Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 24-04-2014 20.02.49

La situazione era tesa.
Altea, davanti a quella folla, tra cui anche Clio ed i suoi compagni, decise di verificare quanto quel cinghiale morto potesse essere forte.
Conficcò allora la spada nelle sue carni con tutto il vigore che possedeva.
La spada, un po' a fatica, penetrò la pelliccia e poi le carni di quel cinghiale, fino a fermarsi contro l'osso del collo di quell'animale.
“Bah...” disse seccato uno dei cavalieri che avevano ucciso il cinghiale “... questo cosa dovrebbe significare? Nessun animale è invulnerabile alle armi! Le numerose cicatrice di questo cinghiale testimoniano che è stato colpito diverse volte in passato! Probabilmente aveva una resistenza non comune, visto anche la sua notevole stazza!”
“Ha ragione il mio amico!” Sbottò un altro di quei cavalieri. “Dopotutto lo abbiamo ucciso con gli aculei messi nella fossa!” Si avvicinò ad Altea e la spinse via dalla sua spada. “E ora sono stanco di questi giochetti! Questa donna vuole solo offuscare il nostro successo!”
“Forse sei abituato a trattare con delle sgualdrine” afferrando all'improvviso qualcuno il braccio di quel cavaliere “e per questo non sai comportarti in presenza di una dama!” Stringendogli con forza il braccio Gvin. “E se proprio vuoi saperlo anche io ho delle perplessità. Non pretenderete certo che si accetti di buon grado il vostro racconto, vero?”
“Il...” ansimò il cavaliere “... il... braccio... rischiate di... spezzarmelo...”
“Vuoi che ti lasci, gaglioffo?” Fissandolo Gvin. “Prima però dovrai chiedere scusa a questa dama.”
“Chiedo...” mormorò il cavaliere “... chiedo scusa...”
“Non ho sentito.” Fece Gvin.
“Chiedo...” ripetè il cavaliere “... chiedo scusa...”
“Non riesco a sentirti.” Ancora Gvin.
“Chiedo scusa!” Urlò il cavaliere.
“Così va meglio.” Lasciandogli il braccio Gvin.
In quel momento, accompagnato da Older, arrivò Enar che subito si avvicinò al cinghiale per controllarlo.
“Allora...” rivolgendosi Gvin al pastore “... voi siete l'unico ad aver visto bene la bestia... credete che sia questo cinghiale?”
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Guisgard 24-04-2014 20.06.11

Isolde rise a quelle parole di Elisabeth.
“Eh, cara sorella...” disse “... ti vedo agitata... guarda che le mie ancelle ti stanno facendo un favore... diciamo che potrebbero mettere alla prova il tuo amato uomo... non ti intriga la cosa?” Rise ancora. “Ma mi parlavi di una bestia... quale bestia?”

Guisgard 24-04-2014 20.09.15

“Davvero un bello spettacolo.” Disse Riccardo ad Eilonwy. “Però che coincidenza, vero? Parlavamo del Fiore Azzurro e subito dopo c'è stato questo spettacolo... chissà chi è il burattinaio...”

Eilonwy 24-04-2014 21.36.29

“Non penso che sia una coincidenza, forse il Destino, il Fato e la Fortuna per una volta stanno dalla mia parte!.....Allora, vi va di partecipare a questa avventurosa ricerca? Lo so che vi tenta tutto ciò. Dai…dai…dai!” affermai e sbattei le lunghe, folte, sottili e scure ciglia.

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Altea 24-04-2014 22.03.42

Più facevo forza con la spada e più entrava nella carne e si fermò proprio all'osso del collo di quel cinghiale, forse, sacrificato per nulla.
I cavalieri che si vantavano di avere ucciso la bestia di Solpacus ebbero una violenta reazione, uno mi spinse con forza e subito vidi arrivare il duca Gvin, il quale adirato da quella reazione nei miei confronti diede la giusta lezione a quel cavaliere.
"Vi ringrazio duca Gvin, con piacere noto vi è ancora galanteria in un uomo e un cavaliere" per poi rivolgermi al presunto uccisore della bestia.."Accetto le vostre scuse cavaliere..forse il vostro atteggiamento è dettato solo dal nervosismo".

"Altea, ricorda nonostante tuo padre ti insegni a tirare di spada, sei una dama.
Si madre...ma sapete ho imparato il galateo perfettamente, e non dimenticherò mai i vostri preziosi insegnamenti.
Sempre porgere l'altra guancia, essere clementi e umili nonostante il rango ma sempre fiera di quello che sei, non permettere a nessuno, nemmeno al tuo futuro marito di dimenticarti chi sei..una Mc Gwyn e una importante donna e dama...ora non capisci, ma un domani comprenderai le mie parole.
Abbracciai mia madre fortemente...ed ella mi accarezzava i capelli per darmi forza."

Si...era vero, avevo promesso di rispettare da ora in poi tutto ciò che mi avevano impartito, senza però avere obblighi...ero una dama, lo aveva detto pure il duca Gvin. Mi avvicinai al cinghiale ed estrando la spada, per caso strano uscì un piccolo osso...sei una dama, Altea.
Chiamai uno dei cavalieri del duca e gli chiesi di pulirmi la spada dal sangue e di riporre quell'osso in una pezza. L'uomo velocemente fece il tutto, riposi la spada nel fodero e misi la pezza in una tasca della veste.
Mi avvicinai al vescovo.."Eminenza, forse tutto questo è stato un errore, sono preoccupata e vedo soluzione difficile. Questi uomini vogliono una sola cosa...l'arma dei Taddei. Ditemi ora...i Taddei..pensate uno qualunque possa impugnare una arma di quel casato? Essi sono valenti cavalieri, di fama gloriosa assoluta, di un coraggio dettato dallo spirito combattivo e dalla Fede...e solo loro possono impugnare una tale arma o qualcuno mosso dagli stessi rari ideali" scossi il capo.
Finalmente era arrivato Enar...scrutava il cinghiale attentamente, il mio cuore batteva forte..egli avrebbe dato, comunque, il giusto responso.

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Guisgard 25-04-2014 00.19.41

Enar si avvicinò al cinghiale ucciso e cominciò ad osservarlo con molta attenzione.
“Allora...” disse Gvin “... è questo il cinghiale che vi ha aggredito? Siete l'unico ad averlo visto bene, dunque solo voi potete dirci se questo è effettivamente la bestia oppure no.”
“E' davvero grosso...” fece il pastore guardando quella grossa carcassa “... si, potrebbe essere proprio l'animale a cui tutti danno la caccia... anche se...”
“Cosa?” Chiese Gvin.
“Le zanne...” mormorò Enar “... non so... sono robuste, certo... ma mi chiedo quanto siano capaci di causare gli scempi che abbiamo visto sui cadaveri...”
“Un animale nella foga” osservò uno dei presenti “può fare molti danni...”
“Si, è vero...” annuì Enar “... dobbiamo comunque calcolare che, data la sua stazza, quest'animale lanciato a grande velocità contro una preda può davvero far danni... e queste sue zanne possono rivelarsi letali come coltelli...”
“Dunque?” Guardandolo Gvin.
“Potrebbe essere davvero la bestia che ha seminato il terrore in queste lande.” Disse il pastore.
“Hurrà!” Esclamarono quei cavalieri che l'avevano ucciso. “Ora abbiamo meritato la spada dei Taddei!”

Guisgard 25-04-2014 00.24.08

Riccardo sorrise a quelle insistenti richieste di Eilonwy.
“Beh...” disse infine il cavaliere “... in effetti è una ricerca intrigante... ma mi piacerebbe saperne di più... cosa ne dite se raggiungiamo il teatrino dei burattini per parlare un po' col burattinaio? Dallo spettacolo credo che lui conosca molte cose sul Fiore Azzurro. Siete d'accordo?”

