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La crudeltà del barone si era palesata in quel gesto , aveva portato la morte e ne gioiva. Ero disgustata da tutto quello. Ovviamente non brindai e nel spostare lo sguardo incrociai quello di Jean. Non avevo ancora capito bene il ruolo di quell'uomo in quella faccenda, serviva il barone però e per me questo lo rendeva colpevole quanto lui. Per questo indurii lo sguardo verso il biondo per poi ignorarlo del tutto. Come ignorai la notizia del Maresciallo. Anzi ne fui contenta, maledetto barone.
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Altea usò la scusa dei secchi d'acqua da riempire per cercare di carpire altre informazioni.
E sulla staccionata della taverna stavano due uomini che parlottavano fra loro. “Gran brutta storia...” disse uno dei due all'altro “... quei soldati non promettevano nulla di buono...” “Povero il disgraziato che ne farà le spese...” mormorò il secondo. |
Mentre rientravo in erboristeria, sentii due uomini parlare fra loro.
"Perdonate signori, parlavate di una nana? Ha acquistato questo pacchetto da me e lo ha perduto per strada; volevo restituirglielo, sapreste dirmi dov'è andata?" |
Udendo le parole degli uomini sulla staccionata non sapevo se preoccuparmi o farmi salire dalla rabbia contro mio fratello se fosse stato lui il malcapitato.
Presi i pesanti secchi di acqua e mi avvicinai ai due uomini.."Salve..ne ho sentito parlare in locanda..ma cosa è successo di preciso? Perchè sia voi che un contadino parlavano appunto di un malcapitato...sapete chi possa essere?" e sorrisi loro gentilmente..ovvio bastava un sorriso e ti avrebbero detto tutto. |
“Bene, milady.” Disse annuendo il soldato a Gaynor. “Ottimo politica. Dopotutto Dio è nei Cieli e non certo nelle ricche chiese del Clero.”
Gli altri soldati risero. “Potete dunque andare, milady.” Aggiunse il soldato che annotava. “Fate però attenzione se attraverserete il bosco... è infestato da fuorilegge.” |
Il soldato mi congedò, anche se le sue ultime parole mi misero addosso non poca inquietudine. La mia tenuta si trovava appena fuori Monsperon, tra le colline, e per raggiungerla dovevo per forza attraversare il folto bosco. Quella mattina lo avevo fatto, e nessun malintenzionato era comparso ad importunarmi. Fu forse il tono sinistro del soldato ad inquietarmi, per cui pensai che avrei fatto bene a scacciare i cattivi pensieri e a rimettermi in cammino. Rimontai in sella ad Elinor, spronandola al galoppo, e così in pochi minuti raggiunsi il bosco.
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"Era su un carretto trainato da una mula pasciuta" disse uno dei due passanti a Gwen "ed è uscita dalla cittadina per imboccare il sentiero verso il bosco."
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La ragazza ci sapeva fare, e rispose a tono ai messi del vescovo.
Sorrisi, ripensando a quanto avrei voluto fare la stessa cosa tempo prima. Allora la vidi, quella ragazza con gli occhi tristi, in cui nascondeva la rabbia, sempre più giù. Il viso pallido, gli occhi azzurri, e quell'espressione che ora non avevo più da anni. Ora era diverso, ora ero me stessa. E per un momento, quella ragazza mi strappò un sorriso. Ma quello che accadde dopo mi stupì a tal punto, che quasi non mi strozzai col vino. Non che fosse la prima volta che assistevo a uccisioni di tal genere, ma mai nei confronti di chierici. Questo la diceva lunga sul nostro ospite. Forse avrei dovuto indignarmi, stupirmi o avere una qualunque reazione, ma ero talmente abituata alla morte, ormai che nulla mi stupiva. Fu piuttosto quello che disse il maresciallo che mi interessò maggiormente. Fuorilegge che attaccano le carovane baronale. Quello era un lavoro per noi. "Se posso..." intervenni a quel punto "Quali contromisure sono state adottate per stanarli finora? Perché possiamo pensarci noi, naturalmente se il barone e il maresciallo sono d'accordo..". Avevo ormai imparato che non era mai il caso voler prevaricare sulle forze armate locali, bisognava essere collaborativi piuttosto che mettersi l'uno contro l'altro, i risultati erano decisamente migliori. |
Il barone restò visibilmente contrariato da ciò che aveva detto il Maresciallo.
