Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 13-10-2010 01.56.56

Guisgard afferrò la mano di Morven e lo fissò negli occhi.
"Volete giocare, cavaliere?" Chiese. "Badate però che io gioco solo se la posta in palio è alta!"
"Cavalieri, dadi e poi guai!
Lo so io, non finiranno mai!" Recitò Iodix.

Morrigan 13-10-2010 02.02.24

Morven fu sorpreso da quel gesto repentino dell'uomo, ma resse il suo sguardo e non indietreggiò nè ebbe un brivido. Finse di ignorare i versi del buffone, e fissando Guisgard:

"Non vi avrei sfidato per una posta che fosse meno che alta, cavaliere..." disse "La vita... che ne dite, può andar bene per voi, la vita?"

elisabeth 13-10-2010 02.12.07

Ne dicevano di scemate quei due...........la vita non era una posta da mettere in gioco..........mi era passata la fame.....e quei due erano due teste calde......avevo un bel boccale di vino, era l'unica cosa in mio potere.....per rinfrescargli le idee....mi alzai dal mio posto e presi la brocca ancora piena, mi avvicinai al Cavaliere che avevo sentito si chiamasse Guisgard......e in maniera assolutamente goffa ed impacciata gli versai addosso l'intero boccale......" Perdonatemi ma qualcuno mi avra' spinta...ho bagnato i vostri pantaloni........".........presi cosi' il fazzoletto che poratvo in vita e feci per sciugargli il liquido

Guisgard 13-10-2010 02.13.47

"La vita?" Ripeté Guisgard sorridendo. "La vostra non mi interessa, cavaliere... mentre la mia... la mia vale ben poco."
Lasciò allora la mano di Morven e con gesto fulmineo portò la spada sul tavolo sotto la gola del giovane cavaliere.
"Male, amico mio..." disse "... molto male... la spada è la miglior amica di un cavaliere... e sarebbe una beffa se vi uccidessi con la vostra stessa spada..."
E con gesto altrettanto rapido girò il verso dell'arma, porgendo l'elsa a Morven.
"E' vostra, cavaliere... abbiatene più cura..."
E detto questo rise di gusto.

Guisgard 13-10-2010 02.17.06

Ma un attimo dopo, una misteriosa dama, riversò su Guisgard un'intera brocca di vino.
"Che io sia dannato!" Urlò il cavaliere, mentre fissava Elisabeth.
"Voi... voi... dannata, pazza donna..."
"Donna folle,
Dio non volle!" Esclamò Iodix.

Morrigan 13-10-2010 02.22.30

Morven non si fece sorprendere dalla bravata di Guisgard, e mentre quel cavaliere gli tendeva l'elsa della sua spada e gli rispondeva con aria di celia, il ragazzo fece un sorrisetto cattivo e gli lasciò intravedere la sua mano sinistra, che, celata sotto il mantello, stringeva in tutta tranquillità il suo secondo gladio.
Quindi, sollevò un istante le spalle, rise lievemente all'indirizzo di Guisgard, e rinfoderò con un gesto elegante l'una e l'altra delle sue armi, non senza prima averle fatte roteare vistosamente sotto il naso di Guisgard.

Fu proprio in quel momento però che Morven dovette indietreggiare, come non aveva nemmeno fatto prima, perchè degli schizzi di liquido scuro lo colpirono all'improvviso sul viso. Il giovane passò le dita sulla faccia e sui propri indumenti, e comprese un istante dopo che si trattava di vino.
Riportò gli occhi su Guisgard e si avvide che il cavaliere era completamente bagnato da quel rosso liquore, mentre una dama, di fronte a loro, il boccale ancora in mano, si scusava con finta aria contrita.
Morven guardò Guisgard, se stesso, quindi di nuovo la dama, e un istante dopo esplose in una gaia risata.

elisabeth 13-10-2010 02.32.46

Tamponai con il fazzoletto i suoi pantaloni con tale violenza.......che avrei potuto fermarne la discendenza.........." Sono cosi' rammaricata di quello che e' successo......credetemi io mi sento costernata....." ...mi resi conto pero' che il vino aveva schizzato tutti e il mio mantello sembrava avesse preso qualche rara malattia.......al suono della voce adirata di Guisgard e il suo continuo chiamarmi pazza.....mi fece bollire il sangue a tal punto che le dita della mia mano afferrarono la sua coscia un po' piu' sotto dell' inguine........" Vi sarei grata se evitaste di darmi della pazza..........credo che la tolleranza sia una delle prime virtu' per un cavaliere....."...lo guardai negli occhi senza lasciare la sua coscia

Guisgard 13-10-2010 02.36.28

"Milady..." disse Guisgard cercando di contenere l'ira "... mi avete fatto salire il sangue alla testa con la vostra bravata... ora, vi prego, togliete le mani dalle mie parti basse o non risponderò più di me..."

elisabeth 13-10-2010 02.38.55

" Non solo intollerante.....anche collerico ed irruente con la gentilezza di una donna.....non ho intenzione di abbandonare i vostri gioielli sino a quando non mi chiederete scusa..."

