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Guisgard guardò compiaciuto Clio che, seduta a tavola, cominciava a mangiare.
“Altre donne...” disse lui sedendosi con lei “... sinceramente non saprei... non ho modo di incontrare o conoscere altre donne...” guardandosi intorno “... forse non lo avrai capito, ma questa casa è la mia prigione... sono segregato qui da tempo, poiché se uscissi con ogni probabilità troverei qualcuno deciso a farmi la pelle...” finendo il suo bicchiere “... comunque non mi va di parlare di questo... non stasera...” mangiando anche lui. |
Era tutto così strano..surreale..dovevo stare calma e non fare passi azzardati.
Ad un tratto iniziai ad udire una malinconica e dolce melodia..Trasalii. Era lui..non capivo, non poteva essere fosse frutto di una mia allucinazione. Mi alzai dal letto, rimisi subito il vestito e presi una candela. Seguii lentamente quella melodia che mi portava da Andros...arrivai in cima la Torre..avevo la chiave con me, la feci scattare piano nella serratura ed aprii la porta richiudendola subito e il mio cuore batteva..forte..non capivo se per paura od altro. |
Iniziai a sentire freddo e fu istintivo per me cercare maggior riparo tra le coperte ma non bastava.
Fu solo dopo che mi accorsi di una finestra rimasta aperta così mi affrettai a chiuderla. Fuori doveva esserci un gran vento pensai prima di gettai un occhiata sulla stradina per poi chiudere le ante |
“Sicuramente è una storia alquanto strana...” disse Zoren a Gwen “... ma in tutta sincerità non mi sento di escludere... dunque, per quanto apparentemente assurdo, credo vi sia del buono nel tuo ragionamento... e la cosa non mi piace affatto...”
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"Lo so... Nemmeno a me piace... Se penso che siamo nella stessa casa di un pazzo assassino..." dissi, quasi rabbrividendo "E poi non capisco come una persona possa accettare di prestarsi e assecondare una tale follia..." scuotendo la testa.
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Dacey si alzò per chiudere la finestra e nel farlo, per un istante, sentì uno strano rumore.
Simile ad un lento e lungo lamento. Un lento, lungo ed angosciante lamento. Fu un attimo, poi il silenzio. Chiuse la finestra e quel freddo cessò. |
Il cibo era davvero ottimo, pensai, apprezzando tutto quello.
In me convivevano due anime, la duchessa che era stata educata a mangiare come si deve, e il soldato abituato alle taverne della peggior specie. Dunque vi erano un po' di entrambi in me mentre mangiavo. Risi a quelle parole. "Vuoi farmi credere che non hai mai avuto una donna?" squadrandolo divertita "Beh, questo spiegherebbe il tuo interesse nei miei confronti..." sussurrai quasi, sorridendo. Per com'era da bambino, da adulto me lo immaginavo circondato di spasimanti. Ma se invece era cresciuto come un vero uomo, allora ero lieta di essermi sbagliata. Non avevo mai capito che ci trovassero le donne in quegli uomini che si erano passati mezzo mondo. Ma io ero una donna particolare, abituata a discorsi dei soldati, i quali una volta che ti considerano uno di loro, non si fanno certo problemi a raccontare. Difficilmente invidiavo le loro donne, se così si potevano definire. Poi abbassai lo sguardo a quelle ultime parole, per nascondere un sorriso triste. Una prigione. "Sì, ho sempre pensato fosse una crudeltà mandarti via.." sussurrai "Da grande, subito ho fatto festa e sono andata sempre nel posto segreto che ci contendevamo in giardino.." facendogli una smorfia divertita. Avrei voluto chiedergli qual era quindi il suo piano, che aveva intenzione di fare, di quali mezzi disponeva. Quelli erano discorsi a cui ero abituata, dopotutto. Ma non lo feci. "Di cosa vuoi parlare allora?" chiesi, sorridendo. |
Stavo per richiudere la finestra ma mi bloccai udendo qualcosa, prima parve un sibilo ma si fece più forte e deciso, uno stridio lungo e prolungato quasi un lamento dalle tenebre.
Un rumore così inquietante da farmi venire i brividi lungo la schiena. Il suono come era arrivato terminò. Rapida chiusi tutto per bene e anche il freddo ebbe fine. " Ser" mormorai a me stessa sempre più a disagio, " dove siete finito?" Mi chiesi desiderando di non essere sola in quella stanza |
“Forse quei due sono complici...” disse Zoren a Gwen “... o magari Nepote costringe il dottore ad assecondarlo... anche se quel dottore a me non ispira affatto fiducia...” sbuffò, per poi lasciarsi cadere sul letto “... il primo istinto è di andarcene, di portarti via da questo posto... ma l'idea di lasciare quelle tre vecchiette in balia di quei due pazzi...” scosse il capo “... non so che fare...”
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"Nemmeno a me piace, è ambiguo..." mormorai, mentre lui si lasciava cadere sul letto.
Lo guardai a lungo, poi appoggiai le mani sul suo petto. "Non so cosa dirti... Anche se ti capisco..." prendendo il mio mago fra le braccia e facendolo appoggiare su di me, mentre gli accarezzavo i capelli. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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