Sia Gwen dalla sua camera d'albego, che Destresya e l'agente dalla loro auto videro passare i camion e le macchine della troupe televisiva.
Prima di arrivare al castello, dove avrebbero anche alloggiato, i membri della troupe fecero sosta ad un ristorante del posto per cenare.

Dopo che tutti i mezzi della troupe andarono via, scesi giù al piano di sotto per cenare.
Non avevo intenzione di fare troppo tardi stasera, poiché mi sarei alzata molto presto e volevo cenare presto.

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Quando Gwen scese al pianterreno, con sua sorpresa, si accorse che l'albergo non forniva alcuna cena.
Era un posto alla buona ed oltre ad una camera per la notte ed una striminzita colazione al mattino altro non offriva ai clienti.
Dopotutto era a pochi passi da un piccolo paesino di campagna.

Seguii con gli occhi la troupe che arrivava al castello, con vivo interesse.
Mi accorsi però che fecero una sosta al ristorante lì vicino, probabilmente per cenare, vista l'ora.
"Su, raggiungiamoli al ristorante!" dissi al mio agente "Dopotutto sono i miei nuovi colleghi!" ridacchiai, facendogli l'occhiolino.
Non vedevo l'ora di cominciare quella nuova avventura.

Con mia sorpresa, scoprii che non era possibile cenare in albergo.
Così, gambe in spalla, decisi di tornare al pub, dopotutto si mangiava benissimo e, beh, oltre gli scontri fra i gemelli, era un posto niente male.
Quindi uscii, diretta verso la periferia di Passarol, per raggiungere il locale e mangiare qualcosa.

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La macchina con Destresya ed il suo agente raggiunse il ristorante, nel cui parcheggio si erano fermati i camion e le auto della troupe.
Parcheggiò allora anche l'agente e scesero.
I membri della troupe erano già dentro, seduti ad un lungo tavolo, pronti ad ordinare da mangiare.
L'agente indicò a Destresya un uomo grosso, dal viso tondo e barbuto, i capelli arriffati e gli occhialini stretti.
"E' Gozz, il regista..." disse sottovoce l'agente all'attrice.

Nel frattempo Gwen aveva lasciato l'alberghetto e raggiunto a piedi il pub.
Il cielo del tardo pomeriggio era grigio ed inquieto, come se si riflettesse sulla campagna rendendola malinconica.
Nel locale c'erano diverse persone, ma un tavolo libero la ragazza riuscì a trovarlo.

Il cielo forniva al paese un'aria quasi malinconica, ma tuttavia non opprimente.
Quando arrivai al pub questo era più pieno rispetto ad alcune ore prima durante il pranzo, ma riuscii comunque a trovare un tavolo libero così mi sedetti ed aspettai di poter ordinare.

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A raccogliere le ordinazioni arrivò la donna già incontrata da Gwen, che la riconobbe e alutò, per poi chiederle della sua ordinazione.
L'aria era gaia nel locale e tra cibo, birra, carte da gioco e freccette la clientela sembrava divertirsi non poco.

Il locale era decisamente più vivo ed era piacevole immergersi in quel vociare goliardico e rilassato.
Quando arrivò la donna che già conoscevo e che salutai, le ordinai lo stesso panino che avevo ordinato a pranzo, insieme ad una birra e le chiesi di mandare i miei saluti anche ad Elv.
Avevo già intenzione di tornare, ma era stato gentile ad invitarmi di sua iniziativa e mi sembrava giusto.

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La donna annuì a Gwen, riferendole che Elv era in cucina alle prese con delle costolette che zampillavano sulla brace e che le avrebe portato i suoi saluti.
Poco dopo tornò col panino, la birra e degli stuzzichini fritti.
"Questi te li offre Elv." Disse sorridendo la donna.

Annuii comprensiva alla donna, poiché ero certa che Elv fosse impegnato in cucina.
Dopo un po', lei tornò con birra e panino ed un piatto di fritti, offerti da Elv stesso.
"Lo ringrazi da parte mia, è stato gentilissimo" commentai, con un sorriso sorpreso.
Iniziai allora a mangiare, constatando la bontà di quegli stuzzichini e mi godetti la serata in totale tranquillità.

