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Raggiunsi le scuderie al fianco del barone ma rassicurata che Jean fosse poco dietro.
I tre cavalli erano irrequieti, avevano poco spazio a mio giudizio. Una buona parte delle ricchezze di mio padre proveniva proprio dai cavallo ed ero stata addestrata a capire i segreti di quegli animali. I baschi erano troppo tozzi per i miei gusti, molto più alti rispetto ai miei amati arabi, con gli occhi meno vivaci e più languidi, ma anche per questo meno leggibili. Il gruppo era composto da due stalloni e una giumenta, più calma tra i tre. Capii che per Ferico sarebbe stato uno smacco se avessi scelto uno degli stalloni e non volevo di certo farlo adirare, con il rischio di finire confinata nella mia stanza. << Sono magnifici>> esagerai il giudizio allungando la mano verso la giumenta. Era grigia, quasi argentea, con accenni di pomellato. Sfumature più scure sul muso e all'attaccatura degli zoccoli. Criniera e coda corvini. << Chandra. Significa Luna nella lingua di mia madre >> |
Clio non terminò neanche di parlare che qualcuno apparve nella vegetazione.
Era un cavaliere a cavallo, vestito di una lunga tunica bianca, bordata di nero, un elmo di ferro sul capo e corazza su braccia e gamba. E nel vedere i falsi soldati sul carro smise immediatamente di cantare. |
Prima ancora che potessi dire qualcosa, la figura si palesò davanti a noi.
Era un cavaliere, vestito di bianco e nero, con l'elmo in testa. Curioso incontro, questo era sicuro. Lo osservai incuriosita, cercando di mantenere sempre l'aria indifesa della prigioniera. I miei uomini dovevano gestire da soli quell'incontro. Io non potevo aiutarli. Ero solo una prigioniera, nient'altro. Non tradirsi era vitale. Ma mi fidavo di loro e sapevo che avrebbero agito nel migliore dei modi. |
I soldati andarono via con le monete, seguiti dallo sguardo di Frate Roberto.
Anche Gaynor ed Essa lasciarono la Pieve. "Ci è andata bene..." disse la serva alla dama Flegeese "... quei soldati avrebbero potuto farci del male... siete stata molto imprudente nel rispondere loro a tono..." Nel frattempo, alla Pieve, Frate Roberto era rimasto solo ed ora Altea poteva uscire dal suo nascondiglio. |
La guardia guidò Marwel fin dentro la torre ed ella vide il prigioniero dietro le sbarre e provò tenerezza verso quell'uomo. Quando il soldato si allontanò, ella allungò una mano trapassando le sbarre e sfiorando il braccio del prigioniero.
"Vi voglio aiutare. Ho detto alla guardia di essere vostra moglie, dovete avvicinarvi alle sbarre sennò desteremmo sospetti" sussurrò senza farsi sentire dal militare. |
Poco dopo anche le guardie se ne andarono, vidi nelle loro mani un sacchetto..probabilmente erano proprio i soldi dati dalla nobildonna.
Rientrai dalla finestra socchiusa della cucina e la richiusi bene, stava pure facendo notte. "Frate Roberto, per fortuna nessuno ci ha rimesso la vita" dissi dirigendomi da lui e sorridendo "Io ero nascosta tra i cespugli della Pieve, per sicurezza, hanno commesso un' altra delle loro ingiustizie.." sospirai..."Parlavamo di Tomas...". |
Era il tardo meriggio ormai, l'imbrunire avanzava man mano che le lunghe ombre degli aceri, delle querce e dei cipressi coprivano i docili pendii che declinavano sul bosco.
Gwen aveva imboccato lo stretto sentiero che tagliava la boscaglia, mentre il castello svanita poco a poco nella vegetazione e nel freddo. E fatto un miglio, la ragazza vide qualcuno venire verso di lei. Era un contadino che tornava dal suo podere. |
Ormai si avvicinava l'imbrunire.
Io continuavo a camminare, quando vidi un contadino di ritorno dal podere. Lo ignorai comunque, poichè stava per fare buio e dovevo affrettare il passo. |
"Hanno preso il denaro che quella nobile dama aveva portato come offerta." Disse Frate Roberto ad Altea. "Purtroppo, davanti ad uomini che non temono Dio, è impossibile che poi osservino le normali e basilari norme della generosità e della pietà verso i più miserabili della società." Con tono grave. "Si, parlavamo di vostro fratello... purtroppo ha commesso una sciocchezza, non giustificata dalla fame e dalla povertà, ma spinta dalla sciocca volontà di indispettire un nemico troppo più forte. Una capra non dovrebbe mai sfidare i lupi famelici." Prendendo una mantellina umile e consumata. "Mi rechero' al castello, sperando di convincere il barone a compiere un atto di misericordia..."
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Gwen incrocio' quel contadino che la saluto', pur restando sorpreso di vederla sola nel bosco.
"Come mai" disse "ve ne andate sola per il bosco a quest'ora?" |
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