Altea 25-04-2014 00.26.43

Ascoltai incredula le parole di Enar e guardai il vescovo..."Eminenza..e ora che si fa? Io non ci credo."
Mi voltai verso il pastore e i cavalieri che esultavano..."E come spiegate il fatto che era inscalfibile? Nessuno riusciva a colpirlo..io stessa ho visto la scure di milord Tyssen rimbalzare...allora faremo una prova..portatemi il mio cavallo, Cruz, e io stessa andrò per le foreste sola e vedrò se questo cinghiale vi è ancora...accompagnata dal duca Gvin e dallo stalliere Posteg".

Guisgard 25-04-2014 00.36.16

“Molto probabilmente” disse ad Altea uno dei cavalieri che avevano ucciso quel cinghiale “come ho spiegato in precedenza la stazza di questo cinghiale gli permetteva di resistere ai colpi subiti, essendo non mortali, ovvio. Quando invece è finito nella fossa non ha più avuto modo di evitare la morte.”
“E le sue cicatrici” intervenne un altro di quei cavalieri “testimoniano i colpi subiti in precedenza.”
“Anche io nutro qualche dubbio” fece Gvin “ed approvo la decisione di lady Altea. Se davvero è questo il cinghiale, allora non correremo alcun pericolo ad uscire per la foresta. Al nostro ritorno, accertato il tutto, avrete la spada dei Taddei.”
“Mi sembra giusto.” Disse il vescovo. “Concordo con questa decisione.”

Eilonwy 25-04-2014 00.38.27

“D’ accordissimo, Illustrissimo!....E’ ciò che stavo pensando anch’ io!” esclamai gaiosamente.
Ci dirigemmo verso il coloratissimo e sgargiante tendone del burattinaio.
Ero felice, veramente felice di avere accanto il mio Riccardo.
Presi parola: “E’ permesso!?!...C’ è qualcuno qui? Stavamo cercando il burattinaio dello spettacolo sul Fiore Azzurro. Ci siete, Messere?”.
Presi una candela accesa su un comodino. Era davvero buio in quel tendone pur essendo giorno!
Forse per le varie tele incerate che formavano quella stravagante dimora piena di manichini, marionette, burattini e bambole.

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Altea 25-04-2014 00.43.35

Guardai il duca Gvin e il vescovo annuendo e poco dopo arrivò pure Posteg con Cruz.."Posteg...salite sul mio cavallo..voi dite arriverà chi sconfiggerà la belva, portate la positività" mi avvicinai al duca che era già salito in groppa al suo splendido destriero.."Sono pronta duca...vi è un motivo perchè Posteg sia con noi che non posso dirvi...allora io direi di partire e semmai dovessimo vederlo dobbiamo accelerare la corsa del cavallo e portare la belva fino al ruscello...forse in acqua non ha la resistenza e forza e potrebbe perire...sempre non troviamo qualche valente cavaliere pronto a ucciderlo, vero Posteg?".
Detto questo baciai la Croce sull'elsa e spronai Cruz seguita dal duca e ci inoltrammo ad alta velocità nella foresta.

Guisgard 25-04-2014 00.48.40

Eilonwy e Riccardo entrarono nel retro di quel piccolo teatrino.
Ovunque vi erano costumi, maschere ed oggetti di legno e cartone, tutti adatti ad essere portati sulla scena.
In un grosso baule, poi, vi erano diversi burattini, di tutti i tipi.
Paladini, dame, chierici, negromanti, infedeli, giullari, streghe, nani e scudieri.
Insomma, vi erano per tutti i gusti e capaci di poter animare uno spettacolo con qualsiasi personaggio.
Ad un tratto, però, i due nella penombra intravidero qualcosa.
Una sagoma alta e slanciata, dai tratti sinistri e spettrali.
Quasi come fosse un fantasma che si aggirava tra quegli oggetti fatti di fiabesca e teatrale meraviglia.

Guisgard 25-04-2014 00.57.52

Altea, Gvin e Posteg lasciarono la città e raggiunsero la foresta.
“Allora quando sarà” disse cavalcando il duca di San Marco di Saggesia “mi rivelerete il motivo per cui costui è venuto con noi. Anche se” ridendo appena “dubito incontrerete qualcuno mi valoroso di me per uccidere la bestia. Ammesso sempre che il cinghiale preso da quei balordi non sia l'animale a cui tutti danno la caccia. E' comunque una possibilità da tenere in considerazione, milady.”
Era il tardo pomeriggio e la foresta si apprestava ad accogliere l'arrivo del crepuscolo.
E con esso il regno delle tenebre e delle ombre.

Eilonwy 25-04-2014 01.03.52

All’ improvviso, scorsi confusamente con la coda dell’ occhio una figura slanciata, stravagante e fiabesca.
Mi avvicinai alla sagoma e dissi: “Salve!...Siete voi il burattinaio? Il mio nome è Eilonwy e questo è Sir Riccardo. Vorremmo saperne di piu’ sul Fiore Azzurro. Di grazia, ci potreste dare qualche altra informazione?”.

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Altea 25-04-2014 01.07.36

Guardai il cielo...stava imbrunendo.
"Io non sarei tanto sarcastica milord...sta diventando notte ed è meglio ci creiamo delle torce".
Scesi da cavallo e presi due grossi rami strofinando dei rametti creai fuoco e i due rami divennero torce, diedi una a Gvin e poi l'altra a Posteg.
Risalii sul cavallo e lo spronai "Facciamo presto duca...ebbene voi non ci crederete, Posteg ha una dote..quella dei sogni premonitori e nessuno gli crede mentre io si. Un cavaliere dagli occhi azzurri nella foresta, egli ha visto in sogno, e che sarà colui che sconfiggerà la bestia...lui sostiene sia il Duca di Capomazda..io ne dubito, magari potrebbe essere della famiglia dei Taddei..ma voglio dare credibilità a Posteg e se lo incontrassimo veramente solo lui potrà riconoscerlo. E comunque sarebbe un vero peccato che l'arma dei Taddei finisca in mano a quei cafoni..su questo convengo con voi".
Spronai sempre di più Cruz e vidi delle figure muoversi nella foresta.
Lo bloccai forte per le briglie.."E' troppo pericoloso duca...potremmo perdere la vita, e penso non valga la pena per una arma o per l'orgoglio..torniamo a Solpacus, se volete seguitemi".
Ripresi la strada da dove ero venuta..."Posteg, soprattutto tu, sei così indifeso..sappi una cosa però..io ti darò onore ugualmente, per come hai curato Cruz e hai avuto fiducia in me mi seguirai, oppure ti manderò da mio fratello Andrew raccomandandoti".
Arrivai a Solpacus e il vescovo mi venne incontro..."Eminenza, ho visto una aria particolare nella foresta, pure figure strane muoversi e non erano animali notturni credetemi...non potevo rischiare la mia vita e soprattutto quella di Posteg...io mi arrendo, penso di aver dato abbastanza a Solpacus e milord Tyssen pure una gamba...per me potete dare subito l'arma a quei cavalieri..e ora se permettete vado alla locanda, mio fratello Andrew mi aspetta a Capomazda per preparare le nozze" e gli mostrai l'anello.
Fu così che tornata alla locanda la figlia del locandiere mi abbracciò, ella era in pensiero per me..."Gentilmente, datemi una scodella e dell' olio puro".
La ragazza arrivò poco dopo..."Grazie mille...sarà quella la belva..oppure sarà qualcun altro a sconfiggerla, magari una dama forte" e guardai fuori dalla locanda osservando quella donna con un seguito di soldati e sembrava quasi essa gli facesse capo.
Arrivata in camera creai l'amuleto...ricordavo bene sia i procedimenti che le parole da incidere..più che altro era il mio scetticismo che mi portava a farlo, e lo misi nella scodella con l'olio e aspettai i cerchi scomparissero.

"Allora che hai scoperto? chiesi a Ludvica sottovoce.
Eravamo in chiesa ed ella mi fece cenno di parlare piano.
Duchessa...sembra che il vostro promesso sposo e colui
che viene a vedervi sul balcone e vi incontra siano la stessa persona.
Impossibile Ludvica...è impossibile.
Invece è possibile, me lo ha detto lady Gertrude, donna di sani valori e informata su tutto, ma non mi ha rivelato chi sia.
Calò così il silenzio tra noi mentre Padre Benedetto diceva il Rosario osservandoci parlottare".

