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Sorrise.,,e fu come il sorgere rel sole..,
ma cosa mi stava prendendo?! la guardai,tramutare l'espressione corrucciata in quel sorriso,fantastico...e arrossii violentemente...perché dovevo sembrare cosi idiota davanti a lei?! |
colsi l'imbarazzo nei suoi occhi...era piacevole parlare con lui..stava albeggiando lo guardai e dissi"cosa ne pensate di ordinare qualcosa da mangiare e poi magari riposare un pò?"..detto questo scesi giù dall'oste e chiesi qualcosa da mettere sotto i denti...
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Approfittai della sua assenza per togliermi la polvere e la stanchezza dalle spalle...c'erà una vasca piena d'acqua calda...fu un sollievo..mi sentii meglio...pensai di fare qualcosa di carino facendole trovare la tavola pronta..,era una strana fanciulla,forte di una tempra interiore solida e decisa,,ma al tempo stesso fragile e dolce...
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salita nuovamente nella mia camera lo trovai che mi aspettava seduto..aveva apparecchiato un desco..."siete stato davvero cortese..non avreste dovuto non nelle vostre condizioni..ce la fate a mangiare qualcosa?"..gli riempi il piatto..doveva rimettersi in forze
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Nevicò cibo e piovvero bevande...
Mangiammo con appetito,. il mio quasi famelico...e intanto continuavo a conoscere questa fanciulla sotto il cui tetto e grazie alle sue cure,avevo ritrovato il primo sonno tranquillo da molti anni... |
finimmo di mangiare.."ora davvero è il caso di riposare sir...mi si chiudono gli occhi dalla stanchezza...voi siete comodo?"mi alzai e lo copri con una coperta..."vi auguro una notte serena"
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Mi sentivo come galleggiare...stavo cadendo lentamente tra le braccia di morfeo.,si avvicinò,mi coprii con una coperta,e mi augurò la buonanotte...mi sentii protetto..quel calore gentile che mi era mancato...d'un tratto non volevo se ne andasse...Buonanotte sir disse..fece per voltarsi,ma la attirai a me delicatamente con il braccio..e prima che avesse il tempo di parlare le poggiai un bacio sull'angolo destro delle labbra...dopodiché cedetti e sprofondai nel sonno
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mi aveva sfiorato le labbra..eppure non ero arrabbiata con lui...ero solo confusa,molto confusa e stanca....in tutti questi pensieri Morfeo venne a trovarmi e finalmente il sonno mi colse...
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Sognai..di foglie che si rincorrevan nei mulinelli del vento,senza mai toccarsi..sognai il suo viso..potevo ancora sentire il sapore delle sue labbra..
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Rimase da sola nella neve. Era fuggito per chissà quale motivo.
Eppure lei ormai voleva proteggerli tutti, era come se fosse diventata madre di Camelot. Il viso pallido di Perry si specchiò in una pozza d'acqua, aveva ancora il graffio lasciato dal suo inseguitore prima che morisse per mano sua. Gli occhi scuri, assenti, pieni di risentimento verso il suo villaggio. Le labbra viola gelate dal vento non proferivano parola ne agli altri ne a se stessa. I capelli scuri le scendevano lunghi e lisci su tutta la schiena. Odiava la sua figura, odiava il fatto di essere scappata anche se ormai era la fine per tutti. E ora era rimasta dinuovo da sola, senza nessuno, ma la sua ossessione nel proteggere questa nuova gente non riusciva ad abbadonarla. |
Mi domandavo dove fosse finita...l'incantevole creatura che mi aveva ridato la vita...avvertivo la sua presenza nel fruscio del vento...e nel fogliar degli alberi...silenziosamente la chiamai
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Una voce arrivava alle orecchie di Perry come un sussurro.
Era lui? era tornato? Si voltò asciugandosi una lacrima che le cadeva sul viso. <<Sir? Siete voi?>> chiese al nulla. |
Si mia signora...vi ho sentito...e sono uscito a cercarvi..temevo x voi.. coraggio non é sicuro qua fuori Lady Rainbow ci attende...venite
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<<No Sir...non temo più niente ormai...ho visto la mia gente morire e se morissi anche io magari potrei rivederli tutti e rivedere lui...>> così dicendo gli porse il ciondolo, lo aprì e gli fece leggere la scritta che c'era all'interno.
