“Se tenete a vostro marito” disse Frediana a Gwen “allora apritemi, damigella...”

Il vino, la tristezza e la delusione alla fine ebbero la meglio e Vivian cadde addormentata, risvegliandosi solo dopo l'alba.

"Prego..il Palazzo è a vostra disposizione..d' altronde dovete arrivare alla verità prima o poi su questi delitti e furti".
Poi arrivò il suo aiutante...una spada affilata..come quella di un chirurgo...Misk era un dottore aveva detto.
"A dire il vero Ispettore Ozillon, io lo avevo capito da molto questi furti hanno un legame...ma non volete sentire la mia governante..ha visto una figura..quindi è una testimone" sospirai.."Scendiamo al piano terra per favore...mi manca l' aria e potrò bere qualcosa di fresco".
Li portai nel grande salone e lasciai che interrogassero Petronilla mentre sorseggiavo un the fresco perplessa..non sapevo se dire del dottore..era incolpare qualcuno..lo avrei detto solo se mi avessero chiesto di sospettati.

Mi alzai che il sole era già sorto.
Mi preparai in fretta e scesi nell'ufficio del capo.
Chissà che cosa ci avrebbe riservato quella giornata, e chissà cosa aveva risolto lui quella notte.

Mi alzai dal letto, arrabbiata, triste, delusa, praticamente a pezzi.
Aprii la porta.
"Se siete venuta per dirmi che il vostro padrone è uno spadaccino formidabile e che non ha speranze potete anche andarvene" mormorai, con un'espressione stravolta.

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“Perchè” disse Ordifren a Dacey “non restate qui stanotte? Voi e vostro marito.” Indicando Ottan. “Abbiamo molte stanze libere e confortevoli. Domattina poi faremo colazione insieme e vi mostrerò il resto del palazzo ed il giardino.” Sorridendo. “Voi siete molto giovane, mentre io ahimè ho passato la cinquantina... dunque nessuno potrà gridare allo scandalo.” Ridendo.

Nero iniziò a suonare e Gaynor prese a cantare, davanti ad E'hiss che osservava il tutto con la sua immancabile sigaretta.
Fissava la ragazza che interpretava quella canzone, con uno sguardo attento, ma affascinato.
E si lasciò cullare dalle note e dalla dolce voce di lei.
E quando la canzone finì, applaudì.

" Ehm" presa in contropiede, " non è mio marito. Ma un amico che mi ha consigliato di visitare questo Palazzo... Io sono vedova" dissi senza nessuna tristezza nella voce.

Io ero felice che quel mostro fosse morto ma di certo non potevo ammetterlo davanti ad altri.

" Non ho nessuno a cui dovere rendere conto se non a me stessa e non mi sono mai interessati i pettegolezzi per cui" pensandoci ancora un attimo , " accetto il vostro invito. Sono certa che con la luce del sole i giardini saranno stupendi"

Quindi guardai verso Ottan, non potevo certo obbligarlo a restare , la decisione doveva essere sua

Altea, Ozzillon e Lion scesero al pianterreno, dove trovarono Petronilla ancora visibilmente agitata.
“Signora...” disse l'ispettore “... ditemi cosa avete visto...”
“Un...” mormorò lei “... un fantasma... era tutto nero... come un velo... fluttuava senza toccare terra... ed il volto... poi quegli occhi...” pianse.
“Vi ha fatto qualcosa?” Chiese Ozzillon.
“Io...” tremando lei “... ho visto la spada... era... era come n demonio assetato di sangue... uccide per odio... e ci ucciderà tutti ha detto...” in lacrime.

L'emozione provata durante quella canzone era tanta e tutta rivolta ad E'hiss, che mi ascoltava attento, guardandomi attraverso il fumo della sua sigaretta. Temevo che la voce mi venisse meno ad ogni nota, ma per fortuna l'esibizione fu perfetta. Quando finii di cantare, lui applaudì ed io gli sorrisi.
"Bene, signor cinismo, come sono andata?"

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Vivian si alzò dal letto, si preparò e scese negli uffici della Taddeus.
Qui trovò Guisgard, sveglio già da un bel po'.
“Buongiorno...” disse lui fissandola “... avete fatto colazione? Stamani abbiamo un bel po' da fare... credo che la Taddeus non sia al sicuro...”

Sorrisi a Guisgard.
"Qualcosa di veloce, voi?.." replicai a quella domanda sulla colazione, per poi ascoltare i programmi per la mattinata.
"Lo immagino.." annuii "Quali misure intendete prendere?" chiesi.