Talia 13-10-2010 02.40.14

Avevo abbracciato Rainbow e l’avevo consolata dopo quella brutta esperienza... esperienza dura da sopportare per una ragazza.
Avevo ascoltato lo scambio di parole tra quei cavalieri senza fiatare... poco mi importavano le loro contese e le loro beghe, ciò che mi interessava era una cosa sola e quella cosa fu messa in discussione quando sir Belvan decise di tornare a Cartignone. Non replicai. In fondo cos’altro potevamo fare ormai? Ma dentro di me ribollivo di rabbia: sarei di certo giunta più lontano se avessi lasciato la città da sola...
Una volta giunti a Cartignone, mi diressi al palazzo con gli altri, qui lasciai lady Rainbow alle cure di una buona e devota serva e uscii di nuovo.
Camminavo per le strette vie della città cercando di smaltire la rabbia e la frustrazione che mi rendevano il sangue amaro... ero stata una sciocca: troppe emozioni dominavano il cuore di quei cavalieri, a troppe distrazioni erano soggette le loro spade votate al bene assoluto e alla giustizia... ma io, io piccola povera dama, io avevo un solo interesse, un unico scopo... e me l’ero lasciato sfuggire dalle mani proprio quando credevo di esser sulla strada giusta.
Alzai gli occhi al cielo e osservai tristemente la luna piena... che cosa dovevo fare? Rassegnarsi? Mai! Combattere? Sì, certo... ma come?

Guisgard 13-10-2010 02.46.34

Guisgard allora, con improvviso gesto, sollevò di peso Elisabeth e lo portò in braccio fuori, mentre tutti i presenti scoppiarono in grasse risate.
E giunto in una stalla adiacente la locanda, Guisgard lasciò cadere Elisabeth tra la paglia ed il fieno che stavano mangiando i cavalli.
"Ecco..." disse soddisfatto il cavaliere "... questo è il posto per una puledra appena domata! A mai più rivederci, milady!"
Ed uscì in strada.

elisabeth 13-10-2010 02.51.50

Come aveva osato.......la morbida paglia aveva attutito la mia caduta.....dandomi la possibilta' di rialzarmi senza grande sforzo........" Prometto che se non vi girate immediatamente e non mi chiedete scusa......da Cavaliere dovrete battervi.......il mio essere donna non diminuisce il rispetto che mi dovete.........."

Guisgard 13-10-2010 02.54.47

Guisgard si voltò e disse:
"Ma perchè tutti vogliono battersi con me, in questo posto?"
Fece un inchino, vagamente ironico e con gesto elagante rese omaggio alla donna furiosa.
Un attimo dopo uscì dalla stalla, svanendo nel buio della sera.

Morrigan 13-10-2010 02.58.50

Morven seguì la scena con stupore, quindi con sgomento sempre crescente. Non ebbe nemmeno il tempo di intervenire, ma si limitò a seguire con lo sguardo Guisgard fino alla porta della stalla, quindi le urla di protesta e le invettive di Elisabeth gli fecero completare il resto del quadro.
Attese sulla soglia della locanda che Guisgard tornasse verso di lui. Incrociò le braccia al petto, si appoggiò allo stipite della porta, di modo che il cavaliere, per rientrare, avrebbe per forza dovuto chiedergli la cortesia di scostarsi. E così, quando Guisgard arrestò il passo di fronte a lui, Morven lo guardò e scosse il capo, con un sorriso.

"Signore, voi non avete nemmeno idea di quello che avete appena fatto", gli disse, con ironia mista a compassione "Quella non è certo una dama qualunque... è un cavaliere templare! E Dio m'è testimone, ve la farà pagare cara, questa bravata!"

Tacque un istante, scrutò gli occhi di Guisgard e la strana luce che li accendeva, nuotando irregolare nel fondo delle pupille.

"Siete sfontato, signore, e siete villano..." aggiunse con tono più basso "Ma di certo il villano più spassoso e arguto che mi sia capitato di incontare!"

elisabeth 13-10-2010 03.02.04

Ma chi diavolo mi ci aveva mandato in quel posto...avrei mandato la peggiore delle mie missive.....al caro Maestro, che ci venisse lui ad avere a che fare con i bifolchi......Cavalieri, gli uomini se ne riempivano la bocca con quel termine.........non era nella notte che doveva svanire.....ma erano gli inferi che avrebbero dovuto dargli dimora..........Ci incontreremo .....e poi vi garantisco che il vostro sorriso sparira' .....

Guisgard 13-10-2010 03.18.35

Guisgard fissò Morven, ascoltando le sue parole.
"Lasciatemi passare..." disse con fare seccato, appoggiando la mano sul petto di lui "... che devo cambiarmi i calzoni prima che fermentino..."
Ma proprio in quel momento si udì una voce straziante rompere il silenzio delle strade.
"Mia figlia!" Gridava la voce. "Dio mio, aiutami! Mia figlia! E'sparita!" E corse fuori alla locanda, gridando e piangendo.
Tutti corsero a vedere.
Ma più lesto di tutti fu Guisgard.
"Cosa è accaduto?" Chiese il cavaliere. "Dov'è vostra figlia? Avanti, ditecelo?"
"E'... è sparita nel bosco... dal crepuscolo e non è più tornata... Dio, aiutami..."
"Non è detto che le sia accaduto nulla di male..."
"Invece si, straniero..." disse un vecchio alle sue spalle "... loro l'hanno presa... per quella ragazza non c'è più speranza..."
A quelle parole la donna lanciò un grido straziante fino a pedere i sensi fra le braccia di Guisgard.
"Ma cosa dici?" Chiese Guisgard al vecchio. "Di chi parlavi? Chi ha preso la ragazza?"
Ma nessuno dei presenti rispose a quelle domande, chiudendosi in un muto silenzio che echeggiava di morte.

