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“Allora” disse Mime ad Altea “è quella strega che governa quell'animale!”
“Ah, tu sei tutto suonato!” Esclamò Astus. “Si, lei avrà avuto in dono dal demonio il flauto magico” fece il rigattiere “per farsi obbedire da quell'animale! Chissà, magari non è un cinghiale come si pensa, ma forse addirittura Cerbero, il cane custode degli Inferi!” “Ma sta zitto!” Seccato Astus. “Magari assale donne e bambini perchè sono più deboli e rappresentano dunque prede più appetibili. Se invece fosse davvero il demonio o una strega non avrebbero certo remore ad assalire chiunque altro. Dico bene?” Fissando Guisgard. Ma il cavaliere sembrava colpito da quel funerale e si limitò a lanciare uno sguardo inquieto al suo compagno. I tre poi salutarono Altea che si recò in chiesa dal vescovo. La dama fu ricevuta dopo un pò, quando il funerale fu terminato. “Salute a voi, milady.” Salutandola il vescovo. “Ho piacere della vostra presenza qui. Spero presto di poter far visita a lady Gertrude.” Sorrise. “Dunque, ditemi in cosa posso aiutarvi.” |
Stavo per dare l'ordine di tornare alla città, quando ci imbattemmo in Roxanne.
"Tutt'altro che gente pacifica..." Mormorai, in risposta. Ma poi alzai lo sguardo sulla ragazza "C'è una bestia in giro, eppure non sembri spaventata..." Sorrisi, restando seria. Non mi fidavo delle apparenze, i ribelli avevano usato i bambini per l'attentato al mercato, una ragazza all'ippodromo. "Dev'essere dura per voi, abitare nella foresta di questi tempi.." Lanciai un'occhiata alla casetta "Credete che vostro zio potrebbe offrirci un buon bicchiere di vino? Dietro pagamento, s'intende.. Non tocchiamo cibo da questa mattina all'alba.." Feci cenno ai miei di seguirmi verso la casetta, senza aspettare la risposta della ragazza. "E ditemi.." Camminando "Siete pastori, è mai capitato che la bestia attaccasse il vostro bestiame? Insomma, non mangia le sue vittime umane, qualcosa dovrà pur mangiare... Io l'ho vista cibarsi di selvaggina, ma il bestiame d'allenamento di solito attira predatori.. Sbaglio?". Forse era solo un presentimento, infondo lo zio di Roxanne era l'unico ad aver visto la bestia anche se era magicamente sopravvissuto. Nel migliore dei casi, magari anche lui aveva sentito il fischio che mi perseguitava. E comunque, valeva la pena controllare. Anche solo per mangiare qualcosa prima di tornare alla locanda. Servivano nuove informazioni per il nuovo piano. |
L'attesa non fu troppo lunga e finalmente potevo parlare tranquillamente col vescovo.."Grazie per avermi dato udienza, infatti parlavo proprio con lady Gertrude sarebbe un piacere per noi avervi ospite come commensale."
Il vescovo era per me una persona rassicurante, a differenza di altri era sempre pronto al dialogo e persona semplice..."Forse pensate sono qui per la belva e l'arma...ma ne abbiamo parlato molto..e ho notato pure vi è stata una altra vittima..piuttosto ho trovato, per caso, in una stanza del Palazzo questa missiva". Porsi al vescovo la missiva di lady Consell.."So benissimo non si dovrebbe prendere ciò che non ci appartiene, eminenza, e chieso perdono ma..potete spiegarmi cosa significa questo? E chi sarebbe Lord Corcionne? Io ricordo questo nome...forse un amico di mio padre, ciò che mi turba è il contenuto poichè mesi fa aiutai un messo di lady Consell a portare simile missiva ad un Abate..l'Abate Nicola..il quale non volle dare importanza alla richiesta di aiuto della Granduchessa." Osservai il vescovo, mi scrutava e si faceva serio..speravo non ritenesse non fossero affari per noi donne. |
Clio ed i suoi, insieme a Roxanne, si avviarono verso la casa dei pastori.
“Ho paura anche io della bestia” disse la ragazza a Clio “come tutti. Ma so che essa attacca solo di notte, dunque fino a quando c'è la luce del Sole per noi non vi è pericolo alcuno. E sono certa che mio zio sarà lieto di offrirvi da bere e da mangiare.” Raggiunsero la casa e Roxanne li fece entrare. “Zio...” chiamò una volta dentro “... zio, dove sei? Mah, non è ancora rientrato credo...” rivolgendosi ai falsi soldati di ventura “... ma a momenti sarà di ritorno... ma vi prego sedetevi pure... vi porterò subito del buon vino...” tornò dopo qualche istante “... si, mio zio è stato attaccato tempo fa da quell'animale... lui è stato il solo a vederlo bene... in principio trovammo alcune pecore sgozzate, ma poi mio zio prese l'abitudine di rinchiuderle prima verso sera e di munirsi di altri cani da guardia... per questo di notte non usciamo mai.” In quel momento si udirono dei rumori. Un attimo dopo un uomo entrò in casa. “Ecco mio zio!” Esclamò Roxanne indicando l'uomo. |
Il vescovo lesse la lettera e poi la richiuse scuotendo il capo.
“Voi siete giovane e bella” disse “e queste cose sono solo superstizioni. Antiche leggende che aiutano gli uomini a spigare cose altrimenti inaccettabili, aliene alla nostra comprensione. Ora dimenticate questa lettera ed il suo contenuto. Quando a lord Corcionne, egli è un nobile Afravalonese imparentato con i Taddei e nominato più volte persone di fiducia dell'Arciduca.” Sorrise. “Su, ora dimentichiamo tutto ciò. Immagino siate qui anche per confessarvi, giusto?” |
Un leggero sorriso..le solite risposte che dava mia madre o forse voleva solo preservarmi da qualcosa che era meglio non sapessi..egli agiva a fin di bene.
"Si, eminenza, sono qui per confessarmi..." mi avvicinai a lui baciandogli l'anello quando alzai il capo e chiesi a bruciapelo, togliendomi l'anello.."Una ultima cosa..questo è il mio anello di fidanzamento..conoscete il simbolo del Casato stampato all'interno..a chi appartiene?". |
Mi sedetti al tavolo, ma mi alzai quando entrò il padrone di casa.
"Perdonate l'intrusione, messere..." Dissi con un cenno di saluto "abbiamo incontrato vostra nipote nel bosco, e le abbaiamo chiesto ospitalità, siamo stati tutto il giorno a cercare orme della bestia, e la vostra casa e molto più vicina della città.. Ma non ci tratteremo a lungo.. Dobbiamo essere a Solpacus prima che faccia buio..." Sorrisi "So che in molti vi varranno fatto rivivere l'incontro con quella bestia cento e cento volte ma... Vorrei chiedevi soltanto una cosa, per caso, avete notato un rumore strano, come un fischio sommesso? Mi fido abbastanza del mio udito da non credere di avere le allucinazioni, l'ho udito due volte, sempre dopo l'attacco della bestia..". |
“Forse è meglio che glielo riporti. Anche se lei e mia madre non andavano d’ accordo, non significa che io debba esserle nemica. E poi è come se fosse una zia!.....Quanto vengono lo specchio, una boccetta di estratto d’ aglio e gli anelli di Isolde?” chiesi al vecchietto.
