Ecco, appunto.
Un testo alchemico.
Ci sarebbe stato maledettamente bene in negozio... Accidenti...
"Homunculus, dice? Credo di averne sentito parlare... È la formula per la creazione di una firma di vita alchemic, giusto? Una sorta di essere umano in miniatura..." dissi, attingendo alle mie letture alchemiche.

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"Esatto..." disse Galat a Gwen "... un antico sogno dell'uomo... una sua primordiale ambizione... una folle illusione per sfidare Dio... per essere come Lui..."

Ascoltai le parole di Galat e presi dal mazzo un'altra carta.
Quella del Mago, raffigurante la suddetta figura, dunque un mago e poi un piccolo modellino d'uomo, insieme a particolari simboli.
"Questo è lei. Questa carta, può simboleggiare positivamente colui che, con intelligenza, intraprendenza e conoscenza, raggiunse i propri obiettivi. Ma al rovescio, indica colui che si lascia ossessionare dai risultati materiali perdendo di vista i valori davvero importanti" commentai.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...60837d22dd.jpg

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Galat guardò la carta e poi fissò Gwen.
"La verità..." disse esitante "... è che io ho perduto quel libro... per diverso tempo non sono riuscito più a trovarlo... poi, per una curiosa combinazione, l'ho ritrovato... quasi in modo casuale... quando? Proprio ieri mattina... in un punto che praticamente ho sempre avuto sotto agli occhi... eppure per mesi non l'ho mai notato... forse sono vecchio e nella vecchiaia di diventa putulanti e superstiziosi... ma i fatti accaduti in poche ore in questi luoghi mi hanno reso inquieto..."

Lo ascoltai, poi annuii lentamente.
"Dunque crede che ci sia una correlazione fra ciò che sta accadendo e il libro? Per questo lo ritiene pericoloso? Beh, certamente sì sono verificati eventi assai strani, ma aspetterei prima di sbilanciarmi così..."

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Lo fissai intensamente, ammiccando appena alle sue parole.
Oh era cosi caro a preoccuparsi della mia sicurezza, peccato che per quello ci fosse Aegos. Ma non volevo infrangere i sogni di quel bel poliziotto.
Dopotutto quell'aria protettiva lo rendeva così incredibilmente virile.
Ma poi la ricetrasmittente lo chiamò e io per discrezione mi chinai a prendere un biscotto, ma cercando di sentire che cosa diceva Swan, dato che ero curiosa!

"Ho sentito cosa ha raccontato la moglie di quell'uomo..." disse Galat a Gwen "... di quel Simmon... una descrizione molto inquietante..."
"Di cosa sta parlando?" La zia che non conosceva ancora tutta la faccenda.

"Si, arrivo..." disse seccato Swan alla ricetrasmittente, per poi chiudere "... mi spiace, signora..." a Destresya "... ma pare sia stato fermato un tipo che minacciava la cittadinanza con la sua carabina... vado a sistemare questa faccenda... magari ripasserò domani, se sarà in casa e se avrà bisogno di me..." stringendole la mano.
Una stretta salda e virile.

"Sì, è vero, quel racconto di quella figura ha colpito anche me" annuii "E probabilmente, chiunque fosse avrebbe danneggiato gravemente anche i polli, se il signor Simmon non fosse intervenuto."
Però la zia non sapeva nulla, così le raccontai cos'era successo.

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Dopo il racconto di Gwen, sua zia restò turbata.
"Forse è meglio che vada..." disse Galat "... non voglio approfittare oltre della sua cortesia... quanto le devo?" A Gwen. "Prima di tornare a casa voglio passare all'albergo dove alloggiano i due studiosi..."

Il racconto turbò molto la sua e la capivo, aveva turbato tutti.
"Oh, nulla, si figuri" sorridendogli.
Quasi lo invidiai quando disse che sarebbe passato dai due scienziati prima di andare a casa, ma non avrei avuto alcuna ragione per accompagnarlo, oltretutto era già tarda sera e avrei fatto meglio, piuttosto, ad andare a dormire, poiché il giorno dopo si lavorava.

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Galat salutò Gwen e sua zia, lasciando così la loro casa.
"Eh, mi ha messo un'angoscia quel tipo..." disse la zia "... pima quel suo libro... poi la faccenda a casa di Simmon... meglio bermi una bella tisana... ne vuoi anche tu?"

Galat andò via ed io annuii a zia Selma.
"È vero, proprio una giornata angosciante..." dissi in un sospiro, mentre preparavo l'acqua calda.
Poi misi nelle tazze un filtro di tisana rilassante alla lavanda per entrambe e ne diedi una alla zia.

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Gwen e sua zia presero insieme la tisana e poi la donna salutò sua nipote, andando a dormire.
Le sere a Casarignone sono spesso tutte uguali, racchiuse negli odorosi vialetti di platani, di selci, nei frondosi porticati verdeggianti e nelle stradine circolari che racchiudono la cittadina.
Dalla campagnacircostante giungevano suoni sordi, vaghi, di uccelli notturni e di qualche cane che abbaiava alla Luna.