Guisgard 13-10-2010 03.34.48

Mentre Talia osservava lu Luna, pallida, incantata e sfuggente, udì dei passi alle sue spalle.
Era una vecchia zingara.
Si sedette lungo la parte bassa di una vecchia muratura e fissò anch'ella il cielo notturno.
"Eh, la Luna..." cominciò a dire "... Luna bianca è speranzosa, Luna rossa è messaggera... e stanotte porta nefaste notizie..."
Fissò poi Talia:
"Bella dama, volete conoscere il futuro?" E prima che Talia potesse rendersene conto le prese la mano. "Vedo... vedo... un vestito... sporco di sangue... lutto, pianto dolore... ora però vedo vendetta... odio..."
Fissò Talia e accennò un tenero sorriso.
"Un uomo... si, un uomo... malvagio... il suo volto è celato... quell'uomo devi cercare... ma non da sola... vedo... vedo..."
In quel momento la zingara emise quasi un gemito, simile ad un urlo strozzato in gola.
"Figlia mia..." mormorò "... fa attenzione... attenzione... loro sono ovunque..."
Si alzò di scatto e si incamminò verso la strada.

Guisgard 13-10-2010 03.50.02

Nel frattempo, al Palazzo di Cartignone, Belvan passeggiava inquieto con un suo cavaliere.
"Siete preoccupato, milord?" Chiese questi.
"C'è qualcosa di misterioso ed oscuro in queste terre..." rispose il capitano "... ma cosa? Comunque occorrono forze fresche... siamo in pochi... pochi contro un nemico invisibile..."
In quel momento incrociarono Cavaliere25.
"Non sei andato in città con gli altri?" Chiese Belvan. "Stasera siete in libera uscita tutti."
Lo fissò con attenzione.
"Ti andrebbe di andare in città, mio giovane amico?" Chiese. "A gettare uno sguardo tra le strade, nelle locande... per trovare forze nuove che possano affiancarci. Anche un solo cavaliere, purchè esperto, può fare la differenza. Allora, ti va, ragazzo?"
In quel momento Belvan notò una figura solitaria lungo il corridoio, che usciva da una delle sale grandi.
Era Llamrei.
"E sia, ragazzo..." disse a Cavaliere25 "... mi fido di te. Spero tu possa trovare qualche buon cavaliere. Ora scusatemi."
E si avvicinò a Llamrei.
"Buonasera, milady... serata inquieta questa? Sareste potuta andare con gli altri in città... vi va se passeggiamo un pò? Non so voi... ma ho strane sensazioni... prima le croci lungo la strada per giungere qui... poi il racconto del principe, l'aggressione a sua nipote... questo posto sembra intriso di un qualcosa di sinistro... oh, ma che sciocco... perdonatemi, sfogo con voi le mie inquietudini..."

lady rainbow 13-10-2010 09.01.37

Tutte quelle peripezie mi avevano resa ancora più convinta che dovevo continuare ad indagare...da sola se necessario..oppure dovevo trovare milady Talia..lei sola avrebbe potuto aiutarmi,capirmi... ero stata sfamata e curata.."grazie"dissi alla serva"puoi andare continuo da sola"...congedata la donna due figure attrassero la mia attenzione..e una..una era Talia...dovevo raggiungerla...ripercorsi le scale usci da palazzo e iniziai a chiamarla..."milady...milady Talia...vi prego ho bisogno di parlarvi"

Talia 13-10-2010 11.39.57

Rimasi pietrificata dalle parole della zingara... ‘lutto, pianto, dolore’ aveva detto, poi ‘odio e vendetta’... sì, vendetta! L’avrei perseguita la mia vendetta e l’avrei ottenuta! A qualsiasi costo!
Osservavo i suoi occhi in cerca di risposte... ne avevo bisogno, mi sentivo come colui che ha smarrito la strada...
La sua ultima frase mi turbò: ‘fa attenzione... loro sono ovunque...’
Loro? Sono... sono ovunque? ...Ma chi sono?
Prima però che potessi chiedere qualsiasi cosa la donna si alzò e fuggì via.
“Aspettate!” gridai “Aspettate, vi prego!”
Fu a quel punto che mi sentii chiamare, mi voltai e vidi lady Rainbow correre verso di me...
“Milady!” esclamai, sorpresa.
Lanciai un ultimo sguardo alla zingara, ormai lontana, e mi chiesi cosa avesse voluto dire, cosa avesse visto... osservai per un istante la mia mano che era stata stretta nella sua, come a cercare io stessa delle risposte... infine l’abbassai e alzai gli occhi sulla dama che ormai mi aveva raggiunta.
“Milady...” dissi a Rainbow “Come state?”
Scrutai i suoi occhi per un istante e soggiunsi: “Che cosa vi turba? Cosa vi ha portata qui?”

elisabeth 13-10-2010 12.16.25

Uscita dalla stalla cercavo di togliere paglia e fieno dai capelli e dai vestiti......cercavo di rimettere la treccia a posto sulla testa......mentre mi dirigevo verso la taverna, dovevo finire la mia cena......vidi parlare il giovane Morven con Guisgard........quando le urla di una donna mi fecero sfuggire la treccia dalle mani.....mi avvicinai a Guisgard......in tempo per sentire le parole del vecchio.....e per vedere svenire quella povera donna.....un senso di strana inquetudine avvolse i miei sensi.......giovani donne che non facevano piu' ritorno......Era la morte che ne faceva da padrona ogni persona in quel luogo aveva scelto il silenzio ma il battito dei loro cuori era udibile ad un orecchio attento, sembrava che nel loro cuore si nascondesse la rassegnazione...........poggiai istintivamente la mia mano sul braccio di Guisgard......fu un solo momento ma avevo bisogno di avvertire la forza del bene......Morven era li' accanto a lui, avvertivo una sorta di complicita' tra di loro.......uscii fuori dalla taverna e la notte mi avvolse in tutta la sua oscurita', rimasi li' appena fuori dalla porta..la luna era tristemente adagiata nel nulla.........avvertivo il mio mantello fluttuare morbidamente alla volonta' del lieve vento notturno........La croce che portavo mi legava a Dio.......la Luna pretendeva che risvegliassi il mio animo di donna alla Madre terra.......Preghiera ed invocazione...investitura ed iniziazione............Mi voltai verso la taverna e vidi nettamente Guisgard e Morven........quale sarebbe stata la mia scelta..unirmi a loro o partire da sola............per una volta vrei voluto tanto che il fato avesse scelto per me..............