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“Certo...” disse il vescovo ad Altea “... appartiene ad uno dei più nobili casati Afravalonesi, i Tussil... dunque presto ci sarà un bel matrimonio allora!” Rise. “Ottimo davvero! Sono certo che vi renderà molto felice, milady!”
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“Un prezzo” disse il vecchietto ad Eilonwy “che non è possibile colmare con del denaro, ragazza mia.”
“Come sarebbe?” Meravigliato Riccardo. “Non vendo mai la mia merce per denaro.” Spiegò il vecchio. “E cosa pretendete per vendercela?” “Qualcosa di inestimabile, che non perisca come il metallo.” Rispose il vecchio. “E cioè?” “Il Tempo ad esempio.” “Il tempo?” Ripetè Riccardo. “Si, il vostro Tempo.” Sentenziò il vecchio. |
“Un fischio...” disse Enar fissando Clio “... un fischio?” Ripetè ancora incuriosito.
“Naturalmente no. Non vi era nessun altro nei paraggi. Vedendomi attaccato da quel cinghiale ho urlato disperato e nessuno è giunto. Dunque posso dire che non vi era nessun altro in quella zona della foresta.” “Forse non avete ben compreso...” intervenne Dort “... il mio capitano intendeva un fischio volto a richiamare quell'animale.” “Credo che voi vi siate lasciati prendere dalle storie che si narrano in giro...” fece il pastore “... molti a Solpacus credono che sia un maleficio... io invece credo che quell'animale odi gli uomini e per questo li assale con tanta veemenza. Io stesso dico che è un diavolo, tanto è feroce. Ma naturalmente è solo un animale. Un dannato animale.” “Forse” fece Roxanne “anche questi cavalieri pensano alle parole che la zia...” “Roxanne!” La zittì Enar. “Ti ho detto mille volte di dimenticare quella storia!” Scosse il capo. “Perdonami, non volevo sgridarti. Ma sai che è una storia ormai vecchia e dolorosa.” |
Rimasi sorpresa.."I Tussil...un casato nobiliare afravalonese?" dissi perplessa.."Strano eminenza, la mia famiglia e i miei genitori, soprattutto, hanno sempre detto mi avevano dato in sposa a una nobile famiglia di Capomazda..ma ovviamente non voglio mettere in dubbio la vostra parola".
Rimisi l'anello al dito e mi confessai...il vescovo prima di andarmene mi diede la benedizione e con un leggero inchino mi congedai. http://i59.tinypic.com/2edv8sj.jpg Uscii dalla chiesa davvero turbata...chi aveva detto la verità..o aveva finto di non sapere..il vescovo per sviarmi? Non potevo credere i miei genitori mi avessero sempre mentito, e poi era risaputo a Capomazda, ma forse era originario di quelle parti..infatti il vescovo disse pure Lord Corcionne era di una nobile famiglia afravalonese ma era imparentato coi Taddei..avrei scrutato meglio quella stanza. Cercai di distogliere quei pensieri ed entrai nella locanda per vedere se i due cavalieri e Mime avevano trovato un alloggio, ma nella mia mente apparve lo sguardo malinconico di Guisgard nel vedere quel funerale. Mi venne incontro la figlia del locandiere "Mi sembra un secolo non vi vedo, damigella, siete sempre più bella, attenta a questi cavalieri che gironzolano" e le feci l'occhiolino "sono arrivati tre uomini per chiedere alloggio? Li aspetterò qui mentre mi servirete la vostra deliziosa bevanda alla cannella..e poi mi racconterete che si dice di nuovo a Solpacus". |
Quelle parole mi avevano spaventato.
“Ah ah….vedo che anche a voi piace scherzare!.....Su andiamo quanto volete?....Non direte sul serio. E poi che significa il nostro Tempo?....La nostra giovinezza forse?” dissi tutto questo cercando di nascondere il mio timore e il mia irrequietezza. Feci tre passi indietro e vidi il volto di Sir Riccardo diventare estremamente severo, fiero e cupo. Gli si corrugò la fronte. Sentì le sue forti braccia circondarmi e stringermi al suo possente petto. I suoi occhi azzurri divennero stretti e taglienti come lame diamantine ed accesi di un fuoco ardente e freddo come il ghiaccio. Vedevo che stringeva i denti a bocca chiusa……lo si poteva vedere grazie alla sua mascella. http://i57.tinypic.com/2a0cqd3.png |
Dovevo smettere di citare quel fischio o avrebbero iniziato a prendermi per matta.
Ma le ultime parole della ragazza mi colpirono. Era una storia vecchia e dolorosa eh? Beh, la nostra ferita era ancora aperta. "Non vorrei essere più invadente di quanto non sia già stata ma, con tutto il rispetto.. il dolore di questa città è ormai anche il nostro, abbiamo perso un fratello la notte scorsa, mi ha salvato dalla bestia, e non permetterò che sia morto invano... quindi vi prego, se c'è qualcosa che potrebbe essere utile per catturare quell'animale, ditecelo.. toglieremo immediatamente il disturbo, e non vi importuneremo più.. ma vi prego.." fissando il locandiere "Non pensiate di essere l'unico che ha perso qualcuno, perché vi assicuro che non è così, e se potremo evitare che altre donne vengano sbranate in quel modo orribile, se vogliamo risparmiare ai loro mariti, genitori, figli il nostro dolore, beh... io credo che sia un po' troppo egoistico pensare unicamente al proprio dolore.. ma è unicamente la mia opinione..." mi alzai, e feci cenno ai miei di fare altrettanto "Grazie dell'ospitalità... Si è fatto tardi, dobbiamo tornare alla locanda". Guardai poi Roxanne e le sorrisi. |
La sapienza molto spesso si confonde con l'arte della seduzione........ci fu un momento che vidi seduta difronte a me Isolde........il suo sorriso enigmatico....sicuro e sprezzante.....i suoi occhi brillavano...certi della vittoria...ma infondo leggevo la paura della sconfitta....perchè nonostante fosse la creatura a cui la natura aveva regalato qualcosa di meraviglioso e potente......la sua più profonda rivelazione umana vegliava il suo animo fragile........" Sei perfetta come sempre sorella mia...anche in questa bettola da due soldi......sei il mio specchio.......eppure non mi rifletti.....vogliamo giocare ai giochi di seduzione ?....sai che con me non funziona e ora lo imparerà quello stolto di tuo figlio..........se mi unirò a te lo farò consapevole di quello che sto facendo e non perchè qualcuno mi dica che sono bella..."......al tocco lieve della mano del Cavaliere sul mio palmo......il mio volto si trasformò in quello di una vecchia lebbrosa........mi avvicinai di scatto al volto di lui...lasciandogli della bava....sulla manica della sua camicia.....la sua mano si ritrasse di scatto.....e vidi sul suo volto...la sensazione della paura...e il dolore di un conato di vomito represso.......ritornai quella che ero....." Non toccarmi mai più.......o la lebbra...te la faro' mangiare....come il pane che hai davanti..........Daizer , Ama ....e questo vale mille doni....lo imparerai.....e spero che tu lo faccia in fretta .....".......Daizer stava arrivando e d'istinto gli andai incontro abbracciandolo...." Spero tu abbia buone notizie......"....
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Davanti a quella scena, Flees restò disgustato.
Ma poi quando Elisabeth riprese le sue reali sembianze, nel vederla di nuovo così bella, il giovane cavaliere fu preso da una forte rabbia. La donna poi, nel rivedere Daizer, corse incontro a suo marito. “Beh, diciamo che non ci sono brutte notizie” disse il contrabbandiere sorridendo e guardandola negli occhi “e questo è già qualcosa. Ho veduto il cimitero e come ha spiegato il locandiere è chiuso. Sembra che per visitarlo occorra un permesso speciale che solo il Gastaldo può rilasciare. Non chiedermi perchè, ma è così, per quanto strano possa sembrare. Infatti anche la gente di questo villaggio ha bisogno del permesso del Gastaldo per visitare le tombe dei propri cari.” Le accarezzò i capelli e poi il viso. “Dunque non ci resta che recarci a Leiman dal Gastaldo.” |
Quelle parole intimorirono Eilonwy ed inquietarono Riccardo.
“Non sto scherzando affatto, damigella.” Disse il vecchietto con candore. “La merce che vendo è unica e non ha prezzo. Anzi, sono generoso io che sono riuscito a proporvi un prezzo.” “Ma noi” fece Riccardo “non abbiamo compreso in cosa consiste questo prezzo che richiedete.” “Il vostro Tempo” mormorò il vecchietto “mi sembra chiaro come richiesta. Ed è anche un prezzo onesto oserei dire.” “Il nostro Tempo...” fissandolo Riccardo. “Si, il vostro Tempo.” Annuì il vecchietto. “Non so, magari una decina d'anni, una ventina oppure una trentina. Diciamo in base a ciò che sceglierete di comprare. Io vi offro oggetti unici, speciali, capaci di mettervi in contatto con un mondo diverso, magico secondo qualcuno. E poi come si dice?” Sorridendo. “Meglio una vita breve ma intensa, che una lunga e monotona, incapace di dare emozioni. Non siete d'accordo?” “Ma...” incredulo Riccardo, tenendo stretta a sé Eilonwy “... ma voi chi siete veramente?” “Sono solo il vecchio proprietario di questa bottega.” Ridendo appena l'uomo. |
Clio ed i suoi si alzarono e lasciarono quel luogo senza che Enar dicesse loro nulla.
Il pastore infatti si limitò ad alzarsi anch'egli e ad accompagnare i falsi mercenari all'esterno della casa. Roxanne restò invece alla finestra, con gli occhi fissi su quegli uomini mentre si allontanavano, fino a svanire nella fitta vegetazione circostante. “Roxanne...” disse Enar rientrando in casa “... gente come quella non può capire il nostro dramma... già è difficile comprenderlo per chi vive a Solpacus... non voglio che ne parli ancora con gli estranei...” “Perdonami, zio...” mormorò lei “... non pensavo di fare male...” “Le tue intenzioni so che sono giuste” fece il pastore “ma spesso la gente non lo comprende... ed io non voglio che tu sia bollata come la nipote di una strega... non voglio e non lo permetterò... ho giurato che tu non soffrirai come è accaduto a tua zia... ed a me...” Intanto Clio ed i suoi attraversavano la foresta per ritornare a Solpacus. “Quel dannato animale” fece Vortex “sembra essere svanito nel nulla... non una traccia, né un qualsiasi segno riconoscibile...” “Il pastore” mormorò Borel “afferma sia un cinghiale. E lo dice con una certa sicurezza.” “Ovvio, ha avuto un incontro ravvicinato con la bestia quell'uomo.” Disse Ertosis. “Da quel poco che vedemmo l'altra notte” pensieroso Borel “a me non sembrava affatto un cinghiale. Forse più un toro o addirittura un orso.” “Da ciò che mi risulta” intervenne Porturos “né i tori, né gli orsi sono immuni al veleno e resistenti alle armi da taglio.” In quel momento cominciò a vedersi Solpacus. “Finalmente...” mormorò Trastis “... non vedo l'ora di uscire da questa foresta... mi inquieta...” “Sfido io!” Ridendo Ertosis. “Mi stupirei del contrario!” Rientrati in città, come detto da Clio, i finti soldati di ventura si diressero verso la locanda. Ma davanti all'ingresso, quasi ad attenderli, i falsi Gufi trovarono Gvin insieme ai suoi uomini. “I miei omaggi, comandante...” con un vistoso inchino il duca “... sempre altera, sprezzante, fredda e naturalmente bellissima.” Sorridendo. “Sempre alla testa dei vostri fedeli mercenari.” Guardò un attimo i suoi uomini, per poi tornare a fissare Clio ed i suoi compagni. “Poche donne, se non nei poemi e nella saghe nordiche, hanno tanto coraggio ed abilità da comandare sugli uomini. Ma voi siete una novella Brunilde, una rediviva Crimilde.” Rise. “Condottiero di audaci e invincibili mercenari. Mercenari però che di certo non possono essere i famosi Gufi Scarlatti... no di certo, vero, Folk?” “Si, milord.” Avanzando di qualche passo uno dei suoi. “Folk era nei paraggi, sapete per cercare con alcuni dei miei uomini la famelica bestia” disse Gvin a Clio “e per puro caso si è imbattuto in alcuni mercanti che avevano avuto l'onore, qualche settimana fa, di incontrare nientemeno che il celebre Gufo Scarlatto... ebbene lui si vantava di non separarsi mai dai suoi uomini... e poi, stranamente, non ha fatto alcun accenno ad una sua moglie...” rise di nuovo “... dunque? Forse è il caso di rivedere un po' le presentazioni, non credete? Magari vi siete confusa, milady... si, magari è così...” Ed i suoi uomini scoppiarono in fragorose risate, mentre Gvin aspettava ansioso una risposta da Clio http://cdn.teckler.com/images/great/...83dd_thumb.jpg |
“Si, quei tre hanno preso un alloggio qui.” Disse la figlia del locandiere ad Altea. “Poi sono usciti, forse per fare un giro in città. Ma mentre li aspettate vi porterò subito un po' della nostra famosa bevanda alla cannella!” E andò verso la cucina. “Ecco a voi.” Tornando e servendo alla dama quanto aveva richiesto. “Purtroppo le novità sono sempre le stesse, terribili e funeree. Oggi è stato straziante assistere a quel nuovo funerale. Ho ancora davanti agli occhi il volto di quella donna...” scosse il capo “... mio padre mi chiama, devo aiutarlo in cucina... vogliate scusarmi, milady...” e si allontanò.