A quelle parole rimasi sgomenta..."Petronilla è una donna seria e scettica e non è donna fantasiosa...ciò che dice è vero..d' altronde da come ha ucciso il servitore sembra un demonio. Dite siamo in pericolo ispettore? Io non ho problemi a cambiare residenza per un periodo e dispenserò i miei servitori finchè questo caso sarà risolto..ovviamente continuando a pagarli..perchè questa rimane casa mia.." sospirai "Pensavo dopo la morte strana di mio marito di non dover affrontare più situazioni simili, il problema è che forse sono legate" e mi buttai sulla poltroncina sospirando.

“E' la verità...” disse Frediana a Gwen “... ma se volete non lo dirò... lo scoprirete stasera alle sei... quando sarete vedova...”

“Perdonate la mia scortesia...” disse mortificato Ordifren a Dacey “... non immaginavo... vogliate accettare le mie più sentite scuse, madama.”
“Beh, immagino resterò fino a domattina, anche se mancheranno poche ore all'alba ormai...” Ottan “... poi tornerò al mio giornale.”
“Ottimo.” Annuì Ordifren. “Vi farò assegnare due stanze per la notte. O ciò che ne resta.”
dopo aver bevuto un ottimo vino rosso, Efredin accompagnò la donna ed il giornalista in due camere distinte.
Erano ampi, confortevoli ed arredate con gusto.
Qui Dacey riposò fino al mattino.

“In verità” disse E'hiss sorridendo “devo dire molto bene. Credo abbiate un certo talento. Certo, bisogna lavorarci un po', ma avete buone argomenti. Magari potreste venire qui dopo il lavoro ad affinare le vostre dote canore.” A Gaynor.

Mi premurai subito di rassicurare il professore, non poteva sapere della mia condizione e non aveva nulla da scusarsi.

Trascorremmo ancora qualche minuto piacevole sorseggiando del vino e quindi io e Ottan fummo accompagnati alle nostre stanze.

" Buonanotte" dissi al giornalista prima di entrare in camera.

E fu li che immaginai di essere proprietaria di quelle stanze. Con quei pensieri mi addormentai.

Dormii piuttosto serenamente fino al mattino.

Per mia fortuna grazie alle compere del giorno precedente avevo abbastanza capi da permettermi di cambiarmi completamente d'abito.

E così indossai qualcosa di nuovo per la colazione.



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"Beh, per cantare in pubblico non basta "un certo talento"..." risposi un po' infastidita. La mia voce era già ben impostata, difficilmente alla mia età avrei potuto affinarla ulteriormente. "O si è bravi o non è possibile affrontare un palco... magari è meglio scartarla quell'idea, dopotutto l'avete detto voi, mi trovo bene in mezzo ai miei fiori..."

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Sospirai avvilita ed infastidita dal carattere petulante di quella donna.
Chiusi la porta e mi sedetti sul letto, facendole segno di parlare.

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“Un thè andrà bene...” disse Guisgard a Vivian “... riguardo a stanotte... tutti i giornali e la polizia affermano che ci sia un unico nesso fra tutte queste vicende... per questo ho motivo di credere che questo palazzo e le opere d'arte in esso conservate siano nel mirino di questi fuorilegge... insomma, una vera seccatura...” scuotendo la testa.
Bussò ed entrò Ernot.
“Capo...”
“Si?” Fissandolo Guisgard.
“Ho qui qualcosa di interessante...” Ernot mostrando dei fogli al suo capo “... in seguito a vari furti tra chiese, monasteri e collezioni private di opere d'arte in città si è riscontrato un sensibile aumento della vendita di immobili... soprattutto relativa ad edifici nobiliari... dovresti darci un'occhiata...”

“Sono al servizio in questo palazzo da molto tempo, ma solo da poco il dottor Rainneg ha acquistato l'intera dimora...” disse Frediana a Gwen “... però l'ho visto tirare di spada spesso e mi sono fatta l'idea che sia uno spadaccino di professione. Possiede inoltre una vasta collezione di spade giunte da ogni parte del mondo... insomma, se tenete a vostro marito dovete convincerlo a desistere... supplicate, scongiurate, minacciate, ma fate in modo che quel duello non abbia inizio... questo è quanto... mi sembrava giusto avvertirvi... col vostro permesso ora tornerei alle mie faccende...” con un lieve inchino.

