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"Riguardo al misterioso cavaliere" disse Tussor a Clio "a mio parere abbiamo un solo modo per procedere... chiedere in città informazioni sul suo scudiero. Di certo qualcuno lo avrà visto."
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Annuii a Tussor.
"Così mi piaci, uomo nell'ombra..." Ridendo appena "Andiamo va, che non mi piace star qui a far niente..." Alzandomi "Tussor vieni con me?" Pensierosa "O dite sia meglio dividerci? Più che altro non vorrei destare sospetti...". |
Mi avvicinai alla finestra.
L'aria fuori era limpidae riuscivo a vedere meglio la finestra. Scorsi la solita sagoma. Ciò che mi sconvolse fu che la belva entrò nel giardino. "Quel lupo è entrato nel giardino!" esclamai continuando a guardare fuori. "Sii sincera, Josephine" tornando sul letto e guardandola dritta negli occhi "È lui il lupo, vero?Sono entrata nella sua stanza, prima e anche se non l'ho visto ho sentito che stava male, era affaticato, stanco... Dimmi La verità." |
"Beh, possiamo sempre fingere di essere marito e moglie." Disse sorridendo Tussor a Clio. "Dopotutto non sta bene che una giovane e bionda ragazza se ne vada in giro a chiedere notizie su un misterioso cavaliere." Divertito.
"Posso sempre accompagnarla io." Fece Estea. "Dopotutto due donne che cercano un uomo sono al sicuro da tutto. Persino dai pettegolezzi." Scimmiottando Tussor. "Dipende dall'uomo che cercate..." maliziosa Anty "... magari con questo fantomatico Guisgard neanche due donne insieme sono al sicuro." Per poi guardare Clio con un sorrisetto. |
"Ma..." disse titubante Josephine a Gwen "... cosa andate a pensare? Un lupo? Suvvia, siete davvero così sciocca da credere a simili storie? Quelle sui lupi mannari?"
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Restai ad osservare quella scena divertita, per poi lanciare un'occhiata ad Anty e scuotere piano la testa, divertita.
"Si dai.." Ad Estea "Andiamo noi due..." Sorridendo. Passare del tempo da sole era sempre una benedizione. Mi chiedevo se parlarle dei miei fantasmi o tenerlo per me. Estea stessa, dopotutto, mi aveva sempre confidato l'inconfessabile. Se c'era qualcuna di cui mi fidassi era proprio lei. "Andiamo a spettegolare un po'..." Divertita. "Voi non statevene qui impalati ma continuate a cercare informazioni circa i partecipanti al torneo.." Squadrandoli. |
"Certo, dicevi anche che non era lui nel bosco ieri, e invece era lui eccome!" alzando la voce e sdraiandomi di nuovo sul letto, dandole le spalle.
"E ti ricordo anche che qui la mia magia non funziona, deve esserci un motivo... Nemmeno su quel lupo ha funzionato, quella notte..." sempre senza guardarla. |
Clio ed Estea lasciarono i loro alloggi, per poi uscire dal castello e dirette in città.
"Se anche il misterioso cavaliere fosse Guisgard" disse Estea mentre camminavano per le stradine di Monsperon "in che modo la cosa può giovarci?" A Clio. "Credi che abbia legami comunque con i briganti?" |
"Ragazza mia..." disse Josephine a Gwen cambiando tono "... la magia nera è potentissima... terribile ed oscura... strane forze ruotano in questo luogo e tutti noi che vi viviamo ne siamo succubi... dormite ora... dormite affinché le ombre di questa notte non vi raggiungano..."
E di nuovo si udì quell'ululato. |
Mi voltai, guardandola.
"Quindi c'è un incanto su questo posto?" Chiesi,iniziando a mangiare. Allora c'era un modo per farla parlare... |
E mentre Dacey usciva dalla sala, udì il Maresciallo che ordinava ad un servo di chiamare Betta.
Intanto la principessa aveva raggiunto gli alloggi di Svevos e di sua madre. |
"Un terribile incanto..." disse Josephine a Gwen "... talmente oscuro e potente che voi non potete nemmeno immaginare..."
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Tornammo così in città, passeggiare non era poi così male.
