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"Già..." disse Elv a Gwen "... si vede che la gente ama più stare all'aria aperta, tra le mille attrazioni di questo posto, invece di ammuffire dentro nella hall." Divertito.
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Lo sguardo di Ardea non mi sfuggì e mi avvicinai sfiorandolo.. "Andiamo sul terrazzo" osservandolo dritto negli occhi.
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Altea si avvicinò, con Ardea che ancora la fissava.
I suoi occhi erano fissi, piantati su di lei. in quelle sfumature di azzurro pulsava tutta la gioventù del ragazzo e si specchiava come la visione di una dea tutto il corpo di Altea. "Si..." disse annuendo "... certo..." aprendo la porta scorrevole che dava sul terrazzo, con fare cavalleresco "... prego, dopo di lei..." attendendo che lei uscisse. |
"Sì, infatti" convenni.
Non aveva torto, ma io ero sempre quella delle strane sensazioni e ci andavo in fissa. "Com'eri all'università?" gli chiesi, con un sorriso divertito e curioso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Sempre stato un discreto diplomatico." Disse divertito Elv a Gwen. "Mai andato per i 30 e lode e questo mi liberava dall'ansia, dandomi alla fine un buonissima media del 27,5." Ridendo. "Perchè questa strana domanda?" Mentre intorno a loro la gente si divertiva con spensieratezza.
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Ridacchiai.
"Mmm... Beh, allora direi che la secchiona della coppia sono io..." divertita. "Nulla, ero solo curiosa di sapere com'eri quando ancora non ti conoscevo..." sorridendogli. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, ora sono curioso..." disse divertito Elv "... avanti... da sfogo al tuo ego... che media stratosferica avevi all'università?" Fissando Gwen.
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Lo guardai con una smorfia divertita.
"Beh... Il massimo" risposi, per poi ridere. "Diciamo che ho fatto di necessità virtù..." con tono sarcastico. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Eh... immagino..." disse con una smorfia Elv a Gwen.
Ad un tratto i due videro Bobby, il cane del proprietario, passò veloce davanti a loro, con un giornale nella bocca. "Sembra avere molta fretta..." osservò Elv. |
Annuii con un po' di malinconia.
Avrei preferito vivere meglio il mio periodo all'università, piuttosto che sforzarmi di cercare a tutti i costi una cura per quel maledetto virus. Poi, vedemmo Bobby camminare con un giornale in bocca. "Vieni, vediamo dove va." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Elv fu sorpreso dalla proposta di Gwen poi fece spallucce e la seguì.
I due andarono così dietro il cane che li condusse in una zona del giardino appartata, dove c'era una dependance. https://img.archilovers.com/projects...c5c241407a.jpg |
"Come mai quell'espressione sorpresa? con tono divertito.
Poi, dopo che seguimmo il cane, ci ritrovammo davanti ad una dependence. "Uh, guarda che posticino appartato..." guardando incuriosita quel luogo nascosto ed intrigante. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Bobby si fermò davanti alla porta, lasciò cadere il giornale sullo zerbino ed abbaiò.
"Già, molto carino il posto..." disse Elv a Gwen fissando il cane. La porta si aprì ed una mano tirò dentro il giornale, poi accarezzò il cane ed infine chiuse la soglia. |
Bobby poggiò il giornale sullo zerbino ed una mano lo ritirò, ricompensandolo con una carezza.
"Che sia l'angolo privato di Fatten?" ipotizzai. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Molto probabile..." disse Elv a Gwen "... e credo che il nostro indugiare a star qui possa essere ritenuto alquanto scortese..." fissando Bobby accucciato davanti alla porta.
"Il libro..." una voce intorno a Gwen "... guardati dal libro... guardati dal libro..." |
"Sì infatti, allontaniamoci, è meglio" annuii.
Poi, ancora quella voce riguardo il libro. "Credo che quel libro su Ipazias posseduto da Fatten abbia qualcosa di strano" esordii ad un certo punto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Il libro..." disse Elv a Gwen "... come mai?" Fissandola.
Ma prima che lei potesse rispondere, dalla dependance si sentirono dei lamenti. Qualcuno che sembrava parecchio afflitto. |
Stavo per rispondere, ma sentimmo degli strani versi.
