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Sir Dunmer aveva preso un rotondo scudo dalla rastrelliera vicino a lui e si limitava a difendersi, non potendo ferir di spada il nemico di ferro.
Quando anche lo scudo si fu spezzato, arretrò con un balzo, portandosi schiena contro schiena ad Hastatus- -Cosa facciamo adesso?? Urlò, solo dopo vide una polvere argentata spargersi a terra e Llamrei con una fiaccola per le mani. |
"Ehi, funziona davvero!" Gridò Guisgard. "Siete un genio, milady! Adoro le donne audaci e scaltre!"
Ammone allora diede fuoco alla sua pelliccia, facendone tanti brandelli che infillava nelle fessure di quelle armature. "Continuiamo!" Urlò Guisgard. "Cadono in gran numero!" |
Lasciai i miei compagni a sbrigarsela con le armature che ancora non erano state sconfitte -non potevo accollarmi tutto il lavoro io....- e presi una bustina di cuoio dalla mia sacca a tracolla e ci infilai un pò di quella polvere argentata....l'armatura era "magica" o qualcosa di "magico la muoveva" .....quindi anche la polvere doveva avere atrettanto potere...
Mi riservai di mostrarla ad Elisabeth non appena ne avrei avuta l'occasione |
Ero stanco. La battaglia era stata breve ma molto intensa...
"Queste armature avevano una gran forza! Non fosse stato per voi lady llamrei, non so quanto saremmo andati avanti. Oggi dobbiamo la nostra salvezza alla vostra intuizione." Poi mi guardai intorno. Avevamo ancora un problema, eravamo rinchiusi nella cappella. "Cerchiamo una via d'uscita." dissi |
Mi inginocchiai e iniziai a picchiettare sugli piastroni di marmo del pavimento. Niente...
Poi guardai verso l'altare. Chiamai qualcuno ad aiutarmi. Volevo provare a spostare il pesante tavolo di marmo che fungeva da altare. Pesante....ma si muoveva....un'ultimo sforzo. Un varco...sembrava un passaggio. Una specie di pozzo da cui risaliva un odore fetido...da chiuso. "A chi l'onore di scendere per primo?" |
Sir Dunmer si avvicinò al pozzo appena scoperto da Llamrei.
-Vi state dimostrando molto scaltra, Lady Llamrei! Mi sono già calato in un pozzo qualche ora fa, non credo sia un problema rifarlo. E così dicendo iniziò a scendere. |
Nella capanna, Elisabeth si guardava riflessa in uno specchio, ammirando le belle trecce che la donna le aveva fatto.
"Gli antichi celti" iniziò a dire quella donna "credevano che bastasse specchiarsi in una notte senza luce per poter vedere il vero volto della propria anima." La bambina intanto aveva smesso di fissare in modo strano Elisabeth ed aveva iniziato a disegnare, con un corboncino, qualcosa su un vecchio pezzo di stoffa. La donna, quando la piccola ebbe finito, osservò quel disegno e lo mostrò ad Elisabeth. Il disegno raffigurava una grande porta, semicoperta dagli alberi. Ed attorno a questa porta vi erano i corpi senza vita di numorose fanciulle... Intanto, nella cappella la compagnia di Camelot tentava di evadere da quel luogo. Pian piano, dietro sir Dunmer, tutti si calarono nel pozzo scoperto sotto l'altare. Così giunsero in una piccola cella sotterranea. Era buia ed a stento la torce riuscivano a squarciare quell'oscurità. "Per tutti diavoli..." Imprecò all'improvviso con un fil di voce Guisgard. Poi, dopo un attimo di smarrimento, richiamò l'attenzione dei suoi compagni. E tutti videro qualcosa di inquietante. Appeso ad una delle pareti della cella vi era, a testa in giù, un crocifisso. "Qualcuno ha voluto sconsacrare questo luogo..." Disse Guisgard segnandosi tre volte. Poi, dopo un attimo di silenzio, aggiunse: "Altro che misteriose creature...qui a Brocelandia si nasconde il male assoluto..." |
Nonostante la sua fede cristiana ormai perduta, Dunmer non potè fare a meno di distogliere lo sguardo da quel crocifisso capovolto, forse per un riflesso incondizionato.