<<Se solo potessi rivederlo...se solo potessi sussurrargli un "ti amo" per l'ultima volta...>> asciugò velocemente una lacrima anche se gli occhi erano ormai annegati. |
era pieno mattino...mi svegliai..l'uomo non c'era più.."sarà andato via"pensai..eppure non riuscivo a convincermi che fosse andato via cosi ,senza spiegazione....indossai il mio mantello vermiglio e scesi...usci fuori e trovai Echelbert e Perry che parlavano, quest'ultima era visibilmente in lacrime..."che le avete fatto?"dissi rivolta ad Echelbert...
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<<State tranquilla Milady, non mi ha fatto nulla, stavo solo ricordando e mi sono scese alcune lacrime>> disse sorridendo alla dama.
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"bene,meglio cosi...ma ditemi cosa vi tormenta,mia dolce amica?"
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<<Non so che fine abbia fatto il mio amato...non ho più niente per cui vivere, nessun motivo per andare avanti apparte il fatto che sento il bisogno di proteggere Camelot...la natura è piuttosto silenziosa e non è un bel segnale>> rispose.
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"non dite cosi...so che è triste..io ho perso un fratello caro ma morire non è la soluzione...dovete andare avanti...in me troverete una leale amica..se lo volete..ma ora andiamo dentro...fa freddino..."mi rivolsi ad Echelbert "voi ci seguite?"..
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<<Ma non ho nemmeno più una famiglia, avrei ancora un fratello se una malattia non l'avesse ucciso o se non fosse morto anche lui in battaglia...>>
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Guardai le due fanciulle,cosi simili e pur cosi...diverse...Sentii,una lastra glaciale di freddo gelo,scendermi nel cuore...
Chiamatelo senso di colpa,sindrome dell'eroe.. Ma le avevo messe in un bel guaio,e ce le avrei tolte... Osservai Perry,per un istante...assomigliava molto,ad una persona legata al passato...ecco perché mi sentivo legato a lei...ma non era possibile...mia sorella era morta... Trassi un respiro profondo,sfoderai Elrhedrin..la mia spada e dissi.. Signore...Fatemi strada..... |
Perry non capì cosa intendesse fare Sir Echelbert e quindi chiese:
<<Che intenzioni avete con quella spada?>> |
quell'uomo era cosi singolare, a volte molto dolce a volte troppo sicuro di sè...neanche io capivo bene le sue intenzioni...lo guardai con uno sguardo dolce ed amorevole " Non potete combattere in quello stato..siete ancora debole e per cosa mylord? volete andare incontro alla morte?..non lo permetterò.." e detto ciò mi piazzai davanti a lui sbarrandogli il passaggio...
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Quella ragazza...sapeva tener testa a tutto...
Mi si era piazzata davanti...impedendomi il passaggio...Perry,sembrava concorde con lei... Fissai i suoi occhi cercando un punto,un modo di far breccia in lei...potevo quasi sentire il battito frenetico del suo cuore...ma era decisa... «Non intendo scappare in eterno,voglio affrontare chi mi dà la caccia...chi ci dà la caccia...la locanda non é più sicura,l'oste avrà cantato per 2 spiccioli...ma ciò che mi preme...(e mi accorsi di faticare a dirlo,mentre le guancie mi andavano in fiamme)..é che voi siate al sicuro...io non potrei sopportare vi accadesse qualcosa...» continuai a sostenere il suo sguardo....in quel momento,era iù bella che mai.. |
"e sia!andate pure allora ma vi prego abbiate cura di voi stesso.."le parole mi uscirono di getto.."oddio cosa gli ho detto?"pensai tra me e me..rettificai "non vorrei che abbiate bisogno ancora delle mie cure, ecco tutto.."
