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Gwen indossò un bell'abito rosso, che ben si intonava ai suoi capelli.
E mentre era alle prese con i lacci del vestito, ad un tratto le si avvicinò il padrone che li prese e cominciò a legarli. Le sue mani si muovevano sicure, esperte e sfioravano la schiena nuda della ragazza. All'improvviso Gwen non riusciva più a capire se quel tocco era causale oppure lui le stesse accarezzando la pelle. Sentiva le dita affusolate dell'uomo muoversi su e giù, lente, delicate. Sfioravano, lambivano e accarezzavano la sua pelle. Su e giù. Tocchi senza fine. |
“Oh, certo che lo vedrete.” Disse Pepino a Clio. “E lui non concorre certo per un castello e per un pezzo di terra.”
“No di certo.” Scuotendo la testa Lignas. “Ora però dovete scusarci.” Lo scudiero. “Abbiamo da svolgere alcune urgenti faccende.” “Molto urgenti.” Annuì Lignas. |
Adespos guardò Gaynor divertito.
“Non ti facevo così amante dell'avventura.” Disse. “Ah, già... dopotutto sei riuscita a trovarci venendo qui nel bosco tutta sola.” Sorridendo. “Si, in effetti pensavo di indagare... di andare a Monsperon... e forse un travestimento non è una cattiva idea... magari con una bella moglie come te al mio fianco.” Facendole l'occhiolino. “Oppure sarebbe più saggio andarci come un prete ed una monaca? Ammesso che tu riesca a spacciarti come tale.” Ridendo di gusto. |
“Una principessa orientale in queste terre...” disse il pellegrino a Dacey “... ho viaggiato in molti luoghi e le terre del Sud pullulano di meravigliose gemme d'Oriente, milady. Ma di certo tra esse voi siete la più bella.” Con un leggero cenno del capo. “Il mio nome, milady? Siamo in Quaresima e noi Battezzati usiamo fare penitenza. La mia è quella di non pronunciare mai il mio nome in questo Santo Periodo. Mi perdonerete dunque se da voi mi farò chiamare semplicemente pellegrino.” Sorridendole.
“Che sciocchezze...” con disprezzo il valletto. “Quanto al nome della fanciulla...” il pellegrino fingendo di non aver udito “... quei versi sono tratti da un'antica leggenda che narra di un Fiore magico... e quella fanciulla è colei che lo custodisce. Bisognerà trovare il Fiore e da esso si capirà il nome della fanciulla. Ma sono lieto vi siano piaciuti i miei versi, milady. Se vorrete ne reciterò altri per voi prima di stasera.” Bevendo. “Posso domandarvi come mai una nobile egea si trova qui a Sygma?” |
Didas si mise ad urlare...cos' erano quelle ombre?
"State calma" dissi a Didas "Siamo nel bosco, non stiamo facendo nulla di male se sono i soldati non possono accusarci di nulla". Poi mi rischiarai la voce..."Vi è qualcuno? O devo pensare non si possa fare una passeggiata nel bosco e lungo il fiume Helsa e qualcuno ci segua?" ero su Cruz e sempre a bassa voce "Se sono i soldati scappiamo ovvio..proseguiamo verso il fiume, se sono in assetto di infastidirci ovvio, perchè non ne posso più di girare come una cretina". http://i65.tinypic.com/124c9cn.jpg |
"Ah sì, e per che cosa, allora?" esclamai curiosa per poi pentirmi immediatamente di quelle parole.
Per lei, genio, combatte per lei... Cercai di cambiare immediatamente argomento in modo da poter fingere di non aver sentito quella punta di fastidio che si era insinuata nel mio essere, una fitta rapida e leggera, che conoscevo fin troppo bene. Vecchie abitudini, nulla di più... Minimizzai. "Buona giornata allora..." sorridendo "È stato un piacere fare la vostra conoscenza..." con un leggero cenno del capo. |
Improvvisamente, mentre ero alle prese coi lacci, sentii le mani del padrone.
Presero i lacci e si mossero esperte, sicure per legarli. Ad un certo punto non riuscii più a distinguere se i suoi tocchi fossero casuali o intenzionali. Sfiorava, lambiva e accarezzava lentamente e delicatamente la pelle della mia schiena nuda, lasciata ancora più scoperta dai capelli che avevo portato su una spalla per legare i lacci dell'abito. Erano tocchi senza fine, e anch'io speravo che non finissero, speravo di sentire ancora le sue dita affusolate sulla mia pelle. Restai dunque immobile in preda alle piacevoli sensazioni provocate da quelle carezze, col cuore che batteva forte e uno strano calore che mi invadeva. |
Aveva un modo di parlare che riusciva a catturare la mia attenzione, dopo molto tempo passato in presenza di Ferico mi mancava discorrere con un ottimo oratore.
