"Si, ho la fortuna di aver incontrato diverse volte il signor barone." Disse Don Domenico ad Altea, restando sul vago e continuando a guidare.
La notte era calata sulla campagna e con essa le ombre tenebrose che avvolgevano quei ruoli.
Gwen intanto era nel suo letto e ad un tratto sentì la voce di sia zia.
Parlava nel sonno, agitata e spaventata come se stesse facendo un incubo.

"Nessuno sa nulla di lui, è un uomo anziano immagino, e forse predilige la città" sospirando.

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Mi rigiravo nel letto, incapace di prendere sonno, un po' per l'inquietudine un po' per la felicità, sentimenti contrastanti che impedivano il mio riposo.
Poi, sentii che la zia parlava nel sonno, sembrava parecchio agitata.
Allora, pian piano mi alzai e a dai in camera sua.

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"Affatto." Disse Don Domenico guidando. "E' alquanto giovane. Però ha ragione quando dice che lo si vede poco in giro. Ci verrà massimo due volte l'hanno a Casarignone, perlopiù per curare le sue proprietà." Ad Altea.
Nello stesso istante, a casa sua, Gwen si era alzata dal letto per andare nella camera di sua zia.
La donna dormiva, ma in modo agitato.
Parlava confusamente e sembrava in preda ad un incubo.

Risi a quelle parole di Aegos.
"Oh tesoro mio, ci vuole ben altro per turbarmi..." con voce sensuale e calda, chinandomi sul tavolino a prendere un altro drink.
"Piuttosto mi inquietava il fatto che lui potesse averci spiati... vabbè che sarebbe stata solo roba buona!" con un sorrisetto malizioso e facendogli l'occhiolino.
Poi sospirai.
"Che rottura dovermi occupare di quel bambino!" scossi la testa, prendendo il mio drink.

Sembrava stesse avendo un incubo.
Allora mi sedetti sul letto e cercai di svegliarla per farla calmare.
"Zia... Zia, svegliati..."

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Aegos rise.
"Beh, non ci vedo nulla di strano..." disse fissando Destresya "... se io avessi una zia così la spierei ogni istante... soprattutto quando qualcuno la porterebbe a cavalcare...i ragazzi si sa... amano gi animali..." con tono malizioso e provocante, per poi farsi un altro drink.

"Ho capito, certo sarà un ragazzo mondano quindi la vita qui può sembrargli una noia, ma come mai solo voi sapete di lui, nessuno proprio sa nulla...siete il suo confessore?" incuriosita da quel fatto "De Tardis..e il nome?" sorridendo ingenuamente.

A fatica Gwen riuscì a svegliare sua zia.
La donna dopo essersi calmata con un bicchiere d'acqua, raccontò il suo incubo alla nipote.
Aveva sognato una specie di mostro che la inseguiva, per poi raggiungerla e sgozzarla in un lago di sangue.

"Non è affatto mondano, benchè sappia stare in compagnia come il suo rango richiede." Disse Don Domenico ad Altea. "E' un uomo sobrio, attento, colto ed intelligente. De Tardis è il nome del suo casato." Arrivando davanti alla magione. "Eccoci arrivati." Fermando l'auto ed augurandole una buonanotte.