"Vuoi la versione ufficiale o la verità?" Guardandola con la coda dell'occhio. Non c'era bisogno che rispondesse. "La versione ufficiale è che c'è una taglia sulla sua testa.." Sospirai "La verità e che ho un conto in sospeso con lui, anche se lui non se lo sogna nemmeno... E ho giusto due o tre idee in testa che potrebbero fare al caso mio.." Con un sorrisetto perfido "Dopotitto c'è da considerare che lui ci ha visto a casa del barone.. Quindi metti che lo riconosco ma faccio finta di niente... Dopotutto lui penserà che l'ho visto una volta sola di sfuggita, mai più si ricorderà di me da ragazza... Quindi non posso neanche recitare più di tanto... Però.." Pensierosa "Non so, ma ho idea che le cose potrebbero farsi interessanti... Dopotutto la taglia non specificava che il barone lo volesse vivo, no?" Sospirai "Tolto di mezzo lui, forse riuscirò a trovare pace... La sua sola presenza in questa città mi distrae, mi sconcentra dai nostri veri obbiettivi, e non lo sopporto..." Scocciata io "Mi sono salvata da quel vortice una volta, non ho intenzione di farlo di nuovo... Ma fortunatamente non sono più quella ragazzina sciocca e sognatrice.." Scuotendo la testa. Già, se Lila fosse stata lì ora forse sarebbe stata divisa tra il voler combattere e il sogno proibito di essere la sua madrina. Anche se il sogno vero era fare entrambe le cose. Quante volte aveva sognato il momento in cui lui sarebbe venuto da lei, chiedendole un pegno da portare in torneo, mentre lei gli ribatteva che glielo avrebbe concesso solo se lui gliene avesse dato uno a sua volta, da portare in lizza quando fosse stato il suo turno. Allora sarebbe stato uno scambio, ed entrambi avrebbero combattuto per l'altro. Sogni, sciocchi oltre che inutili... Ci sarà un motivo se non comandi più tu, Lila.. La voce imperiosa di Clio aveva ragione. Una scena così non sarebbe mai stata scritta, pensai amaramente. Con nessuno, tanto meno con lui. Chi mai avrebbe voluto una come me? Anche se era buffo pensare che avevo ancora con me quel pegno, quello che nei sogni Lila consegnava a lui, un pegno diverso da quello di qualsiasi altra dama, naturalmente. Beh, dopotutto è giusto così, lo custodisce l'unica persona che difenderebbe i tuoi colori in torneo.. Tu, Clio.. Più che buffo era doloroso. Non pensarci era la cosa migliore. Sì,decisamente. "Allora.." Per cambiare discorso "Come proponi di procedere nella ricerca?". |
Finii di mangiare mentre ascoltavo Josephine.
Poi mi cambiai e mi misi sotto le coperte. "E non c'è modo di spezzarlo?" |
"Forse un modo c'è..." disse Josephine a Gwen "... bruciando il giardino ed i suoi fiori..."
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"Ma è orribile... E lui è disposto a non rompere l'incanto pur di tenere il giardino... Deve esserci un altro modo..." sospirando.
Poi la stanchezza iniziò a farsi sentire. "Resteresti ancora un po' qui?" le chiesi "Almeno finchè non prendo sonno... Non ho altri che te al mondo ormai, Josephine... anche Emon è sparito..." mormorai piano, con tono mesto. |
"Si, aspetterò..." disse Josephine a Gwen "... resterò qui fino a quando non vi addormenterete..."
E poco dopo la giovane si addormentò. [I]Emon era davanti al giardino e sorrideva a Gwen. Poi ad un tratto il ragazzo entrò nel verziere. Un attimo dopo la giovane udì uno spaventoso ululato provenire proprio dal giardino. Allora decise di entrare e vide allora una scena agghiacciante. Emon non c'era più e da tutti i fiori gocciolava sangue vivo./I] Gwen si svegliò di colpo da quell'inquietante sogno. Era ancora notte fonda e Josephine era andata via. |
Sorrisi a Josephine e dopo poco mi addormentai.
