Camelot, la patria della cavalleria

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Eilonwy 29-04-2014 03.03.17

Rimasi completamente a bocca aperta a quelle parole, il cuore smise per un’ attimo di battere, il sangue quasi si fermò nelle vene e nelle arterie e un brivido mi scese lungo la schiena.
Divenni livida come un cadavere e mi cadde di mano la noce che stavo mangiando in attesa di una succosa bistecca.
Non era possibile…..non era maledettamente possibile!
“Avete….avete…avete sentito anche voi, Sir Riccardo?....Messer….Messer Quatro è….è…è morto da 2 lustri (1 lustro = 5 anni)!....No….no….no….non è vero…..non ci credo!.....Quindi, noi abbiamo parlato con un fantasma….uno spirito….uno spettro!” dissi tutto ciò facendo diverse pause.

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Clio 29-04-2014 13.52.39

L'attesa era snervante.
Quanto tempo era passato? Sembrava un'eternità.
Tutto era stato studiato nei minimi dettagli: nel pomeriggio, mentre i miei uomini erano a caccia e Nestos ultimava il veleno, ero andata a fare compere.
L'armaiolo era rimasto stupito all'inizio, avevo ancora indosso la veste da fanciulla sperduta. Ma nonostante la sua riluttanze era pur sempre un venditore, anche se non del livello a cui ero abituata.
Avevo lasciato ad Afravalone la mia armatura, non amavo essere così pesante. Certo, la mia era fatta su misura dal miglior armaiolo del regno, così leggera da non darmi fastidio. Tuttavia, velocità ed agilità erano armi per me, e quel metallo mi rallentava.
C'erano momenti, però, in cui era indispensabile.
Ed era uno di quelli.
Ero riuscita a trovare qualcosa che facesse al caso mio. Protettiva ma leggera, dovevo potermi muovere liberamente al suo interno.
Certo, mi era costata più di quanto sperassi ma da morta i soldi non mi sarebbero serviti. Di certo era un buon investimento.
Va bene essere incoscienti, ma c'è un limite a tutto...
Alla vista parevo solo una fanciulla sperduta, coperta solo di una veste semplice e un mantello, seduta accanto ad un cestino. Chissà, magari in attesa dell'innamorato. O della morte, vista la situazione.
In realtà, invece, ero armata di tutto punto, ad esclusione di mani e testa, l'armatura mi ricopriva interamente. L'innocente cestino davanti a me, conteneva l'elmo e i guanti di ferro.
Ogni tanto mi alzavo, camminavo avanti e indietro per non intorpidirmi.
Appena udii quel rumore, però, tornai nella mia posizione.
Un ginocchio a terra, l'altro sollevato, pronta ad attaccare, a correre, osservando.
La sagoma scura si avvicinò alla selvaggina e iniziò a mangiarla. Sorrisi, forse era solo un animale, dopotutto.
Nel silenzio più assoluto, indossai i guanti e mi coprii con il mantello, celandoli alla sua vista.
Il cestino con l'elmo era lì, a portata della mia mano sinistra, coperto anch'esso dal mantello.
Non potevo indossarlo, però, si sarebbe avvicinato, sapevo che sarebbe successo. Ma doveva credermi indifesa fino all'ultimo.
Ma la mia cautela non fu sufficiente, nel silenzio della notte, il rumore di un rametto spezzato rimbombò per tutta la foresta.
Chiusi gli occhi un secondo, per poi riaprirli in direzione della bestia.
Era la resa dei conti.
Una mano alla spada, intrisa di veleno, l'altra pronta a prendere l'elmo.
E poi lo vidi, o meglio: vidi i suoi occhi.
Il mio cuore accelerò, mentre cercavo di respirare normalmente.
Dovevo attirarlo da me.
Presi un profondo respiro, e immaginai le sue fauci che mi dilaniavano, iniziai a tremare.
Doveva essere autentico, o non ci avrebbe creduto.
Avanti, fiuta la mia paura... sono qui.. vieni a prendermi...
Se io potevo vedere i suoi occhi, allora potevano farlo anche gli altri.
Erano spaventosi ma non indistruttibili.
Colpitelo, avanti... cieco sarà furioso ma avremo un vantaggio...
Adesso ero immobile, la spada ormai impugnata sotto il mantello, pronta a colpire.
Lasciai che il mio sguardo si perdesse nei suoi occhi infernali.
Poi quel latrato.
Fammi vedere che sai fare, bestia immonda... avanti... Avanti...
Ormai, non avevo più paura.
Esisteva solo la caccia, nient'altro. Bramavo la mia preda, e di non esserlo io stessa.
Non ero sola, avremmo affrontato l'ennesima sfida insieme.

elisabeth 29-04-2014 14.58.24

La Bestia secondo Isolde era ciò che l'uomo aveva creato.....grazie alle proprie maledizioni e alla cattiveria che aveva impegnato in quell'opera...dovevo dire che a quanto sembrava aveva fatto un bel lavoro........ma le ragazze che sparivano e ritornavano con l'animo maledetto ?.........avevo abbandonato la richiesta del borgomastro.....eppure per seguire quel percorso ero finita da Don Auster...e così a cercare Isolde......era un cerchio che sembrava non chiudersi da nessuna parte..........Con Lei...il potere....non avevo bisogno di Lei per ottenere il potere.......l'unione fa la forza..ma le nostre erano forze diverse....Così chiara Lei così scura io...il mondo aveva la necessità del giorno e della notte come del bene e del male....ma le due cose non si incontravano...esistevano per l'equilibrio delle cose...ma non si univano........." Tuo figlio in questo momento e' con Daizer...fuori da queste mura.....e basta di crederti l'Onnipotente..........ognuno di noi ha una parte debole.......Mi chiedi un patto di alleanza ?........Non e' possibile e tu lo sai....siamo nate ....perchè il nostro esistere sia l'equilibrio .... in questo mondo....tra questi uomini, che non hanno più rispetto per la vita......".....era immensa quella sala........colonne ......l' Ara del racconto al centro e i nostri due Troni.......sapevo che nel tempo entrambe avremmo ripreso il nostro posto...una d'innanzi all'altra.....ma non sapevo quanto tempo......." A quanto pare mi segui.....o vivi i miei sogni....e' vero......devo portare a compimento una promessa....un'osso alla sua tomba......perchè quell'anima trovi la luce.....ma come sai...durante il cammino si trovano degli ostacoli, e uno di questo mi ha portato a cercarti.....forse era troppo tempo che non ci vedavamo......Ora e' tempo che porti a termine il mio compito......".......Mi avvicinai a Lei.....profumava di bosco...erano bacche felci....terra...acqua...era un miscuglio di casa mia.....l'abbracciai......sentii come se il mio corpo si fondesse col suo......la notte e il giorno per un momento si erano incontrate.....il bene e il male per un momento avevano abbassato la guardia.................