"È una faccenda che risolvero' io stesso personalmente." Disse Fagan. "Si, è la cosa migliore." Annuì Ferico. "A meno che non sia chiedere troppo ucciderli in nome nostro." "Presto penzoleranno da una forca." Masticando amaro il Maresciallo. "Sono sempre gli stessi briganti?" Chiese Ferico. "Si, sempre la stessa banda..." mormorò il Maresciallo "... la dannata banda che si fa chiamare la Freccia Gigliata..." Poi intervenne Clio. "In effetti" fece Ferico "sarebbe un'ottima possibilità per voi mercenari di dimostrarvi degni del lauto compenso che avete richiesto." Rise, come a voler scacciare la rabbia. "Dite, bella Omayyade..." rivolto a Dacey "... come punite i briganti nelle vostre berbere terre?" |
"Grazie mille" dissi ai due.
Tornai poi in erboristeria, presi il mantello, nella cui tasca interna c'era il mio fido pugnale, chiusi il negozio e mi avviai verso il bosco. http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:A...irR3vyqwl3XEz3 |
La faccenda del furto e dei briganti sembrava essere più seria di quanto avevo valutato all'inizio.
<< Io non lo so. Non è nei miei compiti. Dovreste chiedere a mio padre >> non volevo essere parte della punizione per i banditi visto che in cuor mio patteggiavo per loro, avevamo in comune lo stesso nemico, il barone. |
Il mio sguardo passò rapidamente dal maresciallo al barone, cercando di capire quale fosse la migliore tattica da usare.
Il maresciallo sembrava voler risolvere la questione da solo, mentre il barone ci tirò in mezzo. "Come ritenete sia meglio, barone..." dissi con voce decisa "Ma se è una cosa che intendete risolvere personalmente, maresciallo..." rivolta stavolta a Fagan "I miei uomini potranno svolgere le mansioni che lasceranno scoperte i vostri uomini impegnati nella caccia.." con un cenno del capo. L'ultima cosa che volevo era sembrare di voler surclassare le milizie locali. |
"Il malcapitato" disse uno dei due uomini ad Altea "è colui che avrà fatto qualcosa per attirare i soldati del Maresciallo."
"Già" annuì l'altro uomo "e non vorremmo essere nei suoi panni." "Avrà infatti violato qualcuno dei decreti baronali." Il primo uomo. |
Gwen lasciò Monsperon e si avviò verso il bosco.
Il sentiero tagliava in due la verde vallata, tra ridenti poggi fatti di ulivi, vigneti, cipressi e qualche casolare qui e là ad impreziosire il panorama. L'aria era fresca e pulita ed avvolgeva con i suoi profumi di campagna lo sterrato zigzagante. Lentamente la ragazza si addentro' sempre più in quel silvestre scenario, allontanandosi sensibilmente dal centro abitato. E ad un tratto, dove il sentiero giungeva in un'irregolare radura, la giovane vide un faggio su cui erano inchiodati vari scudi danneggiati. |
Mi addentrai sempre di più nel bosco, fino a lasciarmi completamente alle spalle la cittadina.
Quella natura così lussureggiante e viva mi ricaricava e aveva un effetto sensibilmente rinvigorente su di me e la mia energia, per non parlare poi dei deliziosi casolari che si intravedevano quà e là sulle colline, avvolti da cipressi, vigneti e appezzamenti di terreno verde smeraldo. Ad un certo punto della strada raggiunsi una radura; vidi degli scudi danneggiati e inchiodati su un faggio e subito la mia mano scivolò sotto il mantello, sull'elsa del pugnale, mentre cercavo di capire che posto fosse. |
"Più saranno gli uomini che daranno la caccia a quei briganti, più possibilità avrete di catturarli." Disse il barone. "Per Giove, non possiamo tollerare che simile feccia faccia i propri comodi qui a Monsperon."
