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La capanna era piccola, ma accogliente.
Soprattutto calda. O forse era la vicinanza del corpo di Adespos a far sentire calda Gaynor. Il bandito prese subito la bocca vellutata che lei gli offriva. E cominciò a sfogliarla come se fosse un prezioso fiore. Petalo dopo petalo, con le labbra di lui che avvolgevano, premevano e succhiavano quelle della dama. Fu un bacio lungo. Un bacio che, come la Panacea ,sembrava il preludio per piaceri assoluti. Allora il fuorilegge cominciò piano a spogliare Gaynor, |
"Emon..." disse uno di quegli uomini a Gwen "... si, è proprio il giovane Emon. Ma sono giorni che non si fa vedere."
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In breve i miei vestiti furono a terra. C'era un'urgenza di toccarsi, di perdersi l'uno dentro l'altra, che il resto non contava più. Domani ci sarebbe stato Ferico. Domani ci sarebbero stati soldati e giostre. Ora invece c'eravamo solo noi due, noi due e i nostri corpi in attesa...
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"Sarà stato un lapsus." Disse Didas ad Altea. "Comunque è molto interessante ciò che dite. Io vorrei proprio incontrare un o di quei briganti. Come vivere in un romanzo, non trovate?" Sospirando. "È voi ne avete salvato uno, curandone per di più le ferite? Che cosa folle, sensuale e romantica... io al vostro posto avrei atteso tutta la notte... magari sarebbe tornato.
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Sospirai passano una mano fra i capelli.
Dove sei, Emon... Non capivo dove potesse essere; non era di sicuro al castello, non lo avevano visto nel bosco, dove poteva essersi cacciato? Sperai davvero che il padrone non avesse fatto ciò che era intenzionato a fare, e iniziai a sudare freddo. "Sapreste dirmi dov'è la sua casa? So solo che vive nel bosco." http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:A..._XfpcdYVm07JGA |
"Che strano.." Pensierosa "Difficile che uno scudiero se ne vada in giro senza padrone... che cosa buffa..." Lanciando uno sguardo d'intesa ad Estea.
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Dacey uscì nel corridoio con il suo pugnale ed un lume.
Vide allora ciò che stava accadendo. Alcuni soldati stavano portando via Svevos e sua madre. Il cavaliere, nonostante la gamba ancora ferita e fasciata, si dimenava e gridava, cercando di liberarsi dalla stretta dei soldati. Tanto che uno di questi lo colpì violentemente al capo, facendogli perdere subito i sensi. "Ecco..." disse il militare "... così calmarsi i tuoi bollenti spiriti." Ridendo. E nel vedere ciò anche Dauna perse conoscenza. I due furono portati nei sotterranei del castello. |
Dovetti bloccare la mia bocca perché ero pronta per urlare contro quei soldati e protestare. Ma sarebbe stato peggio. Se mo avessero vista armata sarei stata catturata anche io e allora non avrei potuto fare nulla per quei due .
Soffiai sulla candela per restare nel buio e non attirare attenzione ma vidi tutto lo stesso. Calde lacrime di pentimento solcarono il mio viso. Sapevo bene che quella era tutta colpa mia. Mi ritrovai seduta in un angolo, quando i soldati furono lontani, cercando di trattenere i singhiozzi. Era colpa mia, la mia linguaccia, la mia fiducia mal riposta aveva condannato due persone gentili e soprattutto innocenti. Cosa avrei potuto fare per loro. Temevo fossero perduti. Al castello non avevo alcun potere e anche la mia influenza su Jean era molto limitata. " Perché non ve ne siete andati non appena vi ho avvisati" pensai in un modo di rabbia e frustrazione. Non potevo arrendermi. Avrei trovato un modo per liberarli. Dovevo trovarlo |
Adespos spoglio' lentamente Gaynor.
Con lunghe e lente carezze, tocchi leggeri e sensuali sfilo' il vestito della dama, che subito, quasi fosse simile a catene, cadde a terra, liberando il corpo di lei. Gaynor aveva una pelle chiarissima e forme morbide e provaci. Era una a bellezza del Sud, come le principesse Achee o Minoiche di passati miti e leggende, immagini di una perfezione antica e pagana. Ed il bandito restò a fissarla per un lunghissimo istante, in cui mille giochi sorsero nella sua immaginazione. "Sei bellissima..." disse lui in un sospiro. |
"Si trova non lontano da qui la sua casa." Disse uno di quegli uomini a Gwen. "Ai piefi di quel poggio laggiù, non distante dal corso del fiume Helsa. Ma è pericoloso vagare per il bosco a quest'ora."
