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“Beh, proveremo ad avvicinarci senza però farci vedere...” disse il pirata a Gaynor.
Ma un attimo dopo sentirono dei rumori dietro di loro. Apparvero allora alcuni indigeni armati che li fissavano. |
“Si, sono io.” Disse il giovane ad Altea. “Sono io Pagant. Volete dunque un passaggio? Certo, perchè no. Faccio colazione e poi partiamo. Preparatevi.”
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Mi illuminai, mano a mano che parlava.
Parole intense, parole uniche, parole che avevo atteso tutta la vita. In quel momento mi accorsi che aveva ragione, che non mi importava più nulla, né del mio titolo, né del potere o altro. Il mio signore certo non mi avrebbe biasimato se avessi portato fuori dai pericoli il suo nipote prediletto, ciò che voleva era che vivesse libero e felice nella brughiera. O in qualunque altro posto del mondo. Sorrisi incapace di parlare, per un lungo istante. La sua mano lì, così vicina. L'istinto di prenderla fu intenso e fu difficile trattenermi. "E io voglio te, e ti seguirò dovunque vorrai..." con il cuore gonfio di emozioni. "Ma devi sapere che, se vuoi me, ecco non..." sospirai "Non ci sono scorciatoie, compromessi... sarà..." con gli occhi fissi nei suoi e le gote arrossate "Per sempre..." trattenendo il fiato "Io e te.. per sempre...." ribadii, piano, quasi temessi che la gravità di quanto stavo dicendo rovinasse quel momento. |
Quel momento perfetto e sublime durò ancora e ancora, fin quando non mi mostrò le nuove idee per lo spettacolo ed io, fra le sue braccia, lo aiutai, proponendo, correggendo, soprattutto sognando anche.
Sognando ciò che sarebbe stato di noi due dopo, nella nostra nuova vita insieme. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Mentre Teous mi stava dicendo che avremmo tentato di avvicinarci di soppiatto, udimmo dei rumori provenire dietro di noi. Ci girammo e li vedemmo, degli indigeni armati che ci guardavano fissi. Strinsi forte la mano del pirata, sperando di non essere caduti dalla padella alla brace.
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A quelle parole di Clio, Icarius la guardò.
E poi, come risposta, senza però dire nulla, si avvicinò al suo viso bellissimo, bagnato ed arrossato, alla sua bocca tenera ed accogliente e la baciò. Un bacio prima dolce, che danzava fra le loro labbra, ma poi più caldo, avvolgente, in un gioco di bocche e di lingue. Un bacio inebriante, sensuale. Un bacio di pura passione. Una passione sempre più impetuosa. Ed allora le mani di lui, inizialmente titubanti, cominciarono a sfiorare le braccia nude di lei. “Per sempre...” disse Icarius in un sussurro che morì sulle dolci labbra di Clio. |
Sul foglio bianco vi erano cenni di parole, proposte di maschere e costumi, idee, progetti.
Ma le loro mani erano unite, strette. Zoren parlava e fantasticava, Gwen lo ascoltava. Poi era lei a proporre e lui a seguirla. Di tanto in tanto vi era un bacio rubato, una carezza accennata ed un sospiro soffuso. E così continuarono tutta la mattina, fino a quando il servitore del barone venne a chiamarli per il pranzo. |
Quegli indigeni stavano lì, fermi a fissarli, mentre il pirata teneva stretta a se Gaynor per proteggerla.
Poi uno di quei selvaggi fece lo cenno di seguirli. “Facciamo come dice...” disse lui alla regina “... meglio non contraddirli...” e li seguirono, giungendo infine al villaggio visto in precedenza. |
Quel bacio.
Dolce, e appassionato, delicato e possente, intenso e leggero. Un bacio come nessuno mai aveva osato. Un bacio unico e nostro, nostro soltanto. Un bacio che ci univa in un abbraccio infinito. Poi quelle parole, mi illuminai a quelle parole. Poi sospirai. Forse era tutto quello a cui potevo ambire, e non era certo poco. Lui era un ragazzo della brughiera, infondo, non poteva capire. E io volevo lui, più di qualunque altra cosa. Così sospirai nuovamente, cercando di lasciarmi alle spalle le inquietudini e pensare solo a noi. Ma di una cosa ero sicura. "Per sempre.." sussurrai a mia volta. |
Bozze fantasiose, accennate e spontanee costellavano il foglio bianco e le nostre mani erano ancora strette.
Quando lui esponeva le sue idee, lo osservavo estasiata e affascinata, lasciandomi trascinare dal suo entusiasmo, e quando ero io a proporre lui mi ascoltava attentamente, fra un bacio rubato e una carezza a cui seguiva un sospiro soffuso. Fu una mattinata stupenda, animata da quella collaborazione e quella complicità che sembravano essere solo nostre, finché non dovemmo interrompere per il pranzo, sebbene avrei rinunciato anche a quello in un momento così. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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