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“Da ieri notte...” disse Monique a Gwen.
“E già mi sembra una vita...” sbuffò Danielle. Monique restò a fissare Gwen. Lo faceva con uno sguardo strano, attento, insistente. Guardava i suoi capelli e poi il suo collo. |
Annuii appena.
Anche a me sembrava una vita, ed era passata forse un'ora. Ottimo. Iniziavamo davvero bene. Ad un certo punto notai degli strani sguardi da parte di Monique. Sguardi fissi, insistenti. Alzai un sopracciglio. "Beh?" fissandola. Che aveva da guardare? Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ma cosa..." disse Monique fissando Gwen "... cosa diavolo ti hanno fatto?" Indicando il suo collo, proprio dove i capelli solitamente scendevano a coprirlo.
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Aggrottai la fronte.
Che voleva dire? Sollevai la testa dal cuscino, toccando il collo sotto i capelli con fare preoccupato. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen si toccò il collo, quasi verso la nuca, tastando con le dita alcune escoriazioni, simili a bruciature leggere, ormai indolori.
"Cos'è..." disse Monique fissandola "... ti hanno menato o cosa? E' stato qualche bastardo, vero? Magari il tuo uomo?" Si avvicinò anche Danielle per guardare. |
Notai delle escoriazioni, che ormai però non dolevano più.
E quelle? Da dove spuntavano fuori? "No, io... Non c'erano prima, non so cosa siano..." sempre più perplessa, mentre mi avvicina o allo specchio del piccolo bagno per guardare il collo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ti avranno drogata e poi fatto quelle cose..." disse Danielle a Gwen, mentre lei si guardava il collo sul piccolo specchio del bagno della cella.
A prima vista sembravano essere i tipici segni lasciati dalle fibie in lattice per l'elettroshock. |
"Ma non erano lì, fino a stamattina..." dissi ancora.
Poi vidi meglio i segni. E un pensiero mi attraversò la mente, senza che capissi perché. Ma come era possibile? No, era assurdo... "No... No, non è possibile... No no no..." mormorai a mezza voce, guardando ancora i segni, spaventata. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh..." disse Danielle a Gwen "... cosa c'è? Ti sta tornando la memoria?"
"Magari eri sbranza o drogata ed ora cominci a ricordare..." Monique. |
"No no no!" esclamai, la voce strozzata.
"Questi sono segni da elettroshock... Le conosco le fibbie... ma non è possibile..." scuotendo la testa con vigore, benché il pensiero non mi abbandonasse. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Boh, io manco capisce cosa dice..." disse Danielle a Monique indicando Gwen.
"Elettroshock?" Monique. "Ma sei fuggita da un manicomio allora?" A Gwen. "No no..." fece Danielle "... l'ho sentito in tv... quella roba è fuorilegge ormai. Non li usano più sui pazienti." |
Ridacchiai quasi istericamente, scuotendo poi la testa.
"Sono una psichiatra, lavoro all'Imperion Nolhian e posso assicurarvi che lo fanno eccome sui pazienti. Elettroshock e lobotomia vengono regolarmente utilizzati come terapie." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Le due prostitute si scambiarono un lunga occhiata a quelle parole di Gwen.
"Allora qualche pazzo ti ha lasciato quei segni sul collo mi sa..." disse Danielle. |
"Sì, ma non è successo nulla nelle ultime ore, non capisco chi e quando possa avermeli fatti, non ne ho proprio idea..." scuotendo la testa e occultando quegli strani segni coi ricci rossi.
"A meno che qualcuno non sia entrato stanotte mentre dormivo..." sarcasticamente. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Te l'ho detto...” disse Danielle a Gwen “... ti avranno drogata e poi fatto quei segni...”
Ad un tratto arrivò un poliziotto. “Dottoressa Gwen...” aprendo la cella “... venga...” facendole segno di uscire e seguirlo. |
Sospirai senza sapere che dire, non riuscivo a comprendere.
Poteva essere successo mentre scappavamo dal caos al manicomio, non trovavo altre spiegazioni. Poi, un poliziotto arrivò a chiamarmi. Ah, finalmente. "Piacere di avervi conosciute, signore" con un vago sorriso alle due. Poi seguii il poliziotto fuori, nella speranza che fossimo liberi e nell'attesa di vedere Elv. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il poliziotto portò Gwen nello studio del procuratore.