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Notai,quell'esitazione,nelle sue parole...
volevo davvero lasciarla,anche se per poco? No...dovevo?Si... «Farò un giro di ricognizione per vedere com'é la situazione al villaggio...state nascosta,ve ne prego...ci troveremo..al tramonto alla chiesa cittadina....siate prudente...ecco tenete..» e posai tra sue morbide mani il mio pugnale...e il sacchetto con la polvere... «Se avete bisogno di me...o qualcosa va storto,prendete un pizzico di polvere gettatelo ai piedi e dite il mio nome...sarò là... Al tramonto....» Avrei voluto baciarla di nuovo...era più forte di me...ma temevo di vedere un no,in quei dolci occhi nocciola...le carezzai la guancia... |
"bene non mi muoverò...sarò nascosta qui e aspetterò il vostro ritorno..ma vi prego siate prudente e tornate presto"..mi senti carezzare la guancia e mi sorpresi a stringergli la mano con cui mi toccava...non avevo un buon presentimento ero seriamente preoccupata...mi volsi verso Perry e le dissi "milady vi prego andiamo dentro...non è prudente stare qui fuori"...
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Avrei voluto,non lasciare mai la sua mano...era evidente che...sentivo qualcosa...
e lei....cos'ero per lei,se non un pericolo....quel viso,..mentre correvo nella selva ,lo vidi nella mia mente..e mi sorpresi a sorridere |
Perry ignorò le parole di Lady Rainbow e seguì Sir Echelbert.
<<State fermo! Senza di me non vi muovete!!>> così dicendo tirò fuori la spada e cominciò correre con lui. |
Parole che non ammettevano replica...La fanciulla era piu coriacea di quanto pensassi...
in cina credono che se salvi la vita ad un uomo..,diventi responsabile per lui,il suo guardiano... Forse era questo a spingerla,nel pericolo.. Ma chi resterà con Rainbow...e se fosse successo qualcosa?aveva la polvere..ma non mii sentii tranquillo..dovevo fare qualcosa... Quella fanciulla,stava diventandomi molto cara.... |
Perry voleva sfogare la sua ira contro qualcuno, meglio se salvava la vita di una persona che lo meritava.
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Intanto, fra situazioni di ogni tipo e propositi più o meno cavallereschi, per la strada principale di Camelot apparirono due misteriose figure.
Di fiero e nobile portamento vagavano furtivi, senza prestare troppa attenzione a ciò che accadeva per il reame. Ad un tratto, giunti nella locanda, cominciarono a fare strane domande al padrone di quella. "Dite" cominciò a chiedere uno di loro "vi capitò di incontrare una dama dal bellissimo aspetto ma dai modi guardinghi?" "Non saprei..." rispose l'oste "... qui giungono ogni giorno tante persone..." "Sforzatevi" intervenne l'altro dei due poggiando sul bancone una moneta d'oro "e noi ve ne saremo grati." "Si, ora ricordo!" Esclamò l'oste, prendendo con avidità quella moneta. "Era una bellissima giovane, coperta da un lungo mantello. E girava con una borsa colma di monete d'oro!" "Siete certo di questo?" "Che il diavolo mi prenda se mento!" "E dove era diretta?" Chiese uno dei due. "Credo sia ancora per le vie di Camelot..." rispose l'oste "... dopotutto era solo una donna e non aveva con sè un cavallo." "Grazie." Disse l'altro. E i due misteriosi individui uscirono dalla locanda senza aggiungere altro. |
“Che cosa vuol dire che non me lo volete vendere?” chiesi stizzita all’uomo di fronte a me “Ne ho bisogno, vi dico. E posso pagarlo! Non capisco cosa…”
L’uomo proseguì nel suo lavoro, come se non esistessi. “Non me lo volete vendere perché sono una donna. Non è così?” chiesi arrabbiata. Ma fu come parlare ad un muro. “Molto bene!” conclusi nervosa, voltandomi e allontanandomi rapida “Sono certa che troverò qualcun altro disposto a vendermi un cavallo!” Erano passate alcune settimane dal mio arrivo a Camelot e potevo dirmi molto soddisfatta: avevo nuovi abiti adesso -abiti semplici di stoffa ruvida, come mai prima ne avevo posseduti-, avevo chiuso la mia borsa di monete in una grande bisaccia e l’avevo nascosta, mi ero disfatta del mio principesco abbigliamento donandone un pezzo qua e uno là e, cosa ancor più importante, avevo trovato un posto dove vivere, avevo trovato un ‘lavoro’… mi emozionavo soltanto a dirlo. Nessuno sapeva chi ero né nessuno doveva saperlo… non ero mai stata così felice ed ero anche di nuovo certa che presto l’Avventura sarebbe capitata di fronte alla mia porta. |
Gli abiti ruvidi, la forte determinazione, la voglia di libertà e di avventura potevano rappresentare un fortissimo slancio.