Nel frattempo, per le strade di Solpacus, Guisgard, Astus e Mine stavano tornando dal funerale della povera donna uccisa dalla bestia. “Brutta storia questi funerali...” mormorò Mime “... di questo passo Solpacus resterà senza più una donna e senza neanche bambini...” “Può un cinghiale fare tutto questo?” Scuotendo il capo Astus. “Vi ho detto...” fece Mime “... è il demonio che manda quella belva a far stragi la notte...” “Sei fissato tu...” guardandolo Astus. “Ma appena avrò trovato il flauto giusto” con l'espressione decisa il rigattiere “vi farò vedere io come saprò farla al demonio!” “E sentiamo...” mormorò Astus “... come deve essere questo flauto magico?” “Deve emettere lo stesso suono che il demonio usa per richiamare la bestia.” Rispose Mime. “Basterà allora trovare un comune richiamo per cinghiali...” sarcastico Guisgard “... di quelli adoperati dai bracconieri.” “Ben detto, amico mio!” Scoppiando a ridere Astus. “Ripensavo al funerale...” fece il cavaliere “... a quella poveretta...” “Non pensarci più, è meglio...” disse Astus. “Una cosa mi ha colpito...” “Cosa?” Chiese Astus. “Prima di essere portata in chiesa” rispose Guisgard “la poveretta aveva un crocifisso al collo... ma poi, una volta messa nella cassa ho notato che non l'aveva più...” “Non voglio credere” sussurrò Astus “che qualcuno abbia derubato un cadavere... che tristezza...” “Eh, ne succedono di cose indegne...” scuotendo il capo Mime “... già, ne succedono... ah, un giorno il Buon Dio manderà un nuovo Diluvio e nessuno si salverà stavolta!” “Già, davvero una brutta morte per te, vecchio mio!” Esclamò Astus. “Con tutta quell'acqua!” Rise ancora. “Già...” con una smorfia il rigattiere “... direi ora, messeri, di alzare il passo perchè ho una gran voglia di bere e riacquistare un po' di buon umore!” “Ci credo!” Dandogli una pacca sulla spalla Astus. “Parlare di acqua a te mette il magone!” |
Quelle parole furono tremende. Quello non era un semplice e buon vecchietto, ma un demonio.
Parlava come il diavolo Mefistofele e il demone Lucifero. Era sempre la solita solfa: un qualcosa in cambio dell’ anima o dell’ ombra (come nella storia di un certo Schlemihl) o di alcuni anni della vita terrena. Intanto, Riccardo mi teneva stretta a sé come se avesse paura di perdermi. Mi sganciai dal mio amato e puntai la mia croce celtica d’ oro bianco verso l’ anziano. Essa era stata immersa per 5 giorni nell’ acqua santa, 3 giorni nell’ olio sacro e benedetta da Aladiah. “Vade retro Satana!.....In nome di Dio, Dominus, Iavè, Ădōnāy, Elohim, Allah, Yĕhōwāh, Kýrios ed Aton, non venderemo ciò che c’ è stato donato!” dissi ad alta voce come un esorcista. Vidi che a quel gesto e a quelle parole il vecchio incominciò a contrarsi, a bestemmiare e a parlare una lingua non di certo umana. La barba e i bianchi capelli dell’ anziano artigiano caddero a terra, la pelle divenne verde e a squame come quella di un serpente, caddero a terra anche gli abiti, il naso divenne due fessure, gli occhi diventarono grandi e di un colore che variava dal giallo ocra al rosso sangue, le pupille divennero verticali e strette, il piede destro diventò uno zoccolo e il piede sinistro una zampa artigliata di gallina. http://digilander.libero.it/cuf.fe/rettiliano.jpg |
La ragazza fu subito richiamata dal padre in cucina...questa scena l'avevo vista pure nella locanda del Borgo di Elvet...le donne erano considerate poco o nulla.
Assaporai la gradevole bevanda leggermente speziata e osservavo il quadro di Isolde, iniziai a riflettere su ciò che mi aveva colpito di Solpacus dal mio arrivo fino oggi. La prima cosa che mi colpì fu proprio in questa locanda, prima di tutto quando Older mi presentò come sua nipote prima al locandiere e successivamente ad Enar dicendo così avrei avuto un trattamento migliore, e poi quel quadro della strega..perchè non presentarmi come una normale visitatrice? Poi vi fu l'arrivo improvviso di quella strana sacerdotessa la quale sosteneva che la bestia altro non era la maledizione degli dei pagani per averli abbandonati e cercava di redimere le persone e i cavalieri, e tutti erano attratti dalle sue parole, ricordo solo io le ribattevo..nessun cattolico difendeva nostro Signore..e quindi a Solpacus il Cattolicesimo era forse poco sentito o da poche persone. Poi vi fu l'incontro con Roxanne...quel dipinto della donna brutalmente sgozzata dalla belva quasi reale e il mio ritratto col volto in preda al terrore, come se lei stessa avesse visto quel terrore nel volto di una donna. In me si fece, improvvisamente, largo un sospetto..quella belva era forte perchè qualcuno del posto la preservava e non voleva fosse uccisa, o forse più di qualcuno e subito pensai a una specie di setta....a cui dare in sacrificio come in riti pagani donne, bambini e fanciulli...vittime comunque scelte. La belva non poteva, da sola, avercela solo con loro..era un animale e agiva di istinto, non poteva scegliere le proprie prede..ma appunto era addestrato da qualcuno...e forse qui il ragionamento di Mime era giusto. Sbiancai a quel pensiero...Altea, dimentica..è suggestione, non può essere vero. Bevvi un pò della bevanda per cercare di riprendermi e sentii dei rumori e voci dalla porta, speravo proprio i due cavalieri e Mime stessero arrivando. Mi sentivo davvero turbata..e poi dovevo andare..dovevo tornare a Palazzo o si sarebbe fatto buio. http://i60.tinypic.com/5osgvq.jpg |
La suggestione, talvolta, può fare strani scherzi.
Forse l'inquietudine del momento, forse le enigmatiche parole di quel vecchietto o la presenza di tanti oggetti esotici e così carichi di mistero finirono per suggestionare Eilonwy con quella sorta di allucinazione. E nel vedere quella Croce e nell'udire quelle parole della ragazza, il vecchietto rise di gusto. “Oh, per Giove...” disse divertito “... mi avete forse preso per un demonio?” Scosse il capo divertito. “Eh, ma dubito che due assi perpendicolari fra loro e immerse poi in un'Acquasantiera possano spaventare davvero qualcuno. Figuriamoci il diavolo.” Rise di nuovo. “E sia, la trattativa è saltata. Pazienza. Ora perdonatemi ma devo sistemare alcune cose nel retro della bottega. Vi auguro una buona giornata, ragazzi.” E andò via. |
E mentre Altea era seduta nella locanda a bere, si avvicinò qualcuno al suo tavolo.