-Credevo che l'inquisizione avesse sterminato tutte le sette di satana, ma vedo che non è così... |
"L'uomo, amico mio" disse Guisgard a Dunmer "è capacissimo di smarrire la Retta Via da solo, senza tirar in ballo Satana..."
Poi, rivolgendosi ad Ammone: "Dammi una mano e rimediamo a questo scempio, mio forzuto scudiero." Così, mentre Ammone reggeva il crocisisso, Guisgard con un colpo di spada tagliò la robusta fune che lo sosteneva. Poi il fedele scudiero adagiò il crocifisso in un angolo di quella cella. Guisgard si avvicinò alla santa icona e la baciò con devozione. "Ora cerchiamo un passaggio o qualcosa del genere per uscire da questa trappola!" Disse ai suoi compagni. "Deve pur esserci una via di fuga!" "E infatti c'è!" Esclamò Ammone, facendo segno ad una botola posta sul pavimento. |
"E bravo Ammone! Occhio acuto e spada veloce, eh? Su. Ora cerchiamo di aprire questa botola. Suppongo che scenderemo ancora di più...sempre di più verso il centro della Terra. Sembra di percorrere i gironi danteschi...Canto Inferno...a quanto pare, ahimè"
Non fu difficile aprire la botola. Un altro varco nero, apparentemente senza una uscita certa...ci calammo, scendendo, con l'incertezza di chi non conosce..ma lo scopo ultimo era più forte e sapevamo che dovevamo procedere...senza fare storie. Uno ad uno. Giù, uno ad uno, cerchio dopo cerchio, fino a giungere al nono.. |
Poggiai lo specchio sul tavolo e mi avvicinai al disegno, era una porta decorata da strani segni, vi erano volti umani e animali......e dietro vi era lo strazio di corpi senza vita.......non sarei mai arrivata da nessuna parte a piedi e senza luna..........mi avvicinai alla porta del capanno ...la spalancai e pregai la dea madre di darmi le sembianza di una colomba, alzai le mani al cielo implorando gli dei di essere clementi quella notte avevo bisogno di loro.....si alzo' un vento impetuoso le fronde degli alberi si piegavano.....odore di tempesta nell'aria.......sino a quando non mi librai alta nel cielo........il mio sesto senso mi porto' in una radura....mi poggiai a terra e ripresi le miei sembianze......non vedevo molto......l'odore di morte era forte....e mi porto' davanti la porta che avevo visto nel disegno ......provai ad aprirla, ma non si muoveva di nulla..........provai la netta sensazioni che occhi malevoli mi scrutassero nel buio
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Per mia indole..non usai ne il fuoco e ne la spada.. su quelle dannate armature, esse mi assalirono e ne parai semplicemente gli innumerevoli e potentissimi colpi utilizzando il mio scudo!
Troppa sofferenza udii nei loro tormentosi lamenti d'oltretomba, non volli infierire! La visione di quel crocifisso capovolto simboleggiava il timore inconscio per un Dio colmo di misericordia e di amore. Mi calai nell'oscuro varco e al nono cerchio giunsi! http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:O.../guerriero.jpg Sir Morris |
La compagnia scendeva, attraverso quella botola, nelle profondità della foresta.