“Prego...” disse questi “... si accomodi.” Solo in quel momento Gwen si accorse di una figura alta davanti alla finestra che guardava fuori. Si voltò a guardarla. Gwen sgomenta lo riconobbe. Era il direttore del'Imperion Nolhian. Vivo e vegeto. |
Entrammo nell'ufficio del procuratore e non riuscii a proferire verbo.
Non riuscii a muovermi o parlare, pensare. Lo vedevo lì davanti a me, vivo e vegeto. Ma non era normale. "Ma lei... Perché è qui?" mormorai "Come fa?! Io ed Elv l'abbiamo vista mentre si sparava! Era morto!" esclamai. "Dov'è Elv?" al poliziotto "Lui potrà confermarlo!" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il procuratore guardò Gwen, poi il direttore.
"Gwen..." disse questi "... Gwen... perchè hai fatto una cosa simile? Perchè sei fuggita? E poi tutte queste bugie? Gwen... negli ultimi tempi sembrava che tutto andasse meglio... facevi progressi... e poi... poi sei scappata... hai detto che mi ero suicidato..." scuotendo il capo "... devo riportarla subito all'Imperion Nolhian." Rivolto poi al procuratore. "E' una paziente che ha bisogno di cure." Rassegnato. "Già, immagino..." fece il procuratore "... su questo genere di drammi la legge può ben poco... la farò rilasciare subito in modo che possa tornare con lei all'Imperion Nolhian." "Grazie." Dandogli la mano il direttore. |
Guardai esterrefatta il barista.
“Ehi, da quando fai entrare giornalisti qui?” Alzandomi in tutta fretta. “Questo è sempre stato un luogo sicuro, io non esisto più, non ci torno là dentro, chiaro?” Mi inalberai, finendo la birra. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Allora gli dirò che qui non troverà ciò che cerca." Disse il barista a Destresya, per poi tornare di là, dove c'erano i clienti.
In quel momento la ragazza si accorse che il piccolo televisore ricominciò a funzionare. |
Sbarrai gli occhi.
"Ma è impazzito?!" urlai "Io non sono una paziente!" al procuratore. "Abbiamo lavorato insieme, sta scherzando?! Ma cosa sta dicendo?!" alterandomi. "Sono la dottoressa Gwen Ygraal, sono una psichiatra e lavoro all'Imperion Nolhian, non sono una paziente e nemmeno una criminale! Non verrò da nessuna parte con lei!" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Scoccai al barista un’occhiataccia, e mi voltai verso la tv.
Inutile, dato che non funzionava. Che noia. Ma poi mi accorsi che invece dava segni di vita, forse il black out era passato e io potevo andarmene! Evviva. Così mi misi ad armeggiare col telecomando per vedere se c’era qualcosa di interessante per passare il tempo. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
A quello sfogo di Gwen, subito il direttore ed ilprocuratore si scambiarono un'occhiata eloquente.
"Gwen, calmati..." disse poi il direttore. Il procuratore chiamò due agenti che arrivarono subito. "Calmati, Gwen... ti prego..." il direttore cercando di farla calmare "... se fai così mi costringerai ad internarti ancora nel braccio 78... e tu sai che non è un bel posto quello..." fissandola. |
Mi parlava come una povera idiota.
Questa situazione era peggiore di un incubo. Anzi, era un incubo vero e proprio. "Nel braccio 78?" ripetei "Spero lei stia scherzando" dissi con tono serio, cercando di non alterarmi. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Destresya cominciò a guardare la tv, dove i telegiornali non facevano che parlare dello strano blocco delle linee telefoniche e dei sistemi telematici cittadini.
Ma anche dei tanti pazienti fuggiti dall'Imperion Nolhian proprio grazie a quella situazione. La polizia aveva già cominciato a dar loro la caccia e parecchi erano stati acciuffati. |
Il direttore guardò Gwen e poi fece un cenno ai due agenti.
Quelli presero la ragazza. "Ho la macchina di sotto." Disse il direttore. "Andiamo." Così lui ed i due agenti che tenevano ferma Gwen scesero di sotto, dove c'era l'auto del direttore. |
Due agenti mi presero ed io cercai di liberarmi da quella presa.
"Elv! Elv!" chiamai disperata nei corridoi, mentre mi trascinavano fuori. Ma non ci riuscii, mi portarono fino in macchina senza che potessi oppormi. Ma dovevo restare il più possibile vigile, dovevo riuscirci, per capire in che accidenti di situazione mi avessero infilata. Perché io sparo chi ero. E non mi avrebbero convinta del contrario. Nemmeno con la forza. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Non si metteva bene, non si metteva bene per niente.
