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"Ma non dovete vergognavi ad essere nobile, lo sono pure io, ma mi sembra voi siate un ragazzo sempre. Anzi tu sei.. Ardeas.. Vi è stato un Ardea de Taddei nella tradizione appunto.. Ne discendete forse?" mentre notai i suoi occhi indugiare nei miei nel finestrino. Ebbi una strana sensazione, non avevo permesso a nessuno di guardarmi negli occhi.. Entrare nel mio animo.. Ma erano così sinceri che mi soffermai un attimo a guardarlo.
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Una voce mi distolse dalla contemplazione di quella gemma.
Mi voltai verso quella voce, notando un uomo decisamente fuori dal comune, che mi fissava con occhi enigmatici. "Oh, avete ragione.." annuendo con aria assorta "Sarei felice di ascoltare quella di questa meravigliosa gemma... immagino che voi la conosciate..." fissandolo negli occhi, con un leggero sorriso. |
Stavo per rispondere, quando qualcuno irruppe nella sala.
Mi voltai. Oh, esisteva ancora, dunque... Pensai sarcasticamente. "Oh, è lei" mormorai "Signori, questo è il signor Phoemnisk, il padrone di casa" ai quattro. "Capo, questi sono gli artisti. Madame Destresya e i suoi assistenti" presentando tutti. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Ero diventata Margherita, avevo compreso finalmente le parole di Phoemnisk e le avevo fatte mie.
Non c’era più Dacey, interprete, artista, cantante ma c’era il personaggio, in carne ed ossa, che prendeva vita, si muoveva, usandomi come una marionetta. Ero la marionetta di me stessa, immersa nel mio ruolo, incurante del mondo circostante tranne che di Faust, lui che cercavo di sedurre, ammaliare. Ai miei occhi questo era Set, e grazie alle sue occhiate sapevo di essere perfettamente nella parte. |
Ardeas restò spiazzato nel vedere che Altea ora lo fissava dal finestrino.
"Si..." disse lui imbarazzato "... la mia famiglia è nobile... ma io vorrei farcela con le mie forze nella vita... non voglio aiuti o facilitazioni..." "Sei in gamba, non ne hai bisogno." Iasefol. Phoeminsk si avvicinò a Gwen e le sfiorò la mano con un bacio, guardandola negli occhi. "Grazie, mia cara..." disse. Allora si voltò verso Destresya ed anche a lei baciò la mano con delicatezza. "Benvenuta all'Elyseum, Destresya..." fissandola "... è un onore averla qui. Sono certo che la mia bellissima assistente vi avrà fatto da sublime Cicerone." |
Dacey danzò come fosse Margherita, cantando al punto da oscurare la coscienza di Faust, di annullare le sue inibizioni, i suoi tabù, andare oltre i limiti di una società fatta di morale ed etica.
Lei vedeva Set che la seguiva con uno sguardo carico di desiderio, schiavo dei sensi, ammaliato, affascinato, dannato dalla sua bellezza. Ballò così, fino a quando la musicò cessò e le luci illuminarono ancora la sala. “Stop.” Disse il regista. “Perfetto!” |
Phoemnisk mi si avvicinò, ringraziandomi con un bacio accennato sulla mano.
Ed io risposi con un sorriso ed un cenno cortese del capo. Poi fece lo stesso con Destresya. "Troppo gentile, capo" mormorai, con un sorriso. Non mi stupivo che esercitasse un certo magnetismo sulle persone, anzi, sul mondo intero. Ogni sua parola, o gesto, era pieno della sua arte, del suo modo di essere e non si poteva ignorarli. "Sono certa che ai nostri ospiti piacerebbe molto ascoltare la storia della Piaga di Santa Rita." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Eccolo dunque, il misterioso padrone di casa, così sfuggevole eppure così presente.
Lo scrutai attentamente, da capo a piedi, quello sguardo così enigmatico, il portamento elegante, la voce suadente. "Signor Phoeminsk è un onore incontrarla finalmente!" con un leggero cenno del capo in segno di saluto. "Oh, la signorina è stata davvero preziosa per noi, guidandoci nei meandri di questo immenso scrigno ripieno di tesori.." sorridendogli e lasciando che lo sguardo percorresse tutto ciò che ci circondava. "Devo farle i miei complimenti, è tutto veramente incantevole, non ho mai visto nulla di simile in nessun'altra parte del mondo.." sorridendo, sincera. Quella collezione era unica, unica per ciò che conteneva, per come era stata messa insieme, per quello che celava, per quello che custodiva. "Oh sì!" sorrisi, senza nascondere l'entusiasmo "Mi piacerebbe molto ascoltarla! Sono sicura che è una storia appassionante!". |
La musica finì come d’incanto, riportandomi brutalmente alla realtà ma ancora sentivo dentro di me pulsare una forza diversa, sentivo ancora Margherita scorrermi nelle vene.
Perfetto. Quelle furono le parole del regista e sperai vivamente che andasse bene anche a Phoemnisk. Scesi dal palco, volendo sapere il parere di chi avevo intenzionalmente stregato. “ Che ne dice? “ Avvicinandomi a Set, con un sopracciglio sollevato e un sorrisetto malizioso. |
Phoemnisk sorrise.
“Il diamante” disse a Destresya “ornava la statua di Santa Rita in una chiesa appena fuori Uaarania City... nel corso dei secoli i monaci aveano messo insieme un grosso bottino grazie alle offerte dei fedeli. Si narra che un nobile cavaliere, rimasto vedovo, prendendo i voti donò tutte le sue ricchezze alla chiesa, lasciando però a Santa Rita un diamante portato direttamente da Malta. Secondo la leggenda si formò dal sangue che la statua perdeva durante la Settimana Santa che precedeva la Santa Pasqua. Questo liquido, questa misteriosa secrezione lasciata dalla fronte della statua col tempo si è solidificata, formando appunto il diamante che veniva usato durante gli esorcismi.” Rise appena. “Folclore. Io ho portato il diamante qui mesi fa, sperando che respingesse i demoni che mi affliggono, quali il fumo, l'alcool, il gioco e la bellezza di voi donne...” fissando lei e Gwen “... ma, ahimè, i vizi mi sono rimasti tutti, nonostante il diamante.” Sarcastico. |
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