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Gwen ed Elv si voltarono e videro una figura arrivare e raggiungere i teppisti.
Era però voltato di spalle e non si poteva vedere il suo volto. “Eccoti...” disse uno dei teppisti “... allora? Dov'è la ragazza?” “Presto sarà qui.” Rispose la figura. “Molto presto...” “Sicuro?” Il teppista. “Sicuro...” annuì la figura. |
Quella mano di Clio sul petto di Guisgard, mentre lui continuava a toccare il seno di lei.
Lo toccava, lo stringeva, quasi ci giocava, tenendo gli occhi fissi in quelli di lei. “Cosa provi...” disse con voce calda “... dimmelo... cosa provi?” Infilando l'altra mano nel reggiseno e liberando l'altro seno. “Dimmi... ti piace?” Toccandole i seni con dolcezza mista a vigore. |
Lui la baciò.
Baciò a lungo Gaynor. La baciò profondamente, stringendo il corpo di lei al suo. Erano nudi e quel contatto accese il desiderio dell'uomo dagli occhi azzurri, che cominciò a toccarla ovunque. |
Accarezzavo, scoprivo, percorrevo avida il suo petto con le mie mani.
Più lo toccavo però, più il fuoco si alimentava, mi consumava. E lui non accennava a smettere. Le sue mani sul mio seno, dolci e appassionate insieme. Non capivo più niente. Avevo lo sguardo appannato da quel piacere nuovo e intenso. Poi quella domanda, quella domanda alla quale lo guardai negli occhi, chiedendomi se non fosse evidente dalla loro espressione. "Io.." riuscii a dire, in un sospiro appassionato "Non capisco più niente.." ammisi, senza smettere di guardarlo "Sto andando a fuoco..." cercai di spiegare "È così.." ma ero troppo persa per trovare un aggettivo, buttai la testa all'indietro, e a rispondere a quella domanda fu un lungo gemito che mi strapparono le sua mani. "Esiste qualcosa di meglio al mondo?" farfugliai poi, andando a cercare di nuovo il suo sguardo "Eppure.. eppure è come..." cercai le parole giuste anche se non era facile "Una tortura, una meravigliosa tortura.." con gli occhi nei suoi. |
“Sei tu che stai torturando me...” disse Guisgard a Clio, senza smettere di giocare con i suoi seni “... credimi, tu a me...” fissandola “... sei soddisfatta, no? Ti sto toccando come si tocca una donna...” guardando i suoi seni “... e tu sei una donna vera, no?” Giocando con sensualità. “Mi chiedi se ci sia di meglio? Si... infinitamente di meglio...”
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Quelle parole, lo guardai con uno strano sguardo.
Ritirai le mie mani dal suo petto, e con un sforzo immenso lo fermai, afferrando entrambe le mani con le mie. Allora lo guardai con uno sguardo intenso, nuovo, unico. "Non voglio che mi tocchi come si tocca una donna..." dissi, cercando di ritrovare la lucidità che quelle carezze avevano offuscato. "Voglio che mi tocchi.." con gli occhi nei suoi e voce calda "Come non toccheresti nessun'altra... voglio che mi tocchi solo se vuoi me, e nessun altra..." con la voce sempre più appassionata "Come io.." il cuore batteva sempre più forte "Voglio te e nessun altro...". Allora gli lasciai le mani, tremando. "Perciò se non ti importa niente di me, lasciami andare..." e un velo di malinconia attraversò il mio sguardo. "Se invece anche tu mi vuoi sopra ogni altra... Se vuoi che sia tua, e tua soltanto..." con voce colma di desiderio "Allora mostrami cosa c'è di infinitamente meglio al mondo..." con gli occhi appassionati nei suoi. |
Altea assaggiò la crosta, intraprese quel monologo e poi decise, per distarsi, di pulire casa.
Ma ad un tratto il suo cellulare squillò. |
Guisgard guardò Clio negli occhi.