Lo dicevo io che dovevo andarmene il prima possibile da lì, e alla svelta, lo dicevo eccome! Sbuffai, scuotendo la testa. Non ci sarei tornata lì dentro, mai e poi mai. Iniziai a fissare la porta, sperando che Raspion e il falsario tornassero presto. Dovevo andarmene, dovevo andarmene. Ma quello era il posto più sicuro che conoscevo al momento. |
Caricarono Gwen in auto, dove c'era un grosso infermiere che si sedette dietro con lei, tenendola ferma e controllando che non facesse gesti avventati.
Un altro infermiere era al volante, mentre il direttore si sedette davanti con lui. L'auto partì, diretta all'Imperion Nolhian. |
Mi caricarono in macchina, un infermiere seduto avanti col direttore e uno dietro con me a tenermi ferma.
Restai immobile e in silenzio, mentre mi guardavo attorno per capire come fare eventualmente a scappare. Perché doveva esserci un modo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Raggiunsero il tetro penitenziario medico, entrando nel cancello che si richiuse dietro l'auto.
Qui Gwen fu portata dentro, in una delle camere-celle. "Ora ricominceremo la terapia, Gwen." Disse il direttore a lei. "Ma se fuggirai di nuovo io ti farò internare per sempre." Fissandola. "Sai perchè sei qui, vero?" |
Ad un tratto la porta della bettola si aprì e Destresya vide entrare Raspion ed il falsario.
"Ciao, bellezza." Disse Raspion. "in città ci sono più sbirri che civili ormai." Divertito. "Ma presto ti faremo andar via da qui. E ricomincerai una nuova vita." |
Arrivammo all'ospedale e mi portarono in una cella.
Sentivo un gelo dentro che non riuscivo a percepire all'esterno di me, ma solo all'interno. Era intenso e mi divorava. Guardai il direttore. "Forse perché lei mi ci ha rinchiusa con la forza per motivi oscuri e che io scoprirò prima o poi?" con un sorrisetto, fissandolo a fondo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il direttore guardò Gwen con aria di compatimento.
"Perchè hai ucciso il dottor Incap..." disse "... il medico che ti aveva in cura. E per questo sei stata porta qui." Fissandola inclemente. |
Tornarono, finalmente!
"Ah lo immagino, anche in tv non parlano d'altro!" sospirai alla volta dei due. "Non vedo l'ora di essere lontana da qui, altrochè!" sentenziai "A che punto eravamo rimasti?" al falsario, con una certa fretta. Non vedevo l'ora di andarmene di lì. |
Risi a quella affermazione, pronunciata con quella sua faccia che avrei volentieri maciullato in un tritacarne.
"Lei è pazzo. Lo è davvero, sì" fissandolo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il direttore sorrise piano.
"Lavoreremo affinchè tu possa accettare ciò che hai fatto, Gwen." Disse il direttore. "Per questo ho voluto affidare il tuo caso ad un giovane medico molto in gamba, verso il quale nutro molta fiducia." La porta si aprì ed entrò un giovane ed affascinante medico dagli occhi scuri. "Questi è il dottor Elv." Il direttore presentandolo a Gwen. https://worldofwonder.net/wp-content...17-clift-2.jpg |
Raspion annuì a Destresya, per poi chiedere al falsario di terminare ciò che aveva iniziato.
"Ecco..." disse il falsario dopo un pò che aveva smanettato sul suo pc "... questa è la documentazione che le serve." A Destresya. "Lavorerà in un'azienda turistica sull'isola di Nisides. Lì sarà tranquilla, al sicuro e nessuno farà troppe domande sul suo passato." "La tua nave salperà fra un'ora, bellezza." Raspion fumando. |
Era ora!
Non vedevo l'ora di andarmene di lì, di lasciarmi la mia vecchia vita alle spalle e partire per i mari del sud! Quante volte ci avevo pensato, a cambiare vita. Tante, forse troppe. Ma ora stava succedendo davvero! "Devo solo riuscire a non farmi beccare tra qui e il porto!" pensierosa. Ma ce l'avrei fatta. Pagai il falsario, ringraziai tutti e andai a prendere il mio misero bagaglio che mi avrebbe accompagnato nella mia nuova vita. |
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