Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 16-05-2017 03.14.10

Quei baci, quelle carezze, i sospiri della regina, mutati poi in lunghi gemiti.
La superba sovrana, la fredda monarca, la crudele donna ora nuda su di lui, alla sua mercé, ansimando ed abbandonandosi al piacere più vivo.
Allora lui la prese, la fece sua.
Con impeto, slancio, passione.
Stringeva le dita sulla bianca pelle di lei, tenendola nella morsa del suo corpo, quasi domata dalla sua foga.
Allora cominciò ad affondare il suo furore amoroso in lei, con fervore instancabile, con sconvolgente passionalità, abbandonandosi al piacere più folle.
E tale slancio era scandito, nutrito, sostenuto, animato dai gemiti di lei, dalle sue grida.
Tutto ciò si confondeva e perdeva in quella folle danza di corpi sudati, caldi, tesi, sussultanti, perduti, innamorati.

La voce di Elyse ed Aegos, destato dal suo meraviglioso ricordo, con gli fissi su di lei, si avvicinò al trono.
La guardò enigmatico, col suo azzurro penetrante, sicuro, ardente.
La guardò e poi si inginocchiò ai suoi piedi.

Lady Gwen 16-05-2017 03.25.34

Elv infine girò la chiave e aprì.
La stanza era piccola e buia.
C'era un letto, con qualcosa di coperto sopra.
Guardai Elv, poi di nuovo il letto.
Allora in un gesto, feci alzare con la magia il lenzuolo e non potei credere ai miei occhi.
Si trattava infatti del mio corpo.
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Guisgard 16-05-2017 03.39.42

Astral si fermò ed attese.
Decisa a lottare.
Ma quella sagoma restava immobile a fissarla.
Poi, ad un tratto, la sua ombra sembrò come animarsi.
E la ragazza dai capelli bianchi ebbe l'impressione che si muovesse.
Come se mostrava un cenno della mano.
Quasi a chiamarla.

Guisgard 16-05-2017 03.41.30

Il lenzuolo volò via, per magia, mostrando il corpo di una fanciulla.
“Sei bellissima, Cassandra...” disse Elv guardando il corpo “... bellissima...” senza togliere gli occhi dal volto addormentato di lei “... e ora?” Chiese.

Clio 16-05-2017 03.44.53

Lo guardai, intensamente, mentre si inginocchiava davanti a me.
Lo guardai forse senza riuscire a nascondere il desiderio di essere soli in capo al mondo.
Soli, come eravamo in quella stanza la notte prima.

Quell'ardore, quel contatto, quella passione incontrollata.
Lo sentii in me con forza, vigore, intensità.
Il furore di quella danza infuocata mi sconvolse, regalandomi sensazioni che mai avrei pensato di provare.
Ero sopraffatta e incredula da quella passione così forte, da quel piacere che mi travolgeva sempre di più.
Mai avrei immaginato che fosse così, così intenso, travolgente, sconvolgente.
Mi abbandonai a quella danza infaticabile, al vigore del mio cavaliere, sentendomi incredibilmente donna, e sua.
Mentre il piacere cresceva in me, straripando nel mio animo, e rendendomi impossibile non gridare.


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Non so chi o cosa mi destò da quell'eccitante ricordo.
Ma lo ringraziai, perchè probabilmente ero rimasta imbambolata per qualche secondo, minimo.
La fortuna di essere me, stava anche nel fatto che non dovevo giustificare nessun mio coronamento.
Così, tempo di riacquisire un contegno esteriore, mi alzai dal trono, e mi avvicinai ad Aegos che se ne stava inginocchiato.
Allungai la mano destra, dove un valletto aveva già pronta la spada per lui.
La presi e mi avvicinai ancora a lui, che mi sembrava sempre più bello.
Allora, con solennità, posai la spada sulla sua spalla destra.
"Aegos.." guardandolo.
Ero emozionata, sì, dovevo ammettere di essere davvero emozionata all'idea di quanto importante fosse quella cerimonia per me, per lui.
"Ad un cavaliere la regina chiede ogni cosa: fedeltà, lealtà, devozione..." guardandolo negli occhi "La difenderai da ogni pericolo, la salverai da ogni nemico.." mentre sentivo in me il cuore accelerare.
"Per questa spada, per Beltas, per la Gemma..." rimanere salda era difficile, non mostrare l'emozione era quasi impossibile.
"Possa tu essere degno di questa spada che ora ti appartiene..." con un leggero sorriso "Possa tu combattere con onore, per questa terra, per questa corona, per me.." con un tono leggermente più dolce e confidenziale.
Allora i miei occhi incrociarono i suoi in un intenso e meraviglioso istante che mi scaldò il cuore.
"Attendo dunque, il tuo giuramento.." con il cuore che ormai batteva sempre più forte, mentre la mia mano stringeva l'elsa della spada del cavaliere, che ora apparteneva a lui.
Come me, del resto.
Fu allora che mi ricordai di quando da bambina passavo ore davanti al quadro esposto in un salottino, che raffigurava proprio un momento come quello, e sognavo, sognavo di quando un cavaliere sarebbe giunto a reclamare il mio cuore.
Quel momento mi era sempre sembrato speciale.
Un momento magico, unico.
Un momento che ci avrebbe unito in un vincolo reso ancora più forte dall'amore sbocciato in una fredda notte di primavera.

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Guisgard 16-05-2017 03.58.42

I loro sguardi si incrociarono a lungo, sostenendosi a vicenda.
Poi la cerimonia, le parole solenni di Elyse, la spada, il suo lieve sorriso, l'emozione, la sensualità del momento ed il volto attento di lui.
“Giuro solennemente” disse Aegos “di servire con lealtà ed onore questa corona, questa città e la mia regina...” sempre guardandola “... giuro solennemente che la mia spada sempre servirà Beltas e la sua sovrana... fino alla morte.”

