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Infatti Cavaliere della Carretta,
Giuseppe d'Arimatea figura come parente di Gesù il Cristo, solo in unversetto del Protovangelo di Giacomo il minore, Vangelo Apocrifo, fratellastro del Messia secondo la tradizione evangelica. L'affermazione del traduttore, uno dei primi cristiani romani, confonde il vocabolo greco dall'antico aramaico, traducendolo "cugino" e, probabilmente voleva solo nobilitarne la figura avvicinandola alla dinastia di Davide, per il grande merito che ebbe nella diffusione della Buona Novella... Comunque, grazie per il vostro prezioso "spostamento" Cavaliere della Carretta, senza di voi non saprei muovermi tra i meandri diroccati di questa bizzarra realtà virtuale... Taliesin, il bardo |
La parola “cugino” nelle lingue semitiche è già stato oggetto di complicate discussioni e dibattiti, sia per quanto riguardo l'esegesi biblica, sia per la teologia.
Secondo i Vangeli, San Giuseppe D'Arimatea era membro del Sinedrio e in segreto apostolo di Gesù. Fu lui a chiedere a Pilato di poter dare sepoltura al Corpo di Nostro Signore. Questo episodio è riportato anche nella Liturgia Cattolica. |
Riapro questa discussione in quanto mi sono completamente affascinata della Abbazia di Glastonbury (Glanstonbury Abbey) nel Somerset e devo dire, solo architettonicamente, visto vi sono solo dei ruderi..non essendo molto esperta ho visto è legata alla storia di re Artù..infatti volevo narrarne nel forum ma ho visto vi è già un topic aperto.
Qualcuno mi potrebbe indirizzare a dei libri che parlino di questa Abbazia sia dal lato artistico e architettonico e sia a riferimenti sul ciclo arturiano?..ovviamente con fonti reali e non di fantasia. |
rovistando sul forum ho trovato da sola un libro, che sia attendibile o meno non lo so poichè non mi piacciono i libri su fonti sicure....d' altronde noto, a volte, in questo Regno "Il fai da te" è la miglior arma..a malincuore.
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Vorrei fare una domanda storico-scientifica:
i manoscritti di Chrètien de Troyes, di Nennio e di altri autori del Ciclo Arturiano, sono giunti a noi originali oppure ricopiati nei secoli? Orazio, Seneca, sono giunti a noi grazie agli amanuensi nei loro scriptorium. E' così anche per questi testi medievali e rinascimentali? Vi è stata fatta una indagine chimico - fisica dei testi? Esempio la spettroscopia di Raman? Che voi sappiate. A presto messeri e dame |
Chretien de Troyes era uno dei "canzonieri o trovatori francesi" e narrava di Amor Cortese. Non soffermiamoci solo al ciclo bretone poiché egli narra, ad esempio, pure di Eleonora d'Aquitania (una delle donne della storia a me favorite sebbene con lati negativi). Quindi se i testi venivano riscritti penso proprio di sì, magari nelle Corti. In ogni modo è stato tradotto in varie lingue quindi sicuramente i testi sono stati riscritti. Presuppongo inizialmente manualmente nel Medioevo e poi vi fu la scoperta della stampa con Guttemberg circa inizio 1500.
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L'opera originale è conservata in qualche museo o biblioteca nazionale? |
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