I due gentiluomini andarono via e lo zio mi raggiunse.
"Bella, eh?" guardandola "Due gentiluomini sono venuti, vogliono che ripariamo alcuni tagli sul calcio e il grilletto, fa le scintille..." spiegai allo zio.
"Gli ho detto che sarà pronta entro due giorni, per fare le cose con calma. Poi va recapitata al castello governativo."

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"Bene, mettiamoci ubito al lavoro e non deludiamo i nostri facoltosi clienti." Disse lo zio a Gwen.
Trascorse tutta la mattinata e parte del pomeriggio, quando alla fucina arrivò un uomo.
Era di bell'aspetto e sembrava aver percorso un bel pò di strada.
I suoi abiti infatti erano impolverati ed il suo volto arso dal sole.
"Salute." Entrando e salutando come facevano i nativi dell'isola.
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Annuii con convinzione e ci mettemmo subito al lavoro, impegnandoci senza sosta fino al pomeriggio.
Ad un tratto arrivò un uomo, di un certo fascino e l'aria di chi aveva camminato parecchio.
"Salute a voi" sorridendogli "In cosa posso esservi utile?"

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Lui entrò e sorrise in modo amichevole.
I suoi occhi erano scuri e luninosi, i tratti regolari, i capelli neri ed i baffi ben curati.
"Ho girato gran parte dell'isola civilizzata" disse a Gwen "in cerca di una pistola. Ho visto la vostra fucina e ho provato a chiedere anche qui. Una pistola particolare."

Avevo uno sguardo particolare, in apparenza costantemente attento a ciò che gli succedeva intorno.
"Beh, siete venuto nel posto giusto! Che tipo di pistola vi occorre?"

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"E' all'apparenza molto antica." Disse l'uomo a Gwen. "Tutta in legno di sandalo, con calcio intarsiato in madreperla. Inoltre ha incisioni molti particolari, tipiche della cultura di quest'isola."
Gwen si accorse che quell'uomo stava parlando della pistola che lei e suo zio stavano riparando.

Più ascoltavo la descrizione della pistola, più mi sembrava strano.
Era la pistola da riparare!
"Zio, puoi venire un attimo qui con la pistola?" lo chiamai.
"È questa per caso?" al cliente, quando mio zio arrivò.
Era strano che tutta questa gente fosse attorno ad una semplice pistola.
Che cosa nascondeva quella bellissima arma?

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L'uomo guardò la pistola per un lungo istante, in cui i suoi occhi brillarono misteriosi.
"Si, è lei." Disse annuendo a Gwen. "E' proprio la pistola che cerco. Posso chiedervi come mi è qui? La state riparando immagino... giusto?"

"Sì, esatto. Due gentiluomini sono giunti questa mattina per farla riparare. Vi serviva di sapere altro?" chiesi, curiosa come non mai a quel punto.

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Le nuvole si erano allontanate ma ad un tratto udii delle voci concitate. Mi voltai cercando di capire che stesse succedendo.

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Flegeemerone
 

Non avrei mai accettato un simile incarico, se non venisse da Lorc Corcion, ma lui mi aveva tirato fuori dai guai talmente tante volte, che ricambiare il favore era il minimo che potessi fare.

Certo, badare a una villa non era esattamente ciò a cui ero abituata, ma una pausa dopo il gran casino scoppiato a corte, lasciare la capitale non poteva che farmi bene.

In realtà l'incarico era più delicato di quanto sembrasse, Lord Corcion temeva per la sicurezza della sua villa, dato che la zona non era sicura, ma non voleva dare nell'occhio portando dei soldati, e quindi bastavo io.

Era per quello che mi chiamavano, dopotutto, per quello che mi affidavano le missioni più delicate, perchè nessuno sospetterebbe di una donna.

Ma sotto la superficie c'era molto più di quanto appariva a chi guardava superficialmente.

Ero appena arrivata, la grande villa si stagliava davanti a me, imponente e bellissima.

Dopotutto potevo considerarla come una vacanza.

Che mi sarebbe mai potuto succedere in un contesto così lussureggiante?

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"Si..." disse l'uomo a Gwen "... vorrei sapere se questa pistola è in vendita. Sono disposto a pagare una cifra più che generosa."

Altea si voltò, attirata da quelle grida, vedendo diversi uomini che apparivano più che agitati.
Erano abbigliati come solitamente vestono i mercanti, tutti armati e molto presi da quella concitata discussione fra loro.

Mi avvicinai lentamente a quei mercanti curiosa "Scusate, cosa sta accadendo?"

