Clio "lo scudiero era abbigliato in modo semplice, con ampi calzoni di pelle consumata, una giubba foderata di pelliccia unta ed ingiallita ed uno stretto berretto di quelli usati dai garzoni dei maniscalchi. Grassoccio e non molto alto. Ecco più o meno questo era il suo aspetto."
"Credi sia uno dei briganti questo misterioso cavaliere?" Tussor alla bionda mercenaria. "No, lei crede sia Guisgard." Fece Anty. |
Josephine faceva di tutto per fingere di non udire quell'ululato, ma il comportamento di Gwen era difficile da ignorare, ricordandole ogni istante di quella belva fuori nel bosco.
"Oh, insomma..." disse la nana "... volete forse ammalarvi? Se non mangiate non riuscirete a lavorare." |
"Vuol dire che sarà meglio in quel modo..." mormorai, continuando stoicamente a resistere, mentre l'ululato fuori non accennava a cessare.
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"Avete forse" disse Frate Roberto ad Altea prima che la donna lasciasse la Pieve "chiesto a quel brigante di aiutarvi con vostro fratello?"
La dama, andata via dalla Pieve, si avventuro' nel bosco. Percorse un buon tratto, senza vedere nessuno. Era infatti sera inoltrata e il bosco appariva desolato. Poi ad un tratto vide una luce in lontananza. Era stata una buona idea avventurarsi da sola nel bosco? |
"Mmm.." Cercando di immaginare lo scudiero descritto.
Poi lanciai un'occhiata ad Anty, e scossi la testa nascondendo un sorrisetto divertito. "Magari si è portato lo scudiero, ma credo che viaggi solo quindi potrebbe anche starci... Ad ogni modo, non possiamo saperlo.. Potrebbe essersi camuffato si, ma barare sull'altezza... Boh, è inutile star qui a discutere..". Sospirai "Piuttosto...". E aggiornai così gli altri del mio incontro con i briganti di quel giorno. "Non credo che siano in combutta, almeno non adesso... Si chiedevano il motivo del torneo.." Alzando le spalle. |
"Non siate sciocca..." disse Josephine a Gwen "... dovete restare in salute per cercare il vostro amico scomparso... o forse lo avete già dimenticato?"
La misteriosa belva era sempre nella vicina campagna, col suo terribile e disperato ululato. |
Mi voltai di scatto.
"Penso a lui ogni istante..." dissi, con rammarico "Ma che speranze ho di ritrovarlo? Questa volta sei tu la sciocca, Josephine..." guardandola, per poi volgere lo sguardo oltre la finestra. |
"Non credo" disse Elas "che quello scudiero fosse un cavaliere travestito. Di aspetto poi era anche un pò tonto."
"Ma perché diavolo parliamo di quel Guisgard?" Fece Kostor. "Non siamo pagati per occuparci di lui." Poi Clio raccontò dei briganti. "Pensandoci" disse Tussor "dopotutto è anche normale che i briganti non abbiano relazioni con Guisgard. Loro sono nobili Sygmesi, mentre lui è Capomazdese e molti qui lo vedono come uno straniero ed un invasore. Perché mai dunque i briganti dovrebbero unirsi a Guisgard?" "Magari" mormorò Elas "una risposta potrebbe venire dell'identità del misterioso Cavaliere Burbero..." |
"Per il semplice motivo che momentaneamente hanno lo stesso nemico: il barone..." Allargando le braccia "Meglio così, pensiamo piuttosto a scovare quella tana nel bosco.." Scossi la testa "Se solo avessi avuto il mio cavallo.." Sbuffai.
Poi annuii ad Elas "Sì, credo anche io che quel cavaliere Burbero vada controllato come si deve, e io ho giusto tre vestiti nuovi per andarmene in giro in incognito... O qualcosa del genere.." Pensierosa. Il piano andava studiato bene, questo era sicuro, e quel cavaliere aveva suscitato la mia curiosità. "Come proponete di procedere? Intendo sia col misterioso cavaliere sia coi briganti?" |
Gwen guardò dalla finestra e tra la vegetazione vide qualcosa.
Una sagoma scura che si muoveva veloce tra il castello ed i cespugli che lo circondavano. L'aria era limpida per via di un forte vento che si era alzato sul bosco. Gwen così riconobbe la grossa belva che si avvicinò al giardino stranamente aperto, per poi entrare al suo interno. |
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