Giunsero così sul fondo di quell'ultimo cerchio infernale, che pareva un lungo corridoio. Iniziarono a camminare, mentre le torce a stento illuminavano quello strano luogo. Ad un certo punto si udirono degli strani versi. Simili a dei lamenti stentati. "Ammone, presto" disse Guisgard "fammi luce in questo punto." Ed appena la luce invase quella parte del corridoio, uno spettacolo innaturale e delirante si mostrò ai loro occhi. Incatenati lungo le pareti del corridoio, con chiodi infilati nelle carni e lacerazioni su tutte le parti del corpo, stavano diverse persone, sia maschi che femmine. Lasciati così legati a quelle inumane torture, i pochi sopravvissuti emanavano gli ultimi lamenti, mentre molti altri, per gli stenti, giacevano morti in un fetido nauseabondo... Elisabeth intanto, proseguiva il suo etereo viaggio. Stava immobile davanti a quella porta, quando sentì un calpestio. Vide così una bellissima fanciulla che le sorrideva. Elisabeth per un momento ebbe la sensazione di guardarsi ad uno specchio. "Mi fareste una cortesia?" Chiese quella fanciulla. "Potreste avvertire il mio amato che questa notte io non verrò al nostro appuntamento?" Ma all'improvviso si udì un ringhio. In un attimo una terribile fiera, simile ad un grosso lupo, assalì quella fanciulla. L'atterrò e la bloccò al suolo. Poi, come il più innaturale dei gesti, la prese con una violenza inaudita. Poi, tra i fiumi di quella lussuriosa danza, la belva si voltò verso Elisabeth ed iniziò a ringhiare. In quell'attimo la ragazza si destò. Era sudata ed agitata. "Va tutto bene, brandui?" Le chiese la donna della capanna, mentre le asciugava il viso. |
Ero sudata e stanca, entravo e uscivo da uno stato di lucidita e uno di sonno profondo, ma i sogni erano reali, troppo reali per essere frutto della mia mente, mera era tranquilla dinanzi alla porta e tutto sembrava tranquillo.....ero io che non lo ero, perche' non riuscivo ad uscire dal capanno..........sembravo in preda ad una febbre che rendeva il mio corpo fermo ed immobile.........
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"Brandui" le chiese la donna "sei turbata...sono i sogni che ti tormentano, lo so."
Poi continuò: "Qualcuno ti sta chiamando, ma io non posso aiutarti. Sta a te capire se sia giusto o meno rispondere a questo appello..." In quel preciso momento, lasciata la bambola accanto al fuoco, la bambina corse verso Elisabeth e l'abbracciò forte. |
strinsi a me la pccola, erano poche le cose reali su cui potevo contare,la mia vita si era trasformata in un incubo continuo, voci...suoni...la morte che era compagna di ogni momento........piansi sulla sua spalla, cosa dovevo fare.....le bambine potevano essere morte..ma se fossero state vive...?..non avevo molto tempo per raggiungere il fiume.......potevo vedere il grande sacerdote.......e questo mi feceva fremere di rabbia
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Ad un certo punto, mentre era assorta nei suoi pensieri, Elisabeth udì una frase appena sussurrata.
"Lui ti sta attendendo da sempre..." Si voltò intorno ma non vide nessun altro, tranne la bambina fra le sue braccia. La donna era fuori a prendere altra legna dal fienile. Ma chi aveva parlato? |
Alla vista di quei poveri Cristi, mi giro verso Llamrei: "Milady, aiutiamoli"!
Guardo gli altri...prendo i miei due pugnali e.. incrociandoli a tenaglia.. comincio ad estrarre gli orribbili chiodi dalle loro carni straziate. "Dell'acqua...diamogli dell'acqua a sorsi...con delicatezza"! http://4.bp.blogspot.com/_p-PyCdceKt...0/s400/cro.jpg Sir Morris |
"E' inutile" disse Guisgrad stringendo l'elsa della sua spada per la rabbia "questi sfortunati sono condannati. Non potrebbero uscire vivi da qui, in queste condizioni!"
E infatti, quelli soccorsi da Morris, per le ferite e lo strazio subito, morirono quasi subito. "Dobbiamo trovare chi è l'autore di un simile scempio!" Disse Guisgard, con gli occhi rossi per il disgusto e la rabbia. |
Intanto Elisabeth cercava di capire da dove fosse giunta quella misteriosa voce.