<< Ma certo lo capisco, non insisterò allora e non lo farà nessun altro in questa tavola>> lanciai un'occhiataccia al finto valletto che si stava prendendo fin troppe libertà. << Vi ringrazio per il complimento, siete troppo gentile>> abbassai lo sguardo per qualche istante per poi riprendere a parlare, << sarei molto lieta di udire altri versi della vostra storia, mi hanno sempre affascinata questo genere di racconti, chissà se sarò tanto fortunata da arrivare al punto del ritrovamento di questo prezioso fiore>> Ero in mezzo a due servitori del barone e dovevo per forza misurare la risposta. << Io sono...sono ospite del Barone Ferico di Monsperon>> dissi cercando di sorridere, come se la mia presenza in quei luoghi fosse un piacere. << Cosa vi porta qui invece? Per caso avete sentito del torneo e siete curioso? |
"Beh, ovunque non si fa altro che parlare dei briganti che affollano il bosco" disse ad un tratto una voce dalla vegetazione a quelle parole di Altea "è dunque avventurarsi in questi luoghi da sole è una cosa da sciocche." Ridendo.
"Chi sarà che parla?" Chiese spaventata Didas. |
Pepino e Lignas salutarono le due mercenarie e ripresero il loro cammino.
"Dunque" disse Estea a Clio, fissando i due che si allontanavano "li lasciamo andare via così?" |
"Ma che spavalderia" esclamai "è troppo facile parlare nascosti, fatevi avanti...e mostrate il vostro volto..o forse temete due ingenue pulzelle?" sorridendo a Didas e facendole l' occhiolino "Non sembrano soldati..almeno" a bassa voce.
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"Hai la pelle d'oca..." disse il padrone a Gwen, senza smettere di sfiorarle la schiena mentre stringeva i lacci del vestito "... cos'è? Hai soggezione del tuo padrone?"
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Quelle parole mi riportarono alla realtà.
Soggezione... Non era esattamente soggezione quella che avevo provato . "No" risposi semplicemente. |
"Per dieci anni ho vissuto nella tranquillità più totale, quella tranquillità che è sinonimo di noia... adesso niente mi può fermare..." gli risposi ridendo.
"Prete e monaca tu ed io? Ed hai il coraggio di proporre una cosa simile dopo una notte come quella appena trascorsa?" Lo guardai di traverso, ma sempre sorridendo. "Comunque mi sembra un'idea bislacca quella di andare a Monsperon... a parte la taglia che di sicuro peserà sulla tua testa, lì conoscono anche me e sanno che non ho marito... No, la cosa migliore da fare è andare a Fertaldos e cercare di scoprire da lì cosa succede..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
A quelle parole di Altea, in un attimo, dalla vegetazione apparvero delle figure.
Indossavano giubbe verdi e calzoni di pelle ed armati di arco e frecce. "Temere due pulzelle..." disse uno di quegli uomini "... sareste dunque due pulzelle voi, signore?" Rise e con lui anche gli altri. "Due pulzelle che escono a cavallo da sole nel bosco infestato dai briganti?" |
Il padrone smise di allacciare il vestito di Gwen e cominciò a sfiorarle il collo.
Le sue dita ora erano come un soffio, una piuma che sembrava volteggiare sulla nuda pelle di lei. Poi la sua mano salì fra i capelli di lei. |
"Sono loro" dissi a Didas a bassa voce "La loro divisa me l' ha descritta ser Alvaro da Florenza..perfetto.".
"Infatti" risposi "siamo due donne impavide, potete pure abbassare arco e frecce..so chi siete...siete i signori di questo Bosco o briganti, non vi temo poichè ho salvato uno di voi giorni fa e l' ho curato nella mia dimora e ha detto era pure in pegno con me" dissi senza titubanze "Solo, cosi si chiama". |
"Lontano da questo bosco" disse Adespos a Gaynor "siamo come belve che lasciano la loro tana, il loro territorio. Saremo dunque vulnerabili se ci scoprono e non potremo contare sull'aiuto dei miei compagni. Sei conscia di tutto ciò?"
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La sua mano smise di allacciare il corpetto e salì sul collo, muovendosi come una piuma sulla mia pelle ed io chiusi gli occhi a quel contatto.