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Mi destai da quel pensiero, ora sarei partita veramente, e dovevo pure parlare con Andrew su cosa mi era successo fino oggi e avere la sua opinione.
Guardai nella ciotola e l'ultimo cerchio svanì.....se veramente quella non era la belva e qualcuno voleva sconfiggerlo e questa piccola buona magia fosse riuscita..avrei aiutato il fortunato.

elisabeth 25-04-2014 20.41.06

Diedi un pugno nel catino che conteneva l'acqua.........la solita provocatrice....." Dovete sempre dimostrarmi qualcosa......non c'e' mai stato un momento nella vostra vita che non mi abbiate chiesto conferma dei miei pensieri per poi prendervi gioco di me.....come quando siete venuta a trovarmi in Chiesa.....eravamo tutti consapevoli che quel matrimonio era una burla....pensavamo andasse diversamente..se voi non avesse indotto la ragazza ai contorcimenti demoniaci....e non dirmi che non e' così.....i santi non regnano tra le tue colonne..............e comunque non e' per parlarti di Daizer che sono qui.................la Bestia che sta seminando terrore e' un cinghiale........uccide distrugge le sue prede...e se anche fosse toccato da mille spade...lui se le scrolla da dosso senza subirne danno.........c'e' gente a cui mancano gli occhi o le braccia....e queste sono le persone fortunate che sopravvivono a lui.......ora dimmi........cosa c'e' di più forte di te...che sta vagando da queste parti ?.....dimmi mia cara......cosa c'e' che riuscirebbe a seminare morte e a provocare..spasmi demoniaci.....che non sia la tua infallibile capacità magica......ti ricordo che tuo figlio e' immortale...stai attenta Isolde........potresti avere problemi.......".........la guardavo....avevo voglia di andarmene...o di prenderla tra le braccia.....avevo voglia di gridare perchè così lontane........avevo voglia di sentire una risposta sincera.....

Clio 26-04-2014 00.28.15

La lama penetrò tranquillamente il corpo dell'animale.
E quello era il mostro indistruttibile di Solpacus? Accidenti!
Schioccai più volte le dita, a richiamare l'attenzione dei miei uomini.
"Siete sordi per caso? Vi ho fatto una domanda, a che punto siamo col veleno?" scossi la testa "A me la cosa puzza, e prima di lasciarmi questo posto alle spalle, vorrei avere la certezza che questa gente non sia più in pericolo...".
Nel frattempo, la donna con la spada era tornata dalla foresta, senza portare prove né controprove della presenza del mostro.
Non ero tranquilla, dovevo fare un tentativo.
La vidi entrare nella taverna e parlare con la figlia del locandiere, ci passò praticamente davanti per raggiungere la porta.
Stavo quasi per entrare a chiederle della foresta, ma era già svanita, probabilmente nella sua camera.
Il cielo era buio, ormai.
Cosa che giocava a nostro vantaggio, avevo come l'impressione che la bestia attaccasse meglio di notte, o forse più semplicemente erano gli uomini ad essere più impacciati , e cadevano tra le sue fauci.
"Vi ho aspettato abbastanza.. Veleno o no, un giretto nella foresta lo farei.. se quegli uomini hanno ragione, allora sarà solo una passeggiata nel bosco, e domani riprenderemo il viaggio verso Gioia Antiqua, se invece non è vero.." sospirai "Atalanta non avrà ucciso quel cinghiale, ma l'ha colpito per prima... Possano gli dei vegliare su di noi, e guidare le nostre frecce... Una bestia del genere non può essere stanata da un uomo solo, ma da una squadra organizzata, perché no.. anche quei cavalieri, infondo, hanno lavorato in gruppo..." guardai i miei uomini "Faremo così, voi entrerete prima nella foresta, e troverete delle postazioni comode... è un cinghiale non un'aquila, servono posizioni elevate, sugli alberi, se riuscite a salire.. poi entrerò io, camminerò piano, come se stessi aspettando qualcuno.. infinei entrerete voi..." indicando i restanti "...dovrete circondarmi, può arrivare da qualunque direzione, voglio che siate pronti ad abbatterlo! tutto chiaro?".

Guisgard 26-04-2014 00.35.51

Isolde fissò a lungo Elisabeth, per poi sorriderle.
“Sorella cara...” disse “... tu dovresti conoscermi bene... ti pare che userei un animale per terrorizzare qualcuno? Un cinghiale poi!” Rise appena. “Ho un'immaginazione più vivace, lo sai. Se avessi voluto portare paura e morte di certo avrei scatenato una carestia, una pestilenza o un terremoto. Condurre per mano la morte casa per casa, osservare l'impotenza degli uomini che attendono solo l'ora fatale, è un piacere sottile che non vorrei perdermi mai. E poi rifletti, sorella cara... con tutti i mostri che si possono evocare dai loro sonni millenari, pensi che perderei tempo ad incantare un cinghiale? Sai meglio di me che in questa grande tragedia chiamata mondo esistono uomini capaci di maledire se stessi ed i propri simili con la loro malvagità, senza dover scomodare demoni e creature mostruose!”

Guisgard 26-04-2014 01.02.15

A quelle parole di Eilonwy, però, la misteriosa figura celata nella penombra non rispose nulla, restando immobile come un'ombra.
Riccardo allora prese una candela e si avvicinò a quella spettrale sagoma per vederne il viso.
E con stupore i due giovani si accorsero che quella figura altro non era che un bellissimo abito su un manichino di legno.
“Ecco perchè non ci rispondeva...” disse Riccardo con tono scherzoso “... sarà un costume di scena, per uno degli spettacoli... chissà a quale personaggio appartiene...”
“E' il costume della regina Giosa Azzurra...” all'improvviso una voce alle loro spalle “... la regina di Gioia Antiqua.” Aggiunse il burattinaio.
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Guisgard 26-04-2014 01.09.51

Altea, tornata nella locanda, aveva terminato di preparare il talismano.
Gvin, invece, era rimasto nella foresta, volendosi accertare che la bestia avesse davvero terminato la sua stagione di caccia grazie a quei cavalieri.
Per le strade di Solpacus, intanto, la gente festeggiava, cantava e rideva.
Tutti infatti erano convinti che il cinghiale ucciso da quei cavalieri fosse la terribile bestia che aveva seminato il terrore intorno alla loro città.
E dalla sua stanza Altea poteva udire tutto ciò.
Ma verso l'albeggiare, qualcuno arrivò in città in sella al suo cavallo.
Era un messo del Gastaldo.
“Gente si Solpacus, ascoltatemi...” fermandosi in mezzo alla folla fino a quel momento in festa “... smettete di gozzovigliare e festeggiare... gli uomini del Gastaldo hanno scoperto poco fa, a poche miglia dalla città, il corpo senza vita di una donna... è stata massacrata stanotte, nello stesso modo in cui sono state trucidate le altre vittime... la bestia è ancora viva!”
A quelle parole la folla, per la paura e la rabbia, aggredì i cavalieri che si erano vantati di aver ucciso il cinghiale, quasi lapidandoli davanti alla chiesa.
Solo l'intervento del vescovo li salvò dall'ira della folla.