"Lui ti attende" disse ancora quella voce "non aver paura...egli è il tuo destino, la tua unica gioia..." Elisabeth si voltò e vide la bambina sorriderle teneramente. E questa, avvicinandosi alle mani di lei, le diede il disegno che aveva fatto poco fa. Quello raffigurante la misteriosa porta con i cadaveri delle fanciulle. In quel momento rientrò in casa la donna. "Ecco" disse "la legna per domani è pronta. E' tardi...andiamo a letto." La piccola corse con Elisabeth nel letto e si strinse forte a lei. Ma questa era troppo turbata dalla voce che aveva udito poco fa. Dopo un pò si accorse che sia la donna che la bambina si erano addrmentate. La Luna era alta nella notte e la foresta sembrava chiamarla a gran voce. Come se qualcosa la fuori la stesse attendendo da sempre... http://www.meteo-system.com/stazioni...ena_e_rami.jpg |
Mi alzai cauta, sperando di non fare rumore, mi avvicinai al tavolo e presi il falcetto argenteo e quello dorato e lo attaccai alla cintola della clamide posi tra i due falcetti tre ramoscelli di vischio, mi guardai un ultima volta allo specchio, probabilmente non mi sarei piu’ potuta specchiare, vidi il mio volto tirato, i miei capelli bruni in uno scompiglio di morbidi ricci…uscivano fuori dalle tre trecce……riposi lo specchio e guardai la mia spada poggiata sul camino…….non l’avrei portata con me…..contro il male non c’e’ spada che regge……diedi un bacio ad “Artemide” e uno ad “Ecate”………….chiesi a mera di proteggerle cosi’ come aveva fatto con me……le diedi un bacio sul capo ed uscii fuori…… Selene era alta nel cielo…….” O luna tu che sei una e trina,racchiudi in te il volto di fanciulla, madre ed anziana tu che guardi al passato, al presente e al futuro, regina delle tenebre e dell’oltretomba, tu che hai libero accesso al mondo degli inferi, al mondo degli uomini e a quello degli dei, tu che sei portatrice di giustizia illumina il mio cammino che sia dalla vita alla morte o che ridoni la vita per uscire dalle tenebre….” La natura intorno a me ebbe un fremito, la foresta prese vita, sentii la voce degli alberi e il respiro degli animali nascosti in attesa di un solo ordine…….quello della Dea Madre, Selena in alto era piena e fertile e da lei si sprigiono’ un fascio di luce argenteo che illumino’ il mio cammino
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Sir Guisgard aveva ragione, dovevamo proseguire. Sir Morris stava facendo del suo meglio per aiutare quelle straziate figure... mi avvicinai a lui, lo afferrai per la spalla per cercare di fermarlo e calmarlo.
"Amico mio... non c'è più nulla che possiamo fare per loro. Siamo arrivati troppo tardi. Dobbiamo solo proseguire e trovare chi ha causato questa carneficina." |
Cercai di aiutare il mio compagno nel salvare le vite di quelle povere persone...ma era uno sforzo inutile...cercai inutilmente di alleviare le loro ultime sofferenze.
Vidi un cavaliere dare il meglio di sè stesso per la vita altrui, a continuare a provare a salvare quella gente ormai condannata...Presi Morris per una mano e lo trascinai con forza lontano da quei corpi ormai senza vita. Una rabbia atroce mi prevalse: chi può aver tanta cattiveria dentro di sè per fare tutto questo! Ed era per questo motivo che noi stavamo li e dovevamo giungere fino alla fine, fino a distruggere colui o quel qualcosa che era l'artefice di tutto ciò. "Proviamo a proseguire?" |
Il corridoio era veramente lungo.
Camminavo a testa bassa per evitare di guardare la strage di vite umane... ma c'era sempre quell'orribile odore a ricordarlo. Finalmente la fine del corridoio. C'erano delle scale che portavano di sopra. "Dobbiamo salire." dissi |
La scala si ergeva nell'oscurità, fino a giungere ad un oscura galleria.