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Estea fissò Clio ed annuì in modo impercettibile.
"Invece era proprio solo... " disse il cavaliere "... camminava per le strade cittadine, fino a quando montò su un mulo e andò via." "In che direzione?" Chiese Estea. "Verso il bosco credo." Rispose il cavaliere. |
Come la prima volta, anche solo il tocco della sua mano sulla mia pelle bastava a sconvolgermi. Il suo modo di toccarmi, di guardarmi come se fossi un tesoro prezioso cercato per anni, mi rendeva ebbra di gioia e di eccitazione. Pregustavo ciò che sarebbe venuto, mentre a mia volta lo liberavo dagli indumenti. Feci scorrere le mie mani sui suoi muscoli, accarezzandolo e baciandogli il petto... "Tu sei bellissimo... sei perfetto, perfetto per me... ed io ti amo..."
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E mentre Dacey se ne stava rannicchiata in quell'angolo buio del corridoio, tra singhiozzi e sensi di colpa, qualcuno arrivò silenziosamente.
"Milady..." disse Betta "... cosa... cosa ci fate a terra? Il corridoio è freddo... dovete riposare... mi mandano a dire che domattina partirete alla volta di Fertaldos..." |
Sospirai in modo secco, quasi scocciato.
"Sentite Signori, io vivo a Monsperon. Quindi che io vada lì o torni in città non fa alcuna differenza, tanto non posso certo rimanere in questo metro quadrato di bosco per sempre" sarcastica, con un gesto della mano. Poi mi vennero in mente quei luoghi di cui Emon mi aveva parlato, quelli che solo lui sapeva raggiungere, magari era sfuggito al padrone e si era rifugiato lì. Avrei potuto controllare lì, se non fossimo stati separati prima che lui me li mostrasse, dannazione... |
Su un mulo!
Come i briganti! Possibile che ci fosse un nesso? Poteva benissimo non esserci, il mulo lo usano in tanti. "Un mulo? Neanche un cavallo? Beh, non dev'essere un cavaliere molto ricco, allora.." Vagamente divertita. Effettivamente, pensai, la cosa aveva senso se il misterioso cavaliere era Guisgard. Il bosco.. Lì si perdeva ogni mistero di quelle terre. "Andare nel bosco con quei briganti in giro..." Scuotendo la testa "Doveva essere sì forestiero, altroché..". Poi guardai Estea con un leggero sorriso. Una visitina nel bosco andava fatta. Magari a cavallo stavolta. Chissà mai che avrei scoperto qualcosa. Al più presto. Sospirai. "Eh, mia cara.." rivolta ad Estea "Non possiamo certo star qui tutto il giorno, non credi? Dovremmo andare..". |
<< Ho solo avuto un brutto sogno e sentivo il bisogno di fare due passi. Vattene é tardi>>mi alzai contrariata per quella interruzione, non volendo che lei mi vedesse in un momento di debolezza.
<< Buonanotte >> e scivolai nella mia stanza faticando a riprendere sonno |
Rimasi ad ascoltare Didas con il turbamento crescere ancora di più...un lapsus..suo o di Alvaro?
Ma rimasi senza fiato quando parlò del brigante...che lo avevo salvato, curato e pure sapeva...non era rimasto..io lo avevo pensato..che ne avevo salvato uno ma non lo dissi anche per la incolumità di Solo. Ora potevo immaginare la ragazza potesse leggere nel pensiero..ma il resto..che lo avevo curato e poi lui era andato via? Beh...voleva trasmettermi un messaggio o cosa? Bene...siamo in gioco. "Ehh...salvato un brigante? Ma quando ve l' ho detto, non ricordo. Siete una romantica noto" sorridendole e poi farmi seria guardandola "Tanto da ipotizzare quel brigante poi se ne sia andato..sparito nel nulla. Oh, scusate la schiettezza ma io non sono una romantica...lo ero, ma l' ultima punta di romanticismo che possedevo me l' hanno distrutta poche ore fa...aspettare di notte che lui tornasse...eh si, io ho sognato tanto una ocarina suonasse per me sotto la mia torre o in giro..posso capirvi, ma mi hanno distrutto i sogni". Mi alzai in piedi guardandomi bene attorno...la casa sembrava ben arredata,lei sviava le mie domande, come si manteneva..."E perchè visto abitate qui non siete mai andata a cercarli questi briganti se tanto li sognate?" dovevo studiarla a fondo...ma solo una persona, poi, poteva darmi delle risposte...Frate Roberto...ma mi diede quella benedizione..come un gesto.."Vai con Dio al tuo Destino". http://i66.tinypic.com/2aenyhj.jpg |
“Fate dunque come più vi garba.” Disse uno di quegli uomini a Gwen. “Noi vi abbiamo messa in guardia.” Fece un cenno ai suoi compagni e proseguirono la loro caccia, lasciando la ragazza da sola in quell'angolo di bosco.