La zia andò a dormire e lo stesso feci il.
Da fuori giungevano i rumori ovattati di una sera silenziosa, versi di animali nella notte, lo stormire delle fronde degli alberi.
Allora mi preparai ed andai anche io a letto, in attesa del nuovo giorno.

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Gwen imitò sua zia ed andò anche lei a letto.
Si coricò e poco dopo fu preda del sonno più profondo e riposante.
La notte trascorse lenta, ma tranquilla nella pittoresca cittadina.
Il mattino però, quando Gwen e sua zia aprirono la loro bottega, notarono una certa agitazione in strada e nella piazza centrale.
Qualcosa doveva essere accaduto.

Andai a dormire e la notte trascorsa tranquilla.
Il mattino però, mentre andavano al negozio, vedemmo che in piazza c'era una certa agitazione.
"Vieni, avviciniamoci. Speriamo non sia successo qualcosa di brutto ad altri animali..."

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Nella piazza vi erano diverse persone e nell'aria si respirava agitazione, sconforto, sconcerto.
Ad un certo punto Gwen e sua zia videro Patrick davanti alla pizzeria che mangiava un cornetto.

Appoggiai il cellulare sul cruscotto e mettendolo in viva voce.. "Ma non immaginavo fossi geloso.. È Colette che lo dice... Ma avrà un difetto" guidando la Ferrari "Ma sai dove si recherà dopo?".

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L'atmosfera era tesa, nervosa, agitata, ma non si riusciva a capire nulla.
Allora vidi da lontano Patrick, che nel frattempo faceva colazione e mi avvicinai.
"Allora, che succede? Cos'è questo trambusto, stamani?" gli chiesi, rubandogli un pezzo di cornetto.

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Lo fissai intensamente mentre parlava alla ricetrasmittente.
Com'era affascinante in quella divisa.
Poi spalancai gli occhi a quelle parole.
"Una carabina? Addirittura?" sbattendo le ciglia mentre continuavo a fissarlo "Prego, prego, non voglio certo trattenerla sceriffo!" ammiccando appena e porgendogli la mano.
La strinsi e mi compiacqui di com'era salda e virile quella stretta.
"Torni presto, sceriffo, la aspetto!" con fare enigmatico.
Una volta sola chiamai Aegos, la mia guardia del corpo.

La Ferrari proseguiva, mentre Colette rideva e fissava Altea.
"Io sono geloso di entrambe, ragazze mie." Disse divertito il cameraman attraverso il viva voce del cellullare. "Un difetto? Minsk? Beh, il fatto che molte donne stravedano per lui non ti basta come difetto?" Ridendo. "Scherzi a parte... come difetto direi, forse, la sua testardaggine nel voler scoprire sempre i misteri più assurdi..."

"Ehi, quello era il pezzo dicornetto con più crema." Disse Patrick con la sua insopportabile risata.
Era infatti molto somigliante a quei tipici ragazzotti dai capelli rossi ed i denti sporgenti che spesso si immaginano nelle filastrocche Irlandesi e che pullulano quelle storielle in odore di fantasy e New Age che tanto vanno di moda oggi.
"Hanno scoperto nella campagna il cadavere di un uomo." A Gwen mentre addentava ancora il suo cornetto.

"Sparito" alzando le spalle con aria soddisfatta.
Sgranai gli occhi.
"Un cadavere?! E di chi?!" preoccupata.

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Swan andò via, richiamato dai suoi doveri, sebbene avesse preferito mille volte restare in compagnia della disinibita e ricca Destresya.
Lei aveva fatto chiamare Aegos, la sua guardia del corpo e lui, poco dopo, arrivò.
"La signora" disse "desidera?" Fissandola tutta in quel suo vestito succinto.
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"Non lo so..." disse mangiando Patrick a Gwen "... un uomo anziano mi pare di aver capito... di più non so..."
In quel momento l'auto dello sceriffo passò veloce, diretta verso la campagna.

Un uomo anziano?
Accidenti...
Vidi la macchina dello sceriffo sfrecciare dritta verso la campagna senza fermarsi, allora anche io a passo svelto la seguii, dirigendomi verso la periferia della cittadina per vedere di chi si trattasse.

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Gwen a passo svelto si diresse verso la campagna.
Arrivò così dove si era fermata l'auto dello sceriffo.
Vi erano anche altre persone e dai rami di un albero si vedeva penzolare il corpo di un uomo evidentemente sena vita.

Arrivai fin dove l'auto si era fermata, restando un po' in disparte e feci una smorfia infastidita vedendo il corpo penzolare dai rami dell'albero.
Tuttavia, mi avvicinai di poco per capire chi fosse e cosa lo sceriffo avrebbe detto in merito a quell'ultimo, macabro ritrovamento.
Si era partiti dagli animali, fino ad arrivare alle persone.
Cosa sarebbe successo poi?