Guisgard 26-04-2014 01.16.03

Tutti annuirono a quelle parole di Clio.
Così, la compagnia dei falsi mercenari lasciò la città e raggiunse la foresta in cerca di prove sulla morte della bestia.
Nestos tuttavia era rimasto a Solpacus, in quanto non era riuscito a terminare in tempo il veleno.
Alla fine trovarono una fitta boscaglia in cui potersi disporre secondo le indicazioni di Clio.
Ma mentre tutti loro prendevano posizione, la ragazza udì un fischio, simile ad un lungo e lento sibilo.
Poi più nulla, solo un irreale silenzio.
Il resto della notte trascorse così, in quella calma innaturale.
Infine, verso l'albeggiare, la compagnia udì delle voci e dei nitriti.
“C'è qualcosa laggiù...” disse Ertosis dalla cima di un albero “... vedo degli uomini... sono intorno a qualcosa... sembra... sembra un cadavere...”
“Cosa può essere?” Stupito Porturos.
“Andiamo a vedere e lo scopriremo...” fece Borel.
Allora raggiunsero il luogo in cui c'erano quegli uomini.
Scoprirono così che erano i soldati del Gastaldo.
“Cosa succede?” Chiese Borel.
“Voi chi siete?” Domandò il capo di quei soldati.
“Siamo giunti da Solpacus per scoprire se la bestia è morta davvero.”
“Ecco allora la risposta che stavate cercando...” fece l'uomo, indicando il cadavere di una donna presso uno stagno “... è stata uccisa stanotte... dalla bestia...”
E ai loro occhi apparve uno spettacolo vomitevole, con quel cadavere sventrato in mezzo al fango e ai corvi.
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Eilonwy 26-04-2014 14.40.40

Nessuna risposta.
Riccardo mi fece piu’ luce con un’ altra candela. Capimmo che si trattava di un manichino con un appariscente, ma sinistro, abito da donna.
Al dubbio del paladino, di chi poteva rappresentare quel costume, rispose una voce maschile alle nostre spalle. Era quella del burattinaio che ci disse che apparteneva alla Regina Gioiosa Azzurra.
Il burattinaio era un uomo dalla carnagione molto scura con occhi, barba e capelli neri. Aveva dei tratti somatici tipici della gente dell’ Africa, ma era vestito con vestiti mussulmani ed arabi.

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“Vedo che la conoscete, Messere!.....Come immagino conoscete bene anche il Fiore Azzurro! Quell’ abito è molto bello, ma stranamente ha un non so che di oscuro. Ehm….ehm, mi spiace di avervi scambiato per quel manichino!.....Come vi chiamate? E potrete spiegarci in modo dettagliato tutto ciò che riguarda il Fiore Azzurro, per favore?” dichiarai sorridendogli timidamente.

elisabeth 26-04-2014 18.55.52

Infatti....lei era amante dell' orrido....della maligna morte...gustata a morsi così come si fà con una succulenta mela...sa......e poi così bella..paragonarla ad un cinghiale.......ma cosa mi veniva in mente....La bella Isolde un cinghiale......." Isolde.....riconosco che tu non potresti mai essere un cinghiale o pensare di poterne assumere le sembianze.......tu parli di uomini che riescono a tradurre la loro malvagità in questo modo?....rischiando poi di non poter più fermare questo lugubre pensiero.......guarda ".......alzai le mani contro la parete e le feci vedere il ritrovamento di una ragazza....era smembrata.....mi salì la nausea....e quando abbassai le mani tutto scomparve......." Lo so che alla fine a te non importa nulla.......ma questo mostro creato dagli uomini......si sta nutrendo della tua persona......ti cercano Isolde...e francamente solo io so come trovarti......ma vedi......noi maghe costruiamo i sogni degli immortali......li rendiamo vivi.......io non posso credere che dietro quella creatura ci sia l'arte dei profani.......dai ti prego.......aspetta...come si chiamava l'ultimo amante che mandasti via...si...il padre di Flees.......lo facesti soffrire le pene dell'inferno.....il suo amore per te.....fu una fetida faccenda da pochi attimi.....credimi....la bestia non risparmia nessuno...nemmeno tuo figlio.......aiutami....solo una volta ...... aiutami a far finire questa carneficina che a tuo dire e' messa su da un incompetente......"......

Altea 26-04-2014 20.09.47

La notte fu insonne per i festeggiamenti quando finalmente vidi un raggio di sole illuminare la stanza..era l'Alba... ad un tratto sentii un uomo urlare, aprii la finestra e udii il tutto.
Scesi subito in piazza, dai festeggiamenti si passò a una ferocia inaudita verso i cavalieri si vantavano di aver ucciso la belva...ma il vescovo seppe con calma placare la gente.
Scossi il capo...e ad tratto qualcosa mi insospettì. Nel Libro Ancestrale, effettivamente, si parlava il talismano funzionava solo se era fatto su un animale colpito da un sortilegio...quindi? O avevo fallito io...oppure non era questa la vera ipotesi e il mio pensiero andò al povero e bel Elvet, tramutato da Isolde in qualcosa di strano...Enar, poi, aveva assicurato quella fosse la belva vera..strano, lui parlava solo se sicuro di ciò che diceva.
Ad un tratto arrivò la figlia del locandiere dicendomi il messo del Gastaldo aveva lasciato una missiva per me...guardai la lettera..era di Andrew. Non avevo intenzione di andarmene...ora il mistero si infittiva.
La aprii di fretta e leggendola rimasi a bocca aperta poichè mi venne in mente di ella proprio mentre il talismano era nell'olio..non portava cattive notizie...forse.

"Carissima sorella mia,
forse ricordate lady Gertrude...e io sono terribilmente preoccupato per Voi, visto le notizie che arrivano qui a Capomazda sui fatti di Solpacus.
Ebbene non vi chiedo di venire qui subito...e poi caparbia come siete sono sicura non verrete, anche perchè il vostro fidanzato non si trova qui ora.
La figlia della contessa si è appena trasferita a Solpacus e la contessa con lei poichè è andata in sposa a un nobile di quel paese. Ha affittato per un periodo un Palazzo, proprio vicino alla foresta, ma essa li abita sola ed è un pò spaventata visti gli accadimenti e le ho chiesto se poteva ospitarvi...ed essa ha accettato volentieri. Quindi, vogliate, cortesemente avviarvi a Palazzo Costanza, ho dato disposizioni alla contessa di lasciarvi libera..e sapete il motivo. Un saluto pure da Ludvica, con gioia vi annuncio diventerete zia per la terza volta.
Lord Andrew George Mc Gwyn".

Era stata una contromagia...quella donna era tremenda, ancora la ricordavo...era piccola e paffutta ma tanto attenta, dura e severa..e fortemente cattolica come tutti i capomazdesi.Almeno avrei avuto un posto tranquillo dove dimorare, e per fortuna potevo pure muovermi..mi guardai le vesti..certo non erano degni del mio rango, ma avrebbe provveduto lei..sicuramente..e ora si tornava alla vita di prima, sbuffai.
La locanda era stata pagata, la spada e la sacca erano con me ed innavertitamente toccai il pendaglio al collo, quello che mi diede quel misterioso Cavaliere a Petra e scoprii davanti ad Abate Nicola..lo guardai..quel Fiore e quella frase sul Fiore e l'Amore.
Chiamai Older e gli chiesi di portarmi a Palazzo Costanza, non sapevo minimamente dove potesse essere.
Partimmo coi cavalli, raggiungemmo la foresta, quando vidi della gente e fermai il cavallo...stavano prendendo e portando via il cadavere di quella donna..e vidi vi erano dei cavalieri e la donna che sembrava li capeggiasse e vidi alla locanda e la fissai..era bella, fiera ed altera e mi dava un senso di simpatia e mi avvicinai al gruppo.."Quindi, non era quella la belva, non vi sembra?" e guardai la donna..."Chi siete voi, se non sono troppo impudente e cosa vi porta a Solpacus..io sono lady Altea e sono qui da molto..da troppo per vedere troppe vittime..a mio parere vi è qualcosa di misterioso in questa faccenda".
Le sorrisi aspettando risposta e guardai i suoi uomini...erano un pò strani, sembravano cavalieri di ventura eppure qualcuno mostrava un chè di aristocratico.