Come di afflizione. "Ma che succede?" dubbiosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Provengono dalla dependance..." disse Elv a Gwen.
Poi le fece segno di seguirlo. Si avvicinarono ed ora quei lamenti si potevano sentire meglio, poichè Bobby se ne stava in silenzio. "Povero me..." dall'interno Fatten "... povero me... la mia fortuna è destinata a svanire... povero me..." |
Ci avvicinammo per sentire meglio e non mi ero sbagliata.
Era proprio Fatten e sì, era proprio afflitto. "Non credo che ora la sua fortuna sia minata dalla salute del cane... Ma allora cosa potrebbe essere?" perplessa e pensierosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non ne ho idea..." disse Elv a Gwen "... e credo che solo bussando a questa porta lo potremo sapere... ma temo che si rischi di essere indiscreti come minimo..." perplesso.
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Avevo bisogno di toccarlo, di sentirlo addosso a me.
Necessiravo della sua vicinanza,e del contatto con il suo corpo. Lui mi mise una mano sul fianco e tutto in me si accese ancora si più, alzai lo sguardo per cercare i suoi occhi e li trovai come i miei, ardenti e carichi di desiderio. Poi ascoltai le sue parole, sul libro. Non dovevo perdere di vista la missione nemmeno davanti a una tale ed eccitantissima distrazione. Certo che non era facile. La cosa si faceva sempre più intrigante. "Ecco, ora sembra di essere catapultati in un film dell'orrore!" ridacchiai appena, stringendomi lievemente a lui, quasi avessi bisogno di protezione. "Dai, cerchiamo la lapide!" tutta entusiasta io. |
Taddeus la guardòe sorrise.
"Perchè no." Disse. "Come due turisti in cerca delle particolarità del posto." Stringendo Destresya, con quel braccio attorno ai suoi fianchi, ancor più contro di lui. "Andiamo, mia cara." Con fare confidenziale. SEguendo le indiczioni del libretto guida di lui, girando per quei giardini, infine trovarono la strana lapide. E su di essa lessero queste parole incise: “Qui si è consumato l'ultimo rogo per stregoneria nelle terre Fleegesi. In questo luogo fu bruciata l'avventuriera Ipazias, donna colta, affascinante, artista e poetessa, amante della vita e della libertà, messa a morte tra le fiamme e seppellita in terra sconsacrata.” |
Quel contatto inebriante, quella stretta così rassicurante e quella complicità che mano a mano ci legava sempre di più.
Ero estasiata, emozionata, eccitata e inebriata da tutta quella situazione. Sentivo il cuore battere sempre di più, e avevo una gran voglia di lasciarmi andare, sebbene il mio istinto mi mettesse in guardia dalle situazioni in cui potevo perdere il controllo. Oh e se avrei perso il controllo con lui. Lo avrei perso e riperso, eccome. Quando arrivammo alla lapide, dovetti mio malgrado lasciare il suo braccio e avvicinarmi ad essa, chinandomi sull'erba che la circondava. Lessi la scritta, e poi presi il mio smartphone, o almeno quello che agli occhi di un contemporaneo doveva sembrare tale per evitare gli anacronismi, ma che conteneva la tecnologia del mio tempo. "Facciamogli una foto!" sorrisi, puntandolo verso la lapide. In realtà non avrebbe fatto solo una foto, ma quel dispositivo era in grado di analizzare ogni aspetto di quell'oggetto. Poi mi alzai e guardai Taddeus. "Un rogo per stregoneria..." pensierosa "Queste cose non portano mai bene... dovremmo documentarci su questa Ipazias per capire meglio la faccenda, non credi?". |
Taddeus rise.
“Mi sembra una detective.” Disse divertito a Destresya. “Dopotutto a me interessava solo di conoscere per sommi capi la leggenda, ma se vuoi indagare a 360°, beh, non c'è problema.” Fissandola. “Credo però che la mia guida non dica molto su questa Ipazias...” sfogliando il suo libretto. |
Lo guardai negli occhi, uno sguardo intenso e penetrante.
