Camelot, la patria della cavalleria

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Sir Aphelion 14-07-2011 21.14.46

Citazione:

Originalmente inviato da Lady Dafne (Messaggio 34283)
Ma che archivi frequentate, Messere :eek:...
si vede che non siete mai venuto dove lavoro io o vi avrebbero accolto delle competenti giovani dottoresse che vi avrebbero portato ciò che cercate e vi avrebbero pure aiutato a leggerlo :p....

comunque ieri sera mi sono presa un po' ti tempo e mi sono sfogliata (virtualmente) il codex... non è proprio riccamente ornato, me l'aspettavo più "artistico". Questa considerazione non lo vuole sminuire ovviamente!


Spero di rimediare presto... per caso possedete qualche antico manoscritto degno di nota (ehm... non volevo disturbarvi, lady Dafne, finite pure di mangiare prima il vostro panino alla mortadella :p)?

Lady Dafne 14-07-2011 21.16.26

Citazione:

Originalmente inviato da Sir Aphelion (Messaggio 34284)
Spero di rimediare presto... per caso possedete qualche antico manoscritto degno di nota (ehm... non volevo disturbarvi, lady Dafne, finite pure di mangiare prima il vostro panino alla mortadella :p)?

Eh sì, moltissimi direi... e molti archivi di personalità illustri...
sono un'archivista seria io.... e non mangio la mortadella :naughty: :p

llamrei 14-07-2011 21.16.38

ritorniamo in tema, grazie;)

Sir Aphelion 15-07-2011 14.24.04

Riprendo dunque la discussione, partendo come base dal riassunto dei fatti essenziali per comprendere quale sia il confine tra realtà, leggenda e probabilità.

L'inizio della stesura del manoscritto viene collocato al 1204. È poco probabile che sia avvenuto prima, nello specifico per un fatto: nel libro viene indicato il nome di San Procopio (non proprio tra i più conosciuti ai giorni d'oggi). La sua canonizzazione è avvenuta esattamente nel 1204.

Per quanto concerne invece la data di completamento, si è propensi a collocarla, senza la certezza di una datazione più specifica, tra il 1224 e il 1230. Perché? Nel codice viene indicata la morte del vescovo Andrea di Praga, avvenuta nel 1223, non viene però menzionata quella di re Ottokar, risalente al 1230.

La leggenda narra che la stesura sia opera di una sola persona, un monaco benedettino definito come Hermanus monachus inclusus. Nell'intero manoscritto il nome appare una sola volta, e tuttavia non vi è certezza assoluta che sia effettivamente l'autore.


Cosa non corrisponde al vero?

Anzitutto l'interpretazione che è stata data spesso del termine "inclusus", ovvero recluso. Secondo la leggenda, tale monaco doveva essere murato vivo per aver rotto i voti monastici. Per fuggire da questa pena, promise che avrebbe redatto in una sola notte un libro contenente tutto il sapere dell'uomo. Gli altri monaci lo lasciarono fare, e verso mezzanotte, accorgendosi che mai avrebbe potuto completare l'opera, cominciò a pregare. Si rivolse però al diavolo, al quale vendette l'anima per vedere completato il libro.

In realtà si ritiene assai più verosimile che la sua clausura fosse volontaria.


Il codice è stato scritto dal diavolo?

No, ovvio.


Il codice è stato scritto da una sola persona?

Si, e su questo concordano nella maniera più assoluta diverse ricerche effettuate, anche in tempi molto recenti, in base ai criteri scientifici più rigorosi ed eseguite dai massimi esperti (per l'esattezza da un'equipe formata da uno studioso della bibbia, un esperto di iconografia satanica, un paleografo e una bibliotecaria), che si sono recati direttamente in Svezia.
Il risultato è che la calligrafia, sottoposta a minuzioso esame, non varia nella maniera più assoluta dall'inizio alla fine, e può essere quindi solo opera della medesima mano.
Inoltre, per l'intera stesura è stato utilizzato lo stesso tipo di inchiostro. A quei tempi i pigmenti utilizzati per l'inchiostro erano fondamentalmente di due tipi: di origine metallica o ricavati da insetti. Per il manoscritto sono stati utilizzati solo questi ultimi, con una uniformità straordinaria.

Altri particolari si possono ricavare da ciò riguardo l'abilità del monaco Ermanno: di certo non era un principiante, anzi doveva trattarsi di un letterato: il codice non presenta alcun errore, inoltre dall'inizio alla fine non vi sono né segni di stanchezza, malattia o altro. Veramente diabolico, direi.


Dunque è stato scritto non in una notte, ma in vent'anni?

Non del tutto. Gli studiosi calcolano che per scrivere una riga, a quei livelli, occorrano circa venti minuti. Considerando le consuetudini, gli obblighi monastici e i tempi di un benedettino, ci sono esperti che tendono ad avvicinare il periodo per il completamento piuttosto a trent'anni.