Clio 28-04-2014 00.04.33

Ci avevamo visto giusto, purtroppo, quell'enorme cinghiale non era il mostro.
Seguii i miei uomini verso il rumore, e restai ad osservare il corpo della giovane.
"Io dovevo fare da esca, anche se con scarsi risultati... Ma cosa ci fanno tutte queste donne da sole nel parco? Non mi sembra che la presenza della bestia sia un segreto.." Scossi la testa.
Dovevamo tornare a Solpacus per avere il veleno, le armi erano inutili.
E quel fischio, cosa poteva essere stato.
Qualcuno ci raggiunse a cavallo, nel voltarmi riconobbi la donna che aveva colpito il cinghiale con la spada ed era andata per prima nella foresta.
Le sorrisi. Donne con un tale fegato erano rare.
"No, decisamente... Ma avevo ben pochi dubbi.." Le rivolsi un lieve inchino "Io sono Lady Guàmarin, e loro sono i miei Gufi Scarlatti... Non siamo che soldati di ventura, è stata la spada a trattenerci a Solpacus..".
E la sofferenza di tutta questa gente, che è nostro dovrete proteggere... Ma tu questo non lo devi sapere... Siamo senza Patria e senza Cuore, ci importa solo di Gloria e Ricchezza!
"E voi, Lady Altea.." La fissai, incuriosita "Siete la donna che ha provato la vulnerabilità di quella bestia... Ottima mossa, a proposito e.. Bella spada.." Sospirai "Si, lunghe tenebre si celano in questa foresta... Le spade sembrano inutili contro la bestia... Vi confesserò, che vorrei conoscere le arti magiche in questo momento... E rispedire quel mostro all'inferno che lo ha generato..." Lanciai un'occhiata ai miei uomini "Ma tutto ciò che possiamo fare è usare l'astuzia..." Li richiamai con un cenno "Noi dobbiamo tornare in città, e preparare la prossima mossa in questa caccia.. Siate prudente, mia signora... Le donne in gamba scarseggiano oggigiorno, sarebbe un terribile spreco..". Facendo l'occhiolino alla dama.

Guisgard 28-04-2014 01.00.31

Isolde fissò Elisabeth e scosse la testa.
“Mio figlio è al sicuro.” Disse. “E' qui con me, in questo inaccessibile palazzo. Ma...” alzandosi dal suo trono ed avvicinandosi alla sorella “... perchè mi chiedi questo? Cosa ci guadagni tu? Io sapevo di un osso e di una tomba vuota... giusto? Era questo che stavi facendo... poi, tutto un tratto, ti interessi di queste faccende...” sorrise “... ah, sorella... per quanto mi riguarda la storia di quel cinghiale, di cui ignoro tutto, può benissimo essere il banale caso di un predatore che flagella una regione... dunque non comprendo questo tuo interesse... piuttosto... potrei proporti qualcosa di sicuramente più eccitante... qualcosa che valga la pena realizzare insieme... sto parlando di potere... cosa ne dici, sorella cara?”

Guisgard 28-04-2014 01.27.50

Finito di parlare con quella donna ed i suoi soldati di ventura, Altea ed Older ripresero la strada verso Palazzo Costanza.
“Eh, brutta storia...” disse l'uomo durante il cammino “... brutta storia davvero... sempre più fosca...” scosse il capo “... un'altra vittima, dunque la bestia è viva... temo che non riusciremo mai a sconfiggerla... forse è un demonio, una maledizione, un castigo... non mi meraviglierei se pian piano tutti cominciassero ad abbandonare Solpacus... magari è proprio così... come accadde a Sodoma e Gomorra... Dio vuol punirci di qualche antica colpa, spazzando via la nostra città...”
Ma quei cupi discorsi di Older si interruppero appena i due arrivarono ad un antico ed austero castello nobiliare nel bel mezzo della foresta.
Era Palazzo Costanza.
Bussarono ed una servitrice giunse ad aprire loro il portone.
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Guisgard 28-04-2014 01.39.48

“Salute a voi.” Disse il burattinaio ad Eilonwy e a Riccardo. “Il mio nome è Quatro e sono burattinaio sin dall'infanzia. Ormai questo mestiere per me non ha più segreti.” Guardò il costume della regina di Gioia Antiqua. “Si, è davvero un bellissimo costume di scena. Però non lasciatevi suggestionare da queste cose.” Sorridendo ai due giovani. “Sono leggende e tradizioni antiche, che poi bardi e cantori hanno utilizzato nelle saghe e nei poemi cavallereschi.”
“Insomma, ci state dicendo che sono solo favole?” Fissandolo Riccardo.
“Si, pressapoco.” Annuendo il burattinaio.
“Allora Gioia Antiqua non esiste?” Chiese il cavaliere.
“Certo che esiste.” Rispose Quatro. “Ma, come avviene in tutte leggende, ad uno strato di verità poi si aggiunge sovente la fantasia ed il romanzesco. Gioia Antiqua esiste, ma sicuramente non possiamo dire la stessa cosa per quanto riguarda tutto ciò che viene raccontato attorno. Naturalmente non vi è alcuna maledizione che flagella i nobili Taddei.”
“Ed il Fiore Azzurro?” Domandò Riccardo.
“Anche quella è una affascinante ma fiabesca invenzione letteraria, ragazzi miei.” Scuotendo il capo Quatro.

Guisgard 28-04-2014 02.14.03

Clio ed i suoi lasciarono il luogo in cui era stata ritrovata l'ultima vittima della bestia e ripresero la via per Solpacus.
Ritornati in città rientrarono nella locanda, dove avevano lasciato Nestos a preparare il suo veleno.
Il medico era rimasto chiuso in quella stanza diverse ore, dopo che aveva raccolto in giro, tra campagna, empori ed erboristerie, tutto il necessario per il suo lavoro.
E quando Clio ed i suoi compagni entrarono nella stanza, subito Dort chiese a che punto fosse con quel suo veleno.
“Posso dirmi abbastanza soddisfatto.” Disse Nestos. “Ma prima una premessa è d'obbligo.”
“Sentiamo.” Fece Borel.
“Io personalmente non credo nel fantastico e nell'immaginario.” Spiegò il medico. “Girando per la città ho udito storie di tutti i tipi che cercavano di dare una spiegazione a queste morti assurde. Qualcuno parlava di licantropi, altri di orchi. Altri ancora addirittura tiravano in ballo animali posseduti dal demonio a causa di Sabba offerti dalle streghe al maligno. Sinceramente io credo che ci sia una spiegazione ad ogni cosa. Per questo il nostro cinghiale altro non è che un animale feroce, attirato in questa zona grazie alla presenza marcata di prede.”
“Arriva al punto, stramaledizione!” Esclamò Porturos.
“Certo...” annuì Nestos “... questo per dire che trovandoci di fronte ad un animale feroce e non ad una belva fantastica, il veleno che ho preparato si rivelerà essere un'arma letale.”
“Come lo useremo?” Chiese Dort. “Intingendo la punta delle nostre frecce nel veleno?”
“Sconsiglierei questa idea.” Scuotendo il capo Nestos.
“Perchè mai?” Domandò Ertosis.
“Perchè dalle testimonianze” spiegò Nestos “pare che il nostro animale abbia una stazza notevole ed una resistenza abbastanza forte ai colpi subiti. Trafiggendolo con frecce avvelenate, data questa sua mole, potrebbe impiegare un bel po' il veleno a penetrare nel suo sangue, lasciandogli così la possibilità di attaccarci. E ritrovarsi contro un animale inferocito è sconsigliabile.”
“Dunque?” Fissandolo Borel.
“Direi di trovare un modo per farglielo ingerire il veleno...”
“E come?” Dubbioso Scotir.
“Lady Clio, come detto, si presterà a fare da esca” mormorò Nestos “e noi per attirare a lei la bestia dissemineremo la zona di carne intrisa del nostro veleno... state certi che nell'avvicinarsi a milady mangerà quella carne avvelenata... e dopo qualche istante cadrà al suolo senza vita.”
“Detta così sembra molto facile.” Osservò Motrus.
“Già, anche troppo.” Pensieroso Porturos.
“Credetemi, è il modo più sicuro ed efficace.” Tranquillizzandoli Nestos.
“Sarà...” disse Borel “... io però voglio avere con me anche le frecce avvelenate... mi sentirò più a mio agio.”
“Si, concordo.” Annuì Dort.
“Allora definiamo ogni particolare del piano...” intervenne Vortex “... così che stanotte si possa attuare...”