Feci un sogno orribile. Emon era entrato nel giardino, da cui poi si udì l'ululato, Emon era poi svanito e dentro al giardino i fiori gocciolavano sangue. Mi svegliai sconvolta e terrorizzata. Cercai di regolarizzare prima il respiro, poi il cuore. In fondo, era stato solo suggestione per i nostri discorsi, nulla di più. Era stato solo un sogno. Intanto era notte fonda ed io mi preparavo ad un'altra nottata insonne. |
"Aspetta, fammi capire..." disse Estea fissando Clio con un'espressione tra la curiosità ed il divertito "... ma stai parlando dei tuoi sensi? È questo il vortice di cui parli? Quel cavaliere davvero ti scuote tanto? Al punto da volerlo morto?" Rise forse per lo stupore. "Dai, davvero?"
Poi Clio riporto' il discorso sulla loro missione. "Quella locanda..." indicò Estea "... lì pare che i cavalieri giunti in città si rechino per passare il tempo in attesa che cominci il torneo... magari raccoglieremo informazioni utili..." |
Riprendere sonno per Gwen non fu affatto facile.
L'inquietudine, l'angoscia, la paura, la suggestione ora dimoravano in lei. La poca luce che filtrava nella stanza generava cupi giochi di chiaroscuro, animando inquiete ombre che parevano danzare in modo macabro intorno alla ragazza. A tutto ciò sembrava di udire tormentate voci lontane, forse frutto del vento che soffiava sulla finestra. Voci che si abbandonavano a lamenti, a velate risate, a pianti, persino a grugniti. Come se uomini e bestie si alternassero nel far emergere la loro voce. Ad un tratto a Gwen parve di sentire le voci di alcuni bambini che piangevano nella notte. Piangevano impauriti. Impauriti forse da qualcosa di sinistro che si annidavano nelle tenebre che avvolgevano il maniero. |
Bussai velocemente alla porta e senza aspettare risposta entrai trovando Svevos e Dauna.
Li guardai facendomi coraggio e confessai tutto. << Mi dispiace, non ho potuto fare altro... Io credevo davvero che Jean fosse un brav'uomo... Ho riposto la mia fiducia sulla persona con cui devo condividere la vita ma ho fatto male. Dovete andarvene, subito. Approfittate del trambusto per la mia partenza s andatevene. Voi che potete lasciare questo castello fatelo. Io partirò come previsto dal piano ma almeno voi sarete al sicuro lontani da questo castello e dalla crudeltà del barone e della sua corte.>> Di sicuro avevo deluso quelle due persone, avevo anche deluso me stessa. La prigionia mi stava cambiando, non sapevo più di chi fidarmi, se fidarmi. Non vedevo una via d'uscita dalla mia prigione, mi sentivo arresa al destino, non avevo più la forza per lottare ma dovevo farlo , almeno per salvare la vita a due innocenti. << Ho commesso un grande errore e non sono degna di chiedervi nulla ma... Quando tornerete a casa se dovreste incontrare qualche mercante della mia terra, raccontagli di me, ditegli che sono un ostaggio presso il Barone Ferico, ditegli che sono obbligata a sposare un uomo altrimenti finirò per diventare la sgualdrina del barone. Ditegli di andare da mio padre, implorandolo di venire a salvarmi. Vi prego >> Il mio era un appello dettato dalla disperazione, dalla delusione e l' incertezza sull'avvenire. Sapevo che era un appello che probabilmente sarebbe andato a vuoto ma dovevo tentare. << Ora devo andare o potrebbero insospettirsi. Buona fortuna >> e rapida come ero entrata uscii, per raggiungere la mia stanza. Betta non c'era e fu allora che ricordai fi aver udito il Maresciallo che la chiamava. Strano. Forse non era nulla, non dovevo pensare che ogni fatto potesse essere sospetto, vivere nella paranoia mi avrebbe fatto finire nella pazzia. Non sapendo bene la durata del viaggio cercai di preparare i miei bagagli con premura, rigorosamente con abiti del mio paese, così quel mercante non avrebbe avuto problemi a trattare con me già di primo impatto. Quando terminai però mi resi conto che Betta mancava da troppo tempo, inarcai le sopracciglia pensierosa e la chiamai a gran voce. |
Come mi aspettavo, non riuscii a riprendere sonno.