Altea 29-04-2014 15.24.12

Ascoltai lady Gertrude in silenzio, d'altronde dovevo dimostrarle che gli insegnamenti dei miei genitori mi avevano cresciuto in giusta maniera, sarebbe stato mancare di rispetto a loro più che a lei, alla fine quando terminò di impartire gli obblighi presi parola..."Vi ringrazio per esservi presa cura di me, penso sapete non rimarrete delusa da me visto la amicizia che ancora vi lega a mia madre, comunque vorrei precisare che mio fratello Andrew mi ha pure dato piena autonomia di muovermi, quindi è possibile io esca da questo castello"....ovvio dovevo aiutare la gente di Solpacus.
Venni fatta accomodare nella mia camera e una servitrice mi mostrò i vestiti ben tenuti in un bellissimo armadio e uscì.
Mi preparai per la cena, mi guardai attorno...ero fuggita da quella vita e ora eccomi di nuovo qua.
Mi accomodai e presi la spazzola per pettinarmi, la guardai attentamente, la riconobbi..era in avorio e ricordo mia madre l'aveva regalata a lady Gertrude..la strinsi al petto, tutto questo aveva turbato il mio animo e mi guardavo attorno alla camera.
Non avevo mai avuto fissa dimora per via del lavoro diplomatico di mio padre, ma per fortuna avevo avuto degli affetti familiari che avevano attutito questa mancanza.
Da Camelot a Capomazda, poi nei Paesi a nord est, la Francia e poi di nuovo ritorno in queste zone e poi di nuovo a Capomazda..ricordai il mio ritorno

"Ludvica mi siete mancati molto tu ed Andrew ma sapevo eravate felici.
Duchessa...lui non vi è più qui, siete partita subito e lui è venuto a cercarvi..me lo ha detto un servitore..e poi niente più.
I giorni passavano e aspettavo, davanti quel balcone...ma il Giardino era vuoto.
Preparai le mie valige, non potevo stare più in quel posto, dissi ai miei genitori sarei andata ad abitare sola con una fedele governante vicino Afravalone in una nostra tenuta.
Nulla valsero i loro tentativi di dissuadermi, un giorno mentre passeggiavo per la capitale incontrai Tyssen ed egli mi parlò dei suoi viaggi...e cosi lo seguii...la Terra Santa e mille altri posti, avevamo passato tante avventure assieme...e ora tutto era finito..per colpa di quella belva."

Mi scossi da quei pensieri cupi, mi spazzolai forte i capelli e uscii subito dalla camera e andai nella sala da pranzo e mi sedetti di fronte a lady Gertrude in silenzio per consumare la cena. Eppure sentivo dentro me qualcosa fuori da quel castello stava succedendo.
"Dunque, che novità mi portate da Capomazda, milady?" dissi per interrompere l'austero silenzio.

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Guisgard 29-04-2014 17.47.56

Anche Riccardo era rimasto scosso, come Eilonwy, alle parole dei due burattinai.
“Ehi, voi...” alzandosi di scatto e avvicinandosi al tavolo dei due uomini “... cosa dicevate poco fa? Riguardo a messere Quatro il burattinaio! No, non è possibile... non è morto...”
“Invece si, messere.” Annuì uno dei due. “Mastro Quatro è morto dieci anni fa circa.”
“Vi dico che è impossibile!” Esclamò Riccardo.
“Allora andate pure a controllare al cimitero.” Replicò l'uomo. “Lì troverete la sua tomba.”

Guisgard 29-04-2014 17.50.43

“Nulla di particolare...” disse lady Gertrude ad Altea “... la vita di corte, raffinata e aristocratica, procede come sempre a Capomazda, mentre Sua Signoria si diletta nella caccia e ad ammirare opere d'arte... io personalmente preferisco la quiete di questo posto. Per questo ho imposto ai miei servitori e a tutti coloro che vivono qui di non parlare mai di ciò che accade fuori da questo palazzo.”

Guisgard 29-04-2014 17.52.06

“Sempre la solita...” disse Isolde ad Elisabeth dopo quell'abbraccio “... sentimentale e idealista... va pure a seppellire il tuo osso allora... io invece, essendo destinata alla fama, cercherò da me ciò che mi occorre... ma se cambi idea fammelo sapere, sorellina... mi saresti molto utile... insieme, lo sai, siamo invincibili!”

Altea 29-04-2014 17.56.29

Continuai a mangiare in silenzio...nulla era cambiato quindi a corte..effettivamente avevo parlato in generale, ma sapevo perchè non voleva parlare di altro, per non farsi scappare qualcosa su di Lui.
Terminato di mangiare mi congedai e andai nella mia camera e mi affacciai alla finestra e attorno a me vedevo la foresta circondarmi, aprii il balcone e mi affacciai, vi era un silenzio irreale...speravo la belva non stesse azzannando qualche povero innocente.
Rientrai, mi misi la camicia da notte e spensi la candela addormentandomi.

Guisgard 29-04-2014 18.03.14

Tutto accadde velocemente.
Poi la bestia piantò i suoi occhi su Clio.
La ragazza era là, davanti a quella creatura, come tante altre che erano state dilaniate e sventrate.
Un secondo latrato, stavolta più breve ma più intenso.
La bestia aveva puntato la sua nuova preda.
“Avanti...” urlò qualcuno dalla boscaglia “... colpite quel dannato cinghiale!” Forse era stato Dort, o forse Porturos.
Clio non riuscì a distinguere la voce, tanto era forte il ringhiare ormai di quella belva a pochi passi da lei.
E quando fu più vicina a lei, la ragazza intravide nel buio le sue forme.
Era grosso quasi quanto un orso, con lunghi aculei che uscivano dal suo corpo informe.
Ma di più le tenebre non permettevano di vedere.
In quel momento una pioggia di frecce partì dalla vegetazione, tutte indirizzate verso la mostruosa bestia.
Ma incredibilmente nessun dardo riuscì a conficcarsi nella pelle di quello spaventoso animale.
Tutte le frecce infatti rimbalzarono sul suo corpo, come se quell'essere fosse fatto di ferro.
Poi di nuovo tornò a puntare Clio.
Un attimo e si lanciò verso di lei.
Bastò un balzo e la raggiunse.
Clio ebbe solo il tempo di tirare fuori la spada da sotto il mantello, quasi con un gesto incondizionato, riuscendo a sentire solo come la sua lama impattasse contro il corpo di quell'animale, quasi fosse fatto di pietra.
Poi uno dei suoi artigli lacerò il fianco sinistro della ragazza, gettandola con violenza a terra.
“No!” Gridò disperato qualcuno.
Era Scotir.
Impugnò l'arma e corse a difendere il suo capitano, gettandosi tra lei e la belva.
Ma questa lo caricò, conficcandogli gli aculei che sorgevano dal suo capo nel petto.
Lo tenne bloccato a terra e poi lo lanciò contro un albero.
Ma all'improvviso si udì un corno suonare.
“Da questa parte, milord!” Urlò qualcuno.
Un attimo dopo giunsero Gvin ed i suoi, attratti forse da quei latrati innaturali.
Ma nello stesso istante si udì un sibilo, lungo e basso.
Lo stesso che Clio aveva udito la notte precedente.
La bestia allora si arrestò di colpo e poi rapidissima corse via, fino a sparire tra gli alberi.
Come se la foresta l'avesse inghiottita.

elisabeth 29-04-2014 18.13.14

Per una volta....dopo tanto tempo mi lasciai andare ad un sorriso..." E allora vada....per questa di promessa......se ho voglia di tornare a casa......so dove trovarti......vado via con il mio osso ".......mi misi al centro del Tempio sotterraneo......e alzando le braccia una colonna d'acqua mi spinse in alto......era calda....come il ventre materno...per una vota ebbi nostalgia......e fui sbalzata sulla riva del lago.........nessuna goccia d'acqua ......perfetta...vidi...Flees e Daizer....." Bene...avete fatto conoscenza in mia assenza ?....Flees....sei uguale alla tua madre....anzi forse sarebbe felice se tu tornassi a casa...si e' fatto tardi....e noi dobbiamo riprendere il cammino....se ancora sei disposto ovviamente ho visto che due belle ancelle..hanno fatto si che ti annoiassi...Daizer".......

Guisgard 29-04-2014 18.17.16

Altea cadde addormentata, riuscendo così a dimenticare per un po' i suoi cupi pensieri.
I suoi sogni però furono tutt'altro che sereni.
Vide infatti in sogno immagini confuse, inquiete, a tratti sinistre.
Sognò l'incontro con la sacerdotessa, poi il Libro Ancestrale e più volte il volto di Isolde.
Sognò poi le vittime della bestia, lacerate, sventrate e lasciate a marcire nella foresta.
Sognò infine lady Gertrude e Capomazda, persino il suo misterioso innamorato, sebbene ne ignorasse l'aspetto.
Si svegliò verso l'alba.
E guardando fuori dalla finestra la sterminata foresta, un senso d'angoscia avvolse il suo cuore.

Guisgard 29-04-2014 18.18.36

Flees rise a quelle parole di Elisabeth.
“Vi sbagliate, signora...” disse il giovane cavaliere “... non ci saluteremo affatto. Non adesso almeno. Infatti mia madre mi ha chiesto di accompagnarvi nel vostro viaggio.”
“Come sarebbe a dire?” Sbottò Daizer. “Ho scambiato con questo moccioso poche parole e già mi da il nervoso... figuriamoci a portarcelo dietro!”
“Attento a quel che dite, gaglioffo...” con aria di sfida Flees.

Altea 29-04-2014 18.29.10

Dormivo ma sognavo confusamente...quei sogni toccavano la profondità del mio animo....Isolde, le vittime lacerate, il mio passato a Capomazda, lady Gertrude, un ragazzo dalle fattezze non chiare sotto il balcone del Palazzo a Capomazda e soprattutto la Gran Sacerdotessa e il Libro Ancestrale.
Mi svegliai di colpo e grondante di sudore..."Shalazam mi ha mandato dei segnali, forse" pensai cercando di calmarmi, ormai era l' Alba.
Corsi alla finestra....e qualcosa dentro me diceva era avvenuto qualcosa di inquietante.
Dovevo andare a pregare con lady Gertrude, ma volevo sapere se il mio sesto senso avesse ragione.
Guardai attorno, i miei vestiti erano spariti...poco importava, indossai gli abiti della sera prima e sgattaiolai fuori dal castello e andai a prendere Cruz.
Dissi al servitore, mentendo, se mi avesse cercato milady di dire mi avevano avvisato vi era una missiva per me a Solpacus e di aprirmi subito poichè era urgente.
Fu cosi che spronai Cruz e iniziai a correre nella foresta verso Solpacus, e sentivo rumori e voci lontane.

elisabeth 29-04-2014 18.31.36

Mi voltai di scatto verso il lago......Isolde...Isolde....quando imparerò a non fidarmi di te........" Flees cerca di fare meno lo spiritoso...visto che hai intenzione di venirci dietro.......o giuro che ti rispedisco da tua madre...pieno di bubboni.....purulenti ......e tu Daizer se avessi avuto più tempo per lui...magari sapresti qualcosina in più...comunque lui e'mio nipote ....figlio di Isolde.....".....mi sedetti su un tronco...guardandoli disperata.....ma perchè tutto questo a me.....

Eilonwy 29-04-2014 20.22.59

Dopo aver mangiato, in un imbarazzante e malinconico silenzio, le due belle succose bistecche con verdure, ci dirigemmo al Cimitero di Tylesia.
Cercammo dovunque in quel campo santo e alla fine trovammo la tomba di Messer Quatro.
“Che strano. Come mai la lapide di Messer Quatro ha una croce celtica?....Pensavo che fosse mussulmano e credesse in Allah e Maometto!......Secondo voi si era convertito al Cristianesimo, Milord?” dissi preoccupata e riflessiva a Sir Riccardo, serio quanto me.

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Clio 29-04-2014 23.10.09

Veloce, dannatamente veloce.
Fu unicamente l'istinto a guidarmi.
Estrassi la spada e colpii l'animale, senza riuscirci.
Un dolore lancinante mi buttò a terra, e sentii i miei uomini accorrere.
Poi lo udii: il fischio, sommesso e lontano ma anche preciso che avevamo udito la notte prima.
La bestia si immobilizzò, per poi correre via.
I cani reagivano in quel modo al richiamo del proprio padrone. Possibile che lui fosse addomesticato?
Sembrava un controsenso insanabile ma.. come spiegare quel comportamento?
Sospirai, sembrava proprio quella storia che avevo udito da bambina.
Forse anzi, sicuramente, pensai, non sono l'unica a conoscerla. Ma in quel racconto non c'erano risposte, non riuscivo a ricordare come veniva sconfitta.
A parte che, ovviamente, andava sconfitto il suo padrone.
La cosa più importante era capire chi era.
Anche se, naturalmente, poteva essere un semplice animale selvatico.
Cosa di cui, dopo il mio breve incontro ravvicinato dubitavo fortemente.
Non aveva importanza, non eravamo riusciti a fermarlo, anche se aveva mangiato la selvaggina avvelenata, sembrava che non gli avesse fatto alcun effetto.
Il fianco bruciava, la veste era completamente strappata, e lo sarebbe stata anche la mia carne se non fosse stata ricoperta di metallo.
Esattamente come lui, pensai.
Anche l'animale doveva essere ricoperto di metallo, non esiste pelle d'animale che sia invulnerabile in quel modo.
Avevo visto le frecce rimbalzargli addosso.
Perché né l'arciere né l'abile balestriere erano riusciti a colpire gli occhi, e dire che ero stata chiara.
Una volta che l'animale si fu allontanato non c'era più nulla da fare.
Chiamai a raccolta i miei uomini.
"Scotir.. Andate da lui, presto.." Urlai, prima di tutto. Feci cenno a Nestos di avvicinarsi, indicando la mia ferita al fianco "Sto bene, non badate a me.. Andate da lui..." mi rialzai a fatica "Riesco a camminare.." stringendo i denti e raggiunsi l'albero su cui aveva gettato il mio valido soldato.
Avrei avuto molte cose da dire ai miei soldati, ma la vista di Scotir bloccò ogni mio pensiero.
Mi inginocchiai accanto a lui, osservando Nestos.
Non doveva farlo, forse quegli aculei avrebbero perforato come burro anche il metallo che mi rivestiva interamente ma.. lui non aveva nulla.
Oh, Scotir.. burbero, instancabile, generoso e leale fratello mio..
L'eccitazione estatica della caccia era ormai svanita, e la tensione accumulata riaffiorava prepotente in tutti noi.
Senza che potessi, né volessi fermarle calde lacrime mi rigavano il viso.
Non osavo nemmeno immaginare il peggio. Forse sarebbe stato meglio, forse ero solo cieca.
Ma, che la si voglia o no, esiste sempre una piccola gemma di speranza infondo al cuore, e io mi aggrappai ad essa con tutte le mie forze.
"Portiamolo via di qui.." mormorai soltanto, in un soffio "Dottore..?" chiesi, titubante, a Nestos.

Guisgard 30-04-2014 00.30.06

“Insomma...” disse Daizer visibilmente contrariato “... perchè mai dobbiamo portarci dietro questo tipo arrogante?”
“Vi avverto...” fissandolo Flees “... attento a ciò che dite...”
“Dovrei essere spaventato ora?” A muso duro il contrabbandiere.
“Io sono stato incaricato di accompagnarvi” fece Flees “e lo farò, potete giurarci.”
“Una domanda allora...” mormorò Daizer “... perchè?”
“Perchè senza di me” rispose il giovane cavaliere “non riuscireste mai ad uscire vivi da questo vostro viaggio.”
“Fino ad ora ce la siamo cavata benissimo, mi pare.” Sbottò il contrabbandiere.
“Infatti.” Annuì Flees. “Il difficile comincia ora.”
“E questo chi lo dice?”
“Mia madre.” Sentenziò il giovane.
“Ah, vorrei proprio conoscerla allora!” Esclamò Daizer. “E tu perchè dici che non ho avuto abbastanza tempo per lui?” Rivolgendosi ad Elisabeth. “Infondo aspettavo te, mia moglie. Che mi importava di questo qui!”

Guisgard 30-04-2014 01.15.31

Tutti accorsero dal povero Scotir.
“Sono brutte ferite...” disse Nestos a Clio, mentre avvolgeva il corpo del povero guerriero nel suo mantello “... molto brutte... credo ci sia un'emorragia... dobbiamo subito portarlo in città... subito...”
Vortex allora prese il corpo del compagno e lo alzò per metterlo su uno dei cavalli.
“Usate il mio...” scendendo dal suo destriero Gvin “... è uno dei migliori sauri del reame...”
Così Scotir fu adagiato sul dorso di quel cavallo.
“Anche voi avete bisogno di cure, milady...” Nestos a Clio “... anche se sono ferite lievi vanno comunque medicate...”
La compagnia allora lasciò la radura, diretta in città.
Qui, Nestos fece portare il ferito dal medico di Solpacus e insieme decisero di operare Scotir, anche se le sue condizioni parevano davvero disperate.
“Salvalo, Nestos...” fissandolo Porturos “... fallo e ti sarò debitore per tutta la vita...”
“Farò il possibile...” mormorò il medico.
Clio invece era stata portata nella locanda e medicata dallo stesso Nestos, prima che questi ritornasse dall'altro medico per occuparsi di Scotir.
Alla ragazza fu dato un sonnifero in una tisana calda, in quanto troppo agitata ed emotivamente scossa per le sorti del suo compagno.
Ma aveva bisogno di riposare.
Ed infine cadde addormentata.
Sognò allora immagini e figure inquiete.
Sognò ancora quel lento e lungo sibilo, poi le parole di Scotir ed infine i suoi occhi mentre la bestia gli squarciava il torace con i suoi aculei.
E rivide in sogno gli occhi di quell'animale feroce.
Le sue fauci ed i suoi artigli su di lei.
E poi il sangue.
Quello suo e quello di Scotir.
Ed infine ancora quel sibilo.
Si destò quando ormai il Sole di Mezzogiorno era ben alto.
La ferita al fianco le faceva male ed il suo volto era rigato dal sudore.
La finestra della camera era però aperta e così poté sentire le voci che dal cortile salivano fin nella sua stanza.
“Star qui con le mani in mano mi sta facendo ammattire...” mormorò Vortex.
“Non possiamo fare altro che aspettare...” fece Borel “... se ci fossero novità gli altri sarebbero già qui a dircele.”
“Piuttosto...” mormorò Dort “... Clio dorme ancora?”
“Si...” annuì Borel “... sono andato a controllare poco fa e stava dormendo... meglio così... da sveglia finirebbe per agitarsi di nuovo...”
“Ma cos'era quella creatura stanotte?” Inquieto Dort. “Io non ho mai visto nulla di simile...”
“Era buio” disse Borel “e nell'oscurità ci è apparsa alterata... tutto qui...”
“E le frecce?” Voltandosi verso di lui Dort. “L'avete visto, no? Rimbalzavano sulla sua pelle come se fosse una corazza...”
“L'unica cosa che so” fece Vortex “è il modo in cui sollevava da terra Scotir... neanche un toro può avere una simile forza nelle sue corna...”
“Non erano semplici corna...” mormorò Dort “... aveva il corpo completamente ricoperto da decine di punte, di aculei...”
In quel momento arrivò Gvin.
“Come sta la ragazza?” Domandò loro.
“Il capitano sta riposando...” rispose Borel.
“Meglio così...” annuì Gvin.
“Credete?” Guardandolo Dort. “Io non credo... quella creatura la starà tormentando anche nei suoi incubi ora... ma cosa potete saperne voi...”
“A differenza vostra” con un ghigno Gvin “io ho affrontato quell'animale in un corpo a corpo... l'ho visto avventarsi su di me e strapparmi poi un occhio, quasi a volersi portare via l'immagine di sé... ma sfortunatamente per quella belva io ho impresso nel mio cuore il mio odio per essa...”
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Guisgard 30-04-2014 01.28.30

Altea, in preda a quelle sensazioni, lasciò il palazzo e corse nella foresta.
La notte stava terminando e verso Oriente il cielo già cominciava a tingersi di un vago chiarore.
In lontananza la bella avventuriera aveva udito voci e rumori confusi.
Galoppò allora verso quella direzione, fino a giungere presso una radura irregolare.
Ma non vi era più nessuno.
Poteva però udire il calpestio lontano dei cavalli.
Chiunque l'aveva preceduta in quella radura ora era di sicuro andato o ritornato a Solpacus.

Guisgard 30-04-2014 01.44.03

“Non credo...” disse Riccardo ad Eilonwy, mentre i due giovani stavano in piedi davanti alla tomba di Quatro “... non penso fosse Musulmano... almeno da ciò che ci ha raccontato... infatti sembrava un conoscitore, un cultore, delle leggende e delle tradizioni di Capomazda... probabilmente indossava costumi di scena quando ci ha parlato...” scosse il capo “... ma cosa diavolo sto dicendo... non può averci parlato davvero... è qui, sepolto davanti a noi e non può esserci apparso come un fantasma... no, deve esserci un'altra spiegazione... deve...”
“Tutte le cose sono perfettamente spiegabili” all'improvviso una voce di donna “ma non sempre le spiegazioni sono poi comprensibili ed accettabili per noi uomini.”
“Chi siete?” Fissandola Riccardo.
“Sono solo una vecchia zingara che si guadagna da vivere leggendo il futuro...” rispose la donna.
“E cosa ci fate in questo cimitero?” Chiese ancora il cavaliere.
“I morti conoscono spesso ciò che sta per accadere...” sorridendo enigmatica la zingara.