Uno sguardo profondo, penetrante, quasi diretto fin dentro il suo cuore. “Io...” disse sussurrando “... sono mesi che non tocco una donna... una donna vera dico... una donna che non mi chieda di essere pagata... una donna da avere senza il pensiero che possa rifarsi viva... ed ora arrivi tu... così bella e speciale...” e si chinò sfiorandole le labbra con la bocca. E la baciò, mentre le gambe di lei lo tenevano ancora stretto al suo corpo. “Ok, ora alza le mani, amico.” All'improvviso una voce alle loro spalle. “Ora scendi dal letto e mettiti faccia al muro.” Era uno dei sorveglianti del centro con una pistola puntata contro Guisgard. |
Quello sguardo, quelle parole.
Per un momento temetti che stesse per andarsene, ma poi quel contatto. Le sue labbra sulle mie. Che cosa dolce e sensuale. Poi quel bacio. Quel bacio che riscaldò il mio cuore, allontanando tutte le mie paure. Quel bacio che rese tutto più vero, e nostro. Era la cosa più bella che avessi mai provato. Lo stringevo a me, dolcemente, appassionatamente. Le mie mani percorrevano tutto il suo corpo, dolcemente. Poi qualcosa ci interruppe. Una voce, una pistola. Allora reagii, come ero progettata per fare. In un attimo la presa su Guisgard si rivelò utile, perchè lo spostai di lato, alzandomi agilmente. Con un colpo secco disarmai l'agente e gli puntai la pistola contro a mia volta. "Adesso io conto fino a tre, e tu te ne vai di qui.." con voce impostata e minacciosa "Ma non dalla stanza, dal centro proprio... o ti farò licenziare per esserti introdotto in una camera privata senza alcun permesso...". Lo fissai con occhi gelidi e chiari. "Uno.." iniziai a contare. |
In un attimo Clio disarmò il sorvegliante e gli puntò contro la sua stessa pistola.
Era in piedi, armata, mezza nuda, poiché non si era coperta e con lo sguardo freddo e deciso. “Io...” disse farfugliando il sorvegliante “... io... ho visto la porta semiaperta... e poi lui su di te... tu sei un androide e lui se ne approfittava... è un perverso e sono intervenuto...” con lo sguardo che cadeva sulle nudità di Clio. “Roba da matti...” ridendo Guisgard che osservava il tutto. |
"Primo, tu non dovresti sapere assolutamente nulla della mia identità, considerando che unicamente il professor Iasevol ne è a conoscenza..." dissi, senza che lo stupore trasparisse dal mio tono freddo "Secondo, sono un essere senziente, intelligente e addestrato ad uccidere quindi ti assicuro che nessuno può approfittarsi di me..." vagamente divertita "E terzo.." con aria più minacciosa "Piantala di guardarmi o ti cavo gli occhi seduta stante..".
Il mio sguardo era freddo, nonostante la risata di Guisgard rendesse tutto più divertente. "E ora sciò.." indicando la porta con un cenno "Ti consiglio di non farne parola con nessuno, o ti assicuro che passerai dei guai sei..". |
Il sorvegliante corse via in modo goffo, mentre Guisgard scoppiò a ridere.
“Che idiota...” disse divertito, per poi avvicinarsi a Clio “... l'hai spaventato di brutto...” Poi prese con le mani delicatamente il suo reggiseno e lo sistemò, coprendole i seni. “Dovresti coprirti, sai?” Guardandola. “O li farai morire tutti di desiderio...” sorridendo. |
Appena il sorvegliante andò via, chiusi la porta dietro di lui, a chiave.
"Ma guarda un po'.." scossi la testa, per poi ridere a quelle parole di Guisgard. L'atmosfera era diventata più distesa e mi lasciai andare, ridendo a mia volta. "Certo, sono un pericolosissimo androide assassino, che ti credi?" facendogli l'occhiolino. Poi mi rimise a posto il reggiseno, e arrossii rendendomi conto che quel tizio mi aveva visto mezza nuda. "Ho agito d'istinto.." mi giustificai. Poi mi guardai il reggiseno, guardai lui. "Ma adesso siamo soli, no?" con un sorrisetto malizioso, avvicinandomi a lui. |
Guisgard la guardò.