Morrigan 13-10-2010 12.42.30

La disperazione di una madre... la reticenza della saggezza... la paura, tutta la paura del mondo... e l'oscurità che scendeva su Cartignone... sospiro agitato di un felino acquattato nell'ombra... paura... panico... febbre... vertigine...

Morven passò uno sguardo nervoso intorno, a cercare un segnale, una risposta. Era rimasto in piedi, accanto a Guisgard, mentre il cavaliere sorreggeva la donna priva di sensi. I suoi occhi scrutavano l'ombra, cercando... cercando... Dove sei? Chi sei? Di chi è questo possente respiro di morte? Chi cerchi? Chi stai puntando? Chi sbrani tra le tue sanguinose fauci?... Quale orribile minaccia sta nascendo ad Est?

Mentre era in preda a quei pensieri, vide che Elisabeth li fissava, lui e Guisgard, con occhi penetranti. Istintivamente, come rispondendo ad un richiamo interiore, si volse verso di lei, e quasi si tese a cercare la sua attenzione.

"Mia signora, per fortuna siete qui!" gli sfuggì con urgenza dalle labbra "Vi prego di darci soccorso con la vostra conoscenza... io sono giovane, e non so ancora molto del mondo, ma una cosa l'avverto con certezza... qui tra noi alberga un male che non può essere sconfitto di sola spada, nemmeno se la spada è tanto aggraziata ed esperta! Vi prego, mia signora, prestateci la vostra arte!"

Arowhena 13-10-2010 12.43.24

Arowhena aveva osservato gli eventi da sotto il suo cappuccio, come sua abitudine..Conoscere implica innanzitutto l'osservazione. Quel giorno aveva particolarmente apprezzato all'agilità dei cavalieri che si erano valorosamente batutti nel bosco per salvare la giovane sprovveduta. Nessuno aveva notato né sentito che le sue tecniche da bardo, i suoi acuti che l'orecchio umano poteva percepire solo con molta attenzione, avevano dato coraggio e forza ai cavalieri contro quei vigliacchi che in dieci si erano scagliati contro... come si chiamava? Lady Rainbow, sì... protetta solo dalle sue leggere vesti... Morven aveva una gran tecnica e vederlo combattere insieme a quel.. particolare cavaliere le aveva dato una forte sensazione, una delle sue fitte alla testa.. girò lo sguardo intorno per carpire tutti i segni... la vista... la vista... il tempo sembrò fermarsi, la battaglia bloccarsi come in un affresco... le sue labbra si mossero:

C'è stato un tempo che bosco, rivo e prato,
la terra e ogni vista consueta
a me davvero son sembrati
cinti di luce celestiale
del candore e sfolgorio di un sogno.


Le parole di Belvan la riportarono alla realtà:
"Per stasera siete liberi." Annunciò Belvan. "Ma da domani allenamento e turni di guardia. E' tutto, signori. Potete andare."
Aveva apprezzato la scelta di Belvan di riportare ordine.. La libera uscita sarebbe stata utile a riordinare le idee, riallineare le fila, riprendere il controllo. Fare scelte avventate, lo sapeva, non avrebbe portato altro che pericolo, e la fretta nel voler per forza spingere una situazione al limite, non porta mai nulla di buono... le conseguenze erano sempre nefaste. Bisognava prendere tempo.
Quella sera la Luna sarebbe stata splendente, all'apice del suo ciclo etterno, avrebbe approfittato per chiederle consiglio.

Mentre pensava a tutto questo, Arowhena girava per le strade di Cartignone e le sue orecchie sentirono il chiasso della taverna vicino il palazzo. Pensò a quanto potesse giovarle un bel boccale di birra speziata.
Affrettò il passo a questo pensiero e si ritrovò davanti una scena che non si sarebbe aspettata! La donna templare che aveva visto al palazzo quella mattina teneva ... attanagliato... il cavaliere incontrato nella foresta, e Morven era lì davanti che si asciugava il viso da schizzi... di sangue?... No... era vino, ne sentiva l'odore! Rise da sotto il cappuccio e restò a godersi la scena. Quando infine il cavaliere prese Lady Elizabeth (sì, così si chiamava) e la gettò sul fienile, rise di cuore e andò per avvicinarsi quando sentì le urla di una donna che svenne dal dolore nel saper sua figlia rapita... gli schiamazzi, le risa, tutto piombò in un silenzio di morte... anche la luna si oscurò dietro le nubi. Istintivamente Arowhena andò verso Elizabeth, che in quel momento era di nuovo vicina a Morven e il cavaliere e le tese la mano. Il suo sguardo dolce, la sua voce calma ma ferma e cantò:

Just give me your hand,
Tabhair dom do lámh.
Just give me your hand
And I'll walk with you,
Through the streets of our land,
Through the mountains so grand


elisabeth 13-10-2010 12.53.40

Lande sconfinate sorgenti di acqua pura......la verita' mia Signora .......prendere la vostra mano tra le mie e scoprire il cammino di vera luce............se la spada e la rosa si uniscono, il male dissipera' la sua tela........La preghiera di Morven....il volto duro di Guisgard......la mano di Arowhena............" Dio lo vuole "...........presi la mano della donna e vi poggiai la mia..palmo con palmo.......solo un immesno calore........La luna aveva dato il suo ordine.....che l'uomo si unisca alla donna

llamrei 13-10-2010 13.35.46

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 22062)
Nel frattempo, al Palazzo di Cartignone, Belvan passeggiava inquieto
E si avvicinò a Llamrei.
"Buonasera, milady... serata inquieta questa? Sareste potuta andare con gli altri in città... vi va se passeggiamo un pò? Non so voi... ma ho strane sensazioni... prima le croci lungo la strada per giungere qui... poi il racconto del principe, l'aggressione a sua nipote... questo posto sembra intriso di un qualcosa di sinistro... oh, ma che sciocco... perdonatemi, sfogo con voi le mie inquietudini..."