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Rientra nel castello con Swan e Doig "Niente ci preoccupera', anzi ci daranno dei soldi e magari possiamo restaurare e mantenere in perfetto stato il castello. Dite all'avvocato di dare loro la parte meno usata e più lontana da qui. Questa è casa mia e non voglio contatti col cast.. Lo faccio per volere di mia zia che deve essere diventata pazza".

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Poco dopo al castello arrivò l'avvocato, che per ordine di Altea regolò gli spazi che sarebbe stati a disposizione della troupe televisiva.
L'uomo avvertì allora Bafon e Doig che la zona concessa dalla duchessa sarebbe stata la Torre delle Vrenze, ossia quella distaccata dal corpo centrale del maniero, eretta sull'antico fossato e con ingresso indipendente.
Lì la troupe avrebbe potuto avere i propri spazi, senza interferenze esterne e senza recare disturbo al soggiorno di lady Altea.
Fatto ciò l'avvocato salutò la duchessa e fu accompagnato all'uscita da Bafon.
Ma mentre lasciava il castello per raggiungere la sua auto, l'uomo fu colto da uno strano senso di calore, poi un capogiro ed infine una fitta ardente in gola.
i contorse davanti ad uno sbigottito Bafon, per poi spirare ai suoi piedi, mentre uno strano ed inquietante alito verdognolo fuoriusciva dalla sua bocca, quasi fosse l'anima che andava via.
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I patti erano stati fatti, l'atto di successione era stato firmato e io mi voltai a guardare il maniero sapendolo mio.
Da lontano vidi l'avvocato, si contorceva e lo vidi a terra e corsi verso Bafon "Cosa è successo?" Vedendo un fumo verdognolo e provando una strana fitta al petto.

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L'atmosfera nel locale era spensierata e gaia, fra chi era impegnato a giocare a carte, chi con le freccette e chi a raccontare storielle esilaranti.
Gwen mangiava in mezzo a questa allegra confusione.
"Ehi, Pit..." disse un alzandosi al suo amico che tirava le freccette contro il bersaglio sul muro "... la sai quella dell'ateo e del Credente che vanno insieme a caccia?"
"Ne hai sempre una nuova tu!" Rise un altro dei clienti.
"Ascoltate!" Ridendo il tipo della storiella. "Un giorno un ateo ed un Credente vanno insieme a caccia. Arrivano nel bel mezzo della brughiera e cercano di avvistare un uccello... ad un tratto una quaglia schizza fuori da un albero e prende il volo. Lesti i due cacciatori puntano e sparano, simultaneamente. La quaglia picchia al suolo stecchita. Io l'ho uccisa! Dice l'ateo. No, sono stato io a freddarla! Replica il Credente. I due cominciano così a litigare. Ad un tratto, non trovando un punto di incontro, il Credente fissa ll'altro, proponendogli un modo per risolvere la questione senza litigare..."
Ma prima che l'uomo concludesse la sua storiella, dall'esterno si sentirono delle grida.

Altea si accorse che qualcosa non andava.
Bafon incredulo la chiamò.
Doig era già giunto, avendo visto tutto dal cortile.
Constatò che l'avvocato era morto e corse a chiamare un medico.
Era arrivato davanti al pub dell'insegna che raffigurava la Dama Bianca e la Dama Rossa.

Mangiavo tranquillamente, perché davvero l'atmosfera riservata e confidenziale del paese iniziava a piacermi.
Stavo ascoltando la barzelletta di un tizio, quando da fuori si sentirono delle grida.
Aggrottando la fronte preoccupata, mi affacciai dalla porta del pub per vedere cosa fosse successo.

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"Bafon.. Cosa è accaduto.. Andiamo a vedere.. Un malore forse?" osservando il pub e chiamai pure Swan per andare a controllare.

