![]() |
"Sto lottando con tutto me stesso" disse Jean a Dacey "per occupare un posto importante, degno ed influente, per essere finalmente qualcuno. Ferico è troppo potente per pensare che qualcuno possa abbatterlo. Non capite che andare a Fertaldos può essere pericoloso? Io non voglio rischiare e non voglio neanche che rischiate voi."
|
Sorrisi teneramente quando Josephine mi abbracciò.
Mi condusse poi al portone del castello. "Addio Josephine, e scusami se a volta ti ho risposto un po' male..." con un sorriso dispiaciuto "Mi mancherai." Poi mi voltai, per riacquistare la mia libertà. |
"Se non facessi nulla, se restassi ad oziare nel mio castello io non sarei diverso da tutti coloro che giacciono ora morti a causa del barone." Disse il fuorilegge a Gaynor. "È la mia vita, Gaynor... devo farlo perché altri non possono, perché questo sono io... non chiedermi di essere diverso da ciò che sono... ti prego..."
|
<< É una semplice compravendita con un uomo della mia religione, sono anche molto brava a contrattare... Non vedo pericolo in questo >> mossi qualche passo con lui che restava di spalle, portando le mani a cingere la sua vita. Era un gesto molto confidenziale ma sentivo il bisogno di quel contatto, di sentire che non ero sola in quel mondo straniero.
<< Jean io non conosco questa Fertalodos, conosco a malapena i territori intorno al castello. E se dite che é davvero così pericoloso prendere in considerazione l'idea di non partire ma... Pensateci, potremmo prendere quell'uomo che tanto odia il barone e sarei subito libera di sposarvi>> |
Gwen si lasciò il castello alle spalle e si addentro' nel bosco.
Era ancora notte e tutto giaceva avvolto da un cupo ed assoluto silenzio. La falce della Luna brillava di una luce muta e spettrale, lasciando un sinistro alone che generava inquieti giochi di chiaroscuro. La ragazza avanzava tra la vegetazione, quando ad un tratto sentì qualcosa. Dei passi. Qualcuno di stava avvicinando. Qualcuno o qualcosa. |
"E sia..." disse Jean dopo un lungo attimo di riflessione "... andate dunque, ma siate prudente... non fidatevi di nessuno... né degli uomini del Maresciallo, né di quel mercante d'armi e neanche del frate..." fissando Dacey "... e rammentate... Guisgard è un criminale ed un traditore... rammentatelo sempre..." per poi baciarla.
|
Mi addentrai nella boscaglia.
Era tutto così silenzioso, cupo e spettrale, illuminato dalla falce bianca della Luna, ma non aveva più quell'aria sinistra, opprimente ed inquietante. Mi Accorsi poi di un rumore di passi, qualcuno che si avvicinava. "Chi è là?" dissi, con voce ferma. Per fortuna la mia magia ora funzionava, o almeno credevo, ed era una garanzia. |
Capivo il suo discorso. Capivo il suo stato d'animo. Capivo tutto, ma ne soffrivo ugualmente. "Non ti chiederò di cambiare, dopotutto non saresti più tu... ma ti prego, qualsiasi cosa tu faccia, rendimene partecipe... ormai non riesco a pensare di poterti stare lontana..."
Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
<< Starò attenta, ve lo prometto>>
All'idea di quel viaggio, di quell'accenno di libertà mi sentii leggera e piena di allegria tanto che dovetti trattenermi dall'iniziate a ballare in mezzo alla stanza. << C'è solo una persona di cui mi fido ed è in questa stanza>> dissi stringendomi a lui annegando in quel bacio, lunghi secondi sospesi nel tempo e nello spazio. << Avrei bisogno di qualcosa però... >> accennai stando ancora nelle sue braccia << dite che devo stare attenta anche agli uomini del maresciallo... Se potessi avere un pugnale o qualcosa di simile dormirei sonni molto più tranquilli. Sarebbe solo per precauzione e lo restituirei al mio ritorno>> accarezzai il volto di Jean con fare dolce, come per rassicurarlo sulle mie parole. << Davvero non potete venire con me?>> |
Tra la vegetazione si udiva uno strano fruscio.