Guisgard 28-04-2014 02.50.39

Oltre la macchiettatura verde dei campi che ricoprivano il dolce declivio del fondovalle, si elevavano gli alti monti, simili a bastioni millenari, con le loro vette dentellate, i pendii brulli e le forme incerte e perse nell'umida foschia, quasi a voler racchiudere quell'angolo di foresta in una visione, come il paesaggio fantastico di un sogno.
La casa colonica era immersa, quasi addormentata, in quello scenario verdeggiante alla fine di un dimesso sentiero di pietrisco e muschio, segnato dall'antico passaggio delle ruote dei carri.
Tutt'intorno crescevano folti rovi, frondosi noci e bruni faggi che parevano quasi danzare nell'inquieto e primordiale splendore del crepuscolo.
Guisgard e Aust si avvicinarono così allo steccato che racchiudeva quel luogo, attratti dai polli che si beccavano a vicenda.
“Ah, odo finalmente un canto amico...” disse Aust “... dolce melodia per il mio stomaco vuoto!”
“In effetti” fece Guisgard “si è fatta un bel po' di strada e non sarebbe male mettere qualcosa sotto i denti.”
Ma ad un tratto si udì abbaiare un cane.
Un attimo dopo una figura apparve nello spiazzo antistante la casa.
Era un uomo anziano, magro e col viso scarno.
La barba era incolta, il volto marcato da rughe profonde e i capelli di un grigio chiaro.
“Salute a voi.” Salutandolo Guisgard. “Siamo viaggiatori e cercavamo un luogo in cui riposare visto che presto sarà buio. Naturalmente siamo disposti a pagare.”
L'uomo li fissava senza dire nulla.
“Sappiamo essere generosi, non temete!” Esclamò Aust.
L'uomo continuava a guardarli senza proferire parola.
“Credo sia meglio andare...” mormorò Aust al suo compagno di viaggio “... magari troveremo un altro posto o una chiesa in cui fermarci...”
“Si, credo sia meglio...” annuì Guisgard.
Ma lo sguardo di quell'uomo, fisso e silenzioso, alla fine incuriosirono il cavaliere.
“Cosa avete da fissarci così?” Guardandolo.
L'uomo finalmente scosse il capo e si avvicinò ai due, per poi inginocchiarsi a pochi passi da loro.
“Oh, milord...” davanti a Guisgard “... quando tempo vi ho atteso... mio signore, quanto tempo...”
“Costui è matto...” Aust a Guisgard.
“Su, alzatevi da terra...” rivolgendosi all'uomo il cavaliere “... non sono abituato ad una persona della vostra età che si inchina così davanti a me...” aiutandolo ad alzarsi.
“Milord...” commosso l'uomo.
“E' evidente” mormorò Guisgard “che mi avete scambiato per qualcun altro...”
“So benissimo chi siete, milord...”
“Non credo...”
L'uomo annuì e sorrise.
“Posso sapere il vostro nome?” Domandò il cavaliere.
“Mi chiamo Heat...” rispose l'uomo “... ma so chi siete, milord...”
Guisgard si voltò verso Aust, poi tornò a fissare l'uomo.
“Siete l'Arciduca” continuò Heat “giunto finalmente da Capomazda. Immagino che il Gastaldo ed il vescovo vi abbiano chiamato in queste solitarie lande.”
“Si, matto come un cavallo...” in un orecchio Aust a Guisgard.
“Amico...” Guisgard a Heat “... perchè credete che io sia l'Arciduca?”
“Oh, mio signore, so benissimo che lo siete!” Sorridendo Heat. “E comprendo che siate giunto qui in incognito. Ed è un ottima trovata, se posso permettermi.”
“Perchè ottima?” Chiese Aust.
“Ma perchè se gli altri sapessero non vi permetterebbero mai di cacciare la bestia!” Esclamò Heat. “E in effetti non avrebbero tutti i torti. Ma, dopotutto, se non voi, chi potrebbe uccidere quell'animale maledetto!” Chinò il capo per un momento. “Sono mesi che attendo il vostro arrivo... si, vivo solo per questo ormai... per vedere quell'animale morto... per vendicare la mia Arya...” serrò i pugni, come in preda alla rabbia e alla disperazione.
Guisgard e Aust si guardarono confusi.
“Ora, vi prego, entrate in casa, milord...” riprese Heat “... presto sarà buio e la sera è umida... io intanto andrò a raccogliere legna per il fuoco... temo infatti che pioverà ancora...” indicò loro di entrare in casa e lui si diresse verso la foresta.
“Roba da matti...” entrando in casa Aust “... quel tipo deve essere matto da legare... beh, almeno ci scalderemo un po'... in queste terre sembra ancora Inverno.”
“Si, forse è matto davvero...” annuì Guisgard chiudendo la porta dietro di se “... ma credo che un grande dolore deve averlo ridotto così... hai sentito cosa ha detto prima? Un nome... Arya... chissà chi era...”
“Era?” Ripetè Aust.
“Ha parlato di volerla vendicare.”
“Già, rammento...” annuì Aust “... e diceva che dovrai vendicarla tu...” sorrise “... dunque consiglio di mangiare, riposare e ripartire subito domattina. I matti sono pericolosi.”
“Ehi, guarda...” avvicinandosi Guisgard ad una finestra che dava sul retro “... vieni a vedere...” e indicò una tomba sul cortile dietro la casa “... leggi cosa è inciso sulla croce di legno... Arya... chissà chi è...”
“Era sua figlia...” all'improvviso una voce.
Guisgard e Aust si voltarono di scatto e videro un bambino.
“Chi sei?” Chiese il cavaliere.
“Sono Lent...” rispose il piccolo “... vivo qui con mio nonno... prima con noi c'era anche zia Arya, ma poi...”
“Poi?” Domandò Aust.
“Poi una sera, dopo essere uscita per cercare legna nella foresta, non è più tornata...”
“E quella tomba?” Fissandolo Guisgard. “Chi c'è seppellito allora?”
“Ciò che il nonno ritrovò di zia Arya il mattino successivo alla sua scomparsa...” mormorò il bambino “... i resti del suo corpo aggredito dalla bestia...”
“Ora capisco tutto...” scuotendo il capo Guisgard “... non si sopravvive ad un simile dolore... non del tutto almeno...”
“Ma non temete, non farebbe del male ad una mosca...” disse Lent “... da quel triste giorno attende senza sosta l'arrivo dell'Arciduca... e oggi, vedendovi, vi ha scambiato per lui...”
“Dunque tu sai che io non sono l'Arciduca.” Mormorò Guisgard.
“Certo.” Annuì il bambino. “So benissimo che a Capomazda non importa nulla di noi qui. Quanto a voi, domattina ripartirete e dimenticherete questo posto.”
“E tuo nonno?” Avvicinandosi a lui Guisgard.
“Riprenderà ad aspettare l'arrivo dell'Arciduca, come ha fatto fino ad oggi.” Chinando il capo Lent. “Del resto ognuno di noi aspetta qualcosa, no? Viviamo aspettando chissà cosa poi...”
Un velo d'inquietudine, a quelle parole di Lent, attraversò lo sguardo azzurro di Guisgard.
“Questo bambino è un saggio!” Esclamò Aust.
“Cosa facevi quando siamo arrivati?” Il cavaliere al piccolo.
“Preparavo la cena.”
“Questo ragazzo è un portento allora!” Lodandolo Aust.
“Tu cosa sai di questa bestia?” Chiese Guisgard a Lent.
“Che esce di notte e assale soprattutto donne e bambini.” Spiegò il bambino. “Raramente gli uomini.”
“Ovvio, gli animali per istinto riconoscono le prede più deboli.” Commentò Aust.
“Ha ucciso molta gente?” Domandò il cavaliere.
“Si, tanta...”
“E nessuno ha mai visto quest'animale?” Ancora Guisgard.
“Non lo so.” Aprendo le braccia il bambino. “Io e il nonno, vivendo qui, non incontriamo molte persone. L'unica cosa che so è che si tratta di un cinghiale. Ne parlavano in città un giorno in cui io ed il nonno andammo là a fare compere.”
In quel momento si udirono dei rumori provenire da fuori.
Era Heat che tornava dalla foresta.
“Su...” disse Guisgard a Lent “... torna a preparare la cena... aiuteremo noi tuo nonno a sistemare la legna e ad accendere il fuoco.”
“Siete un cavaliere, vero?”
“Come lo sai?”
“Portate una spada...” indicando Lent l'arma del cavaliere.
“Oggi molti portano una spada.” Sorridendogli Guisgard. “Anche i briganti.”
“I briganti non aiutano la povera gente.”
“Io non sto aiutando nessuno.”
“Avete detto di voler aiutare il nonno a sistemare la legna e ad accendere il fuoco...”
“Su, torna a preparare la cena.” Facendogli l'occhiolino Guisgard.
“Si, messere...” sorridendo il bambino “... e grazie!”
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Clio 28-04-2014 11.18.57