"Buona sera a voi signore. Non uso passeggiare con chi non conosco o conosco a mala pena. Non temo la mia incolumità...ma piuttosto quella di chi mi accompagnia;) Ma dite, messere, anche voi avete quindi uno strano presentimento? Si dice noi donne siamo portatrici di un senso in più rispetto a voi..e qualcosa mi dice...che le mie impressioni combaciano con le vostre....avete qualche altro sospetto o idea sul da farsi?"

lady rainbow 13-10-2010 15.12.30

"Milady vi ho trovata finalmente...io dovevo parlarvi..stanno accadendo troppe cose strane e qui a palazzo mi trattano come una bambina che non può capire...ci hanno costrette a tornare indietro ma io non tornerò finchè non avrò scoperto la verità...ne vada anche della mia vita...."nei miei occhi il fuoco dell'odio verso quei mostri che avevano turbato la nostra tranquilla Cartignone ardeva sempre di più.."voi conoscevate meglio di me mia cugina...aveva dei detrattori?se uniamo le nostre forze e conoscenze forse ce la faremo...ho qui con me un'arma segreta che ci potrà proteggere...vi prego,non lasciatemi sola a cercare la verità..."e l'odio lasciò il posto alla disperazione....

Talia 13-10-2010 15.44.45

La guardai sorpresa... aveva parlato tutto di un fiato, con la voce leggermente spezzata dall’agitazione e dalla preoccupazione, ma ciò che aveva detto non era lontano da ciò che io stessa provavo e pensavo.
“Calma, milady, calma!” le dissi, alzando le mani e posandole sulle sue spalle “Calma, non siate precipitosa!”
Il suo sguardo carico del fuoco dell’odio mi colpì...
“Cercare la verità, dite... è ciò che ho la ferma intenzione di fare! Ma senza essere sciocchi o avventati... non ho intenzione di consegnarmi al nemico, chiunque sia! Ma lo troverò, lo stanerò... fosse l’ultima cosa che faccio!”
Rimasi per un momento in silenzio, poi le sorrisi: “Siete coraggiosa, milady! E sarò ben lieta di aiutarvi... sì, avete ragione!” mormorai dopo un istante, la voce stanca, abbattuta “Conoscevo bene vostra cugina, molto bene... siamo cresciute insieme, lei era la migliore amica che io abbia mai avuto, era come una sorella per me... ma... mi chiedete se aveva dei detrattori? Eileen? No, non ne aveva. Impossibile ne avesse! E d’altronde le vittime sono state molte... senza nessun rapporto tra loro, se non il fatto di esser giovani donne che si erano avventurate nel bosco da sole!”
Palavo a lei, ma parlavo soprattutto a me stessa... riflettevo...
“Il bosco!” proseguii, la voce più bassa “Cosa c’è in quel bosco? Chi c’è dietro tutto questo? Lutto dolore pianto, ha detto la zingara... un uomo malvagio, ha detto, un uomo che avrei dovuto cercare... ma non da sola!” alzai gli occhi al cielo “Loro sono ovunque, ha detto! Loro... ma chi sono loro? Di chi fidarsi?”
Tornai a guardare Rainbow: “Ci serviranno alleati, temo... ma dobbiamo fare attenzione a chi scegliere! Scegliere un cattivo alleato sarebbe come gettarsi tra le fauci del lupo. E sarebbe sciocco!”

lady rainbow 13-10-2010 16.06.06

"Sono d'accordo con voi..ma..come facciamo a trovare alleati?ricordate che siamo due donne...ci taglierebbero fuori subito..dobbiamo pensare ad un piano"

Talia 13-10-2010 16.37.38

“Un piano!” ripetei “Già... immagino che...”
Ma un urlo straziante riempì l’aria e interruppe le mie parole... lanciai un’occhiata a lady Rainbow e strinsi convulsamente la mia mano intorno al suo braccio, mentre uno strano presentimento si impadroniva del mio cuore.
Esitammo soltanto un istante poi, contemporaneamente, ci precipitammo di corsa verso la fonte di quel grido.
Un istante dopo vidi un capannello di persone di fronte ad una locanda, al centro una donna piangeva e si disperava... colsi soltanto poche parole ma non era necessario sentire altro per comprendere che sua figlia era scomparsa... un’altra ragazza! Il sangue mi si gelò nelle vene...
Rimasi per un momento in disparte, respiravo a fatica, avvertivo la testa girarmi per l’orrore, avevo la sensazione che le ginocchia stessero per cedermi... un’altra ragazza! Un’altra vittima! E noi non stavamo facendo niente... niente!
Poi, improvvisamente, l’ira iniziò a salirmi e fu come un fuoco che si impossessò di me, scacciando ogni paura e ogni dubbio, riempiendomi e dandomi nuova forza.
Nel gruppo era calato il silenzio, la gente di Cartignone si stringeva intorno alla povera madre ma nessuno sembrava avere il coraggio di parlare...
Mi avvicinai, dunque, facendomi largo tra le persone...
Le parole della zingara, intanto, continuavano a suonarmi nelle orecchie: ‘Loro sono ovunque’
Un cavaliere stava sorreggendo la donna, l’avevo già visto quel cavaliere ma in quel momento ero troppo agitata per farci caso: “Dovreste farla distendere!” gli dissi, accennando alla taverna “Datele un bicchier d’acqua, per favore, fatela riprendere: le devo parlare!”
Notai che alcuni dei cavalieri di Camelot erano lì... e una luce mi si accese nella mente: gli stranieri! Di loro ci si poteva fidare... probabilmente!
Mi voltai e fronteggiai la folla... che qualcuno avesse visto la ragazza allontanarsi? Che qualcuno sapesse qualcosa? Dovevo indagare... dovevo chiedere... con cautela, però!