Qualcuno si avvicinava, incurante della voce di Gwen. Ad un tratto la giovane vide qualcosa emergere dai cespugli. Una sagoma indefinita. Poi un'altra e un'altra ancora. Diverse figure si muovevano come ombre. Un attimo dopo avevano circondato Gwen. |
"Andrò con alcuni dei miei compagni in città il giorno del torneo." Disse adespos a Gaynor. "Solo così potremo scoprire la verità circa le intenzioni del barone." Strinse la mano della dama nella sua. "Ma non permetterò che tu corra rischi. Dopotutto non ho nessuno diritto di trascinarti in questa mia guerra..."
|
Nessuna risposta.
Vidi una sagoma emergere da dietro un cespuglio, provocando un fruscìo. Un'altra sagoma, e un'altra ancora. Ero circondata. "Chi siete? Cosa volete da me?" cercando di non far sentire l'allarme nella mia voce. |
"No, la mia presenza sarebbe inutile." Disse Jean a Dacey. "Devo restare qui. Sono un burocrate, un cortigiano e questo è il mio campo di battaglia. Qui posso pensare e rendere i miei nemici inoffensivi. Quanto a ciò che chiedete... vi farò avere un pugnale... nascondetelo bene ed usatelo solo in casi estremi... se il Maresciallo dovesse ritenervi una traditrice, io non potrei fare nulla per aiutarvi."
|
<< Per me sarebbe utile ma capisco la vostra posizione>> un pochino delusa mi allontanai da lui passeggiando per la stanza.
<< Nessuno saprà che sono armata. Non voglio correre rischi inutili e nella peggiore delle ipotesi ho sempre questo>> sfiorai l'anello con all'interno il veleno. << Un'altra cosa... Tenete d'occhio Betta... C'è qualcosa che non mi convince, credo trami qualcosa e penso che il Maresciallo sia coinvolto. Forse sto impazzendo ma io sento che c'è qualcosa che non va>> |
La luce della Luna venne in aiuto di Gwen e svelo' l'aspetto di quelle sagome.
Erano uomini armati con bastoni, forconi e mazze chiodate. "Voi..." disse uno di quelli a Gwen "... chi siete? E cosa fate da sola di notte in questo bosco?" |
"Nessun diritto? E che diritto avevi di entrare così nella mia vita, come un ciclone, per poi escludermi dalla tua?" Parlavo a denti stretti, per evitare che anche gli altri sentissero. "Se non vuoi condividere con me la tua vita, dimmelo ora ed io sparirò, ti do la mia parola che non sentirai mai più parlare di me, ma se invece un po' ti importa di me, allora tienimi qui e qualsiasi cosa farai, la dovrai fare al mio fianco..."
Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
"Betta..." disse Jean a Dacey "... vi state facendo suggestionare da questa situazione. Betta è solo una servitrice. Non cercate fantasmi dove non ci sono. Se Betta fosse segretamente al servizio del Maresciallo io di certo l'avrei scoperto. Siate dunque tranquilla rispetto a questo."
|
<< Però controllatela per un po'. Non si sa mai. Preferisco essere cauta e scoprire di sbagliarmi che aver ragione quando ormai è troppo tardi>>
Una delle tante frasi che mio padre aveva inculcato nella mia testa fin da piccola. Con eleganza porsi a Jean una busta. << É la lettera per la mia famiglia. C'è qualche parola in arabo ma perché non sapevo come esprimerla nella vostra. Non so neanche se avete quelle parole. Sono parole che indicano dei cibi, nulla di che. Spero arrivi in tempo così da avere tutto ciò che mi serve per il matrimonio>> Era una questione che mi premeva abbastanza. Per una bambina a cui era stato insegnato che il matrimonio era una meta era importante che questo avvenisse alla perfezione. << Sapete quando dovrò partire?>> |
"Cavaliere con gli occhi azzurri..." disse Pisone a Clio "... non credo di aver veduto un cavaliere con gli occhi azzurri accompagnato da uno scudiero come lo descrivete... io ho gli occhi chiari e devo dire che molte ragazze mi vorrebbero come campione." Sorridendo.