Eilonwy 30-04-2014 01.58.16

Sorrisi all’ anziana e minuta zingara.
“Avete ragione. I morti conoscono spesso ciò che sta per accadere……me lo diceva sempre anche mio padre. Ad ogni modo, piacere di conoscervi!....Io sono Damigella Eilonwy e questo bel pezzo di Marco Antonio si chiama Sir Riccardo!” ci presentai scherzando in modo sbarazzino e vivace.
Vidi il tenebroso cavaliere arrossire. Risi per quella sua reazione.
“E voi, invece?” domandai alla vecchia gitana.

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Guisgard 30-04-2014 02.33.56

“Io mi chiamo Lucia” disse la zingara ad Eilonwy “e vengo spesso in questo luogo per ascoltare.”
“Ascoltare?” Ripetè Riccardo. “Ascoltare cosa?”
“Il silenzio...” sorridendo la zingara “... poiché anche il silenzio sa parlarci...” aggiunse mentre mescolava il suo mazzo di carte.
“Cosa sono?” Indicando le carte Riccardo.
“I miei tarocchi.” Rispose la donna. “In essi vi è racchiuso il nostro futuro, ragazzi miei.”

Eilonwy 30-04-2014 02.49.18

“Potete prevedere il futuro!....Non state scherzando, vero?.....Cosa dicono?” ed intanto guardai con curiosità quello che faceva.
“Non per essere scortese ed impicciona, ma voi conoscevate Messer Quatro, Madama Lucia?....Sapete raccontarci qualcosa su un certo Fiore Azzurro?” interrogai la senile zingara.

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Guisgard 30-04-2014 03.02.57

La zingara scosse il capo.
“Non mi curo molto delle persone che vivono qui...” disse ad Eilonwy “... tutti trattano in malo modo quelle come me... ma voi siete due giovani molto simpatici... e per voi potrei aprire i miei tarocchi e rivelarvi cosa cela il vostro futuro... ammesso che crediate nel potere dei tarocchi...”

Guisgard 30-04-2014 03.12.02

Heat ritornò con la legna ed insieme a Guisgard e ad Aust accesero il fuoco.
Lent intanto aveva preparato la cena e poco dopo tutti presero posto a tavola.
“Ottimo stufato, Lent...” disse Heat “... davvero buono... sapete, milord...” rivolgendosi poi a Guisgard “... Arya adorava lo stufato... assaggiate un po' di questo vino... lo facciamo noi qui... io e Lent... e credetemi un vino simile è ambito anche dai migliori mercanti di Solpacus!” Riempendo il bicchiere del cavaliere. “A cosa brindiamo, milord?”
“Al vostro vino, amico mio...” fissandolo Guisgard “... che sappia ripagare ogni vostro sforzo e lavoro...”
“Il vostro arrivo qui ha ripagato ogni mio sforzo, milord...” annuendo Heat.
“Perchè credete che l'Arciduca sia in grado di riuscire dove molti hanno fallito?” Chiese il cavaliere.
“Perchè solo i Taddei possono uccidere quella bestia.”
“I Taddei non sono forse uomini come tutti gli altri?”
“Si, certo...” rispose l'uomo “... ma sono protetti dal Cielo... la loro stirpe ha sempre vantato i migliori guerrieri di sempre.”
“Ascoltate...” mormorò Guisgard.
“Milord...” interrompendolo Heat “... Iddio Onnipotente Ha dato a voi il dominio su queste terre per proteggere il popolo... e so che siete giunto per uccidere quella bestia e liberare la regione dal terrore che essa ha seminato...” guardò poi il piccolo Lent “... vedi la sua spada?” Indicando l'arma di Guisgard. “E' Parusia... la migliore spada mai concepita... se i bardi bretoni avessero avuto una simile arma da narrare nelle loro saghe, puoi giurare che Artù non sarebbe morto in battaglia ed i Sassoni ora neanche sarebbero menzionati nei libri di storia!”
Aust lanciò un'occhiata a Guisgard, per poi scuotere appena il capo.
“Dico bene, milord?” Sorridendo Heat.
“Beh, di sicuro, da quel che si racconta, Parusia vale molto più di Excalibur.” Ridendo appena il cavaliere.
“Non dargli corda...” bisbigliò piano Aust al suo compagno.
“Infinitamente di più!” Esclamò Heat. “Anzi, vi dirò... se Orlando avesse avuto quella spada invece della sua Durlindana, allora a Roncisvalle i Mori avrebbero fatto una fine ben peggiore di quella che toccò agli infedeli che perirono a Poitiers per mano di Carlo Martello!”
“Beh, una spada” disse Guisgard “vale se chi la impugna è davvero valoroso.”
“E chi più di voi può brandire Parusia, milord?” Eccitato Heat. “E magari se farai il bravo” guardando Lent “Sua Signoria un giorno ti insegnerà a tirare di spada come un vero cavaliere!” Ridendo Heat. “Milord, Lent sogna di diventare cavaliere!”
“Già, avevo il sentore che a lui piacesse la cavalleria...” sorridendo Guisgard.
“Gli ho anche fabbricato una spada di legno!” Divertito Heat.
“Allora ti starai già esercitando, immagino.” Facendo Guisgard l'occhiolino a Lent.
La serata trascorse così, con quegli animi sereni, come se l'orrore seminato dai delitti della bestia non riuscisse a scalfire i loro cuori.
Dopo cena il cavaliere ed Aust uscirono sul porticato della casa per una boccata d'aria fresca.
“Ha smesso di piovere finalmente...” fissando il cielo Guisgard “... sai, una delle cose più belle che ricordo di Sygma sono le sue sere chiare di stelle... credo che nel cielo di Sygma ci siano più stelle che in qualsiasi altro cielo visibile al mondo...”
“Non dovresti dar corda alle convinzioni di quell'uomo...” mormorò Aust.
Guisgard non rispose nulla.
“Domattina ripartiremo” continuò Aust “e fra qualche giorno saremo così lontani da neanche ricordare più questo luogo...”
“Sai...” fece il cavaliere “... mio zio mi raccontava sempre che i Taddei persero Sygma per le loro colpe... e che solo espiando tali pene sarebbero riusciti a riconquistarla...”
“Tu non sei l'Arciduca però...” disse Aust.
“Per quell'uomo si...” guardando lontano Guisgard “... lui ci crede davvero e ha atteso l'arrivo dell'Arciduca per chissà quanto tempo... credo sia il suo più grande sogno... proprio come io sogno di ritornare a Sygma...”
“Cavaliere...” all'improvviso una voce alle loro spalle.
“Hei, Lent...” sorridendo Guisgard “... non dovresti essere a letto?”
“Volevo augurarvi la buonanotte...”
“Fa sogni d'oro, piccolo!” Accarezzandogli i capelli il cavaliere.
“Domattina mi insegnerete a tirare di spada?”
“Perchè proprio domattina?”
“Così vorrà dire che...” sorridendo il bambino “... che sarete ancora qui con noi...”
“A domattina, se Dio vorrà.” Salutandolo Guisgard.
“A domattina, messere!” Felice il piccolo.
In quel momento arrivò Heat con una grossa scrofa.
“Dove la portate?” Incuriosito Aust.
“Domani la ucciderò!” Ridendo Heat. “E' grassa, vero! E' il mio bene maggiore! La ucciderò domani in vostro onore!”
“Perchè mai?” Stupito Guisgard.
“Per ringraziarvi, milord!”
“Ascoltate...” saltando dalla staccionata il cavaliere “... domani andrò a Solpacus per sapere tutto della misteriosa bestia... se fra sette giorni non sarò di ritorno, voi allora ucciderete questa scrofa e banchetterete alla mia memoria... ma se tornerò con la testa della bestia, allora voi ogni anno, nel giorno di Natale e in quello di Pasqua, donerete un maialino da essa partorita al più vicino monastero.”
“Lo giuro, milord.” Guardandolo Heat. “Uccidete quella bestia ed io donerò, per quelle Sante Festività, due maialini l'anno fra quelli partoriti dalla mia scrofa.”
“Qual'è il monastero più vicino?” Domandò Guisgard.
“Quello della Divina Misericordia, milord.”
“Bene.” Annuendo il cavaliere. “Porterete in quel Santo luogo i maialini.”
Trascorse allora la notte.
Al mattino, di buon'ora, Guisgard e Aust erano già in piedi, con quest'ultimo intento a preparare i loro cavalli.
Il cavaliere intanto mostrò la sua spada al piccolo Lent, spiegandogli qualcuno dei trucchi usati dai migliori spadaccini.
“Altri segreti per tirare come voi” fece il bambino “me li mostrerete al vostro ritorno, messere.”
“Sei un ragazzo in gamba...” sorridendo appena Guisgard.
Poco dopo il cavaliere ed il suo compagno lasciarono quella casa, diretti a Solpacus.
Dopo qualche miglio incontrarono qualcuno lungo il sentiero.
“Perdonate, messeri...” con l'aria un po' alticcia quell'ometto “... potreste indicarmi uno stagno o qualche corso d'acqua, di grazia?”
“Sei sicuro di volere proprio dell'acqua?” Ridendo appena Guisgard. “Non mi pare che tu ci sia abituato, eh!”
Aust sorrise.
“In verità” mormorò quell'ometto “ne farei volentieri a meno... ma ne ho bisogno perchè devo... ecco... devo darmi una rinfrescata... vedete, ho bevuto un po'... di vino intendo... e vedendomi in questo stato, beh, qualcuno potrebbe pensare che io sia un beone, ecco...”
“E chi potrebbe pensare questo di te?” Esclamò Guisgard, per poi scoppiare a ridere insieme al suo compagno.
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Eilonwy 30-04-2014 12.53.54