cavaliere25 13-10-2010 16.53.54

dopo aver ascoltato la discussione chiesi gentilmente rivolgendomi a Belvan ora che si fa mio signore? dove siamo diretti poi guardai Guisgard e lo scrutai per capire che persona era .

lady_Empi 13-10-2010 20.57.16

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 22003)
Icarion restò un attimo perplesso.
Empi l'aveva portato in volo, oltre la campagna, le case e le torri di Cartignone, fino a giungere al palazzo reale.
E dalla finestra si vedevano diversi cavalieri, ornati di corazze e dai portamenti fieri.
Icarion restò a fissare quella scena come rapito da un mondo sognato fino ad ora.
Poi, d'improvviso, si destò dalla sua meraviglia.
"Non vedo il mio cavaliere..." disse "... sono giunto qui per apprendere da lui gli alti valori della cavalleria!"
Ma s'interruppe e cominciò a fissare un punto preciso.
Poi corse via, scivolando sul tetto, fino a giungere ai piedi di un solenne edificio e senza esitazione alcuna entrò all'interno, incurante di qualsiasi pericolo potesse correre.
Icarion non era più sotto la protezione di Empi...

<Empi, concentrata nella sua osservazione degli umani si accorse dell’assenza di Icarion solo quando scorse la luce dorata che circondava il corpo del Principe sparire all’interno di un edificio> Per tutti i venti ma dove va? <borbotto mentre si lanciava dal davanzale librandosi nell’aria. Le ali vibravano leste mentre Empi si dirigeva verso il tempio degli umani> Principe Icarion <esclamò a voce sostenuta passando attraverso la sottile apertura del grande portone. Sulla soglia del tempio udì di nuovo quell’urlo agghiacciante, l’urlo disperato di una donna che chiedeva aiuto>

Altezza <chiamò a gran voce entrando nella chiesa. Lasciò che gli occhi si abituassero alla penombra del luogo ed avanzò a mezz’aria. La chiesa sembrava spoglia e deserta. Un senso di angoscia aleggiava in quel luogo> Mi chiedo quale Dio possa dimorare in un posto del genere <borbottò la fata guardandosi intorno e finalmente scorse Icarion, ritto sull’altare maggiore> Altezza cosa pensate di trovare in questo luogo? E perché mi avete abbandonata in questo modo <sperava, la fata, di scoraggiare ogni prossimo colpo di testa del Principe con un po’ di umano vittismo…tante volte aveva udito le dame lamentarsi… ancora una volta la sua conoscenza degli umani sembrava esserle utile> Un cavaliere non lascerebbe mai una dama sola ed indifesa in un mondo di cattivi <insistè> poteva accadermi qualcosa di terribile e come avreste convissuto con il rimorso di tale mancanza? <tacque infine, temendo di aver esagerato>

lady rainbow 13-10-2010 21.08.08

"Milady dobbiamo intervenire e subito..che i cavalieri che si stringono intorno alla povera donna possano essere per noi un valido aiuto?"...ero certa che stesse pensando la medesima cosa..."dobbiamo trovare un modo per farci ascoltare...non possiamo più attendere oltre..."la guardai...il nostro temperamento battagliero ci avrebbe sicuramente portato alla soluzione...

Guisgard 14-10-2010 00.19.21

Cartignone era semideserta.
La notte era alta, la Luna luminosa.
Guisgard restò a fissare il cielo.
Nell'aria echeggiavano ancora le grida disperate della donna.
Ma ancora di più sembravano farsi largo le parole di quel vecchio.
Parole di indifferenza e rassegnazione.
A pochi passi da lui c'erano Morven, Elisabeth e Arowhena.
Iodix invece era rimasto fuori alla locanda.
Egli conosceva Guisgard sin da ragazzo.
Comprendeva meglio di tutti le sue inquietudini ed i suoi tormenti.
"La notte sembra indifferente..." disse il Cappellano avvicinandosi al cavaliere "... e l'aria d'Autunno comincia a farsi sentire..."
Guisgard cominciò a suonare la sua ocarina.
"Cosa pensate di ciò che accade in questo luogo?" Chiese il Cappellano.
"Non è affar mio..." rispose Guisgard "... non è la mia città... domani forse riprenderò il mio viaggio..."
"E dove siete diretto?"
"Lontano..."
"Fuggite quindi?"
Guisgard lo fissò.
"Non ho obblighi verso nessuno..." rispose al Capellano.
"Lo credete?" Chiese il cherico. "Aristocratico deriva dal greco antico... significa migliore... chi più ha, più deve dare... doveri, non diritti..."
"Risparmiatemi la predica, non siamo in chiesa..."
"Già... non siamo in chiesa..." ripetè il chierico.
Mise una mano sulla spalla di Guisgard e si allontanò.