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Spalancai gli occhi.
Guardai lo zio, poi di nuovo lui.
"No, signore, mi spiace. Abbiamo una responsabilità circa quest'arma, non possiamo venderla..." risposi.
Non potevamo certo farlo!
Se avesse voluto, ne avrebbe discusso coi legittimi proprietari, ma di certo con noi.

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Destresya giunse proprio quella mattina sull'isola di Monprocea, nell'affollato porto tra mercanti, schiavi, affaristi, imbroglioni e mendicanti.
Ad un tratto vide un uomo di colore che agitava con decisione le braccia verso di lei.
“Signora...” disse avvicinandosi “... signora... voi essere madama Destesya, vero? Io essere Maifren... agli ordini di Lord Corcion.” Sorridendole.

Quegli uomini, cos' simili a dei mercanti, si voltarono tutti verso Altea, comprendendone il rango.
"Madama..." disse uno di quelli "... siamo mercanti di schiavi ed uno di quei dannati è appena fuggito. Ha approfittato della confusione ed appena sceso a terra si è dileguato." Molto arrabbiato.

"Capisco la vostra posizione." Disse l'uomo a Gwen. "Io però posso offrire quasi sicuramente più di quanto vi ha promesso il proprietario di questa pistola."
"Mi spiace, ma mia nipote vi ha già detto che non è possibile imbastire alcuna trattativa, signore." Gustav.
"Comprendo." Annuì l'uomo. "Non voglio causarvi problemi, ma se non fosse una questione delicata non mi sarei certo permesso di avanzare tale richiesta. Mi chiamo Masperio e sono un avvocato. Sono nativo di quest'isola e mi batto per difenderne le tradizioni, oltre naturalmente a curare i diritti dei nativi."

Anche lo zio ribadì il concetto, ma l'uomo, Masperio, non voleva farsi per vinto.
"Ciò che posso dirvi, è che potrete parlarne col proprietario nei prossimi giorni, quando gli avrò consegnato la pistola aggiustata, ma non possiamo fare altro per voi..."

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Guardai gli uomini da capo a piedi, non commentai ma vi era disprezzo in me, vendere un uomo o una donna era deplorevole ma forse il fuggitivo era pericoloso "Io sono appena arrivata col veliero di mio padre, è Gerard de Bastian, famoso mercante delle Compagnie delle Flegee Occidentali. Quindi non ho visto nessuno...ma è pericoloso? Un criminale?" con tranquillità, non ero certo una dama isterica.

"Capisco..." disse deluso Masperio a Gwen.
"Perdonatemi..." Gustav "... ma in che modo acquistare questa pistola si lega con le vostre attività riguardo i diritti dei nativi?"
"Domanda legittima..." fissandolo Masperio "... vedete, questa pistola, oltre ad essere un magnifico oggetto, è una prova. Una prova da portare in un tribunale."

“Si, madama.” Disse il negriero ad Altea. “Tutti gli schiavi che abbiamo portato sull'isola provengono dalle colonie penali Afragolignonesi. Devono scontare la loro pena come schiavi su quest'isola. Anche il fuggitivo era un criminale ed ora è a piede libero.”

L'uomo restò deluso, ma la domanda dello zio in effetti era legittima.
Perché gli interessava tanto?
Sbattei un paio di volte le palpebre.
"Una prova? E di cosa?" Perplessa, ma curiosa.

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"Accidenti, un bel guaio, sapete di che delitto si sarebbe macchiato, e un identikit...in modo tale da poter avvisare pure in famiglia..abitiamo in un sontuoso palazzo vicino al mare, magari potrebbe entrare" pensierosa.

“Per questa pistola ha partecipato ad una strage fatta ai danni di un villaggio di nativi.” Disse Masperio a Gwen.

“E' un assassino, madama.” Disse l'uomo ad Altea. “Un fanatico, un estremista.”
“Si, madama...” un altro di quei mercanti “... è il membro di una setta guerriera di invasati. Si tratta degli Afralebani, i feroci intolleranti religiosi che si annidano nel regno Afragolignonese.”

Non mi piacque il motivo.
Ma dovevamo essere irremovibili.
"Capisco bene il vostro discorso, ma ancora una volta, non possiamo" ribadii.

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"Ne ho sentito parlare a dire il vero, sono tipo fanatici religiosi sbaglio?Dimorano presso il deserto, ovvero hanno un covo...deve essere terribile trovare uno di loro" sorridendo maliziosa "A dire il vero le donne narrano di avvenimenti romantici con il capo, ma io ne andrei cauta a dire il vero visto non li conosco..mi confermate ciò?" anche se in me vi era una celata curiosità.

“Si, lo capisco.” Disse Masperio a Gwen. “Comprendo che la vostra etica professionale non vi permette di aiutarmi. Perdonate se ho avanzato tale richiesta, ma quest'arma è la sola prova che può dare giustizia a chi ha subito quel massacro.”