L'aria era intrisa di quell'insopportabile tanfo di morte, mentre ovunque echeggiavano gli ultimi lamenti di quegli infelici incatenati alle pareti. "Se non usciamo da qui" disse Guisgard "finirò con l'impazzire!" Ma ad un tratto, in alto nella parete, in una buia nicchia apparve una figura. "Miei sfortunati cavalieri" cominciò a dire "non dovevate giungere qui, rendendo impuro questo santo luogo!" "Santo luogo!" Gridò Guisgard. "Questo è l'Inferno!" "Mio impetuoso e sciocco cavaliere" rispose quella figura "tutto questo mondo, con tutte le sue sofferenze, altro non è che una parte infinitesimale dell'Inferno!" Poi aggiunse: "Questi che vedete incatenati, sono in realtà degli eletti; poichè, con il loro martirio, lavano i peccati di tutti voi impuri infedeli! Glora a te, mio generoso maestro! Che dispensi la tua misericordia su chi vale meno dei tuoi cani!" All'improvviso il corridoio si riempì di soldati, coperti di pesanti corazze ed armati di tutto punto. Li comandava un cavaliere di gradevole aspetto. Era asciutto e gentile nel fisico, di bassa statura e con i lunghi capelli metà biondi e metà bruni. "Cavalieri" cominciò a dire "siete circondati da oltre trenta soldati pesantemente armati. Non avete possibilita di difesa. Deponete le armi e seguiteci!" |
Elisabeth intanto vagava nella foresta, alla ricerca di quel qualcosa che sembrava chiamarla con tanta insistenza.
La Luna illuminava il suo cammino e la fitta vegetazione, al suo passaggio, sembrava aprirsi per accoglierla nel suo millenario seno. L'aria era limpida e gradevole e la stelle splendevano come non mai. All'improvviso udì dei leggeri passi ed una gradevole melodia. E apparve davanti a lei una strana processione. Quattordici ancelle, coperte solo da lunghi veli bianchi e trasperenti, circondavano un piccolo carro trainato da un cavallo nerissimo. Alcune di esse suonavano dei flauti, altre, dai corni che portavano in mano, dispensavano nell'aria foglie d'orate. Ad un tratto Elisabeth si sentì sfiorare. Si voltò e vide un uomo, alto e con i capelli legati in una lunga treccia. Aveva una lunga tunica nera bordata d'oro e recava sul viso una maschera di oro e ceramica. "Io posso leggere nel tuo cuore, Elisabeth" cominciò a dire con un tono di voce delicatissimo "conosco le tue paure e le tue sofferenze. Vieni e troverai sollievo da esse..." Elisabeth si guardò intorno e vide le ancelle che la circondavano in cerchio. Le sorridevano e la inondavano di dolce musica e di foglie d'orate. http://www.atameeting.it/gracias/maschera1.jpg |
In un primo momento Dunmer aveva istintivamente estratto la spada. Ma esaminò meglio la situazione: erano in un ambiente angusto e circondati da trenta cavalieri meglio armati di loro. Considerando poi che la compagnia era pure fiaccata dagli avvenimenti accaduti in precedenza, questa battaglia assumeva sempre più l'aspetto di una sconfitta sicura.
Quindi abbassò lo sguardo e la sua lama assieme. |
Eravamo stanchi, affamati e demoralizzati.