Morrigan 14-10-2010 00.43.59

Morven si era discostato di qualche passo da Elisabeth nel momento in cui Arowhena era apparsa e le aveva teso la mano. Capiva che la potenza di quelle due donne risiedeva nello spirito, e che i loro spiriti si erano in qualche modo riconosciuti, toccati ed accettati in quel gesto.
Per questo era indietreggiato, per sposare quel sentimento di profondo rispetto che gli era nato dentro il cuore nel momento in cui ebbe coscienza della forza che si era sprigionata in quel contatto.
Ma così facendo, il giovane cavaliere di trovò a portata d'orecchio di un discorso che, dopo appena qualche battuta, gli fece stringere il cuore.
"Non è affar mio... non è la mia città... Non ho obblighi verso nessuno..."
Morven sollevò gli occhi profondi e scuri a studiare il viso di Guisgard con uno sguardo intenso, come se avesse voluto capirne l'essenza in un solo istante. E più lo guardava, più vedeva il suo volto scostante, quasi infastidito dalle parole del Cappellano, più ascoltava la sua esibita indifferenza, più Morven avrebbe voluto ucciderlo!

Che cosa stava facendo di sè, quell'uomo?
Quale insolvibile dolore, o quale tetra paura può spingere un uomo a rinnegare se stesso?
Morven aveva clemenza per gli errori umani, poichè troppi li attribuiva alla sua condotta... ma rinunciare a se stessi, rompere il voto di fedeltà fatto a se stessi, al proprio sangue, alla propria natura, al proprio lignaggio, questa era una scelta che egli non poteva comprendere, e che non poteva accettare!
Si voltò di scatto, andò verso Guisgard con passo deciso.

"Signore, io comprendo che abbiate già parecchi motivi per ritenermi fastidioso e molesto...", cominciò, inchidandolo al suo sguardo con tono deciso "ma vedete, io non temo nemmeno l'idea che il vostro astio possa spingersi ancora oltre, e quindi adesso non tacerò, nè vi nasconderò il mio pensiero, e vi dirò da uomo a uomo quello che penso!"

Si fermò un istante, prese fiato, e vedendo che Guisgard continuava a fissarlo con sguardo lievemente accigliato, ma senza alcuna apparente intenzione di dargli tanta importanza da replicare qualcosa, Morven continuò.

"Poco fa, nella foresta, quando salvaste quella giovane... io ho visto in voi un cavaliere eroico, coraggioso, leale... quando vi ho visto lottare contro quegli uomini ho desiderato conoscervi per potervi interrogare... volevo chiedervi dell'arte della spada, e della cavalleria... chiedervi di narrarmi altre vostre imprese e apprendere da voi cosa significhi esercitare il nobile rango di cavaliere... ma poi le vostre parole, e i vostri modi... e ciò che qui avete detto di fronte a questo sant'uomo! Mi avete dato un dolore al cuore, cavaliere, al pensiero di ciò che state sciupando... un cavaliere! No, voi non lo meritate nemmeno questo appellativo, signore... e se questo vi offende sosterrò con la spada la bontà del mio pensiero! Sì, non meritate questo appellativo, perchè avete dimenticato che i veri cavalieri sono stirpe dello spirito... e il vostro spirito è debole, perso dietro sentimenti che gli impediscono di vedere quale sia la vostra strada! E dunque, continuate così, a vagare senza meta... perchè dal momento che avete dimenticato chi siete, avete anche dimenticato la vostra strada!"

Guisgard 14-10-2010 00.45.10

Intanto, nel palazzo di Cartignone, Belven e Llamrei si trovavano in uno dei grandi corridoi.
"E sia, milady..." sorrise con cortesia il capitano "... allora resteremo qui, senza passeggiare in alcun luogo..."
Poi si fece serio.
"Mi chiedete di sospetti e sensazioni..." riprese a dire "... non saprei... sono abituato ad affrontare i miei nemici sul campo di battaglia, a fissare i loro volti, riconoscere i loro stendardi... qui invece sembra che abbiamo a che fare con un nemico invisibile, misterioso che pare celarsi nelle paure più profonde di questa genta... un nemico terribile..."
In quel momento un paggio convocò il capitano nella sala delle udienze.
"Venite anche voi, milady..." Disse Belven a Llamrei.
E giunti al cospetto del principe Frigoros, Guxio mostrò loro una lettera.

"Nobile principe Frigoros, la presente missiva vi informa che sua grazia il vescovo ha incaricato ad un uomo di sua fiducia di raggiungere Cartignone.
Egli è il domenicano Ramon de Calamberga, grande teologo e sommo inquisitore.
Padre Ramon è uomo di profonda cultura e conoscenza.
Studioso presso le più importanti corti d'Europa, egli ha servito la Chiesa di Cristo anche presso le corti infedeli dei mori ispanici.
In lui le virtù cristiane ed umane sembrano, per Grazie di Nostro Signore, aver gettato solide e perenni radici.
Padre Ramon saprà servire la Fede e la vostra causa, nobile lord Frigoros, con la massima devozione e competenza.

Gerard de Pouitigon, segretario di sua grazia il vescovo."

"Cosa ne pensate, cavaliere?" Chiese Frigoros a Belven.
"Penso che sua grazia si sia reso conto della drammaticità di questo momento. L'inquisitore domenicano ci sarà senza dubbio d'aiuto."