“Oh, milady...” disse Older “... sono lieto di rivedervi... eh, oggi è stato ancora una volta un brutto giorno per Solpacus con quel nuovo funerale...” scosse il capo “... mi chiedo quando finirà tutto questo... quando...” chiamò poi la figlia del locandiere “... porta anche a me quello che hai servito a lady Altea.” Tornò a fissare l'avventuriera. “Voi invece cosa mi raccontate, milady?” E fissandolo, Altea si accorse che l'uomo portava al collo un piccolo Crocifisso d'oro. |
Ad un tratto Older, come chiamato dal mio pensiero, si sedette al mio tavolo, sobbalzai leggermente poichè ero sovrappensiero.
Era preoccupato e pensieroso..come sempre...su Solpacus. "Si, ho partecipato alla cerimonia per un momento..prima di andare a parlare col vescovo...niente di nuovo, ma sono arrivati tre nuove persone a Solpacus..due cavalieri e un uomo molto allegro" sorrisi appena ma il mio sguardo cadde al collo dell' uomo e tornai seria.."E' stato il vostro compleanno? O forse è un regalo...bel crocifisso e pure in oro, strano..non mi sembravate cosi cattolico" e lo fissai con aria interrogativa. |
Enar restò quasi sorpreso da quelle parole di Altea, portandosi la mano sul Crocifisso.
“Si, è stato un regalo...” disse sorridendo “... e sono lieto l'abbiate notato... in verità mi è stato donato tempo fa, ma non avevo mai pensato di metterlo... sapete, non volevo perderlo... ma con gli ultimi accadimenti... beh, ho pensato che un po' di protezione non guastava... davvero sono arrivati altri due cavalieri? Eh, ma ormai qui ce ne sono tanti e nessuno sembra in grado di liberarci dalla bestia...” |
Continuai a bere la bevanda, lo guardai attentamente...era teso e nervoso, l'atmosfera era strana.
"Sapete, ho sempre ritenuto una persona non sia cattolica solo se porta un crocifisso...è un fatto di spiritualità. Ma vedo avete seguito il mio consiglio, allora, visto vi dissi Solpacus aveva bisogno di più preghiere, ma se ben ricordo quando arrivò la sacerdotessa pagana voi eravate il primo a dar valore alle sue parole" e lo fissai nuovamente negli occhi.."Questi cavalieri sembrano diversi dagli altri, sembrano quasi vincenti..per di più mi ha colpito un fatto di loro, non hanno mai menzionato l'arma dei Taddei sebbene siano pronti a voler uccidere la belva...secondo me, chissà, potrebbero essere i giusti cavalieri". |
“Non ho appoggiato la sacerdotessa pagana, milady...” disse Older ad Altea “... ho solo cercato di trovare un punto d'incontro tra coloro che avevano visioni e concezioni differenti su questa brutta storia... io sono solo un uomo e non so dove possa essere la ragione e la verità in tutto questo... nessuno temo lo sappia... a me interessa solo che tutto questo finisca... se davvero la bestia è un castigo, allora non desidero altro che la pena sia espiata, così da poter lasciare finalmente libera questa città...” sorseggiò dal bicchiere che la locandiera gli aveva riempito “... e vorrei avere la vostra stessa fiducia su quei cavalieri... ma non credo che due in più facciano poi tutta questa differenza...”
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"Da un pò fate sempre questi discorsi Older...quale castigo dovrebbe pagare Solpacus...ditemelo..e per voi quindi tutti quanti dovrebbero perire? Nostro Signore non castiga le persone, ve l'ho già detto..è clemente, spetta all' uomo capire le proprie colpe e il Signore lo perdonerà...non lo pensate?" guardai fuori dalla locanda sperando non fosse troppo tardi "E, inoltre, siete terribilmente scettico..davvero...qualcuno...ci penserà ad annientare la belva..ma pure io sono scettica ma su questa belva...non ho mai sentito da che mondo e mondo che un animale si scelga le sue vittime...ricordo mio padre quando andava a caccia..era lui a dare gli ordini ai suoi segugi e quando, come e chi attaccare...oppure questo cinghiale deve pensare proprio come un essere umano".
Sorrisi e detto questo mi alzai..."Ora perdonatemi, Older, devo andare, si sta facendo tardi e forse è meglio per me torni a Palazzo Costanza". Pagai la bevanda e uscii diretta a prendere Cruz pensierosa. |
“Aspettate...” disse Older di colpo, afferrando la mano di Altea “... oh, perdonatemi, milady...” lasciando subito il polso della bella avventuriera “... perdonatemi... ma è che sono nervoso... prima il funerale, poi... poi il fatto che tra non molto sarà buio... potrebbe essere pericoloso attraversare la foresta da sola, non credete?” Il suo tono tradiva una profonda preoccupazione. “La bestia sembra comparire dopo l'imbrunire ed andare nella foresta adesso sarebbe quasi un suicidio... desistete, vi supplico...” era sempre più agitato.
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"Davvero?" risi di gusto guardando la fronte sudata di Older dalla inconsueta tensione..."Addirittura sceglie quando uscire? E' un portento questo cinghiale, chissà forse avremo una nuova vittima stanotte?" lo guardai con aria di sfida...lo ha deciso forse qualcuno? strana la tua reazione Older "non preoccupatevi per me..non ho altre opportunità, devo tornare a Palazzo, lady Gertrude si preoccuperebbe troppo per me, purtroppo mi sono attardata ad aspettare i due cavalieri e l'uomo che li accompagna, sapete sono stati ospiti da me...e uno di loro ha pure un certo accento capomazdese. Ora non fatemi aspettare oltre".
Mi guardai la mano che aveva afferrato bruscamente e salii in groppa a Cruz...probabilmente i cavalieri stavano avendo più notizie possibili per ammazzare quella belva. Spronai il cavallo e presi la strada per uscire da Solpacus...dovevo fare in fretta. |
Older non riuscì a fermare Altea.
La dama prese infatti il suo destriero ed uscì dalla città. Cruz galoppò veloce tra la fitta e primordiale vegetazione della foresta. Il giorno era ormai alla fine e l'imbrunire tra breve si sarebbe affacciato su quel mondo. Le ombre cominciarono ad allungarsi ed intrecciarsi fra loro, mentre un cupo silenzio iniziò a scendere su quelle lande. Alla fine Altea intravide le alte torri del palazzo di lady Gertrude che svettavano sugli alberi circostanti. Era giunta a destinazione. La vecchia nobildonna la stava attendendo. |
Cruz correva sicuro tra la foresta...come fosse in simbiosi con me e sapesse dove andare per poter evitare qualcosa mi accadesse.