“Oh……mi spiace che tutti siano così ostili e pieni di pregiudizi nei vostri confronti senza neanche sapere probabilmente la vostra storia e chi siete veramente. Comunque, perché no?...Ci piacerebbe sapere cosa ci aspetta in futuro! Almeno a me piacerebbe. Voi cosa ne dite, Milord?” chiesi a Riccardo per avere un suo parere.

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(Sir Riccardo alias Richard o Richy della realtà)

Altea 30-04-2014 14.57.31

La foresta si stava ormai svegliando e il sole era alto ad est, ormai le tenebre della notte stavano svanendo.
Mi bloccai e mi guardai attorno, vidi delle casupole di gente povera e contadini mentre all'orizzonte svettava il castello del Gastaldo.
Sospirai e scossi leggermente la testa, qui la gente era stranamente legata ad antiche superstizioni..e non doveva essere solo da ora perchè Older mi parlò pure che Solpacus fu flagellata in passato dalla strega Isolde, non poteva essere un posto così sfortunato.
Udii poi il rumore dello scalpiccio dei cavalli allontanarsi, mi chiedevo se fosse successo qualcosa.
Ma nei paraggi non vi era nessuno, dovevo recarmi a Solpacus per sentire se la bestia aveva colpito o qualcuno, finalmente, l' avesse uccisa.
Spronai Cruz, non senza difficoltà a cavalcare veloce come sempre visto quella ingombrante veste.
Giunta a un punto della foresta udii delle risate, tirai Cruz per le briglie e vidi tre uomini, due di loro ridevano allegramente mentre l'altro sosteneva di essere ubriaco e leggermente barcollava..."Messere" dissi sorridendo all'uomo "allora è proprio vero che qui a Solpacus il vino è davvero buono vedendovi, e io che volevo chiedervi se la bestia avesse colpito ancora stanotte, ma sarò costretta ad andare a Solpacus da quegli inutili cavalieri".
Osservai, poi, gli altri due uomini e notai erano pure loro cavalieri, rimasi un attimo in silenzio.."I miei saluti, sono lady Altea..non vi ho mai visto qui a Solpacus, siete di passaggio oppure siete venuti pure voi a cacciare la bestia che flagella questo posto...o per avere la famosa e ambita arma dei Taddei".
Osservai attentamente uno dei due...per un attimo trasalii e pensai a Posteg...egli aveva gli occhi azzurri, sentendolo parlare prima sembrava avesse pure un certo accento capomazdese, ma subito volli togliermi dalla testa quel pensiero...proprio non sembrava il Duca, a meno che io ricordassi male.

Guisgard 30-04-2014 17.55.18

“Io in verità” disse Riccardo ad Eilonwy “sono un po' scettico su certe cose...” sorrise “... ma se voi volete provare, prego... ascolterò con interesse ciò che questa donna vi dirà.”
“Bene...” rivolgendosi la zingara alla ragazza, mentre mischiava le sue carte “... prima di procedere però occorre che rivolgiate una domanda agli arcani... e attorno ad essa ruoterà il responso...”

