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Guisgard ascoltò con attenzione ogni parola di Cio, fissandola negli occhi.
“Capisco...” disse giocherellando con la forchetta nel piatto “... dimmi cosa pensi... ti prego... tutto ciò che stai pensando in questo momento...” |
Poco dopo Gwen e Zoren uscirono dalla loro camera, mentre una fitta penombra dominava su tutta la casa.
Con attenzione i due cominciarono a scendere, arrivando silenziosamente sulla scala che portava in cantina. E qui i rumori erano ancora in atto. “C'è qualcuno...” disse sottovoce il mago alla ragazza “... affacciamoci...” E intravidero due sagome che scavavano in cantina. |
Lasciammo la camera e ci avviammo in cantina.
Arrivati lì, non solo i rumori c'erano ancora, ma vedemmo anche due sagome. Guardai Zoren, per poi riportare gli occhi sulle figure, cercando di capire di chi si trattasse. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Guardai Guisgard divertita.
"Tutto quello che penso?" ridendo "E se poi non ti piace?" fissandolo negli occhi. Posai la forchetta, finii il vino e lo guardai negli occhi. "Vuoi sapere che penso?" sostenendo il suo sguardo. "Chi diavolo sei? Cosa vuoi da me? Chi ti da l'arroganza di definirti Guisgard de Taddei?" dissi, senza fermarmi, con gli occhi nei suoi. "E se sei chi dici di essere, come diavolo ti è saltato in mente di lasciare andare il ducato nel caos alla morte di Anione? Sai quante volte mi sono girata verso la porta al suo funerale sperando di vederti arrivare?" sentii i miei occhi inumidirsi al ricordo di quel giorno. Serrai immediatamente gli occhi, e li riaprii dopo un lungo istante, ma verso il vino, versandomene un bicchiere che per poco non finii. "Ad ogni modo.." dopo un profondo respiro "Probabilmente non è colpa tua, se ti hanno inculcato queste idee fin da piccolo e tenuto qui dentro in prigione...". Un respiro, un altro, e cercai di rallentare il battito del mio cuore. "Mi chiedo che razza di situazione sia questa, mi chiedo se l'obbiettivo non sia farmi perdere il senno.." scuotendo la testa, per poi finire definitivamente il bicchiere di vino. "E mi chiedo anche quale sia il tuo piano, cosa hai intenzione di fare per spodestare Cimas? Piani, tattiche, alleati, strategia..." schioccando le dita con entrambe le mani. Presi un ultimo lungo respiro e versai ancora vino. "Ma tu non volevi parlare di queste cose, se non sbaglio.." tornando a guardarlo. |
Ehiss rise appena a quelle parole di Dacey.
“Vorrà dire” disse divertito “che una volta tornati a casa vi sdebiterete.” Sorridendo. “Vediamo un po'... avrò la colazione a letto tutte le mattine... magari canterete per me la sera prima di andare a letto... preparerete il mio bagno caldo con qualcuna di quelle essenze dai profumi esotici che ben conoscete... e vediamo cos'altro...” ridendo di nuovo “... ci penserò...” facendole l'occhiolino. |
Gwen e Zoren si sporsero in avanti, per cercare di vedere bene le due sagome impegnate a scavare nella cantina.
Indossavano però lunghi mantelli con cappucci ed avevano scavato ormai una grossa buca. Tanto grande da poter ospitare il corpo di un uomo. |
" Così si che sarei senza più alcun debito. Anzi lo sareste nuovamente voi con me" prendendo un altro pezzo di pane.
E nel farlo le mie dita si incrociarono con quelle del cavaliere per qualche istante. " Vediamo cos'altro..." Ripetei con fare enigmatico infine |
Osservai a lungo le sagome.
Indossavano dei mantelli e non erano facilmente distinguibili. Ciò che vidi bene, però, fu la buca che stavano scavando. "Non sembra anche a te..." sussurrai, quasi tremante, ma non riuscii a finire la frase. Non riuscivo a dirlo, era un pensiero che mi terrorizzava troppo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Silenzio.
Questo calò tra loro due. Un lungo silenzio, mentre lui fissava gli occhi di lei. Occhi azzurri che le candele rendevano particolarmente luminosi. Azzurri e profondi quelli di Guisgard, arrossati ed inumiditi quelli di Clio. E ad un tratto lui si alzò appena dalla sedia, sporgendosi in avanti fino a raggiungere il volto prima e la bocca di lei poi. E posò le sue labbra su quelle di lei. |
Quel contatto.
Le dita di Dacey che sfiorarono quelle di Ehiss. E lui restò a fissarla dopo quelle ultime parole di lei. “Beh, se chiedessi altro” disse il cavaliere pianissimo “sareste la mia schiava, non più la mia cameriera...” |
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