La guardò tutta. Era bellissima, eccitante, invitante, provocante. “Dimmi...” disse “... ti va di fare una doccia con me?” Prendendo Clio per mano. |
Quello sguardo, così complice e nostro.
Quella domanda, inaspettata. Allora lo guardai, lo guardai tutto. Esattamente come lui guardava me. Era bellissimo. Era tutto bellissimo. L'atmosfera, le sensazioni che provavo. Lui. Sorrisi. "Solo se è abbastanza calda..." con un sorrisetto divertito e uno sguardo malizioso. |
“Sarà bollente temo...” disse Guisgard, portando Clio per mano verso il bagno.
E qui aprì l'acqua della doccia. In breve il vapore appannò vetri e specchi del bagno, fino ad inumidire i loro vestiti. Allora lui la guardò, sorrise e piano comincio a sbottonare ogni suo bottone e a tirare giù ogni cerniera lampo del suo vestito. E nello spogliarla la guardava fissa negli occhi. La lasciò così solo con indosso biancheria intima. Ma durò poco ed alla fine le tolse anche quella. Intanto il vapore rendeva tutto più umido, quasi bagnato. Infine le fece sollevare una gamba per volta, tirandole via prima una scarpa, poi l'altra. E quando la ragazza fu completamente nuda davanti a lui, la guardò di nuovo. Tutta. In ogni parte. “Come si può dire” mormorò “che non sei una donna vera?” Mentre la stanza era sempre più calda, bollente. E non solo per il vapore. http://xxxbunker.com/thumbs/embed/ce...cido_moana.jpg |
Suonò il cellullare e andai a vedere chi fosse..ma tanto non potevo rispondere..aveva detto Guisgard dovevo rispondere solo a lui..andai a controllare nel display..ma questa storia iniziava a stancarmi ..e se erano loro..dovevo nuovamente richiamare Guisgard?. .odiavo questi giretti inutili.
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Sorrisi ancora al ragazzo per poi raggiungere Ren e andare via. Presi la mia borsa per vedere l'orario al cellulare quando, vicino al fiore, vidi qualcosa. Rimasi sorpresa, un po' spaventata. L'asso di cuori era finito nella mia borsa, senza che lui avesse fatto chissà che cosa. Lo uscì e lo guardai intensamente. Cosa voleva dire? Perché quella carta era finita nella mia borsa? Non potevo mica tenerla io, dovevo restituirla. Guardai Ren in silenzio. Ebbi coraggio e gliela mostrai.
"Guarda" dissi mostrandogliela. "Come diavolo ha fatto?" dissi facendomi sfuggire un sorriso. "Dovrei restituirla..." dissi guardandolo seria. Come avrebbe continuato il suo lavoro senza quella carta? Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
" Non ci contare, ne comprerò una nuova. Cancella il mio numero."
Mi passai una mano sul volto, esausta. Dopo qualche respiro profondo mi alzai. Dovevo andare in città dopo tutto, pensai con un sorriso ed uscii per prendere l'autobus e arrivare in centro. L'abito più bello di tutti, ecco cosa dovevo trovare. Raggiunsi una delle vie più importanti e raffinate ed entrai nel primo negozio. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Quel calore costante che ci avvolgeva.
Quella piccola stanza diventata improvvisamente incandescente, per il vapore, per i nostri corpi, per i nostri respiri. Mi spogliò, con delicatezza, e io restai a guardarlo mentre lo faceva. Guardavo il suo sguardo che accarezzava il mio corpo, la sua espressione, le sue mani così delicate e leggere. Infine restai nuda davanti a lui. E mi stupii di quanto mi sembrasse naturale tutto quello. Di quanto mi sentissi a mio agio completamente nuda davanti a lui. Poi quelle parole, quelle parole che mi strapparono un sorriso. Allora mi avvicinai a lui, e iniziai a sbottonargli la camicia. Sentivo uno strano fremito percorrermi, mano a mano che le mie mani scoprivano il suo corpo. La feci scivolare lungo le sue spalle, accompagnandola con le mie mani delicate, mentre alzavo lo sguardo a cercare il suo. Uno sguardo appassionato eppure dolce. E poi risi piano, rendendomi conto che era rimasta incastrata ai suoi polsi perchè non avevo slacciato quei bottoni. Sorrisi, un sorriso tenero, un sorriso dolce, mentre prendevo le sue mani tra le mie e slacciavo quegli ultimi bottoni. Continuai a spogliarlo, mente il mio cuore batteva sempre più forti e il desiderio irrefrenabile del contatto con la sua pelle guidava i miei gesti. Lo spogliai, dolcemente, finché anche lui non restò completamente nudo davanti a me. "Sei bellissimo..." mormorai, dolcemente, mentre le mie mani sfioravano dolcemente il suo corpo "Bellissimo...". |
La persona che aspettavano finalmente arrivò, ma non potevamo vederla perché era voltata di spalle, maledizione.