Guisgard 30-04-2014 18.00.21

“Sembra che da queste parti” disse Aust ad Altea “non si faccia che parlare di questa famigerata bestia...”
“In verità” fece Guisgard “siamo viaggiatori diretti a Nord e siamo solo di passaggio fra queste lande... però anche noi abbiamo udito di questa bestia che semina terrore nella regione... ma voi non avete paura ad attraversare da sola la foresta?”
“Oh, al diavolo l'acqua!” Esclamò all'improvviso l'ubriacone. “Sapete cosa c'è di nuovo? Me ne infischio di quel che diranno quegli stupidi a Solpacus! Sono molto più lucido io di tutti loro messi insieme! Nessuno è in gamba come me nel mio lavoro!”
“Hai anche un lavoro tu?” Fissandolo Aust.
“Certo, messere!” Annuì il beone.
“Non dirmi che sei un oste!” Divertito Aust. “Altrimenti andresti fallito temo!”
“E che mestiere fai dunque?” Chiese Guisgard.
“Il rigattiere, messere!”
“Per Bacco!” Esclamò Guisgard. “Non l'avrei mai detto!”
“Attento però a non scambiare la roba vecchia per quella nuova!” Ridendo Aust.
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Clio 30-04-2014 18.08.27

Mi svegliai nella stanza della locanda, sudata e tremante.
Il sole era già alto, mi avevano medicato la ferita.
Ma non avevo avuto un sonno tranquillo. Mi affacciai alla finestra e sentii le parole dei miei uomini.
Sospirai, avevano ragione: il mio sonno era pieno di morte.
Mi lavai e vestii in fretta. Mi ero riposata abbastanza.
Scesi al piano di sotto, rendendomi conto di essere affamata. Ma non avevo alcuna intenzione di mangiare da sola.
Raggiunsi così l'esterno della locanda, dove alcuni dei miei uomini erano riuniti.
Li salutai con un sorriso. "Come sta Scotir?" chiesi, prima di tutto.
Rimasi un po' a parlare con loro, esternando i miei dubbi sulla bestia, sui suoi aculei e il suo manto. Non era la pelle di un animale.
"Era come se la mia spada cozzasse contro un muro di pietra.. no, non può essere solo un animale, nel modo più assoluto.. Avete visto con che aculei ha colpito Scotir?" scossi la testa.
Parlai poi del fischio che avevo udito nel bosco, sperando di non essere stata l'unica a porvi attenzione.
"Non può essere una coincidenza, a questo punto.. dobbiamo capire da dove o da chi proviene.. chiarito questo forse saremo di un passo più vicini alla bestia.." abbassai lo sguardo per un momento "Abbiamo pagato questa caccia a caro prezzo.. forse il gioco non vale la candela.. Se vorrete andarvene e lasciarci questo posto alle spalle, mi rimetterò al vostro giudizio.. se invece volete restare a vendicare nostro fratello, allora dobbiamo escogitare un nuovo piano.. non possiamo certo usare lo stesso due volte, specie quando si è rivelato inutile.. ho visto io stessa la bestia mangiare la nostra selvaggina, eppure non è stramazzata al suolo.. anche se ne avesse ingurgitato solo una minima parte, Nestos ci aveva detto che ci avrebbe messo tropo a morire, non che non se ne sarebbe nemmeno accorto.. Però non sembrava nemmeno stordito.. poi, per carità, magari è morto all'alba in un remoto angolo della foresta.. ma ne dubito fortemente...".
Voltai lo sguardo verso la taverna "In ogni caso.. è ora di pranzo.. si discute molto meglio attorno ad un tavolo, con una coppa di vino tra le mani.." sorrisi "Andiamo, parleremo dentro..".
C'erano anche gli uomini di Gavin lì, ma io non li avevo calcolati.
"Messere, grazie per il vostro cavallo.." dissi al nobile "Vorrete scusarci ora.." con un leggero inchino, mentre mi dirigevo all'interno della taverna per pranzare con i miei uomini e discutere sul futuro della nostra missione, qualunque fosse.

Eilonwy 30-04-2014 18.09.59

Sorrisi di risposta al luminoso sorriso di Riccardo.
Poi mi rivolsi alla gitana: “Certo!.....Questa è la mia domanda: Riuscirò a trovare il Fiore Azzurro per Lady Isolde e a riportare la pace nel Regno del Cristallo di Azarath?”.
Aspettai il responso dei tarocchi e dell’ indovina.

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Altea 30-04-2014 18.10.14

"No...non ho paura ad attraversare il bosco sola, e comunque la belva colpisce di notte più di tutto. Io l'ho intravista e purtroppo ha strappato via la gamba a un mio caro amico che mi ha salvato la vita perchè mi stava caricando".
Poi udii le parole dell'uomo e con sorpresa scoprii era un rigattiere..chissà cosa vendeva, mi ricordai del mio caro amico che oltre la mia fedele spada mi vendette il carillon con la missiva dei Taddei.
Uno dei due cavalieri continuava a prenderlo in giro..finsi indifferenza..."Ditemi il vostro nome messere, avete da proporre qualcosa di interessante e particolare?"

Guisgard 30-04-2014 18.32.10

Tutti loro ascoltarono le parole di Clio con attenzione.
“Secondo il mio giudizio” disse Borel “questa cosa non vale la pena... voglio dire... ha quasi ucciso Scotir e sarà un miracolo se sopravvive...”
“Non dirlo neppure!” Lo riprese Vortex.
“Sono d'accordo con voi...” rivolgendosi Dort a Clio “... non è un animale comune quello che abbiamo affrontato stanotte...”
Si alzarono ed entrarono nella locanda per mangiare.
Gvin però li seguì, sedendosi senza troppi complimenti al loro tavolo.
“Io invece penso che siete un po' troppo presuntuosa!” Fissando Clio. “Il fatto che non siate riuscita a colpire la bestia con la vostra spada non vuol dire nulla! Siete una donna ed anche arrogante!”
“Badate a ciò che dite!” Con tono di sfida Vortex.
Gvin rise, per poi ribadire:
“Ritenetevi fortunata ad essere viva invece.”
“Ora mi state proprio seccando!” Alzandosi Vortex.
“Sta calmo, omone.” Sorridendo Gvin. “Siamo tutti dalla stessa parte qui. E quando lo arriverà a capire anche il vostro comandante allora avremo una possibilità di uccidere quel dannato animale.”
“Mancando di rispetto a lei” mormorò Borel “mancate di rispetto a tutti noi.”
“Non ho mancato di rispetto a nessuno.” Replicò Gvin. “Ma mi pare ovvio che la vostra dama guerriera non sia molto lucida nei sui giudizi.”
“Perchè mai?” Guardandolo Dort.
“E' rimasta scossa.” Rispose il duca.
“Sciocchezze!” Scuotendo il capo Vortex.
“Avete sentito, no?” Chiamando il locandiere per avere del vino Gvin. “Afferma di aver udito un fischio.” Rise ancora. “Qualcuno di voi ha udito questo fischio forse?”
I tre uomini si scambiarono varie occhiate, senza rispondere nulla.
“Come immaginavo...” continuò Gvin “... nessun fischio...” alzò lo sguardo su Clio “... è un animale feroce, milady... nulla di più, nulla di meno... dunque basta con le fantasticherie e cerchiamo di ideare un piano efficace, mettendo ognuno il suo per riuscire nell'impresa.”
In quel momento qualcuno arrivò col suo cavallo alla locanda.
Era Ertosis.
Entrò e si avvicinò al loro tavolo con lo sguardo lucido ed il viso segnato da un profondo pallore.
“Cosa succede?” Chiese Vortex.
Ertosis non rispose nulla.
“Cosa succede?” Urlò Vortex, prendendolo per il bavero. “Parla, idiota!”
“Scotir...” scuotendo il capo Ertosis “... non sono riusciti a salvarlo... è morto poco fa mentre tentavano di fermare l'emorragia...”