Ma il portamento di una vita, la grazia nei modi e le regole secolari dell'aristocrazia ti segnano in maniera definitiva. E questo a Talia sfuggì. I due figuri erano esperti e disposti a tutto pur di riportare al marchese la sua adorata, quanto ribelle, figliola. Ad un tratto, vedendola da lontano e colpiti da un qualcosa nel suo modo di camminare, nonostante i suoi abiti le si avvicinarono. "Permettete?" Chiese uno di loro. "Vorreste farci la cortesia di dedicarci un pò del vostro tempo?" "Non ve ne ruberemo molto." Aggiunse l'altro. "Vogliamo solo farvi qualche domanda." |
Mentre stavo tornando sui miei passi fui fermata da due uomini. Mi voltai e li osservai un momento...
Ero certa di non averli mai visti prima, eppure il tono delle loro voci, il loro abbigliamento -non vistoso ma indubbiamente ricco- e il loro portamento fecero scattare nella mia testa un campanello di allarme. "Domande, signori? Ad una povera giovane come me?" chiesi con voce deferente "Vorrei aiutarvi, miei signori, ma la mia padrona mi ha mandata a sbrigare delle commissioni e si arrabbierà se non mi vede tornare..." dissi in fretta, esibendomi in un piccolo, semplice inchino. |
"Un momento!" Chiamò uno dei due. "Se vi fermerete qualche istante nessuno avrà di che lamentarsi, credeteci."
"Ora avvicinatevi e voltatevi..." ordinò con tono spiccio l'altro "... vogliamo solo guardarvi con attenzione. Poi potrete tornare dalla vostra padrona." "Ehi, dico!" Urlò all'improvviso una voce alle loro spalle. "Non posso allontanarmi un momento che qualcuno cerca di rubarmi la serva!" I due si voltarono di scatto. "Chi siete voi?" Chiese Guisgard. "E cosa volete dalla mia servetta?" "Questa giovane è la vostra serva?" Chiese uno dei due. "Certo è mia!" Rispose infastidito Guisgard. "L'ho pagata anche tanto! Molto di più del suo reale valore! E mi infastidisce non poco quando qualcuno cerca di rubarmela!" "State calmo, vogliamo solo..." tentò di dire l'altro. "Al diavolo!" Lo interruppe Guisgard. "Lo so io cosa volete voi altri! Vedete una giovane sola e graziosa e pensate subito di poter fare i vostri comodi! Ma io non sono nato ieri! Non si fanno bagordi con i miei soldi! E se avete bollenti spiriti vi posso indicare io un bel posto dove sfogarli! Le case di piacere qui non mancano! Anzi, posso accompagnarvi io stesso a suon di pedate, s'intende!" "Suvvia..." intervenne uno dei due "... non scaldatevi per niente! Se ci date la vostra parola di gentiluomo che questa è una vostra serva, allora per noi è tutto apposto." "Per voi?" Ripetè Guisgard. "Per voi? Prima ci provate e poi pretendete che tutto si accomodi così? Volete la parola di un gentiluomo? Invece io vi darò una lezione che di gentile non ha nulla!" "Calmatevi, messere!" Disse l'altro. "C'è stato solo uno sbaglio." "No, il mio onore va salvato!" Gridò Guisgard. "E quando avrò finito con questi due, continuerò con te!" Gridò poi a Talia. "Anzi, ora fila subito a casa o comincio a frustarti qui in strada! Fila a casa!" "Vi chiediamo ancora scusa per l'equivoco, signore." Disse uno dei due. "Ci siamo sbagliati. Vogliate ancora scusarci. Addio." Ed entrambi ripresero il loro cammino, sparendo lungo la strada. E nel vederli andar via così, Guisgard sorrise in maniera beffarda. |
"Ancora voi?" mormorai con un filo di voce, appena i due individui si furono allontanati.