Potemmo avere un'altra conferma che erano lì per una donna, sicuramente bionda, che presto sarebbe arrivata. Intanto continuavo a chiedermi perché facessero tutto ciò. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il mio uomo mi baciò, facendomi capire che non voleva parlare oltre. Mi stringeva forte, toccandomi ovunque, ed io lessi nuovamente desiderio nei suoi occhi. Ore e ore di sesso non l'avevano fiaccato, dunque... Risposi al suo bacio con altrettanto ardore, ricambiando le sue carezze e strusciando il ginocchio sul suo pube.
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Altea guardò il display del suo cellulare che suonava, sul quale compariva il numero do Jakie, la sua manager.
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Era Jakie...ma io non potevo rispondere. .per tutti ero fuggita. Mi sedetti sul divano ..lei era la unica mi aveva cercato. Presi il libro che stavo leggendo e mi misi con dei cuscini davanti al caminetto..ora potevo finirlo..parlava di un artista alla ricerca disperata della sua ex fidanzata che era fuggita e la trovò a Venezia. .per caso..quel filo rosso li aveva uniti. La cosa strana era che nel ritratto di lei fatto da lui ..lei era sparita..proprio come nella realtà. .forse era sparita per il suo egoismo..di lui..o perché lui non la aveva apprezzata e ora cercava disperatamente di riaverla mentre lei lo rifiutava..era avvincente questa storia.
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Il vapore ricopriva ormai tutto in quel bagno.
Lo specchio, la porcellana e le piastrelle. E naturalmente i loro corpi nudi. Guisgard rise nel vedere Clio un po' impacciata con i bottoni della sua camicia, per poi accarezzarle il viso. E la guardò. La guardò tutta, in ogni sua parte. E nel farlo le sue dita scivolavano leggere delicate, sensuali, lungo la bianca, liscia ed umida pelle di lei. “Sei perfetta...” disse “... perfetta... una donna vera...” indugiando sui suoi seni, fino a raggiungere le sue zone più intime con dolci ed eccitanti carezze. |
Gwen ed Elv, ben nascosti nella penombra del garage e dietro un grosso pilastro di cemento, osservavano quella scena.
I teppisti erano stati raggiunti da un'altra persona. Si trattava di un ragazzo dai capelli lunghi e scuri, alto e ben piazzato che però dava le spalle al pilastro, quindi impossibile per i due da guardare in viso. “Allora...” disse uno dei teppisti “... merita? Ci farà guadagnare?” “Certo...” annuì il ragazzo misterioso “... ho mai sbagliato? Fidatevi di me.” “E' da sola?” “No, ma è come se lo fosse.” Il ragazzo. “Ora dividiamoci, mi rifarò vivo io... con lei.” Stringendo loro la mano. |
Quella carezza, così dolce, intima, nostra.
Mi illuminai a quelle parole. Aveva la capacità di farmi sentire il centro del mondo, mai avrei pensato di potermi sentire così. Sentivo il mio cuore accelerare sempre di più, mentre le sue mani percorrevano il mio corpo. Una lenta e intensa carezza, sempre più calda, sempre più eccitante. Il mio corpo fremeva come non credevo fosse possibile. Le sue mani che sfioravano il mio corpo. Le mie mani che sfioravano il suo. Il mondo intero racchiuso in quella piccola stanza. Il mondo che iniziava e finiva nei nostri sguardi, che si incrociavano. Mentre il vapore avvolgeva ogni cosa. "Dici che l'acqua sarà abbastanza calda?" sussurrai, con voce accaldata, mentre le sue mani non finivano di accarezzare il mio corpo, che si accendeva sempre di più. |
Non riuscivamo a vedere l'uomo appena arrivato, perché era di spalle.