Clio 30-04-2014 19.00.56

Quel Gvin non mi piaceva per niente.
Lo guardai con disprezzo.
"Non mi sembra di avervi dato il permesso di unirvi a noi, né tantomeno di rivolgermi la parola..." dissi, secca.
Oh, se tu sapessi con chi stai parlando...
"Non crediate di nascondervi dietro il vostro nome, non sono solita lasciarmi insultare dal primo venuto... fossi in voi porgerei le mie scuse e me ne andrei buono buono, sulle mie gambe.." sorrisi, gelida "Non sono in molti a poter raccontare di aver fatto infuriare i Gufi Scarlatti ed esserne usciti incolumi... Andatevene, finchè siete in tempo, e badate di misurare le parole, milord... Perché vi sbagliate, non siamo dalla stessa parte... questa è una sfida, siamo uno contro l'altro... Giocate le vostre carte, noi giocheremo le nostre.. Ma non mi sembra che i miei uomini siano venuti ad infastidirvi come voi state facendo con noi..".
Certo, datemi pure della pazza, ma io so quello che ho sentito. Che strano, il fischio è stato subito dopo il vostro arrivo, che fortuna.
Ma l'arrivo di Ertosis attirò la mia attenzione.

Citazione:

In quel momento qualcuno arrivò col suo cavallo alla locanda.
Era Ertosis.
Entrò e si avvicinò al loro tavolo con lo sguardo lucido ed il viso segnato da un profondo pallore.
“Cosa succede?” Chiese Vortex.
Ertosis non rispose nulla.
“Cosa succede?” Urlò Vortex, prendendolo per il bavero. “Parla, idiota!”
“Scotir...” scuotendo il capo Ertosis “... non sono riusciti a salvarlo... è morto poco fa mentre tentavano di fermare l'emorragia...”
Mi si gelò il sangue nelle vene.
Vuotai la coppa senza dire nulla.
"Venite.." alzandomi "Chiamate gli altri, andiamo da lui.." dissi, piano.
Lanciai un'ultima occhiata sprezzante a Gvin "Osate seguirci anche adesso, e sarà l'ultima cosa che farete...".
Sapevo che quell'uomo si sentiva superiore era nobile e noi soldati di ventura, ma odiavo averlo intorno.
Gufo Scarlatto l'avrebbe trattato anche peggio.
Così, lasciai la taverna insieme ai miei uomini per raggiungere Scotir, e salutarlo per l'ultima volta.
Era colpa mia, dovevamo fregarcene della bestia e andare a Gioia Antiqua.

Guisgard 01-05-2014 00.41.35

La zingara continuò a mescolare il suo mazzo di carte, dividendolo alla fine in tre parti.
E da ciascuna parte pescò una carta.
“La prima carta è La Ruota della Fortuna...” disse la zingara “... essa simboleggia il Fato, la sua mutevolezza e di come tutto scorre seguendo un corso prestabilito... e in base a ciò che deciderete nei momenti topici, così evolverà il vostro cammino...” voltò la seconda carta “... è uscita La Luna... questa carta rappresenta un lungo viaggio, difficile, tormentato e pericoloso. Un viaggio attraverso il quale si cerca la Verità...” mostrò infine la terza carta “... è uscito Il Matto... simboleggia la follia, il voler fuggire dalla realtà e il non comprendere in pieno le situazioni, come a voler chiudersi in un proprio mondo immaginario, ingannandosi di saper leggere gli eventi...” rimise a posto le carte “... ecco, in quelle tre carte è racchiuso il senso della vostra domanda.” Sentenziò la zingara.
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Guisgard 01-05-2014 00.51.15

“Il mio nome è Mime, milady...” disse il beone ad Altea “... e certo che ho roba interessante...” facendo segno alla donna di attendere.
Mostrò allora la sua borsa ed estrasse da essa alcuni tipi di flauti.
“Ecco...” indicandoli “... questi andranno a ruba.”
“E perchè mai?” Fissandolo Aust.
“Perchè con questi libereremo Solpacus dalla bestia!” Sorridendo Mime.
“Con quelli?” Stupito Aust. “E come?”
“Perchè il flauto giusto fungerà da richiamo per quel cinghiale!”
“Fammi capire...” divertito Aust “... vuoi addomesticare la bestia?” E scoppiò a ridere. “A te il vino ha dato alla testa! Definitivamente, amico mio!”

Altea 01-05-2014 01.03.05

Scesi da cavallo e guardai nella sacca, Mime tirò fuori dei flauti..guardai stupita i due cavalieri ma ascoltai attentamente l'uomo.
Mi rivolsi al cavaliere dagli occhi chiari poichè l'altro pensava solo a prendere in giro l' uomo..."Ma voi pensate servirebbero? Quella belva è inscalfibile, più volte dissi al vescovo di usare la arma dei Taddei per sconfiggerla ma i cavalieri non vogliono..visto se la contendono".
Mi rivolsi all'uomo che ci osservava..."E spiegateci...a cosa servirebbero questi flauti, sono venuti da tutte le parti del Regno e forse oltre per sconfiggere la bestia..e ora con un flauto risolviamo tutto?".

Eilonwy 01-05-2014 01.05.50

“L’ Instabilità del Fato, l’ Astrusità Itineraria e la Follia Indovina ed Immaginaria. Tutto ciò non è niente di buono!.....Come posso evitare tutto questo?.....Ci deve essere un modo affinché la mia ricerca sia facilitata!” sentenziai angosciata e timorosa.
Quella specie di vaticinio mi aveva resa inquieta ed insicura.
Già avevo tre famelici e spietati nemici, se poi ci si metteva anche il Fato, il Destino, la Sfortuna e la Pazzia ero finita.

http://multomania.com/sites/default/...lochka1968.jpg

Guisgard 01-05-2014 01.07.36

Clio ed i suoi lasciarono la locanda per recarsi dove si trovava il povero e sfortunato Scotir.
E Gvin restò a lungo a fissarli mentre si allontanavano.
“Credo di aver sottovalutato quella ragazza...” disse il duca ai suoi uomini “... già, decisamente... ma se vuole avermi come avversario troverà pane per i suoi denti allora...”
Poco dopo, la ragazza e i suoi compagni giunsero dal medico che aveva tentato, insieme a Nestos, di salvare Scotir.
Il guerriero defunto era adagiato un letto con un sudario che lo copriva interamente.
“Capitano...” avvicinandosi Nestos a Clio “... ho fatto il possibile... ma i suoi organi interni erano praticamente spappolati...” chinando il capo.
“Fratello...” sussurrò Vortex al capezzale di Scotir “... ci rivedremo presto, lo so...”

Guisgard 01-05-2014 01.22.18

“Il messaggio degli Arcani” disse la zingara ad Eilonwy “non è negativo. Esso vi mette in guardia non solo dai pericoli che incontrerete durante il cammino, ma anche dalle vostre debolezze che potranno rendere il tutto più difficile e pericoloso. Rammentate dunque con attenzione ognuna delle carte uscite e fate tesoro di ciò che hanno rivelato.”
Detto questo, salutò i due giovani e si allontanò.


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