Sei contro trentuno. Per quanto forti ed astuti fossimo, avevamo comunque un notevole svantaggio nei loro confronti. Cercai di carpire il pensiero dei miei compagni d'avventura...non ero certa del loro intento ma io sentivo che dovevamo seguire quell'armata e magari agire in un momento a noi più favorevole. |
A bassa voce...dopo aver inghiottito un boccone ancor più velenoso di ciò che avevo già in corpo:
"Anche se.. sulla terra.. rimanesse un solo uomo a credere in Cristo...Egli avrà comunque realizzato il suo progetto"! "Anche se.. tra i tanti.. avessi salvato un solo uomo.. sarebbe stato come salvarli tutti"! Qualcuno.. m' impedì di provarci...qualche altro.. placò.. in tempo.. la mia ira! Poco dopo..31 cavalieri ci esortano ad arrenderci. I miei occhi osservano le loro facce..una ad una. http://i116.photobucket.com/albums/o...ax/DampyrI.jpg Sir Morris |
Non era quello il cammino che stavo facendo, e guardando le ancelle, credo che non facessimo parte dello stesso gruppo di preghiera......pensai che Selene si stesse prendendo gioco di me " Chi siete voi che dite di conoscere i miei pensieri, di leggermi nel cuore, non credo di voler far parte della processione...e se voi sapeste leggere meglio sapreste che non e' il sollievo quello che cerco " intanto le fanciulle mi chiusero nel loro cerchio, alzai il volto al cielo e il firmamento mi apparve in tutto il suo splendore, alzai le mani e invocai selene di farmi volare......mi trasfomai in colomba e seguii cio' che avevo visto nel disegno di " Artemide"..........
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In quel momento l'uomo dalla maschera di ceramica fece un cenno e le sue ancelle, incredibilmente, si mutarono in nibbi reali.
Raggiunsero la colomba e la costrinsero a cadere al suolo. Un attimo dopo Elisabeth era a terra, in mezzo ai rovi e la sua veste era quasi del tutto lascerata. Le si avvicinò quel misterioso uomo. Al suo passaggio le ancelle, tornate in forma umana, si inchinavano e gli baciavano i piedi. "Perchè l'hai fatto, Elisabeth?" Disse quell'uomo. "Il tuo gesto mi ha causato dolore...non vedi?" In quel momento lacrime di vivo sangue iniziarono a rigare la sua maschera. La Luna sparì dietro a sottili ed eteree nuvole, mentre un gelido vento iniziò a soffiare sulla foresta... |
Guardai quella maschera, il vento gelido rapprendeva il sangue sul suo viso e la mia mano per istinto tocco' i due facetti che avevo al fianco, ormai il buio aveva avvolto la foresta, " Come posso aver fatto soffrire chi non conosco, non credo che voi siate la morte, essa puo' diventare clemente.....voi fate parte degli inferi piu' profondi..." riuscii a mettermi in piedi, e soprattutto incominciai a credere che dovevo uscire da quella situazione........dovevo arrivare al portone che racchiudeva i corpi delle fanciulle...ma ogni volta che credevo di arrivarci, tutto ricominciava ......
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L'uomo dalla maschera di ceramica si avvicinò ad Elisabeth.
La ragazza era seminuda ed il vento quasi sollevava i pochi brandelli del suo vestito. "Sei bella Elisabeth...troppo bella per qualsiasi mortale!" Sussurrò con un voce sottile e lussuriosa quel misterioso uomo. "Il Parnaso dei piaceri sensuali e la luce della verità assoluta da oggi saranno il tuo unico nutrimento..." Lei lo osservava con i suoi profondi occhi neri, mentre il vento gonfiava i suoi folti capelli neri, che si confondevano nello splendore di quella notte incantata. All'improvviso quell'uomo fece un gesto e per Elisabeth calò l'oscurità più profonda. Si risvegliò, chissà quanto tempo dopo, in una stanza arredata da tende e drappi di gusto orientale, con numerosi dipinti alle pareti... |
Mi svegliai in una stanza dove il lusso faceva da padrone, non conoscevo quel luogo e non mi sembrava neanche una delle mie mete preferite, ci doveva essre il modo di uscire da quel posto , tutto era coperto da pesanti drappeggi, incominciai a cercare una porta o una finestra .......quando mi accorsi che su un tavolo c'era un cesto di frutta e vicino c'era un bellissimo pugnale dal manico d' avorio......lo presi tra le mani.....e incomincia ad assaporare l'idea.....non ne sarei venuta fuori in nessun modo......