Annuii a Guisgard "Lo faccio portare subito..".
Quando tornai con il tè, e alcuni biscotti, ascoltai le notizie più importanti.
"Già.." Sospirai "E che misure avete intenzione di adottare?" Pensierosa.
Poi arrivò Ernot.
"Volete comprare un altro palazzo?" Stupita.
Poi pensai che la cosa aveva senso "Così tutti crederanno di dover attaccare il Palazzo dei Gigli ma se ci riusciranno non troveranno niente.." Sorrisi "Non è affatto una brutta idea.." Annuendo "Ma voi siete conosciuto in città, si spargerà la voce.. A meno che non vogliate scegliere una residenza di campagna.." Sorridendo, divertita.

Affondai le mani nei capelli con un lungo sospiro sconsolato.
Gli avevo detto di tutto, lo avevo implorato,ma non voleva nemmeno guardarmi in faccia.
Se volevo che ne uscisse vivo, dovevo fare del mio meglio.
Così, uscii dalla stanza e andai a cercarlo.

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“Una residenza di campagna...” disse ridendo Guisgard a Vivian “... sapete che è un'idea geniale? Una volta lessi di un tipo, un farfallone veneziano credo di ricordare, che aveva acquistato una tenuta in campagna per ospitare le sue amiche di letto, in modo che le signore non avessero la fobia di essere scoperte dai loro gelosi mariti...” divertito “... eh, questi veneziani hanno l'arte del libertinaggio nel sangue.” Sornione. “Grazie, Ernot... lascia pure qui questi fogli, li leggerò con calma più tardi...”
Ernot annuì ed uscì.

Gwen lasciò la sua stanza e andò in cerca di suo marito, senza però trovarlo.
Fin quando lo vide nel giardino della tenuta che si esercitava con la spada.

Gli lanciai un'occhiata divertita, alzando gli occhi al cielo.
"Davvero divertente.." ridendo appena.
E poi Ernot uscì.

Nel palazzo non lo trovai.
Era infatti in giardino ad esercitarsi con la spada.
Rimasi un lungo attimo ad osservarlo.
"Sei sempre stato più versato nel pianoforte che nella spada..." attirando la sua attenzione e camminando verso di lui, con un leggero sorriso "Tuttavia, non credo si possa dire lo stesso del dottore... Almeno, stando a ciò che si dice in giro..." disarmandolo con la magia e prendendo la sua spada, per poi portarla dietro la schiena.

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Guisgard sorrise a Vivian, mettendo via quei fogli di Ernot.
“Naturalmente una simile tenuta così riservata e fuori mano” disse alla sua segretaria “sarebbe di certo sempre aperta per voi...” sorridendo “... dopotutto siete la mia segretaria personale e sapete che senza di voi non troverei neanche i calzini...” divertito.

Theris si voltò seccato verso Gwen.
“Bel giochetto...” disse “... posso riavere la mia spada? Comunque, se sei qui per fare l'uccello del cattivo augurio puoi benissimo andare altrove... magari dal tuo amico dottore, chissà che non ti regali un altro anello... uno adatto per una vedova inconsolabile...”

Sorrisi appena a quelle parole, alzando gli occhi su di lui.
"Nel senso che volete mi trasferisca lì anch'io, o che mi chiamerete quando avrete bisogno?" con un sorriso che cercava di essere divertito.
Non mi piaceva l'idea di allontanarmi da lui, non mi piaceva per niente.
Ma forse era la cosa migliore, forse stargli lontano mi avrebbe ridato sanità mentale.

"No" scuotendo la testa, sempre un leggero sorriso "E comunque non faccio da uccello del cattivo augurio. Frediana mi ha detto di convincerti a rinunciare a quel duello, il dottore è troppo abile e tu rischi" poggiando la schiena ad un albero, con la spada sempre dietro di me, fra le mie mani.
"Possibile che tu non capisca che te lo sto dicendo perché tengo a te e non voglio che tu faccia sciocchezze?" stavolta più seria.

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“Oh, ma io avrei sempre bisogno di voi, mia cara...” disse Guisgard a Vivian “... le vostre qualità sono per me irrinunciabili.” Fissandola divertito. “Di certo non sfigurereste al cospetto di qualunque dama dabbene di questa città. Dopotutto vi ho potuta ammirare sia in abiti da lavoro, sia in quelli eleganti ed anche in quelli meno castigati come una camicia da notte.” Guardandola con un sorriso sornione.