Mi fermai su una piccola radura e finalmente vidi le alte torri di Palazzo Costanza e dopo poco arrivai. "Bravo Cruz...abbiamo avuto coraggio e abbiamo confidato nel Signore" lo accarezzavo dolcemente "e speriamo i due cavalieri riusciranno nel loro intento..anche se mi mancano tutti e tre sai? Almeno avevo qualcuno con cui parlare e ridere, speriamo di reincontrarli" mi feci leggermente triste pensando a loro. Entrai a palazzo e mi dissero milady mi aspettava preoccupata nel salone.."Lady Gertude, perdonatemi, sono stata dal vescovo ed egli vi manda i suoi saluti, un giorno verrà qui da noi a pranzo..poi sono stata fermata da un uomo conobbi a Solpacus e quasi non voleva farmi partire, ma voi siete stata sempre gentile con me come una madre, non potevo farvi stare in pensiero...sempre in guardia..mi ha insegnato mio padre, ed eccomi qui, vado a prepararmi per la cena". Entrai in camera...volevo liberare la mia mente, troppe cose erano successe, mi immersi nella tinozza con petali di rosa e mi sedetti allo specchio guardando l'anello..."Tussil..." sorrisi e i brutti pensieri svanirono "sarà vero non lo so..ma so un giorno mi farai passare questi brutti ricordi". Mi preparai e tornai nel salone per la cena mentre il sole stava scendendo. http://i57.tinypic.com/2iwamb6.jpg Lady Gertrude aveva un leggero sorriso al volto e mi disse di andare nella stanza di fronte...vi era una sorpresa per me. Entrai lentamente...cosa poteva essere..quando seduto ad aspettare in una scrivania vi era un bellissimo ragazzo dai capelli corvini e si contraddistingueva da tutti noi per questo, risi felice..."Thomas..fratello..siete tornato vivo dalle Crociate, non sapete quanto ho pregato per voi..ora non lasciatemi più, ho troppo bisogno di voi..di te fratello mio adorato, l'unico che mi ha sempre capita e coccolata". Lui rimase fermo e commosso annuì osservandomi. http://i57.tinypic.com/54haxc.jpg |
Fissai Gvin senza tradire emozioni.
Cosa voleva da noi? Io non mi ero certo messa a frugare nella sua vita. Oh, come avrei voluto fare le vere presentazioni. Come avrei voluto vedere il suo viso sbiancare, il suo capo chinarsi davanti al mio nome e grado. Sì, sarebbe stata una giusta punizione per questo nobiluccio di provincia che credeva di fare il gradasso con dei popolani. Ma non potevo, ero la vedova di Gufo Scarlatto, nient'altro. Come avrebbe reagito una moglie afflitta a quelle parole? Come avrebbe reagito Gufo se lo avessero accusato di non essere lui stesso? E comunque, ce lo vedevo l'arrogante mercenario dire frasi del tipo "Oh, questo devo proprio raccontarlo a mia moglie" oppure "Mia moglie dice sempre...". Anche se si fosse sposato sarebbe rimasto lo stesso. Così, lasciai che una fredda ma rabbiosa tristezza mi avvolgesse. Era il momento di giocare la mia carta migliore, il pugnale che ci aveva lasciato Guisgard. Squadrai Gvin con occhi tristi ma determinati, e risposi quasi ringhiando. "Gufo è caduto..." mormorai, tra i denti "..e io non ero al suo fianco.." sguainai il pugnale, con naturalezza, e lo puntai contro Gvin, con fare minaccioso, ma in realtà volevo che vedesse bene il simbolo dei Gufi Scarlatti "Non siete nemmeno degno di nominare mio marito..". Prendere le cose di petto era sempre stato il mio difetto. E non c'era come spiazzare il tuo interlocutore per vincere un duello di parole. Così, guardai per un attimo lontano, abbozzai un sorriso, come se stessi rincorrendo un ricordo. Poi, scoppiai a ridere sguaiatamente, come faceva Gufo. "Però devo dire che l'immagine di Gufo come tenero maritino che parla della moglie è davvero esilarante..." rinfoderai il pugnale, senza smettere di ridere "E magari ve lo immaginate anche intento a sussurrarmi paroline dolci all'orecchio.. manco fosse questo qui.." indicando Ertosis "Che non capisce più niente quando vede un bel paio di occhioni, e non solo.." scossi la testa. "Caro mio, piuttosto che sospettare di noi fareste bene a correre dietro a quella bestia e a lasciarci in pace, perché, francamente, la vostra invadenza mi sta scocciando non poco.." mi voltai verso Vortex "Non so voi, ma io muoio di fame..". E feci cenno ai miei di seguirmi dentro la taverna. Probabilmente ci avrebbero seguito anche gli altri, non facevano altro ormai. Volevo evitare un vero e proprio scontro, sperai che non fosse inevitabile. Volevo solo un piatto di carne e del buon vino della casa! |
Lo sguardo di Flees non mi convinse ....l'odio nei bambini viziati...era un'arma poteva far male.......ma Daizer con la sua carezza spazzò via tutte le nubi....." Si conviene andare a prendere il permesso.....cercavamo Comino il Maniscalco... non possiamo andare in giro a raccontare dei miei sogni e' stata una fortuna ricordare il nome......ma sono fiduciosa ...penso che tu sappia dove si trova il Gastaldo credo che il prete di quella chiesa era di lui che parlava...........usciamo da questo posto..l'aria e' diventata pesante...."....presi la sua mano e lo invitai ad uscire fuori dalla locanda.....sentivo i passi di Flees dietro di noi, come avrei voluto che lui non ci fosse.......Andammo verso il Palazzo più Signorile del Borgo....c'erano delle guardie dinanzi al portone......" Pensi che siano scontrosi da queste parti ?.....vedi Daizer non comprendo il significato del mettere un veto sul cimitero......credimi e' una cosa così assurda........ma siamo qui per questo.....per mettere fine alle assurdità...."......E così Daizer si avvicinò alle guardie...
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Era solo una allucinazione….una visione!