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Aegos arrivò in un baleno.
Oh, come adoravo quel ragazzo, sempre efficiente, sempre bello, sempre pronto a difendermi.
Un cavaliere tutto per me, insomma.
"Caro, hai sentito quello che sta succedendo in città?" gli dissi, fissandolo tutto e compiacendomi di quello che vedevo.
"Pare che ci sia qualcuno che ha minacciato la gente con una carabina, ma ci pensi?" divertita.

Gwen si avvicinò e vide meglio la scena.
Il cadavere sul ramo era difficile da vedere bene, ma sembra che qualcuno lo avesse issato e poi conficcato, tanto che occorsero lo sceriffo, il suo vice ed altri tre individui per tirarlo giù.
Il volto era sfigurato da tagli e lividi vari ed un profondo taglio all'altezza della gola si apriva al punto che la testa sembrava or ora sul punto di staccarsi.
I suoi abiti erano strappati in più punti, tutti sporchi di sangue.
Alla fine il corpo fu portato via e la zona recintata per evitare che qualcuno potesse alterare le possibili tracce ancora presenti.

"Molto di più, signora..." disse Aegos con la sua aria in un certo senso selvaggia e virile "... sono andato a prendere delle riviste stamattina presto e pare sia stato scoperto un cadavere in campagna... un uomo anziano, trovato ucciso..." a Destresya.

In certi momenti distolsi lo sguardo, la vista era raccapricciante e impressionante, ma ciò che notai fu che sembrava fosse stato ucciso così come erano state uccise le pecore, dunque poteva trattarsi davvero della stessa persona.
A questo punto, l'avversione contro gli animali non c'entrava più nulla, visto fin dove quel qualcuno si era spinto.
Addirittura l'omicidio...
Come se prendersela con un animale innocente ed indifeso non fosse già abbastanza.
Quando recintarono la zona, andai via dalla campagna e tornai in paese.

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Gwen tornò in paese, dove tutti ovviamente parlavano del terribile omicidio.
La ragazza scoprì così che la vittima era Galat, l'anziano a cui lei aveva letto i Tarocchi solo la sera prima.

Anche in paese ovviamente si parlava del morto e rimasi pietrificata nel sentire che si trattava di Galat.
Era venuto a casa nostra solo la sera prima, gli avevo letto le carte e adesso...
Sconvolta, andai subito a raccontarlo alla zia.

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Trasalii a quelle parole.
"Un cadavere? Davvero?" tra lo stupito e il divertito "Su, siediti qui e raccontami i dettagli, di solito in questo paesino non succede mai niente!" sorridendogli.
Mi piaceva averlo intorno, averlo vicino.
E ora ero davvero curiosa di vedere che cosa stesse succedendo in paese.

Udito l'accaduto e che si trattava dell'uomo anziano visto solo la sera prima, la zia di Gwen sbiancò.
Già ammazzare così degli animali era terribile, ma ora anche le persone.
La donna non riuscì a dire molto, cercando di riprendersi bevendo un caffè molto ristretto.
Intanto nella cittadina cominciavano a diffondersi voci e versioni sull'omicidio.
Era la metodologia dello stesso che lasciavi tutti perplessi.
Infatti il dottor Guad, tornato dall'ufficio dello sceriffo dopo aver esaminato il cadavere, aveva riferito ad alcuni nel bar in cui si era fermato per bere un goccio che il povero Galat era stato prima percosso, poi sgozzato e solo dopo appeso fra i rami dell'albero.
Una dinamica quindi parecchio strana.
Sembrava quasi una sorta di ritualità.
Per questo subito cominciò a diffondersi l'idea che l'origine dell'omicidio potesse avere natura misteriosa, probabilmente soprannaturale.
E l'uccisione degli animali avvenuta prima fu vista dalla gente del posto proprio come una specie di cerimoniale preparatorio.

Comprendevo perfettamente lo sconvolgimento della zia, era comprensibile.
Eravamo un piccolo centro, ci conoscevamo tutti a vicenda, era chiaro che di fronte ad un accadimento simile la gente si terrorizzasse.
Nel corso della giornata, non di parlò d'altro, soprattutto dopo il responso del dottor Guad.
Il problema fu il dopo.
Tutti iniziarono a elaborare tesi assurde secondo cui l'omicidio aveva una natura quasi sovrannaturale e che si trattasse di una cerimonia preparatoria.
"D'accordo lo sconvolgimento, ma qui si esagera..." scuotendo la testa.

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Aegos sorrise nel vedere la sua padrona così presa da quella notizia e si sedette con lei.
"In verità so soltanto questo..." disse lui "... se vuole faccio un salto nella cittadina per scoprire di più, signora."
Infatti la villa di Destresya era in campagna, appena fuori Casarignone.

Mentre Gwen era preda di questi pensieri, la porta della bottega si aprì ed entrò il vicesceriffo Sev.
"Buongiorno." Disse alla ragazza ed a sua zia. "Stiamo effettuando le indagini riguardo la morte del signor Galat. Sto raccogliendo testimonianze. Voi conoscevate la vittima? Quando è stata l'ultima volta che lo avete visto?"