Se c'era una cosa che mi era stata inculcata in mente fin dai primi anni di vita era l'educazione. E l'educazione assolutamente vieta di fissare chicchessia... men che meno un uomo, men che meno uno sconosciuto. Eppure, nel vedermi di nuovo di fronte quel cavaliere, nell'osservare la scena appena svoltasi di fronte a me, rimasi a bocca aperta... incredula... divertita, per quanto mi seccasse ammetterlo. Lo scrutai per un attimo, poi sorrisi e mi inchinai appena: "Vi devo ringraziare, sir!" |
"Non mi abituerò mai" disse Guisgard divertito "all'ingenuità di voi ragazze dell'alta aristocrazia! Credete che tutto si accomodi con le parole, con un grazie, un inchino ed una dolce espressione nel viso!"
Rise di gusto ed aggiunse: "Milady, non siamo a Carcassonne qui! Il vostro grazie non mi salverà il collo! Per sdebitarvi dovrete offrirmi molto più che i vostri cortesi modi. Quelli conservateli per i paggi di palazzo o i valletti di corte. O magari per qualche avvenente precettore a cui è stata affidata la vostra nobile preparazione." Sorrise e le si avvicinò. "Lady Talia di Carcassonne..." continuò a dire "... in gattabuia un vecchio monaco mi ha raccontato, durante una sbornia, della figlia del Visconte di Carcassonne fuggita per capriccio... e della forte ricompensa destinata a chi la riporterà a casa. Non voglio pensare che vostro padre possa essere più generoso di voi, in fatto di ricompense, milady." E finito di parlare fissò la ragazza con aria divertita. |
Istintivamente arretrai di mezzo passo quando quell'uomo mi si avvicinò... dunque lui sapeva... compresi immediatamente che sarebbe stato inutile mentire, inutile recitare la mia parte con quello scaltro individuo. Forse con lui sarebbe stato più conveniente trattare.
Quando ebbe finito di parlare rimasi in silenzio per alcuni minuti, sostenendo il suo sguardo vagamente trionfante con uno fermo e distaccato. “Vi credete in gamba!” dissi infine, lentamente “Pensate di sapere tutto, ma in realtà non sapete niente. Niente! Se pure la dama di cui parlate fuggì, non fu certo per capriccio... ma dubito che questo possa interessarvi. I vostri modi me lo confermano: voi non siete affatto diverso dagli uomini che avete appena allontanato!” Lo osservai ancora per un attimo: “Comunque sia non mi interessa ciò che pensate. E non mi interessa neanche della vostra miserabile vita... se vi ho chiamato 'cavaliere', evidentemente ho commesso un errore! Tuttavia ciò non è importante: voi sapete che ho del denaro e io so che lo volete. Ve lo darò, dunque: il denaro non conta niente, ma dubito che qualcuno come voi possa comprendere questo. Ve lo darò tutto. In cambio voglio soltanto la vostra parola che non farete il nome di quella dama mai più: Talia di Carcassonne è morta, signore. E vedete di non dimenticarlo!” |
Intanto, Il cacciatore di taglie aveva ritrovato il giovane Cavaliere25.
"Manigoldo e furfante!" Gridò prendendolo per il bavero. "Che io sia maledetto per essermi fidato di te! Ma ti giuro che infilerò anche la tua testa nella gogna, se non riuscirò a trovare quel manigoldo che tu hai aiutato a fuggire! Dimmi dov'è andato! Dimmelo o ti giuro che rimpiangerai amaramente il giorno in cui sei nato! Ora gireremo insieme in lungo ed in largo questo reame... alla ricerca di quel furfante!" |
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