"Chissà, magari lo sono!" facendogli l'occhiolino. Sorrisi alle sue parole, avvicinandomi di nuovo a lui, cercandolo e trovandolo. "Beh, magari online potremo trovare qualcosa di interessante.." fissandolo negli occhi intensamente, con voce calda, sensuale, come se avessi detto qualcosa di infinitamente più eccitante. "Però io non ho con me il mio portatile..." dissi solo, con un sorrisetto malizioso, mordicchiandomi appena il labbro, sperando che avrebbe colto il sottinteso di quella frase. |
La fissò tutta per un lungo istante.
Destresya si sentì scivolare addosso tutto lo sguardo di Taddeus. Uno sguardo, caldo, persino immorale, proibito. E questo la faceva sentire una cattiva ragazza. Molto cattiva. “Ma certo...” disse lui sorridendo “... possiamo salire in camera mia...” guardandola diritto negli occhi “... li ho il mio pc...” porgendole la mano. |
Sorrisi, compiaciuta ed eccitata da quelle parole.
Era esattamente quello che volevo, essere da sola con lui, senza nessuno intorno. Senza le convenienze da rispettare, senza nessun limite o nessun freno. Che razza di effetto mi faceva quell'uomo, come mi perforava l'anima, come sapeva scuotermi nel profondo. Non era da me comportarmi in quel modo, eppure mi faceva perdere ogni controllo, ogni inibizione. "Oh mi sembra un'ottima idea.." mormorai, con la voce calda e vogliosa di chi sta sognando ben altro del pc. E considerando come mi guardava, quello sguardo che mi faceva sciogliere e bruciare contemporaneamente, anche lui doveva pensare la stessa cosa. Allora presi la sua mano e lo seguii, in quella che si prospettava essere la migliore delle avventure. |
Mano nella mano Taddeus e Destresya tornarono nella hall e con l'ascensore salirono al piano dove lui aveva la stanza.
Era questa una camera grande, ben arredata e con diversi comfort. “Prego, accomodati pure...” disse lui aprendo la porta e facendola entrare per prima, mostrando la sua cavalleria. Si tolse la giacca e si allentò la cravatta, per poi avvicinarsi al mobile bar. “Cosa ti va di bere, cara?” Prendendo dei bicchieri e fissandola. |
Per tutto il tragitto sentivo l'elettricità fra di noi caricarsi ed essere sempre più pronta ad esplodere.
Ogni cosa gridava la voglia e il desiderio inespresso per questi due sconosciuti che si erano riconosciuti nella notte. Quando arrivammo nella sua stanza mi guardai intorno, era ampia, spaziosa e luminosa, niente male. Ma sarebbe potuta essere una topaia, che in quel momento proprio non mi importava. Mi sedetti sul divanetto, fissandolo, accavallai le gambe e mi appoggiai al morbido schienale. "Sei tu il padrone di casa..." con voce sensuale, come se dicessi tutt'altro "Stupiscimi.." con un sorriso di chi già pregusta tutto quello che verrà. http://i65.tinypic.com/14ujiw4.jpg |
Taddeus la guardò, non solo quelle gambe accavallate, ma tutta.
"Perfetto..." disse a Destresya, prendendo alcune bottiglie "... vediamo se riesco a ricordare com'era fatto un Nolhito... lo assaggiai quando prestavo servizio nella Legione Straniera..." cominciando a miscelare vari alcolici "... ho fatto diversi mestieri prima di diventare uno sceneggiatore... ecco, sembra che la ricetta del Nolhito mi sia tornata in mente... ma ti avverto, è molto forte... pochi riescono a reggerlo..." preparando i due bicchieri. Quando furono pronti e ne offrì uno a Destresya, sedendosi davanti a lei, davanti alle sue gambe accavallate. "Un brindisi?" Fissandola. "Alla bellezza che ammalia, che offusca, che fa perdere il bene dell'intelletto... sono curioso di scoprire chi fra te e queste drink mi farà più effetto..." facendole l'occhiolino. |
Lo osservai intensamente, ogni suo movimento, ogni suo passo.