"Non avete dunque visto nessuno scudiero simile a come la mia amica vi ha appena descritto?" Estea a Pisone. "Non ho badato agli scudieri..." rispose il cavaliere "... ma perché vi ha colpito tanto quello scudiero?" |
La luce lunare rivelò l'aspetto di quegli uomini.
Erano armati con bastoni, forconi e mazze chiodate, il che mi fece pensare agli uomini che mi avevano rapita. Chiusi la mano in un pugno, riaprendola subito dopo, per far nascere delle fiamme e avvicinandola al mio viso, mentre il fuoco illuminava la mia chioma rossa e faceva sembrare le ciocche simili a fiamme. "Non credo vi piacerebbe saperlo..." sussurrai, squadrandoli a lungo uno ad uno. Non potevo sapere chi fossero e speravo in quel modo di far crollare ogni loro cattiva intenzione. |
Nessun indizio utile, dunque.
Nemmeno sullo scudiero. "Perché era buffo.." Dissi con una leggera risatina a Pisone "E non sembrava di queste parti, dal suo accento, intendo... Ed è una cosa strana, ci ha semplicemente incuriosito" alzando le spalle. |
Adespos ascoltò ogni parola di Gaynor, la fissò e per tutta risposta la strinse a sé, per poi baciarla.
Un bacio forte, maschio, virile. Appassionato, travolgente. Un gioco di labbra e di lingua, di umido calore e vigoroso trasporto. Un bacio infuocato, reso tale anche dal sapiente tocco delle mani di quel nobile fuorilegge sulle braccia, sui fianchi e sulla schiena della dama. Un bacio con cui il bandito sembrava voler arrivare fin nell'anima della bella e nobile donna. |
Jean prese la busta con la lettera di Dacey e la nascose nella sua mantella.
"Credo che con ogni probabilità partirete domattina." Disse il cortigiano. "Il torneo comincerà fra tre giorni e dunque immagino che non vi sia più molto tempo. Dunque ora riposatevi, poichè domattina dovrete mettervi in viaggio." |
Fu tutto frutto dell'immaginazione di Gwen.
Non c'erano fiamme, né fuoco. La ragazza si accorse che di nuovo la sua magia sembrava non avere effetto. "Siete strana..." disse uno di quegli uomini "... vi sentite bene? Stare qui è pericoloso per voi... il bosco è infestato da una misteriosa belva... e noi le stiamo dando la caccia..." con loro infatti avevano anche delle tagliole. |
<< Bene >> ormai i miei bagagli erano pressoché fatti e io non vedevo l'ora di partire.
<< Peccato però. Mi piace la vostra compagnia. Avrei voluto avervi ancora qui per un po' >> Un dolce bacio andò a ricoprire le sue labbra. << A domani, spero di vedervi prima di partire >> |
"Io non ho notato nessuno con un accento forestiero..." disse Pisone a Clio "... che tipo di accento aveva? Lo avete riconosciuto?"
|
"Beh.." Pensierosa "Sembrava venisse da sud".
|
Adespos mi ascoltò con un'espressione seria ed attenta, ma quando ebbi finito di parlare, mi guardò fissa negli occhi e mi baciò. Non fu un semplice bacio, poiché racchiuse in se la stessa intensità di un veloce amplesso consumato nella foga della passione. Quel bacio mi sconvolse i sensi, al punto che divenni incurante di tutti i presenti e mi avvinghiai ad Adespos come se fosse la mia unica salvezza. "Andiamo via da qui..." gli sussurrai all'orecchio "portami nel tuo letto..."
Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
"Non temete..." disse Jean a Dacey "... se tutto andrà secondo i piani avremo tutta la vita per stare insieme." Sorridendo. "Ora riposatevi. Ci rivedremo domattina prima della vostra partenza." Rispose al bacio della principessa ed uscì.
|
Era stato solo un attimo, le avevo viste, erano lì, le mie amate fiamme.
Perchè la mia magia non funzionava?! Feci finta di ignorare la prima parte della frase degli uomini. "La belva, dite? In realtà ero uscita per cogliere delle erbe particolari, dovevo farlo prima dell'alba..." mentii. Non riuscivo a capire perchè non potessi usare la mia magia. "Ditemi, vivete nel bosco?" |
"Dal Sud..." disse pensieroso Pisone a Clio "... ehi, locandiere!" Chiamò. "Hai forse servito da mangiare e da bere a qualche scudiero con l'accento del Sud?"
"Del sud?" Ripeté il locandiere. "No, nessuno con un simile accento è giunto nella mia locanda. È un bel po' che non si sentono accenti meridionali da queste parti. Da quando forse gli ultimi Capomazdesi sono stati cacciati da Monsperon." "Io invece ho udito qualcuno con un accento del Sud..." ad un tratto uno dei cavalieri seduti a mangiare "... e sono certo fosse di Capomazda..." |
Sorrisi a quella frase e lo guardai uscire dalla stanza quindi mi coricai
Sarebbe stato un viaggio impegnativo |
Adespos sorrise a Gaynor, per poi lanciare un'occhiata agli altri che erano qualche passo più indietro rispetto a loro.
Il bandito allora prese Gaynor per mano e la condusse attraverso uno stretto sentiero, fino a raggiungere una capanna isolata che sorgeva accanto ad una vecchia quercia. Ed entrarono. |
"È proprio per questo che ci ha incuriosito... Non capita spesso..." Sorridendo.
Poi il locandiere. "Ah sì?" Voltandomi verso il cavaliere "Come fate ad esserne così sicuro?". |
Adespos non se lo fece ripetere due volte. Mi prese per mano e mi condusse nella sua capanna, più isolata rispetto alle altre, la capanna del Capo...
Appena ci trovammo all'interno, lo abbracciai stretto offrendogli la mia bocca... Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
"Si, siamo dei contadini che vivono appena comincia la boscaglia." Disse l'uomo a Gwen. "Questo era un posto tranquillo, sebbene isolato, ma da quando è comparsa quella misteriosa belva tutto è cambiato qui." Scuotendo il capo. "Ma voi non potete restare qui. È pericoloso. Stiamo disseminando tagliole ovunque. Prima o poi la prenderemo."
|
Jean uscì e Dacey si corico'.
Un irreale silenzio scese allora sul castello, lasciando una strana inquietudine, una vaga angoscia sulla principessa. Poi, ad un tratto, tutto ciò fu dissolto. Delle grida che arrivavano dal corridoio ruppero quella fittizia ed opaca tranquillità. |
"E ditemi, conoscete per caso una persona che vive anch'essa nel bosco? È un ragazzo" fornendogli poi nome e descrizione di Emon.
Potevano averlo visto e dirmi dove si trovava, così che potessi darmi pace. |
Mi pareva di aver giusto chiuso gli occhi quando li rispalancai per colpa di un urlo aggiacciante che proveniva dai corridoi.
Mi alzai di scatto, in una mano il coltello nell'altra un lume e scalza, in veste da notte, con i capelli sciolti e arruffati lasciai la mia stanza per capire che stava succedendo |
"So riconoscere un Capomazdese quando ne vedo uno." Disse il cavaliere a Clio.
"Com'era?" Chiese Pisone. "Sapreste descriverlo?" "Era uno scudiero." Fece il cavaliere. "Abbigliato come tale. Uno scudiero sfornito però del suo padrone. Non c'era infatti nessun cavaliere con lui." |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 00.14.12. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli