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Gaynor ed Ensa spronarono i cavalli ed in breve tornarono al palazzo della dama flegeese.
E appena le due donne arrivarono nel cortile del nobile edificio notarono qualcosa di strano. Il cancello d'ingresso era stato aperto con la forza e tutte le piante ed i cespugli del giardino apparivano devastati, gli alberi spogliati dei loro frutti e sui muri del palazzo qualcuno si era accanito causando danni di vario tipo. “Bontà Divina...” disse impietrita Ensa “... cos'è successo qui?” |
“Queste donne” disse Tussor al cavaliere “sono nostre prigioniere. Qui noi rappresentiamo la legge e chiunque giunga in questo feudo è sottoposto ad essa.”
“Messer Alvaro del Gobbo” gridò il cavaliere con tono solenne “non riconosce legge alcuna che invece della giustizia fa del suo fulcro il sopruso!” “Questo seccatore rischia di mandare tutto al diavolo...” sottovoce Anty a Clio. |
Alzai gli occhi al cielo a quella scena.
Ecco, ci mancava solo lui. Annuii ad Anty. Poi feci l'unica cosa da fare: dimostrargli che non andavamo salvate. Certo non potevo dire la verità, dovevo inventarmi qualcosa. "Senti bello.." dissi, sbuffando "Vedi di farti gli affari tuoi e lasciarci in pace, che qui è quasi sera e abbiamo una certa fretta... Sta pur certo che nessuno mi fa niente che io non voglia, e ora levati dai piedi..". A mali estremi, estremi rimedi, pensai. |
Betta guardò Dacey ormai pronta e rimase affascinata di come la principessa egea si apprestava ad apparire nella corte baronale.
“Questo abito vi dona moltissimo...” disse “... stasera tutti gli occhi saranno per voi... ne sarà lieto anche messer Jean.” Sorridendo con malizia. Le due allora lasciarono la stanza e si avviarono nel salone grande, dove il barone ed i suoi ospiti si apprestavano a sedersi a tavola. E com'era facile prevedere, appena Dacey fece il suo ingresso, tutti i presenti restarono ammaliati dalla sua esotica bellezza. E fra loro vi era naturalmente anche Jean, che indugiò per diversi istanti con lo sguardo su di lei. “Per la barba dei berberi di Spagna!” Esclamò Ferico nel vederla. “Guardandovi, milady, si comprende perchè Omero e gli altri dotti greci posero nell'Egeo la dimora della mitica Elena!” Sorridendo compiaciuto. “Prego, venite a sedervi qui accanto a noi... neanche il macedone Alessandro trovò mai preda più sensuale nelle sue campagne di Persia... venite e lasciate che questa corte cada nella dolce tentazione di desiderarvi.” |
Annuii a Betta, era vero ma quanto avrei preferito essere ignorata da tutti e non avere gli occhi addosso.
Una volta nella sala invece fu proprio cosi ma notai per primo lo sguardo di Jean, al quale sorrisi velocemente prima che le parole lascive del barone, nascoste sotto dei complimenti, mi fecero passare la voglia di sorridere. Mi feci coraggio e avanzi accanto a Ferico , nel posto da lui indicato. Per mia fortuna Jean non era lontano e la sua presenza aiutava a sopportare quella cena. << Buonasera Barone, buona sera a voi tutti >> accennai appena giusto per buona educazione. Mi chiamavano infedele e selvaggia ma ero stata educata al meglio. |
“Tutto lascia credere che si tratti di un lupo.” Disse il contadino a Gwen. “Il modo in cui sgozza le bestie, le tracce che lascia e da come è apparso ai pochi testimoni che l'hanno veduto.”
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Il cavaliere a quelle improvvise parole di Clio restò interdetto.
“Allora” disse stupito “è codesta la verità di questa faccenda!” Incredulo. “Io me ne vo per boschi in cerca di fama e di avventure, trovo poi voi altre credendovi povere damigelle in pericolo...e invece? E invece siete volgari battone!” Sdegnato. “Hai sentito, no?” Sbottò Kostor. “Levati dai piedi o sfoglierò la tua corazza come se fosse una cipolla.” “Che vi accompagniate con simili donacce è affar vostro” infuriato il cavaliere “ma che vi rivolgiate poi a me come se fossi l'ultimo dei porcari, no! Avrò soddisfazione!” Sguainando la spada. |
"Sì... L'ho visto con i miei occhi..."con lo sguardo basso, per poi guardare il contadino "Ha sbranato e dilaniato davanti ai miei occhi due uomini che volevano rapirmi."
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“Mai serva fu più bella, mio signore.” Disse uno dei presenti a Ferico.
“Oh, ma ella non è una serva.” Si premunì di chiarire subito il barone. “Lady Dacey è nobile quanto voi, degni commensali. Almeno secondo le rozze leggi della sua infedele terra. E' infatti una principessa, figlia di un potente Arconte. Suo padre pare che in quanto ad autorità e lignaggio non sia dissimile dagli antichi Satrapi che reggevano la Persia.” “Allora la sua presenza qui è sicuramente un dono, o forse un pegno, milord.” Un altro dei presenti. “Ella è ostaggio delle nostre leggi.” Spiegò Ferico. “Ospite di questa corte e di questa terra. Sarà dunque nostra dama e nostra delizia.” “Siete un uomo assai fortunato, milord.” Un altro ancora di quegli uomini. “Avete udito, milady?” Ferico ad un orecchio di Dacey. “E dicono il vero... avervi accanto è una gioia.” Poi il barone diede ordine ai valletti di servire la cena. Poco dopo nella sala entrarono alcuni uomini dai costumi pittoreschi e folcloristici. “Ecco gli attori girovaghi, milord.” Disse Jean a Ferico. “Che inizino allora.” Con un cenno il barone. |
“Che il Cielo ci risparmi...” disse terrorizzato il contadino a Gwen “... due uomini? Deve essere una bestia di rara ferocia! Un lupo di straordinaria forza!”
Era ormai il crepuscolo e la giovane si trovava ancora nel cuore del bosco. “Si sta facendo tardi...” mormorò il contadino “... forse è pericoloso che vi incamminiate ancora da sola per il bosco...” |
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