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Gwen e gli altri nel pub si diressero di corsa verso le finestre e la porta, con la donna ed Elv che li raggiunsero dalla cucina.
Arrivò Doig, il custode del castello che tutti lì conoscevano gridando forte.
L'uomo, dopo aver bevuto del liquore per riprendersi, raccontò che l'avvocato della duchessa era morto in modo improvviso ed in circostanze misteriose.
"Misteriose..." disse Elv "... che significa?"
"L'anima..." agitato Doig "... l'anima gli è fuoriuscita dala bocca!"
Nello stesso istante, al castello, Swan ed Altea raggiunsero Baffon che era chinato sul cadavere dell'avvocato.
"Gli ho visto uscire qualcosa dalla bocca..." farfugliò il maggiordomo "... del fumo verde... come se fosse il suo spirito..."
"Assurdo..." fece Swan.
"E' la verità!" Impressionato Bafon.

Tutti accorsero, anche Elv e la sua dipendente.
Era il custode che mi aveva accolta al castello, che sembrava veramente stravolto.
Gli fecero bere un po' di liquore per farlo riprendere e poi lui finalmente raccontò tutto.
Disse che l'avvocato della duchessa era morto in circostanze misteriose.
Disse che l'anima gli era uscita dalla bocca.
Al chè io rimasi un po' perplessa.
"Sì spieghi meglio" lo esortai, cercando di capisci qualcosa.

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Aprii gli occhi sbalordita e osservai l'avvocato e il viso deforme dall'angoscia.
Ascoltai Bafon sbalordita.. "Swan, Bafon non dice cose a caso, è un uomo pacato.. Ma è stato improvviso.. Non è che ci sia qualche pianta velenosa in giro? Dovremo prendere un valido giardiniere" molto turbata.

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"Ha cominciato a contercersi... sembrava posseduto..." disse agitato Doig a Gwen ed agli altri "... poi... poi prima di spirare quel fumo verde... come fosse l'anima..."
Tutti restarono ammutoliti.
Intanto, al castello, Swan, Altea e Bafon erano davanti al cadavere dell'avvocato.
"Non ci sono piabte particolari qui..." Swan alla duchessa "... io passo molto tempo fra il cortile ed il giardino e se ci fossero piante nocive avrei di certo avvertito qualcosa..." perplesso.

Rimasi senza alcunché da dire.
Perché cosa c'era da dire?
"Non so, magari soffriva di una strana forma di epilessia, o magari avvelenamento... Potrebbe essere?" commentai.

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"E nemmeno funghi, magari prima di venire qui aveva mangiato qualcosa di velenoso. Comunque Swan chiama la polizia, povero avvocato." Mi chinai vicino lui osservando se a terra ci fosse qualcosa.

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"Sapremo tutto quando il medico potrà fare l'autopsia..." disse Elv a Gwen, fissando Doig.
Intanto al castello Bafon, seguendo l'ordine di Altea, aveva già avvertito la polizia.
Poco dopo giunse un'auto della polizia ed un'ambulanza.
Il corpo del povero avvocato fu così portato via.

"Immagino di sì... Anche se è una situazione ben strana..." in un sospiro.
In effetti, non avevo mai sentito una cosa simile.
Non ne sapevo molto di medicina, ma non mi risultava che morti di questo genere si vedessero tutti i giorni.

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Arrivarono due agenti di polizia che portarono Doig al castello per interrogarlo, insieme a tuttigli altri che erano stati presenti durante la misteriosa morta dell'avvocato.
Naturalmente nel pub l'atmosfera era surreale, tra sgomento e paura.
Piano tutti andarono via e Gwen si ritrovò da sola nel locale, mentre Elv e la donna che lo aiutava in cucina cominciarono a mettere a posto.

L'uomo fu portato via per essere interrogato, mentre insieme a lui molto erano sgomenti e preoccupati.
Ma non stentavo a crederlo.
Dopotutto, era un evento assolutamente surreale.
A quel punto, rimasi solo io, mentre Elv e la donna sistemavano.
Allora mi avvicinai a lui.
"Va bene che l'antipasto lo hai offerto tu, e ti ringrazio" divertita, pensando al piatto di stuzzichini "Ma dovrei pagare la cena..." ridacchiando.

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"Già, serata particolare stasera..." disse Elv visibilmente preso dalla faccenda di quella sera "...comunque, tranquilla... pagherai la prossima volta." Annuendo a Gwen.
In quel momento si udì il motore di una moto.
Un attimo dopo nelpub entrò Velv col suo giubbotto di pelle borchiato.
"Ehi, stasera si chiude presto vedo." Ridendo e fissando suo fratello Elv.