Una volta tornati in città, trovammo Nestos intento a preparare il veleno.
"Dite che è un semplice animale eh.. voglio sperarlo, perché non siamo pronti a combattere ciò che non è di questo mondo.. Anche se in vita mia non ho mai incontrato un animale la cui pelle fosse talmente dura da far rimbalzare un'ascia... sembra quasi ricoperto di ferro... ma allora ci sarebbe qualcuno di umano dietro.. e nessuno sembra pensarla così...".
Ascoltai il discorso del medico.
"Sì, potrebbe funzionare.. faremo entrambe le cose.." mi voltai verso i miei uomini "Alle frecce avete già pensato.. andate a procurarvi la selvaggina che farà da esca, ne servirà un bel po', e certo rischieremo di uccidere anche altri animali, ma la posta in gioco è troppo alta..." tornai a guardare Nestos "Abbiamo abbastanza veleno, dottore?" per poi rivolgermi nuovamente ai miei uomini "Deve essere tutto pronto per stasera... all'imbrunire torneremo nella foresta... valgono le medesime disposizioni di ieri, dovete tramutarvi in ombre invisibili, non deve avere il minimo sentore della vostra presenza... deve solo vedere una preda indifesa...".

Eilonwy 28-04-2014 11.24.38

“Ve ne prego, parlateci di più di questo fiabesco e miracoloso Fiore Azzurro. Per piacere, Messer Quatro!....Ciò’ che avete detto durante lo spettacolo non ci basta. Vedete.......io e il mio amico siamo due cavalieri interessati di botanica e leggende sui fiori. Infatti, in una nostra opera vogliamo scrivere tutto a proposito di questa pianta. Per favore!” dissi supplicando il burattinaio.
Odiavo mentire, ma era l' unico modo per non destare dei sospetti in quell' uomo.
Mi sedetti su una seggiola con un tavolino, sul quale c’ era un foglio di pergamena, un calamaio e una penna d’ oca.
“Sono disposta anche a prendere appunti. Per me è molto importante raccogliere più informazioni su questo fiore. Sono tutta orecchie!” esclamai alla fine.

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Altea 28-04-2014 15.08.57

Lady Guàmarin mi salutò e ricambiai con un sorriso e uno sguardo di intesa...era raro vedere una donna così in gamba e addirittura guidare un esercito di cavalieri, ci voleva polso e forse la sua presenza a Solpacus era proprio un bene per combattere la bestia.
Partimmo per Palazzo Costanza, Older era preoccupato sui fatti e sul futuro di Solpacus..."Older..quale giustizia divina, Dio non punirebbe nessuno straziando così delle persone innocenti..io ve l'ho detto..forse, invece, dovreste pregare di più e non affidarvi a quella strega...Isolde..e le sue immagini". Vi fu un attimo di silenzio..."Qui qualcosa non va Older, e sinceramente inizio pure a dubitare quell'animale sia stato stregato, in un modo o nell'altro vedrete la Pace regnerà di nuovo a Solpacus".
Mi guardavo attorno, eravamo proprio nel bel mezzo della foresta e ad un tratto vedemmo svettare un austero castello nobiliare...era Palazzo Costanza.
"Posto allegro, eh? Come la proprietaria..." e mi scappò una risata "Older, non ho mai capito come mia madre potesse essere grande amica di lady Gertrude...comunque, io verrò spesso a Solpacus e se avete bisogno di me sapete dove trovarmi, in qualsiasi momento".
Bussammo al portone e vidi sopra un enorme stemma nobiliare appeso, udii il cigolio del portone che si apriva e vidi una servitrice.
"I miei omaggi..sono la duchessa Altea..lady Gertrude mi sta aspettando".
Salutato Older, entrai con Cruz e chiesi di dargli un degno riparo e fui fatta accomodare in un salotto, fuori iniziò a piovigginare, vi era silenzio quando udii dei passi e vidi lady Gertrude, la quale mi fissava con sguardo severo.
Mi inchinai leggermente e finsi uno splendido sorriso..."Oh milady..è un privilegio per me essere qui vostra ospite, quando seppi del vostro soggiorno qui da mio fratello Andrew, ero terribilmente in pensiero per voi a causa dei fatti successi a Solpacus."
Sapevo mi stava scrutando per l'aria da avventuriera che avevo preso e per gli abiti non certo degni del mio rango..alzai gli occhi al Cielo, speravo di non subire una paternale.

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Guisgard 29-04-2014 00.54.34

“Di ciò che accade a Solpacus” disse lady Gertrude ad Altea “e al di fuori di questo palazzo me ne curo poco. La vita sarebbe molto meno turbolenta se tutti si occupassero di viverla secondo le leggi imposte da Nostro Signore ai nostri antenati.” Osservò con attenzione l'avventuriera davanti a lei. “Ma probabilmente la penserai diversamente, visto il tipo di vita che hai scelto di seguire e che io posso immaginare guardandoti.” Scosse il capo. “Comunque” aggiunse l'austera donna “se desideri soggiornare qui è bene che tu apprenda le abitudini vigenti in questa dimora. Ogni giorno mi farai compagnia quando al mattino scenderò nella cappella di famiglia per ascoltare la messa. Alle tre in punto del pomeriggio reciteremo il Santo Rosario, con tutti i Divini Misteri e la litania alla Vergine Maria. Naturalmente dovrai abbigliarti come si conviene ad una dama del tuo rango e alla vita raccolta che si tiene in questo palazzo. Proprio per questo ho fatto preparare nella tua stanza un guardaroba degno e appropriato. Così potrai disfarti degli abiti che indossi.” Continuò contrariata.

Guisgard 29-04-2014 00.58.43

Quatro sorrise a quelle parole di Eilonwy ed apparve in qualche modo divertito dall'interesse e dall'entusiasmo della ragazza.
“Io posso raccontarvi tutto ciò che volete del Fiore Azzurro” disse il burattinaio “ma rammentate ciò che vi ho detto... sono leggende, poco più che favole. E' materiale per poemi e romanzi. Dunque, se proprio vi attira tanto una materia così fantastica e immaginaria, beh, non ho nessuna difficoltà a parlarvi di tutto ciò.”
“Siete davvero interessata a cose così fittizie, damigella?” Chiese Riccardo ad Eilonwy.

Eilonwy 29-04-2014 01.19.02

Tirai per un braccio il mio amato cavaliere e gli risposi sussurrando al suo orecchio: “Se non trovo il Fiore Azzurro, Isolde ucciderà ciò che mi è rimasto piu’ caro. Non comprendete!?!.....Se non lo faccio Aladiah, Coco, il merlo Tisin, Sir Jack Frost e, probabilmente, anche io perirò. Se, al contrario, farò la “brava bimba”, riavremo tutti la libertà da ogni punto di vista e potrò cercare di salvare il mio regno e il mio popolo. Neanche a me piace questa situazione, rammentatelo!”.
Lo guardai come una donna disperata e sperai che potesse capirmi.
“Sono pronta, Messer Quatro!” sentenziai al burattinaio.

