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Già, dimenticavo la firma in calce! :laughing_lol1: P.S. - senza competere con Grande Genio, mi riferivo anche alla "famosa" taverna! |
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Oh, beh, presto o tardi sarà pubblico. Diciamo allora che si tratta di una manovra pubblicitaria per stuzzicare la curiosità! :neutral_think: :D |
Nella poesia raramente ho cercato la via per giungere alla fonte dalla quale il poeta possa avere attinto, vale a dire di comprendere il sentimento che fu all'origine.
Una poesia è come un big bang, un unico pensiero, sentimento improvviso che in un attimo coinvolge e trascina l'intero universo di un poeta, unendo idee, ricordi e concetti che prima erano del tutto disgiunti, ed ora formano nuovi pianeti tramite i versi della poesia. In genere preferisco vedere dove mi conducano i versi che leggo, un bardo ha la potenza di trascinare i lettori verso luoghi che nessuno di essi, né il poeta, né il lettore, conoscevano prima della poesia. Voi, messer Emrys, senza alcun dubbio siete degno detentore di quest'arte.:smile_wave: |
@Sir Aphelion:
Mio signore, descrivete l'atto creativo con cognizione di causa: devo arguire che dietro tanta padronanza di linguaggio e di interpretazione si celi un poeta? :neutral_think: |
Mio buon bardo ed amico, ho letto solo ora questa vostra composizione.
Io non sono un poeta come voi e non ho il dono di esprimere i miei pensieri sotto forma di versi come abilmente mostra la vostra arte.. Però nella poetica rivisitazione del mito di Narciso che ci avete donato non si può non cogliere quel contrasto, anche sofferto, tra bellezza ed intelligenza. E questo mi fa pensare alla diversità di chi, talvolta, si ama. Il cuore non si comanda, per nostra fortuna e sceglie sempre lui dove volare libero e sognare. Ma tutto ciò mi spinge a chiedervi, mio buon amico: la diversità, per voi, è un limite o una prova in amore? Nel palazzo di Camelot stasera, avvolto dall’imbrunire e dai sogni che comincia a sussurrare la sera, vi è un posto speciale per voi alla nostra tavola. Come già Omero illuminò molte menti di eroi e come Merlino istruì gli animi ed i cuori dei migliori cavalieri del mondo, vi invito a prendere posto nella nostra corte e a cantare di questo e degli altri misteri che rendono la via tanto meravigliosa come solo un film o un romanzo sanno essere. I miei omaggi, amico mio :smile: |
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Comunque, nel mio piccolo, tenterò di darvi il mio punto di vista: direi che la diversità, in amore, è sia un limite, sia una prova! Ma prima, come premessa, tergiverserei dicendo che ha anche una terza valenza: è spesso la scintilla che lo scatena! La diversità è ciò che, il più delle volte, ci attrae verso l'altra metà, ma è una contro-bilanciante affinità che continua e rende stabile l'unione. Con altre parole, nell'altra/o ci attrae appunto una caratteristica diversa, qualcosa che ci incuriosisce, che crei i presupposti di una conquista/scoperta. Ma appagata la curiosità iniziale, deve esserci qualcos'altro: una caratteristica o un comune sentire, che ci appaghi, che ci dia il senso di familiarità, di sicurezza, di stabilità. Con il caso particolare, per il quale la diversità iniziale si trasforma in normalità. E con l'eccezione, altrettanto particolare, per la quale la diversità iniziale si trasforma in una continua contrapposizione/scontro, che, per due caratteri amanti del battibeccare (mi ricorda qualche dama e qualche cavaliere di questo regno), diventa l'affinità che ne stabilizza il legame. La risposta, anzi le risposte, alla vostra domanda, alla fine, dipendono da tre punti: la natura di questa diversità; chi prova la sensazione di diversità; e, soprattutto, se tale sensazione crea disagio o attrazione. Essa diviene limite se il disagio è insuperabile; diviene prova quando si tenta di superarlo/accettarlo. Spero si comprenda almeno un quarto di ciò che tentavo di esprimere! :confused_nervous_sh P.S. - Perdonate il ritardo nella risposta, ma è stata una mattinata di viaggio e finalmente son tornato tra le mie montagne: aria pulita, quiete e temperature ideali. :smile_wave: |
Chiedo scusa se mi intrometto nella vostra discussione, miei cari amici.
Trovo che la spiegazione di Emrys sia esaustiva e mi trovo anche a condividerla appieno. La diversità crea la situazione di cercare, attraverso l'astuzia, il gioco, le prove, i trabocchetti e quant'altro, una soluzione che vada a colmare la lacuna della nostra diversità. Ossia cerchiamo quel qualcosa che l'altro/altra hanno e che possa riempiere questa mancanza. Il problema subentra quando si è consci di aver trovato "l'anello mancante". Ci disturba ciò? Ci porta invece a procedere ad una ulteriore ricerca? ci soddisfa? Secondo il mio punto di vista bisogna non smettere di cercare le diversità nell'altro/a o smette anche la passione e lo stimolo. :neutral_think: |
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Tuttavia non me ne rammarico affatto, considerando con quale solerzia faccia visita puntualmente ai bardi più ispirati. |
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Sapete quanta stima nutro per voi e anche in quest'occasione non fate che alimentarla. Citazione:
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