Dopo il sogno che avevo fatto, quel senso di inquietudine, di angoscia e di paura non mi abbandonava. A tutto ciò si unirono degli strani lamenti, forse per effetto del vento che soffiava fuori. Si udivano lamenti, pianti, risate, voci tormentate e a volte anche grugniti, come se uomini e animali facessero parte di un unico terrificante essere, per non parlare delle macabre ombre che danzavano sulle pareti proiettate dalla luce debole della Luna. Iniziai poi ad udire come dei pianti di bambini, come se ci fossero dei bambini a piangere impauriti da quelle ombre cupe e sinistre che avvolgevano il castello. Ed io capii che cosa voleva dire Josephine riguardo le ombre della notte. |
Lanciai un'occhiataccia ad Estea, per poi alzare gli occhi al cielo.
"Ma no, scema..." vagamente divertita, per poi perdere lo sguardo lontano, verso un punto indefinito. "Lo amavo..." dissi piano, con voce lontana "Tanto tempo fa... ma lui amava un'altra ragazza, bellissima, raffinata, colta.. una vera dama.." con una smorfia. Quello che tu non sarai mai... "Non mi ha mai guardato, avremo parlato giusto un paio di volte, ero invisibile... ma io non riuscivo a liberarmene, per quanto ci provassi, e la cosa mi ha distrutto... giorno dopo giorno..questo è il vortice di cui parlo: l'amore non corrisposto ti succhia via l'anima, ti fa a pezzi il cuore in modi che nemmeno credevi fossero possibili... quando sono scappata lasciandomi dietro la mia vecchia vita, poco prima di incontrare gli altri ho giurato a me stessa che non avrei più permesso a nessuno di farmi così male, tantomeno a lui.. anche se, naturalmente non posso prendermela con lui, che non ha fatto niente di male...." sospirai "Però sì, uccidendolo spero che tutto quel passato muoia con lui... se poi ci possiamo anche guadagnare meglio ancora, no?" facendo l'occhiolino alla mia amica. Poi si tornò a parlare della missione, e mi indicò una locanda. "Sì, mi sembra un'ottima idea... almeno berremo anche qualcosa.." sorridendo. Poi ci avviammo verso la locanda. |
Citazione:
Ormai era buio, ma perchè preoccuparmi...ero sempre andata per il bosco e al buio...perchè ora doveva essere un problema. Avrei potuto andare da Alvaro, ma lui si era iscritto al torneo...semmai fossi andata nel covo dei briganti lui avrebbe avuto pericoli se ci fosse entrato..ma forse..unire loro a me e a lui ci avrebbero aiutato a capirne di più. Una luce apparve nel bosco...dovevo rischiare o tornare nella rocca? Ormai ero in gioco...estrassi la spada...e non scesi da Cruz, alzai la guardia e andai verso la luce. |
Svevos e sua madre ascoltarono ogni parola di Dacey.
Alla fine il cavaliere apparve indignato. "Che sciocco a fidarmi di voi..." disse alla principessa. "Non essere oltremodo duro con lei..." Dauna a suo figlio "... è vittima come noi della crudeltà del barone..."guardò Dacey "... grazie di averci avvertito..." e accarezzò il bel viso della ragazza egea. Poi Dacey tornò nella sua camera. Stranamente di Betta non si avevano notizie. La principessa chiamò e dopo qualche istante Betta finalmente arrivò. "Milady ha chiamato?" Con un inchino. |
"Gwen..." disse all'improvviso una voce debole e lamentosa che proveniva da fuori "... Gwen..." ancora.
A tratti sembrava la voce di un bambino che chiamava. "Gwen..." di nuovo "... Gwen..." stavolta la voce pareva essere mutata "... Gwen..." era Emon che chiamava da fuori. |
<<Dove eravate? Che voleva il Maresciallo da voi?>> chiesi alla serva quando finalmente arrivò
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Ad un tratto, una voce.
Una vera però, sopra tutte le altre, che appariva però a tratti lamentosa e debole. Poi mutò. Era la voce di Emon. "Emon!" esclamai, affacciandomi "Grazie al Cielo, sei tu? Stai bene?" |
"Attenta solo che non sia lui ad uccidere te." Disse Estea a Clio.