Non mancava molto all'alba. |
Gli uomini andarono via, lasciandomi sola nel bosco.
Non mancava molto all'alba ed io ripresi a camminare, senza la minima idea di dove i miei piedi mi avrebbero portata. |
Gwen riprese a camminare, a seguire quel sentiero che però dopo un po' scomparve nella fitta vegetazione.
La ragazza proseguiva, senza però riuscire a riconoscere la strada. Poi cominciò a schiarirsi il cielo e le tenebre pian piano si ritirarono. Alte e dense nuvole coprivano il bosco e la minaccia di pioggia era incombente. Sorse finalmente il Sole e incredibilmente Gwen si ritrovò di nuovo davanti al castello. Aveva girato in tondo. O forse qualche oscuro incanto le impediva di allontanarsi dal maniero? http://www.castlesguide.ru/images/cz...rnstejn/02.jpg |
In un attimo i loro corpi furono nudi, liberati dai vestiti, dai timori, dalle esitazioni e dalle convenzioni.
Quella capanna era così simile ai rifugi degli animali selvatici, liberi ed istintivi, lontano dagli uomini e dalle loro miserie. E quella capanna divenne il loro nido d'Amore. Cominciarono gli sguardi audaci, le carezze, i sospiri. Gaynor avvertì il contatto dei loro corpi caldi e nudi. Le forme morbide di lei, i muscoli villosi di lui. Tocchi sempre più audaci e sguardi che facevano da preludio a ciò che entrambi desideravano con forza. Adespos stringeva i suoi seni, li palpava, per poi scendere, piano, sul ventre di lei. Scendere lentamente ed in modo inesorabile. Guardando Gaynor negli occhi mentre le sue mani si avvicinavano dove la donna era più calda, eccitata e sensibile. |
Continuai a camminare seguendo il sentiero, che poi sparì nella boscaglia.
Il cielo iniziava a schiarirsi, minacciando pioggia. All'improvviso, mi ritrovai davanti al castello. No... No, non poteva essere vero. Non potevo aver girato tondo, avevo seguito il sentiero. Era come se quel maniero non volesse lasciarmi andare, ma non mi importava, non era quella la vita che volevo. |
Didas sorrise ad Altea, per poi offrirle del vino liquoroso.
“Io” disse “cercare i briganti?” Sorrise. “Oh, no... sono una donna che a stento riesce a badare alla sua casa. Finirei col mettermi nei guai. In verità spero di non incontrare mai briganti. Non lo avete salvato? Quel brigante intendo? L'avete detto voi, no? O forse mi sto confondendo? Magari qualcuno avrà prestato soccorso ad uno dei briganti ed io ne avrò sentito parlare...” annuì “... vi hanno infranto i sogni? Se sono vostri e sono reali allora nessuno potrà privarvene, no?” |
Gwen era davanti al maniero.
Quasi come se ne fosse prigioniera. Vide allora alcune finestre aprirsi e la vita ricominciare per il nuovo giorno. E da una finestra si affacciò il padrone. Fissandola con uno sguardo enigmatico. |
Presi il vino liquoroso di Didas...annusai..ci mancava fosse un elisir o veleno...non mi sembrava molto scaltra questa ragazza...forse, ma sorrisi alle sue ultime parole.
"No, non ve l' ho detto" dissi pensierosa, lo avevo solo pensato "Si, potrebbe essere qualcuno abbia salvato quel brigante...ma come mai fate fatica a sostenere questa casa? Non vorrei essere troppo curiosa ovvio." Posi il bicchiere alle labbra..coraggio Altea..e ne bevvi un pò.."Si, sono veri...ma nessuno ci crede, ma io ai miei sentimenti ci credo" sospirando. |
Mi sentivo prigioniera, anche fuori da lì.