Guisgard 14-10-2010 01.04.21

Guisgard si abbandonò ad una sonora risata appena Morven finì di parlare.
"Voi avete visto in me un cavaliere leale, coraggioso ed eroico?" Ripetè, scoppiando di nuovo a ridere. "Tranquillo, mio giovane amico, riponete la spada... non ho alcuna intenzione di ribattere alle vostre parole. Anzi, vi dirò che sono perfettamente daccordo con voi... non solo non sono degno del rango di cavaliere, ma non ho mai neanche desiderato farmene vanto..."
Rise ancora e poi concluse:
"Mi state diventando simpatico, sapete? E così voglio offrirvi una bella serata... prima ho udito alcuni nella locanda parlare di una certa casa di piacere... venite, ci divertiremo non poco con qualche donnina allegra!"

Morrigan 14-10-2010 01.28.14

Morven scosse il capo, addolorato, ma nascose la sua delusione dietro un'espressione immutata. Cos'altro si era atteso, che quell'uomo dal temperamento focoso e indipendente, che non lo conosceva nemmeno, potesse prestargli orecchio su un argomento di simile importanza?
Eppure... gli lanciò ancora un'occhiata, di sfuggita, mentre di qualche passo si allontanava da lui... noi siamo stirpe dello spirito, e la memoria che lo spirito ha di sè è imperitura...
Sospirò, e decise comunque di proseguire in quel discorso.
I tempi stavano cambiando, il mondo stava uscendo di senno e il male che aveva intutito aleggiare per quelle strade era una minaccia sempre più pressante.
Non aveva tempo, non c'era più tempo... non erano, quelli, giorni per la meditazione, erano giorni per l'azione... e il perdere anche solo un cavaliere, in quella causa, poteva significare perdere i valori di un intero mondo... non uno deve tirarsi indietro... non uno può tirarsi indietro... il mondo è uscito fuori di sesto... non uno può scegliere di ignorare se stesso!

"I migliori perderanno la fede e la confusione regnerà sovrana..." iniziò a recitare, cercando una volta ancora lo sguardo di Guisgard, pregando in cuor suo che lo ascoltasse "Il gregge cercherà invano i propri pastori... Ricordatevi di questo, la prossima volta che accorrerete a rispondere ad un grido di aiuto!"

Poi si riscosse, e parve essersi liberato infine di un pensiero che lo affliggeva.
Gli era, infatti, venuta alla mente una diversa soluzione... forse esiste un modo migliore per farmi ascoltare da quest'uomo... un modo in cui mi presterà orecchio con disponibilità e animo leggero... un modo in cui potrei strappargli quel si senza che lui nemmeno se ne renda conto!
Abbozzò un mezzo sorriso.

"Anche voi mi siete simpatico, nonostante tutto..." aggiunse, cercando di smorzare la serietà che aveva imposto alla loro discussione "Vi avrei chiesto di essere mio aiuto nella strada delle armi, quella guida che io avevo tanto chiesto al Fato di inviarmi... ma le vie del Fato sono infinite, e noi non sappiamo in che veste egli interpreterà le nostre richieste! Vedete signore, io non sono mai stato in una casa di piacere... forse voi potreste essere quel Virgilio in questa impresa!"

Guisgard 14-10-2010 01.29.39

Nel frattempo, nella grande chiesa di Cartignone, due esseri fatati erano davanti all'altare.
Icarion, come rapito fissava la grande statua posta sull'altare, splendida e meravigliosa, luccicante della luce di decine di candele.
Le grandi arcate si aprivano con somma maestria nelle due navate laterali, illuminate anch'esse da tante candele.
Il culto della cristianità trovava in quel superbo e maestoso edificio una degna celebrazione.
"Guarda Empi..." disse Icarion senza smettere di fissare la statua "... quello è San Michele Arcangelo... è il cavaliere più forte... e a lui è devoto il cavaliere che siamo cercando... ricordo ancora bene la poesia che quel cavaliere accennò davanti ad una statua di San Michele...
... niente è più bello dell'Arcangelo Michele...
che risplende in chiesa al chiarore delle candele..."
Restò ancora qualche istante ad ammirare quella bellissima statua, forgiata nell'oro e nel marmo.
Poi, all'improvviso, si voltò verso la giovane fata.
"Non temere, amica mia... non permetterei mai a nessuno di farti del male..."
E con gesto inaspettato, prese la mano della fatina.
"Chissà quanti cavalieri devoti" aggiunse tornando a fissare San Michele "hanno giurato sollenemente sul loro onore e sul loro amore davanti a questa bellissima statua..."

Guisgard 14-10-2010 01.46.50

"Ben detto, amico mio!" Disse Guisgard dandogli una pacca sulla spalla. "La vita è fatta di piaceri! Ma se voi restate a recitare solo poesie allora vi perderete il meglio! Seguitemi, allora!"
E i due si incamminarono verso la casa indicata da Guisgard.

Talia 14-10-2010 01.51.25

Prestai orecchio alle parole di lady Rainbow... ero indecisa, combattuta tra il desiderio di fare qualcosa e la consapevolezza che più niente c’era da fare per il momento...
Osservai i presenti... la folla si stava diradando: passata l’eccitazione data dalla curiosità del primo istante, tutti stavano riprendendo le loro faccende, un poco più turbati forse ma rassegnati!
“I cavalieri...” risposi alla mia nuova amica “I cavalieri, milady, sono esseri che sinceramente non ho mai compreso! Si riempono la bocca di paroloni altisonanti, ma pochi sono in grado di tener fede ai propositi che si prefiggono!”
Sospirai, poi le sorrisi incoraggiante: “Troveremo i nostri alleati, lady Rainbow, non dubitate! Li troveremo! Adesso...” soggiunsi dopo un istante “Adesso, però, credo che la cosa più saggia da fare sia andare immediatamente ad avvertire il principe che c’è stata un’altra sparizione! Venite, andiamo a palazzo!”
E così, facendole segno di seguirmi, presi a ritroso la strada dalla quale eravamo giunte.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 14.31.43.

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