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Mi chiedevo se avessi fatto bene a dire la verità.
Ma la pazienza non era mai stata una mia virtù, anzi. E cominciavo a perdere quel poco di autocontrollo che avevo. Non capivo quella situazione, non ne capivo il senso. Poi lo vidi alzarsi, e immediatamente la mia mano destra impugnò il coltello, pronta a reagire. Ma la sua reazione mi spiazzò. Il suo volto così vicino al mio, le sue labbra sulle mie, in quello che forse voleva essere un bacio. Ma non lo era. Dunque non fu difficile ritrarmi e squadrarlo torva. "Preferivo una risposta.. almeno una.." sospirai, scuotendo la testa. |
E mentre Gwen cercava il modo ed il coraggio di spiegare a Zoren cosa stesse pensando, le due sagome smisero di scavare.
Posarono poi le pale e salirono sopra. Il mago fece in tempo a tirarsi dietro Gwen, nascondendo entrambi nella rientranza del muro. |
Mentre parlavo con Zoren, o almeno ci provavo, le due sagome posarono le pale e uscirono dalla cantina.
Zoren infatti deve appena in tempo a nascondere sia me che lui nella rientranza del muro. Rimasi lì ferma, immobile e senza nemmeno respirare, stretta a lui in quella piccola rientranza che però avrebbe potuto fare molto in quel momento. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Magari se mi baci” disse Guisgard a Clio “forse capiresti la verità... un bacio forse vale più di mille paure...” tornando a sedersi “... perchè se anche io ti dessi la risposta che cerchi, tu poi mi crederesti? E poi... che senso ha tutto questo? Questo tuo stare sempre allerta... sempre in guardia... siamo soli, non vedi? Dici di essere un soldato, dunque potresti tagliarmi la gola in un attimo... prendermi in ostaggio ed obbligare i miei uomini a liberare il tuo amico... si, potresti e forse ora la farai... eppure siamo qui... ho scelto io tutto questo... di stare solo con te... soli... senza nessun altro e per quanto mi riguarda anche senza alcuna bugia...” riempiendosi il bicchiere “... forse è vero ciò che scriveva Aristofane... l'Amore rende gli uomini felici, ma anche stupidi...” bevendo.
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Alla fine si allontanò, e io mi rilassai.
"Credi che ti abbia mentito?" guardandolo negli occhi "Che ti abbia mai mentito? Ho mentito ad Affon, certo, ci siamo inventati una storia perché dire che scappavamo dalle guardie di Cimas non era esattamente il massimo, ma a te non ho mai mentito.. e non ho nessuna intenzione di ucciderti, perché diavolo hai questa fissa? Potrei farlo, certo... a che pro? Se sei davvero chi dici di essere ucciderei il mio signore? Se non sei chi dici di essere ucciderò un innocente...." alzai le spalle "Un bacio farebbe la differenza, dici.. perché? Io non metto in dubbio che tu sia convinto di quello che dici, ma è mio dovere stare all'erta... credi sia bello? Credi sia facile? No, non lo è..." sospirai "É la vita che ho scelto, e tu hai imprigionato il mio amico appena arrivati e dopo neanche dieci minuti volevi portarmi a letto, quindi scusami se non mi fido!". Chiusi gli occhi per la rabbia, avevo parlato di getto, impulsiva. "Ascolta non credo che tu voglia farmi del male adesso, qui, da soli.. primo non ci riusciresti, secondo non avrebbe senso.." sospirai, tornando a guardarlo "Sono fatta così, sono abituata a vedere il pericolo in ogni angolo, perché potremmo essere seduti comodamente a tavola e uno dei servitori essere stato pagato per uccidere il mio signore... non posso abbassare la guardia..." fissandolo negli occhi "Non posso.." sussurrai, abbassando lo sguardo "É più forte di me.." sussurrai infine. |
Gwen e Zoren, immobili e silenziosi restarono lunghissimi istanti col fiato sospeso, mentre le due sagome passavano loro accanto e andavano via.
“Sono andati via...” disse con un sospiro di sollievo il mago “... ce la siamo cavata... come stati, piccola? Spaventata?” A Gwen. |
Le sagome ci passarono accanto e andarono via, permettendo a noi di rilassarci e uscire da quell'angolo.
Annuii debolmente, un po' incerta, alla sua domanda, anche se mi ero presa un bello spavento. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Guisgard sospirò.
Un sospiro simile ad un gemito. Allora si alzò e prese da un mobile un piccolo carillon. Lo caricò e poi lo aprì, lasciando così che la musica si diffondesse nella stanza. “Almeno” disse porgendo la mano a Clio “posso farti ballare?” |
Quel sospiro, e le sue ultime parole che avevo volutamente ignorato.
C'era qualcosa di profondamente strano e contraddittorio in tutto quello. L'Amore. L'Amore era qualcosa di estremamente complicato per un Taddeo, qualcosa di pericoloso, di tragico. Lui ne parlava come se niente fosse, invece. Possibile che parlasse di me? Non che io sapessi riconoscere l'amore, ovviamente, ma mi sembrava innaturale. Diamine mi aveva visto da mezza giornata. I casi erano due. O non crede alla maledizione. "Tutti i Taddei credono alla maledizione, ragazza mia...". Le parole di Anione mi tornarono in mente. Oppure... sì, quell'ipotesi che non osai esprimere aveva molto più senso. Poi quelle parole che mi spiazzarono di nuovo. Non potevo dire che non sapesse sorprendermi, questo poco ma sicuro. Gli sorrisi. In realtà mi dispiaceva essere così dura con lui, ma ora ero io ad avere paura. Una paura senza nome, e dovevo difendermi come meglio potevo. "Sì, certo..." sorrisi, prendendo la mano che mi porgeva. "Non sono un granché come ballerina, ti avverto.." mormorai, arrossendo appena. |
“Vieni...” disse Zoren a Gwen, prendendola per mano “... andiamo a controllare la cantina...”
Scesero e videro la grossa buca da vicino. “A cosa diavolo può servire scavare una buca simile in una cantina?” Perplesso il mago. E nel guardarsi attorno, Gwen non fece caso ad una sporgenza nel terreno che la fece quasi cadere. |
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