"Potrete partecipare alla caccia se ciò vi piace" Fagan a Clio "ma sarò io che dettero' gli ordini. Conosco queste terre e so come ci si muove. Voi forestieri non avreste molte possibilità di trovare quei cani." "Eh, il nostro ser Fagan" Sorridendo il barone "è sempre così straordinariamente sicuro di sé. Pare sia nato per combattere e dare ordini." Bevendo. "Oh, ma la nostra figlia del deserto" fissando poi Dacey "troverà di certo noiosi simili discorsi di briganti e soldati, vero?" |
Annuii a Fagan.
"Siamo qui proprio per dare man forte ai vostri uomini, maresciallo.. sono sicura che unendo le forze avremo ragione di quei rinnegati.." alzando il mio boccale come a suggellare quelle parole. La diplomazia non era il mio forte, ma almeno ci provavo. Ogni tanto mi chiedevo cosa sarebbe successo se Axel avesse lasciato il comando dei Montanari a Kostor. Già immaginavo un incidente diplomatico dopo l'altro. Il barone proprio non lasciava in pace quella povera ragazza, ma mi sembrava un tipo sveglio, che sapeva il fatto suo, e sperai lo sapesse mettere in riga. |
Gwen raggiunse l'irregolare radura, a poca distanza dal faggio con gli scudi danneggiati.
Si accorse allora di due pasciuti e rozzi uomini seduti ai piedi dell'albero, intenti a mangiare e a bere. "Oh, guarda guarda..." disse uno dei due all'altro indicando Gwen "... si direbbe che oggi non sia affatto un giorno di magra... cosa ne dici se tirassimo a sorte circa la fine che farà quella dolce ed i difesa fanciulla?" "Concordo in pieno, compare!" Esclamò l'altro. |
Il barone ci aveva visto giusto questa volta. Effettivamente quel discorso non era dei miei preferiti ma più in generale la mia mente era contaminata dall'insofferenza per il posto in cui mi trovavo.
<< Non sono ambiti di cui mi ritrovo a parlare spesso, lo ammetto, tuttavia si può sempre apprende da ciò che ancora non si conosce >> Le mie risposte erano sempre ben ponderate e minimali, ma soprattutto indifferenti nei confronti del mio interlocutore |
"Sagace la nostra perla dell'Egeo." Disse il barone rivolto a Dacey. "In effetti qui imparerete molte cose... siete tra gente civile e non più in mezzo a selvaggi e sanguinari infedeli."
Il pranzo era ormai giunto al termine. "È sia." Annuì il Maresciallo a quelle parole di Clio. "Mi sembra che voi mercenari ben comprendiate le gerarchie. Di questo passo ci intenderemo perfettamente." Ferico diede ordine ai servi di portare via ogni cosa dalla tavola. "Ebbene..." Ferico "... non intendiamo trattenere oltre il nostro Maresciallo e questi arditi mercenari. Andate dunque e portateci quei fuorilegge e l'oro che hanno sottratto." Guardò Dacey. "Nel frattempo intendiamo intrattenerci con la nostra ospite e conoscere un po' più della sua storia." |
Vidi due uomini poco distanti dal faggio, intenti a mangiare, bere e fare le solite, stupide e lascive battute.
Estrassi subito il pugnale e glielo puntai contro, sicura. "Avete per caso visto un carretto trainato da una mula e guidato da una nana? Vi conviene rispondere" dissi, squadrandoli. |
I due uomini videro Gwen puntare contro di loro il pugnale e si abbandonarono a forti risate.
"Davvero credete" disse uno dei due alla ragazza "di poter avere la meglio contro di noi? Siamo in due ed armati di verghe nodose, mentre voi possedete solo quello spillo ed in più siete una donna." "Senza contare" l'altro "che presto verrà il nostro signore e vi farà sua schiava." |
Trattenni uno sguardo adirato, serrando i pugni sotto il tavolo.