“Chissà...” disse Theris a Gwen “... magari sarò io ad infilzare il nostro dottore... e tu? Ne saresti rattristata forse?” Guardandola.
Intanto il cielo si era ingrigito e qualche goccia di pioggia prese a scendere sulla tenuta.

“In verità” disse Lion ad Altea “credo che questo palazzo per ora non corra più rischi. L'obbiettivo dell'assassino era chiaro, ossia rubare le opere di vostro marito. Infatti non ha portato via altro, nonostante molti oggetti preziosi siano custoditi nei mobili di questa dimora.”
“Si, buon ragionamento...” annuì Ozzillon “... anche io ci avevo pensato... si si...”

"Quindi?" fissandolo con aria interrogativa.
Sospirai e cercai di sorridere.
"Che ne sapete.. Magari sono una principessa..." ridendo divertita.
Diedi uno sguardo a quelle carte.
Erano splendidi palazzi.
Poi mi venne un dubbio.
"Un palazzo così grande avrebbe bisogno di servitù.. Come sapete che i ladri non si infiltrino? Dopotutto parlano di uguaglianza, di odio verso la nobiltà.. Quale miglior posto per colpire dall'interno se non proprio la servitù?" pensierosa.
"E se invece vi prendeste una semplice casa di campagna?" Alzando lo sguardo su di lui "Certo immagino che per voi sarebbe difficile ma.. pensateci, sarebbe insospettabile.. Senza contare che nessuno se lo aspetterebbe mai.." Annuendo "E se proprio dovessero scoprirci beh.. È più facile da difendere.. Che ne pensate?".

Guisgard sorrise.
“Siete una stratega vedo.” Disse fissando Vivian. “Però concordo... potreste essere chiunque... anche una principessa, perchè no?” Divertito. “Però vi è del buono in ciò che dite riguardo una futura mia residenza in campagna... ma vivere nel sospetto mi avvilisce... detesto non potermi fidare dei miei domestici... ma comunque di questo passo non troverò più nessuna dimora disponibile, visto le stanno acquistando tutte in città... e guarda caso proprio dopo i vari furti di opere sacre...”

Sbuffai infastidita.
Lo attirai a me dalla camicia e lui si ritrovò sul prato del giardino, bloccato sotto di me e con le mani immobilizzate dalla magia.
"Senti, signorino. Adesso tu e la tua stupida gelosia immotivata mi avete veramente stancata" dissi con rabbia, con gli occhi nei suoi "Sarà meglio che rinunci a questa idiozia, o dovrai ringraziare che sia stato Rainneg ad ucciderti, perché vorrà dire che non l'ho ancora fatto io. Quindi è meglio per te che tu riveda la tua posizione" puntando contro di lui la lama, che era pericolosamente vicina al suo viso.
Naturalmente non gli avrei mai fatto niente, ma speravo che il fatto di averlo in pugno portasse qualche risultato.

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Dopo una notte di riposo breve ma tranquilla, Dacey si preparò ed uscì dalla sua camera, trovando uno dei domestici che senza dire nulla la condusse al pianterreno, nella saletta per la colazione.
Qui vi erano già Ottan ed il professor Ordifren.
“Buongiorno, madama...” disse questi accogliendola con cortesia “... i miei complimenti... la vostra bellezza e grazia hanno impreziosito questo palazzo.”
E fu servita la colazione, dopo la quale Ottan salutò ed andò via per i suoi impegni al giornale.

"Per quello secondo me una casa senza domestici sarebbe l'ideale!" annuii "Portate solo le persone di cui vi fidate ciecamente e dormirete sonni tranquilli, no?" alzando le spalle "Pensateci, non è una brutta idea!".
Poi quel commento sulle opere in città.
"E vi stupite? Quelle opere mica le vorranno per bellezza, la storia della chiesa è una bella storia da raccontare alla bassa manovalanza che magari ci crede davvero, ma la verità è che comunque serviranno a questi tizi, chiunque siano, per arricchirsi, altroché... più soldi uguale più potere.." sorrisi "Questo dovreste saperlo, no?".

In un attimo e senza rendersene conto, Theris si ritrovò bloccato sotto Gwen, che con l'aiuto della magia lo aveva immobilizzato.
“Bene...” disse lui fissandola “... vuoi uccidermi? Comunque la mia gelosia non è immotivata, visto che hai accettato il dono di quell'anello e senza poi dirmi nulla.” Fissandola.