Vidi poi il castello svegliarsi; non ebbi il tempo di nascondermi, che il padrone mi vide. Bene, adesso ero nei guai. Non potevo andarmene, mi aveva vista... Decisi di affrontarlo, sperando in conseguenze non tropo nefaste. "Sembra che il vostro maniero mi abbia trovata anche in mezzo al bosco, pare non voglia lasciarmi andare..." ricambiando il suo sguardo. |
“Allora” disse Didas ad Altea “nessuno potrà toglierveli quei sogni.” Sorridendo. “Vivo qui da sola e portare avanti questa casa non è un lavoro facilissimo. Ma faccio del mio meglio. Non vi piace il vino liquoroso? Vedo esitate a bere... lo faccio io stessa, è naturale ed anche gustoso devo dire.” Divertita.
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Le sorrisi.."Le vostre parole..sui miei sogni..mi hanno risollevata, d' altronde..tra donne ci si capisce". Guardai l' elisir e poi lei "Pure io tiro a campare...come posso, facendo la serva in taverna...lo avete fatto voi? Sarà squisito". Coraggio Altea...non essere sempre scettica e lo bevvi lentamente.
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“Forse vi ha solo salvata...” disse il padrone a Gwen “... venite...”
Ed il portone del castello si aprì lentamente. Uscì un servo e fu sorpreso di trovare lì la ragazza. “Cosa ci fate qui fuori?” Stupito il servo. “Come siete uscita dal castello?” |
Eravamo nudi l'uno avvinghiato all'altra. Baci e carezze audaci che portavano al limite dell'esasperazione dei sensi, in un'atmosfera ebbra di passione e sensualità. Le sue mani sui miei seni a stringerli quasi con brutalità, facendomi sussultare per il piacere e il dolore insieme. Ma lui voleva di più, voleva sentirmi in totale abbandono, e così fece scorrere la sua mano fra le mie gambe, fino a raggiungere il centro della mia femminilità. Il suo tocco era deciso e forte, in quel momento non c'era spazio per la tenerezza, ma soltanto per la brutale passione che aveva ormai infiammato i nostri corpi. Anch'io mi lasciai andare senza remore, completamente in balìa dell'eccitazione, e presi nella mia morbida e piccola mano la sua turgida virilità, assaporando i gemiti che accompagnavano il mio tocco.
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"Cosa intendete?" chiesi perplessa.
Poi il portone del castello si aprì e apparì un servo. "È una lunga storia..." dissi semplicemente, entrandl contro voglia. Ed ecco che mi trovavo di nuovo in catene. |
Didas sorrise nel vedere Altea bere il vino liquoroso.
E ne sorseggiò un po' anche lei, quasi per tranquillizzarla. “Non ditemi” disse “che anche voi credete alle superstizioni? Come coloro che ignorano come una giovane donna possa vivere da sola in un bosco. Libera ed indipendente. Vedete, sono costretta a starmene qui... non che ci stia male... ma molti affermano che io porti sfortuna... si, sfortuna nera a sentire loro... mi incolpano dei loro incidenti e delle loro miserie... ed è tutta gente che va in chiesa e prega... che ipocriti... o forse anche voi temete che io vi porti negatività?” Era spuntato il Sole e con la luce del nuovo giorno ora Altea notò qualcosa. I capelli di Dadas non erano più castani, ma neri. O forse non lo erano mai stati, ma solo resi diversi dalla debole luce delle candele. https://jmount43.files.wordpress.com...cula.jpg?w=676 |
Gaynor e Adespos continuarono quel gioco.
Fatto di sguardi che si sostenevano a vicenda, quasi a voler rompere ogni tabù, ogni pudore e freno. Ma anche di carezze molto più che audaci. E quel gioco durò, mentre erano l'uno di fronte all'altra. Durò a lungo, fino a quando la dama Flegeese non riuscì più a stare in piedi, vinta dall'appassionato ed instancabile tocco delle mani del brigante su di lei. E così si abbandonò quasi a piegarsi sulle ginocchia. Adespos allora la sostenne, per poi prenderla in braccio. La baciò con trasporto e desiderio, mentre si avvicinava ad un rudimentale giaciglio fatto di paglia, foglie e teli. La posò su quel primitivo letto e poi si stese su di lei. |
Rimasi immobile a sentirla..."Pure io vivo sola...ma nessuno mi ha mai accusata..si capisco...di stregoneria...e io stessa sono amica della anziana Odina che si sa pratica arti magiche....perchè mai dovreste portare male..e a chi...agli uomini del Maresciallo o alla gente del bosco?".