Parlavano della ragazza, ma rimasi perplessa all'ultima frase e guardai Elv. Perché avrebbero dovuto dividersi? Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il misterioso e bellissimo uomo senza nome rispose al bacio di Gaynor con trasporto, impeto, ardore.
Sembrava incapace di stancarsi, di fiaccarsi, sempre desideroso, com'era, di lei e del suo corpo. “Ricomincerei, piccola...” disse con le labbra e la lingua sulla bocca di Gaynor “... ma è giorno, devo andare... ma tornerò... dimmi... desideri qualcosa? Un vino particolare, una bibita, un dolce o magari altro?” Stringendola a sé. |
Le parole di Mister X furono come acqua gelata addosso.
"Perché devi andare? Dove?" Dissi con voce angosciata "Non voglio restare sola in questo maledetto posto... Non voglio nulla, solo che non mi lasci sola... ho paura senza te..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Altea ignorò la chiamata di Jakie e si mise a leggere davanti al camino.
Però il cellulare suonò di nuovo, per la seconda volta. Era sempre la sua manager. |
“Io dico di si...” disse Guisgard a Clio, per poi prenderla per mano ed aprire la cabina della doccia.
Ma in quel momento cominciò a suonare l'allarme in tutto il centro. “Che diavolo succede?” Stupito il pilota. |
I teppisti andarono via per un'uscita, mentre il ragazzo misterioso ne imboccò un'altra.
“Chissà cosa tramano...” disse Elv a Gwen una volta rimasti soli nel garage “... forse rapiscono le ragazze per un giro di prostituzione... che vigliacchi... ma mi chiedo perchè si riuniscano qui... qui, nei sotterranei della Società Cibernetica Ateon...” |
Sorrisi a Guisgard, stringendo la sua mano nella mia.
Ero felice, felice e serena come non ricordavo di essere mai stata. Mi sembrava di essere in un sogno incantato. Poi l'allarme, e tutto quel sogno crollò. "Non lo so.." alzando gli occhi al cielo "Ci mancava solo questa adesso...". |
Andarono tutti via e noi restammo soli nel garage.
Alzai gli occhi al cielo e sospirai. Era inutile. "Non lo so è ora non mi interessa, è un altro il motivo per cui siamo qui." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Sta tranquilla...” disse lui stringendo la mano di Gaynor “... devo sistemare una cosa... per te, per noi... se mi riesce tu potrai uscire da qui ed essere liberi... e chissà, magari potremo fuggire via insieme, rifacendoci una vita nuova... ma devi aver fiducia in me...” fissandola, per poi baciarla di nuovo ed abbracciarla, stringendo il corpo nudo di lei contro il suo.
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Continuavo a leggere ..il telefono suonò nuovamente e guardai era sempre Jakie..Non risposi..ma avevo detto a Guisgard di prendermi una sim nuova. Chiusi la chiamata di brutto e presi infuriata il cellulare e chiamai Guisgard. .volevo stare tranquilla.
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"Io mi fido di te..." risposi sulle sue labbra "è di quelli che sono qui che non mi fido... il tuo capo potrebbe tornare e decidere di prendermi con sé mentre tu non ci sei... e allora cosa ne sarebbe di noi? Portami con te..."
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“Sembra di essere in una base militare...” disse Guisgard a Clio “... cosa può essere? Magari ci attaccano?” Sarcastico. “Forse sarà il caso di andare a vedere, no?”
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“Si, hai ragione...” disse Elv a Gwen “... la mia moto... cerchiamola... stare qui mi mette l'ansia...”
Ad un tratto si accesero le luci e poi si udirono dei passi che si avvicinavano. |
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