All’ improvviso, nella mia mente sentì chiaramente una risata maligna e femminile. Era la risata di Isolde ne ero certa. Maledetta megera! Era stata lei! Madama Lucia, la zingara, mi aveva avvertito di queste false premonizioni e visioni. Mi sentì in un immenso imbarazzo. Senza guardare in faccia nessuno corsi fuori e montai su Dante. Lo spronai e mi lasciai alle spalle la bottega con all’ interno il merlo Tisin e il mio bel Riccardo. Chissà cosa avrebbe pensato di me il coraggioso e nobile paladino? Mi avrebbe sicuramente creduto pazza o con la testa ammaccata e piena di fantasie. Galoppai piu’ veloce di un lampo fino al fiume di Tylesia: il Calars. Ormai era quasi il tramonto. Scesi da cavallo e legai il mio nero destriero all’ interno di una nascosta grotta. Il mio intento era di non farmi trovare. Ero troppo imbarazzata in quel momento. Disfeci il mio meraviglioso abito di ghiaccio e fiocchi di neve e mi gettai nelle calde acque di quel fiume. Quando anche l’ ultimo raggio di sole se ne andò, mi tramutai in sirena. Nuotai nelle tiepide profondità del fiume e mi allontanai dalla riva per nascondermi nei meandri del corso d’ acqua. http://i61.tinypic.com/25gyx6w.jpg |
Daizer si avvicinò alle guardie che sorvegliavano l'ingresso di quel luogo.
Il contrabbandiere parlò ai militari del proposito di visitare il cimitero. “Occorre il permesso del Gastaldo.” Disse uno dei soldati. “Dove possiamo trovarlo?” Chiese Daizer. “A Leiman, naturalmente.” Rispose il soldato. “Ma sappiate che difficilmente vi riceverà. E' molto impegnato ultimamente.” “Noi abbiamo urgenza di visitare il cimitero.” Fece il contrabbandiere. “Non è possibile recarsi a Leiman per incontrarlo?” “Non vi riceverà.” Mormorò il militare. “E' questione davvero urgente.” Insistendo Daizer. “Allora vi consiglio di parlare col suo braccio destro.” Fissandolo il soldato. “Messer Moussarel.” “Lui può rilasciarci il permesso?” “In determinate circostanze diciamo che potrebbe.” Spiegò il soldato. “Dove possiamo trovarlo?” “In questo palazzo.” Rivelò il militare. “Ma ora è tardi. Tornate domattina e forse riuscirete a parlarci.” Intanto Elisabeth e Flees erano rimasti più indietro, in attesa che Daizer tornasse da loro a raccontare della sua conversazione con le guardie. “Quel tipo” disse il giovane cavaliere alla dama “non mi ispira nessuna fiducia... è solo un popolano e dubito che saprà spiegarsi con quei militari...” guardò Elisabeth “... e voi, cara zia, sapete benissimo che ho ragione... e continuo a non capire cosa possa avere di speciale quell'uomo per voi...” sorrise con fare sicuro di sé “... secondo me avete passato molto tempo da sola, magari nei boschi e lontano dalla gente, per affinare le vostre conoscenze magiche... lo posso comprendere... come mia madre, anche voi avete avuto un gran dono e ciò richiede sacrifici e rinunce... ma in fondo, anche se siete una maga, restate pur sempre una donna... una bella donna e come tale anche voi siete sensibile al richiamo dei sensi, della passione...” lanciò un'occhiata verso Daizer “... e quel tipo non può darvi nulla, lo sapete anche voi...” |
Eilonwy galoppò via da quel luogo, fino a raggiungere le calde acque del Calars.
Poi scese la sera e mutata ancora una volta in una sirena, la ragazza scivolò tra il dolce tepore di quel fiume. Nuotò così per molto tempo, per tutta la notte, fino a quando, poco prima dell'albeggiare, risalita in superficie intravide una strana figura. Se ne stava immobile nel bel mezzo della brughiera. Poi il cielo cominciò a schiarirsi e le ombre di quel luogo spettrale iniziarono a dissolversi poco a poco. E in quel momento Eilonwy si accorse che la figura altro non era che uno spaventapasseri. Almeno questo sembrava a prima vista. E sui vestiti aveva una scritta ricamata che così recitava: “Attenti alla strega cattiva, bambini!” Qualche metro oltre, su un albero, stava inchiodato un cartello che indicava un piccolo e stretto sentiero. http://4.bp.blogspot.com/-gJOU6-hNvw...y_hollow_2.jpg |
Thomas salutò con affetto Altea e i due furono subito raggiunti da lady Gertrude.
“Mi sei molto mancata, Altea...” disse Thomas abbracciandola “... le sere stellate sotto le mura di Gerusalemme sembrano infinite e hanno il dono di farti pensare a tante cose... agi affetti, alla nostalgia per la proprio terra e alla malinconia di chi sia ama... sono felice di essere di nuovo qui e di averti rivista, sorella mia...” “Tuo fratello” Gertrude ad Altea “è giunto direttamente qui appena sbarcato a Brindisi... in una lettera infatti gli era stato detto che ti avrebbe trovato qui.” Sorrise. “Ora forse lui riuscirà a farti desistere dalla tua mania per i viaggi e per le avventure.” Scosse il capo. “Cose davvero riprovevoli per una nobile dama.” “In verità” fece Thomas “ero anche inquieto. Inquieto e preoccupato. Giungendo qui infatti ho udito, in una locanda lungo la via, che in queste lande stanno accadendo fatti terribili... ho sentito di un animale selvatico, forse un cinghiale, che sta seminando orrore a Solpacus...” fissò sua sorella “... perchè mai sei giunta in questa triste terra?” “Non voglio sapere ciò che accade al di fuori di questo palazzo.” Disse Gertrude. “Vi prego di attenervi a questo mio desiderio, sir Thomas.” |
Clio ed i suoi, dopo quelle parole rivolte dalla ragazza a Gvin, entrarono nella locanda e presero subito posto attorno ad un tavolo.