Odiavo il barone ogni minuto di più. E il mio odio accrebbe quando mi guardò di nuovo. Non volevo passare del tempo con lui, non senza altre persone che lo trattenevano un minimo dall'avere comportamenti spiacevoli. Cercare aiuto era impossibile, erano tutti dalla sua parte. E probabilmente invano il mio sguardo si soffermò sulla donna mercenaria e su Jean, che per lo meno si era dimostrato cortese fino a quel momento. Con molta cautela ma in un gesto rapido, approfittai del via vai dei servi per prendere un coltello dalla tavola e nasconderlo tra le mie vesti. |
Annuii al maresciallo.
"Siamo soldati, non briganti.." con un sorrisetto divertito. Poi con quelle parole il barone ci congedò, evidentemente voleva infastidire ben bene quella ragazza. Il barone non mi piaceva, si può imparare molto di un uomo vedendo come tratta una donna, ma questo non aveva importanza. Spesso i nostri committenti non erano piaciuti a me o a qualche altro membro della combriccola, ma avevamo sempre portato a termine il lavoro. Finii in un sol sorso l'ottimo vino che avevo nel bicchiere e mi alzai. "Sentito canaglie?" dissi bonariamente agli altri "Basta poltrire, c'è del lavoro da fare..". Così, ci apprestammo a seguire il maresciallo. "Con permesso, barone..." con un leggero cenno del capo "Milady.." riservando un cenno anche alla ragazza. Ora che ci eravamo rifocillati non vedevo l'ora di entrare in azione. |
Bene, come uscire da quella situazione?
"Non avete risposto alla mia domanda" dissi secca, alzando la voce. |
Pian piano i commensali uscirono ed il barone fissava con sempre più interesse Dacey.
Jean però aveva notato lo sguardo di Dacey verso di lui, allora decise di intervenire. "Milord..." disse al barone "... vi rammento che sono giunti in mattinata i cavalli baschi che avete acquistato settimane fa. Eravate ansioso di vederli e dunque ho pensato di rammentarvi la loro presenza nelle vostre scuderie." "Dite bene, messere..." annui' Ferico "... vorrà dire che ci intratterremo più tardi con la nostra ospite." Fissando Dacey. "A dopo dunque." Ed uscì dalla sala. "Venite, vi riaccompagnero' nella vostra stanza." Jean a Dacey. |
Trassi un respiro di sollievo rilassando un attimo il mio corpo tesissimo.
Per ora l'odioso barone aveva altro a cui rivolgere l'attenzione e questo grazie a Jean. Quando il lord fu uscito dalla stanza mi alzai e mi rivolsi a Jean. << Io... Io vi ringrazio >> mormorai seguendolo poi in silenzio ma tornai a parlare poco dopo. << Perché lo avete fatto? Perché siete gentile con me?>> |
Clio ed i suoi compagni uscirono dal salone in compagnia del Maresciallo.
"Andate dunque a prepararvi..." disse Fagan ai mercenari "... ci ritroveremo nel cortile del castello. Da lì poi partiremo alla volta del bosco, dimora di quei cani." |
"Ottimo.." Risposi al maresciallo.
E lo era davvero, mi piaceva l'idea di poter scambiare due parole coi miei uomini. Loro sapevano bene che un conto era il modo in cui ci comportavamo in pubblico, un altro quello che pensavano. In un mestiere come il nostro spesso le cose non coincidevano, ma questo non intaccava la nostra professionalità. Così, ci dirigemmo ai nostri alloggi per preparaci. Una volta sola, scrutai i loro volti. "Che ne pensate?" Dissi soltanto. Non avevo bisogno di molte parole per farmi capire da loro. |
Di nuovo le risate di quei due rozzi uomini alle sue parole e poi Gwen, all'improvviso, senti' un forte colpo sulla nuca che le fece perdere i sensi.
Si risveglio' in una stanza piccola e semi buia, su un letto tutt'altro che comodo. |
Dacey, Betta e Jean lasciarono il salone, diretti verso la stanza dell'esotica principessa.