Salì ancora, insinuandosi fra i miei capelli. Non avevo mai provato una cosa simile, delle sensazioni così intense, eppure erano semplici carezze. Semplici carezze, che speravo non finissero. |
"Adespos, mio caro, certo che ne sono consapevole... ma ti amo, e voglio starti vicina ogni istante ed in ogni circostanza... mille volte vorrei morire al tuo fianco, piuttosto che continuare a vivere senza di te..."
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Sorrisi ad Elas.
"No, li seguiamo... A debita distanza..." Annuendo. "Vuoi mica che si insospettiscano? Guisgard non deve sapere che sono un pericolo, o non riuscirò mai ad avvicinarmi abbastanza a lui.. Non credi?". |
A quel nome pronunciato da Altea, i briganti si guardarono l'un l'altro.
"Avete detto..."disse uno di loro ad Altea "... Solo? Davvero lo conoscete? Davvero l'avete curato quando era ferito?" |
Più che altro rimasi stupita perchè a pronunciare quel nome loro stessi erano pure stupiti.
"Si, l' ho salvato io. Si trovava nella strada lungo la Pieve di Monsperon ed era privo di sensi, io e ser Alvaro Del Gobbo lo abbiamo salvato, e l' ho accolto nella rocca dove abito e curato. Gli ho offerto accoglienza nonostante sapessi era uno di voi, so che se ne tornò con qualcuno di voi, me lo disse questo cavaliere e che disse di riferirmi mi era riconoscente se ne necessitassi...spero stia bene ora. A dire il vero..vi stavamo cercando" sorridendo. |
"Come detto poco fa al locandiere" disse il pellegrino a Dacey "sono in pellegrinaggio verso la casa di Santa Zita e verso il Santuario di Santa Caterina. Il mio cammino mi ha portato a scegliere la strada verso Fertaldos, da qui poi mi sarà più facile raggiungere le meta del mio pellegrinare." Sorridendo. "Sarò naturalmente lieto di narrarvi del Fiore e di ogni altra storia che sarà capace di allietarvi, milady."
"Noi però partiremo fra poco." Fece il falso valletto. "Dunque non abbiamo tempo per le vostre storie." |
<< Perdonatemi ma purtroppo non conosco i luoghi di cui mi parlate ma vi auguro di raggiungerli il prima possibile senza incorrere in pericoli di qualche sorta>> incrociai le mani adagiandole sulle gambe avendo finito di mangiare.
<< Lo spero, ho sempre amato le storie e sono anche una vorace lettrice quando ne ho occasione ma trovo che la cosa migliore é quando vengono raccontate con maestria>> Fui interrotta dal soldato. Stava davvero esagerando. << Andate a dare il cambio agli altri due fuori. Meritano anche loro un pasto caldo e un po' di ristoro, forza muovetevi>> speravo di liberarmi per un po' della presenza del valletto così |
Il valletto guardò contrariato Dacey.
In effetti non si aspettava di dover essere ai suoi ordini, essendo un soldato. Ma non poteva far saltare la loro copertura ed alla fine obbedì. Uscì allora e raggiunse gli altri due che stavano sorvegliando la carrozza, dando loro il cambio. E poco dopo arrivarono loro nella locanda. Si sedettero e mangiarono. “Come detto, sarò lieto di narrarvi una storia, milady.” Disse il pellegrino a Dacey. “Perdonate un momento...” per poi voltarsi verso il locandiere “... sapete dirmi se qualcuno è diretto a Fertaldos? Mi occorrerebbe un passaggio.” Nessuno che io sappia.” Fece il locandiere. “Forse domani dovrò andarci io. Ma non prima.” |
Estea annuì a Clio e le due presero a seguire i due uomini a debita distanza.
Andavano a piedi e dunque era facile per loro seguirli senza farsi vedere. “Però vorrei sapere” disse Estea “come fai ad essere così sicura che il cavaliere sia Guisgard...” Ad un tratto lo scudiero ed il contadino deviarono dal sentiero principale, come a voler evitare il cuore del bosco. |
La mano del padrone affondò nei rossi capelli di Gwen, fino a stringerli fra le dita.
Fu un gesto virile, che rese tesi i muscoli del collo della ragazza. “Sono bagnati i tuoi capelli...” disse lui “... come lo erano i vestiti...” |
Seguimmo in silenzio quegli uomini, in modo che non ci vedessero.