Ordinarono poi carne e vino. “Non so...” disse Borel agli altri “... dite che l'hanno bevuta?” “Beh...” fece Dort “... hanno visto il pugnale, no? Mi sembra un indizio convincente...” fissò poi Ertosis “... tu tieni d'occhio la porta e guarda se entrano...” In quello stesso momento la porta della locanda si aprì ed entrarono Gvin ed i suoi. “Tipo insistente...” mormorò Porturos appena Ertosis indicò con un cenno del capo il duca ed i suoi uomini. “Davvero magnifico quel pugnale...” disse il duca prendendo posto con i suoi ad un tavolo accanto a quello dei falsi mercenari “... solo i famigerati e celebri Gufi Scarlatti possono possedere simili armi... è leggendaria infatti la loro abilità in battaglia...” “E' vero, milord...” mormorò uno dei suoi, con l'intento di farsi sentire da Clio e dagli altri “... io stesso ho sentito narrare della ferocia di Gufo in battaglia...” “Già...” annuì Gvin, lanciando occhiate verso il tavolo della ragazza e dei suoi compagni “... ma pare che il grande condottiero sia caduto sul campo di battaglia... almeno questo è ciò che racconta la sua vedova...” “Possibile, milord?” Con tono provocatorio un altro dei suoi. “Hai visto il pugnale, no?” Con un ghigno Gvin. “Ci sono molti modi, milord, per impossessarsi di un simile cimelio...” intervenne un altro dei suoi soldati. “Per esempio?” Ad alta voce Gvin. “Beh, rubandolo...” rispose il soldato “... o magari prendendolo allo stesso Gufo dopo averlo ucciso...” “Immagino abbia molti nemici un simile individuo...” mormorò divertito il duca. “Io rammento la leggenda di Agamennone, milord...” un altro dei suoi sgherri “... di come, tornato dalla guerra di Troia, restò ucciso ad opera di sua moglie e del suo amante...” “Già...” voltandosi Gvin verso il tavolo di Clio “... una donna può davvero rappresentare un serpe in grembo... il peggior nemico per un uomo... e più una donna è bella, più allora può essere letale... magari il povero Gufo è morto davvero così... ucciso a tradimento da una donna e dal suo amante...” fissò tutti i compagni di Clio, uno ad uno “... o chissà, magari dai suoi innumerevoli amanti...” rise seguito subito dai suoi uomini che fecero lo stesso. “Non reagite...” sussurrò Dort agli altri. “Non sopporto le provocazioni di quel verme...” mormorò piano Vortex. “Anche a me prudono le mani...” fissandoli Ertosis. “E' un duca, un aristocratico...” rispose loro Dort, sempre a bassa voce “... anche una semplice rissa con lui ed i suoi scagnozzi ci farebbe finire in un mare di guai...” “Sospetta di noi” intervenne Borel “e non credo ci lascerà in pace fino a quando non sarà sicuro che mentiamo...” “Magari...” rivolgendosi Gvin ai suoi, ma sempre con quel suo tono offensivo “... potrebbe essere quel pugnale a sgozzare la bestia... del resto se ha ucciso il povero Gufo Scarlatto può benissimo fare lo stesso con quel cinghiale!” Rise di nuovo insieme ai suoi uomini. “Ma il pugnale non è in nostro possesso, milord.” Guardandolo uno dei suoi. “Già, è vero...” voltandosi Gvin ancora una volta verso il tavolo di Clio “... ma forse, se lo chiederemo con gentilezza, la nostra vedova allegra non ci negherà quel gingillo... e chissà, magari sarà così generosa da darci anche qualcos'altro...” E di nuovo quegli uomini si abbandonarono ad una fragorosa risata. “Mi avevano detto” all'improvviso una voce alle loro spalle “che da queste parti ci fosse da cacciare un cinghiale... ma non immaginavo di trovare tanti porci.” Il duca ed i suoi si voltarono di scatto. “Cosa avete detto?” Fissando Gvin colui che aveva parlato. “Ho parlato di porci...” guardando il duca negli occhi Guisgard “... vi sentite forse chiamati in causa?” “Chi siete straniero?” Chiese Bieff, il braccio destro del duca, al cavaliere. “Sono uno che si irrita facilmente” rispose Guisgard “quando qualcuno osa rivolgersi così alla mia donna.” “La vostra donna?” Stupito Bieff, per poi voltarsi verso il suo padrone. “Siete forse...” mormorò Gvin. “Si...” annuì il cavaliere “... sono Gufo Scarlatto. In persona.” “Ma la ragazza aveva detto che eravate...” mormorò Gvin. “Morto?” Disse Guisgard. “E' una precauzione che io ed i miei uomini usiamo spesso quando ci spostiamo. Molti spadaccini ed avventurieri vorrebbero vantarsi di aver ucciso il grande Gufo Scarlatto. Bisogna dunque essere previdenti.” Gvin lo scrutava con attenzione. “Ma sono fortunato...” aggiunse il cavaliere “... posso contare su uomini devoti, oltre che in gamba e su una moglie bella e fedele...” guardò Clio e accennò un lieve sorriso “... beh? Cosa sono quelle facce?” Fissando poi anche i suoi compagni di viaggio. “Questo è il modo di accogliere il vostro comandante, razza di rinnegati?” Rise. “Si, ammetto che mi sono attardato un po' lungo la strada... ma solo perchè volevo riscuotere tutti i crediti che ci doveva il marchese di Liternia!” Raggiunse il loro tavolo. “Eh, tre giorni in sella sono dannatamente lunghi e scomodi...” avvicinandosi a Clio, per poi accarezzarle il viso “... spero che tu abbia preso una stanza comoda, Angelo mio... ho una gran voglia di qualcosa di morbido e profumato...” sorrise e quasi le sfiorò la bocca con le labbra “... e sai bene che non mi riferisco certo ad un letto ed alle lenzuola...” A quella scena, Gvin fece un cenno ai suoi e lasciarono la locanda come tanti cani bastonati. E mentre quasi baciava Clio, Guisgard li seguì fino all'uscita con la coda dell'occhio. http://dvdmedia.ign.com/dvd/image/ar...418671-000.jpg |
Nuotai molto in quel fiume grande quanto l’ Arno e il Tevere. Poi mi addormentai su un fluviale scoglio. Ero stanchissima.
Ci voleva una bella dormita! Non avevo dormito la sera prima a causa di quell’ incontro con l’ Orco del Ponte Sospeso. Dormì profondamente e facendo bei sogni. Verso l’ albeggiare intravidi una spettrale figura, ma alla fine capì che era solamente uno spauracchio con una zucca di All-Hallows-Eve come testa. Sul vestito di esso c’ era un avvertimento: “Attenti alla strega cattiva, bambini!” Quando tornai pulzella, velocemente, sia per timore che per la fredda umidità del mattino, mi diressi nella grotta dove avevo lasciato Dante. Con mia sorpresa trovai sulla sella del mio cavallo un incantevole vestito di velluto, raso e broccato d’ oro. Insieme ad esso c’ erano delle scarpe nere e senza tacco da donna sulle quali erano stati cuciti con fili d’ oro in una il Sole e nell’ altra la Luna. http://i59.tinypic.com/b3ljc2.png Mi strofinai gli occhi. Forse era un’ altra illusione o stavo ancora sognando. No, il vestito era ancora lì dorato e luminoso come se fosse stato fatto con i raggi del Sole. Lo indossai e calzai le calzature. L’ umidità mi stava entrando nelle ossa! Districai i nodi dei capelli con un pettine d’ osso a denti larghi. Dopodiché acconciai la chioma castano scuro mogano in una treccia provenzale (treccia francese). Mi guardai intorno e mi accorsi di un piccolo e stretto sentiero. Decisi che avrei lasciato quel luogo e non avrei seguito quel viottolo. Tutto ad un tratto, mentre stavo per montare sul mio fiero equino, le scarpe che avevo indossato incominciarono a farmi danzare. Il prezioso abito incominciò ad aderire al mio corpo e a far muovere le mie braccia come quando si balla. Cercai di ribellarmi a quella magia, ma il mio corpo sembrava non volerne sapere di ubbidire al mio volere. Quegli indumenti diressero con forza il mio corpo proprio in quel sentiero. Le mie orecchie sentirono chiaramente una melodiosa, magnetica ed ipnotica canzone, la quale aumentava la forza di quel maleficio. https://www.youtube.com/watch?v=1t8-_pI1-9Q |
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