Le due donne entrarono poi nella locanda. Era ormai molto tardi ma nonostante ciò il locale non era vuoto. Diversi individui affollavano infatti la locanda, molti dei quali erano cavalieri e scudieri. Le due mercenarie si sedettero ad uno dei tavoli ed Estea ordinò da mangiare e da bere. "Due belle ragazze tutte sole?" Avvicinandosi al tavolo un cavaliere. "Beh, immagino vogliate compagnia, no?" Sedendosi con loro, pur senza essere stato invitato. |
Altea si avvicinò a quella luce e si accorse che proveniva da una piccola ed isolata casa nel bosco.
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Avvicinandomi di più mi accorsi era una casupola isolata nel bosco...e chi mai poteva viverci...forse qualche povera ed onesta persona che si manteneva da vivere. E ora....mica potevo bussare e dire..scusate sto cercando gli uomini del clan dei briganti del bosco.
Legai Cruz e mi nascosi dietro le finestre per vedere da chi fosse abitata...o se erano persone di fiducia almeno...ma potevo usare la tattica del buio e cercavo riparo. Bussai alla porta con il fare di ragazza sprovveduta. |
"Beh, mi hai preso per una sprovveduta?" con un sorriso divertito.
Era il caso di tornare a concentrarsi sulla missione e lasciar perdere i fantasmi del passato. Entrammo nella locanda e ci accorgemmo che c'era ancora qualcuno. Ottimo... In un attimo capii che portare Estea e non Tussor era stata una splendida idea. Infatti un cavaliere si avvicinò. Scambiai un rapidissimo sguardo con la mia amica, perché tanto bastava, e poi sorrisi al cavaliere. "Salute a voi.." con un leggero cenno del capo "Avete tutta l'aria di uno che è qui per il torneo, sbaglio?". |
"Ecco..." disse Betta a Dacey "... ehm... ero presso gli alloggi dei nostri ospiti... pensavo di trovarvi là... ma voi non c'eravate..." con un lieve inchino.
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La guardai cercando di trattenere la rabbia.
<< Sei una bugiarda. Che cosa sei andata a fare li?>> |
Gwen corse alla finestra, cercando Emon che la chiamava.
Ma fuori tutto era avvolto dalle tenebre e l'unica cosa che si udiva era il sibilo del vento che attraversava il bosco. Anche quelle voci non si sentivano più. Un attimo dopo si udì di nuovo l'ululato della misteriosa belva. |
Altea bussò alla porta di quella casa e qualche istante dopo qualcuno venne ad aprire.
Era una giovane donna dai lunghi capelli castani. "Oh..." disse "... chi siete?" Chiese. |
Subito dopo una ragazza aprì...aveva capelli lunghi e castani...mi sembrava strano abitasse sola in quel posto.
"I miei omaggi milady, il mio nome è Altea, abito qui nel bosco di Clantes, ma è buio...mi chiedevo se qualcuno potesse darmi riparo almeno fino l' Alba...sapete, ho paura dei lupi famelici" non ne avevo mai visto uno nel bosco ma era riferito ai soldati del Maresciallo. |
Come potevo essere stata così stupida?
Tornai a letto, iniziando a piangere silenziosamente. Come Avevovo potuto pensare che fosse davvero lì, in mezzo a tutte quelle ombre sinistre ed ingannatrici che avvolgevano il castello? Avevo sperato che fosse davvero, lì, sotto la finestra a chiamarmi, il mio cuore aveva sobbalzato al pensiero di poterlo vedere di nuovo, anche solo per un attimo, di rivedere i suoi occhi, il suo sorriso... Un attimo dopo, l'ululato ricominciò. |
"Non sbagliate affatto." Disse il cavaliere a Clio, dopo essersi seduto al tavolo delle due mercenarie. "E a quanto pare molti hanno sentito il richiamo della fama terrena." Guardandosi intorno. "E voi due? Cercate campioni a cui fare da madrine? Magari siete state fortunate ad entrare in questa locanda." Sorridendo.
"Com'è" esordì Estea "che la maggior parte di voi cavalieri sia così sprovvista di madrine da torneo? A vedevi sembra quasi che l'unico scopo di voi campioni non sia tanto quello di farvi valere giostrando, ma quello invece di avere una dama di cui portare i colori." Sarcastica. |
Betta fissò Dacey incredula.
"Ma..." disse come chi non sa cosa dire "... ma cosa dite?" Cercando di sorridere. "Io... cercavo voi... e... e ho pensato che potevate essere lì con gli ospiti..." sudando per il nervosismo. |
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