Poi vidi i suoi capelli...da castani diventare corvini..ma forse li vedevo meglio sotto il Sole nascente. Guardai il bicchiere...."Usate la magia? Non ho timori...io devo lottare ogni giorno...e voi..si voi Didas, sembra quasi potete leggermi dentro...pure nei sentimenti e oltre...se voi siete una donna con doti magiche ma benevole, io non ho rancore per voi..diverso se fate dei Sabba ovvio...ora ditemi voi perchè mi avete ospitata qui...se davvero dite vi vedono in malo modo non mi avreste fatta entrare". |
Gwen entrò nel castello e sentì il portone chiudersi pesantemente dietro di lei.
Era di nuovo in quella prigione. Il servo allora la condusse nella corte, dove la giovane trovò Josephine. “Ma...” disse la nana incredula “... ma cosa ci fate qui?” Ad un tratto arrivò un altro servitore. “Il padrone chiede la presenza della ragazza nella sua stanza.” Mormorò. |
“Si, assolutamente.” Disse Estea a Clio.
“Ormai albeggia...” fece Pisone “... vi accompagno io... ditemi dove alloggiate e sarà un piacere. Dopotutto una di voi sarà la mia madrina al torneo.” Facendo loro l'occhiolino. |
Il portone si chiuse pesantemente dietro di me.
Appena arrivata nella corte, vidi Josephine. "Ho camminato nel bosco per tutta la notte, seguendo un sentiero e all'alba mi sono ritrovata nuovamente qui, come se non mi fossi mai mossa..." rispondendole incredula. Poi un servo mi disse che il padrone mi aspettava nella sua stanza. Non mi sembrava alterato, quindi avevo buone probabilità di sopravvivere. E mi aveva anche dato del voi, cosa che mi aveva sorpresa non poco... |
Didas sorrise.
“Non lasciatevi suggestionare dall'ignoranza della gente...” disse ad Altea “... io leggervi dentro? Forse... ma non più di quanto possiate fare voi con me... e ciò ci rende streghe? No...” scuotendo il capo “... la verità è che siamo simili io e voi... siamo entrambe donne sole... che gli altri non comprendono... scrigni che nessuno è capace di aprire...” |
Furono quelle parole a sorprendermi...guardavo lei...e sembrava quasi guardare me stessa...ma con alcune diversità.."Si" risposi "Hanno voluto chiudermi in uno scrigno...chiudere i miei sentimenti in uno scrigno dicendomi..di allontanarmi mentre volevo essere di aiuto...è inutile mentire ora".
Sospirai..."Io...si, ho salvato quel brigante e lui disse era in debito con me..li stavo cercando ma era troppo buio. Ero fuggita dalla Pieve...ero disperata, ben due uomini..il cavaliere e il chierico non credevano ai miei sentimenti...per lui..quasi li deridevano..e dissero dovevo stargli lontano, ma per la mia incolumità o perchè il mio fine era solo...trovarlo. E' un peccato cercare quel volto che mi da la felicità, o stargli solo vicina o aiutarlo..perchè si salvi..senza nulla in cambio sapendo egli non potrà mai amarmi e non vorrà..ma quello era il mio modo di amarlo, silenziosamente" sembrava quell' elisir forse mi stesse facendo aprire...oppure era solo trovare una donna estranea con cui parlare "Ma non voglio colpevolizzare quelle persone..perchè sotto vi sta qualcosa troppo pericoloso e sono certa agivano per il mio bene...e voi perchè vi ritenete uguale a me?" |
Quelle carezze erano una tortura per i miei sensi. Ci eravamo toccati e baciati ovunque, la sua bocca aveva conosciuto il mio sapore e le mie labbra si erano scontrate con il suo turgore. Il desiderio carnale di averlo dentro di me alla fine mi portò alla debolezza fisica. Le gambe non mi sorressero più, così Adespos mi prese in braccio e mi portò su un giaciglio fatto di paglia, morbido e accogliente, dove finalmente mi fece di nuovo sua.
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