Piccola curiosità: per i fogli di pergamena utilizzati per il manoscritto hanno dovuto lasciarci la pelle, nel vero senso della parola, circa 160 povere bestie.


Così la scienza (e un po' anche il sano buon senso) ci ha aiutato a distogliere l'origine del manoscritto da ogni fonte satanica, mistica, ecc. In generale tendo a considerare valida ogni ipotesi che aiuti ad allontanare un qualsiasi fenomeno da ogni superstizione. Tuttavia nel corso della storia molti la pensavano diversamente, anche diversi personaggi illustri:


Altre leggende

Come già stato riportato, il libro ha avuto una storia piuttosto travagliata, prima di trovar pace nella sua collocazione definitiva (d'altra parte, il nome attribuitogli di "Bibbia del diavolo" credo non abbia contribuito molto a farlo passare inosservato).
Dal 1594 il Codex Gigas era in possesso di Rodolfo II. Costui, dopo essersi fatto mandare un oroscopo da Nostradamus in persona, si appassionò all'occultismo e si fece spedire il libro. Si narra che ne divenne ossessionato, in particolare dell'immagine del diavolo, che non uscì più dal castello (ma appunto di leggenda si tratta).
In seguito il libro venne preso dagli svedesi.

Nel 1697 Stoccolma fu flagellata da un grave incendio, nel quale perse la vita il Re Carlo II. Le fiamme distrussero moltissimi libri, ma qualcuno riuscì a salvare il Codex, lanciandolo fuori da una finestra.
I segni delle bruciature sono visibili sul manoscritto.


Ma quanto vale il Codice?

Per avere un'idea, basti pensare che nel 2007, quando venne dato in prestito alla città di Praga (tornando quindi alla sua origine), venne assicurato per il trasporto per una cifra di 10 milioni di euro.




Fonti:
National geographic
Documentazioni storiche della Biblioteca Reale di Svezia
Documentazioni inerenti la ricerca e gli studi di Christopher de Hamel e Michael Gullick.

Rohan 19-07-2011 16.02.55

Interessante e affascinante argomento :smile: per quanto inverosimile e leggendario, il tema della vendita della propria anima al diavolo è una questione ricorrente nel medioevo, specie in letteratura...ricorda molto Dott.Faustus di Marlow, che vendette l'anima al diavolo per la conoscenza divina per poi pentirsene quando il diavolo andava a prendersi l'anima, segnando lo spartiacque tra uomo medioevale e uomo rinascimentale :smile: vorrei sapere cosa ne pensava l'Inquisizione di tale manoscritto...:neutral_think:

Sir Aphelion 19-07-2011 20.39.53

Citazione:

Originalmente inviato da Rohan (Messaggio 34766)
Interessante e affascinante argomento :smile: per quanto inverosimile e leggendario, il tema della vendita della propria anima al diavolo è una questione ricorrente nel medioevo, specie in letteratura...ricorda molto Dott.Faustus di Marlow, che vendette l'anima al diavolo per la conoscenza divina per poi pentirsene quando il diavolo andava a prendersi l'anima, segnando lo spartiacque tra uomo medioevale e uomo rinascimentale :smile: vorrei sapere cosa ne pensava l'Inquisizione di tale manoscritto...:neutral_think:


Difatti la priorità di questa discussione è proprio quella di stabilire quanto di (in)verosimile possa esservi nella sua origine e, per quanto possibile, distinguerlo dalle leggende.
Nella prossima parte accompagneremo il manoscritto più da vicino nella sua storia alquanto travagliata, vedremo meglio quali influenze abbia esercitato il nome (effettivamente "Bibbia del diavolo" suona abbastanza inquietante), la grandezza del libro e le leggende che lo hanno sempre accompagnato. Vedremo poi come sia stato interpretato da personaggi colti, dalla chiesa e dal popolo.

Anne 19-07-2011 22.38.51

Giuro che questa non la sapevo proprio.....che affascinante.....:smile_lol:
Lady Anne:heartbeat:

Rohan 20-07-2011 11.31.51

Citazione:

Originalmente inviato da Sir Aphelion (Messaggio 34794)
Difatti la priorità di questa discussione è proprio quella di stabilire quanto di (in)verosimile possa esservi nella sua origine e, per quanto possibile, distinguerlo dalle leggende.
Nella prossima parte accompagneremo il manoscritto più da vicino nella sua storia alquanto travagliata, vedremo meglio quali influenze abbia esercitato il nome (effettivamente "Bibbia del diavolo" suona abbastanza inquietante), la grandezza del libro e le leggende che lo hanno sempre accompagnato. Vedremo poi come sia stato interpretato da personaggi colti, dalla chiesa e dal popolo.

Bene, complimenti sir Aphelion :smile: non vedo l'ora di saperne di più :smile:

Chantal 30-07-2011 18.04.16

Devo dire che questo testo "eccessivo"in ogni sua forma e contenuto non mi stupisce che rechi il nome "Bibbia del Diavolo"per la raffigurazione stessa del Diavolo,poichè un testo spesso viene identificato per i contenuti,non per l'autore.
L'altra cosa che,in fondo,non mi stupisce è che sia scritto nella stessa grafia dalla prima all'ultima riga.
E' pur vero,come asserisce la dama che mi ha preceduto e come affermate voi stesso,Aphelion,che sembra quasi impossibile,poichè la grafia cambia inflessione già dalla seconda riga,talvolta,e soprattutto in base agli umori e le sensazioni che attraversano la mente riflettendosi nella mano di chi scrive.
Mi vengono in mente gli amanuensi,e lo stesso monaco poteva essere tale.L'esercizio quotidiano in parte poteva smorzare le inflessioni fino ad annullarle,sebbene i muscoli della mano e delle dita fossero in questi ultimi soggette a crampi e contrazioni nonostante l'esercizio quotidiano.Ma a questo punto il loro lavoro cessava per essere ripreso in seguito.Comunque,c'è da dire,che la copia di un solo volume era sempre affidata ad una sola figura,anche se vi impiegava,talvolta,una vita intera per ultimare il lavoro.
E,comunque,la presenza di miniature è già da attribuirsi ad una figura diversa da chi ha scritto l'intero Codex,trattandosi di un'arte differente.
Ma ciò che più solletica la mia curiosità è(e forse è nota la risposta)quale versione della Bibbia sia stata poi tradotta in latino in questo testo.
Se si tratta di una traduzione,da quale lingua si traducesse o se è stata rivisitata una versione già in latino,ma antecedente.
Gli studiosi hanno formulato ipotesi in merito?

Devo anche aggiungere,però,e non per verve polemica,ma perchè ho raccolto le tracce che sono state disseminate su questo percorso..
Signori,siete due cavalieri di spessore,ed anche ciò che segue vi contraddistingue in valore..

Citazione:

Originalmente inviato da Sir Aphelion (Messaggio 34268)

Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard http://www.camelot-irc.org/forum/ima...s/viewpost.gif
Vedete, un conto è scimmiottare “poesiole” in puro stile messaggini da cioccolattini tanto per attirare l’attenzione, tutt’altra cosa è quando si affrontano argomenti di storia, letteratura e così via, dove è richiesto un minimo di correttezza e attenzione, per fornire al meglio più informazioni possibili a chi legge.
Capisco che la voglia di apparire e mettersi in mostra può essere forte, ma almeno che lo si faccia con stile e buon senso.


visto che siete voi stesso a trattare quasi tutto il tempo di fiorellini e citare qua e là frammenti di poesie. Per quanto riguarda i temi "seri" da voi proposti, credo che si contino sulle dita di una mano quelli che abbiano avuto un ampio approfondimento, e dinanzi a questo dato di fatto mi pare che si infrangano le vostre aspirazioni "cavalleresche" in questa discussione.

E' pur vero che in un volto di natura perfetta un neo possa essere elemento di bellezza,e sono certa che questa "inflessione"sulla vostra natura cavalleresca sia solo da attribuirsi a quell'eccezione che conferma la regola,poichè anche l'opera perfetta presenta il seppur minimo difetto che la rende tanto più preziosa e unica.
Ma,vorrei rispondere a Sir Guisgard,questo luogo non sembra che rechi qualche dicitura in merito alle competenze(conoscenze) da possedere per potervi accedere.
E a sir Aphelion dico,trattare di materia di fiori è cosa assai sublime e delicata.
Giacchè entrambi amate i fiori,l'uno sembra aver predilezione per le rose,l'altro per le margherite,usateli come aspetto di fascino individuale e di affiatamento tra voi.
E ve lo dico con sorriso,poichè le migliori amicizie si fondano sempre sul confronto leale,seppur acceso e,perchè no,sulle divergenze che rendono l'essere umano unico ed irripetibile.
Mi,perdonerete per questa "inflessione"sull'argomento.Spero.

Hastatus77 30-07-2011 18.37.39

Lady Chantal, la prima parte della vostra risposta, va benissimo, perché trattate l'argomento della discussione.

Vi invito però ad abbandonare i motivi che hanno causato dei dissapori fra gli utenti del forum. Lo staff, ha già faticato a riportare la discussione sulla corretta rotta.

L'invito, non è rivolto solo a voi, ma anche a tutti gli utenti del forum.
Ogni altro OT, verrà punito dallo staff.
Grazie a tutti.


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