"L'ho fatto" disse Jean a Dacey "perché è stato il vostro sguardo a chiedermelo. E perché siete troppo bella per soffrire." |
Stavo per aprir bocca di nuovo, quando sentii un forte colpo alla nuca.
Poi più nulla. Mi svegliai in una piccola stanza semibuia su un letto assolutamente scomodo. Subito mi sollevai, pur sentendo un dolore lancinante alla testa,per intercettare il mio pugnale. |
"Il barone non mi piace per niente." Disse Kostor a Clio. "È crudele e ambizioso, ma immagino siano doti comuni agli uomini di potere."
"Infatti..." annui' Elas "... così sono perlopiù tutti i signorotti del posto, del tutto presi dai loro ambiziosi propositi di potere." "A noi interessa che paghi." Tussor. "Per il resto poco mi importa del resto." "È del Maresciallo cosa mi dite?" Chiese Estela. "Uomo misterioso direi..." pensieroso Tussor. "Per ora concentriamoci sui fuorilegge a cui dobbiamo dare la caccia..." disse Elas. |
<< E se il mio sguardo chiedesse di poter tornare a casa che succederebbe allora?>> stavo tastando il terreno, era un rischio ma necessario.
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Ancora stesa su quel letto, Gwen cercò il suo pugnale, senza però trovarlo.
Ad un tratto la porta si aprì ed una figura entrò nella stanza. Era un uomo in armatura, grosso e tozzo, con un'espressione rozza e crudele impressa sul viso. "Finalmente ti sei svegliata..." disse "... ora mi farai divertire..." cominciando a spogliarsi. |
"Già, non piace neanche a me, è viscido e provinciale.." Scossi la testa "Ma basta che paghi..." Alzando le spalle.
"Il maresciallo mi sembra un semplice soldato, pratico e determinato... Lo conosceremo meglio combattendo coi suoi..". Non c'è modo migliore per conoscere qualcuno che combattere al suo fianco. O lottare contro di lui. "Bene.." Alzandomi, dopo aver sistemato il mantello "Vogliamo andare a stanare questi briganti?" Sorridendo. |
"Purtroppo non posso aiutarvi." Disse Jean a Dacey. "Siete un ostaggio del barone e solo in cambio del riscatto riuscirete a tornare nella vostra terra. Pregate dunque il vostro Dio che i vostri famigliari paghino quel riscatto."
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Dannazione, il pugnale non c'era da nessuna parte.
Ad un tratto la porta si aprì, facendo entrare un uomo rozzo in armatura e subito mi ritrassi, accovacciandomi in un angolo di quel fortunoso giaciglio. Avrei aspettato che si avvicinasse per stordirlo con la magia e tentare di uscire da lì. |
Gaynor lasciò il castello baronale, poi Monsperon, ritrovandosi così nel bosco.
In breve tempo la nobile dama del Sud fu avvolta dal verdeggiante scenario di colline, cipressi e casali. Il meriggio declinata verso un crepuscolo che non era ormai troppo lontano e tutto intorno a lei si tingere di colori sopiti, dolci e rassicuranti. E mentre attraversava il bosco in sella alla sua fida cavalla, Gaynor ad un tratto senti' qualcosa. Un fruscio tra la vegetazione, come se qualcuno si stesse avvicinando. |
Abbassai lo sguardo. Mi aspettavo la risposta, d'altronde Jean era sotto il comando del barone e difficilmente lo avrebbe tradito per una straniera. Entrai nella camera un po' rassegnata .
<< sapete che vuole il barone da me? Stento a credere che sia solo un riscatto semplice... Non mi piace il modo in cui mi guarda e come mi si rivolge... >> confessai preoccupata mentre guardavo dalla finestra. << Posso chiedervi ancora un favore, se non oso troppo? >> guardai Jean allo stesso modo in cui avevo fatto a tavolo, se lì aveva funzionato sperai che funzionasse anche ora. << Cercate di essere presente quando arriverà il barone, non lasciatemi sola con lui >> |
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