"Sì, lo è stata decisamente..." annuii.
Poi, battei più volte le palpebre alla sua risposta.
"No, ti prego, mi sentirei in debito con te..." con un vago risolino nervoso.
Mi spiazzava, davvero, anche perché ci conoscevamo solo da alcune ore e nulla poteva giustificare un comportamento così inaspettato, se non che fosse infinitamente gentile.
Poi, arrivò Velv ed evitai di rispondere per non mettere benzina sul fuoco.

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Elv con l'aria strafottente entrò e si sedette ad uno dei tavoli, prendendo delle noccioline.
"Si batte la fiacca stasera..." disse mangiando.
Elv guardò Gwen.
"Immagino tu non sappia nulla..." rivolgendosi allora a suo fratello.
"Riguardo a cosa?"
"E' morto un uomo..."
Velv lo fissò.
"L'avvocato della duchessa..." aggiunse Elv "... al castello..."
"Sono secoli che quel castello porta sfiga..." facendo spallucce Velv "... dovrebbero buttar giù le mura..."

Ricambiai in silenzio lo sguardo di Elv, vedendo adesso distintamente la differenza fra i due.
Il loro volti erano uguali, il colore dei loro occhi, ma non loro.
Loro erano decisamente diversi ed era un bene.
Elv gli spiegò la situazione e beh, non era del tutto sbagliato, sebbene la mia mentalità da critico d'arte e fotografa mi impedisse di pensarlo, ma forse non era un pensiero proprio sconveniente.
"Beh, io vado, domattina si lavora e non posso fare tardi..." sorridendo "Buonanotte" a entrambi "E grazie per la cena..." sorrisi ad Elv.
Poi uscii e mi incamminai verso l'albergo.

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Gwen lasciò il pub e si avviò verso l'alberghetto dove alloggiava.
Un pioggia leggera aveva preso a scendere sulla campagna.
La stradina era silenziosa, deserta ed un che di sinistro pareva aleggiare nell'aria umida della sera.
La ragazza giunse all'alberghetto e qui sentì delle voci provenienti dalla portineria.

Alzai il cappuccio della giacca per proteggere la testa e affrettai il passo quasi in una corsa contenuta.
Arrivai in albergo togliendo subito gli abiti bagnati e andando a dormire poco dopo.
Sul paesino, quella soffusa malinconia era accentuata ora che la pioggia leggera e costante rendeva tutto ovattato, forse anche a causa della morte dell'avvocato.
Poi, però, sentii delle voci provenire dalla portineria, allora mi rivestii e scesi giù.

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In portineria Gwen trovò il proprietario ed una donna, alta e magra, dai lunghi capelli scuri, di mezz'età e vestita di nera.
"E questo è quanto, signora." Disse il proprietario.
"Sicuramente questa è la maledizione del castello." Fece la donna.
http://davenaves.com/blog/wp-content...au-chloris.jpg

Sentii che il proprietario parlava con una donna di mezza età circa l'accaduto al castello.
La donna la pensava come Velv e non potevo dar loro torto.
Giravano delle voci strane su quel posto, da sempre e non c'era molto altro da fare.
Ad ogni modo, restai ad ascoltare.

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"Sono solo superstizioni, signora..." disse il proprietario.
"Invece no." La donna. "In quelle mura c'è il genio di un grande uomo. Ci sono i suoi demoni."
"Di chi parla?"
"Dell'alchimista Minsked." Rispose la donna. "Io lo so per certo. Avverto il suo spirito."
Gwen ascoltava tutto.

Okay, adesso si passava pure al fantasma dell'alchimista.
Era chiaro che fosse il passo successivo all'inquietudine fosse la superstizione.
E dubitavo seriamente che la signora facesse ciò che diceva, ma hey, in questi posti spesso la mentalità era chiusa e chi ero io per dissuaderla?

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"Il suo spirito mi parla spesso..." disse la donna "... lo avverto... mi aveva messo all'erta... ed io non ho saputo leggere i segni..."
"Di che parla, signora?" Chiese il proprietario.
"Lo spirito del dottore Minsked mi aveva avvertita..." la donna "... ma non ho compreso... ora so che la maledizione colpirà ancora..."
Gwen ascoltava tutto.