Quella danza.
La regina come impazzita, folle, abbandonando ogni contegno, ogni controllo, travolta com'era dalla danza infaticabile a cui lui l'aveva obbligata.
La danza con cui la fiera regina era divenuta donna.
La sua donna.
Allora le grida di piacere.
Le unghie di lei sulla schiena di lui, aggrappandosi disperata per non essere stravolta dall'impeto del momento.
Da quel lungo piacere che la svuotò di ogni altra cosa, arrivando fino al suo cuore.
E gridò.
Gridò a lungo, in quegli appartamenti che ardevano di loro due.

Guisgard 16-05-2017 04.08.38

Eeila entrò nel capanno abbandonato.
Sembrava silenzioso e deserto.
“Vi aspettavo...” disse ad un tratto una voce.
La bella sacerdotessa la riconobbe subito.
Era lui.
E vide il profilo di un'ombra.

Clio 16-05-2017 04.11.45

Ero emozionata, emozionata oltre ogni dire.
La solennità del momento, quell'istante così perfetto in cui diventavamo l'uno dell'altra.
Le sue parole, il suo giuramento, riuscirono a colpirmi nell'animo, regalandomi un'emozione più forte di qualunque altra cosa avessi mai provato.
Anche di quell'immenso e sconfinato piacere che continuava a venirmi in mente mentre guardavo i suoi occhi.
Quelle parole arrivarono al cuore, togliendomi il fiato, perforando ogni strato di ciò che mi avrebbe potuto tenere lontano da lui.
Ero felice, commossa, incredula, emozionata... innamorata.
In quel momento capii che quell'uomo sconosciuto che aveva stravolto la mia vita, aveva conquistato il mio cuore, che forse non aveva fatto altro che aspettarlo per tutta la vita.
Avevo gli occhi quasi lucidi per l'emozione.
Occhi fissi nei suoi, che solo lui poteva vedere.
"Alzati, Sir Aegos di Beltas, Cavaliere della Regina..." con voce solenne ed emozionata.
Allora posai la spada su entrambe le mie mani e gliela porsi "La tua spada..".
Mentre lo guardavo, con il cuore che scoppiava d'Amore, la mia mente rivedeva le immagini, e il mio corpo riviveva le sensazioni della notte che ci aveva unito.
Restammo così, per un lungo istante, uno di fronte all'altra.
Finchè il mio sguardo non divenne ancora più intenso, complice, malizioso, nel rendermi conto che ormai la sera era giunta.
"Lasciateci.." ordinai alle persone presenti, senza staccare gli occhi da lui.
Tutto quello che volevo ora, era restare soli, ora che era mio, e solo mio, per sempre.
E io certo non ero da meno.

Nyoko 16-05-2017 08.51.16

Ero ferma a studiare quella sagoma immobile. Estrassi il coltello continuando a tenerlo nascosto nella mantella. Ad un tratto si mosse, come ad invitarmi a raggiungerlo. Ma rimasi lì. Era troppo pericolo ed io non mi fidavo di nessuno.

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Lady Gwen 16-05-2017 14.32.47

Era strano, non mi ero mai vista dall'esterno e ora faceva uno strano effetto.
Mi voltai verso Elv e sentii gli occhi lucidi alle sue parole.
Pensai di averle sognate, tanto suonavano perfette e stupende pronunciate da lui, mentre mi guardava.
Mi chiedevo cosa pensasse in quel momento, mentre poteva finalmente vedermi.
Già, e ora?
Non avevo idea di cosa dovessi fare.
Speravo non fosse necessario alcun incantesimo, perché in quel caso avremmo avuto un grosso problema.
Così, decisi di farmi guidare dall'istinto.
Mi avvicinai al letto e lasciai che il mio spirito e il mio corpo si fondessero in un'unica entità.
Avvertii una strana sensazione, come quando si sogna di cadere e sprofondare.
Un attimo dopo sentii l'aria invadere in un istante i polmoni e venire subito buttata fuori da me in uno strano e secco sbuffo, mentre aprivo gli occhi e il cuore accelerava.
Mi guardai attorno, mentre sentivo di nuovo le membra rispondere agli impulsi del movimento e tutto il mio corpo riprendere a funzionare.
Era una strana sensazione di torpore mista ad una strana frenesia, come se ora che lo spirito aveva riacquisito possesso del suo corpo non aspettasse altro che agire ed esaurire tutta la travolgente energia che sentivo dentro.
Poi, un pensiero improvviso.
Mi voltai di lato e lo vidi ancora lì.
Gli sorrisi chiedendomi ancora una volta cosa stesse pensando, adesso che era tutto finito.
Adesso che io ero libera e che sentivo una strana leggerezza dentro, un peso in meno sul cuore.
Provai a sollevare il busto aiutandomi con le braccia, con le membra che provavano a riabituarsi al movimento; poi allungai una mano verso il suo viso.
Quando sentii che finalmente potevo toccarlo e potevo sentire la sua pelle, repressi a fatica un fremito, sorridendo.
Dopo presi il suo volto fra le mani e lasciai un bacio all'angolo delle sue labbra.
I brividi che pervasero il mio corpo si fecero ancora più intensi, come un piacevole formicolio diffuso.
"Grazie..." sussurrai "Ti sarò sempre debitrice per questo..." scostando una ciocca dei suoi lunghi capelli neri e continuando a guardarlo nei bellissimi occhi neri coi miei grandi e verdi.
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