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All'improvviso entrò una donna.
"Ti sei svegliata, finalmente!" Disse. Le servì un pò di quella frutta e le offrì una coppa di una bevanda a base di agrumi. "Prendi" disse ad Elisabeth "questo ti aiuterà a riprendere le forze." Poi, fissandola con attenzione, aggiunse: "Mio Dio...sei uguale alla ragazza del ritratto..." |
Nascosi il pugnale tra l' ampia gonna del vestito e sorrisi alla donna " perdonatemi signora , ma mi sono accorta di essere un volto comune da queste parti, potreste dirmi di chi stiamo parlando ? "
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La donna la fissò con attenzione.
"Ascolta, devi sapere che qui succedono cose orribili..." All'improvviso entrò un'altra donna. "Capricci e smorfie!" Blaterava mentre camminava. "Si credono tutte regine e principesse!" Poi, avvicinandosi ad Elisabeth, disse: "Oh, qui andiamo decisamente meglio!" Ed iniziò a preparale i capelli ed a truccarle il viso. Nel frattempo l'altra donna osservava senza dir nulla. Poi, accortasi dello sguardo di Elisabeth, disse: "Come ti stavo dicendo prima, devi dimenticare il tuo passato...ora appartieni a colui che tutto può! Spetta a te decidere se tutto ciò sia la tua sfortuna o la tua fortuna!" Elisabeth capì che queste parole erano dette a causa della presenza dell'altra donna... |
Signore ti prego se sto sognando questo e' un incubo, mi sentivo una bambola di pezza, sballottata dagli eventi, io appartenere a qualcuno, io appartenevo a qualcuno, ma quel qualcuno stava lottando per aiutare i suoi compagni........"Vi prego basta, non voglio essere toccata da nessuno, lasciatemi sola...fuori andate fuori, ne ho abbastanza...."
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La donna che la stava preparando saltò sù e sbottò:
"Questa è pazza!" "Calmati e non essere sciocca!" Disse l'altra. "Abbiamo il compito di preparati per essere mostrata a lui. Non renderci le cose difficili, altrimenti saremo punite a causa tua!" |
Intanto, Hastatus, Guisgard, Morris, Dunmer e Llamrei furono condotti in una sorta di corridoio sotterraneo.
"Stiamo scendendo sempre di più..." disse a voce bassa Guisgard al suo scudiero "così facendo presto finiremo davvero all'Inferno!" Ad un tratto un messaggero raggiunse il misterioso cavaliere che guidava i trenta soldati e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Guisgard, lì vicino, riuscì a capire una sola parola: Chartres. Il messaggero si allontanò, lasciando pensieroso il cavaliere dai capelli biondi e bruni. "Parlavate di sua grazia il vescovo, vero?" Disse Guisgard all'improvviso. Il cavaliere lo fissò stupito. "Vi state chiedendo degli uomini che il vescovo ha inviato qui, giusto?" Continuò Guisgard. "Cosa ne sai tu?" Chiese il cavaliere. "Lo so..." "Dove vuoi arrivare?" Chiese il cavaliere. "Vuoi per caso visitare l'Inferno dei peccatori a testa in giù?" "Quando gli uomini del vescovo saranno qui" rispose Guisgard "all'Inferno ci finirete voi ed i vostri complici! Le bestie come voi, noi cattolici le facciamo bruciare sui roghi!" "Sappiamo bene di cosa sono capaci i fanatici come voi..." Disse il cavaliere. "Basta con le chiacchiere!" Esclamò Guisgard. "Volete sapere degli uomini inviati dal vescovo, oppure no?" "Non avrò problemi a farti parlare, credimi." Disse il cavaliere. "Non parlerò mai con la tortura!" Disse Guisgard. "Avete un solo modo per conoscere ciò che sò...dovete lasciare andare i miei compagni! Fatelo ed io vi darò le informazioni sugli uomini che il vescovo ha inviato qui a Brocelandia!" |
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