Quello sguardo azzurro che si posava su di me sapeva inebriarmi molto più di quanto avesse mai fatto l'alcool o qualunque altra cosa. Ero persa in quel mare meraviglioso, fatto si sfumature, luoghi in cui era più profondo e altri in cui la spuma di mare lo rendeva chiaro, creando un insieme unico e meraviglioso, con al centro il sole, quelle macchie dorate che circondavano la pupilla e impreziosivano il suo sguardo. Ascoltai le sue parole, lo immaginai nella legione straniera e in tanti altri posti, luoghi, avventure. "Devi assolutamente farmi leggere qualcosa di tuo.." con un sorrisetto complice. Poi mi portò il cocktail e mi sporsi per prenderlo, abbassandomi senza preoccuparmi di quanto si vedesse la scollatura. Portai il bicchiere alle labbra, oltremodo curiosa. "Oh, io so perfettamente cosa mi fa più effetto tra te e questo cocktail!" dissi, con voce complice e vogliosa, prima di prenderne un bel sorso e gustarmi tutto il sapore come avrei voluto gustare il suo. |
Le gambe di Destresya, la sua generosa scollatura, il tono caldo della voce e gli occhi azzurri di Taddeus su di lei.
Poi quel sorso di Nolhito, l'alcool intenso, il sapore del Gin e del Rum, il calore in tutto il suo corpo, il viso in fiamme ed i sensi pulsanti. Un ardore incontrollabile ed irrefrenabile sorse in Destresya, divampando come un incendio fra le sue gambe, dando fuoco a tutto. Si sentì sciogliere, colare di un nettare denso, bagnarsi di un desiderio indomabile. Il sapore intenso di quel cocktail avvolse tutta la sua persona, portandola per un attimo lontana dal mondo, dai suoi tabù, dalla sua etica e dalla sua morale. Il retrogusto di agrumi, di zenzero ed infine quello dolciastro di cannella pizzicarono la sua lingua, che rovente causava nella sua bocca un'intensa salivazione. Tutto ciò mentre Taddeus sorseggiava tranquillamente il suo drink, fissandola come Mefistofele amava fare con Margherita, dove il proibito ed il lecito si perdono bell'abbandono e nel richiamo ultimo dell'istinto e dei sensi. |
Più lo fissavo e più mi perdevo in quell'abisso, i suoi occhi si facevano sempre più intensi e vicini, più pericolosi e bellissimi, come un vortice in cui venivo risucchiata a poco a poco.
Tutto si fece intenso, caldo, troppo caldo, bollente, sempre più bollente. Non capivo più niente, ero completamente fuori di me. L'effetto che mi faceva quell'uomo era impressionante, sapeva farmi perdere il controllo, sapeva ammaliarmi, scaldarmi, bruciarmi. Il cocktail aveva qualcosa di esotico e di proibito, di caldo e di ardente. Doveva essere quello il suo sapore. Oh, eppure volevo proprio il suo sapore. Una volta avevo letto in un libro che un innamorato, uno di quegli amori che sembravano impossibili aveva detto alla sua amata, riguardo al sapore della sua pelle: "Lo immaginerò per il resto della vita". Ma come nei migliori romanzi, il loro Amore era andato oltre il tempo e lo spazio, oltre ogni ostacolo e quel sapore lui ora lo conosceva meglio di qualunque altro al mondo. E io? Avrei potuto assaggiare il sapore della sua pelle come quell'innamorato? Avrei potuto assaporare ogni parte di quell'uomo che tanto scuoteva il mio animo, che mi sconvolgeva facendomi dimenticare tutto? Quell'uomo che sembrava mandato dal Destino in modo così sfacciato? No, non era certo il cocktail... "È davvero divino.." mormorai, con voce calda e lo sguardo che accarezzava tutta la sua figura, avidamente. |
“Sapevo di sarebbe piaciuto...” disse Taddeus a Destresya senza smettere di fissarla.