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Guisgard 29-04-2014 01.54.08

Quatro sorrise ad Eilonwy ed annuì.
“E sia...” disse “... vi racconterò queste favole... mettetevi comodi, mi raccomando.” Rise. “Da dove vogliamo cominciare?”
“Beh...” fece Riccardo, che aveva ben compreso la disperazione di Eilonwy “... direi dal principio, non vi pare? Per esempio... cos'è davvero il Fiore Azzurro? E' proprio un Fiore?”
“Certo.” Rispose il burattinaio. “Il Re di tutti i fiori.”
“E che tipo di Fiore è?” Domandò il cavaliere.
“Eh, questo nessuno può dirlo con precisione.” Mormorò Quatro. “Potrebbe appartenere a qualsiasi genere conosciuto. Forse è una rosa, magari un giglio o, chissà, una margherita. Nessuno può dirlo con certezza.”
“Quali sono allora le sue caratteristiche?” Ancora Riccardo. “Voglio dire... perchè tutti ne bramano il possesso?”
“Lo storico Polibio diceva” guardandoli il burattinaio “che l'uomo ambisce ad avere il potere perchè è la sola cosa certa che dia la felicità.”
“Dunque il Fiore Azzurro rappresenta il potere?” Fissandolo Riccardo. “Allora non credo di comprendere... nel vostro spettacolo di poco fa dicevate che anche i Taddei vogliono trovare il Fiore... perchè mai? Loro sono già ricchi e potenti...”
“Ogni maledizione” spiegò Quatro “ha un unico scopo... ossia quello di rendere infelici le sue vittime... per questo i Taddei cercano il Fiore Azzurro... poiché è l'unico mezzo per vincere l'incanto che li flagella.”
“Non credo di capire...” confuso Riccardo.
“Cavaliere...” sorridendo di nuovo il burattinaio “... il Fiore Azzurro è simile ad una mano che indica la Luna nel cuore nella notte... c'è chi guarda la Luna, pallida e incantata, chi invece fissa solamente il dito che la indica, perdendosi così la magia di quella visione...”
In quel momento suonò la campana della chiesa.
“Perdonatemi, ma devo andare...” alzandosi Quatro “... vorrei trattenermi ancora un po' con voi, ma temo di fare poi tardi... e dove devo giungere, se mi attardo, chiuderanno i cancelli...” li salutò ed uscì dal piccolo teatrino.

Guisgard 29-04-2014 02.10.07

Il giorno trascorse in fretta e gli uomini di Clio si diedero un gran da fare nel procurare l'occorrente per il piano stabilito.
Così mentre Nestos terminava di preparare il suo letale veleno, Borel, Dort e gli altri andarono a caccia di selvaggina per la foresta.
Verso il crepuscolo si ritrovarono tutti alla locanda.
Tutto era pronto per il loro piano.
Nestos era riuscito ad ottenere una buona quantità di veleno, sufficiente per infettare la selvaggina ed ungere le punte delle loro frecce.
Poco dopo la falsa compagnia di mercenari lasciò la città e si addentrò fin nel cuore della foresta.
In breve il piano fu attuato.
Clio tornò così ad impersonare il ruolo di esca, vestendo i panni di un'indifesa fanciulla tutta sola in una radura irregolare nei pressi di uno stagno.
Un po' ovunque era stata sparsa la selvaggina infetta.
Intorno a lei, ben nascosti nell'oscurità, i suoi compagni, armati di frecce avvelenate, attendevano l'evolversi della situazione, naturalmente pronti ad intervenire.
Vortex, appostato tra due robusti noci e armato di una pesante mazza ferrata capace di tramortire un toro, scrutava l'oscurità silenziosa ed opprimente di quel luogo, con gli occhi del predatore paziente in attesa della sua preda.
Gli inseparabili Motrus e Trastis, muniti delle loro letali spade, attendevano invece presso lo stagno, nel caso la bestia scegliesse quel passaggio obbligato come via di fuga, visto che il veleno preparato da Nestos, come lo stesso medico aveva spiegato, procurava un insopportabile senso di calore.
I più vicini a Clio, ma attenti a restare ben celati fra la vegetazione, erano invece Scotir e Nestos, con quest'ultimo dotato di una piccola lanterna di sua invenzione, capace di abbassare e alzare, secondo l'occorrenza, la luminosità.
Tutti gli altri invece, ossia Borel, Dort, Ertosis e Porturos, si trovavano sparsi tra i cespugli muniti delle loro letali frecce avvelenate.
Tutti dunque erano pronti ad accogliere la misteriosa bestia.
Trascorsero così circa quattro ore.
“Questo non è attendere...” disse Porturos agli altri appena scoccata la quinta ora di veglia “... è morire di noia...”
“Sta zitto...” bisbigliò Borel “... vuoi che quel cinghiale avverta la nostra presenza?”
“E se quel dannato invece fosse andato in cerca di altre prede?” Fissandoli Ertosis.
Ma proprio in quel momento accadde qualcosa.
Prima un calpestio sul pietrisco, poi un rumore indefinito fra le fronde.
“Avete sentito?” Dort agli altri, guardando poi nel punto in cui si trovava Clio.
Un attimo dopo proprio la ragazza, fissando il buio circostante, si accorse di qualcosa.
Una grossa e lenta sagoma, informe e scura, si muoveva guardinga tra la vegetazione.
Sembrava attirata lì da qualcosa.
Infatti, passato qualche istante, cominciò ad avvicinarsi alla selvaggina avvelenata sparsa nella radura.
E iniziò a mangiarne.
“E' fatta!” Esclamò sottovoce Scotir, guardando poi Nestos.
Ma in quello stesso momento uno degli uomini nascosti calpestò un ramo secco sul terreno.
E quel rumore destò la misteriosa sagoma che mangiava la selvaggina.
Nestos allora, vinto dalla curiosità, alzò la luminosità della lanterna e la puntò diritta verso quella sagoma.
La luce però raggiunse a stento il suo obbiettivo, illuminando solo gli occhi di quella creatura.
Occhi che solo Clio arrivò a vedere bene.
Occhi carichi di rabbia e odio primordiale.
E fissando quella luce, quell'animale lasciò che un sinistro e stridente latrato si diffondesse nella radura, gelando il sangue di Clio e dei suoi compagni.
https://lh5.googleusercontent.com/-8.../beast+eye.JPG

Eilonwy 29-04-2014 02.11.52

“Grazie di cuore, Messer Quatro!” ringraziai prima che andasse via.
Il Potere e la Speranza….ecco cosa era il Fiore Azzurro.
“Forse è meglio andare anche noi. Che ne dite di andare a pranzare?....E’ quasi mezzogiorno!....E devo ammettere che ho un certo languorino!” e proposto questo, il mio stomaco si fece sentire.
Risi di gusto.

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Guisgard 29-04-2014 02.47.04

Usciti anche Eilonwy e Riccardo da quel teatrino, raggiunsero una locanda e lì pranzarono.
Ma mentre erano seduti al loro tavolo, i due ragazzi videro entrare due uomini che subito presero posto ed ordinarono da mangiare.
Dai loro discorsi capirono poi che anche quei due lavoravano, proprio come Quatro, con i burattini.
“Complimenti per lo spettacolo di poco fa.” Disse il locandiere ai due uomini. “Anche mio figlio è corso a vederlo ed è rimasto molto soddisfatto.”
“Eh, portare avanti un teatrino di burattini” fece uno dei due “non è cosa semplice. Noi abbiamo comprato il baraccone dal vecchio burattinaio, mastro Quatro, proprio per sfruttare la sua fama presso il pubblico.”
“Si, rammento gli spettacoli di mastro Quatro...” annuì il locandiere “... ero un bambino a quel tempo, ma ricordo molto bene il vecchio Quatro... che riposi in pace.”
“Ma possiamo ritenerci fortunati ad aver comprato dieci anni fa il suo teatrino prima che morisse.” Mormorò uno dei due burattinai. “Abbiamo continuato la sua tradizione, non vi pare?”
“Giustissimo!” Esclamò il locandiere.


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