Poi alzai gli occhi alle sue parole. "Te l'ha praticamente confermato!" Scuotendo la testa "Gli hanno tolto la terra, non possono pronunciare il suo nome, gli occhi azzurri.. Ardea de Taddei, diamine! Ci mancava solo che nominassero l'ocarina e siamo a posto.." Sospirai. "Fidati, è lui..." Dissi piano, con lo sguardo improvvisamente cupo "Non mi piace dover scavare nei miei ricordi per pensare a lui, ma lo conosco meglio di quanto vorrei..." Mestamente. Avevo desiderato ogni giorno non essermi innamorata di lui. Non dover sopravvivere grazie ad uno sguardo rubato nell'ombra. A non dover vedere sanguinare il cuore. Ma non potevo cambiare il passato, potevo solo non ricaderci. "Quando lo vedrò saprò dirti con certezza se è lui, fidati di me..". Poi gli mostrai con un cenno del capo la direzione dei due uomini e li seguimmo. |
Adespos fissò Gaynor negli occhi, restando così per un lungo istante.
“Forse non dovresti...” disse “... non dovresti innamorarti di me, non dovresti amarmi... chi sono io? Un brigante, un fuorilegge, uno che vive con la morte alle calcagna... cosa posso dunque offrirti? Non ho nulla, forse neanche un futuro...” e le accarezzò i capelli. |
Le sue mani affondarono completamente nei miei capelli, fino a stringerli.
Spalancai gli occhi e sobbalzai appena a quel gesto. "...Si asciugheranno..." mormorai. Passare da quella carezza delicata a quel gesto, non ne capivo il motivo. |
A quelle parole di Altea, uno di quegli uomini si fece avanti.
“Mettete queste sugli occhi...” disse, per poi dare una benda a lei ed una a Didas “... copritevi bene in modo da non vedere nulla.” |
A quel comando guardai Didas e le annui per darle coraggio.
"Interessante..bendate..vorrei sapere cosa non dobbiamo vedere o volete farci..se siete i briganti mi aspetto siate dei gentiluomini". Sentii la fascia passare sul diafano volto e coprii i verdi occhi e poi quel nodo alla nuca. Sospirai...ormai ero in gioco, speravo un gioco non pericoloso, almeno per Didas che mi aveva seguito. |
"Hai ragione, forse non dovrei, ma chi sono io per oppormi all'Amore?" Gli risposi accarezzandogli la guancia "Ma tu, dimmi.. tu mi ami?"
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Estea annuì a Clio.
Le due mercenarie avevano visto lo scudiero ed il contadino imboccare un sentiero laterale. Raggiunsero così la sponda del fiume, dove c'era un'antica fucina. E appena davanti all'entrata, Lignas fischiò in modo vigoroso. Un attimo dopo un fabbro uscì dalla fucina. |
Seguimmo i due uomini ne bosco, sempre attente a non farci vedere.
Raggiungemmo così le sponde del fiume Helsa. Un fabbro.. La cosa si faceva interessante! |
La mano del padrone indugiò ancora qualche istante fra i rossi capelli di Gwen, per ritirarsi lentamente.
L'uomo si allontanò e raggiunse lo specchio, dove si tolse il telo e si spalmò addosso un'essenza profumata. Poi indossò pantaloni, camicia e stivali. |
Il brigante non rispose nulla ad Altea.
Bendò lei e Didas, per poi condurre il loro cavallo con le redini. Le due donne non vedevano nulla e sentivano la folta vegetazione che le avvolgeva. Il canto degli uccelli, il gorgoglio delle acque, il fruscio del vento fra le foglie. E poi il calpestio degli zoccoli di Cruz ed i passi dei briganti che le conducevano chissà dove. “Dove...” disse piano Didas ad Altea “... dove ci stanno portando? Vogliono farci del male?” |
Sentii i passi degli zoccoli di Cruz, i briganti che mi accompagnavano, il vento che accarezzava il mio volto e i capelli e il rumore dell' Helsa.
"Stai tranquilla Didas...Non porterebbero il mio cavallo con noi...sono nascosti e forse non vogliono mostrarci come si entra nel covo..si spera." A bassa voce. |
La sua mano indugiò ancora fra i miei capelli, per poi allontanarsi lentamente.
Restai qualche attimo immobile, chiusi un istante gli occhi, come per fare ordine dentro di me e dentro la mia testa e poi li riaprii. Intanto il padrone era davanti allo specchio, intento a spalmare sul corpo un'essenza profumata, poi si vestì.. Nel frattempo io attendevo che mi dicesse cosa fare. Era stato un momento strano, in cui si erano susseguite una miriade di sensazioni, una più indecifrabile dell'altra. |
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