Uno sguardo profondo, quasi inesorabile. Persino cattivo, acceso di desiderio. Erano soli e nessuno avrebbe potuto impedire a quell'uomo di prenderla, spogliarla tutta e costringerla a dirgli ed a fargli tutto. Qualsiasi cosa e lei avrebbe obbedito. Avrebbe potuto esercitare qualsiasi controllo su di lei, fino a farla sua. A possederla in tutti i modi possibili ed immaginabili. A farle sentire dolore e piacere, a profanare ogni suo tabù, piegare ogni sua resistenza. I suoi occhi dicevano questo e Destresya già si vedeva ai piedi di quell'uomo, inginocchiata a sentire il suo sapore, a succhiargli via tutta la sua mascolina essenza, scoprire fin dove quell'uomo poteva apparire così forte e resistente. “Adoro questo cocktail...” lui finendo il suo bicchiere e destando Destresya da quelle fantasie. |
Oh se mi era piaciuto, mi era piaciuto eccome.
Il cocktail, il suo sguardo, e tutto quello che non facevo altro che immaginare. Oh quelle immagini erano così vivide e salde nella mia mente, quelle voglie così intense, così avide, così potenti che avevo già perso completamente il controllo, avevo già abbandonato ogni decenza, ogni tabù, ogni resistenza. Sentivo il mio corpo fremere, accendersi, perdersi in tutto quello. Il suo sguardo su di me mi faceva impazzire, mi inebriava e bloccava alo stesso tempo. Non capivo più niente, più niente! Lui parlava del cocktail e io non riuscivo nemmeno a rispondere. Come poteva rimanere così calmo mentre tutto intorno a noi e dentro di noi andava a fuoco? Restare così impassibile mentre io perdevo ogni controllo e decenza, mentre i miei pensieri vagavano nei meandri più oscuri del mio animo. Mi sembrava di andare a fuoco, di essere lì davanti a lui mentre ardevo. "Oh si... è davvero buono..." chinandomi verso di lui, e fissandolo negli occhi, intensamente. "Dovremmo... dovremmo guardare il pc, no?" con aria impertinente e maliziosa "Dovrai sederti vicino a me..." battendo col palmo della mano il cuscino accanto al mio su quel divano. Non desideravo altro che averlo vicino. |
"In effetti, non è il massimo..." dissi, pensando.
"Ma potremmo sempre dire di essere capitati qui per caso e abbiamo deciso di fare un saluto. No?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Taddeus sorrise, fissando Destresya negli occhi, per poi alzarsi e sedersi con lei su quel divano.
Non era molto largo ed i loro corpi erano uno contro l'altro, quasi stretti. Lui aprì il pc e lo accese. "Cominciamo la nostra ricerca..." disse. In quel momento però Destresya cominciò a sentire una strana ansia. Una cosa assolutamente irrazionale, una sorta di soffusa angoscia, quasi di paura, come fosse un attacco di panico. Allora sullo schermo del pc saltò fuori un'immagine. Era una lapide conficcata nel terreno, dalla quale però sembrò sbucare fuori qualcuno. Una ragazza. https://media.giphy.com/media/CftrjsKV6wckU/giphy.gif |
"Ok, proviamo..." disse Elv a Gwen.
Allora si avvicinarono alla dependance, lui accarezzò Bobby che rispose scodinzolando e poi bussò. Poco dopo la porta si aprì ed apparve il volto di Fatten. Era pallido e con una pessima cera. |
Arrivò vicino a me, e io lo guardai compiaciuta, lasciando che i miei occhi accarezzassero tutto il suo corpo.
Tutto intorno a me bramava di perderci e vivere unicamente l'uno dell'altra. Ma avevamo la missione, almeno io l'avevo e anche se sentivo il suo corpo contro il mio e non capivo più niente dovevo per forza concentrarmi sul computer. Anche se, a dirla tutta, non pensavo che avremmo davvero guardato il computer. Ad ogni modo, cominciammo la nostra ricerca. Ma c'era qualcosa, qualcosa che mi attanagliava la gola, che mi opprimeva, che mi riempiva d'angoscia. Non sapevo come definirlo, istintivamente portai la mano sul braccio di Taddeus, mentre guardavamo il pc. Ma poi accadde qualcosa, c'era una lapide, ma poi.. qualcosa... una ragazza. "AH!" cacciai un grido, voltandomi istintivamente verso Taddeus, e finendo tra le sue braccia. |
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