“Si, vivono nel deserto, fra montagne rocciose ed impenetrabili, madama.” Disse un altro mercante ad Altea. “Sono studenti di Testi Religiosi e con le armi diffondono la loro concezione mistica. Vivono rintanati perchè ricercati dalla legge e questo ha contribuito ha far nascere intorno a loro molte leggende. Appartengono a stirpi nobile, ma vivono come predoni. Quel bastardo era rinchiuso in una prigione e poi è stato condannato alla cattività su quest'isola. Ma è riuscito a fuggire.”

"Non abbiamo nulla da perdonarvi, signore, ma purtroppo dobbiamo fare il nostro lavoro e la pistola non è in vendita" alzando le spalle con aria dispiaciuta.
"Però posso parlare di voi al proprietario dell'arma quando gliela consegnerò, se volete" proposi.

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Ascoltai curiosa, sembrava uno di quei personaggi romanzeschi e d' avventura, ma poteva essere pericoloso...anche se non amavo condannare le persone senza sapere le loro motivazioni, preferii non esternare alcun pensiero "Spero per voi lo prendiate, farò molta cautela e informerò pure la mia famiglia. Potete dirmi il nome?" chiesi prima di congedarmi dagli uomini, leggermente titubante, volevo fare un' ultima camminata sul bagnasciuga, si era levata una leggera brezza che inebriava i sensi del suo profumo di salsedine e muoveva leggermente le palme, adoravo questi posti selvaggi, fuori da quel mondo finto dell' aristocrazia che molto mi stava stretto.

“No, sarebbe inutile.” Disse Masperio a Gwen. “Il proprietario di quest'arma è un assassino, un sanguinario.” Con sguardo duro. “Bene, credo di avervi incomodato abbastanza... purtroppo la giustizia non appartiene a questo mondo... grazie per avermi dedicato il vostro tempo.” Salutò ed andò via deluso.

“Non conosciamo il suo vero nome, madama...” disse uno di quei negrieri ad Altea “... lo chiamiamo con un numero, poiché tutti i prigionieri ne hanno uno. Il suo numero era il 71.”
"Beh, noi continueremo a cercare quel bastardo." Un altro dei mercanti. "Voi fate attenzione. e' pericoloso." Ad Altea.

Lo guardai attentamente, rivolgendogli poi un cenno del capo quando andò via.
Guardai lo zio.
"Secondo te abbiamo fatto bene a rifiutare?" gli chiesi, a conferma che avessi fatto bene a non vedere alla proposta dell'avvocato.

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Che degrado...dare un numero ad una persona per identificarlo e guardai gli uomini "Si farò attenzione, non preoccupatevi, penso sia scaltro da essersi rintanato bene e non si farà certo notare".
Mi congedai e continuai a camminare sulla spiaggia, le scarpette di seta e raso nelle mani e i piedi a lasciarsi bagnare dalla schiuma dell' onde osservando l' orizzonte infinito. Non volevo certo rovinarmi quella camminata per un numero 71, e non sarebbe certamente stato sciocco da farsi vedere sulla spiaggia.
In lontanza vidi poi svettare il mio Palazzo e rimasi un attimo seduta sulla sabbia, quel momento di libertà se ne stava andando e avrei dovuto essere una perfetta aristocratica.

"Non so cosa pensare..." disse lo zio a Gwen "... è stato molto vago... bisognerebbe sapere di quale episodio parli... ho sentito anche io che molti soprusi sono stati fatti ai nativi... soprattutto in ambito religioso... i conquistatori ed i mercanti Afragolignonesi non sono mai stati molto aperti a tollerare le tradizioni altrui... soprattutto in abito religioso..." perplesso lo zio.

Il Sole del meriggio era di un pallido giallo ocre che tingeva le scogliere e si specchiava nel mare, generando un azzurro scuro e misterioso.
Il mormorio delle onde era quasi ritmico, persino melodico e la bianca schiuma giungeva a bagnare i piedi nudi di Altea.
Il suo palazzo sorgeva sul promontorio che si affacciava nella baia ed i riflessi del Sole si infrangevano sui vetri, liberando caldi e sognanti scintillii.

"Sì, lo so, ma non possiamo certo dare via cose che non ci appartengono... In ogni caso, non possiamo sapere nemmeno se ciò che diceva era vero... Se fosse stato semplicemente uno che voleva la pistola, inventando la storia della strage?"

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"Per questo ti ho detto che è stato poco chiaro..." disse lo zio a Gwen "... bisognerebbe cercare qualche indizio, qualche notizia sull'episodio di cui parlava... solo così potremmo capire se è verità o solo invenzione..."